#Orecchie rosse
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queerographies · 2 months ago
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[Orecchie rosse][Diego Passoni]
Patty ha tagliato i capelli e ora si sente a disagio. Scopri come questa piccola grande avventura l'aiuterà a capire che essere unici è fantastico! ‍♀️
Un’avventura per scoprire che essere diversi è bello! Titolo: Orecchie rosseScritto da: Diego PassoniEdito da: PiemmeAnno: 2024Pagine: 48ISBN: 9788856697353 La sinossi di Orecchie rosse di Diego Passoni Oggi splende il sole e Patty è in gita con la scuola. Tutto sembra perfetto, eppure lei è triste, tristissima: ieri ha tagliato i capelli e ora le sue orecchie, grandi e a sventola, sparano in…
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sigitheunicorn · 1 year ago
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🐢👀
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lamargi · 21 days ago
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Quando seppi che il figlio di mia sorella incontrava difficoltà a trovare una stanza nella città dove avrebbe frequentato l’Università, mi venne naturale offrirmi di ospitarlo.
“So che abito lontano dalla sede della Università che Emanuele dovrà frequentare, ma, con il treno, ci mette 30-40 minuti da qui. Per il resto, come sai, la casa è spaziosa, io ci vivo sola, avrebbe la sua stanza, la sua indipendenza. Io posso occuparmi di lui e risparmierebbe un bel po’ per l’affitto, non pensi?” fu quanto dissi a mia sorella.
La mia proposta era così vantaggiosa e ciò convinse facilmente mia sorella. Emanuele, forse un po’ meno, e potevo comprendere che un ragazzo desiderasse vivere completamente da solo, anziché andare ospite di sua zia. Non lo vedevo da parecchio, da quando era un ragazzino.
Mi ritrovai davanti un ragazzo di diciannove anni, molto carino, alto, un bel fisico. Fui felice di avere la sua compagnia: a 59 anni, vedova da alcuni anni, complice il vivere in campagna, avevo finito con l’essere un po’ solitaria, e ritrovare la casa animata da un’altra presenza non mi dispiacque.
Non ero per niente felice all’idea di andare a vivere a casa di mia zia. Non la conoscevo bene, visto che aveva sempre vissuto lontano. Immaginavo una vecchia signora vedova e sola, bisognosa di aiuto nelle faccende di casa, impicciona, una casa piena di muffa. Ma se volevo frequentare l’Università non c’era alternativa. Ma quando la vidi capii subito che tutte le mie idee erano sbagliate. Zia Margherita era certamente più grande di mamma, e fra noi c’erano 40 anni di differenza. Ma sembrava decisamente più giovane della sua età. La sua vita era stretta e i suoi fianchi si allargavano in modo femminile, portando l'occhio verso il basso a gambe piuttosto lunghe e belle, con una gonna al ginocchio e delle calze scure. Aveva i capelli sul biondo, ben pettinati, occhi verdi, truccata con un rossetto color rosso brillante, le unghie smaltate pure di rosso. Inoltre era allegra, giovanile, e non sembrava per niente intenzionata a controllare ogni cosa che facevo….
Emanuele era discreto, attento, e anche se mi occupavo io di cucinare e lavare, cercava di non pesare: si rifaceva da solo il letto, mi aiutava con la spesa…
Più volte, i quei primi giorni, sorpresi i suoi occhi su di me. Gli sorridevo e lui di rimando, arrossiva. Di giorno andava a lezione, al pomeriggio studiava, e la sera non avendo ancora amici, restava a casa e si guardava la televisione insieme. Fu una di queste sere che mi chiese come mai ero sola, e risposi che dopo aver conosciuto alcuni uomini, dopo la morte di mio marito, ed esserne rimasta delusa, preferivo fare a meno di storie. “E poi adesso ci sei tu”, dissi innocentemente, ma gli vidi diventare rosse le orecchie.
Il sabato sera cominciammo a uscire insieme: lo portavo a una pizzeria poco lontana da casa, o a un ristorantino tranquillo, senza entrare in città. Mi truccavo e mettevo lo smalto rosso sulle unghie che sembrava piacergli. Mi piaceva, infatti, come mi osservava, certamente vestita in modo diverso dalle ragazze che frequentava. Mi piaceva anche come arrossiva. E come educatamente scostava la sedia per farmi sedere o apriva la portiera dell’auto….
Con zia mi trovavo davvero bene. Senza essere maniaca dell’ordine si occupava di me e io cercavo di rendermi utile in casa. Sapeva essere spiritosa e non aveva mai insistito perché la sera restassi con lei, anche se certamente essere in mia compagnia le faceva piacere. Non avevo ancora fatto amicizie, ma restare con zia non mi annoiava per niente….Fu lei a propormi di uscire insieme per mangiare fuori qualche volta e questa cosa mi emozionò abbastanza. Mai ero stato invitato da una donna, che guidava e pagava lei la cena. Quando usciva, zia si cambiava sempre d’abito. In pizzeria notavo che quando entravamo diversi uomini la guardavano. E anche io….bè non passava inosservata. Mi vergognavo un po’, ma non riuscivo a non approfittare, quando le tenevo la portiera dell’auto aperta e lei si sedeva al posto di guida, per guardarle le gambe che la gonna scopriva….
Una sera eravamo sdraiati sul divano, a chiacchierare del più e del meno. Mi accorsi che mi guardava le gambe, che tenevo rannicchiate sotto di me sul divano. Quale donna non lo avrebbe notato?
Con civetteria tutta femminile, allora le allungai. “Ti piacciono questi collant ?” Si, belli, rispose, non senza imbarazzo. “Forse troppo poco velati, vero? Sono da signora anziana, come me, le ragazze li portano più velati…” Rispose che le ragazze che conosceva lui non portavano proprio calze e….che non gli sembravo “anziana”.
Quella risposta mi fece molta tenerezza. Avevo 40 anni più di lui! Ero più vecchia di sua madre, mia sorella. Allungai le gambe sul divano, fino a toccargli le ginocchia con le dita dei piedi.
Quella sera avevamo spento il televisore. C’era della musica in sottofondo. Sorseggiavamo del vino. Ne avrò bevuto un po’ troppo. Si, sarà stato questo il motivo per cui, nell’alzarmi e dargli la buonanotte prima di andare a letto, mi protesi su di lui e sfiorai le sue labbra con le mie…solo un istante, solo un bacio…tra zia e nipote…..
Quella sera…non so cosa mi prese…..lei era seduta rannicchiata sul divano….aveva quelle calze scure opache e io non riuscivo a non guardarle le gambe. Pensavo che non avrebbe potuto notarlo, ma poi quella domanda (“Ti piacciono questi collant?”) mi fece accelerare di colpo il battito del cuore…..Risposi di sì balbettando, maledicendomi perché mi sentivo uno sciocco. Ma poi lei allungò addirittura le gambe verso di me, sentii i suoi piedi toccarmi….e la mia confusione aumentò perché il mio coso si era decisamente svegliato tra le gambe. Ero terrorizzato che lei potesse accorgersene….ma quello fu niente rispetto al momento in cui zia mi diede il bacio della buonanotte, non sulla guancia come sempre, ma sulle labbra. Solo un attimo ma mi parve di sentire perfino il sapore del suo rossetto…..Forse abbiamo bevuto troppo vino sia io che lei…pensai, dopo, nel letto, senza riuscire ad addormentarmi e calmando la mia eccitazione nell’unico modo che potevo…..
(1/continua)
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monologhidiunamarea · 1 year ago
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Giornata impegnativa, ci sono attimi dove mi costringo a guardare in alto, mandare giù fino alla pancia quel magone. Un compleanno di un 80 enne con tutta una famiglia riunita ,le nipoti, i figli , la moglie accanto. Al momento della torta ho scattato una foto a quella famiglia... 3 ci ho rivisti tutti li , il sorriso di mia mamma con quegli occhi azzurri , tale è quali agli occhi di mia figlia. Il nonno con quell'aria dell'uomo tutto d'un pezzo ma che alla sera faceva la voce dell'orso cattivo per farmi ridere . Una piccola me , un maschiaccio con i capelli mossi che d'estate si tingevano di rosso ramato con le ciocche in fondo sempre più bionde. Quella polo a maniche corte rosse e i pantaloncini di cotone a scacchi rossi e bianchi e le superga rosse. La pelle bianca con le lentiggini di nonna. E poi tu papà...
Non vedrò gli 80 anni di nonno mai..nemmeno quelli di mamma o di papà ...la nonna non era mentalmente presente ai suoi. Rimane quella bambina con i sogni urlati al mare e quei pensieri lasciati a fare la stella a largo in mare....a sentire il rumore dell'acqua che ti riempie le orecchie. E il cielo....quel chiedersi che ora sono e guardare dov'era posizionato il sole
Una marea di ricordi.
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natsuyuki-w · 1 year ago
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Serenitea Shop | Snow covered Kiss
Xiao (Genshin) x f!reader
italiano
Modern AU
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Serenitea shop >
- Per me un te alla menta grazie! - Chiese Yanfei con fare cortese. - Oh no scusami oggi ho solo caf..- - AH-HA! - intervenne la sua ragazza puntandomi il dito in modo inquisitorio, le larghe maniche svasate della sua giacca dondolavano davanti alla mia faccia. Indossando poi il più malizioso dei sorrisetti commentò. - Avrei giurato di aver sentito specificatamente "Té mandorla e cannella" poco fa.-
Colta sul fatto la mia faccia inizio a tingersi di rosso per l'mbarazzo. Già, perché per quel qualcuno, il the c'era sempre. - Allora come possiamo avere questo privilegio? Diventare musicisti? Far parte della famiglia Alatus? Oppure bisogna chiamarsi Xia..- - Shhhhhhh - mi allungati a coprirle la bocca. - Oh! Tao! È ancora lì! - bisbigliai indicando nella direzione del soggetto della conversazione. - Oooh, hihihihi.- sogghignò di gusto, - sembrerebbe che ci abbia azzeccato. - La compagna dai capelli rosa si rivolse a me con tono di scuse - Non fa niente per il the e... Mi scuso a nome di Hu Tao, è più forte di lei non riesce proprio a farsi i fatti suoi. - susseguì un offeso "Hey" della fidanzata. - No ma figurati, ha ragione! - scossi la testa sconsolata. - Sono arrivata ad un livello imbarazzante... -
Gli occhi ambra furbetti della ragazza si addolcirono e con genuina curiosità chiese - Come mai non gli chiedi di uscire? È sempre qui! Sono sicura ricambi! - - Già fatto!- sospirai ripensando alla settimana prima.
~ Ormai aveva imparato a memoria quando sul menù c'era il SUO tè, e così, a furia di incontrarlo settimana dopo settimana, avevo finalmente preso coraggio. Con mano tremante mentre gli porgevo la sua tazza lo guardai diritto in quei suoi occhi color miele e gli feci la fatidica domanda. - Ci conosciamo da un po' adesso eh? Mi stavo chiedendo,... Ecco,... tu mi, piaci, molto!e quindi...sì... ti andrebbe tipo di... uscire?-
Vidi le punte delle orecchie che sporgevano dai morbidi capelli diventare sempre più rosse e il suo volto si illuminò. - Oh, eh-hem... Sì! Mi piacerebbe. G-grazie, ti apprezzo mol... APPREZZO molto, la tua offerta!? - Altrettanto estasiata feci un sorriso tanto grande da sentire male alle guance. - D-davvero? Allora, che ne dici di... domani sera? Al porto fanno bancarelle e musica. Potremmo stare lì, ballare e se c'é troppo casino prendiamo da mangiare e ci allontaniamo.- gli proposi terminando con tono consapevole del leggero disagio sociale del ragazzo. Aprì bocca per dire qualcosa ma ritirò il fiato. E quella rara solarità sul suo bel viso, sì spense.
~ -...band, lavoro, aiutare i club di scuola, andare da suo padre,... Non un giorno libero vi dico! Tralascia anche il tempo per sé e la sua salute. -Finii di raccontare alla coppia. - Quindi, per darvi una scusa di incontrarvi in giro gli porti sempre l'unica cosa che beve sul menù.- assunse correttamente Yanfei. I due frappuccino che avevano ordinato mentre raccontavo erano pronti, glieli porsi insieme alle mie scuse -Argh! Sono pessima ragazze, vi sto usando come valvola di sfogo... Perdonatemi.- - Ma di che ti scusi? Come se io non abbia fatto gli stessi drammi per Yan..- - Che drammi avresti fatto per me?- interruppe la ragazza dai capelli rosa ricordando a Hu Tao della sua presenza. - COMUNQUE, sta sera. Wangshu Inn. 22:30. - Continuò la mia amica dallo stile gotico. - Sì. Capo.- risposi facendole il verso.
Una volta tornate a casa e preparate per l'occasione ci ritrovammo a salire le scalinate di legno del peculiare edificio. Era uno tra i più belli e peculiari della zona in architettura e intrattenimento offerto. A guardare sembrava avessero impilato 3 palazzine prelevate dai quartieri di Pechino. Un'incrocio di finestre, pezzi di tetti spioventi, e balconate, tutto costellato di di luci dai toni caldi e lanterne rosse. Sembravs partorito dalla fantasia di Ayao Miyazaki. Ad ogni piano vi era qualcosa di diverso: una sala giochi, un ristorante un nightclub, e sulla cima un'osservatorio. Un'edificio rinomato di proprietà del signor Bowseichouse, fratello maggiore di Xiao, nonché, luogo di lavoro di quest'ultimo.
- Ricordami perché non abbiamo preso l'ascensore? - sbuffò Hu tao. - Queste sono gratis, i tuoi 6 mesi di palestra costano 15'000 mora. - ribattei. Arrivammo finalmente al secondo piano, una fila ad attenderci. Guardai nei vari angoli in cerca di volti famigliari alle porte e fortunatamente intravidi il ginger. - Arrivo subito. - avvisai la mia compagnia.
- Prego, entri pure. Documento per favore, ben... Oh! Hey girlie! Venuta riprendere il tempo perso oggi senza la mia compagnia? - Distolse lo sguardo dalla fila Childe. - Ma certo! Se poi nel frattempo fai passare avanti le mie amiche, tutto okay giusto? - Ridacchiando mi avvolse in un abbraccio laterale. - Ma certo! D'altronde e colpa di una mia distrazione. - scherzò facendo finta di non vedere. Allungai il braccio a richiamare la coppia e chiacchierai per un po' con il collega di Xiao. - Non è giusto! - si lamentarono ragionevolmente le ragazze in cima. - Permesso speciale! È la cognata del grande capo d'altronde.- rispose convinto il bodyguard. - Ma magari...- sospirai arruffandogli i capelli per dispetto. Dopo un breve controllo, entrammo ed immediatamente incrociai lo sguardo proprio con la mia crush. Si trovava di schiena al ragazzo ginger, nel muro interno dell'edificio. Le orecchie e guance erano rosse, ma l'espressione era quella seria di sempre.
- Buonasera Alatus. - salutò reverente Yan Fei. - Ya-hoo!- si annunciò in allegria Hu Tao. - Ciao Xiao, non sapevo fossi di turno sta sera.- sorrisi calorosamente - fino a che ora? - continuai cercando di sviare la causa del nostro comune imbarazzo. Fece un cenno alle ragazze prendendo le loro giacche e mi rivolse un sorriso prima di riporle. - Ho appena iniziato, rimango fino a chiusura. - porse loro il numero di appendiabiti e si girò di nuovo da me. - Tu tieni tutto? - . - Ah giusto! - mi tolsi goffamente le giacche. Il rossore che si era finalmente dissipato ritornò vivo anche sulle sue guance. Lui mormorò: - Stai...molto bene sta sera. - e si affrettò a recuperare gli abiti sfiorando la mia mano. - Grazie, gentilissimo. - risposi ridacchiando timidamente.
- Allora? Ci muoviamo? - arrivarono le voci zittite del resto della clientela in entrata. Mi scostai per lasciarli passare. - Ti...tu...Fino a che ora rimarrete? - balbettò affrettandosi a recuperare i vestiti dei visitatori. - Non saprei onestamente, ragaz...- e quando mi girai per chiedere notai che se ne erano andate. - Er... Penso alle 2/3, dipende dalla sopportazione di Fairy,... Er...Yan Fei.- - Non le piace? - disse riferendosi al tipo di serata che si prospettava essere. - Oh no! È brilla Hu Tao che non le piace. - risposi esausta al solo pensiero. Ridacchiò al pensiero, girandosi a riporre i vestiti ricevuti per non darlo troppo a vedere. Notai che qualcuno stava ancora per commentare sulla distrazione che stavo dando al povero Xiao, così prima che potessero aprire bocca mi avvicinai a dargli un pugnetto per salutarlo. - ti lascio alla clientela. Grazie per la chiacchierata e la giacca, buon lavoro! Lunedì ti porto il solito. - Con un espressione da cane bastonato annuì e avvicinò il braccio per ricambiare.
Mi girai per allontanarmi, ma con presa salda mi ritrovai più vicina al bancone di prima e il respiro di Xiao sul collo. Posò le labbra vicino al mio orecchio e poi sussurrò.- Ti aspetto come sempre. Divertiti. - e dopo un'ultima stretta alle nostre mani ora congiunte, si riminese all'opera. Mente sognante e piedi leggeri mi portai distrattamente all'interno del locale, e per mia fortuna, il volto famigliare di Venti mi si palesò davanti trascinandomi in pista. Childe arrivò dopo poco al fianco del ragazzo dai capelli turchesi, gli posò una mano sulla spalla e gli indicò con il mento la sala. - Vai è il tuo turno. - e con un cenno di assenso si diresse immediatamente alla postazione di sorveglianza. Prima fila sui tuoi movimenti sinuosi e spensierati e Venti scaccia "mosconi".
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leposepallidedellaluna · 2 years ago
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Tutto il mio essere è un verso oscuro che ti trasporterà incessantemente all’alba della crescita e dello sbocciare eterni e in questo verso io ti sospiro, ah in questo verso io ti innesto nell’albero e nell’acqua e nel fuoco.
La vita forse è una strada lunga che ogni giorno una donna con un cesto percorre la vita forse è una corda con cui l’uomo si impicca a un ramo la vita forse è un bambino che torna da scuola o l’attraversare stordito di un passante che si leva il cappello a chi passa e con un sorriso insensato dice:
“buongiorno”.
La vita forse è quel momento immobile in cui il mio sguardo si disperde nella pupilla dei tuoi occhi ed in questo c’è un senso che mescolerò nell’impressione della luna e la percezione delle tenebre.
In una stanza grande quanto una solitudine il mio cuore grande quanto un amore guarda ai semplici appigli della sua felicità al declino dei fiori nel vaso al piccolo albero che hai piantato nel nostro giardino e alla canzone dei canarini che cantano per tutta la finestra. Ah… questa è la mia parte questa è la mia parte la mia parte è un cielo che una tenda appesa mi nasconde la mia parte è scendere da una scala abbandonata in mezzo al marcio e alla nostalgia e ritornare all’origine la mia parte è una passeggiata triste nel giardino delle memorie e morire nel dolore di una voce che mi dice:
“Amo le tue mani”.
Pianterò le mie mani nel giardino
Le farò crescere, lo so, lo so, lo so e le rondini faranno le uova tra le mie dita macchiate di inchiostro.
Metterò alle mie orecchie ciliegie rosse gemelle. E alle mie unghie attaccherò i petali della dalia.
C’è un vicolo dove i ragazzi miei innamorati, ancora bighellonano con gli stessi capelli spettinati con i colli sottili e i piedi ossuti e pensano al sorriso innocente di una ragazza che una notte è stato portato via dal vento.
C’è un vicolo che il mio cuore ha rubato dalle vie della mia infanzia.
Il viaggio voluminoso nella linea del tempo ingravida la linea secca del tempo con la forma…
la forma di un’immagine cosciente che ritorna dall’ospitalità di uno specchio.
Ed è in questo modo che qualcuno muore e qualcuno resta.
🖋️
Forugh Farrokhzâd
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dropsofsciencenews · 3 months ago
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𝐔𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞: 𝐥𝐚 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐚𝐫𝐭𝐚𝐫𝐮𝐠𝐚 𝐩𝐚𝐥𝐮𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥'𝐢𝐧𝐯𝐚𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐭𝐚𝐫𝐭𝐚𝐫𝐮𝐠𝐡𝐞 𝐞𝐬𝐨𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞
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Dalla Seconda Guerra Mondiale, il commercio legale e illegale di tartarughe d’acqua dolce è aumentato notevolmente, ma molti proprietari non sono preparati a prendersi cura di animali che vivono per decenni. Purtroppo, molti esemplari vengono rilasciati nell’ambiente, con gravi conseguenze per gli ecosistemi locali.
Secondo l’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) che rappresenta la massima autorità scientifica mondiale in tema di biodiversità e servizi ecosistemici, le invasioni biologiche da parte di specie esotiche sono una delle principali cause di estinzione di specie native. Queste specie invasive competono per lo spazio e le risorse, trasmettono patogeni e parassiti e possono causare ibridazioni con le specie locali. La tartaruga palustre europea (𝐸𝑚𝑦𝑠 𝑜𝑟𝑏𝑖𝑐𝑢𝑙𝑎𝑟𝑖𝑠) è una delle vittime di questa invasione in Europa, dove affronta la competizione di almeno sette specie esotiche introdotte, come la tartaruga dalle orecchie rosse (𝑇𝑟𝑎𝑐ℎ𝑒𝑚𝑦𝑠 𝑠𝑐𝑟𝑖𝑝𝑡𝑎).
Uno studio recente ha analizzato come le distribuzioni di queste specie potrebbero evolversi a causa dei cambiamenti climatici. La ricerca ha utilizzato un modello di distribuzione delle specie (SDM), basato su 19 variabili climatiche e dati geografici, per comprendere le dinamiche future tra 𝐸. 𝑜𝑟𝑏𝑖𝑐𝑢𝑙𝑎𝑟𝑖𝑠 e le tartarughe esotiche, queste ultime sono state selezionate perché rappresentano una lista completa di tartarughe invasive trovate nell'areale della tartaruga palustre europea, fino alle sue aree di confine settentrionali e meridionali nell'Europa orientale, come Lettonia e Ucraina.
I risultati mostrano che 𝐸. 𝑜𝑟𝑏𝑖𝑐𝑢𝑙𝑎𝑟𝑖𝑠 è relativamente tollerante ai cambiamenti di temperatura futuri, con la possibilità di espandere il suo areale verso nord-est, includendo persino alcune regioni del Mar Baltico e della Svezia meridionale. Tuttavia, questa espansione potrebbe essere ostacolata dalla concorrenza con le specie invasive. In particolare, entro il 2050 si prevede che 𝑇. 𝑠𝑐𝑟𝑖𝑝𝑡𝑎, già la specie esotica più comune in Europa, estenderà il proprio areale verso l’Ucraina, la Bielorussia e i Paesi Baltici, mettendo ulteriormente sotto pressione 𝐸. 𝑜𝑟𝑏𝑖𝑐𝑢𝑙𝑎𝑟𝑖𝑠
Altre specie esotiche, come 𝐺𝑟𝑎𝑝𝑡𝑒𝑚𝑦𝑠 𝑝𝑠𝑒𝑢𝑑𝑜𝑔𝑒𝑜𝑔𝑟𝑎𝑝ℎ𝑖𝑐𝑎 e le tartarughe medio-orientali 𝑀𝑎𝑢𝑟𝑒𝑚𝑦𝑠 𝑐𝑎𝑠𝑝𝑖𝑐𝑎 e 𝑀𝑎𝑢𝑟𝑒𝑚𝑦𝑠 𝑟𝑖𝑣𝑢𝑙𝑎𝑡𝑎, vedranno anch’esse un’espansione. 𝑀. 𝑟𝑖𝑣𝑢𝑙𝑎𝑡𝑎, in particolare, potrebbe triplicare il suo areale, trovando nuovi habitat nei Paesi Mediterranei e nell’Europa sud-orientale. Tuttavia, per queste ultime specie, gli habitat meridionali attuali potrebbero ridursi significativamente a causa del cambiamento climatico.
Nonostante 𝐸. 𝑜𝑟𝑏𝑖𝑐𝑢𝑙𝑎𝑟𝑖𝑠 copra attualmente il 37% della superficie totale europea, con un’espansione prevista verso nord-est, questa crescita potrebbe essere minacciata dalla competizione con le specie aliene. Il cambiamento climatico, unito alla popolarità delle tartarughe esotiche come animali da compagnia, potrebbe accelerare questo processo, favorendo la diffusione di queste specie invasive
Cosa possiamo fare? È essenziale che i potenziali acquirenti di animali esotici siano consapevoli delle conseguenze ecologiche. L'acquisto di tartarughe esotiche deve essere effettuato con grande attenzione, evitando il rilascio nell'ambiente naturale. Ogni gesto conta per preservare l'equilibrio ecologico e proteggere le specie native come la tartaruga palustre europea.
A presto e Buona Scienza!
fonte: Nekrasova, Oksana, et al. "Present and future distribution of the European pond turtle versus seven exotic freshwater turtles, with a focus on Eastern Europe." Scientific Reports 14.1 (2024): 21149.
foto: https://www.parchilazio.it/schede-28471-la_nostra_testuggine_palustre_emys_orbicularis
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afaranva · 10 months ago
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I tuoi capelli fra le mie dita Le mie dita fra i tuoi capelli.
Le tue labbra incontrano le mie, le mie labbra ti mordono
I miei occhi fermi su di te Le tue morbide guance rosse
Le tue mani passano sulla mia schiena poi sui miei fianchi poi sulla mia pancia adesso mi stringi la vita ti prego non smettere
Di là, sul muro le nostre ombre ci tradiscono dicono ai vicini cosa stiamo facendo tu vuoi che io rallenti ma non smetti di stringermi
odiavamo il tempo perchè chissà se sentirò le tue labbra screpolarsi se sentirai le mie orecchie fredde se vedrai i miei occhi lucidi
non smettere ti prego voglio ancora guardarti negli occhi tu alzi e abbassi i miei fianchi io sento che mi manchi.
Quanto vorrei che i tuoi sospiri fossero ancora la mia musica.
(Aprile, 2023)
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jazzluca · 1 year ago
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WILDRIDER ( Deluxe ) Generations LEGACY *G1*
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Un altro onorevole membro dei miei "Meglio tardi che mai" è il buon WILDRIDER, preso infine con un annetto di ritardo e penultimo componente dei miei Stunticon Legacy, diventato un po' raro da trovare ma mai come l'ultimo della covata, ovvero quel Breakdown per il quale spero di non dover aspettare altri mesi per trovarlo a prezzi decenti. ^^''
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Ma disquisizioni sulle uscite a parte, partiamo subito col ROBOT davvero bello del nostro italico Squalo Legacy, sebbene di pochissimissimo più basso di Dragstrip appare bello longilineo e fedele al settei come dovrebbe, con tutti i particolari al posto giusto tranne le ruote anteriori non ci cima alle spalle ma rimaste attaccate al muso dell'auto dietro la schiena.
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E qui, nelle prime immagini trapelate ai tempi, il fandom fece un salto sulle sedie, presumo, dato che la parte anteriore del veicolo slitta dietro la schiena come nel giocattolo, il che va bene dato che è impossibile nasconderla del tutto in un comune Deluxe, come invece appariva nel settei il robot, MA il muso può anche scomporsi in tre, con le parti laterali che si allontano e abbassano un po'.
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Diciamo che è una mossa in più per scomporre appunto il muso e dare un look un po' innovativo al robot, ma anch'io tremai al pensiero che si fossero inventati questa disposizione dello zaino e che non si potesse lasciare il cofano unito come nel giocattolo G1. Ma appunto si può lasciarlo tutto unito in un pezzo unico, con buona parte dei nostalgici, e quindi può anche starci la variante EVENTUALE dello zaino scomposto. ^^'
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Per il resto il robot gioca facile esteticamente grazie anche all'indovinata colorazione originale, ovvero un grigio scuro quasi nero principale con petto argentato, e tocchi di rosso su braccia e faccia ( ed anche ginocchia, a vedere il settei, ma qui sono assenti, vabbè ), così come la particolare forma della testa, con le antenne orizzontali che spuntano dalle orecchie.
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Ricordiamo ovviamente che anche Wildrider ha avuto la sua precedente controparte Generations per Combiner Wars, anche se inizialmente nel team era sostituito dall'inedito Offroad per poi essere disponibile come esclusiva col nome di Brake-Neck: la versione occidentale era però un po' troppo rossa, con pugni e cosce di questo colore, fra l'altro, ed il grigio era troppo chiaro, mentre i due si assomigliano nella zainata, anche qui col parabrezza ribaltato all'ingiù. ^^
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Come già per Dragstrip, anche qui abbiamo due pistole gemelle, nere con tocchi d'argento, che richiamano la pistola del G1 e che possono unirsi in una pistola bicanna, e pure qui non ci sono fori per armi sparsi in maniera sensata alla WfC sul corpo del robot, ma solo davanti alle ginocchia ( per la combinazione in Menasor ) e dietro i polpacci, per armare poi l'automobile.
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Questa si ottiene con una TRASFORMAZIONE tutto sommato semplice e simile all'originale nella parte superiore, con la testa che si nasconde nel petto previo aver aperto l'apposito pannello dedicato, i pugni che si ripiegano nei polsi ( che non ruotano, mentre il resto della posabilità è nella media odierna, dimenticavo! ), e le braccia che poi restando ferme divengono le parti laterali dell'auto, mentre il muso slitta ovviamente in avanti e si ribalta il parabrezza. Se lo Squalo originale  era poi il più semplice nella trasformazione, diciamo, con le gambe si accorciavano e basta, qui invece si aprono e si ripiegano sulle ginocchia, ruotando quindi anche il bacino, e poi richiudendosi, praticamente come già visto per il Brake-Neck di Combiner Wars, e anzi, la trasformazione è praticamente identica a parte il come si nasconde la testa. ^^'
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L'AUTOMOBILE SPORTIVA ottenuta somiglia finalmente abbastanza all'originale  Ferrari 308 GTB del G1, dopo la disgressione del CW, e la colorazione si rifà a quella della versione cartoon, con il già citato grigio scuro quasi nero, il simbolo di fazione al centro del cofano e le strisce rosse laterali, inedite nel giocattolo del 1986 ma riprese nel Deluxe precedente ibridava un po' rozzamente questo dettaglio con quello del simbolo sul cofano un po' spostato.
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Ma quello che giustamente accomune tutte le versioni sono i vetri rossi di parabrezza e finestrini laterali, solo che qui sono in plastica trasparente, dando così un tocco decisamente più ricercato nell'estetica, così come i cerchioni dell'auto argentati, anche se quelli posteriori sono parzialmente ancora da "sorpresina ovetto kinder" come Dragstrip, cosa poi corretta del tutto per Dead End, almeno ( il quale però non ha i vetri in plastica trasparente, vabbè ).
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A chiudere in bellezza quest'ottima modalità alternativa ci pensano le armi, con le due pistole gemelle che si piazzano egregiamente dietro il tettuccio negli appositi fori summenzionati e ricreano al meglio il cannone bicanna del giocattolo G1, pure meglio del successivo Dead End, va detto, visto che nel Legacy Cobra sono un po' troppo distanti e sopratutto non paralleli al terreno, anche se stiamo parlando di quisquilie, ovviamente. ^^
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E concludiamo la recensione con la modalità combinata, con il nostro che diventa un arto del gestalt Menasor, anzi no, non un arto qualsiasi come negli originali Scramble o nei successivi CW, qui Wildrider diventa per forza solo una GAMBA del gigante composito Stunticon... anzi no, "diventa una gamba" è pure un'esagerazione, dato che praticamente l'auto, previo aver alzato il parabrezza e piegato il muso, si appoggia dietro la gamba già formata dalla struttura del rimorchio di Motormaster trasformato.
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Da un lato FORSE si trasforma un attimo di più che non a diventare un braccio come Dragstrip e Dead End, che semplicemente si dividono a metà, dall'altro almeno questi si vedono SULLE BRACCIA, mentre W. R. lo si nota solo di lato o dietro la figura di Menasor, e l'unico contributo è quello, forzato, di far apparire i pannelli centrali della gamba, volutamente ripiegati per dare un senso appunto all'avergli appiccicato un'auto sul polpaccio. ^^'
Ma purtroppo se si vuole la fedeltà al Pentacar dei cartoni ci tocca sta scelta poco giocabile, dato che è così che appariva in tv questo combiner, proprio con le auto rovescie rispetto ai giocattoli, col muso che guarda in giù, anche se avrebbe giovato che almeno le ruote si vedessero di più, esterne all'anonimo stinco del gigante. E come gamba, almeno può scambiarsi da destra a sinistra, ricordiamolo, laddove invece i due Stunticon braccia devono rimanere ognuno al proprio prosto!
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Ma tant'è, almeno singolarmente Wildrider è davvero un'ottima versione moderna dell'originale, per aspetto e carisma, con dei bei robot e veicolo, anche se magari la trasformazione non è elaboratissima, e la giocabilità combinabile davvero al minimo, ma è una spesa obbligatoria per avere il team completo degli Stunticon Legacy, e almeno non fa rimpiangere i soldini usati. ^^
Link alla Bio ufficiale:
https://legacy.transformers.com/code/2MX6Spko
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sigitheunicorn · 1 year ago
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🐢☀️
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Addio a Flavia Franzoni, moglie e consigliera di Romano Prodi
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Addio a Flavia Franzoni, moglie e consigliera di Romano Prodi Flavia Franzoni, per Romano Prodi non è stata solo una moglie e madre dei suoi figli e nonna dei suoi sei nipoti, ma anche una fidatissima, a volte molto critica, consigliera. Una vita trascorsa 'Insieme', che non a caso scelsero come titolo per la loro biografia di coppia. Insieme fino all'ultimo momento. È morta all'età di 76 anni, mentre si trovava in viaggio con il marito e alcuni amici, tra cui l'ex ministro Arturo Parisi, su un sentiero francescano in Umbria. Stavano facendo un cammino a piedi, ieri sera avevano dormito a Gubbio e oggi erano in direzione di Assisi. Flavia Prodi è caduta all'improvviso, forse a causa di un malore. Era in una zona piuttosto impervia e per il recupero della salma è intervenuto anche il soccorso alpino, sotto un violento temporale. Numerosi e vani i tentativi di rianimarla. Reggiana come il marito, insegnava Metodi e tecniche dei servizi sociali all'Università di Bologna. Ma nel corso degli anni si è vista spesso al fianco di Prodi, sia in circostanze ufficiali, sia in immagini di vita familiare, come la immancabile passeggiata della domenica mattina sotto i portici di Bologna per andare a messa. Cattolica sociale, sorridente ed estroversa, i suoi studenti la soprannominarono 'Google' per l'inesauribile memoria sui temi di suo interesse. Ma mai disposta a mettere da parte le sue idee, anche con il marito. Quando era presidente del consiglio gli tirò le orecchie, pubblicamente, sia sulla riforma delle pensioni, sia sulla scarsa presenza femminile nel suo esecutivo. La professoressa Flavia, tuttavia, nelle due tornate nelle quali Prodi è stato presidente del Consiglio, dal 1996 al 1999 e dal 2006 al 2008, divenne celebre anche per i suoi atteggiamenti anticonformisti e un po' naif: quando suo marito andò a Palazzo Chigi le sue scarpe comode e un po' cheap fecero inorridire i salotti romani. Non era raro incontrarla in giro per le strade del centro di Bologna con le borse della spesa a scambiare due chiacchiere con chi incontrava. E quando le madri di Plaza de Mayo arrivarono a Bologna non esitò a riceverle nella sua casa bolognese, che durante gli anni del Governo Prodi era diventato uno dei centri principali della politica italiana. Tuttavia, Flavia Franzoni non ha mai permesso alla sua immagine pubblica, al prestigio della posizione ed alla sua professione di mettere in secondo piano l'immagine di nonna, mamma e moglie. Con Romano Prodi hanno cominciato a frequentarsi da giovani, in Azione Cattolica. Si sono sposati il 31 maggio 1969, in un rito celebrato dal cardinale Camillo Ruini. Da allora, ogni anno, in occasione dell'anniversario le è arrivato un mazzo di rose rosse. Come quelle che le arrivarono in dono, sempre dal marito, a Vienna, la notte di Capodanno del 2002, quando Prodi spese in questo modo i suoi primi 32 euro. Un bivio della loro vita 'Insieme', anche per Flavia Franzoni è stato il 19 aprile 2013, quando il centrosinistra candidò suo marito alla presidenza della Repubblica. Venne però bocciato dalla celeberrima vicenda dei 101. Lui si trovava in Africa per conto dell'Onu, mentre lei era rimasta a Bologna a gestire, con sorridente discrezione, l'assedio mediatico. Accolse poi, al suo ritorno dall'Africa, un marito che aveva bisogno sia di un abbraccio, sia di un confronto con la persona di cui si fidava di più al mondo. Per come erano andate le cose avrebbero avuto più tempo da dedicare ai figli, ai nipoti e ai loro interessi. Se le cose fossero andate diversamente, l'Italia avrebbe avuto una first lady colta, empatica e che amava stare insieme alle persone. Profondo cordoglio è stato espresso dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e dal mondo politico. "La mia più sentita vicinanza a Romano Prodi per la scomparsa della moglie Flavia. Un abbraccio e un pensiero alla famiglia e a tutti i suoi cari". Lo scrive la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sui social. "Siamo tutte e tutti sconvolti di fronte alla morte improvvisa di Flavia Franzoni. E in questo momento di enorme dolore vogliamo stringerci attorno a Romano Prodi e a tutta la loro famiglia con il grande affetto mio personale e di tutta la comunità democratica". Così in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein. "E' impossibile - aggiunge - riassumere lo spessore intellettuale, le qualità e la passione civile di Flavia Franzoni, sempre così attenta alle fragilità sociali e impegnata a fianco degli ultimi, grande innovatrice delle politiche sociali. Ci mancheranno, tanto, la sua capacità di analisi e la sua profondità di pensiero, il suo consiglio sempre prezioso". "Attonito nell'apprendere della scomparsa di Flavia, mi stringo a Romano Prodi e ai suoi figli in questo momento di grande dolore. È stata senz'altro una donna speciale che lascerà un vuoto immenso; penso in queste ore a quanto Romano e Flavia siano stati una coppia esemplarmente unita in tutti i momenti della loro vita". Così Pier Ferdinando Casini sulla scomparsa di Flavia Franzoni. "Sono giorni di profonda tristezza. Condoglianze a Romano Prodi, che oggi ha perso l'amata moglie Flavia. Ci stringiamo al suo dolore e a quello dei suoi cari". Lo scrive su twitter il vicepremier e ministro, Matteo Salvini. "Appresa la notizia dell'improvvisa scomparsa della signora Flavia Franzoni desidero rivolgere al Presidente Romano Prodi e alla sua famiglia le più sentite condoglianze". Così il Presidente del Senato Ignazio La Russa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 2 years ago
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I segreti dell’Uomo Verde
Il mese di aprile per i Celti era legato alla figura dell’Uomo Verde, rappresentazione simbolica dalle origini e dalle funzioni non ben chiare, ricorrente nella decorazione plastica ed architettonica durante tutto l’Impero Romano, dove venne scolpito in fregi e capitelli, fino alla sua diffusione in numerosi edifici di culto cattolici, come nel caso della chiesa di Saint Abre, in Saint-Hilaire-le-Grand nel cuore della Francia. Durante il periodo medievale la figura dell’Uomo Verde fu al centro di migliaia di queste raffigurazioni nella pietra delle chiese medievali d’Europa, in cattedrali ed abbazie, ma anche in edifici non ecclesiastici, ma fu relativamente rara nell’iconografia cristiana fino al XII secolo. Nel decimo secolo infatti l’Uomo Verde comparve su manoscritti, tra Bibbie, libri di Salmi e Ordalie, libri d’ore e opere di teologi famosi come il Moralia di San Gregorio Magno, dove spesso si fonde con i motivi dell’arte sassone e celtica. Nella sua raffigurazione comune, l’Uomo Verde era un volto umano coperto da un fitto fogliame o del quale un intreccio di foglie e viticci costituisce i tratti del volto. che può, a seconda dei contesti, essere sorridente, enigmatico, malinconico oppure minaccioso. Il termine di uomo verde venne proposta da Lady Raglan, che ne catalogò e descrisse le raffigurazioni nell’opera Church Architecture del 1939. Le raffigurazioni dell’Uomo Verde sono in due categorie, una con capelli e barba costituiti da fogliame o con foglie e rami che fuoriescono da bocca, naso, orecchie e occhi, in varie combinazioni e nella seconda dalla sua bocca fuoriescono rami di sorbo, riconoscibili dalle caratteristiche bacche rosse. Il sorbo degli uccellatori, come era comunemente chiamato, rappresentava nella tradizione druidica la rinascita della luce dopo l’inverno, ed era un simbolo del risveglio della natura e, successivamente, il Cristianesimo riconvertì questo simbolo nelle chiese medioevali come motivo decorativo e allusione alla capacità rigeneratrice della natura che, nella casa di Dio, fu  trasposta in chiave spirituale. L’archetipo dell’Uomo Verde ha varie incarnazioni nelle tradizioni di tutta l’Europa, soprattutto in Inghilterra, dove fu un personaggio del folklore, protagonista di festività e di canzoni popolari, come Jack-in-the-Green, uno spirito vestito di fogliame, molto noto nella metà del diciottesimo secolo, Green George, sempre coperto di foglie, l’Oak King/Holly King, figura della tradizione celtica e il fuorilegge Robin Hood, considerato il protettore dei sentieri del bosco. Nei miti arturiani il poema Sir Gawain e il Cavaliere Verde del XIV secolo racconta di un gigante verde che abita in un castello all’interno di una fitta foresta e sfida i cavalieri della corte di Artù ad infliggergli un colpo mortale, senza che questi potessero averne ragione. Divinità vegetali, uomini silvani e uomini verdi non sono solo parte della cultura occidentale, dato che  in molti altri paesi si ritrovano figure simili, veri e propri protettori del mondo naturale, come Enkidu, uomo selvatico della mitologia sumera, Humbaba, guardiano delle foreste di cedro, Attis, dio frigio della vegetazione e della natura e Osiride, dio egizio della fertilità, dell’agricoltura e dei morti, spesso rappresentato con il volto verde. Read the full article
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lovinglapislazuli · 3 years ago
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Happy Precure day! Since Tropical Rouge ended ( ;w; ) I decided to redo the meme with my magical girl sona instead so it applies to any precure content u.u
ID: A recreation of the “I gotta focus. I’m shifting into soup mode.” meme with an original magical girl character. She has brown hair with red streaks in a high ponytail framed by a big butterfly shaped green and blue headpiece with a red gem. She wears a teal jacket with white lapels and lilac details, and orange shoulder pads with light green ruffles. She also wears a purple scarf with a spade shaped green gem and round glasses with teal lenses and pink rims. Below her is writtent the quote “I gotta focus. I’m shifting into Pretty Cure mode.” The second picture is the original meme edited to have a Kururun ears headband and glasses colored after Kururun from Tropical Rouge Precure.
ID: Una rivisitazione del meme “I gotta focus. I’m shifting into soup mode.” con un personaggio originale del genere magical girl. Ha capelli castani con ciocche rosse, raccolti in una coda di cavallo alta da un accessorio blu e verde a forma di farfalla con una gemma rossa. Indossa una giacca verde acqua con colletto bianco e dettagli lilla, e spalline arancioni con balze verde chiaro. Lei porta anche una sciarpa violetta con una gemma verde a forma di picche e occhiali a lenti rotonde verde acqua con montatura rosa. Sotto è scritta la frase “I gotta focus. I’m shifting into Pretty Cure mode.” La seconda immagine è il meme originale modificato per avere un cerchietto con le orecchie di Kururun di Tropical Rouge Precure e occhiali colorati come Kururun.
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fic bastonella interamente basata su questa foto, enjoy!
Lorenzo si stava guardando intorno alla ricerca di un compagno con cui allenarsi, ma senza Ciro e Marco la scelta era difficile. Quando c'erano loro il problema non si poneva nemmeno, gravitavano naturalmente l'uno intorno all'altro senza doverselo chiedere, ma a quel ritiro mancavano entrambi, l'avevano lasciato solo.
Si voltò verso Jorginho, ma lui era già accoppiato con Emerson. Niente da fare neppure lì. Sembrava che tutti avessero già trovato un partner per l'allenamento. Quasi stava per rinunciarci e andare dal mister per chiedere a qualcuno dello staff di fargli da compagno, quando finalmente lo notò: in fondo al campo, lontano da tutti, c'era Bastoni nelle sue stesse condizioni, solo e con lo sguardo fisso davanti a sé. Lorenzo aveva parlato con lui ben poche volte, ma non sarebbe stato certo un problema. In una squadra tutti dovevano essere amici di tutti, e se c'era una cosa che a Lorenzo non mancava di certo quella era la capacità di far amicizia con un po' tutti.
Si avvicinò verso Bastoni, ma quello pareva non averlo nemmeno notato. Continuava a guardare qualcosa davanti a sé, senza muovere un muscolo. E ok che era basso, ma lì si stava esagerando.
Gli schioccò le dita davanti agli occhi. "Uè, Bastò, ci sei?"
L'altro trasalì e abbassò lo sguardo. "Lore, scusa, non ti avevo visto". Me n'ero accorto, pensò Lorenzo, voltandosi verso il campo per capire cosa aveva rubato così tanto la sua attenzione, ma tutto ciò che vide erano gli altri loro compagni che si stavano già allenando. Notò che il mister li stava guardando e che si stava picchiettando l'orologio. Lorenzo gli fece il segno del pollice in su per fargli capire di aver afferrato e tornò a rivolgersi a Bastoni. "Siamo gli unici rimasti soli, alleniamoci assieme".
L'altro lanciò un ultimo sguardo al di là della sua testa, e per un attimo sembrò essere deluso, ma poi subito tornò a rivolgersi a lui sorridente. "Ok, va bene".
Iniziarono a passarsi la palla a vicenda. Erano solo semplici esercizi di riscaldamento prima dell'allenamento vero e proprio, quindi l'atmosfera era rilassata. Ogni tanto Lorenzo interrompeva i passaggi per far saltellare la palla tra un piede e l'altro o per vedere per quanto tempo riusciva a tenerla in equilibrio sulla punta; gli piaceva fare giochetti del genere, gli ricordava di quando aiutava il padre al mercato e si metteva a giocare con le pesche per strada.
In quei momenti morti, però, notava che Bastoni si distraeva e iniziava a seguire con lo sguardo qualcosa alla sua destra, ma Lorenzo continuava a non notare nulla di insolito. Fermò la palla sotto la scarpetta. "Bastò, ma se po' sapè che staj guardann da mezz'ora?"
Bastoni si voltò all'istante come se l'avesse appena colto a fare qualcosa di imbarazzante. "Io? No, niente!" balbettò. Le sue orecchie si stavano facendo rosse.
Oh.
Lorenzo tornò a voltarsi verso i suoi compagno con più attenzione, e questa volta notò chi c'era sempre nella direzione dello sguardo di Bastoni: Barella, che in quel momento si stava allenando poco più avanti insieme a Cristante.
No, vabbè. "Ma che stavi guardando Barella?"
Se possibile Bastoni si fece ancora più rosso in faccia. "No! Cosa cazzo dici! Perché dovrei?"
Lorenzo non riuscì a resistere e iniziò a ridere. "Hai capito a Bastoncino, qua! Te piace Barellì, eh?"
L'altro sgranò gli occhi manco avesse visto un fantasma e iniziò a fissarsi le scarpe. Oddio, era pure timido. Troppo divertente.
Si avvicinò a Bastoni e gli pizzicò una guancia per fargli alzare la testa. "E bravo a Bastoni, mo ce penz ij".
L'espressione di puro orrore che gli si dipinse in faccia era impagabile. "In che senso? No Lorenzo, non fare stronz..."
"UÈ, BARELLÌ!"
Barella, sentitosi chiamare in causa, fermò il suo riscaldamento e si voltò verso di loro, indicandosi per essere sicuro che ce l'avessero proprio con lui. Lorenzo gli fece segno di avvicinarsi. "Vieni n'attimo cca!" gli urlò. Bastoni lo stava fulminando con lo sguardo. Lui continuò a sorridere. Quello sì che era intrattenimento.
Barella si avvicinò confuso. "È successo qualcosa?" chiese.
"Barellì, senti, chist è nu stangone, non mi trovo proprio ad allenarmi con lui, facciamo a cambio?"
Solo immaginare la faccia di Bastoni in quel momento lo fece ridere ancor di più.
Barella sembrava ancora confuso, ma accettò senza fare domande. Mentre Lorenzo si dirigeva verso Cristante, si voltò verso Bastoni, che lo stava guardando incredulo, ed alzò due pollici in su.
Troppo divertente.
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jojo-chan · 2 years ago
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A/N: I LOVE THE MYTH OF RED ROSES SO I WROTE A FIC ABOUT IT.
"Il fiore tinto del sangue della dea della bellezza, é l'unico degno di stare al tuo orecchio."
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Siedevi sul divano di casa tua, eri giù di morale, non proprio triste, ma non stavi al massimo. Volevi trovare un motivo per sorridere, per sentirti felice, ma proprio non ci riuscivi, era una giornata di quelle monotone, che non vedi l'ora finisca.
Sentì all'improvviso il campanello suonare, ti alzasti e apristi la porta, era lui, Tensing, non avevi idea del perché fosse venuto, però la sua visita non era sgradita. "Tu come stai (t/n)?" Non sapevi come rispondere, ma alla fine decisi di essere sincera "Bene dai, non proprio al massimo. Tu?"
Lui disse "Oh, posso farti un po'di compagnia? Magari ti senti meglio. Ho portato anche Rif." E appena fu chiamato, Rif sbucò da dietro alla coscia di Tensing e sorrise, era sempre adorabile quel piccoletto. "Ciao (t/n)! Come mai sei triste?" Disse con la sua vocina adorabile sorridendo.
"Non è che sono triste, semplicemente..non sto al massimo,tutto qui Rif." Risposi tu, poi ti spostasti e li lasciasti entrare. Rif si sedette sul divano tra te e Tensing, mentre tu accesi un film in TV. Il film era un film romantico, e quando le scene iniziarono a farsi più romantiche, Rif si alzò e con la scusa di andare in bagno uscì dalla stanza, lasciandovi soli.
Il film non era riuscito affatto a consolarti, e lui se ne era accorto, così ad un certo punto, mise pausa e si girò verso di te "Senti..vorrei raccontarti una cosa." Tu non avevi idea di cosa avrebbe detto, così, non avendo nulla da perdere dissi "Dimmi pure."
Lui prese un bel respiro, e iniziò a raccontare "Le rose rosse hanno uno dei più belli e romantici miti. La dea Afrodite aveva un'amante che amava con tutto il cuore, ma appena Ares lo venne a sapere, si infuriò e lo uccise. Afrodite, nel tentativo di salvarlo, si buttò in un campo di rose bianche, le spine le tagliarono braccia e gambe, e il suo sangue tinse i petali delle rose." Tu ascoltasti il mito in silenzio, e in effetti, dovevi ammettere che era bello.
Appena finito di raccontare, Tensing tirò fuori una rosa rossa e te la infilò nei capelli, spostandoti una ciocca dietro alle orecchie e ti baciò la punta del naso. Poi ti sussurrò "il fiore tinto del sangue della dea della bellezza, é l'unico degno di stare al tuo orecchio." E si tolse, aspettando una reazione.
Tuttavia, l'unica reazione che ebbe da te furono le tue guance rosse, così rosse che sembravano ciliegie. A vederti così, ridacchiò un pochino e sorrise e disse "Aww..Sei adorabile.". E ciò ti fece arrossire ancora di più.
Era una scena perfetta, Rif era nell'altra stanza, e voi eravate da soli, o così pensavate, finché la porta non si aprì con molta forza, come se fosse stata sbattuta malamente. "DOVE CAZZO É VEGETA?!" Urlò Bulma, ma appena notò come eravate messi voi due, cambiò completamente tono "Uh..scusatemi ragazzi, vi lascio alle vostre cose mentre cerco quel buon a nulla di mio marito, ciao." E poi scappò via imbarazzata.
La gente sembra avere un sesto senso per sapere quando tu e Tensing stavate vivendo un qualche momento romantico, e facevano di tutto, anche involontariamente, per rovinarlo.
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deadlyneko-chan · 2 years ago
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Non preoccuparti, ci sono io qui per te
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PARTE 6
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Quando scrivo > Tsukiko: * Ti amo Leonardo!!! *, sono i pensieri personali.
Quando scrivo > Tsukiko: ' Ciao, come stai ? ', stanno sussurrando.
Quando scrivo > Tsukiko: Ciao gente. Stanno parlando normalmente.
Quando scrivo > Tsukiko: CIAO! ATTENZIONE! NON MI INTERRESSA. Stanno urlando o sgridando.
Mentre io e Leo continuavamo a condividere la mia stanza e il mio letto Raph, Donnie e Mike si riprendevano da loro raffreddore, ovviamente mi sono pressa cura di loro tanto che ero l’unica a non essere a rischio contagio e con l’uso della mia abilità curativa sono riuscita a fargli saltare la maggior parte degli stadi. Ho dovuto solo sopportare lo stadio 3 da parte di Mike, lo stadio 5 da parte di Donnie e lo stadio 6 da parte di Raph dopo di che ci misero solo una settimana dal riprendersi dal semplice raffreddore. Ogni giorno passavo dai tre poveretti per farli mangiare e bere, curandoli con la mia abilità curativa mentre dormivano, così durante questo periodo io e Leo passavamo il nostro tempo insieme: allenandoci, guardando video, mangiando, giocando qualche partita ai video giochi o a basket e altri giochi, abbiamo anche iniziato persino a imparare a ballare per via di alcuni tutorial che aveva trovato Leo su YouTube, oltre al fatto che continuavamo a dormire insieme e ogni giorno notai che il nostro legame cresceva sempre più. Di conseguenza portava anche a crescere il mio amore per lui, ed ogni volta diventava sempre più difficile da sopprimere o da non rivelare i miei sentimenti per lui ma, sono sempre riuscita a on rivelare i miei sentimenti. Ma prima o poi ogni cosa deve finire, infatti Donnie, Mike e Raph si repressero così i nostri pigiami party finirono tanto che Mike e ogni tanto anche Raph volevano unirsi a noi; quindi, il tempo che passavamo da soli io e Leo è diminuito con nostro dispiacere. Però una notte mentre stavo leggendo tranquillamente sul mio letto un portale apparve sulla mia parete dal quale uscì la mia tartaruga preferita, già con il pigiama addosso e privo della sua bandana, con mia sorpresa è riuscito ad aprire un portale dalla sua stanza alla mia.
Tsukiko: Allora i nostri pigiami party continuano.
Leo: Ovviamente che continuano, guarda le poche notti che ho dormito nella mia stanza e mi sono già tornate le borse.
Tsukiko: Oh… il mio povero Baby Blue. Vieni qui forza.
Leo: Non me lo faccio dire due volte.
Ridacchia divertita, mentre un cursore dalle orecchie rosse usava la mia pancia come cuscino, mentre gli accarezzavo dolcemente il guscio e il collo facendolo rilassare lentamente. E così ogni volta che riusciva ad aprire un portale riuscivamo a fare i nostri "pigiama party", ed ogni volta che vedevo apparire un portale da una delle mie pareti o dal pavimento la felicita mi invadeva, lo ero anche quando apriva un portale per sbaglio sul soffitto e mi cadeva addosso. Il tempo passò, anzi volo tra l'allenamento con i ragazzi, la prima volta che Mike, Raph e Donnie hanno visto le mie armi sono impazziti dall’eccitazione e quando tutti quanti hanno visto le mie abilità sono andati in un overdrive di eccitazione, che portò ad ogni tipo di combattimento tra i ragazzi per avermi nella loro squadra. Ovviamente con la ripresa dei ragazzi così fecero anche i nostri tempi per rafforzare il nostro legame famigliare, almeno è così che lo chiama Mike e chi sono io per dire qualcosa, infondo è lui l’esperto in questo campo. E così ogni tanto, quando i ragazzi ne avevano voglia o bisogno di aiuto, stessa cosa per me passavamo un po’ di tempo legando. Il tempo che passavo con Mike è pieno di divertimento tipo: videogiochi, cucinare o creare nuovi piatti, disegnare al quale devo dire sono migliorata molto grazie al mio fratellino, passavamo il tempo anche a sfidarci in acrobazie pazze, a guardare dei video divertenti e ogni tanto quando potevamo rimanevamo fuori a guardare il sole tramontare o a guardare l’alba. Con questo ovviamente il nostro legame fratellino/sorella si è rafforzato, ed è migliorato la nostra collaborazione negli allenamenti grazie alle nostre acrobazie pazze, per questo nessuno osava fargli del male se ero nei paraggi cosa del quale ha approfittato sempre per quando face degli scherzi ai ragazzi. Il tempo con Donnie era più sul livello intellettuale e meccanico; infatti, passavo la maggior parte del tempo nel suo laboratorio o a cercare e raccogliere pezzi per le sue creazioni, ed ovviamente nei approfittai facendomi fare da Tutor in modo che potessi "finire" tutto il programma di liceo che ho lasciato incompiuto. Ed essendo la sua aiutante mi coinvolgeva praticamente in ognuno dei suoi progetti o a creare dei nuovi progetti con dei miei suggerimenti, ogni tanto disegnavo un progetto io stessa o meglio dire una bozza al quale ovviamente ci metteva le sue mani e lo migliorava o aggiungeva cose. Con questo sono riuscita a convincerlo a crearmi un bracciale con dentro delle lame, già proprio come quelle che si vede nei film Predator, ne ho sempre voluta una! Ma per ora è uno dei tanti progetti che devono essere iniziati e creati. Anche se passavamo il nostro tempo chiusi nel suo laboratorio piegati sulla sua scrivania a creare o migliorare una sua creazione e ogni volta che una delle sue invenzioni non funzionava come voleva ero sempre lì per lui, tirandolo su di morale e per non farlo mollare mai, infatti ogni volta che lo trovavo triste afferravo sempre il suo fidato cacciavite e ogni volta mi sorrideva ed ero sempre lì ad aiutarlo a cercare di capire cosa non andasse. Così con il tempo, ho imparato a conoscerlo molto meglio e ho adorato passare il mio tempo con lui lo stesso dove essere per lui, tanto che ogni volta che lo abbraccio non saltava o retrocedeva per il disaggio e inoltre ha iniziato a chiamarmi più spesso sorella genietta. Invece il tempo passato con Raph era tranquillo e pieno di allenamento ma, ogni tanto riuscivo a convincerlo a staccarsi un po’ dal continuo stress di essere il Leader del gruppo, così passavamo il tempo a guardare film d’azione, romantici o comici. Ogni tanto lo passavamo a riparare o nel mio caso a creare nuovi orsacchiotti, da aggiungere alla sua collezione, e quando non riuscivo a staccarlo dal suo allenamento lo aiutavo con i pesi. Stessa cosa che faceva con me quando ero io a volermi allenare. Però quando lo stress lo colpiva pesantemente lo portavo in superficie con me, in una delle mie tante girate in superficie senza essere vista da degli umani avevo trova una parte di Central Park poco frequentata, così all’alba o al tramonto lo portavo al parco passeggiando, chiacchierando, ogni tanto riuscivamo a trovare un giornale abbandonato e così quando lo leggeva tranquillamente io andavo a procuraci una cioccolata calda o qualcosa da bere. Ovviamente essendo più massiccio e una tartaruga azzannatrice Raph è sempre cauto nel suo dimostrare affetto con me, tanto che a differenze degli altri non ho guscio e piastrone o una folta pelliccia, così il nostro rapporto era un po’ strano. Però tra la sua dolcezza e la sua determinazione nel tenere tutti al sicuro è diventato il mio idolo, ed ogni volta glielo dicevo, cosa che ovviamente lo metteva sempre felice e allo stesso tempo imbarazzato. Ed ogni volta lo abbracciavo, lo coccolavo, lo viziavo con dei dolcetti o disegni di lui in pose da Leader e quando un giorno ha notato che non era più solo lui a dover portare il peso di dover proteggere tutti sono diventata il suo braccio destro oltre al fatto che sono diventata la sua sorellina. Con questo ovviamente è diventato ancora più protettivo nei miei confronti e io nei suoi. Con Splinter è diventato il padre che non ho mai avuto, il nostro legame padre-figlia cresceva sempre di più, anche se passavamo la maggior parte del tempo nella sala proiezioni non mi dispiaceva per nulla. Ogni tanto guardavamo le foto dei ragazzi quando erano piccoli e di tutte le storie che cerano dietro ad ogni foto, ridendo e prendendo in giro i ragazzi di seguito, oltre a ciò, abbiamo fatto delle gite nella città nascosta però ogni volta che ci andavamo finivo con un sacco di regali da parte sua. Niente di che sia chiaro ma, il pensiero che c'era dietro era quello che contava sempre che il regalo fosse grande o piccolo, che fosse una foto incorniciata, una piccola scultura di un animale o abiti che erano ovviamente kimoni tradizionali. Il pensiero che c'era dietro a quei regali, il tempo che passavo con lui, le risate condivise, gli abbracci e le chiacchiere che condividiamo sempre ne ho adorate ogni momento. Con April siamo diventate amiche, ogni tanto o meglio quando poteva passava il suo tempo con me nella mia stanza e passavamo tutta la notte a parlare di tutto e ovviamente i pettegolezzi non mancavano mai, i più divertenti e assurdi venivano tutti da lei. Ogni tanto ci incontravamo sempre da qualche parte in superficie e giravamo passando un po’ di tempo di qualità tra ragazze, ogni volta ci divertivamo, poi siamo anche andate nella città nascosta per guardare ogni negozio. Questi momenti tra noi due sono sempre liberatori per me, infondo essere l’unica ragazza in una famiglia di soli maschi può diventare un po’ soffocante ma, grazie alla mia migliore amica riuscivo a liberarmi delle mie frustrazioni. E ovviamente la maggior parte del mio tempo veniva presso letteralmente da Leo, tutte le nostre attività che abbiamo iniziato nel periodo in cui i ragazzi stavo male le abbiamo continuate ma, i momenti che adorava di più con lui era quando guardava dei video e ogni volta che il suo viso si illumina per una scena il respiro mi manca insieme al mio cuore che smette di battere. Anche se con il passare del tempo il suo comportamento nei miei confronti mi lasciava perplessa e speranzosa, per qualcosa di più tra di noi di una semplice amicizia o legame fraterno, che ovviamente non è mai arrivato. Però finché potevo stare al suo fianco, vederlo felice e sorridente mi andava bene. Comunque un giorno Donnie ci chiamò tutti, io sapendo già in anticipo cosa avesse in serbo per i suoi fratelli tanto che avevo aiutato a progettarlo e a costruirlo, ed ovviamente ricordavo molto bene questo episodio. Dopo esserci messi tutti comodi, dove Leo ha deciso che le mie gambe erano un buon cuscino e non resistendo ho iniziato a massaggiargli la testa, nel mentre Donnie ci sorrise a tutti con orgoglio al quale gli tirai un pollice in alto sorridendogli prima di riprendere a massaggiare la testa alla mia tartaruga preferita.
Donnie: Fratelli e sorella genietta, davanti a voi c'è il mio capolavoro, il culmine delle mie capacità di merito unite in una gloriosa impresa. Signore e Signori, guardate il…
Leo: È il trapano? È quello che hai fatto quando stavamo combattendo quei pesciolini d'argento.
Tsukiko: È dove avete combattuto anche quel mutante maiale... com'è che lo chiamate... Mm… A sì! Meat Sweats.
Donni: No. È ancora in versione beta.
Raph: Lento.
Tsukiko: Fratellone! Non è carino.
Donnie: Ma questo è meglio. Molto molto meglio! Date il...
Mike: È un trapano ancora più bello e ancora più grande?
Tsukiko: Ragazzi fatelo finire! Per l'amor del cielo!
Donnie: No, non un trapano. Qui dietro c'è un enorme sorpresa! Ta-tara-tan! 
Mike: Sì! Una galleria delle fogne piena di niente! Sono così orgoglioso di te.
Donnie: Cosa? Ma dov'è andato? Avevo costruito un mezzo fantastico dal buggy lunare? Chi ha rubato il Turtle Tank?
Con un sospiro tolsi dolcemente la testa di Leo dalle mie gambe e mi avvicinai a Donnie rimettendolo in piedi, non appena fu in piedi corse verso l'uscita della tana e verso la superficie, con un sorriso gli corsi dietro con i ragazzi dietro di noi questo non volevo perdermelo. Non appena fummo su di un tetto i ragazzi iniziarono ad avere dubbi sulla nostra cerchia di amici molto ma, molto ristretta, ho lasciato andare i ragazzi da April da soli aspettandoli appoggiata al muro del vicolo dove sarebbero stati lanciati. Non ho dovuto aspettare molto infatti non molto tempo dopo che Raph fu distesso sul suolo del vicolo lo seguirono anche gli altri, ridacchiando divertita mi avvicinai al gruppo per aiutarli, nel mentre sentivo tutto quello che dicevano tra di loro e April che era ancora fuori dalla finestra ad osservare le tartarughe che ovviamente salutai con la mano che ricambiò.
Donnie: Ok, buone notizie. La nostra cerchia ristretta è sicura.
Mike: Scusa April. Domani sera serata cinema-cena?
April: Pagate voi ragazzi. Tsu voglio tutti i dettagli domani sera.
Tsukiko: Contaci ragazza!
Detto questo April chiuse la finestra e io aiutai i ragazzi a scendere l'uno dall'altro, che poi si misero a sedere per terra in un cerchio, mi unì a loro dando le spalle all'entrata del vicolo per non vedere Splinter guidare come un pazzo il Turtle Tank.
Donnie: Va bene ragazzi... Chi è il nostro prossimo sospettato?
Raph: Dev'essere qualcuno che sa che esistiamo.
Mike: Scheggia! Dev'essere del bastone di April.
Leo: Assolutamente no. Dev'essere un altro mutante e io so dove possiamo trovarne a decine di loro. Nel loro locale!
Tsukiko: Finalmente posso vedere questo ristorante!
Tutti mi guardarono per alcuni secondi, prima di ricordassi che in effetti sarebbe la mia prima volta in un ristorante per soli mutanti, così mi portarono in questo vicolo e Raph fece un gesto con la mano che portò all'apertura di un varco.
Raph: Stai indietro! Raph ha questo. Ok! Vai Leo fai quello che devi.
Leo: Ah, reciterò la parte dello sbirro gentile che cerca informazioni in un ristorante. Guardate e imparate bambini. Mucchietto d'ossa ciao, da questo buco dell'orecchio devi sentirci molto bene. Sai nulla di un certo Turtle Tank?
Hueso: Uno sconto per la città di Teddy Bear? Beh, vedi non ho bisogno delle coccole del sindaco. Ti saluto.
Non appena Hueso si allontanò da Leo mi avvicinai a lui, gli appoggia una mano sulla spalla sorridendogli ma, la voce Hueso mi fece giare leggermente la testa per guardarlo e anche la testa di Leo si girò verso lo scheletro.
Hueso: Ehi! Hermosa, se volessi sarei libero di parlare di qualche cosa con te.
Tsukiko: No me interesa señor Hueso gracias y ya me gusta alguien. (Non mi interessa Signor Hueso grazie e mi piace già qualcuno.)
Hueso: Si alguna vez cambias de opinión, estoy a tu completa disposición. (Se mai cambiassi idea sarei a tua completa disposizione.)
Ma ancora prima che potessi rispondere dare una risposta ad Hueso Leo mi strinse un braccio intorno alla vita, con uno sguardo infastidito verso Hueso, mi trascinò via con lui verso la sua prossima "vittima". Erano questi i momenti in cui entravo in confusione e il mio cuore si riempiva sempre di speranza, Leo era diventato abbastanza possessivo nei miei confronti ed era diventato molto più fisico sempre alla ricerca delle mie attenzioni ma, oltre a questo non era successo nient'altro.
Leo: Parli spagnolo adesso?
Tsukiko: Sì, ho studialo la lingua ai tempi delle medie e ho continuato a studiarlo da sola. E mi sto facendo insegnare da Donnie il Giapponese.
Leo: Interessante… Mi insegheresti un po’ di spagnolo?
Tsukiko: Mmm… Va bene ma, ti averto sono un insegnante molto esigente.
Leo: Non preoccuparti, sarò un bravo studente.
Non molto tempo dopo la nostra chiacchiera Leo si avvicinò ad uno yōkai con un occhio solo, gli misi una mano intorno al polso aspettando che finisse il suo “interrogatorio”.
Leo: Hey! Occhietto verde, sai qualcosa su un...okay...
Appena sentì l’orribile verso dello yōkai strinsi la pressa intorno al polso di Leo e lo tirai subito via, da qualunque cosa fosse quel mutante o yōkai ma, nemmeno pochi secondi ed ero già trascinata alla prossima vittima che era un "dolce" e "tenero" bambino.
Leo: Ciao piccolino, scommetto che... Non ti agitare!
Tsukiko: Leo... Detto fra me e te non sei proprio capace di fare lo "sbirro gentile che cerca informazioni in un ristorante"...
Appoggiai una mano rassicurante sulla sua spalla, sorridendogli ma, fui interrotta da Donnie...
Donnie: Basta con la tua imitazione dello sbirro gentile Leo! O scopro chi di voi mostriciattoli ha preso il Turtle Tank o distruggo completamente questo tugurio!
Tsukiko: Donnie! Calmati! Non voglio essere scacciata da questo locale.
Hueso: Ehi! Amico, quando fai il poliziotto cattivo direi che lasci molto a desiderare.
Dopo quello che ha detto ho presso Leo per un braccio e l'ho allontanato velocemente verso l'uscita del locale, mi venne dietro senza proteste quando erravamo vicini all'uscita osservammo la scena svolgersi davanti a noi.
Mikey: No, un momento c'è un equivoco. Ah... Noi non siamo dei veri sbirri.
Hueso: Ma che notizia interessante.
Non appena ho sentito la battuta di Hueso ho afferrato Leo per un braccio e ci ho portato fuori dal locale, pochi secondi dopo siamo stati seguiti dai nostri fratelli o meglio dire che sono stati lanciati subito dopo la nostra uscita dal locale, mentre i ragazzi si riprendevano io e Leo gli osservavamo per alcuni secondi distesi sul pavimento duro del vicolo.
Leo: Amico, perché nessuno può gettarci in un bel mucchio di spazzatura morbida.
Ridacchiai alle sue parole anche se mi dispiaceva per gli altri, nel mentre portavo lentamente una mano sulla nuca di Leo e ho iniziato a subito a farli dei gratini, con i quali si lasciò scappare un sospiro e iniziò subito a rilassarsi. Mike, Raph e Donnie si misero a sedere mentre si massaggiavano le parti doloranti, non appena Mike vide Leo essere coccolato si avvicinò a noi guardandomi con i suoi famosi occhi da cucciolo, ed ovviamente con la mano libera iniziai subito a fargli dei grattini sulla testa e la nuca come stavo facendo con Leo.
Raph: Senti Donnie, non potevi mettere un localizzatore dentro al Turtle Tank? Come avevi fatto con la carta del salame?
Donnie: Era quella la mia intenzione ma, poi ho capito che era meglio installare la procedura carella della spesa. E così ho fatto! Ahah!
Tsukiko: Io ho combattuto sul metterli entrambi ma, io sono solo l'assistente posso solo dare consigli sta al costruttore geniale se utilizzare o meno le mie opinioni o idee.
Donnie: In effetti avrei dovuto darti reta.
Così non appena attivò la procedura carello della spesa accarezzai le teste di Leo e Mike un’ultima volta, con loro immenso dispiacere ma, dopo la promessa che avrei continuato più tradì nella tana mentre guardavamo un film a loro scelta ci siamo messi alla ricerca del Turtle Tank utilizzando il segnale. In pochi minuti lo trovammo parcheggiato in un vicolo e devo ammettere che guardandolo da un tetto era molto diverso dal guardarlo da vicino. I ragazzi si complimentarono subito con Donnie per la sua creazione, ne ero orgogliosa anche ci aveva lavorato così duramente anche con il mio aiuto occasionale ma, il merito era tutto suo. Non molto tempo dopo Leo notò nostro padre giù nel vicolo dove si trovava il Turtle Tank che camminava tranquillamente verso un camioncino e al suo interno si poteva vedere tranquillamente Meat Sweats.
Leo: Quello è Meat Sweats gattina.
Tsukiko: Immaginavo. Ne avete parlato così tanto e Donnie mi ha fatto vedere un’immagine di lui. Non riesco a capire come fa Pops a non aver capito che sta entrando nelle fauci di un maiale mutante cannibale?!
Raph: Dai muoviamoci o Splinter vera tostato o spalmato su un toast. Andiamo!
Senza proteste da nessuno saltammo tutti giù dal tetto e ci avviciniamo al camioncino in questione ma, come già sapevo a preso il via e con un sospiro esasperato osservai il camioncino sparire.
Tsukiko: * Pops hai fatto un grave errore, le cose che ti farà Donnie come punizione saranno una passeggiata rispetto alle mie *
Dopo questo pensiero salimmo tutti sul Turtle Tank. Io mi misi subito al mio posto disegnato appositamente per me da Donnie, che consisteva in una poltroncina molto comoda con i panelli di comando secondari, in modo che se fosse successo qualcosa a quelli principali avrei potuto prendere subito il comando o aiutare in alcune situazioni. Così iniziò il nostro primo inseguimento, mentre gli raggiungevamo Donnie mise il pilota automatico e mostrò l’interno con i vari gadget ai ragazzi ed i loro posti assegnati, non appena tutti si furono messi al loro posto raggiungemmo il camioncino di Meat Sweats. Riuscimmo ad affiancare il camioncino e cercavamo di convincere Pops a scendere fermare questo inseguimento e ad allontanarsi dal maiale mutante fiato sprecato. Dopo poco eravamo arrivati alla parte in cui Donnie aveva usato i ganci, per rimanere letteralmente attaccati al camioncino, con Leo e Mike che si arrampicavano sulle catene con me subito dietro di loro. Mentre loro si dovevano tenere alle catene per non cadere io camminavo tranquillamente su di una sola catena grazie al mio lato felino e all’allenamento di Pops, con Leo che mi lodava e Mike che si lamentava della mia facilità nel mantenere l’equilibrio, non molto tempo dopo vidi subito Meat Sweats prende un cobra mutante sputatore e assorbire le sue capacità. Avvolsi una gamba introno alla catena su cui camminavo con uno slancio afferrai velocemente Leo e Mike salvandoli da una caduta ma, mi ovviamente un po’ dello sputo acido che aveva colpito la catena mi schizzo sulla gamba, con un gemito di dolore che attirò l’attenzione dei ragazzi su di me. Leo e Mike notarono subito il tessuto dei miei pantaloni sportivi e la pelle che veniva mangiata dall’acido, che gli porto fuori di testa con mio dispiacere infondo eravamo in missione, stringendo i denti lanciai Leo e Mike verso il tetto del Turtle Tank. Prima che le catene si ritirassero mi rimisi velocemente in piedi sulla catena e con uno Shunpo mi ritrovai davanti a Meat Sweats sorpreso ma, prima che potesse dire o fare qualcosa la gamba ferita entrò in contatto con il suo pancione, che portò a due conseguenze: uno ad un sacco di quell’orribile sputo acido che gli usciva dalla bocca, al quale mi allontanai velocemente; due le catene che tenevano insieme i due mezzi si erano ritirate lasciandomi di conseguenza da sola con un cannibale e con una gamba ancora ferita, la mia guarigione a quanto pare stava combattendo contro l’acido, lasciando così le mie ferite non guarite per ora.
Meat Sweats: Mhmm... Sento un dolce odore di sangue. Dopo un antipasto di ratto ben condito, una zuppa di tartarughe, con te avrò un meraviglioso dessert.
Tsukiko: Sarò anche ferita ma, prima devi riuscire a prendermi pancetta parlante! E non sono una preda facile da catturare. Quindi fatti sotto maiale sovrappeso!
Così iniziai il mio primo e vero combattimento contro un cattivo, tirai fuori la mia Nagasaki e iniziai a colpirlo con tutte le mie forze, che equivalgono a farlo piegare in due dal dolore ad ogni colpo. Dopo un bel colpo sul suo muso indietreggiò con le mani che gli coprivano il naso ma, prima che potessi colpirlo di nuovo la mia gamba cedete con mio orrore e dalle grida dei ragazzi doveva esserlo anche per loro, non appena vidi i tentacoli di Meat Sweats venire verso di me alzai una barriera introno a me. Con suoi dispiacere inizio a colpirla con il suo martello, nel mentre strappai un pezzo dei miei pantaloni ormai rovinati e lo strinsi introno all’area ferita, subito dopo mi spinsi impedì e lascia cadere la barriera riprendendo a colpire ogni parte del corpo del maiale mutante. Quando lo vidi che stava per riusare lo sputo acido sentì la voce di Leo dietro di me.
Leo: Tsukiko! Abbassati!
Segui subito il comando di Leo, anche se la mia gamba non era per nulla felice del trattamento, con una smorfia vidi il portale di Leo aprirsi davanti a Meat Sweats e lanciargli addosso il suo stesso sputo. Mentre si copriva il muso per pulirsi dall’acido mi rialzai pronta a caricarlo per un altro colpo ma, di punto in bianco premette il maledetto pulsante rosso che portò all'apertura di tutte le gabbie, alla fine mi ritrovai sommersa da piccoli mutanti o yōkai che ci portò tuti a cadere dal camioncino. Con una protesta da parte della mia gamba usai di nuovo Shunpo e mi spostai di lato così da evitare la caduta, l'essere investita di nuovo, portando in salvo con me tutti i poveretti che non appena notarono che erano al sicuro corsero in ogni direzione. Alla fine sentì l’urlo di Splinter sul non essere abbandonato; infatti, girandomi vidi i ragazzi che si avvicinavano a Pops, con un sospiro ansimante zoppicai verso di loro. Leo fu il primo a notarmi e senza indugi corse verso di me, prendendomi subito in stile sposta, velocemente si avvicinò al gruppo pronto ad attirare l’attenzione di Donnie. lasciai iniziare Donnie con il suo rimprovero e la sua punizione.
Tsukiko: Lascialo fare Leo posso aspettare ancora un po’…
Donnie: Tu... tu, sconsiderato irresponsabile. Guarderai il canale di scienza delle sedie per un mese giovanotto! E poi quelle sulle divisioni in colonna e sui decimali del Pi-greco, la novantanovesima cifra è 7!
Leo: Donnie! Basta Tsukiko ha bisogno di cure mediche.
Alla voce di Leo tutti si girarono verso di noi, notando il mio viso addolorato, Donnie saltò verso di noi e con cura slego il panno sulla mia ferita guardandola. Subito tiro fuori dal suo guscio di battaglia una bottiglia con del liquido trasparente che verso, al contante le lacrime mi rigarono le guance e avvolsi le braccia introno al collo di Leo che iniziò subito a confortarmi come meglio poteva, pochi secondi dopo il dolore passò mi girai verso Donnie tirando leggermente sul col naso. Quest’ultimo mi sorrise leggermente poi mi mise una pomata per le ustioni e l’avvolse con delle bende sterili, tutto questo veniva fatto sotto gli occhi preoccupati dei ragazzi e di Pops, alla fine di tutto il trattamento ringrazia Donnie e rivolsi il mio sguardo verso Pops che si congelò sul posto al mio sguardo.
Tsukiko: Fidati di me Pops quando Donnie avrà finito con te inizierai la mia punizione, la sua punizione sarà nulla in confronto alla mia. Quindi preparati Pops.
Alle mie parole e al mio sguardo Splinter abbraccio una delle gambe di Donnie, guardandomi con terrore, anche i ragazzi sono rimasti silenziosi e fermi per alcuni secondi. Lasciandomi scappare un sospiro mi girai avvolgendo di nuovo le braccia introno al collo di Leo.
Tsukiko: Possiamo tronare alla tana? Mi fa ancora un po’ male la gamba. E Donnie non appena torniamo a casa e dopo che hai sistemato il proiettore installa uno o due localizzatori…
Leo: Sai sei stata spettacolare gattina e grazie per il salvataggio, sicuramente io e Mike saremmo finiti spiaccicati sul muso del Turle Tank.
Tsukiko: Non ringraziarmi nel proteggere la mia famiglia. Tu e Mike state bene?
Leo: Sto benissimo!
Mike: Anche io sto bene sorellona. Qui l’unica ferita sei tu.
Tsukiko: Felice di sentirlo… * Finche state tutti bene non mi importa di essere ferita, appena la mia gamba si riprende mi devo allenare di più. *
Dopo le mie parole tutti i ragazzi si girarono verso il Turtle Tank, con un passo delicato e con Mike che teneva la gamba diritta e ferma con la mia gratitudine, Leo si avvicinò alla mia poltroncina e si mise a sedere il più delicatamente possibile sempre con l’aiuto di Mike. Così durante il viaggio di ritorno ripresi a grattare la nuca e il collo delle due tartarughe, anche se borbottarono per breve tempo sul fatto che non dovessi muovermi ma, alla fine si zittirono godendosi le coccole.
Tsukiko: Non sapevo che le tartarughe fossero come dei gatti.
Donnie: Ora! Non sono così coccoloso! Quindi non confrontarmi con un gatto e inoltre non stanno facendo le fuse come fai tu.
Ridacchiando alla riposta veloce di Donnie continuai a coccolare le due tartarughe e dopo pochi minuti siamo arrivati alla tana, non appena siamo scesi Leo e Mike mi portarono sul divano e con attenzione si accoccolarono accanto a me continuando la sessione di grattini seguiti da Raph che si unì alla sessione, ho visto Donnie correre nella sala proiezioni. Alla fine dopo un po’ anche Donnie si unì a noi trovando Leo addormentato alla mia destra con la testa appoggiata sulla mia, Raph anche addormentato seduto per terra su una montagna di cuscini con il guscio appoggiato contro il divano e con le mie gambe appoggiate sulle sue spalle e la testa appoggiata sulla mia gamba sana, per finire Mike appoggiato contro il mio lato sinistro e con la testa appoggiata sulla mia spalla. Il più silenziosamente possibile si avvicinò prendendo delle coperte e coprendo tutti e anche me, poi con mia sorpresa sposto il più delicatamente possibile Mike dalla mia spalla prendendo il suo posto appoggiando la testa di Mike sulla sua gamba, coprendolo poi anche lui con una coperta arancione. Alla fine si coprì con una coperta viola togliendosi gli occhiali e la bandana, delicatamente spostai la mano e iniziai a fargli anche a lui dei grattini alla nuca e al collo, al quale lentamente iniziò a rilassarsi godendosi anche lui le coccole e il film. Alla fine del film ero l’unica ancora sveglia, con i ragazzi ancora addormentati Leo alla fine si era distesso con la testa appoggiata sulla mia coscia, ormai guarita grazie alle cure mediche di Donnie e alla mia guarigione accelerata, Donnie con la testa appoggiata sulla mia spalla e Mike con la testa appoggiata sulla sua gamba, per finire Raph sempre appoggiato con la testa sulla mia coscia. Sorrisi alla scena adorando la vicinanza, con un sospiro felice, pressi un cuscino per la mia testa e per Donnie. Al quale lentamente gli alzai la testa posizionando il cuscino sulla mia spalla e riappoggiandolo di nuovo, poi posizionai il cuscino per me coprendo di nuovo i ragazzi e coprendomi di nuovo, lentamente mi lasciai scivolare anche io un sonno ben meritato.
Tsukiko: ‘ Buonanotte ragazzi. ’
Il giorno dopo fui svegliata, come tutti gli altri, dal rumore e del flash di una macchina fotografica. Con un gemito aprì gli occhi e trovai Pops che ci stava scattando foto su foto, il prossimo ad essere svegliati sono stati Leo e Donnie, poi Raph e per finire Mike.
Tsukiko: Pops… Cosa stai facendo?
Splinter: Non appena mi sono svegliato vi ho visti tutti accoccolati insieme e che padre sarei se non facessi delle foto di queste situazioni.
Tsukiko: Va bene… Buongiorno anche a te Pops. Buongiorno ragazzi. Qualcuno a qualche muscolo indolenzito?
Splinter: Buongiorno figli miei e figlia.
Tutti: Buongiorno.
Donnie: Ho un leggero crampo al collo…
Raph: Mi fa un po’ male la schiena…
Mike: Io sto bene!
Leo: Anche io sto bene.
Tsukiko: Va bene Mike, Leo alzatevi. Donnie rimani seduto e fermo ci penso io. Raph anche tu prendi il posto di Leo. Vi aiuto io ragazzi.
Non appena i Raph si mise a sedere sul divano, chiusi gli occhi concertandomi, lentamente le mie mani si avvolsero della mia aura dorata che ovviamente sorpresi i ragazzi e lentamente posai le mani sulle spalle di Raph e Donnie che lentamente iniziarono a rilassarsi.
Donnie: Sorprendente! Ogni dolore è sparito!
Raph: Sì! Anche Raph non sente più alcun disaggio.
Donnie: Come?
Tsukiko: Lo sai che ho una guarigione veloce è dovuta alla mia abilità di guarigione, inizialmente dovrei usare la mia Nagasaki per attivare questa abilità ma, con la supervisione di Pops sono in grado di utilizzarlo anche senza impugnare un’arma. Anche se richiede la mia massima concentrazione ma, è molto più efficace e la sua azione è immediata. L’ho usata con voi ragazzi quando eravate malati.
Splinter: Vedo che stai migliorando nell’usarla ma, ricorda…
Tsukiko: Lo so Pops… Quando la uso devo farlo con cautela tanto che richiede l’utilizzo della maggior parte della mia aura e della mia massima concentrazione.
Leo: Quindi… Non puoi usarlo durante il combattimento.
Tsukiko: No, non dovrei. Ma combinato con la mia barriera sono protetta e anche quello che curo. Anche se alla fine mi lascia svuotata e di conseguenza vulnerabile agli attacchi.
Donnie: Dovrei farti una tutta che ti protegga…Non volgiamo ripetere quello che è successo ieri.
Tsukiko: Sono d’accordo.
Mike: A parte questo come sta la tua gamba?
Tsukiko: Sta bene. Non sento più nulla. Penso che sia guarita.
Donnie: Guardiamo.
Donnie slego la fasciatura scoprendo una pelle arrossata ma, senza alcuna cicatrice o segni di ferite.
Donnie: Sorprendente.
Ridacchia allo sguardo perso di Donnie, lentamente mi alzai in piedi sgranchendomi, sorridendo ai ragazzi e Pops mi diressi verso la mia stanza prendendo la roba per cambiarmi e lavarmi. Dopo aver seguito la mia routine, uscì dal bagno lasciandolo libero per i ragazzi, mi diressi verso la cucina trovando già la tavola apparecchiata e Mike che cucinava. Mi avvicinai a lui aiutandolo a cucinare la colazione, alla fine lasciò gli ultimi ritocchi a me per andare in bagno, Leo si avvicinò a me guardando quello che stavo facendo e ovviamente gli avvicinai un chicco di uva alla bocca che mangio velocemente ringraziandomi.
Mike: Fatto! A che punto è la colazione sorellona?
Tsukiko: Finito proprio adesso cucciolotto.
Così con l’aiuto di Mike e Leo servimmo la colazione a tutti, che consisteva in frutta, cereali e porridge per me con yogurt e frutta fresca dentro, ed ogni tanto Leo rubava un cucchiaio dalla mia tazza. Alla fine misi la mia ciotola in mezzo a noi due e mangiamo insieme la mia colazione, ovviamente alla fine Leo condivise la sua frutta con me.
Tsukiko: Allora la prossima volta vuoi che ti prepari anche a te del porridge.
Leo: Sì! È buonissimo e riempie molto.
Dopo colazione e un controllo veloce alla mia gamba da parte di Donni ci siamo allenati tutti sotto la supervisione di Splinter, dopo un paio di ore di allenamento, ci trovammo liberi di fare quello che volevamo Donnie mi ha presso con sé dirigendosi verso il suo laboratorio. Dopo aver presso le mie misure, aiutandolo a progettare e disegnare la mia tutta per i combattimenti, alla fine abbiamo deciso il colore e l’ho aiutato a costruire le varie parti. Alla fine della giornata eravamo arrivati già a metà del progetto ma, l’odore di pizza ci distrasse e quando guardai l’ora ho visto che era ormai l’orario di cena, uscendo ci siamo diretti in cucina unendoci agli altri. Dopo aver cenato siamo andati in superficie per la nostra solita pattuglia, alla fine ci siamo fermati al campo di basket a fare qualche tiro, quando tornammo alla tana ci siamo divisi ognuno nella propria stanza. Alcuni minuti dopo che sono entrata nella mia stanza ed essermi cambiata con il pigiama, il portale si aprì dal soffitto seguito subito dopo da Leo che mi guardò sorridendomi, ricambiando il sorriso mi avvicinai a lui mettendomi comoda accanto a lui. E così passammo la serata a guardare video fino a quando non ci siamo addormentati, io distessa sulla pancia stringendo il cuscino contro il mio viso e Leo usava la parte superiore della mia schiena come cuscino, mentre mi teneva di nuovo per la vita con entrambe le braccia. Non so perché Leo continuasse questa cosa del dormire nella mia stanza, nel mio letto e a stringermi sempre contro di lui ma, una grande parte di me spera che sia il suo modo di dire che mi amava nello stesso modo. Però sapevo che Leo non era ancora pronto per una relazione del genere, ancora troppo poco maturo di mente, inoltre non aveva mai detto o fatto nulla per farmi pensare il contrario. Però un'altra parte di me sapeva che c'era qualcos'altro che lo faceva agire così, senza che lui se ne rendesse conto o non gli importasse, infondo forse per lui erano solo delle semplici serate divertenti che finivano con noi due addormentati pacificamente e ovviamente il riuscire a dormire lontano dal costante russare di Splinter. Ogni volta che mi passava uno di questi pensieri nella mente mi prendeva una fitta al cuore, solo che ogni volta che i miei sentimenti per Leo crescevano lo faceva anche questa fitta, con questo in mente un ultimo pensiero mi passò per la mente prima che sprofondassi in un sonno profondo e senza sogni.
Tsukiko: * Ora capisco meglio la poesia di Gabriele D'Annunzio, Rimani...*
[Rimani! Riposati accanto a me.
Non andare.
Io ti veglierò.
Io ti proteggerò.
Ti pentirai di tutto fuorché d’essere venuta a me,
liberamente, fieramente.
Ti amo.
Non ho nessun pensiero che non sia tuo;
non ho nel sangue nessun desiderio che non sia per te.
Lo sai. Non vedo nella mia vita altra compagna, non vedo altra gioia.
Rimani. Riposati.
Non temere di nulla.
Dormi stanotte sul mio cuore]
*Rimanici per tutto il tempo che vuoi. Per un'altra notte, un giorno, una settimana, un mese, un anno e anche più. Sono e sarò sempre disposta a proteggerti e ad amarti, anche se il mondo finisse, ti amerei anche se non mi amassi come io amo te. *
Con questo mi addormentai, con una singola lacrima che scendeva lungo la mia guancia finendo sul cuscino, accompagnato da un leggero sospiro tremante e con la mia coda che lentamente si avvolgeva intorno a colui che aveva il mio cuore senza saperlo.
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