#Più Europa
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A che ci serve l'Europa?
“Non c’è, dico, grande problema che possa essere ancora affrontato seriamente con criteri e con strumenti nazionali”Altiero Spinelli al Congresso del Partito Radicale nel 1985 A che ci serve l’Europa è un dialogo a due voci ovvero quella della storica esponente dei Radicali Emma Bonino e quella di Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento Europeo e già assistente parlamentare di Altiero…
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Torna l’ora legale: lancette avanti di un’ora nella notte tra sabato e domenica. Cosa si deve fare, vantaggi e svantaggi, effetti sul corpo umano, curiosità storiche e cosa ne pensano gli italiani
Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo torna l’ora legale. Scopri come affrontarla, i benefici, gli svantaggi e le opinioni degli italiani. Scopri di più su Alessandria today. Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo 2025, alle 2:00 del mattino, torna l’ora legale: si dovranno spostare le lancette un’ora avanti, portandole alle 3:00. Si dormirà un’ora in meno, ma si guadagnerà un’ora…
#abitudini del sonno#abitudini serali#Alessandria today#bambini e ora legale#Benessere#cambio orario#clima e luce#contrari ora legale#cosa fare ora legale#cronobiologia#curiosità ora legale#disturbi cambio ora#doppio orario Italia#effetti ora legale#effetto jet lag#Energia elettrica#Europa ora legale#favorevoli ora legale#giornate più lunghe#Google News#insonnia#italianewsmedia.com#lancette avanti#Lava#luce naturale#opinioni italiani ora legale#ora legale 2025#ora legale e lavoro#orologio biologico#Parlamento Europeo
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Non è una manifestazione pro o contro la Von der Leyen, né una pro o contro le armi, o pro o contro la NATO, Trump o Putin, non è indetta dai partiti, anzi non ce li vogliamo con i loro simboli: è una manifestazione a favore dell’EUROPA, un’Europa salda e forte, capace di contare, che fa valere la sua voce UNITARIA, perché non siano altri a prendere le decisioni anche per noi, un’Europa che sappia difendersi contro i dazi ed eventualmente anche contro le aggressioni armate da parte di chiunque ora che l’imperialismo ha ritrovato il modo di manifestarsi liberamente con Trump, con Putin, con Erdogan, con Netanyhau.
Finita l’epoca in cui 31 pulcini sono tutti sotto la protezione di mamma chioccia USA, vogliamo un’epoca in cui l’UE nel suo complesso, con un esercito unitario, una difesa unitaria e una politica estera unitaria possono allearsi con paesi amici, oppure anche fare da soli, ma avendo una voce più forte.
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Le sconfitte spesso vengono decise da piccoli uomini, che si chiamino Ademola Lookman, The Hernandez o Thiago Motta, non ha importanza, ormai la sconfitta rimane, tanto c'è sempre l'anno prossimo :)
Vediamo se stasera anche Mancini si aggiunge alla lista come suo solito.
#Non vi preoccupate#Lo so#Anche all'Inter ci stanno piccoli uomini#Il problema è sempre quello#Fanno annate importanti#Si montano la testa#Si sentono divinità#E poi tutto va a farsi benedire#A me la Dea piace tanto#Ma spero che Lookman se ne vada al più presto#Theo Hernandez ormai è un fallito#Thiago Motta è diventato fin troppo “juventino degli ultimi anni” molto velocemente#Non poteva pareggiare anche questa però#zibaldone di pensieri#zdp#italia#calcio#football#serie a#uefa champions league#UCL#AC Milan#Juventus fc#Atalanta bc#gianluca mancini#As Roma#uefa europa league#Uel
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Magari se la smettiamo di usare parole come genocidio nazismo pedofilia etc a cazzo è è è porca di quella puttana troia
#ciò i coglioni girati per cose che vedo orrende stupide becere niente va bene fa tutto cagare e io ho paura quando dovrei dire ma fanculo#tutto yolo perché domani sicuramente farà schifo al cazzo sempre che c arrivo#poi apro sta app piena di dementi di merda col cervello rinsecchito che vengono o dal paese più ricco al mondo#o da qualche cazzo di paese del nord europa illuminato che dicono boiate di prima grandezza e si vantano di essere stocazzo perché#io cho la democrazia io bravo tu scemo io salva mondo no tu scimmia tu manco dizionario australopitechi di merda#I'm so tired....man...i just hope it's the pms idk idk
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In Italia donne più istruite ma meno occupate: tasso di laureati tra i più bassi in Europa
In Italia donne più istruite ma meno occupate: tasso di laureati tra i più bassi in Europa
a cura della Redazione Il tasso di laureati in Italia è tra i più bassi d’Europa, con forti differenze tra Nord e Sud e ancora più ampie tra italiani e stranieri. Per quanto riguarda l’occupazione, la percentuale di donne con un lavoro è inferiore nonostante siano più istruite degli uomini. Nel 2022, fra gli under 35 con titolo conseguito da almeno un anno e non oltre tre, cresce il tasso di…

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Viaggio ad Arcachon per scoprire la storia delle ostriche portoghesi
Viaggio ad Arcachon per scoprire la storia delle ostriche portoghesi

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#arcachon francia#Bassin d&039;Arcachon#bordeaux dintorni#bordeaux e dintorni#cosa visitare arcachon#cosa visitare francia#cosa visitare in francia#cosa visitare sud francia#cosa visitare vicino bordeaux#dolce tipico arcachon#duna di sabbia più alta d&039;europa#Dune Blanche arcachon#Dune du Pilat#francia#golfo arcachon#in viaggio con lilly#La prima è la visita della città di Arcachon e la seconda sono due porticcioli delle ostriche: Port de La Teste-de-Buch e la Maison de l&03#Landes de Gascogne#liliana navarra#lillyslifestyle#origine ostriche francia#ostriche#ostriche arcachon#ostriche francesi#ostriche francia#ostriche portogallo#ostriche portoghesi#ostriche portoghesi origine in francia#Port de La Teste-de-Buch#Port de La Teste-de-Buch la Maison de l&039;Huitre
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Caldo in Spagna abbatte il turismo, -10% dallo scorso anno. Il Nord Europa tra le mete più visitate
L'impatto dell'ondata di caldo si ripercuote sul turismo in Spagna e il Nord Europa diventa l'alternativa per i visitatori. Le autorità turistiche spagnole tentano di intervenire
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Sunto degli ultimi deliri.
La Russia (il più grande paese del mondo con TUTTE le materie prime) vuole conquistare l' Europa (continente privo di materie prime, senza fonti energetiche, governato da minchioni ubriachi) perché vuole la ricetta della sangria e della pizza coi würstel...
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La narrativa: "l'uomo sta cambiando il clima" serve a spingere le masse ad accettare il peggio che assurdo, l'autolesionista arrogante: "l'uomo (se ben diretto) può tener fermo il clima".
Nb.: parametri planetari tipo temperatura fermi e statici, si trovano nei pianeti MORTI. La Terra per fortuna è Pianeta VITALE quindi costantemente cangiante, ai limiti del davvero pericoloso ma tant'è.
Dà fastidio sottolinearlo? Beh, cari scienziati delle para-scienze geo-climatiche a libro paga pubblico: se non vi piace, dovete necessariamente smetterla con la narrativa e passare al verosimile logico scientifico.
All'incirca dicendo: "il clima cambia costantemente; dato che siamo diventati tanti e che invasioni barbariche, colonizzazioni e migranti producono solo casini, degrado e regresso, per adattarci ai cambiamenti climatici NATURALI serve investire in modo mirato, in primis sul ciclo dell'acqua - sua disponibilità, pulizia, contenimento etc.".
Ad occhio, sorpresa, la spesa richiesta alla fine sarebbe circa la stessa imho. Solo che finirebbe in PROGRESSO GLOBALE invece che in biz senza senso gestiti da gatti&volpi pronti a lasciare cerini e cocci al parco buoi (vedi Europa de-industrializzata).
Lo schema viene applicato perché coi para-scienziati ignoranti e affamati d'oggidì è facile e le masse, da terrorizzate, cagano il lesso più volentieri. E' sempre lo stesso schema, dalla pandemia al Rearm Eu.
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“Ma l’incertezza è più bella”: il nuovo romanzo di Lavinia Monti in presentazione a Roma il 29 marzo
Alle 18, presso lo Spazio Gattomerlino, l’autrice dialoga con la scrittrice Piera Mattei su sogni, viaggi, Europa e il coraggio di scegliere Sabato 29 marzo 2025 alle ore 18, lo Spazio Gattomerlin in Borgo Vittorio 95 a Roma ospiterà la presentazione del nuovo romanzo di Lavinia Monti, Ma l’incertezza è più bella, pubblicato da Giacovelli Editore. Un’occasione per esplorare i temi del…
#Alessandria today#autrici italiane emergenti#Cambiamento#carriere internazionali#Erasmus generation#eventi Roma marzo 2025#evento culturale gratuito#Giacovelli Editore#Google News#introspezione#italianewsmedia.com#Lava#Lavinia Monti#letteratura femminile#letteratura italiana#libri per viaggiatori#Ma l’incertezza è più bella#narrativa contemporanea#narrativa giovane#Nuove generazioni#passioni globali#Pier Carlo#Piera Mattei#presentazione libro Roma#presentazioni librarie#relazioni a distanza#romanzi ambientati in Europa#romanzi di viaggio#romanzi femminili#romanzi generazionali
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Nel nostro immaginario collettivo il “vero stupro” avviene nello spazio pubblico (un parcheggio, una stradina solitaria), la notte, e la donna, che indossa un abito scollato o la minigonna, è minacciata con un coltello o un’arma da fuoco da un mostruoso sconosciuto psicopatico. In realtà, questo scenario corrisponde solo a un’esigua minoranza dei casi. È dunque indispensabile decostruire questi pregiudizi sullo stupro, obiettivo che ci siamo prefissati con Noémie Renard, bioingegnera e militante femminista, che ha studiato, compilato, raccolto migliaia di statistiche e di studi sulle violenze sessuali, per farne un’opera notevole, “En finir avec la culture du viol.” Ecco le conclusioni di Renard.
– Gli stupratori non utilizzano quasi mai armi e non hanno bisogno di usare violenza fisica.12 Nel 70% dei casi le vittime non si divincolano perché sono paralizzate (dalla paura, perché non riescono a credere a quello che stanno subendo).
– Gli stupratori non sono dei “frustrati”. Non violentano per mancanza di rapporti sessuali consenzienti. Tutti gli studi sugli aggressori sessuali mostrano che hanno più partner sessuali rispetto alla media: una ricerca del 1990 rivela che l’89% degli uomini in carcere per stupro, prima della condanna, aveva rapporti regolari almeno una o due volte a settimana, di cui si diceva soddisfatto.
– Gli stupratori non violentano in preda a “pulsioni” incontrollabili: se così fosse, lo farebbero in mezzo alla strada, in pieno giorno, davanti a tutti.
– Gli stupratori non sono psicopatici. In Europa solo il 7% degli stupratori condannati ha un disturbo mentale. Al contrario, hanno un comportamento estremamente razionale: le loro azioni sono ponderate, premeditate, calcolate, per cercare di esporsi a meno rischi possibili.
– Lo stupratore è spesso “l’uomo qualunque” di ogni età ed estrazione. Il collettivo Féministe contre le viol che da anni ha una linea d’ascolto delle vittime, riporta che queste donne sono state violentate da agricoltori, medici, operai.
– Lo stupro è un reato molto più diffuso di quanto si pensi: in media tra il 25% e il 43% degli uomini dice di aver compiuto almeno una volta nella vita un’aggressione sessuale, o una penetrazione forzata.
– Gli stupratori non sono degli sconosciuti: l’80% delle vittime racconta di essere stato stuprato da uomini che conosceva: mariti, amici, vicini, professori, persone di famiglia.
Victoire Tuaillon - Fuori le palle. Privilegi e trappole della mascolinità.
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La Presidente Messicana CLAUDIA SHEINBAUM scrive a Trump e Musk a nome del resto del MONDO:
" Così avete votato per costruire un muro... Bene, miei cari americani, anche se voi non capite molto di geografia, visto che per voi l'America è il vostro paese e non un continente, è importante che prima di mettere i primi mattoni sappiate cosa state lasciando fuori da questo muro.
Fuori ci sono 7 miliardi di persone; ma visto che non vi suona molto questa cosa delle persone, li chiameremo consumatori.
Ci sono 7 miliardi di consumatori disposti a sostituire l'iPhone con il Samsung o l'Huawei in meno di 48 ore.
Inoltre possono sostituire le Levi 's con Zara o Massimo Duti.
Tranquillamente, in meno di sei mesi, possiamo smettere di comprare veicoli Ford o Chevrolet e sostituirli con una Toyota, KIA, Mazda, Honda, Hyundai, Volvo, Subaru, Renault o BMW, che tecnicamente superano di gran lunga le auto che producete negli USA.
Questi 7 miliardi possono anche smettere di abbonarsi a Disney TV e non ci piacerebbe, ma possiamo smettere di guardare film di Hollywood e iniziare a guardare più produzioni latinoamericane o europee che hanno qualità, messaggi, tecniche cinematografiche e contenuti superiori.
Anche se vi sembra incredibile, possiamo smettere di andare a Disney e andare al parco Xcaret a Cancún, Messico, Canada o Europa: ci sono altre destinazioni eccellenti in Sud America, Oriente e Europa.
E che ci crediate o no, anche in Messico ci sono hamburger migliori di quelli di McDonald's e con un contenuto nutrizionale migliore.
Qualcuno ha visto delle piramide negli Stati Uniti? In Egitto, Messico, Perù, Guatemala, Sudan e altri paesi ci sono piramidi con culture incredibili.
Cercate dove sono le meraviglie del mondo antico e moderno...
Nessuna è negli Stati Uniti... Che peccato per Trump, beh, l'avrebbe comprata e rivenduta!
Sappiamo che esiste l'Adidas e non solo la Nike e possiamo iniziare a consumare tennis messicani come i Panam.
Sappiamo molto più di quanto crediate; sappiamo, per esempio, che se questi 7 miliardi di consumatori non compreranno i vostri prodotti, ci sarà disoccupazione e miseria proprio dentro gli USA e la loro economia di certo, (all'interno del muro razzista), crollerà al punto che ci pregherete voi di abbattere il vostro fatidico muro razzista.
Niente queríamos, pero...
Volevate un muro, avrete un muro."
CLAUDIA SHEINBAUM
PRESIDENTE DEL MESSICO
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Operazione "Porcospino d'acciaio"
come fu che dichiarammo guerra alla Russia
I vertici europei si aspettano un'invasione russa dell'Europa, bellicosi e agguerriti, come piccoli chihuahua ringhiano rabbiosi all'orso russo (orso: medved'): Von der Leyen: riarmare l'Ucraina, trasformeremo Kiev in un porcospino d'acciaio. È chiaro che vogliono attaccare briga, con quale lungimiranza, solo la storia saprà dircelo. Un'economia di guerra in Europa che possa ravvivare il crollo della produzione industriale, la riconversione delle fabbriche di automobili in fabbriche di carrarmati. Può anche darsi che l'orso russo non avesse intenzione di attaccare l'Europa ma che gliela stiano facendo venire. Considerando i russi a questo punto potrebbe anche accadere. Io tutt'al più potrei spendermi il mio nome russo e qualche libro di Pelevin, nascondendo però la mia passione per gli ucraini Bulgakov e Gogol'. Lo voglio dire ai miei amici di sinistra che oggi si sono riscoperti guerrafondai quando solo io, considerata la mia passione per gli aerei da guerra, auspicavo l'acquisto degli F-35 Lightning, con o senza deliziose alette canard. Oggi i francesi scoprono allarmati che il pentagono può bloccare l'operatività degli F35 europei, dal Messaggero: "F-35 americani in Europa, il Pentagono ora può bloccare i decolli. L'intelligence francese: gestione software negli Usa. Secondo Gomart, se Washington attaccasse la Groenlandia, nessun Paese europeo potrebbe far decollare i suoi F-35 per difenderla". Gli europei alla guerra sono una barzelletta.
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Un’Europa sottomessa e senza bussola
Gli europei non si accorgono neppure più dove stanno andando, o forse fanno finta di non saperlo: sono un po’ sonnambuli e un po’ sottomessi al loro destino. Siamo all’agonia della politica estera comune europea, che per altro non è mai esistita, cullando nel settore difesa l’idea di una Banca per il Riarmo destinata a divorare altre risorse. Hanno sempre seguito l’agenda americano-israeliana, dall’Est Europa al Medio Oriente, e ora ne pagano le conseguenze.
La loro disonestà è tale da pensare che la guerra in Ucraina sia cominciata il 24 febbraio 2022 e non quando, nel gennaio 2014, il sottosegretario di Stato Usa Victoria Nuland, in una conversazione con il suo ambasciatore a Kiev, pronunciò la ormai famosa frase «Fuck the Eu», letteralmente «l’Unione europea si fotta».
Si discuteva ancora di un accordo tra il governo ucraino del filo-russo Viktor Janukovich e l’opposizione. Allora non c’era Trump alla Casa bianca ma Barack Obama e il suo vice era Joe Biden, che accorse a Piazza Maidan a celebrare il primo anniversario delle proteste mentre suo figlio Hunter guadagnava milioni di dollari in Ucraina nel settore energetico. E ora vorremmo stupirci se Trump trascina Zelensky a firmare l’accordo multi-miliardario sulle terre rare mentre Putin, diventato ormai a Washington un «volenteroso dittatore», si offre di portargli quelle in possesso dei russi? Chi più ne ha più ne metta mentre ognuno si fa i propri conti in tasca e Macron, nella sua visita da Trump, reclama che l’Europa ha versato all’Ucraina il 60 per cento degli aiuti, più degli Stati uniti.
Ma il presidente americano si tappa le orecchie: questa guerra, nonostante le copiose commesse all’industria bellica americana, è un «cattivo affare» e bisogna chiuderla. C’è da pensare alla Cina. A raccontare la favoletta della «pace giusta» ormai insistono solo i giornali del mainstream, spiazzati dagli eventi. Ma quale pace giusta? Gaza e la Palestina sono la prova che in Europa non ci crede nessuno.
La sottomissione europea al complesso militar-industriale israelo-americano è totale. Pochi giorni dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre, Biden spostava le portaerei nel Mediterraneo orientale e stanziava miliardi di dollari di aiuti militari per Israele: gli Stati uniti si sono immediatamente schierati non per la pace ma per una escalation del conflitto. E noi europei con loro, mascherando i nostri aiuti a Israele dietro la ormai sfiorita formula «due popoli e due stati». Il complesso militar-industriale israelo-americano si è schierato all’Onu con Putin e le dittature perché tra un po’ gli Usa riconosceranno l’annessione israeliana della Cisgiordania.
Chiediamo giustamente a Putin di ritirarsi dai territori occupati in Ucraina ma Israele occupa il Libano, ha esteso la sua presenza nel Golan siriano e si sta divorando la West Bank. Giustifichiamo tutto questo con la necessità di Israele di preservare la sua “sicurezza”, le stesse argomentazioni che usa Putin quando chiede alla Nato di tenersi lontana dall’Ucraina. Non è un caso che contro la risoluzione all’Onu che difendeva l’integrità territoriale dell’Ucraina abbiano votato contro Usa e Israele insieme a Russia, Bielorussia, Mali, Nicaragua, Corea del Nord e Ungheria (Iran e Cina si sono astenuti, si presume per la vergogna).
Il Consiglio di Sicurezza ha poi approvato una brevissima risoluzione degli Stati uniti che chiede la «rapida fine della guerra», senza però citare la Russia come aggressore e senza far riferimento alla sovranità territoriale di Kiev. Francia e Gran Bretagna, che avrebbero potuto porre il veto, hanno preferito astenersi, spianando la strada alla versione di Trump che piace tanto a Israele. Da notare il doppio binario dell’Italia. Stiamo con l’Unione europea ma Meloni, con la scusa del Forum con gli Emirati, si è sfilata dalla cerimonia di Kiev per il terzo anniversario della guerra: prendiamo 40 miliardi di dollari di mancia dagli sceicchi membri del Patto di Abramo con Israele e la premier incassa le lodi sperticate di Trump.
Cosa volete di più? È il manuale della giovani marmotte di Trump. La Ue paga anni di sottomissione a Usa e Israele: Trump è l’anello mancante di decenni in cui abbiamo giustificato, partecipato o avallato guerre di occupazione e aggressione, dall’Iraq alla Libia, dall’Afghanistan alla Palestina, provocando la disgregazione di interi paesi e popoli, centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi. Basti pensare all’Iraq nel 2003, dove tra i soldati si contava pure un nutrito contingente di ucraini. Fu un conflitto per «esportare la democrazia» che ha precipitato la regione nell’anarchia e nel terrorismo integralista più feroce.
In un momento in cui ci si indigna per le bugie e i travisamenti della realtà di Trump, bisogna ricordare che la guerra del 2003 fu la più grande fake news della storia recente, quando gli Usa giustificarono l’attacco con una campagna di stampa e propaganda mondiale che sbandierava il possesso da parte di Saddam Hussein di armi di distruzione di massa che non furono mai trovate. Venne persino esibita all’Onu dal segretario di stato Powell una falsa provetta con armi chimiche. Una tragica commedia. Nessuno dei responsabili ha mai pagato – né Bush né Blair – e abbiamo partecipato a quella guerra e alle altre senza fiatare. Ora ci tocca accettare le bugie di Trump e gli insulti del suo vice Vance a Monaco: sanno con chi hanno a che fare. I sottomessi europei. Alberto Negri, ilmanifesto.it, 26/02/2025
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Ci sono parole che diventano familiari col tempo e che, spesso, hanno a che fare con eventi drammatici ai quali purtroppo, in un modo o nell’altro, ci abituiamo. O, peggio ancora, anestetizziamo. Allah Akbar, Allah è grande. Quella che un tempo era una preghiera pronunciata sottovoce è diventata l’urlo dei terroristi islamici. Jihad, la guerra santa piombata con due aerei contro le Torri Gemelle di New York e poi in Europa con le bandiere nere dello Stato islamico. E oggi “taharrush gamea”, lo stupro legalizzato del branco maghrebino. Un’onda continua che separa le donne. E che diventa onta. Offesa. Vergogna.
La storia è nota. La prima volta è in piazza Tahrir, in Egitto, durante le Primavere arabe. In quella rivoluzione, che avrebbe dovuto portare libertà e democrazia, avanza il gruppo estremista dei Fratelli musulmani. Le donne diventano qualcosa da nascondere. Qualcosa che non ha dignità. Se scendono in piazza le si accerchia. Le mani corrono ovunque. Sui fianchi. Sotto i vestiti. E loro non possono fare nulla. Non basta il “no”. Non basta implorare pietà. Quella donna deve essere annichilita. Il “gioco” della gang, soprattutto in quei Paesi dove il gruppo è ancora sentito, piace e si diffonde, come è ovvio, anche nel Vecchio continente. Succede a Colonia, dove gruppi di immigrati nordafricani si fiondano, nella notte di capodanno del 2016, su donne indifese. Il procuratore della Repubblica si affretta a dire che la stampa esagera e che questi stupri sono dovuti “alla misoginia” più che alla presenza di profughi. Per la prima volta, però, si fa il nome e si parla di “taharrush gamea”. I giornali provano ad approfondire nonostante politici e magistrati facciano il possibile per nascondere e minimizzare. Succede ancora. Ad Amburgo, in Gran Bretagna, in Svezia, in Belgio. E anche nel nostro Paese. Nella notte di Capodanno del 2022 e in quella del 2024. Ancora una volta “taharrush gamea”. Ancora una volta i media minimizzano.
Un'interrogazione presentata dal capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, chiede chiarimenti al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che risponde: “L’autorità giudiziaria sta accertando il quadro delle responsabilità, facendo piena luce su quanto accaduto anche al fine di verificare, come sembra, se si sia trattato di una pratica organizzata ascrivibile al cosiddetto ‘taharrush gamea’”. Come sembra, dunque. Perché le violenze che abbiamo visto durante l’ultima notte dello scorso anno sono sovrapponibili a questo macabro rito. Non a caso, l’onorevole Sara Kelany ha detto: “Sono sempre le stesse modalità: gruppi di uomini di origine nordafricana che, con lo stesso schema, accerchiano, neutralizzano e violentano le donne.
Da anni Fratelli d’Italia denuncia questo scempio, oggi siamo lieti del fatto che la procura finalmente indaghi, finalmente si solleva quel velo di ipocrisia buonista che per troppo tempo ha fatto sì che queste vicende venissero taciute per non essere tacciati di islamofobia”.
“Taharrush gamea”, quindi. Il termine è nel nostro vocabolario perché è già entrato nelle nostre vite. Ed è bene intervenire. Prima che sia troppo tardi (anche se forse già lo è).
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