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#Opere e Progetti
spyskrapbook · 2 years
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“Progetto per la IX Cappella: «La vigilanza e cura nella peste di Milano» nel Sacro monte di San Carlo”, Arona, Novara, Italy [1993] _ Architect: Guido Canella.
Bordogna, E (ed) (2001). Guido Canella: Opere e Progetti (No.138), Milan: Mondadori Electa, pp. 160-163.
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fashionbooksmilano · 5 months
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Cini Boeri architetto e designer
a cura di Cecilia Avogadro
SivanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2004, 168 pagine,168 ill., 16,8x24cm, Brossura con alette, ISBN 9788882156404
euro 90,00
email if you want to buy [email protected]
Il volume è la prima monografia esaustiva dell’opera dell’architetto e designer Cini Boeri. Pubblicazione non convenzionale, il libro ospita un’ampia intervista, nella quale l’architetto racconta la sua vita in modo asciutto, generoso e autoironico, dall’infanzia nella Milano degli anni venti, ricordando la guerra, gli studi e le prime esperienze di lavoro fino alla libera professione, passando per il ‘68, e senza mai dimenticare la famiglia, la politica, la poesia e l’arte. Segue, nel volume, un apparato scientifico composto da un saggio di Cecilia Avogadro, una raccolta di testi di e su Cini Boeri, il regesto delle opere e la bibliografia. I progetti di Cini Boeri hanno sempre convinto per la loro geometria familiare e per i materiali raffinati. Uniti a una forma dettata dalla funzione, essi rappresentano una sintesi tra sensualità ed efficienza.
19/04/24
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soldan56 · 8 months
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Rimini ottava, nella triste classifica del numero di homeless deceduti nel 2023.
“La solita, invisibile, strage: 415 morti nel 2023 riporta il report curato dalla fio.PSD sui senza dimora che lo scorso anno hanno perso la vita a causa della condizione di grave emarginazione.
Aumenta il numero e si muore durante tutto l’anno, non soltanto d’inverno. Muoiono soprattutto uomini di nazionalità straniera.”
Servono risposte abitative nuove e strutturali adeguate a rispondere alla precarietà abitativa che colpisce sempre più persone.
Di precarietà abitativa si muore d’inverno come d’estate, e Rimini ancora una volta entra in una triste classifica.
Invece questa amministrazione, per volontà di un Sindaco indispettito che gestisce la cosa pubblica come un fatto personale, (non sopporta le critiche), deve fare fuori Casa Madiba Network... e quale miglior modo se non impiantare lì un progetto, quello del centro servizi a bassa soglia, che grazie all’aiuto della Lega, non sarà uno spazio di nuovi diritti per le persone senza casa, ma l’ennesimo palazzo del grigiore istituzionale, dove chi è senza casa deve sentirsi COLPEVOLE, non di certo incoraggiato a lottare per un diritto che dovrebbe essere universale come quello alla casa?
Intanto la gente muore nelle strade, mentre loro, sindaco e assessore ( e proni funzionari tecnici ) sono ancora lì a finire di scrivere il comunicato per il Piano freddo che non c’è, o peggio a strumentalizzare vicende umane e personali, come quella del signor Franco, alias Charlotte.
Intanto ci sono operator* della Marginalità adulta che lavorano con la partita iva, altr* che vengono minacciat* o screditat* se non si allineano, oppure volontar* su cui si scarica il peso opprimente di un lavoro sociale non riconosciuto e di un welfare sempre più frammentato.
Mentre la gente muore nelle strade, negli hotel abbandonati. E loro si occupano solo di scrivere comunicati stampa.
Non ci stupisce la loro ipocrisia e la loro strumentalizzazione, hanno persone pagate per scrivere e gestire la comunicazione del signor Sindaco, ci stupisce invece chi sostiene questo carrozzone, chi entra nei Cda di enti come ACER senza avere la capacità di muovere un millimetro, chi legittima un’azione istituzionale come quella del centro servizi, senza mai avere ascoltato le persone che da dieci anni a questa parte negli spazi di Casa madiba, tutti i giorni creano progetti, risposte, alleanze, relazioni contro la precarietà abitativa e per il benessere e la sicurezza di tutta la collettività con le persone in condizione homelessness.
E per favore non parlateci dei percorsi partecipati svuotati di ogni significato che la parola partecipazione porta con se. Come ridurre un oceano... agli interessi degli Enti amici, ops.... ad una vasca da bagno.
Per questo oggi più che mai, dobbiamo gridare e lottare ancora più forte:
UNA CASA PER TUTT*
Casa Madiba Network
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arreton · 8 months
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In fin dei conti non posso dire con esattezza chi sono e cosa desidero, se la mia persona è un individuo o un agglomerato di paure e traumi altrui. Non ho mai avuto una parola di incoraggiamento a svilupparmi in qualcosa di mio, dunque ho sempre cercato di imitare gli altri e di farli contenti ché magari così sarebbe bastato a farmi volere bene. Ricordo che ero brava in disegno, a scuola, solo perché copiavo le opere degli altri; un'altra scena, questa volta delle elementari: presi ottimo e lode solo per aver tagliato ed incollato delle figure di scoiattolo, evidentemente era tutto preciso e ben fatto pure se anche allora mi chiesi il perché di quel voto dato che il lavoro non era poi così preciso. Ecco, forse adesso capisco perché è significativo questo ricordo – uno dei poi che ho delle elementari –, perché forse è da lì che stavo sviluppando la mia nevrosi: tutto era perfetto e pulito e ordinato, io ero quella brava che faceva le cose come dovevano essere fatte. Tuttavia non sono mai stata eccellente in nulla e paradossalmente ho sempre scoraggiato, con atti di profonda timidezza (come la chiamavano) insicurezza ed evitanza, quei pochi che cercavano di incoraggiarmi: alla fine avevo introiettato ciò che nel mio ambiente era la regola base, e cioè che ero un essere buono a nulla e che non avevo futuro tanto meno speranza, la mia esistenza era inutile così come tutto quello che facevo dunque ogni tentativo di cambiamento, ogni slancio emotivo che vedeva un minimo di interesse per qualcosa era bloccato sul nascere. Adesso non mi aspetto nulla da me stessa se non riuscire a campare decentemente: un tetto sopra la testa, un piatto caldo davanti, riuscire a pagare quel che devo pagare senza dovermi svenare. Parlarmi di desiderio è totalmente inutile, parlarmi di progetti futuri e obiettivi è semplicemente ridicolo. Gli unici desideri, forse, sono solo le mie più grandi paure: morire sofferente, sola, povera e pazza.
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pollicinor · 1 year
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Bella idea, abbandonare la linea Lamezia Terme-Catanzaro
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istanbulperitaliani · 4 months
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I silos di Çubuklu
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I Silos di Çubuklu sono tra i più antichi impianti di stoccaggio di Istanbul. Situati nella località di Çubuklu di Beykoz, i silos hanno svolto un ruolo cruciale nello stoccaggio di carburante durante il periodo di industrializzazione di Istanbul. Dopo il loro abbandono hanno ritrovato nuova vita grazie ad un ambizioso progetto di restauro e trasformazione realizzato dal comune di Istanbul.
Il complesso, con una superficie di 20.000 metri quadrati, offre ora una vasta gamma di servizi culturali e ricreativi. Ha una biblioteca che può ospitare 110 persone e dispone di una collezione di 12.500 opere. Inoltre, il sito comprende il Museo delle Arti Digitali, il Museo della Natura e della Scienza, laboratori, un palco per eventi, aree per bambini, ristoranti e bar.
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Come successo per altre strutture, come ad esempio il Museo Gazhane, non solo é stato preservato un pezzo significativo del patrimonio industriale di Istanbul ma é stato creato un nuovo centro culturale che arricchisce la vita della comunità locale con eventi educativi, culturali e artistici accessibili a tutti. Sono tutte innovazioni che rendono Istanbul una metropoli all'avanguardia per i progetti di rigenerazione urbana, combinando conservazione del patrimonio e funzionalità moderne per il beneficio della città.
La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città.
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gregor-samsung · 1 year
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“ Invece di seguire il programma di austerità del suo predecessore Hoover, il presidente del New Deal, come ha notato Barbara Spinelli su «la Repubblica», «aumentò ancor più le spese federali. Investì enormemente sulla cultura, la scuola, la lotta alla povertà». Purtroppo, aggiunge la Spinelli, «non c’è leader in Europa che possegga, oggi, quella volontà di guardare nelle pieghe del proprio continente e correggersi. Non sapere che la storia è tragica, oggi, è privare di catarsi e l’Italia, e l’Europa». Già: addirittura una «catarsi». Ma è proprio quello che ci vorrebbe. Roosevelt, infatti, non mise solo i disoccupati a scavare buche e a riempirle, come tanto spesso si dice. Tre dei più importanti progetti della Works Progress Administration, i più singolari, innovativi e duraturi, furono quelli compresi nel cosiddetto Progetto Federale numero 1, altrimenti noto come Federal One, che sponsorizzò per la prima volta piani di lavoro per insegnanti, scrittori, artisti, musicisti e attori disoccupati. Il Federal Writers’ Project, il Federal Theatre Project e il Federal Art Project misero al lavoro per qualche anno più di ventimila knowledge workers (come li chiameremmo oggi), tra i quali c’erano Richard Wright, Ralph Ellison, Nelson Algren, Frank Yerby, Saul Bellow, John A. Lomax, Arthur Miller, Orson Welles, Sinclair Lewis, Clifford Odets, Lillian Hellman, Lee Strasberg (il fondatore del mitico Actors Studio) ed Elia Kazan. Non si trattò di elemosina: checché. Oltre a produrre opere d’arte (migliaia di manifesti, disegni, murales, sculture, pitture, incisioni...), gli artisti plastici e figurativi vennero impiegati nella formazione artistica e nella catalogazione dei beni culturali, e crearono e resero vivi anche un centinaio di community art centres e di gallerie in luoghi e regioni in cui l’arte era completamente sconosciuta. In tre anni, nella sola New York, più di dodici milioni (12.000.000!) di persone assistettero agli spettacoli teatrali incentivati dal Federal Theatre Project. Quanto al Writers’ Project, che costò ventisette milioni di dollari in quattro anni, produsse centinaia di libri e opuscoli, registrò storie di vita di migliaia di persone che non avevano voce e le classificò in raccolte etnografiche regionali, ma soprattutto, con le American Guide Series, contribuì a ridare forma all’identità nazionale degli Stati Uniti, che la Grande Depressione aveva profondamente minato, fondandola su ideali più inclusivi, democratici ed egualitari. E scusate se è poco. Tuttavia anche lì, e anche allora, non mancavano i sostenitori dell’idea che la cultura è un lusso e, soprattutto, un lusso di sinistra. Dal maggio del 1938, sotto la guida di due «illuminati statisti» come Martin Dies e J. Parnell Thomas, la Commissione della Camera contro le attività antiamericane non smise di accusare i tre progetti di essere al soldo di Mosca e non si arrese fino a quando non furono fermati. Poi, venne la guerra e molti sogni si infransero. Ma intanto, con quel solido lavoro culturale alle spalle, le fondamenta di una nuova consapevolezza di sé e di una nuova idea di futuro erano comunque gettate. E da lì, dall’idea di fondo della necessità dell’intervento statale per vivificare la cultura e modificare così la specializzazione produttiva di un Paese, partirà, già durante la guerra, un altro liberale illuminato, Vannevar Bush, consigliere di Roosevelt, per elaborare il famoso rapporto Science: the Endless Frontier, che rappresenta un po’ il manifesto della politica culturale e scientifica – e a ben vedere anche economica – che avrebbero seguito gli Stati Uniti nei successivi decenni fino a Barack Obama. “
Bruno Arpaia e Pietro Greco, La cultura si mangia, Guanda (collana Le Fenici Rosse), 2013¹ [Libro elettronico]
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visualgraphicsblog · 5 months
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🎨✨ Scopri il tuo mondo a colori! 🌈🖌️
Sei pronto a lasciare il segno con il tuo brand? Lasciami trasformare i tuoi progetti in opere d'arte! 🎥👩‍🎨
- grafica mozzafiato che cattura l'attenzione 👁️💫
- video editing che racconta la tua storia 🎬💌
🚀 Fai decollare il tuo brand con un’identità visiva unica e indimenticabile. L'arte incontra l'innovazione,💥✨
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Roberto Manzano Hernandez, "Equilibrio - Balance", 2010, scultura in marmo bianco, collezione privata.
" LASCIAMI sciolte le mani
e il cuore, lasciami libero!
Lascia che le mie dita scorrano
lungo i sentieri del tuo corpo.
La passione - sangue, fuoco, baci -
mi incendia con fiamme tremule.
Oh, tu non sai cosa significa questo!
È la tempesta dei miei sensi
che piega la giungla sensibile dei miei nervi.
È la carne che urla con le sue lingue di fuoco!
È l’incendio!
E tu sei qui, donna, come un legno intatto
ora che tutta la mia vita vola ridotta in cenere
verso il tuo corpo pieno di stelle, come la notte!
Lasciami libere le mani
e il cuore, lasciami libero!
Voglio solo te, voglio solo te!
Non è amore, è desiderio che svanisce e si spegne,
è precipitazione di furie,
avvicinamento dell'impossibile,
ma ci sei tu,
ci sei tu per darmi tutto,
e per darmi ciò che possiedi sei venuta sulla terra –
come io son venuto per contenerti,
e desiderarti,
e riceverti! "
[Pablo Neruda, "VI - LASCIAMI sciolte le mani" da "Poesie erotiche", 1933 ]
Roberto Manzano Hernemez, nato a Madrid nel 1972, è attualmente uno dei più importanti scultori spagnoli. Dal 1996 vive a Urrácal (Almería), dove ha realizzato importanti progetti e ha vinto numerosi premi. Le sue opere, quasi tutte in marmo bianco di Macael (ma anche in creta e bronzo), richiamano l'estetica dell'ultimo periodo del Rinascimento, il Manierismo e il concetto scultoreo di figure così importanti della Storia dell'Arte come Michelangelo o Bernini.
I soggetti che crea possono esprimere i sentimenti e le forme più complesse degli stati della condizione umana: purezza e sensualità, amore e dolore, felicità e malinconia, bellezza e bruttezza ... Nelle sua opere dominano i contrasti: forme morbide e ruvide, temperamento e delicatezza, semplicità e complessità ....
Tra le sue opere principali ricordiamo: Yerma; Monumento al poeta caduto Cano Cervantes; Omaggio all'intelligenza.
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vaerjs · 11 months
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🎨 In onore della Giornata Internazionale dell3 Artist3, vi presento Simona Ponzù Donato, un’artista siciliana di Messina 🌟. Fin da piccola, Simona ha coltivato la sua passione per l’arte, studiando e affinando la sua tecnica pittorica all’Accademia di Belle Arti di Catania. Ma la sua arte è molto più di semplici pennellate su tela; è una forma di espressione profonda e terapeutica. 🖌️
Con colori vibranti e un messaggio sociale potente, Simona trasforma le sue emozioni e il suo impegno per sensibilizzare sulla salute mentale in opere d’arte che parlano direttamente al cuore. I suoi dipinti e le sue illustrazioni toccano argomenti che spaziano dalla natura alla violenza e alla salute mentale, riflettendo la complessità della vita umana. 🌿🌊🧠
Ha dedicato la sua arte a promuovere il cambiamento positivo nelle persone e nella società. Ogni pennellata è una voce che parla per coloro che possono identificarsi nei suoi lavori. Il suo impegno artistico va oltre la tela, con laboratori creativi e progetti che ispirano e guariscono. 🌈
Unendo il suo talento, la sua passione e la sua dedizione all’arte, Simona ci mostra che l’arte può essere un mezzo di cambiamento e di guarigione, un’arma potente nell’attivismo sociale. 🤝
Scoprite i lavori di Simona Ponzù Donato sul suo sito e seguitela su Instagram per essere parte di questo viaggio artistico e di trasformazione. 💪🎨
@simonaponzudonato @disegnichehodentro
#SimonaPonzùDonato #Artivismo #SaluteMentale #GiornataInternazionaleDegliArtisti
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bones39 · 1 year
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Ci sono diverse splendide installazioni e mostre permanenti di arte contemporanea in Italia. Ecco alcuni esempi:
1. Museo MAXXI a Roma: Il Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo comprende una vasta collezione di arte contemporanea italiana e internazionale. Il museo ospita anche mostre temporanee che presentano artisti contemporanei di spicco.
2. Fondazione Prada a Milano: La Fondazione Prada offre una combinazione di mostre temporanee e una collezione permanente che include opere di artisti internazionali emergenti e di grande calibro. Il complesso museale, progettato dall'architetto Rem Koolhaas, promuove l'arte, l'architettura e il cinema contemporanei.
3. Museo MADRE a Napoli: Il Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina presenta una collezione permanente con opere di artisti come Francesco Clemente, Anish Kapoor e Jeff Koons. Oltre alla collezione, il museo organizza mostre temporanee e progetti artistici.
4. Museo MACRO a Roma: Il Museo di Arte Contemporanea di Roma ospita mostre e installazioni permanenti di arte contemporanea italiana e internazionale. Il suo edificio principale, l'ex stabilimento industriale Peroni, è una cornice suggestiva per l'arte moderna.
5. Museo MAD di Bassano del Grappa: Il Museo d'Arte moderna e contemporanea Mario Rimoldi è situato in una storica villa vicino a Bassano del Grappa, in Veneto. La collezione permanente comprende opere di artisti come Giorgio Morandi, Lucio Fontana e Mario Sironi.
6. Museo Castello di Rivoli a Torino: Il Museo d'Arte Contemporanea di Castello di Rivoli è uno dei principali musei di arte contemporanea in Italia. Situato in un castello storico, il museo presenta mostre e installazioni permanenti che coprono diversi periodi e movimenti artistici.
7. Museo MADeC a Cosenza: Il Museo MADeC (Museo Arte contemporanea e del '900) di Cosenza espone una vasta collezione di opere d'arte moderna e contemporanea di artisti italiani e internazionali. Il museo è ospitato in un ex convento e offre un'esperienza artistica unica nel panorama calabrese.
Questi sono solo alcuni esempi di installazioni e mostre permanenti di arte contemporanea in Italia. Ci sono molti altri musei e spazi espositivi in tutto il paese che offrono al pubblico l'opportunità di immergersi nell'arte contemporanea italiana e internazionale.
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piusolbiate · 1 year
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INDIRIZZI GENERALI DI NATURA STRATEGICA (D.U.P. 2024-2026)
Investimenti e realizzazione delle opere pubbliche.
Il piano investimenti tiene conto delle risorse reperite e in via di reperimento concesse all’interno dei bandi statali, regionali e di quelli legati all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.). La scelta delle modalità di finanziamento è avvenuta tenendo conto delle effettive possibilità di ricorso all’indebitamento, alla disponibilità di entrate proprie e ai rispettivi costi finanziari.  
Programmi e progetti di investimento in corso d’opera
:1. Interventi su Scuola Materna (antisismico ed efficientamento energetico);2. Parco agricolo;3. Aree sgambo cani;4. Completamento controllo del territorio (telecamere);5. Sostituzione caldaie case SAP via S. Anna e S. Antonino;6. Interventi Area feste;7. Asfaltature strade e marciapiedi;8. Efficientamento energetico illuminazione Comunale e revisione gestione illuminazione pubblica;9. Caldaia scuola Media;10. Efficientamento energetico Municipio (caldaia e fotovoltaico);11. Sistema informativo ed informatico (digitalizzazione Ente con fondi PNRR);12. Interventi ex area Macchi;13. Impianto natatorio;14. Riqualificazione area Scuola Elementare;15. Verde pubblico;16. Copertura Villa Mayno;17. Parcheggio Circolo Vittorio Veneto;18. Revisione PGT;19. Razionalizzazione Cimitero e valutazione sua espansione.
(Documento Unico di  Programmazione 2024-2026 - Parte Prima)
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fashionbooksmilano · 2 years
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Il Déco in Italia
L’Eleganza della Modernità
a cura di Francesco Parisi
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2022, 304 pagine, 315 ill.,  24 x 28 cm, Brossura con alette, ISBN  9788836653966
euro 36,00
email if you want to buy :[email protected]
Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità è il titolo della mostra inedita che il Forte di Bard ospita dal 2 dicembre 2022 al 10 aprile 2023. Il volume, muovendo dalla sezione italiana dell’Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes, evento epocale che si tenne a Parigi nel 1925 e da cui deriva il termine “Déco”, intende restituire, attraverso 230 opere circa, una fotografia di quanto si andava producendo in quegli anni non solo nelle arti decorative e nella grafica, ma anche in pittura, scultura e architettura. L’obiettivo è quello di scoprire il fil rouge del gusto déco italiano che, tramite le necessarie intersezioni di stili e temi guida – come la danza, la maschera e la spinta sintetica nell’analisi formale di animali esotici –, favorì quella ricerca orientata verso una maggiore struttura architettonica e geometrizzazione delle forme. Tra le opere illustrate, per citarne solo alcune, le sfavillanti ceramiche firmate da Gio Ponti per Richard Ginori e quelle celebri di Francesco Nonni, le delicate trasparenze buranesi di Vittorio Zecchin, gli straordinari dipinti di Aleardo Terzi e Umberto Brunelleschi, che segnano un versante più illustrativo della pittura di quegli anni, e i progetti di Armando Brasini e Piero Portaluppi. Spazio è dato anche a quel sottile legame che avvicinò il secondo Futurismo alla temperie déco, testimoniato dalla partecipazione all’Expo parigina di Giacomo Balla, Fortunato Depero ed Enrico Prampolini.
09/03/23
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SENSI DELL’ARTE - di Gianpiero Menniti 
IL TEMPO DEL RITORNO 
Quelli dell'arte sono racconti brevi che racchiudono parole estese. Indicano "storie" e non descrivono oggetti. S'ispirano alla distinzione, chiarita da Dilthey, tra le scienze della natura e le scienze dello spirito: le prime penetrano la materia e la classificano, ma nulla affermano sulla storia di un oggetto.  Lo spirito, inteso come rappresentazione culturale, atto di "coscienze", è invece l'effetto di una vicenda che incrocia l'umano e da questo si lascia connotare. La passione antiquaria propone un esempio di questa percezione dell'oggetto: il nuovo non possiede una storia, l'antico la evoca. Solo così può essere compreso il "tempo vissuto" di Bergson e il suo rapporto con la libertà: le relazioni causali perdono il peso della necessità e muovono da infinite e incoercibili possibilità. Nel corso del "secolo lungo", l'espressione artistica s'è assunta il ruolo di richiamo a questo statuto ontologico delle "cose" e di rifiuto d'ogni forma canonica, per rivendicare la differenza dal paradigma d'inclusione nell'ordine delle scienze di natura. Giorgio de Chirico (1888 - 1978) ha declinato questo sentimento di rivalsa in tutte le sue opere, animandole di silenzi. Una di queste, "I progetti della fanciulla", 1915, oggi al MoMA di New York, è l'apparire di sogni, di aneliti, di speranze, di pensieri, assorbiti negli oggetti della vita. Questi divengono coscienza e formano il tempo del ritorno. Il tempo circolare che segna la verità delle "cose".
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istanbulperitaliani · 6 months
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Il porto di Teodosio
Originariamente noto come Porto di Eleutherios, il Porto di Teodosio fu ribattezzato in onore dell'imperatore Teodosio I che lo ristrutturò nel IV secolo d.C.
Il porto era un crocevia vitale per il commercio e la difesa dell'Impero Bizantino, facilitava gli scambi tra Europa e Asia e serviva da baluardo contro minacce esterne.
Oltre al suo ruolo economico e militare, il porto era un centro di attività sociale e culturale, con mercanti provenienti da tutto l'Impero che creavano un ambiente cosmopolita.
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Le sue rovine sono ancora visibili oggi, testimoniano la sua importanza storica e culturale. Durante le opere di scavo nell'area di Yenikapı sono state scoperte importanti testimonianze della sua storia, inclusi relitti navali risalenti dal V all'XI secolo d.C., inoltre, sono stati rinvenuti degli enormi granai nelle vicinanze, noti come Granai di Alessandria e Theodosiana (Horrea Alexandrina, Theodosiana), indicando l'importanza del porto come centro di commercio e approvvigionamento di cereali provenienti da Alessandria. Questi ritrovamenti arricchiscono ulteriormente la nostra comprensione del ruolo vitale che il Porto di Teodosio ha svolto nell'economia e nella vita quotidiana di Costantinopoli. Sono in corso progetti di restauro e di recupero dell'area.
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Distretto del cibo: sostenibilità ad un bivio  Occorre un “Piano Regolatore di Distretto”
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Un anno fa, dopo un lungo percorso di studio e condivisione, 25 comuni, enti ed associazioni agricole, con il riconoscimento della Regione Piemonte, hanno dato vita al Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese.
L’accordo fissa ambiziosi obiettivi: lo sviluppo del territorio, la valorizzazione delle sue produzioni agricole ed agroalimentari con un ridotto impatto ambientale, la salvaguardia ed il miglioramento del paesaggio rurale.
Era stata definita una prima governance unitaria di Distretto, per poter fare sistema, ed erano previsti degli obblighi per gli aderenti fra i quali quello di astenersi dall’intraprendere iniziative in contrasto con gli scopi dell’accordo.
Negli ultimi mesi, tuttavia, abbiamo assistito ad un crescendo di progetti, pubblici e privati, che rischiano di interrompere bruscamente questo percorso virtuoso. Tra questi:
un nuovo polo logistico a Carmagnola;
un allevamento intensivo di oltre 8000 maiali, con sistemi tradizionali di smaltimento dei liquami, a Poirino;
un mega campo fotovoltaico di 68 ettari, sempre a Poirino;
Ogni singola iniziativa si inserisce in un quadro normativo differente: comunale, metropolitano, regionale e nazionale. La spinta proviene da una pluralità di legittime aspettative, volte a creare valore sia per i privati proprietari delle terre sia per le singole amministrazioni comunali, che avrebbero significativi benefici in termini di introiti ed opere compensative. A questi tre interventi ne potrebbero seguire ulteriori in altri comuni.
In breve tempo, gran parte delle aspettative di crescita sostenibile, immaginate con la nascita del Distretto, verrebbero compromesse. Il comune di Poirino si era persino spinto a proporre il Pianalto come futuro sito Unesco.
Occorre una decisa presa di coscienza di tutta la comunità politica ed amministrativa del territorio dei 25 comuni, che si deve tradurre, al più presto, in un PIANO REGOLATORE DI DISTRETTO, con l’obiettivo di fissare regole e comportamenti comuni per non minare il percorso intrapreso in questi anni.
Non possiamo delegare ai soli tecnici la fattibilità di interventi molto impattanti per il nostro territorio, come quelli citati pocanzi.
Italia Viva ed il gruppo Chieri Sul Serio rivolgono un appello trasversale, a tutte le forze politiche, affinché si ritorni a considerare gli obiettivi di sviluppo contenuti nell'accordo di Distretto.
Non possiamo permettere che singoli interventi, a beneficio di pochi, interrompano per sempre quel percorso virtuoso iniziato da un’intera comunità di 145.000 persone.
Gruppo Italia Viva Chierese-Carmagnolese
Gruppo Chieri Sul Serio
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