#ripeto: sono una comedy
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fic bastonella interamente basata su questa foto, enjoy!
Lorenzo si stava guardando intorno alla ricerca di un compagno con cui allenarsi, ma senza Ciro e Marco la scelta era difficile. Quando c'erano loro il problema non si poneva nemmeno, gravitavano naturalmente l'uno intorno all'altro senza doverselo chiedere, ma a quel ritiro mancavano entrambi, l'avevano lasciato solo.
Si voltò verso Jorginho, ma lui era già accoppiato con Emerson. Niente da fare neppure lì. Sembrava che tutti avessero già trovato un partner per l'allenamento. Quasi stava per rinunciarci e andare dal mister per chiedere a qualcuno dello staff di fargli da compagno, quando finalmente lo notò: in fondo al campo, lontano da tutti, c'era Bastoni nelle sue stesse condizioni, solo e con lo sguardo fisso davanti a sé. Lorenzo aveva parlato con lui ben poche volte, ma non sarebbe stato certo un problema. In una squadra tutti dovevano essere amici di tutti, e se c'era una cosa che a Lorenzo non mancava di certo quella era la capacità di far amicizia con un po' tutti.
Si avvicinò verso Bastoni, ma quello pareva non averlo nemmeno notato. Continuava a guardare qualcosa davanti a sé, senza muovere un muscolo. E ok che era basso, ma lì si stava esagerando.
Gli schioccò le dita davanti agli occhi. "Uè, Bastò, ci sei?"
L'altro trasalì e abbassò lo sguardo. "Lore, scusa, non ti avevo visto". Me n'ero accorto, pensò Lorenzo, voltandosi verso il campo per capire cosa aveva rubato così tanto la sua attenzione, ma tutto ciò che vide erano gli altri loro compagni che si stavano già allenando. Notò che il mister li stava guardando e che si stava picchiettando l'orologio. Lorenzo gli fece il segno del pollice in su per fargli capire di aver afferrato e tornò a rivolgersi a Bastoni. "Siamo gli unici rimasti soli, alleniamoci assieme".
L'altro lanciò un ultimo sguardo al di là della sua testa, e per un attimo sembrò essere deluso, ma poi subito tornò a rivolgersi a lui sorridente. "Ok, va bene".
Iniziarono a passarsi la palla a vicenda. Erano solo semplici esercizi di riscaldamento prima dell'allenamento vero e proprio, quindi l'atmosfera era rilassata. Ogni tanto Lorenzo interrompeva i passaggi per far saltellare la palla tra un piede e l'altro o per vedere per quanto tempo riusciva a tenerla in equilibrio sulla punta; gli piaceva fare giochetti del genere, gli ricordava di quando aiutava il padre al mercato e si metteva a giocare con le pesche per strada.
In quei momenti morti, però, notava che Bastoni si distraeva e iniziava a seguire con lo sguardo qualcosa alla sua destra, ma Lorenzo continuava a non notare nulla di insolito. Fermò la palla sotto la scarpetta. "Bastò, ma se po' sapè che staj guardann da mezz'ora?"
Bastoni si voltò all'istante come se l'avesse appena colto a fare qualcosa di imbarazzante. "Io? No, niente!" balbettò. Le sue orecchie si stavano facendo rosse.
Oh.
Lorenzo tornò a voltarsi verso i suoi compagno con più attenzione, e questa volta notò chi c'era sempre nella direzione dello sguardo di Bastoni: Barella, che in quel momento si stava allenando poco più avanti insieme a Cristante.
No, vabbè. "Ma che stavi guardando Barella?"
Se possibile Bastoni si fece ancora più rosso in faccia. "No! Cosa cazzo dici! Perché dovrei?"
Lorenzo non riuscì a resistere e iniziò a ridere. "Hai capito a Bastoncino, qua! Te piace Barellì, eh?"
L'altro sgranò gli occhi manco avesse visto un fantasma e iniziò a fissarsi le scarpe. Oddio, era pure timido. Troppo divertente.
Si avvicinò a Bastoni e gli pizzicò una guancia per fargli alzare la testa. "E bravo a Bastoni, mo ce penz ij".
L'espressione di puro orrore che gli si dipinse in faccia era impagabile. "In che senso? No Lorenzo, non fare stronz..."
"UÈ, BARELLÌ!"
Barella, sentitosi chiamare in causa, fermò il suo riscaldamento e si voltò verso di loro, indicandosi per essere sicuro che ce l'avessero proprio con lui. Lorenzo gli fece segno di avvicinarsi. "Vieni n'attimo cca!" gli urlò. Bastoni lo stava fulminando con lo sguardo. Lui continuò a sorridere. Quello sì che era intrattenimento.
Barella si avvicinò confuso. "È successo qualcosa?" chiese.
"Barellì, senti, chist è nu stangone, non mi trovo proprio ad allenarmi con lui, facciamo a cambio?"
Solo immaginare la faccia di Bastoni in quel momento lo fece ridere ancor di più.
Barella sembrava ancora confuso, ma accettò senza fare domande. Mentre Lorenzo si dirigeva verso Cristante, si voltò verso Bastoni, che lo stava guardando incredulo, ed alzò due pollici in su.
Troppo divertente.
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falloperlasignoragrassa · 5 years ago
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Eccomi, eccomi, dunque eccomi. Sono stata molto presente a me stessa nel pensiero ma ho smesso di scrivere o prendere appunti qua sopra. Il tempo che passo a Gualdo solitamente è foriero di momenti di illuminismo che fanno brillare quello che da qualche tempo mi piace chiamare la riserva fosca e che solo da poco ho imparato a connettere a una certa ferinità familiare. Sono qui e vedo mia madre, e penso che è il rapporto che più mi ha dato spessore e identità, soprattutto nella ferinità. Sto qua e mi vedo connotata in modo irripetibile, cosa che non confluisce poi in alcun modo nel modo in cui mi vedo quando sono a Milano. io penso di avere un problema nel ritenermi speciale, e però mi son detta che di questa sensazione immediatistica è probabile che io non me ne faccia nulla se rimane monca e sterile. L’unico modo è metterla a frutto. e metterla a frutto forse mi richiederà qualche mese di allontanamento dal lavoro di ufficio. questa è la prima decisione grande del 2020: ripetizioni, lezioni private, quello che vi pare, ma per qualche mese l’ufficio non devo nemmeno sognarmelo. Sono stata in vacanza, in un posto lontano, e ogni giorno l’idea di andare di nuovo in De Agostini mi si è presentata sotto forma di incubo. Nessuno si merita di vivere così e sì, ho le risorse familiari necessarie per non dover per forza lavorare per i due spicci dell’editoria, e quindi sì una cazzo di pausa me la prendo. Vorrei una piccola somma da parte, una somma che non ho perché negli anni ho dilapidato tutto pur di non chiedere ogni tanto dei soldi, ma il mio conto è a 96 euro e dell’altro ho perso la password ma non ci spero nemmeno un po’. Quindi, prossimi 2-3 mesi si scrive. E cosa? Questo è l’altra intuizione che sono non dico felice, ma proprio grata, di aver partorito. Non è detto che sia letteratura: sì, il proto-libro è ancora là e Barbara, un’agente letteraria mia amica, mi chiede se sto lavorando o meno ma la verità è che no, non lo sto facendo. Lo farò, lo prometto. Una routine rigida, una casa libera dalle 8 di mattina alle 18 del pomeriggio, l’assenza degli orari dell’ufficio lontano un’ora, riprendere a fare sport, fare politica, andare 7-10 giorni in esilio a Urbino da un’amica, cercare di capire che 2 mesi persi a far nulla non sono persi ma guadagnati. mi rimetto in piedi. Un’altra cosa divertente è che mentre ero a Praga, una sera abbiamo scritto un pezzo di stand up comedy sulle molestie. Mi sono sentita febbricitante e creativa come non succedeva da tempo. Non posso escludere che. Non posso, non posso escludere nulla. Ho anche pensato che magari quello che per quello che penso e poi mi piacerebbe scrivere sarebbe d’aiuto un supporto audio-visivo, o che so io. e mi ripeto, magari non è la narrativa. Sono indietro, ho quasi 29 anni, ma sto grumo ce l’ho e finché non ci sbatto la faccia io continuo a pensare di essere speciale e di aver qualcosa da dire. Quindi, eccomi, eccomi pronta per sbattere la faccia contro la realtà dei fatti, ma almeno sto cercando di non reprimermi. Non che vivessi male prima, ma passare il tempo del proprio lavoro a sperare che la giornata finisca, e che il finesettimana arrivi presto, e che la vacanze di natale non tardino... No, non voglio più farlo, al momento. Beata me che posso non lavorare per qualche periodo? Sì, senza ombra di dubbio, sono privilegiata, ma questo tarlo me lo devo togliere.
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