#bambino conteso
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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La saggezza di Re Salomone: Un giudizio che ha attraversato i secoli. Di Alessandria today
La decisione di Salomone: Come un re risolse la disputa tra due madri che si contendevano un figlio.
La decisione di Salomone: Come un re risolse la disputa tra due madri che si contendevano un figlio. La storia di Re Salomone e del suo celebre giudizio è uno degli episodi più noti della Bibbia e simbolo per eccellenza di saggezza. Questo racconto ci porta indietro nel tempo, in un momento di grande tensione nella corte del giovane re d’Israele. Due donne, entrambe madri, si presentano davanti…
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kiki-de-la-petite-flaque · 8 months ago
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“Le donne sanno quando entrano in menopausa, gli uomini no,
lo capiscono col tempo.”
·92 anni fa nasceva OMAR SHARIF, (Alessandria, Egitto, 10 aprile 1932 - Il Cairo, Egitto, 10 luglio 2015).
L'attore nato ad Alessandia (ma giramondo per vocazione) incarna quella che nell'immaginario collettivo è la vita di un uomo ricco, bello, famoso, adorato dalle masse e conteso dalle donne più affascinanti del pianeta. Un mito alimentato dall'indolente Sharif, che negli anni '60, all'apice della carriera dichiarava ai giornalisti «Lavoro perché mi piace il lusso e quando finisco i soldi, sono costretto a tornare a recitare».
Seppure per necessità, ha lavorato con i più grandi registi - Fred Zinneman (...e venne il giorno della vendetta), Anthony Mann (La caduta dell'impero romano), William Wyler (Funny Girl), Sidney Lumet (La virtù sdraiata) - ed è stato l'incarnazione della bellezza esotica, della fierezza, del coraggio e del romanticismo nei due film che gli hanno regalato la consacrazione, entrambi di David Lean: Lawrence d'Arabia (un Golden Globe e una nomination all'Oscar) e Il Dottor Zivago (nomination al Golden Globe).
Al cinema era arrivato grazie alla madre, che lo mandò in un college inglese, dove Omar dimagrì («da ragazzo ero veramente grasso») e imparò la lingua, e a Youssef Chahine, che lo fece debuttare nel '53. Divo del cinema egiziano fin da subito, è poi diventato una star internazionale, con una propensione ai ruoli storici (è stato Che Guevara in Che!, Genghis Khan nell'omonimo film, l'arciduca Rodolfo in Mayerling, il principe Feodor in Pietro il Grande), romantici (Il seme del tamarindo, C'era una volta, Funny Girl) e d'avventura (L'ultima valle, Ghiaccio verde, Le meravigliose avventure di Marco Polo, Ashanti).
Nel 2003, Omar Sharif è tornato sulle scene, dopo un periodo di silenzio (aveva interpretato Il tredicesimo guerriero, decidendo di «non recitare più in simili sciocchezze»), con un ruolo importante, quello del negoziante arabo che fa amicizia con un bambino ebreo in Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano. Una scelta forte, con cui lanciare un messaggio di pace tra ebrei e arabi in un momento storico-politico nerissimo, gratificata con un doppio riconoscimento al festival di Venezia: il premio del pubblico e il Leone d'oro alla carriera.
Sharif muore nel luglio del 2015 in un ospedale del Cairo, in Egitto, dove era stato ricoverato per un attacco di cuore. Aveva 83 anni.
ARACELI CINEMAdiCITTA'
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personal-reporter · 1 year ago
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Storie delle Olimpiadi: Carl Lewis, figlio del vento
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Un re dell’atletica anni Ottanta… Carlton Frederick Lewis nacque il 1 luglio 1961 a Birmingham, Alabama, nel profondo sud degli USA da William ed Evelyn, che erano entrambi membri della squadra universitaria di Tuskegee. Nel 1963 la famiglia si trasferì a Wellingbro, New Jersey, dove William ed Evelyn fondarono un Club di atletica leggera e i genitori,  non avendo una baby-sitter a cui affidare Carl, portavano il bambino al Club e lo lasciavano giocare nella fossa di sabbia della pedana del salto in lungo, mentre si dedicavano agli allenamenti. L'attività sportiva di Lewis iniziò così nel Club atletico di famiglia e a 14 anni divenne il miglior saltatore in lungo dello stato del New Jersey. Un giovane così promettente era conteso da molte università e Carl scelse la Houston University, spinto dalla presenza di un famoso allenatore di atletica, Tom Tellez. Il legame con Tellez fu determinante e gran parte dei suoi risultati furono dovuti a questa collaborazione. Nel 1980, in piena guerra fredda, si svolgevano le Olimpiadi di Mosca e a 18 anni Lewis era riuscito a qualificarsi come componente della 4x100 statunitensi ma dovette rimandare il sogno olimpico dopo la decisione del presidente Jimmy Carter di boicottare i giochi. La ribalta mondiale era dietro l'angolo e Carl ai campionati del mondo di Helsinki nel 1983 conquistò 3 medaglie d'oro ed era per tutti l'erede di Jesse Owens. Le Olimpiadi di Los Angeles dell'anno seguente confermarono la grandezza di Carl Lewis con il record di 4 medaglie d'oro. Il clamore dell'impresa fece di Lewis un personaggio popolarissimo, mentre nessuno sembrava in grado di avvicinarsi alle sue prestazioni, tranne il giovane Ben Johnson. Lewis e Johnson si sfidarono nella finale dei 100 metri alle Olimpiadi di Seoul 1988, iu una gara che passò alla storia per lo scandalo doping. Lewis corse in 9'92 ma il canadese Johnson trionfò con lo straripante tempo di 9'78 e sembrava l'inizio del declino per Carl, che però conquistò la medaglia d'oro nel lungo e l'argento nei 200 metri. Alcuni giorni dopo però Johnson fu squalificato per uso di droghe e a Lewis venne assegnata la medaglia d'oro dei 100 metri. Nel 1991, ai mondiali di Tokyo, Carl regalò a tutti gli appassionati emozioni incredibili, in due gare destinate alla leggenda della storia sportiva. Se nei 100 metri non era certo il favorito, il figlio del vento nella finale sfogò a tutta la sua carica agonistica volando al traguardo con il nuovo record del mondo, 9'86, mentre nel salto in lungo sia Carl che il connazionale Mike Powell erano di fronte al record del 1968 del mitico Bob Beamon, 8 metri e 90 centimetri. Lewis e Powell si sfidarono in una serie di salti sopra gli 8,80 m, la  spuntò Powell con il nuovo limite di 8 e 95, ma Lewis contribuì ad una gara leggendaria. Nel 1992, Carl difese per la terza volta il suo titolo nel salto in lungo ai giochi olimpici di Barcellona, aggiungendo un altro oro con la vittoria nella 4x100 USA. Quattro anni dopo Barcellona, nel 1996 ad Atlanta e a 35 anni, Lewis era  presente nella finale del salto in lungo, anche nei tre anni che precedettero l'appuntamento olimpico fu alle prese con una serie di infortuni che gli impedirono di essere competitivo anche nella gare veloci, come i 100 e 200 metri. Prima del sesto e ultimo salto Lewis non  era nemmeno in zona podio ma, fra lo stupore generale balzò al primo posto, conquistando la quarta medaglia d'oro olimpica consecutiva nel salto in lungo. Da quel giorno Carl Lewis si dedica alle sue quattro fondazioni benefiche, e ha vinto 9 medaglie d'oro e un medaglia d'argento, conquistate in 4 diverse edizioni delle Olimpiadi. Read the full article
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intentosoloavolteggiare · 3 years ago
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Tutto diventerà nebbia e liquore
Tutto ritornerà spinto dal vento
Tutto sarà torpore
Tutto sarà sgomento
Tutto si perderà senza un lamento
Tutto rinascerà fuori dal tempo
Tutto sarà compiuto
Tutto sarà contato
Tutto sarà predetto
Tutto sarà formato
Tutto sarà assorbito nel buio della luce
Tutto sarà costretto nel gelo di una cella
Tutto sarà temprato dal fuoco di una stella
Tutto sarà spiegato
Tutto sarà trascritto
Tutto sarà vergato con lacrime di seta
Tutto sarà conteso
Tutto sarà difeso
Tutto diventerà pane di rabbia
Tutto si avvolgerà in un filo d'erba
Tutto si fermerà di fronte all'onda
Tutto si fonderà nel mare d'ombra
Tutto sarà pagato
Tutto sarà riscosso
Tutto sarà mischiato nel sangue del veleno
Tutto sarà inghiottito dal sibilo del treno
Tutto cadrà nel fosso
Tutto verrà comprato
Tutto verrà venduto
Tutto verrà coperto
Tutto verrà rimosso
Schiacciato
Frantumato
Dissolto
Seminato
Stipato nel fardello
Rinchiuso nel castello
Nascosto nel giardino
Svelato da un bambino.
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don-vito-sottocultura · 2 years ago
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Don Matteo 9 episodio il bambino conteso. e successivo (presso Don Vito's Cats Bar Home) https://www.instagram.com/p/Cgwj_iWDqmA/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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valeria-manzella · 3 years ago
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..Da Nazareth riparte..Ritorna da dov'era venuto, dalla Betlemme di sua madre Maria, anticipo e condizione dell'altra Betlemme, quella nella quale per loro non c'era posto in nessun posto..Ritorna tra i suoi, per rilanciare l'andatura..ha trent'anni, è ormai un personaggio dibattuto e conteso, potrebbe divenire la gloria di quel borgo innominato qual è Nazareth..E' il ritorno di un figlio che, partito bambino, torna a casa rivestito di luce..(don Marco Pozza)..
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weirdesplinder · 4 years ago
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Eroine più mature degli eroi
Ecco una piccola lista di romance in cui la protagonista femminile è più matura del protagonista maschile:
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Promessa di primavera (Promise of spring) di Mary Balogh
10 anni di differenza
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Trama: Il parroco Paul Howard muore per salvare due bambini. Sua sorella Grace, che viveva con lui, rimane così completamente sola al mondo, e senza un posto dove andare. Così Sir Peregrine Lampman, amico di Paul, si offre di sposarla, nonostante la donna abbia dieci anni più di lui. Dopo qualche resistenza Grace accetta, non senza avergli raccontato la verità sul suo doloroso passato, che nessuno conosce. Molti anni prima infatti Grace aveva avuto un figlio illegittimo dall’uomo che amava e che l’aveva abbandonata per sposare un’ereditiera; il bambino era morto annegato all’età di 4 anni e da allora Grace aveva lasciato la famiglia d’origine per trasferirsi nella piccola parrocchia del fratello minore, lontana da tutto ciò che le potesse ricordare la sua dolorosa perdita. Quello che, per tutti, sembra solo un matrimonio di convenienza e comodità soprattutto per Grace, si rivela una felice unione per entrambi, in cui a poco a poco subentra anche l’amore; ma il ritorno di Gareth, il primo amore di Grace, rischia di rovinare tutto…
Qualcuno di cui fidarsi (Someone to trust) di  Mary Balogh
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Trama: Ormai vedova da anni, lady Elizabeth Overfield vorrebbe risposarsi, possibilmente con un uomo maturo, saggio e affidabile. Durante le vacanze natalizie fa ritorno a Brambledean Court, dove tutta la famiglia Westcott si è riunita. Qui Elizabeth prova una strana attrazione per il giovane Colin Handrich, lord Hodges, che a sua volta cerca moglie e pare apprezzare molto la sua compagnia, ma la differenza d’età sembra essere una barriera insormontabile tra loro. Dopo qualche tempo i due si ritrovano a Londra e decidono di concedersi un valzer insieme a ogni ballo a cui partecipano. Questo gioco apparentemente innocente sarà l’inizio di un amore che sconvolgerà le vite di entrambi. Ma cosa saranno disposti a sacrificare dinanzi ai pregiudizi del ton?
All’improvviso tu (Suddenly You) di Lisa Kleypas – 5 anni di differenza
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Trama: Londra, 1836. Amanda Briars, celebre scrittrice, è alla vigilia del suo trentesimo compleanno.Ritiene che sia giunto il momento di perdere la verginità, però senza sposarsi né avere legami duraturi.Così chiede a una maîtresse di procurarle un gigolò.All’appuntamento si presenta tale Jack Devlin, un uomo molto affascinante ed estremamente seducente.Ma, una settimana dopo, Amanda scopre che Jack non è affatto chi diceva di essere…
Per sempre tua (Not Quite a Husband) di Sherry Thomas - 4 anni di differenza
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Trama: La fine del loro brevissimo matrimonio non ha sorpreso nessuno, men che meno la sposa, Bryony Asquith. Un uomo bello e pieno di talento come Leo Marsden non poteva desiderare di passare la vita con una donna che ha sfidato ogni decoro divenendo medico, e lavorando come tale. Perché quindi, dopo tre anni dall’annullamento, Leo la rintraccia e la raggiunge nel remoto distretto dell’India dove si è ritirata? Perché ha deciso di riportarla in Inghilterra? È tempo di grandi disordini e di ribellioni, ma né le battaglie né i pericoli cui andranno incontro nel lungo viaggio di ritorno impediranno all’amore che un tempo li univa di rinascere.
Un angelo a Natale (Christmas Angel) di Jo Beverley – 5 anni di differenza
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Trama: Leander Knollis, conte di Charrington, è tornato da poco in Inghilterra e sente che è arrivato il momento di mettere su famiglia. Convinto di non essere in grado di amare, non vuole però condannare la prescelta a una vita infelice. Così, sebbene tutte le ragazze in età da marito sembrino desiderarlo, Leander sceglie Judith Rossiter, una vedova con due bambini, che ancora piange il defunto consorte. Una donna che di sicuro non potrà farsi coinvolgere sentimentalmente…
Il cuore in ostaggio (To Please a Lady) di  Susan Johnson 
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Trama:
Robbie Carre, nobile e coraggioso, è la speranza di liberazione della Scozia. Non solo: Robbie sa tutto su come conquistare una donna e nessuna è mai riuscita a resistergli. Così, alla fine ha scelto quella che vuole: Roxane Forrestor, splendida contessa di Kilmarnock. Due volte vedova, Roxane però non può cedere ai dettami del cuore. Prima deve pensare alla salvezza dei propri figli e Robbie è un pericoloso ribelle. Lui sarà pronto a rinunciare a tutto pur di avere l’unica donna che davvero ama?
Carezze incandescenti (The Wicked Deeds of Daniel Mackenzie)
di Jennifer Ashley  - 4 anni di differenza
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Trama: Inghilterra/Francia, 1890 - Che sia per la sua sfrontata sensualità oppure perché è la prima donna che gli resiste, Daniel Mackenzie è stregato dalla bellissima Violet. E il fatto che lei sia la più famosa sensitiva e bugiarda d'Inghilterra non fa che aggiungere un pizzico di mistero e di vivacità al suo desiderio. Così, quando la giovane medium sparisce nel nulla, non esita a partire alla sua ricerca, i sensi incendiati al solo pensiero di poterla tenere tra le braccia e di accarezzare la sua pelle vellutata. Ma quando infine la ritrova capisce che qualche fugace sfiorarsi di labbra non gli basta e che per conquistarsi il diritto di trascorrere tutte le sue notti con lei è disposto a qualunque cosa. Anche a rischiare la vita.
Nessun segreto (Pleasure Me) di Monica Burns - 12 anni di differenza
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Trama: Disconosciuta dal padre, Ruth è diventata una famosa cortigiana, ma ora, a quarantun anni, il suo amante la lascia. Preoccupata per il futuro e convinta di non essere più desiderabile, resta sorpresa dalla proposta che le viene dall’avvenente barone Garrick Stratfield: ben più giovane di lei e conteso da molte donne, non è però mai stato visto insieme ad alcuna. Ruth ha bisogno di denaro, così accetta. E inaspettatamente si innamora, mentre Garrick, pur travolto dalla passione, è devastato dalla convinzione di non poterla soddisfare. Potrà, l’amore che li unisce, abbattere le paure che li dividono?
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lalunasinascondestanotte · 7 years ago
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Salomone.
Quanto male può fare venir spaccata a metà?
Sono come il bambino conteso tra due madri che il re ordinò di far tagliare a metà e tu mi hai già dimostrato essere la vera madre, quella che pur di non vederlo morire è pronta a sacrificare se stessa cedendolo all'altra.
Il re mi darebbe a te.
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itssoniacolarullo · 5 years ago
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L'indice di gradimento di un personaggio va di pari passo con il rischio che si sciupi col gioco! 😱😂 Pronto soccorso immediato per il collo del mio Gesù! Ieri se lo sono proprio conteso, un bambino e una bambina : uno lo teneva per la testa e l'altra per le gambe. Devo dire che ha resistito bene!!! 😉 #prontosoccorso https://www.instagram.com/p/B9JFjjdogpF/?igshid=ghetq15oeam3
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newsintheshell · 5 years ago
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Dynit, le uscite manga di giugno
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Di seguito trovate tutti i nuovi manga targati Dynit, in uscita nel corso di questo mese di giugno in libreria, fumetteria e store online.
L'ISOLA DEI CANI di Minetarou Mochizuki, opera originale di Wes Anderson
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Da Minetaro Michizuki (Tokyo Kaido, Dragonhead, Chiisakobe), un'indimenticabile opera ispirata al capolavoro in stop-motion di Wes Anderson: non un sequel, non un prequel e nemmeno uno spin-off, ma un vero e proprio omaggio d'autore che reinterpreta uno dei più significativi lungometraggi d'animazione degli ultimi anni.
"Non chiedermi di riportare il bastoncino."  In seguito a un'epidemia di influenza canina, il sindaco di Megasaki decide di mettere tutti i cani in quarantena sull'isola dei cani. Atari, un ragazzino di dodici anni, vola alla ricerca del suo fedele Spots...
Volume unico - Euro 19,90 - Acquista su Amazon
6 GIUGNO
SHONAN SEVEN #14 di Tohru Fujisawa (Storia), Shinsuke Takahashi (Disegni)
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Siamo in Giappone, a Shonan, stesso quartiere e stesso istituto superiore che hanno reso celebre la coppia di teppisti conosciuta come OniBaku, all'anagrafe Onizuka e Danma. Protagonista di questa nuova serie di Toru Fujisawa, disegnata da Shinsuke Takahashi, è il rissaiolo Ikki Kurokami, a sua volta fratello minore di un leggendario teppista. Innamorato della bella e scatenata idol Madoka, conteso dall'amica d'infanzia Cacky e oggetto delle avances di una biondina esibizionista tutto pepe, Ikki coltiva l'ambizione di entrare nei Seven, ossia nella banda dei sette teppisti più forti di Shonan. Per realizzare il suo sogno (e tenere alta la bandiera dell'imbattuto istituto superiore Tsujido), dovrà affrontare a pugni e calci una serie di avversari senza scrupoli, tra cui il gorillesco amico-nemico Gouriki (detto Androscimmia Gori), il misterioso Haku Kamijou, gli Spike Brothers e lo scorretto Doumoto...
 16 volumi - completo - Euro 6,90 - Acquista su Amazon  
IL GIOCATTOLO DEI BAMBINI #7 di Miho Obana
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Si conclude con il settimo volume la nuova BIG EDITION de Il giocattolo dei bambini, un'edizione riveduta e corretta, impreziosita da numerose tavole a colori e con contenuti extra aggiuntivi.
Sana Kurata è una bambina di undici anni, ma non è una ragazzina qualunque: sua madre è una affermata scrittrice e lei stessa è già una star della televisione. Akito invece è un bambino un po' ombroso ed è a capo del gruppo di bulli che domina la classe... Tra i due inizialmente c'è ostilità e conflitto, ma lentamente si instaura un'inaspettata complicità...
Opera premiata nel 1998 con il Premio Kodansha per i manga, ne è stato tratta una serie animata di successo, trasmessa anche il Italia con il titolo Rossana.
Per celebrare Miho Obana, la conclusione de Il giocattolo e la ripresa di Honey Bitter, quest'auutunno Dynit pubblicherà il cross-over Deep Clear, che vede protagonisti i personaggi di entrambe le serie con Sana e Akito ormai cresciuti e diventati adulti. Un titolo imperdibile per tutti i fan di Miho Obana e per chi ha amato le avventure di Sana!
7 volumi - completo -  Euro 12,90 - Acquista su Amazon
ZANKYOU - RIVERBERO #1 di Tsutomu Takahashi
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Satoru vive in un'area industriale, alla giornata, senza un obiettivo preciso. Nell'appartamento accanto al suo abita Segawa, un ex-yakuza ormai anziano e giunto alla fine dei suoi giorni. L'uomo chiede a Satoru di ucciderlo in cambio di cinque milioni di yen e di portare delle offerte in denaro agli eredi di tre persone che ha ucciso decenni prima. Il giovane inizialmente esita, ma poi scatta qualcosa: il seme della violenza che giace sopito nel suo animo si risveglia per dare un senso ad una vita mediocre. Inizia così il suo viaggio nel Giappone più underground, costellato  di personaggi sordidi e senza scrupoli, dalla desolazione dello Hokkaidō fino a Shinjuku Nichō-me, il famoso quartiere gay di Tokyo. Ad accompagnarlo ci sarà Daigo, un travestito invischiato con la malavita e, successivamente, il piccolo Kaiya.
Dalla penna di Tsutomu Takahashi, lo straordinario mangaka che ha firmato opere memorabili come Jiraishin, Sky High e SIDOOH, una storia struggente di vendetta e di violenza, che squarcia il velo su un Giappone oscuro di degrado e illegalità e mette in discussione le convinzioni sulla genitorialità e i pregiudizi di genere, e fa riflettere sul reale significato della famiglia.
3 volumi - completo -  Euro 15,90 - Acquista su Amazon
27 GIUGNO
HONEY BITTER #7 di Miho Obana 
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Shuri Otokawa ha il misterioso potere di leggere nel pensiero. Con l'obiettivo di utilizzarlo a fin di bene, si unisce all'agenzia di investigazioni privata di sua zia. Non si aspetta, però, di imbattersi proprio sul lavoro nel suo ex fidanzato, Riki Nijihara, la ragione per cui Shuri detesta tutto il genere maschile.Trovando insopportabile dover lavorare con Riki, tra un'investigazione e un attentato sventato, Shuri cercherà invano di farlo licenziare. Inaspettatamente, finirà poi per accettare la corte di un altro collega, Yota Kubo, che al contrario di Riki si direbbe proprio un bravo ragazzo...
12 volumi - completo - Euro 8,00 - 
LE THÉÂTRE DE A di Asumiko Nakamura
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Una bambola di porcellana che prende vita grazie al potere dei raggi lunari. Un ragazzo chiamato “Alice” che parte per un’avventura in abiti femminili. Una ragazza che vuole diventare cacciatrice di vampiri, il suo maestro con il complesso di Lolita. Un criminale senza nome e una promessa sposa che vuole evitare un matrimonio infelice. Diciassette storie imperdibili, disegnate con uno stile unico e incantevole.
Volume unico - Euro 15,90 - Acquista su Amazon
LE THÉÂTRE DE B di Asumiko Nakamura
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Il miracolo della notte santa, in cui c’è chi in segreto consegna regali alla sua amata. Un ragazzo chiamato Alice, spaventato da come cambia il suo corpo, e il signor Coniglio, amore della sua vita. Il rapporto inconfessabile tra una principessa prigioniera e i soldati a guardia della fortezza. La storia d’amore tra un ragazzo e una ragazza, sotto alla statua del “principe fortunato”. Quattordici racconti magnifici, che vi faranno tremare il cuore.
Dalla penna di Asumiko Nakamura, artista straordinaria e versatile che spazia tra vari generi – dal thriller psicologico di Utsubora al boys' love di Compagni di classe e dei relativi sequel e spin-off – una duplice raccolta di racconti pubblicati inizialmente sulla rivista culto Gothic & Lolita Bibledalle atmosfere fantasy e visionarie, caratterizzati dalla sensualità di un tratto unico e inconfondibile.
Volume unico - Euro 15,90 - Acquista su Amazon
ZANKYOU - RIVERBERO #2 di Tsutomu Takahashi
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Satoru vive in un'area industriale, alla giornata, senza un obiettivo preciso. Nell'appartamento accanto al suo abita Segawa, un ex-yakuza ormai anziano e giunto alla fine dei suoi giorni. L'uomo chiede a Satoru di ucciderlo in cambio di cinque milioni di yen e di portare delle offerte in denaro agli eredi di tre persone che ha ucciso decenni prima. Il giovane inizialmente esita, ma poi scatta qualcosa: il seme della violenza che giace sopito nel suo animo si risveglia per dare un senso ad una vita mediocre. Inizia così il suo viaggio nel Giappone più underground, costellato  di personaggi sordidi e senza scrupoli, dalla desolazione dello Hokkaidō fino a Shinjuku Nichō-me, il famoso quartiere gay di Tokyo. Ad accompagnarlo ci sarà Daigo, un travestito invischiato con la malavita e, successivamente, il piccolo Kaiya.
Dalla penna di Tsutomu Takahashi, lo straordinario mangaka che ha firmato opere memorabili come Jiraishin, Sky High e SIDOOH, una storia struggente di vendetta e di violenza, che squarcia il velo su un Giappone oscuro di degrado e illegalità e mette in discussione le convinzioni sulla genitorialità e i pregiudizi di genere, e fa riflettere sul reale significato della famiglia.
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SilenziO)))
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aneddoticamagazinestuff · 7 years ago
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L’Apocalisse degli Sbarchi
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L’Apocalisse degli Sbarchi
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Continuano gli sbarchi senza sosta. I profughi  arrivano a migliaia e tutti sulle nostre coste. Può un governo rimanere inerte davanti a una simile invasione facendo solo chiacchiere? Tutti a dire e ripetere che così non ce la facciamo, ma da maggioranza ed opposizione arrivano soltanto parole, chiacchiere, mentre noi continuiamo a riempirci di merce sicuramente pregiata per chi gestisce sbarchi e accoglienza. Di questo passo anche le città d’arte diventeranno tendopoli a cielo aperto. Manca lo spazio necessario per accoglierli tutti e se non si adotta una soluzione presto saremo come una qualsiasi zona di guerra con accampamenti profughi creati per l’emergenza. Eppure basterebbe inchiodare alle proprie responsabilità la Francia, quel Macron per l’esattezza, che ha sbarrato le sue porte, ed essendo una nazione colonialista adesso non vuol sentire parlare di profughi economici e salda  le sue frontiere e i suoi porti. Sarebbe dunque questa l’Europa dei paesi membri dove siamo chiamati in prima linea a gestire una situazione che ci è sfuggita dalle mani? Siamo diventati un pezzo d’Africa, e i disagi li vivono i cittadini allo stremo delle forze, che devono misurarsi ogni giorno con problemi d’ogni tipo. Ovunque si vedono immigrati vagare per strada, a volte ubriachi che chiedono soldi, oppure piazzati nei  parcheggi dove litigano come bestie feroci tra di loro per accaparrarsi le zone e chiedere la mazzetta ad ignari automobilisti pena le ruote bucate o danni alla carrozzeria quando si ritorna a prendere la macchina. Abbiamo creato un’economia fiorente intorno agli sbarchi. Ci sono associazioni che, dopo essersi dedicate ai tossicodipendenti, oggi parlano di pace e profughi e continuano a mangiare in un trogolo ben colmo entro il quale si abbuffano solo loro. E così mentre la nostra economia va a ramengo siamo chiamati a dividerci quello che non abbiamo, nemmeno quel tozzo di pane  che da tempo manca dalle nostre tavole. Anche un bambino si renderebbe conto che ormai di Italia rimane ben poco e che a noi spetta solo la schiavitù dal momento che non possiamo decidere nulla nè come comunità , nè come pensiero. La globalizzazione è stata sposata perfino dal Papa che, nonostante parli di profughi, mica li accoglie in Vaticano. Il Vaticano ovviamente ha mura alte e ben sorvegliate per cui diventa un mantra quanto Bergoglio quotidianamente ripete, senza preoccuparsi della drammaticità di un territorio inquinato per il consumo di suolo. A volte ci si chiede in che modo smaltire i rifiuti prodotti da masse e masse di gente che li deposita ovunque,  che trasformano gli spazi anche piccoli in villaggi in  “stile africano”. La cosa che allo stato attuale lascia perplessi è che anche le opposizioni parlano, denunciano ma i fatti stanno a zero. I nostri servizi segreti giorni addietro hanno fotografato barconi stipati di profughi africani in Libia che aspettano di essere trasferiti da noi in un’unica soluzione. Hanno scambiato noi Italiani per degli Zulù e se questo governo non riesce a trovare una soluzione  soddisfacente per mettere fine a questo calvario, andasse a casa. In Libia la destabilizzazione si è avuta dopo aver ammazzato Gheddafi, in Italia la destabilizzazione la stanno creando a colpi di sbarchi. Aspetteremo alla finestra o saremo capaci come società civile di licenziare i dinosauri e gridare basta a quest’Europa che insieme al Governo salva solo le banche e vuole da noi solo quattrini?
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eventiarmonici · 5 years ago
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Oskar Kokoschka, artista dell’inconscio e delle tribolazioni, ha attraversato il Novecento, attento a cogliere e a raccontare gli uomini nel suo tempo, più che se stesso, poiché, come era solito dire, “Soltanto i dilettanti dipingono i propri tormenti, che non interessano a nessuno”.
di Pasquale Di Matteo
Oskar Kokoschka nasce il 1° marzo del 1886, a Pöchlarn, in Austria.
La sua infanzia si svolge seguendo il ritmo dei continui traslochi a cui è costretta la famiglia, che vive forti ristrettezze economiche.
Riesce comunque a iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Vienna e a farsi notare, tanto che, nel 1908, Gustav Klimt lo presenta alla critica durante un Art Show.
Nel tempo, acquista fama e si trasferisce a Berlino, dove diviene il primo illustratore della rivista Der Sturm.
Proprio a Berlino, resta affascinato dalle teorie di Freud in merito al mondo onirico e al subconscio.
È così che la sua pittura diventa più reale e immediata, a tratti talmente cruda da essere definita da più parti selvaggia, perché, proprio in virtù dell’interesse per la Psicologia umana, l’artista è rivolto a rappresentare l’angoscia e i problemi, dell’uomo e della società.
Comincia a utilizzare le sue iniziali per firmarsi, in un periodo in cui OK non aveva ancora assunto il significato che gli attribuiamo oggi; infatti, fu solo durante la Grande Guerra che le truppe americane utilizzarono la dicitura 0 killed, (zero deceduti), per contrassegnare quelle rare missioni in cui non si registravano vittime.
Proprio per l’eccezionalità della circostanza, la scritta OK assunse il significato di tutto bene.
In occasione della prima guerra mondiale, per cui Kokoschka si arruola volontario in cavalleria, l’artista viene gravemente ferito alla testa e congedato nel 1916.
Dopo un momento in Svizzera, inizia un periodo di viaggi, che conducono il pittore a visitare quasi tutta l’Europa, il nord Africa e il Medioriente.
In questi anni, nell’arte di Kokoschka prevalgono i paesaggi e le città.
Oskar Kokoschka – Immagine di Proprietà del web
Oskar Kokoschka – Immagine di Proprietà del web
Oskar Kokoschka – Immagine di Proprietà del web
Non sono più Dresda e Berlino oggetti della sua attenzione, ma le tante città del suo nomadismo, obbligato da risvolti politici e dalla crisi economica.
Kokoschka, immortala diverse città: Madrid, Londra, Amsterdam, Amburgo, Lione, Praga, Istanbul, Gerusalemme, con cromie e tratti accomunati da ricordi e vissuti catturati dai balconi delle varie abitazioni in cui si rifugia.
Le città vengono dipinte sempre dall’alto, da balconi e campanili, in composizioni ellittiche con più punti di fuga, dove lo spazio è libero di combinarsi con il colore, di cui quelli più vivaci profilano strutture e comignoli, o accendono il cielo, in un insieme in cui l’artista non coglie solo la pianta cittadina, ma anche gli abitanti, con le loro vite e i problemi.
Aperture spaziali attraverso cui l’artista abbraccia la vastità del tessuto umano di quelle città, per ricostruire la realtà secondo uno schema che punta ad esaltare la possibilità di un destino umano ideale.
Kokoschka insegna per qualche tempo all’Accademia di Dresda, prima di ritornare a Vienna.
Dopo l’annessione tedesca dell’Austria, si rifugia a Praga.
Con l’avvento del Nazismo, l’arte di Kokoschka risente dell’impegno politico con cui, attraverso astute figure allegoriche, esprime il proprio dissenso.
Non a caso, pur rifugiatosi a Londra, sarà messo al bando e le sue opere inserite tra quelle considerate Arte Degenerata, perciò ritirate da musei e collezioni.
D’altronde, Kokoschka si interroga sul presente, su quanto accade e non è solito fermarsi all’apparenza, ma indaga e cerca risposte ai suoi dubbi, convinto del fatto che la realtà non esista, se non come risultato di una attenta analisi.
Le sue visioni trasposte nei colori non sono, perciò, accettabili per i Nazisti, poiché smascherano la finzione dell’abominio di un’ideologia perversa e contraria all’essere umano.
E nelle sue visioni, le figure emergono deformi e sgraziate, con mani lunghe, sproporzionate, dalle dita nodose, spesso intrecciate a formare strutture differenti, come in Ritratto di Adolf Loos e in Ritratto di Auguste Forel.
Kokoschka -Immagine di Proprietà del Web
Ritratto di Adolf Loos – Immagine di Proprietà del Web
I volti delle figurazioni di Kokoschka rivelano perplessità, sono pensierosi, come afflitti da ansie e da problemi insormontabili.
Perciò, la deformità diventa il simbolo della tribolazione, delle difficoltà causate dal vivere, nell’esaltazione dei sentimenti e della parte più recondita dell’animo umano, che nell’artista prevale rispetto all’immagine.
L’artista sarà assiduamente attivo fino alla fine degli anni settanta.
Oskar Kokoschka morirà a Montreux, il 22 febbraio 1980, all’età di novantaquattro anni.
LA SPOSA DEL VENTO
La Sposa del Vento – Immagine di Proprietà del Web
La sposa del vento, del 1914, è l’opera considerata il capolavoro di Oskar Kokoschka; conosciuta anche come La tempesta e conservata al Kuntsmuseum di Basilea.
L’opera ritrae lo stesso artista, steso accanto alla sua musa e amante, Alma Mahler, in una chiave in cui prevale una visione espressionista, dove la scena assume i toni del sogno.
I due amanti risultano epicentro di vortici e di linee e di colori accesi, uno accanto all’altra; lei inspira serenità, con gli occhi chiusi, sospesa nell’oblio dopo la passione amorosa, mentre lui è pensieroso e sembra osservare l’orizzonte con preoccupazione.
Infatti, Kokoschka racconta il suo tormento per una relazione per cui egli soffre, dove l’amore è tormentato e non corrisposto, tanto da spingerlo ad arruolarsi per la guerra.
L’opera presenta zone di colore freddo, con toni di blu, indaco e verde, alternate ad altre in cui si respirano tonalità più calde, con accenti di colore giallo, arancio, e rosso.
Lo sfondo scuro si integra con le due figure abbracciate e avvolte da teli dipinti con tonalità più chiare, espediente che li mette in evidenza, in uno spazio privo di consistenza, onirico, astratto, dove l’inquadratura incornicia i corpi distesi lungo la diagonale che sale dal vertice basso a destra.
La peculiarità della deformità è la via che conduce a un futuro nefasto per quella relazione, che l’artista, evidentemente, vedeva già scritto.
Altre opere importanti di Oskar Kokoschka sono: UOVO ROSSO, in cui prevale l’aspetto satirico sulla politica, dove l’uovo è metafora del mondo, conteso tra Hitler e Mussolini, il leone con la corona d’Inghilterra e il gatto sovietico; IL CAVALIERE ERRANTE, dove Kokoschka manifesta il suo pensiero critico nei confronti dell’assurdità della guerra; PER CHE COSA COMBATTIAMO?, in cui si esprimono concetti simili, ma con molta più drammaticità.
UOVO ROSSO -Immagine di Proprietà del Web
PER CHE COSA COMBATTIAMO? – Immagine di Proprietà del Web
IL CAVALIERE ERRANTE – Immagine di Proprietà del Web
PER CHE COSA COMBATTIAMO?
L’opera si compone di molti aspetti espressionisti e simbolisti
Al centro, una donna e il suo bambino sono morenti, metafora dei soggetti deboli che sono i primi a subire le conseguenze della guerra, mentre in piedi, sulla parte superiore, un uomo è sospeso per le braccia, come fosse crocefisso, con le lettere P e J dipinte sul petto, in riferimento al messaggio antisemita Perish Judah (Muori Giuda).
Tutt’intorno, si notano una macchina che si nutre di ossa per costruire proiettili; uomini dell’alta finanza, a rappresentare il ruolo decisivo del capitalismo nel creare i presupposti per il conflitto bellico; un vescovo che depone una moneta nel barattolo della Croce Rossa, mentre benedice i soldati.
Soltanto ai margini, e tagliato a metà, si ritrova Gandhi, simbolo di pace e di speranza.
Un’opera in cui l’artista riesce a raccontare la drammaticità di quel momento storico tra i più cupi con la prepotenza di un sagace simbolismo e di un uso drammatico di linee e di colori.
Oskar Kokoschka è stato un artista capace di valutare gli esseri umani che lo circondavano, sopo attente valutazioni del loro vissuto e delle tribolazioni generate dal vivere.
Oskar Kokoschka, artista dell'inconscio e delle tribolazioni, ha attraversato il Novecento, attento a cogliere e a raccontare gli uomini nel suo tempo, più che se stesso, poiché, come era solito dire, "Soltanto i dilettanti dipingono i propri tormenti, che non interessano a nessuno". Oskar Kokoschka, artista dell'inconscio e delle tribolazioni, ha attraversato il Novecento, attento a cogliere e a raccontare gli uomini nel suo tempo, più che se stesso, poiché, come era solito dire, …
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franco-senestro · 5 years ago
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Schema_Piramide
Metodo e Sistema
Valentino-Mazzola
Usciva da casa con una latta di conserva vuota e la prendeva a calci, in strada. Destro e sinistro, collo, interno ed esterno. Destro e sinistro, collo, interno ed esterno. Gli amici lo sentivano a un chilometro di distanza e anche per questo gli affibbiarono il soprannome Tulen, barattolo in dialetto.
Non sto parlando di un campione di calcio sudamericano, sto parlando di Valentino Mazzola, probabilmente il numero 10 nella storia del calcio, quel numero a cui tutti si sono ispirati, n.10 erano Puskas, poi Pelè, Maradona, Platini, Baggio, Del Piero, Totti, fino a Dybala.
Chi si avvicina al calcio sin da bambino spera di portarlo sulle spalle. Il numero 10 sulla maglia, è infatti il più conteso, il più desiderato. Il perchè è facile da intuire: il 10 è sempre stato affidato al giocatore con più classe, il campione in grado di cambiare da solo le sorti della partita con una prodezza tecnica.
Inventore dei numeri sulle maglie fu l’inglese Herbert Chapman, vero innovatore del calcio, ossessionato dalla visibilità del gioco, fu lui a inventare il pallone a spicchi bianco e nero al posto di quello in cuoio e fu lui che per fare riconoscere meglio in campo i calciatori, assegnò sulle maglie i numeri secondo le disposizioni in campo , da 1 a 11, era il 1928 si giocava Arsenal – Sheffield
Va detto che uno dei primi tentativi di dare una forma corale alle squadre di calcio, fu fatto in Inghilterra verso la fine del 1800, lo schema si chiamava Piramide, proprio perché come una piramide o triangolo, aveva il vertice nel portiere e la base nei cinque giocatori offensivi, tre mediani e due difensori completavano la squadra, fu il Blackburn ad utilizzarla, vincendo in quegli anni cinque coppe d’Inghilterra. Lo schema a Piramide venne utilizzato anche dalla Nazionale dell’Uruguay che in quegli anni vinse due Olimpiadi (1924 e 1928) e un mondiale (1930).
Con l’avvento di nuove regole anche gli schemi si modificarono e verso la fine degli anni venti mentre l’allenatore della Nazionale Italiana Vittorio Pozzo inventa lo schema a Metodo, in pratica con i giocatori schierati in campo tipo WM, in Inghilterra, l’allenatore dell’Arsenal Herbert Chapman inventa il “Sistema” che prevede uno schieramento in campo fatto a MW. Se i due schemi in apparenza hanno poche differenze, nella realtà sviluppano un modulo di gioco completamente opposto, più difensivistico il primo, più elegante e portato all’attacco il secondo. Vero che la Nazionale Italiana vinse due mondiali e un olimpiade in quegli anni, ma il più moderno ed elegante “Sistema” poco alla volta prese il sopravvento e nel dopoguerra il Grande Torino lo adottò, complice anche la bravura dei suoi interpreti fu un successo.
E parlando di interpreti, migliore di tutti sicuramente fu Valentino Mazzola, schierato come interno sinistro, seppe con il suo talento e carisma, diventare il vero e proprio leader della squadra e della Nazionale Italiana, esportando il calcio italiano anche in Sud America in quella fantastica tournè
e del 1948 dove i granata ebbero modo di farsi ammirare incontrando quattro squadre Brasiliane, da lì nacquero tutte le leggende dei numeri 10
«Ancora adesso, se debbo pensare al calciatore più utile ad una squadra, a quello da ingaggiare assolutamente, non penso a Pelé, a Di Stefano, a Cruijff, a Platini, a Maradona: o meglio, penso anche a loro, ma dopo avere pensato a Valentino Mazzola» (Giampiero Boniperti )
Il numero 10 Usciva da casa con una latta di conserva vuota e la prendeva a calci, in strada. Destro e sinistro, collo, interno ed esterno.
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don-vito-sottocultura · 2 years ago
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Nell'episodio vecchie amiche (ue vecchio mio) di don Matteo 8 , Laura non vuole battezzare Ester e Natalina lo vorrebbe far in un altra chiesa di nascosto, don Matteo la convince che è sua madre a dover decidere e Natalina ammette di aver esagerato, Ester poi si convince a battezzarla, a indicare una strada che poi da grande, se VORRÀ ,potra' far una strada diversa , così Laura la battezza col nome Ester Natalina, la sua madrina....un pappone sfrutta donne in albergo viene catturato, la zia suora di Giulio non sente e altra suora ha la cataratta...episodio successivo IL BAMBINO CONTESO un bimbo prodigio una storia di pianoforte contorta ....nino cecchini frassica intanto cade e perde la memoria ...non sa più chi è ahahahah (presso Don Vito's Cats Bar Home) https://www.instagram.com/p/CgJ60MQjov9/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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bicheco · 5 years ago
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Ultimissime: in India è nato il primo bambino mutante: invece della mano destra ha un cellulare. Ha già memorizzato pianto e generalità dei neonati vicini. Conteso tra Usa e Cina, per gli indiani è un dio.
Deve far ridere, non è un articolo di cronaca.
Voto: 3+
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Sta tornando in Italia il bimbo conteso fra il padre torinese e la madre croata
Sta arrivando in Italia insieme al padre, Alessandro Avenati, il bimbo conteso da anni con la madre croata Nina Kuluz, condannata in Italia per il rapimento del figlio. Dopo la separazione dei coniugi, la madre aveva portato il bambino in Croazia, con reciproche accuse di abusi e violenze, per poi andare in Bosnia-Erzegovina. Il tribunale … L'articolo Sta tornando in Italia il bimbo... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
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