#Politiche sul lavoro
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pier-carlo-universe · 6 days ago
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Assemblea dei frontalieri a Varese: il PPN chiede equità fiscale e tutela dei lavoratori transfrontalieri
Il Partito dei Frontalieri del Nord (PPN) ha recentemente organizzato un’assemblea a Varese per discutere delle sfide e delle opportunità che i lavoratori frontalieri affrontano quotidianamente. L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi lavoratori, rappresentanti sindacali e politici locali, tutti uniti dall’obiettivo comune di migliorare le condizioni di chi lavora oltre confine. Le…
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deathshallbenomore · 2 years ago
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il saggio che ho in lettura essere come: “la logica per cui partecipazione al lavoro -> indipendenza economica -> emancipazione [almeno per certi aspetti] è frutto della società capitalista occidentale, e le donne [migranti, nel saggio] subiscono questa imposizione dai tratti razzisti e paternalisti. io propongo di rifiutare il lavoro come fonte di indipendenza ed emancipazione delle donne asserendo che per esempio: ”
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abr · 3 months ago
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Siamo il secondo paese industriale europeo, subito dopo la Germania. Ma gli italiani non lo sanno.
In alcuni settori d’eccellenza (la meccatronica e la robotica, la chimica fine, la farmaceutica d’alta specialità, le componentistica auto, la cantieristica navale da diporto, etc.) abbiamo posizioni da primato internazionale, ma per gran parte della nostra opinione pubblica è innanzitutto il turismo ad assicurare la ricchezza dei territori.
Siamo tra i cinque maggiori paesi esportatori del mondo, proprio grazie all’industria e a quella meccanica in prima linea, ma i cittadini per il futuro confidano negli alberghi e nelle opportunità del commercio, nello shopping.
“Dissonanza cognitiva” è il nome di questo fenomeno, un’opinione che fa a pugni con la realtà di fatti e dati. Detta in altri termini, l’Italia non sa bene chi è e come si produce la sua ricchezza e dunque non ha una fondata idea di dove andare.
L’industria scivola ai margini dell’immaginario collettivo, occupa un ruolo periferico nella rappresentazione sociale dello sviluppo. (...)
Ecco il punto: l’Europa può continuare a restare ancorata ai suoi valori e alla sua cultura civile se mantiene una forza industriale di peso e respiro globale. (...) E se dunque investe sulle nuove tecnologie (infrastrutture, ricerca, processi di conoscenza e formazione) e sull’impiego ben strutturato e guidato dell’Intelligenza Artificiale (...).
Serve insistere sull’industria, insomma, (per) evitare il precipizio indicato alcune settimane fa dal “Financial Times”: perdere la sfida competitiva con Usa e Cina e ridursi a essere “il Grand Hotel dei ricchi e potenti del mondo”. Un luogo di storica eleganza. Ma privo di peso e potere. Incapace di decidere sul suo futuro. (...)
Viene da lontano, questo fenomeno di sottovalutazione del peso industriale. Da una diffusa cultura anti-impresa, ostile al mercato, alla fabbrica ma anche alla tecnologia e alla scienza (...). Da una disattenzione culturale verso i fenomeni del lavoro industriale, (...) da un’opinione pubblica incline ai luoghi comuni anti-industriali e segnata da un evidente deficit informativo. E da una tendenza, ben radicata in ambienti economici ed accademici, a insistere sul tramonto dell’industria alla fine del Novecento, per cedere il passo al “terziario avanzato” e alla finanza.
Dati e fatti, soprattutto dopo la Grande Crisi finanziaria del 2008, hanno smentito queste false costruzioni di un immaginario distorto e ridato invece importanza all’economia reale. E l’Italia è cresciuta, più e meglio di altre aree europee, negli anni post Covid, proprio grazie al suo “orgoglio industriale”, investendo, innovando, (...) facendone un asset di competitività e di qualità sui mercati.
Eccola, dunque, la realtà dell’Italia industriale ad alta tecnologia e sofisticata qualità (...), per evitare che la mancata conoscenza dell’Italia industriale alimenti quelle disattenzioni, quelle false percezioni della realtà che contribuirebbero ai rischi di declino economico e dunque sociale e civile del nostro Paese. 
Se ne accorge finalmente anche l'informazione dei finti sapientoni (e fa autocritica pur senza dirlo): https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/11/18/news/litalia_e_un_grande_paese_industriale_ma_gli_italiani_non_lo_sanno_e_preferiscono_pensare_al_turismo-17751079/
In realtà manco l'Huff Post dei sapientoni sa che in quanto a export stiamo gareggiando col Giappone e, tolta l'Olanda che non esporta quasi nulla di suo ma lucra sull'in-out di Rotterdam da e verso la Cermania, saremmo sul podio MONDIALE delle bilance commerciali attive. Grazie alle industrie citate ma non solo, grazie anche alle altre eccellenze italiane: MODA & LUSSO, FOOD&BEVERAGE.
Ovviamente l'articolo è stato qui depurato , solita profilassi antibatterica, da false devianze riguardo "svolte green necessarie", no non lo sono anzi rappresentano un freno a mano tirato, verso "grazie alle politiche europee di Draghi", no è un liquidatore fallimentare, e tutti quei "ci vuole più politica per guidare" da dirigisti socialisti: non servono affatto, tutto questo è successo proprio GRAZIE alla distrazione della politica dirigista pre e post covid.
Ah e manca anche l'indicazione fondamentale: ma quale Trump, ma basta con 'ste ridicole scuse - btw, se riaprisse il mercato russo facendo finire la guerra dei Biden, decolleremmo ancora di più e dei dazi ce ne fregieremmo alla grande..
Per evitare che il declino si accompagni al degrado sociale in atto per via dei migranti (la manodopera dequalificata e a basso costo fa calare i salari quindi i consumi, oltre a far soppravvivere aziende decotte e terziario arretrato), la spada di Damocle per l'industria italiana è evitare il crollo economico della Cermania, nostro primo mercato. Ma quale Draghi, è necessario la facciano immediatamente finita con tutto 'sto verde elettrico.
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b0ringasfuck · 1 month ago
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HONESHTAAAA: è merito di Trump se c'è la tregua in Palestina, Biden CATTIVO
e altre varie sfumature di rossobrunismo.
I governi in Israele (ma anche in Italia) non stanno in piedi senza il consenso americano, un consenso indipendente dal presidente che è un fantoccio prevalentemente a uso interno. Fuori dalla nostra bolla "occidentale" si sa chi permette questo massacro.
Prova ne è per esempio che Meloni è diventata magicamente atlantista e anti-putiniana appena eletta. Salvini che non conta un cazzo, e infatti i suoi deliri putiniani continuano, come le sparate sull'età pensionabile senza che le politiche di governo cambino, è utile per giocarsi la carta "verginità" al prossimo giro.
La disaffezione dalla politica attiva, voto incluso, ha come conseguenza che quando un presidente (o un Parlamento FWIW) viene eletto, è stato deciso prima delle elezioni e comunque poco cambia tra scelta A e scelta B. More on this later [*].
L'estrema destra israeliana è semplicemente funzionale alla stessa gente che veramente decide i destini "democratici" di Israele. Utili coglioni. È chiaro che se ti sei guadagnato un pubblico di assassini dementi non hai bisogno che la sua "rappresentanza" sia particolarmente svegia. E man mano che questo pubblico di disagiati cresce... fino per dire a superare il 30% come da noi... poi ti trovi una classe politica di nutellari col rutto.
Qua ti rivolgi a una platea di dementi al grido di "porti chiusi", ma nessuno di chi decide le sorti delle elezioni ha intenzione di "chiudere i porti", se c'è qualcuno che anche tra i burattini che ci troviamo al governo che ci crede veramente, è perchè purtroppo non c'è bisogno di gente particolarmente sveglia per truffare una fetta consistente di elettorato.
Per carità, le aspirazioni della classe dirigente sono quelle di avere una rappresentanza politica di coglioni fascisti. Ti costano meno, fanno il loro lavoro e riducono il rischio che prendano il tuo posto.
A me va benissimo che vi stia sul culo il PD come i Democratici. Sono quelli che stanno tirando la volata ai fasci...
Ma proprio in quest'ottica non si può leggere il fatto che la tregua sia arrivata con Trump come merito di un'amministrazione di fasci e a discredito dei "meno fasci".
Si può leggere come una cordata di fasci e "meno fasci" nella direzione di diventare ancora più fasci.
Per dire, in Italia, la classe dirigente ha interesse a far sparire da domani il PD? Proprio sparire... NO. C'è bisogno di qualcuno che si pigli le colpe delle politiche fallimentari degli ultimi decenni, e questo qualcuno per l'interesse della classe dirigente del paese deve per forza essere più a "sinistra" di qualche cosa d'altro, per rinfrancare l'idea che la colpa è delle idee di sinistra.
Peccato che nonostante la "sinistra" si faccia sempre più destra, inanelliamo più fallimenti di prima, non c'è stata affatto una ripresa del potere d'acquisto, un miglioramento dei servizi, un aumento della competitività... né da noi né in qualsiasi altro posto dove s'è riproposta la stessa dinamica (il blairismo, la SPD con il piano Hartz, Macron...) L'unica che va relativamente meglio è la Spagna e per un po' l'Est Europa con le carrettate di soldi che ha preso dal resto degli europei per diventare il terzista a basso costo di chi quei soldi glie li ha dati.
La classe dirigente aspira a un futuro senza il PD, senza nessuna opposizione? SI. Basta vedere la parabola del PCI negli ultimi 30 anni. Aspira anche ad avere una rappresentanza politica di coglioni fascisti.
Ci potrà arrivare? È veramente per loro il sistema più economico e funzionale per governare? Boh. [citazioni di Huxley e Orwell e bla bla bla].
Gli US aspirano a fare del medio oriente una colonia? SI.
Se siete convinti che la miglior strategia per la classe dirigente americana per rendere il medio oriente una colonia fosse quella di continuare a bombardare la Palestina indiscriminatamente... vi siete sostanzialmente arresi all'idea di avere un "nemico" invincibile che non ha nemmeno bisogno di arrivare a compromessi.
Israele è bravissimo a fare la vittima e ancor di più la sua estrema destra che si è lamentata delle pressioni di Trump e Trump è bravissimo a fare grandi sparate e non mantenere le promesse.
Se c'era la necessità di far credere che si sarebbero interrotti i bombardamenti indiscriminati sulla Palestina, qual miglior momento che il passaggio da un presidente all'altro? Tra i diversi side effect positivi per la classe dirigente: ulteriore polarizazione tra le fan base di fascio e "meno fascio".
Hey guarda... sono migliore di te... sono "meno fascio". Lavoro per la desindacalizzazione, odio gli scioperi, mi piacciono "ordine und disciplinen, ma "meno" e mica sono un ANARCO-INSURREZIONALISTA KOMUNISHTA come te che scioperi e non posso andare al centro commerciale... bla bla bla... È merito di Biden se c'è la tregua.
Hey guarda... sono superfascio... e porto la paaaace.
Verità: nessuno dei 2 1 schieramenti era interessato alla pace. Ma ci si sposterà ancora un po' più a destra.
Questo POV non inficia il fatto che le amministrazioni democratiche siano costituite da FdM.
Dare il merito a Trump per la tregua invece è rossobrunismo... è la strategia del "tanto peggio, tanto meglio".
AUGURISSIMI a far campagna elettorale per i fasci dicendosi di "sinistra".
[*] la differenza è sempre più piccola, ma se nemmeno voi percepite la differenza tra dire apertamente che so che i gay vadano sterminati e non dirlo, si fa passare l'idea che sia OK che i gay vengano sterminati. Non è una bella strada da intraprendere a passo di corsa solo per sostenere che eh signora mia A è UGUALE a B, è tutto un magna magna.
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curiositasmundi · 3 days ago
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L’assassino. Nei suoi trentacinque anni di vita Rickard Andersson è stato un fantasma. Non era nei radar della polizia, si sono affrettate a chiarire le autorità. Il fatto è che non era neanche in quelli dei servizi sociali, nonostante fin dalla scuola dell’obbligo avesse mostrato una marcata tendenza all’isolamento, acuitasi nell’età adulta, al punto che, già privo di amicizie, aveva finito per tagliare i ponti anche con la famiglia. Un uomo solo e senza lavoro, che del resto neanche cercava (perdendo così il diritto a un qualche sussidio); si era iscritto al Campus in cui ha commesso la strage ma non aveva concluso niente. Ce l’aveva con la scuola? Con chi la frequentava (per lo più persone di origine straniera, che cercavano, studiando, di migliorare le proprie quotazioni sul mercato del lavoro)? Ad ora non lo sappiamo, ma una considerazione è inevitabile: quello che un tempo era l’invidiato Welfare svedese se lo è perso, uno come Rickard Andersson, lasciandolo macerare ai margini della società. Gli unici momenti in cui sembra essere esistito, per lo Stato svedese, sono stati il taglio dei sussidi e – incredibile a dirsi – la concessione del porto d’armi per la caccia. Adesso, tardivamente, tutte le forze politiche (con la contrarietà di parte dei Democratici di Svezia, estremisti di destra che decidono l’agenda del governo) si affannano a chiedere controlli più severi e restrizioni nelle licenze; tutto sommato, è stato detto, i fucili semiautomatici non sono necessari per sterminare lupi e orsi, attività cara a molti svedesi, fieri di mantenere le tradizioni venatorie degli antenati vichinghi.
Le vittime. Non si conoscono ancora tutti i nomi delle persone (sette donne e tre uomini) che Andersson ha ucciso. Tra loro, Elsa Teklay, giovane madre eritrea di quattro bambini che cresceva da sola, perché il marito è in Italia; Aziza, un’insegnante curda che sarebbe andata a breve in pensione; un ragazzo siriano, Salim Iskef, che avrebbe dovuto sposarsi a luglio; siriano era anche Bassam al Sheleh, un fornaio dall’allegria contagiosa, racconta la clientela del suo negozio; e ancora, un giovane afgano, Ali Mohammed Jafari, che lascia moglie e un figlio. Come si vede dalla nazionalità delle vittime, si tratta di persone che, in periodi diversi, hanno lasciato i loro Paesi devastati da guerre e miseria per godere della sicurezza – e dei diritti – offerti dalla Svezia, la “superpotenza morale”. Mentre le loro famiglie le piangono, le comunità immigrate di tutto il Paese hanno paura; gli abitanti di fede musulmana di Örebro esitano a recarsi in moschea per paura di altri attacchi, altrove istituzioni religiose e culturali dei Paesi extraeuropei assoldano vigilanti privati.
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gcorvetti · 1 year ago
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Vi racconto una cosa di Twitter.
Almeno di quando ci lavoravo, anche se non penso che le cose siano cambiate. Non potrei farlo per via di una questione contrattuale, non potrei neanche dire che ho lavorato su twitter per contratto, comunque. C'è, o c'era ma vi ripeto certe cose non cambiano, una policy che si chiama 'gloryfication of violence' dove chi inneggia ad una qualsiasi violenza facendola passare come una cosa buona va punito, di solito cancellando il tweet ma se è a livello profilo anche il profilo va eliminato, per esempio se io scrivo che il baffetto stava facendo una cosa buona con gli ebrei cado in questa policy. Però mi capitò un caso dove la polizia, americana, uccise un tizio perché gli aveva tirato una molotov nella macchina e il tweet recitava tipo "hanno fatto bene ad ucciderlo sto tizio", levando il fatto che mi sono beccato un errore (ma questo è un altro discorso) e che l'analista mi fece rileggere a voce alta alcuni punti della policy, fastidio, tale policy non è applicabile "alle violenze che la polizia perpreta sui civili", al che ho fatto notare all'analista che non è una cosa buona perché così facendo, cioè lasciando le malefatte dei poliziotti sulla piattaforma si istiga all'odio verso la pula, l'analista era d'accordo con me ma siccome il lavoro era quello di seguire le policy mi sono beccato sto errore e sono dovuto stare zitto nonostante sia una cosa assurda. Questo perché come vi ho già detto in passato la piattaforma, come anche le altre made in usa, sono soggette al volere del governo americano, se il governo ti dice che devi seguire una linea tu lo fai se no ti fanno chiudere. Perché vi racconto sta cosa? Perché oggi ho letto un articolo su Ansa che parla di un assalto da parte di ragazzi ad una macchina della polizia, nel giornalino c'è scritto bene e diverse volte 'antagonisti', ma anche anarchici dei centri sociali, che c'azzecca?, perché nell'articolo si dice che non è tollerabile, perché manganellare dei ragazzi inermi è tollerabile? Poi c'è anche scritto che la dirigente di Pisa la spostano a Pescara, un pò come fa la chiesa con i preti pedofili invece di punirli li sospende per un pò e li sposta in un'altra chiesa, così si allarga il danno. Questa è una deriva regalataci dagli amici yankee? Oppure è solo emulazione da parte del governo attuale verso un sistema che fa gola per via del nazi/fascio che hanno intriso dentro? Sempre gli americani ah! Stiamo andando in quella direzione, o come negli stati uniti, dove poliziotti razzisti picchiano i ragazzini di colore malamente? Visto un video sempre su twitter per lavoro e ho dovuto lasciarlo perché non potevo cancellarlo grazie alla policy sopracitata, quindi le forze dell'ordine saranno usati sempre più per punire comportamenti che non piacciono al governo? Portandoli così ad essere odiati e di conseguenza quando succede qualcosa non li chiami perché potrebbero prendersela con te che in realtà ne hai bisogno. Sempre perché il governo attuale ha bisogno di cani rabbiosi, proprio come gli americani hanno bisogno che i sudditi siano cattivi e seguano una linea che porta al disordine e al caos.
Tutto questo accade dopo le dichiarazioni di ursula sul riarmo europeo, sulla guerra, sulle questioni spinose che in questo momento il vecchio continente sta affrontando, sempre grazie ai nostri alleati tossici. Qualcuno dice che sono mosse politiche pre elezioni, può essere, secondo me Ursula sta cercando di prendersi il posto dello stoltonberg a capo della NATO, quindi deve dimostrare di essere in linea con quegli psicopatici paranoici, perché io che sono europeo, come tutti voi, non la volevo questa guerra, non avrei mai voluto una guerra se pur per procura, non è la nostra guerra, se gli stati uniti vogliono distruggere la russia che vadano loro dalla parte dell'Alaska e non vengano qua a rompere i coglioni a noi che abbiamo già da doverci difendere da politici inutili che minano la nostra società. Nessuno vuole che l'Europa sia libera e indipendente per il fatto che una superpotenza con un grande passato e un futuro roseo potrebbe creare problemi a livello mondiale, quindi gli amichetti yankee non potrebbero fare le loro merdate in giro per il mondo, ma direi che è anche ora di levarci di torno sti adolescenti bulli che sanno solo roteare le loro pistole.
Mi fermo qua, perché potrei anche andare all'infinito e ho tante cose da fare oggi.
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crazy-so-na-sega · 8 months ago
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Romualdi-Evola
La vera causa del predominio dell’egemonia ideologica della Sinistra risiede nel fatto che là esistono le condizioni per una cultura, esiste una concezione unitaria della vita materialistica, democratica, umanitaria, progressista. Questa visione del mondo e della vita può assumere sfumature diverse, può diventare radicalismo e comunismo, neo-illuminismo e scientismo a sfondo psicanalizzante, marxismo militante e cristianesimo positivo d’estrazione “sociale”. Ma sempre ci si trova di fronte ad una visione del mondo unitaria dell’uomo, dei fini della storia e della società.
Invece, dalla parte della Destra, nulla di tutto questo. Ci si aggira in un’atmosfera deprimente fatta di conservatorismo spicciolo e di perbenismo borghese (…). A Destra si brancola nell’incertezza, nell’imprecisione ideologica. Si è “patriottico-risorgimentali” e s’ignorano i foschi aspetti democratici e massonici che coesistettero nel Risorgimento con l’idea unitaria. Oppure si è per un “liberalismo nazionale” e si dimentica che il mercantilismo liberale e il nazionalismo libertario hanno contribuito potentemente a distruggere l’Ordine Europeo. O, ancora, si parla di “Stato Nazionale del Lavoro” e si dimentica che una Repubblica Italiana fondata sul lavoro ce l’abbiamo già – purtroppo – e che ricondurre in questi termini la nostra alternativa significa soltanto abbassarsi al rango di Socialdemocratici di complemento.
Basta poco ad accorgersi che se a Destra non c’è una cultura, ciò accade perché manca una vera idea della Destra, una visione del mondo qualitativa, aristocratica, agonistica, antidemocratica; una visione coerente al di sopra di certi interessi, di certe nostalgie e di certe oleografie politiche.
-Adriano Romualdi
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francesca-fra-70 · 2 years ago
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Presidi e insegnanti che manipolate le menti degli studenti a vostro piacimento. Diffondete le vostre idee politiche a casa vostra, nei bar ma sopratutto nel privato e non nelle scuole, fate meno politica e più insegnamento alla formazione dei giovani per prepararli al mondo del lavoro. Insegnate senza riferimenti di destra o sinistra!😏
Cantano i Pink Floyd in "The Wall"
"Noi non abbiamo bisogno di istruzione
Noi non abbiamo bisogno di controllo sul pensiero
Di sinistro sarcasmo in classe
Insegnanti, lasciate stare i ragazzi
Hei, maestro, lascia stare noi ragazzi
Dopo tutto sei solo un altro mattone nel muro!"
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susieporta · 29 days ago
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Asso di Coppe
"La Responsabilità partecipata".
Il Collettivo sta affrontando la sua "proiezione" più grande: la "delega di potere".
Essa deriva dalla persistente incapacità di assumersi scelte, visioni, pensieri ispirati ed autentici e di trasporli con Amore nell'atto creativo dell'Abbondanza.
L'Energia Maschile, su questo piano di Coscienza, è stata infanitilizzata, traumatizzata ed annientata. Non ha radicato dentro se stessa l'autentica vocazione d'Anima.
E questo processo di "deformazione e alterazione del principio energetico del Maschile" e di deviazione dal "suono Originale", ricade pesantemente da millenni sulle politiche collettive.
Esse sono basate sullo sfruttamento energetico e materiale dei popoli, sono realizzate tramite "anestesia e stordimento".
Non seguono i principi dell'Amore.
C'è tanta immaturità di Sistema. Siamo governati da tanti bambini piccoli che giocano con la pistola in mano. E non sanno che prima o poi, è sufficiente un banale ed innocente "errore di mira" per porre fine in modo tragico a questo scellerato passatempo.
Non c'è nessun Adulto a supervisionare questo pericoloso gioco tra bambini?
Dovrebbe essere responsabilità "diffusa" porre fine a questi irresponsabili comportamenti e togliere l'arma dalle mani degli sprovveduti ragazzini.
I bambini immaturi vanno monitorati da tutta la Comunità, unita e compatta nello sforzo di radicare Adulti futuri consapevoli e amorevoli, destinati a svolgere la loro meravigliosa funzione di "espansione e valorizzazione" dei Doni Interiori.
Non è utopico. Si chiama "partecipazione".
Ciascuno è responsabile per se stesso e per il Bene Comune.
E mette a disposizione i propri talenti per migliorare la Vita di tutti. Con la consapevolezza che se anche una sola persona "resta fuori", il "fallimento" è di tutto il Sistema.
Oggi tre quarti della popolazione "è fuori".
Non partecipa all'abbondanza collettiva di Amore e di Materia.
E gran parte degli Esseri Umani non comprendono. Non realizzano. Credono sia "normale" non essere amati, visti, considerati. Sono convinti fin da piccoli che lo sfruttamento, il controllo sulle risorse e la "mancanza di senso" siano l'unico Destino possibile.
E non conoscono, né riconoscono il loro immenso potenziale interiore. Sono anestetizzati dalle credenze antiche. Sono passivi, inermi, arresi, succubi.
Sono convinti di non valere nulla. E che l'unico modo per difendersi dal "genitore predatorio" sia nascondersi, divenire invisibili, annientarsi, spegnersi o, al contrario, ribellarsi violentemente ed esplodere di rabbia e rancore. Per poi incorrere nella "fatale punizione" psichica e corporale.
La malattia mentale è dettata dall'"impotenza dell'atto creativo". La dipendenza dalla "dissociazione".
Entrambe lavorano sul piano della "perdita di senso".
Senza i nostri Doni, noi non esistiamo. Siamo solo dei fantocci addestrati a "sopravvivere". Se ci riusciamo. Se non ci ammaliamo. Se non risolviamo tutto nella sottomessa accettazione del crudele destino dei "figli dominati dall'alto".
Ci sono enormi "benefit" nascosti tra le pieghe della sottomissione: la sicurezza di non dover decidere, di non dover prendere decisioni, di non rischiare di essere liberi e autonomi, di dover compiere lo sforzo di assumersi responsabilità e "rischi di impresa".
Un figlio che resta a casa con il genitore di sua spontanea volontà è un figlio che ha "fallito" il suo compito di "libertà" nel Mondo. E' stato reso dipendente. Non si sente capace di "scegliere" per se stesso. Di rischiare di essere felice. Sente di tradire il genitore se lo abbandona.
Ed allora il "genitore", sia esso metaforicamente un governo, un luogo di lavoro, un collettivo o semplicemente una famiglia, deve porsi la domanda decisiva: "Sto governando la crescita delle nuove generazioni chiedendo a loro di colmare le mie paure di abbandono, i miei bisogni di sicurezza, il mio timore della solitudine, la mia sete di controllo e di potere sull'Altro?".
Le nuove generazioni non sono un "peluche" da coccolare o un bastone della vecchiaia. Sono Esseri Umani incarnati, identificati in una missione d'Anima. Sono liberi di muoversi, sperimentare, crescere, correre sui prati della Vita. Non vanno indottrinati, depredati, violentati nella loro originale spontaneità di vivere.
Se siamo tristi e depressi, loro non sono la nostra "base energetica". Dobbiamo "cavarcela da soli".
Se una volta liberi, i figli non torneranno, benediremo i loro passi da lontano. Perchè nostro compito è "votarli alla felicità". Non al senso di colpa, non alla prigionia, non a pagare i nostri "danni esistenziali".
E' tempo di liberare gli Altri dai nostri traumi. Dalle nostre aspettative di compensazione emotiva.
Figli, partner, familiari. Liberiamo tutti. Non leghiamoli al nostro Dolore e ai nostri irrisolti. Lasciamoli andare. Offriamogli Amore, Benedizione e Incoraggiamento. Non senso di colpa.
Se un giorno torneranno, lo faranno per ringraziarci di averli aiutati a ritrovare la loro autentica Vocazione: l'Amore per loro stessi e per la loro meravigliosa e brillante Adultità Spirituale e Materiale.
Raccogliamo il nostro zainetto da terra, salutiamo tutti coloro che dobbiamo liberare dallo "schema": i nostri "genitori terrestri", i nostri figli (siano essi reali o proiettati), i nostri partner del passato e andiamo. Il Mondo ci aspetta.
Senza perderci nel timore di "cadere nel vuoto".
Siamo strutturati per farcela. Abbiamo lavorato sodo sulla nostra forza e sul nostro radicamento. Siamo Adulti.
Spiriti guida accompagneranno i nostri passi.
E' tempo di partenze.
Non ci attardiamo troppo. La Vita sa che è giunto il momento propizio per varcare la Soglia del nuovo Mondo.
Mirtilla Esmeralda
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scienza-magia · 3 months ago
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Poco salutare il cibo vegetariano già pronto
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Il paradosso dei vegetariani: consumano cibi più dannosi di chi mangia carne. Una ricerca britannica ha messo in luce i rischi che corrono vegetariani e vegani consumando cibi ultra-processati: ecco cosa è emerso e gli alimenti da evitare. Può sembrare un paradosso ma spesso capita che i vegetariani portino avanti un'alimentazione dannosa e composta da cibi ultra-processati maggiore rispetto ai carnivori o agli onnivori: è il risultato di una ricerca britannica pubblicata su eClinicalMedicine che mette in luce questa problematica in gran parte sconosciuta ai più. La ricerca A lavoro si è messo un team composto da membri dell'Imperial College di Londra che ha collaborato con l'Università di San Paolo e l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro identificando alcune macro categorie: vegani (che non mangiano mai cibi di origine animale), vegetariani (che non mangiano mai carne/pesce); pescatariani (che non mangiano mai carne), flexitariani (che consumano pesce/carne meno di due volte a settimana), consumatori di poca carne rossa (che consumano pesce/pollame più di una volta a settimana ma carne rossa/lavorata meno di due volte a settimana) e consumatori abituali di carne rossa (che consumano carne rossa/lavorata più di una volta a settimana). Quali sono i risultati Gli studiosi hanno preso in esame quasi 200mila partecipanti e suddivisi tra le categorie sopra menzionate con delle conclusioni molto chiare: "Questo studio condotto nel Regno Unito ha rilevato un consumo di Upf (cibi ultra-processati, ndr) più elevato nelle diete vegetariane e più basso nelle diete con una modesta quantità di carne o pesce. È importante che le politiche che incoraggiano la transizione urgentemente necessaria verso modelli alimentari più sostenibili promuovano anche il riequilibrio delle diete verso alimenti minimamente lavorati", spiegano i ricercatori. Gli alimenti a rischio
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Insomma, massima attenzione anche ai vegeteriani e vegani per il consumo di alimenti che spesso non sono così salutari come si pensa. Rispetto alle diete dei consumatori abituali di carne rossa, i vegetariani consumavano una quantità significativamente maggiore di Upf mentre le diete dei consumatori di poca carne rossa, dei flexitariani e dei pescatariani mostravano il contrario", hanno aggiunto gli studiosi. La ricerca britannica è stata analizzata dal prof. Stefano Erzegovesi, medico psichiatra e nutrizionista. "Pane bianco industriale, patatine, pizze bibite gasate sono cibi 'tecnicamente veg' ma non proprio ideali per la salute. Ed è meglio mangiare con parsimonia cibi veg pronti, come hamburger, formaggi o salsicce vegetali che abbondano sugli scaffali dei supermercati: per dare consistenza e sapore contengono grassi, coloranti, emulsionanti e addittivi di ogni genere. Un recente studio ha evidenziato come un vegano che si nutre di alimenti ultra processati sta peggio in termini di salute rispetto a un onnivoro", ha spiegato in relazione. Le conseguenze per la salute Al di là dei benefici della verdura, per poter mantenere il giusto apporto proteico è chiaro che i vegetariani si nutrano di numerosi altri alimenti ma devono fare molta attenzione a cosa scelgono: spesso accade che ci si affidi a cibi ultraprocessati come quelli elencati dal prof. Erzegovesi ma anche a noodles, formaggi vegani e battette di cioccolato senza sapere che contengono numerosi composti e sostanze chimiche che ne migliorano sapore, consistenza e conservazione ma che di certo non sono salutari. I benefici per il mancato consumo di carne rossa, dunque, si perderebbero quasi del tutto. Read the full article
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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“Safety Day Syensqo”: ANMIL e Azienda Insieme per la Prevenzione degli Infortuni sul Lavoro
Spinetta Marengo accoglie un evento dedicato alla cultura della sicurezza sul lavoro
Spinetta Marengo accoglie un evento dedicato alla cultura della sicurezza sul lavoro Si è concluso ieri, 21 novembre 2024, presso lo stabilimento Syensqo di Spinetta Marengo (Alessandria), il “Safety Day Syensqo”, un appuntamento annuale che quest’anno ha affrontato il tema della prevenzione degli infortuni sul lavoro con il titolo “Abbi cura di te, sei un’opera d’arte®”. L’evento, promosso…
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colonna-durruti · 3 months ago
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Federica D’Alessio
La verità del potere e la verità dei fatti
Cari amici e amiche,
l’11 novembre il mio rapporto di lavoro con la rivista MicroMega si è concluso, consensualmente. Ero arrivata in MicroMega due anni fa, per una collaborazione che inizialmente doveva essere di qualche mese in sostituzione di una collega, e che era stata poi convertita in un rapporto a tempo indeterminato. Il primo della mia vita.
Il terremoto che si è abbattuto su di me in questo ultimo mese, con una serie di attacchi in batteria ricevuti dalla comunità filoisraeliana italiana, ha coinvolto in pieno – secondo una classica modalità intimidatoria e ritorsiva – anche l’azienda per cui lavoravo; questo nonostante tutte le reazioni fossero state suscitate da post scritti sui miei profili social personali. Post che la propaganda non ha gradito, giacché osavano mettere in discussione alcuni dei cardini narrativi attraverso i quali la comunità filoisraeliana in tutto il mondo giustifica la barbarie che Israele sta dispiegando da oltre un anno in Palestina. Hanno pensato bene di colpirmi dove sapevano di trovarmi più vulnerabile, come sempre fanno: nei rapporti di lavoro. Per zittirmi si sono mobilitati i loro più famosi esponenti sui media. Associazioni, giornali e pseudo-giornali, giornalisti e pseudo-giornalisti, leoni e leonesse da tastiera e via discorrendo hanno messo in campo la loro capacità d’influenza e di pressione e hanno utilizzato i social, la stampa, le comunicazioni private per diffamare la mia persona, macchiare la mia immagine professionale e deteriorare il mio rapporto di lavoro. Volevano fare paura, a questo servono le comunicazioni intimidatorie. E sono efficaci: riescono a fare paura. In queste settimane ho avuto, sinceramente, paura.
Hanno riversato sul mio conto una incessante quantità di menzogne, tanto sulle mie idee e posizioni, quanto sulle vicende che venivano via via prese a pretesto per colpirmi: i presunti stupri del 7 ottobre 2023; la vicenda della giovane iraniana denudatasi a Teheran e trasformata in un meme propagandistico alla velocità della luce; e infine, gli avvenimenti di Amsterdam, il cui racconto da parte dei media mainstream e delle principali istituzioni politiche europee ha segnato credo il punto di scollamento massimo, nelle formalmente democrazie occidentali, fra la realtà come la rappresentano le élite e quella che la gente comune esperisce. Tutto questo, come scrivo e dico da ormai oltre un anno, non è semplicemente un modo violento di stare al mondo; è parte di un sempre più espliciti passaggio a nuovi regimi totalitari, anche nella nostra Europa; regimi che mirano ad asservire le popolazioni a nuove forme di suprematismo di classe e razziale, e che non riuscirebbero mai a instaurarsi senza colpire, come da manuale, innanzitutto la ricerca della verità e chi la porta avanti.
La mia convinzione profonda, perciò, è che la resistenza democratica a questi nuovi totalitarismi passi, così come è sempre stato nei frangenti che hanno fatto la Storia, dall’affermare testardamente la verità dei fatti su quella del potere. E dalla solidarietà, altrettanto testarda, contro chi subisce vili attacchi squadristici perché ciò che fa non va giù ai detentori del potere.
Per me, in questo momento la priorità è continuare a esprimere il mio pensiero, senza cedere al ricatto della violenza e della paura; praticare le libertà politiche di cittadina garantite dalla Costituzione, mai così minacciate per tutti e tutte; e creare le condizioni per continuare a esercitare il mio mestiere in piena coscienza e dignità. Anche a costo di doverci rinunciare, come già fatto più volte in passato, se tali condizioni non dovessero più sussistere. Chiunque mi abbia accusata di antisemitismo, di “negazionismo” dell’Olocausto o dello stesso 7 ottobre nella sua gravità e orrore, e persino di fiancheggiare formazioni terroristiche, ovviamente non si è premurato di leggere nulla degli articoli e neanche dei post che ho scritto nel corso degli anni, prima di muovere tali pesanti accuse; ne risponderà davanti ai giudici.
Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine in queste settimane, e in primis il sindacato Stampa Romana per la sua assistenza calorosa e solidale. Da un punto di vista professionale torno a essere una giornalista indipendente, dai tempi ponderati, esattamente come lo ero prima che cominciasse la mia imprevista avventura da redattrice. La mia unica amarezza è la consapevolezza che indietro, veramente, non si torna. Due anni fa, quando entravo in MicroMega, c’era ancora mio padre con me, ad appoggiarmi nelle mie battaglie, nei traguardi e nelle peripezie. Oggi non c’è più. La mia famiglia mi è vicina, mi sostiene con amore e solidarietà ogni giorno; l’abbraccio di Alessio, ovunque si trovi in questo momento – nei nostri pensieri innanzitutto –, ci riscalda.
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abr · 1 year ago
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Semplificando, possiamo dire che il “miracolo cinese” degli ultimi trent’anni si è basato principalmente su due settori: lo sviluppo immobiliare e le infrastrutture. (...) (T)ra il 2008 e il 2021, in media, il 44 per cento del PIL cinese è stato generato da investimenti interni (...), questa cifra era arrivata a sfiorare il 60 per cento. (...).Questa strategia (...) consente di creare moltissimi posti di lavoro (...). Basare la propria economia sugli investimenti significa che lo stato, le amministrazioni locali e le imprese private (drenano) enormi quantità di denaro per finanziare progetti. (...) In Cina, peraltro, gran parte delle banche è di proprietà pubblica (...). Questo modello di sviluppo (...) è piuttosto comune in molti paesi in via di sviluppo (...). Nelle economie mature (...) gli investimenti sono meno della metà di quelli della Cina (20% del PIL negli Stati Uniti), e il grosso del PIL è generato invece dai consumi interni: negli Stati Uniti il 68% (cittadini che comprano beni e servizi) mentre in Cina è appena il 38 per cento. (Il problema di una strategia di sviluppo fondata sugli investimenti infrastrutturali è che prima o poi finiscono) le cose da costruire che siano un investimento produttivo. (...) (L)e grandi compagnie di sviluppo immobiliare come Evergrande e Country Garden hanno (...) preso in prestito dalle banche soldi per costruire complessi residenziali ma poi (...) non li hanno venduti. Le compagnie non sono riuscite a rientrare delle spese, e il prestito (...) si è trasformato in un debito. L’aumento del debito ha riguardato tutta l’economia cinese (...). Oggi il debito complessivo della Cina (il debito pubblico, delle imprese, dei privati) ammonta a circa il 270 per cento del PIL. È una cifra paragonabile al debito di economie mature come gli Stati Uniti ma (...) il debito della Cina sta crescendo più rapidamente ed è meno sostenibile (PIL pro capite di 12 mila dollari contro i 76 mila degli Stati Uniti). (...) Buona parte del dibattito che si è sviluppato in questi mesi tra gli analisti e gli esperti riguarda dunque quanto sia profonda la crisi cinese, e in che modo (e a quale prezzo) la Cina potrà uscirne. (...) Per il regime autoritario cinese la preoccupazione di mantenere la stabilità sociale e di rimanere saldo al potere, oltre che la volontà di rendere la Cina un paese sempre più rispettato e aggressivo all’estero, ormai sopravanza la preoccupazione di riformare l’economia. (E') la strada già percorsa da molti regimi autocratici. (...) Altri economisti – (...) soprattutto in Cina –sostengono che se lo stato facesse di più per stimolare la domanda interna il grosso della crisi potrebbe essere evitato. Lo stato, sostengono, dovrebbe (...) mettere più soldi nelle mani dei cittadini, che in questo modo potrebbero consumare di più (...). Lo stato dovrebbe inoltre adottare misure di welfare simili a quelle dei paesi occidentali per creare un sistema sociale in cui la popolazione è sicura e ha le garanzie e la tranquillità necessarie per spendere i propri soldi. (Ma) il regime cinese (...) è fortemente contrario ad adottare nuove politiche di welfare: «i sostegni sociali in stile occidentale incoraggerebbero soltanto le persone a essere più pigre».
via https://www.ilpost.it/2023/09/01/modello-cina-crisi-economica/
Molto interessante, sul conundrum in cui si sta cacciando fatalmente la Cina, il riferimento per i Benecomunisti Statalisti tutti Ordine e Disciplina Il Lavoro Rende Liberi (avete presente Mattarella?).
Fantastico vedere il fallimento alla lunga del modello keynesiano ("prima o poi le cose da costruire che siano un investimento produttivo, finiscono"). incredibile ascoltare la musica del "meno soldi allo stato, più in tasca ai cittadini" (mica solo per consumare come vorrebbero i benecomunisti anche da noi) e come loro stessi skifino una eventuale evoluzione socialdemocratica: : «i sostegni sociali in stile occidentale incoraggerebbero soltanto le persone a essere più pigre».
Tutto questo rafforza la mia convinzione: gira e rigira non si scappa, il LIBERO MERCATO è l'unico punto di equilibrio cui naturalmente tendono gli organismi economici quindi sociali quando finiscono le droghe, punto a capo.
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fallimentiquotidiani · 3 months ago
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Ask inviato da un fascio che ha votato destra.
O da un elettore di sinistra che si è reso conto che la sinistra adesso è un ammasso di radical chic che usa la parola "Fascismo" per nascondere i loro fallimento in campo di politiche sul lavoro.
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mezzopieno-news · 2 years ago
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TUTTE LE BATTERIE DIVENTANO RICICLABILI PER LEGGE
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L’Europa ha adottato oggi un nuovo regolamento che stabilisce le norme di sostenibilità per le batterie e che ne disciplina l’intero ciclo di vita, dalla produzione al riutilizzo e al riciclaggio.
Il regolamento del Parlamento europeo si applicherà a tutte le batterie, compresi tutti i rifiuti di batterie portatili, di batterie per veicoli elettrici, di batterie industriali, di batterie per l’avviamento, l’illuminazione e l’accensione e le batterie per mezzi di trasporto leggeri (biciclette elettriche e monopattini elettrici).
Secondo le stime dell’Unione Europea, la domanda di batterie aumenterà di oltre dieci volte da qui al 2030 e la nuova norma ha l’obiettivo di rendere questo mercato sostenibile e competitivo. Le principali novità del nuovo regolamento che vale per tutte le tipologie di accumulatori sono: l’obbligatorietà di produrre apparecchi portatili con batterie che i consumatori possano sostituire da soli, obbligo di riciclo di tutte le vecchie batterie da parte dei produttori che le dovranno ritirare senza costi per che le cambia, adozione di una ‘politica di dovuta diligenza’ da parte di chi immette le batterie sul mercato, finalizzata a sviluppare azioni e politiche per affrontare i rischi ambientali e sociali per l’approvvigionamento e le trasformazione delle materie prime per la produzione. Il testo prevede inoltre un passaporto digitale per le batterie dei veicoli di trasporto leggeri, le batterie industriali e le batterie dei veicoli elettrici. Lo smaltimento e il riciclo per le batterie e per i suoi elementi dovrà arrivare all’80% entro 5 anni dall’entrata in vigore della legge.
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Fonte: Consiglio europeo
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curiositasmundi · 5 months ago
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In un’era in cui il potere economico sembra spesso eclissare quello politico emergono inquietanti verità sul ruolo delle grandi aziende nel plasmare – e talvolta minare – i fondamenti stessi della democrazia globale. Un recente rapporto dell’International Trade Union Confederation (Ituc) getta luce su pratiche di cui forse la politica dovrebbe occuparsi con più coraggio. 
Al centro di questa rete di influenza troviamo nomi che quotidianamente entrano nelle nostre vite: Amazon, Tesla, Meta, ExxonMobil, Blackstone, Vanguard e Glencore. Giganti dell’economia mondiale che, secondo l’ITUC, non si limitano a dominare i mercati ma estendono i loro tentacoli fino a toccare le corde più sensibili della politica e della società.
Multinazionali e regole democratiche
Amazon, il colosso dell’e-commerce guidato da Jeff Bezos, si distingue non solo per la sua posizione dominante nel mercato ma anche per le sue pratiche aggressive nei confronti dei sindacati. L’azienda, quinta maggiore datore di lavoro al mondo, è stata accusata di violare i diritti dei lavoratori su più continenti, di eludere le tasse e di esercitare una pressione lobbistica senza precedenti a livello nazionale e internazionale. La sua influenza si estende fino al punto di sfidare la costituzionalità del National Labor Relations Board negli Stati Uniti e di tentare di sovvertire le leggi sul lavoro in Canada.
Non meno controverso è il ruolo di Tesla e del suo eccentrico fondatore, Elon Musk. L’azienda automobilistica, simbolo dell’innovazione tecnologica, si trova al centro di accuse di violazioni dei diritti umani nella sua catena di approvvigionamento e di feroci opposizioni alle organizzazioni sindacali in Stati Uniti, Germania e Svezia. Musk stesso è finito sotto i riflettori per il suo sostegno a figure politiche controverse come Donald Trump, Javier Milei in Argentina e Narendra Modi in India, sollevando interrogativi sul ruolo dei magnati tech nella formazione dell’opinione pubblica e nelle dinamiche politiche globali.
Meta, l’impero dei social media di Mark Zuckerberg, si trova al centro di un ciclone di critiche per il suo ruolo nell’amplificare la propaganda dell’estrema destra e nel facilitare la crescita di movimenti antidemocratici. La piattaforma, che raggiunge miliardi di utenti in tutto il mondo, è accusata di essere un veicolo per la diffusione di disinformazione e odio, minando le basi stesse del dibattito democratico in numerosi paesi.
Multinazionali della finanza e dell’energia
Il rapporto dell’ITUC non risparmia nemmeno i giganti della finanza e dell’energia. Blackstone, guidata dal miliardario Stephen Schwarzman, noto sostenitore di Donald Trump, è accusata di finanziare movimenti politici di estrema destra e di investire in progetti fossili e di deforestazione nell’Amazzonia. ExxonMobil, dal canto suo, è citata per il suo ruolo nel finanziare ricerche anti-climatiche e per le sue aggressive attività di lobbying contro le regolamentazioni ambientali.
Le aziende, con le loro vaste risorse finanziarie e la loro influenza capillare, sembrano in grado di plasmare l’agenda politica globale a loro vantaggio, spesso a discapito dei diritti dei lavoratori, dell’ambiente e della stessa sovranità degli Stati nazionali.
La sfida che si presenta è titanica. Come sottolinea Todd Brogan, direttore delle campagne e dell’organizzazione dell’ITUC, “si tratta di potere, di chi ce l’ha e di chi stabilisce l’agenda”. In un mondo in cui le corporazioni multinazionali spesso superano il potere degli Stati, e in cui non esiste alcuna responsabilità democratica, è fondamentale che i lavoratori e i cittadini si organizzino per contrastare questa deriva.
Il 2024 si preannuncia come un anno cruciale, con 4 miliardi di persone chiamate alle urne in tutto il mondo. In questo contesto, l’ITUC sta spingendo per un trattato internazionale vincolante che possa finalmente rendere le corporazioni transnazionali responsabili ai sensi del diritto internazionale sui diritti umani. Anche da noi Meloni aveva promesso di fare “la guerra alle multinazionali”. Per ora l’abbiamo solo ricevere un premio da Musk. 
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