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[Appunti di viaggio nel variopinto universo della sessualità][Paolo Costa]
Scopri la complessità della sessualità umana in questo viaggio tra desiderio, emozioni e sfide. Una guida per orientarsi e ampliare i propri orizzonti, con approfondimenti su HIV/AIDS e altre tematiche sessuali. Unisciti a noi e contribuisci a migliorare
Esplorare la complessità della sessualità umana: un viaggio tra desiderio, emozioni e sfide Titolo: Appunti di viaggio nel variopinto universo della sessualitàA cura di: Paolo CostaEdito da: SomettiAnno: 2024Pagine: 164ISBN: 9788874959280 La sinossi di Appunti di viaggio nel variopinto universo della sessualità di Paolo Costa La dimensione sessuale è una componente fondamentale della vita…
#2024#AIDS#Anlaids Mantova#Appunti di viaggio nel variopinto universo della sessualità#gay#HIV#HIV/AIDS#Italia#LGBT#LGBTQ#libri gay#nonfiction#Paolo Costa#Saggi#Saggistica#Sometti
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È stata la mano di Dio / The Hand of God Paolo Sorrentino. 2021
Port Porto di Cetara, Via Galea, 84010 Cetara SA, Italy See in map
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#paolo sorrentino#È stata la mano di dio#the hand of god#filippo scotti#toni servillo#teresa saponangelo#marlon joubert#luisa ranieri#cetara#costa amalfitana#salerno#campania#italy#port#movie#cinema#film#location#google maps#street view#2021
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#acmilan#ac milan#milan#juventus#seria a#italy#italian#italian football#footbal#soccer#derby#italian derby#gianluigi buffon#andriy shevchenko#del piero#paolo maldini#rui costa#trezeguet#seedorf#davids#filippo inzaghi#andrea pirlo#gennaro gattuso#nesta#thuram#zambrotta#camoranesi#tacchinardi#dida#alessandro costacurta
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ac milan celebrates victory after the ucl semi final second leg match between inter & milan on may 13, 2003
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disegni di corrado costa in: paolo badini, "la pietra d'oro", geiger, 1975
cliccare per ingrandire _
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#Today on Paolo Costas X UFC#MMA#Khabib Nurmagomedov#Conor McGregor#Jon Jones#Israel Adesanya#Wrestling#Brazilian Jiu Jitus#Boxing#Karate#Kickboxing#MMAgifs#MMA news
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Scavi / Ostriche, mosaici e affreschi romani: conclusa la quarta campagna nel sito sommerso di Lio Piccolo (Venezia)
ARCHEOLOGIA - Scavi / Ostriche, mosaici e affreschi romani: conclusa la quarta campagna nel sito sommerso di Lio Piccolo (Venezia)
Redazione Dopo tre settimane di lavori, si è conclusa la quarta campagna di scavo archeologico sul sito di Lio Piccolo, lungo canale Rigà, nella laguna nord. Le indagini hanno permesso di conoscere meglio una vasca per il mantenimento in vita di ostriche, conservate all’interno a centinaia, costruita in mattoni e legno. La vasca (vivarium) è stata costruita circa nella seconda metà del I secolo…
#Adele Bertini#archeologia#archeologia subacquea#Ca&039; Foscari#Ca’ Foscari#Carlo Beltrame#Cavallino Treporti#Elisa Costa#mosaici#notizie#Paolo Mozzi#SABAP di Venezia e Laguna#scavi#scavi archeologici#Università di Padova#Venezia#Villa romana di Lio Piccolo
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“A Roma, dopo la guerra, facevo il contabile in una casa cinematografica: la Rank Film. Non ero riuscito a inserirmi nell’industria edilizia e una cugina m’aveva trovato quel posto alla Rank. Qui lavoravo, o fingevo di lavorare, con cinque donne: in una stanza tappezzata con i ritratti di attori come James Mason, Patricia Neal, Margaret Lockwood, Phyllis Calvert. Forse influenzato da ciò, lasciavo che le cinque donne sgobbassero per me e passavo le giornate leggendo ad alta voce libri di poesie. Leggevo bene. Un giorno, la signora della stanza accanto mi disse:
«Ho un cognato che recita all’università, vuole che gli parli di lei?». «Magari, risposi». Guadagnavo 28mila lire al mese che se ne andavano in medicine per mio padre ammalato. Mai un cinematografo, mai uno svago, tutt’al più un po’ di biliardo. Mi iscrissi all’università, facoltà di Economia e commercio, per frequentare l’Accademia d’arte drammatica. Mi piacque. Recitai due anni mentre gli amici del quartiere mi prendevano in giro: «Ecché, se’ diventato frocio?».
Poi Luchino Visconti mi vide, per caso, e mi mandò a chiamare: gli serviva un giovane e pensava di scritturarmi. Dissi: «Quanto?». Rispose: «2.500 al giorno». «75mila al mese, Gesù!». Lasciai subito la Rank e per mesi non confessai nulla a mia madre: ogni mattina continuavo a uscire alle otto e a dire che andavo in ufficio. Mi ci volle coraggio per confessare la verità. Lei la prese bene ma sussurrò: «Figlio mio, durerà?». Lo ripete ancora: «Figlio mio, stacci attento. Con tutti i camerieri che hai, con quel che costa la vita. Un buon impiego sarebbe stato meglio». È convinta che, se fossi entrato alle Ferrovie dello Stato, ora sarei capostazione e avrei i biglietti gratis per la famiglia.
Io ho avuto tanta fortuna, solo fortuna. La fortuna che a Visconti servisse un giovanotto rozzo come me. La fortuna che la sua compagnia fosse la più importante e allineasse attori come Ruggero Ruggeri, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Vittorio Gassman. La fortuna che Gassman se ne andasse e io prendessi il suo posto. La fortuna che mi offrissero il cinema, infine, grazie a questo nasino che detesto. Ma il successo di un attore non è quasi mai legato a ragioni nobili e serie. A me si addice la battuta che c’è in un film di Federico Fellini: «Ho troppe qualità per essere un dilettante e non ne ho abbastanza per essere un professionista»."
Marcello Mastroianni
Marcello in 8½ di Fellini
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While remote cameras often capture images of wildlife, it's funny to see wildlife capture a remote camera.
This curious lion in South Africa knows the importance of remote cameras and how they are vital for conservation efforts. With thousands set up around the world, these cameras help us conduct long-term studies on species like clouded leopards in Malaysia, tigers in Thailand, jaguars in Costa Rica and lions across Senegal.
Want to know about our carnivore studies in Senegal? Learn about Dr. Paolo Strampelli's efforts to cover Niokola-Koba National Park with remote cameras, in collaboration with Biodiversity and Protected Areas Management.
Southern Lion | Panthera
#photo#felidae#pantherinae#panthera#panthera leo#panthera leo melanochaita#lion#southern lion#bloopers#trail cam
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New To Me - 2023
All About Alice (1972, Ray Harrison)
Bambi (1942, David Hand)
Die, Mommie, Die! (2003, Mark Rucker)
Dreams (1990, Akira Kurosawa)
Elephant (1989, Alan Clarke)
Erin Brockovich (2000, Steven Soderbergh)
Glen or Glenda (1953, Edward D. Wood Jr.)
A Happening in Central Park (1968, Robert Scheerer)
In Vanda’s Room (2000, Pedro Costa)
LA Plays Itself (1972, Fred Halsted)
The Ladies Man (1961, Jerry Lewis)
Morvern Callar (2002, Lynne Ramsay)
News from Home (1976, Chantal Akerman)
A Self-Induced Hallucination (2018, Jane Schoenbrun)
Series 7: The Contenders (2001, Daniel Minahan)
Single White Female (1992, Barbet Schroeder)
Terminal USA (1993, Jon Moritsugu)
What Really Happened to Baby Jane (1963, Ray Harrison)
The Wiz (1978, Sidney Lumet)
Zero Day (2002, Ben Coccio)
+++
2LDK (2003, Yukihiko Tsutsumi)
AM1200 (2008, David Prior)
Another Gay Movie (2006, Todd Stephens)
Black Book (2006, Paul Verhoeven)
Bloodbath at the House of Death (1984, Ray Cameron)
Bloody Muscle Body Builder in Hell (1995, Shinichi Fukazawa)
Caniba (2017, Lucien Castaing-Taylor & Véréna Paravel)
Charade (1963, Stanley Donen)
Close Encounters of the Third Kind (1977, Steven Spielberg)
The Color Purple (1985, Steven Spielberg)
Crimes of Passion (1984, Ken Russell)
Death to Smoochy (2002, Danny DeVito)
The Faculty (1998, Robert Rodriguez)
Foxfur (2012, Damon Packard)
The Fluffer (2001, Richard Glatzer & Wash Westmoreland)
Freeway (1996, Matthew Bright)
Girls Will Be Girls (2003, Richard Day)
Hotel (2004, Jessica Hausner)
The Idiots (1998, Lars von Trier)
The Inheritance (2020, Ephraim Asili)
Lady Gaga and the Muppets Holiday Spectacular (2013, Gregg Gelfand)
Mod Fuck Explosion (1994, Jon Moritsugu)
Ned Rifle (2014, Hal Hartley)
Pee-wee’s Playhouse Christmas Special (1988, Paul Reubens & Wayne Orr)
R100 (2013, Hitoshi Matsumoto)
The Salt Mines [1990] & The Transformation [1996] (Susana Aikin & Carlos Aparicio)
Seconds (1966, John Frankenheimer)
Sextool (1975, Fred Halsted)
Sibyl (2019, Justine Triet)
Spirited Away (2001, Hayao Miyazaki)
Star 80 (1983, Bob Fosse)
Strange Days (1995, Kathryn Bigelow)
Teknolust (2002, Lynn Hershman-Leeson)
Theorem (1968, Pier Paolo Pasolini)
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«Amo la vita così ferocemente, così disperatamente, che non me ne può venire bene: dico i dati fisici della vita, il sole, l'erba, la giovinezza: è un vizio molto più tremendo di quello della cocaina, non mi costa nulla e ce n'è un'abbondanza sconfinata, senza limiti: e io divoro, divoro... Come andrà a finire, non lo so...»
Pier Paolo Pasolini
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"Mo Soul" Player Playlist 29 April
Los Ladrones - Mi Amor Es (Waiwan Mix)
Don Costa Orchestra - Charley
Mary Jane Hooper - I've Got Reasons (Professor Shorthair Remix)
Funk Ferret - Smash Ya Moustache
Boomkat - The Wreckoning
Boogie Down Edits - What Does It Take
The Brand New Heavies Feat. Master Ace - Wake Me When I'm Dead
Toni Campo - Two Way Stretch
Blacknuss - Getaway
The Dining Rooms - Thin Ice (Paolo Fedreghini & Marco Bianchi Remix)
High Five Quintet - Conversation (Nicola Conte New Jazz Version)
Paolo Fedreghini - Please Dont Leave
Nicola Conte - Love In
Duran Y Garcia - Heavy Piano
Soulstance - Saharian
If you really want to enjoy music and help musicians and bands, buy their lp’s or cd’s and don’t download mp3 formats. There is nothing like good quality sound!!!
(Angel Lo Verde / Mo Soul)
#mo soul#playlist#music#soul#blues#funk#jazz#lounge#reggae#rock#fusion#house#r&b#afro funk#disco funk#acid jazz#nu jazz
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Ortona
Una città “dalle sere dolci e profumate come quelle d’Oriente”
(Gabriele D’Annunzio)
Questa città ha una storia tutta da scoprire, dove leggende tramandate nel tempo si mescolano alla vita di tutti i giorni e sanguinose battaglie e saccheggi distrussero tanto davvero troppo tra le vie di questa cittadina.
In passato la città era completamente circondata da una cinta muraria trecentesca e al suo interno era suddivisa tra Terra Vecchia, ovvero la zona dove abitavano i pescatori e i marinai e dove si svolse la terribile Battaglia del dicembre 1943, e Terra Nuova, una zona costituita per lo più da orti e campi. Parlando di Terra Vecchia bisogna considerare un aspetto molto singolare che i pescatori avessero lì le loro casette colorate tra quelle viuzze strette nella parte alta della città e non sulla costa vicino al porto e che per raggiungere le loro imbarcazioni percorressero degli scalini che collegano ancora oggi queste due zone; inoltre bisogna dire che il porto un tempo non era situato dove lo troviamo oggi ma si trovava più vicino al Castello Aragonese quindi sotto la cosiddetta Pizzuta.
Proprio dietro al faro dell'attuale porto, dove si trova anche una statua di San Tommaso che accoglie i marinai, c'è una piccola spiaggetta di pietre nominata la spiaggetta della Ritorna perché con l'avvicinarsi del maltempo le mogli dei pescatori (ed anche secondo un'altra leggenda una principessa) urlavano e pregavano «ritorna» ai loro amati.
Percorrendo le viuzze di Terra Vecchia possiamo notare un arco in pietra tufacea, il materiale di cui sono costutuite le scogliere, una casa lasciata così com'era di cui si può scorgere il colore originale attorno alla finestra e una casa che venne distrutta dalle bombe che si trova (ironia della sorte) nella piazzetta dedicata alla convivialità nominata dell'Allegria.
Per quanto riguarda il commercio bisogna dire che Ortona aveva un commercio comune con Venezia di stoccafisso e baccalà, che un tempo era il pesce dei poveri e dei contadini.
Terra Vecchia ha termine dove è situato Palazzo Farnese, costruito nel 1584 venne comprato dalla Madama (Margherita d'Austria) insieme a tutto il feudo di Ortona e le vennero affidati anche i restanti feudi abruzzesi che amministrò con grande maestria.
Tra i personaggi illustri di Ortona che possiamo nominare ci sono due membri del Cenacolo Michettiano: Basilio Cascella (seppur nato a Pescara) e il compositore Francesco Paolo Tosti.
Pertanto a fine 800 Ortona vive di riflesso del Cenacolo Michettiano e vengono costruite case in stile liberty.
Proprio a Ortona è stato composto il nostro "inno" abruzzese per la gioventù "Vola Vola Vola " a cui a Porta Caldari è dedicata una fontana.
Vulesse fa' r'venì pe' n'ora sole
Lu tempe belle de la cuntentezze
Quande pazzijavame a vola vola
E te cupria de vasce e di carezze
E, e vola, vola, vola, vola, vola E vola lu pavone Si tiè lu core bbone Mo' fammece arrepruvà
...
Percorrendo la passeggiata orientale che costeggia la costa e qualche viuzza raggiungiamo affacciato sul mare il Castello Aragonese che esternamente si presenta intatto ma all'interno possiamo notare essere rimaste in piedi solo alcune mura e torrette. La sua storia è un continuo trasformarsi: da alcuni resti romani venne costruita poi una fortezza che in seguito venne utilizzata per scopi militari, per poi venire acquistata facendola diventare un palazzo signorile con all'interno un meraviglioso giardino all'inglese.
È arrivato il momento di fare una visita al museo dedicato alla Battaglia di Ortona tra civili e soldati canadesi contro le truppe tedesche, ma intanto possiamo già rinvenire delle tracce di questo sanguinoso scontro in un vicolo della città dove possiamo ancora leggere una scritta che indicava il coprifuoco: "il coprifuoco per tutte le truppe alleate è alle 21:00" e affianco possiamo notare dei fori nel muro causati dalle schegge delle granate esplose e dai proiettili.
Il Museo della Battaglia conserva oggetti e foto che testimoniano i giorni del violento scontro urbano del dicembre 1943, ciò che caratterizza questa guerra è essere stata principalmente una guerra di "propaganda" e poco utile invece a fini strategici, anche se comunque molto sanguinosa essendosi svolta casa per casa.
I civili vennero fatti sfollare dalle truppe tedesche ma non tutti fuggirono decidendo di nascondersi nelle cantine delle loro case ma perdendo così la vita.
Ortona ha ottenuto la medaglia d'oro al valore civile perché durante il conflitto ci si è aiutati l'un l'altro civili e soldati canadesi.
I tedeschi tra le altre cose distrussero anche la torre dell'orologio, una delle due torri della Cattedrale di San Tommaso, per evitare fosse un punto di avvistamento.
Ma perché proprio a Ortona?! Semplice, perché è qui che il Re Vittorio Emanuele III di Savoia fuggì durante la seconda guerra mondiale imbarcandosi appunto al porto di Ortona verso Brindisi; ed è qui che si trovava la Linea Gustav.
Tra gli oggetti presenti nel museo possiamo soffermarci su tre in particolare:
I papaveri ricamati sulle vesti dei soldati canadesi e delle crocerossine, che indicavano la loro morte in battaglia essendo i papaveri rossi come il sangue;
Varie radioline e giradischi militari con cassa perché anche i soldati avevano bisogno di qualche momento di svago;
Una foto particolarissima, una foto di un banchetto di natale realizzato durante la guerra per i soldati circondato da firme, firme dei soldati sopravvissuti sia canadesi che tedeschi come inno alla pace, a testimoniare che fare la guerra non conviene.
Ora è sufficiente uscire dal museo e svoltare verso la costa per raggiungere la Cappella del Crocifisso Miracoloso. Un tempo chiamato monastero di Sant'Anna questo luogo è testimone di antiche storie di fede, mare, corsari saraceni e leggende anche culinarie.
Era il luogo di fede in cui vivevano e pregavano del monache di clausura. Si narra che un giorno mentre pregavano l'affresco del crocifisso iniziò a gettare sangue dal costato, questo venne considerato un miracolo ma anche simbolo di presagio di un'imminente tragedia. Il sangue miracoloso venne raccolto in due ampolline, di cui una si trova a Venezia e l'altra è rimasta in questa Cappella ad Ortona rinchiusa in una teca (che viene messa in mostra il secondo venerdì del mese).
Il presagio era reale infatti dalla costa arrivarono le vele dell'ammiraglio della flotta ottomanna Piyale Paşa che iniziarono a distruggere tutto. Gli abitanti di Ortona fuggirono nelle campagne ma le monache di clausura non poterono abbandonare il monastero e restarono a pregare, le loro preghiere forse le salvarono perché Ortona viene nuovamente distrutta ma i nemici non riuscirono nemmeno ad avvicinarsi al monastero e alle suore di clausura perché una fitta nebbia ricoprì questo luogo come a renderlo invisibile e inesistente.
A questo luogo e alle monache di clausura sono legate anche altre due leggende di cui una è solamente la visione della realtà in chiave magica e fantasy poiché le monache di notte per lavare i panni si recavano alla fonte vicina facendosi luce nel buio e da allora quella fonte venne chiamata la fonte delle fate. Mentre l'altra è legata alla nascita del dolce tipico di Ortona: le nevole (da non confondere con le neole o ferratelle abruzzesi), dolce che appunto secondo questa leggenda è stato creato dalle monache di clausura che un giorno avendo finito le ostie presero gli ingredienti che avevano e unendoli e cuocendoli con il ferro per le ostie diedero vita alle nevole, la cui ricetta prevede solamente mosto cotto, arancio autoctono dal sapore dolceamaro e olio d'oliva (alcuni pasticceri del posto aggiungono anche della cannella).
La Cattedrale di San Tommaso, un tempo Cattedrale di Santa Maria Vergine, custodisce le reliquie dell���apostolo San Tommaso e la sua pietra tombale dove viene ritratto l'apostolo e che presenta due fori uno per inserirvi un bastoncino di incenso e l'altro per inserirci degli oggetti che successivamente venivano recuperati intrisi dell'energia sacra per poter ottenere cure miracolose, infatti sia la pietra tombale che le reliquie stesse dell'apostolo sono importanti non per il loro aspetto fisico materiale ma per l'energia fortissima dell'anima che emana il corpo del santo apostolo, un'anima che è stata così vicina a Cristo nei suoi giorni in Palestina.
Spero questo riassunto vi abbia fatti viaggiare insieme a me alla scoperta di questa città abruzzese e ringrazio per la visita guidata i Compagni d'Avventura e Ortona Welcome
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Te lo racconto (al telefono) io.
A Roma, dopo la guerra, facevo il contabile in una casa cinematografica: la Rank Film. Non ero riuscito a inserirmi nell’industria edilizia e una cugina m’aveva trovato quel posto alla Rank. Qui lavoravo, o fingevo di lavorare, con cinque donne: in una stanza tappezzata con i ritratti di attori come James Mason, Patricia Neal, Margaret Lockwood, Phyllis Calvert. Forse influenzato da ciò, lasciavo che le cinque donne sgobbassero per me e passavo le giornate leggendo ad alta voce libri di poesie. Leggevo bene. Un giorno, la signora della stanza accanto mi disse:
«Ho un cognato che recita all’università, vuole che gli parli di lei?». «Magari, risposi». Guadagnavo 28mila lire al mese che se ne andavano in medicine per mio padre ammalato. Mai un cinematografo, mai uno svago, tutt’al più un po’ di biliardo. Mi iscrissi all’università, facoltà di Economia e commercio, per frequentare l’Accademia d’arte drammatica. Mi piacque. Recitai due anni mentre gli amici del quartiere mi prendevano in giro: «Ecché, se’ diventato frocio?». Poi Luchino Visconti mi vide, per caso, e mi mandò a chiamare: gli serviva un giovane e pensava di scritturarmi. Dissi: «Quanto?». Rispose: «2.500 al giorno». «75mila al mese, Gesù!». Lasciai subito la Rank e per mesi non confessai nulla a mia madre: ogni mattina continuavo a uscire alle otto e a dire che andavo in ufficio. Mi ci volle coraggio per confessare la verità. Lei la prese bene ma sussurrò: «Figlio mio, durerà?». Lo ripete ancora: «Figlio mio, stacci attento. Con tutti i camerieri che hai, con quel che costa la vita. Un buon impiego sarebbe stato meglio». È convinta che, se fossi entrato alle Ferrovie dello Stato, ora sarei capostazione e avrei i biglietti gratis per la famiglia.
Io ho avuto tanta fortuna, solo fortuna. La fortuna che a Visconti servisse un giovanotto rozzo come me. La fortuna che la sua compagnia fosse la più importante e allineasse attori come Ruggero Ruggeri, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Vittorio Gassman. La fortuna che Gassman se ne andasse e io prendessi il suo posto. La fortuna che mi offrissero il cinema, infine, grazie a questo nasino che detesto. Ma il successo di un attore non è quasi mai legato a ragioni nobili e serie. A me si addice la battuta che c’è in un film di Federico Fellini: «Ho troppe qualità per essere un dilettante e non ne ho abbastanza per essere un professionista».
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uscire dal milieu conservatore si può
Comment sortir d’un milieu poétique plutôt conservateur, comme le milieu poétique italien? (si domandavano Andrea Inglese e Andrea Raos in un post su un incontro del 2023: https://www.nazioneindiana.com/2023/09/29/espatriare-la-poesia-inglese-raos-dialogano-al-cipm/) uscire dal milieu conservatore si può: seguendo Tic Edizioni, Ikona & IkonaLíber:, Diaforia, déclic, Benway Series, il verri,…
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«Amo la vita così ferocemente, così disperatamente, che non me ne può venire bene: dico i dati fisici della vita, il sole, l'erba, la giovinezza: è un vizio molto più tremendo di quello della cocaina, non mi costa nulla e ce n'è un'abbondanza sconfinata, senza limiti: e io divoro, divoro… Come andrà a finire, non lo so…»
Pier Paolo Pasolini
via analogmartt
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