#Opera poetica
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deathshallbenomore · 1 year ago
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help me compilation di salvini che fa elenchi per due ore in lo-fi.mp3 you’re my only hope
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marcogiovenale · 1 month ago
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oggi, 9 gennaio, in partenza il corso su edoardo sanguineti @ centroscritture.it
Con Maria Teresa Carbone, Massimiliano Manganelli, Francesco Muzzioli, Angelo Petrella, Gian Luca Picconi, Gilda Policastro Info e iscrizioni ancora effettuabili, su www.centroscritture.it
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michelenigrowordpresscom · 6 months ago
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"Carte nel buio", postfazione di Emma Pretti
versione pdf: “Carte nel buio”, postfazione di Emma Pretti Da una panoramica a volo d’uccello appare fin troppo evidente che, dal futurismo in poi e a fortune alterne, la poesia si è costantemente impegnata a reclamare il diritto di svincolarsi dalle briglie e dai legacci di una classicità che la costringeva a schemi rigidi, soffocando la sua naturale inclinazione a una particolare forma di…
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carmenvicinanza · 1 year ago
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Cecilia Vicuña
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La donna di oggi è Cecilia Vicuña, artista visiva, poeta e attivista cilena, nota per le sue performance poetiche che rivendicano la sua identità femminile provando a riscrivere la storia della cultura indigena.
È creatrice di una poetica speciale che interseca arte e coscienza ecologica.
Il suo lavoro porta avanti conoscenze millenarie attualizzate con performance, film, installazioni, sculture, libri e gesti della vita quotidiana.
Ha scritto 25 libri di arte e di poesia, tradotti in sette lingue e anticipato i più recenti dibattiti su ecologia e femminismo decoloniale, immaginando nuove mitologie personali e collettive. Molte delle sue installazioni sono realizzate con materiali trovati e detriti abbandonati che intesse in delicate composizioni, nelle quali il microscopico e il monumentale trovano un fragile equilibrio, la sua arte è precaria, intima e, insieme, potente.
I suoi dipinti si ribellano alla forma, mettendo al centro l’immaginazione di una donna indigena.
Oggi le sue opere fanno parte delle collezioni di importanti musei tra cui il Guggheneim, il MoMa, la Tate, il Museo d’Arte Latinoamericana di Buenos Aires e il Museo Nazionale delle Belle Arti di Santiago del Cile.
È nata a Santiago del Cile il 27 luglio 1948 in una famiglia di artisti e intellettuali. Dal 1966, dopo aver iniziato con tele astratte, ha iniziato a lavorare a un  progetto che ancora oggi porta avanti, le precarios, sculture assemblate con materiali da recupero, esposte agli agenti atmosferici e alle maree.
Nel 1967 ha fondato il suo primo gruppo, Tribu No, che realizzava azioni artistiche collettive nella città di Santiago.
Nel 1968 ha pubblicato il suo primo poema sul periodico messicano El Corno Emplumado.
Dagli anni ’70, il suo lavoro si è confrontato visivamente e poeticamente con i rituali dell’America latina, delle popolazioni aborigene australiane, del Sudafrica e dell’Europa paleolitica. Le sue esibizioni, installazioni site-specific, quipu, sculture, dipinti, disegni e testi legano il filo rosso al sangue mestruale e alla continuità della vita.
Dopo aver esposto per la prima volta al Museo Nazionale delle Belle Arti di Santiago ed essersi laureata in Belle Arti, nel 1972 è partita per Londra per specializzarsi alla Slade School of Fine Art.
Si trovava in Gran Bretagna quando, l’11 settembre 1973, c’è stato il violento colpo di stato militare contro Salvador Allende guidato da Pinochet e ha chiesto asilo politico.
L’anno seguente ha fondato il gruppo Artists for Democracy per raccogliere fondi per la Resistenza cilena e organizzato il Festival of Arts for Democracy in Chile che ha visto partecipare 320 artisti e artiste internazionali tra cui Julio Cortázar, Christo e Sol LeWitt. Durante il Festival erano stati denunciati i soprusi commessi dalla dittatura militare di Pinochet e dalle altre dittature dell’America Latina e la violazione dei diritti umani.
Nel 1975 si è trasferita a insegnare storia dell’arte e poesia latinoamericana all’università di Bogotà, ha lavorato in ambito teatrale e condotto laboratori artistici con la comunità guambiana della Valle del Cauca, esperienza che l’ha portata ad approfondire il suo legame con la cultura indigena.
Quando al Concorso nazionale di poesia Eduardo Coté Lamus le è stato negato il premio a causa del tono erotico e irriverente della sua opera, è partita una serie di azioni artistiche di protesta che le hanno dato grande fama. 
A questo periodo risalgono le Palabrarmas, neologismo che unisce le parole (palabra) con le armi (armas), concretizzate attraverso varie tecniche artistiche che spaziano dal disegno alla performance, dalla scrittura ai film, come risposta poetica alla distorsione del linguaggio e alla violenza delle menzogne. 
Nel 1980 ha realizzato il suo primo documentario, ¿Qué es para usted la poesía? (Cos’è per voi la poesia?), oggi nella collezione del MoMA.
A New York ha collaborato con il periodico Heresies: A Feminist Publication on Art and Politics, leggendario gruppo di artiste e intellettuali femministe.
Nel 1981 ha esposto per la prima volta al MoMA, nella collettiva Latin American Video. 
Tra i viaggi in giro per l’America Latina e gli Stati Uniti, producendo reading, performance poetiche e esposizioni, non ha mai smesso di scrivere libri.
Nel 1995 ha tenuto il primo seminario con la comunità rurale di Caleu, in Cile, per promuovere la riscoperta delle conoscenze ancestrali dando origine a un metodo di educazione decolonizzatrice che ha chiamato Oysi, titolo che ha dato alla sua organizzazione senza scopo di lucro.
Nel 1997 è stata pubblicata la biografia The Precarious. The Art and Poetry of Cecilia Vicuña. L’anno successivo ha realizzato la prima mostra multimediale Cloud-net, dedicata al riscaldamento globale e all’estinzione delle specie e delle civiltà, temi che denuncia e porta avanti, instancabile, in ogni suo lavoro.
Numerose sono state le esposizioni e retrospettive tenute in giro per il mondo e le conseguenti acquisizioni da parte dei più importanti enti museali internazionali.
Nel 2015 è stata nominata Messenger Lecturer per il Dipartimento di Antropologia della Cornell University per contribuire all’«evoluzione della civiltà con lo scopo specifico di elevare lo standard morale della nostra vita politica, commerciale e sociale».
Nel 2017 ha partecipato a documenta 14, una delle più importanti esposizioni d’arte contemporanea nel mondo.
Nel 2018 ha ricevuto il premio Achievement Award assegnato da Cisneros Fontanals Art Foundation ed è stata nominata Sherry Memorial Poet in Residence 2018 per il Programma di poesia e poetica dell’Università di Chicago.
Nel 2019 ha ricevuto il Premio Velázquez di arti plastiche assegnato dal Ministero della cultura e dello sport della Spagna.
Al Centro Cultural España di Santiago del Cile, ha presentato Minga del Cielo Oscuro, convocando personalità del mondo dell’arte, astronomia, archeologia, musica ed etnomusicologia per riflettere sull’oscurità del cielo notturno e sulle molteplici conseguenze ecologiche, neurologiche e sociali della sua scomparsa.
Il 23 aprile 2022 è stata la prima artista cilena a ricevere il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia. Per l’occasione ha realizzato l’installazione site specific��NAUfraga, dedicata alla fragilità (fraga) della laguna.
Il 3 maggio 2023 ha ricevuto la Laurea honoris causa dall’Università del Cile.
Per i suoi meriti, la poetica, l’instancabile ricerca e il fervente attivismo, si può considerare tra le più interessanti protagoniste dell’arte contemporanea.
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chez-mimich · 1 year ago
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WILL HERMÈS: “LOU REED RE DI NEW YORK” (parte II)
(Segue) Una ricostruzione indubbiamente affascinante anche senza il bisogno di indagare sulla veridicità di ogni singola sfuriata di Reed o su ogni colossale "sballo" del suo fondatore. Will Hermes ricostruisce anche tutte le dinamiche che portarono Lou Reed nell'orbita di Andy Warhol del loro convulso rapporto. Lou Reed ebbe con lui e con la Factory un rapporto di interscambio profondo e complesso che lo portò anche ad allontanare Warhol dal gruppo. I Velvet Underground devono a Reed quasi tutta la produzione musicale di brani che entrarono nella storia del rock del pop e del punk da una, per così dire, entrata di servizio : mai troppo famosi, al di fuori di quell'universo della cultura underground che era New York, ma che sono passate di diritto nella storia della musica e della poesia: Sunday Morning, I'll Be Your Mirror, Venus in Furs, I'm Waiting for the Man, The Black Angel's Death Song, All Tomorrow's Parties, e sua maestà “Walk in the Wilde Side” che divenne il manifesto di una stagione breve ma intensa. Mi piace a questo proposito ricordare anche le pagine di dettagliata analisi dei testi di Reed, ma anche del suo voluto o non voluto pressapochismo nella tecnica musicale. Così come degne di menzione sono le parti del volume dedicate alla tarda produzione di Reed, come per esempio quel gioiello che è "Songs for Drella", scritto con John Cale, in ricordo di Andy Warhol. Lou Reed non fu mai un personaggio facile, né per la sua poetica, né per la sua "vita spericolata" (questa sì, non quella dei suoi numerosi emulatori farlocchi). In particolare, la sua multiforme identità sessuale lo portò ad avere complesse relazioni sessual-sentimentali con molti dei protagonisti della scena underground (e queer) newyorkese per approdare poi, alla fine della sua vita, ad un rapporto etero (ma non scevro da tentazoni e sperimentazioni) con un altro mostro sacro dell'avanguardia musicale, quella Laurie Anderson che fu anch'essa una musa dell'avanguardia musicale. Nei primi anni Duemila Reed collaborò intensamente con un altro grande dell’avanguardia artistica statunitense, il regista teatrale Bob Wilson che dopo il suo “Einstein on the Beach” del 1976, lavorò con musicisti come Philip Glass, Tom Waits e il guru della musica elettronica Underground newyorkese La Monte Young. Con Lou Reed, Wilson realizzò l’incredibile opera “Time Rocker”, “The Raven, “POEtry” sui testi di Edgar Allan Poe, figura che affascinava non poco Reed, ed altri lavori ancora. Così come non poteva mancare il racconto della contrastata amicizia di Lou Reed con David Bowie. Definire colossale il lavoro di Will Hermes sembra addirittura necessario, pur con tutte le riserve del caso. Libro intenso, ricco di particolari, analitico e non celebrativo, magari in qualche parte discutibile, ma comunque un magnifico lavoro.
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carmy77 · 2 years ago
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Elenco vincitori
Concorso di Poesie, Filastrocche, Racconti e Fiabe
“Libera la fantasia” 5^ Edizione
A) Sezione Poesie e Filastrocche a tema fantasy
“Carmelo, il sedano fragola, Penelope la ragna e Riccardo, il riccio bugiardo” filastrocche inedite di Cecilia Turino – Frattaminore (NA)
“ Amore su petali di rosa” raccolta edita di poesie di Barbara Baka – Carapelle (FG)
“C’erano una volta sette nani” filastrocca inedita di Danila Pesce – Savona (SV)
Menzione Speciale a:
“Poesie, Filastrocche, Raccontini per grandi e piccini” libro edito di filastrocche e racconti brevi di Rita Giovanna Cavicchi – Castiglione dei Pepoli (BO)
Segnalazione di merito a:
“ Nonna e Paura” filastrocca inedita di Valerio Falgari – Curno (BG)
“Dimora fiabesca” raccolta edita di poesie di Maria Cristina Biasoli – Molinella (RO)
B) Poesie e Filastrocche a tema libero
“Ricomincio da t(r)e” raccolta di poesie in fase di pubblicazione di Mario Tommasini – Roma (RM)
“Alla periferia del vento” poesia inedita di Stefano Baldinu – S. Pietro in Casale (BO)
“Per voi” poesia inedita di Christian Testa – Villanterio (PV)
Menzione Speciale a:
“Filastroccando – Poesie e filastrocche di Nonnogino” raccolta inedita di poesie e filastrocche di Luigino De Francesco – Torino (TO)
Segnalazione di merito a:
“Unni a biddizza cunforta (Dove la bellezza consola)” poesia in dialetto siciliano tradotta in italiano di Lucia Zappalà -  Istrana  (TV)
  Premi Speciali
   Premio Assoluto della Critica a:
“Note dimenticate nella notte” raccolta poetica inedita di Francesco Ambrosio -  Frattamaggiore (NA)
  Premio Speciale Miglior Giovane Autore a:
“Unica salvezza” poesia inedita di Serena Cola – Meldola (FC)
     Premio Speciale per l’Operato Socio – Culturale a:
Angelo Canino, scrittore (Acri – CS) distintosi per quanto costruito artisticamente e culturalmente negli anni, vincendo tantissimi premi letterari e aderendo in varie manifestazioni di spessore. Poesia scelta come migliore dalla Giuria: “ Ppe cchilli terri (Per quei terreni)” opera inedita in dialetto calabrese tradotta in italiano.
    Premio Speciale della Giuria a:
Lucia Barabino, scrittrice (San Francesco al Campo – TO) per la sua
straordinaria capacità creativa e la sua estrema bravura mista a sensibilità nello scrivere testi per grandi e piccini. Testo scelto come migliore dalla Giuria: “L’albero nel bosco” filastrocca inedita.
“Kerstonville, segreti di contea” romanzo inedito di Silvia Turello – Siderno (RC)
C) Sezione Racconti e Fiabe a tema fantasy
“Sara e i mille mila” fiaba edita di Gabriele Missaglia – Dizzasco (CO)
“Ascoltate la biblioteca” racconto inedito di Gabriele Andreani – Pesaro (PU)
“Agata delle farfalle” fiaba inedita di Clara Guareschi – Varallo (VC)
Menzione speciale a:
“Misha l’orsetto magico” fiaba inedita di Giovanni Saia – La Spezia (SP)
  Segnalazione di merito a:
“Diario di un tirannosauro vegetariano” racconto fantasy inedito di Gabriele Di Fazio – Marino (RM)
D) Sezione Racconti e Romanzi a tema libero
“La rosa sott’acqua – Storia di una vita negata” racconto inedito di Cristina Manzo – Lecce (LE)
“La rosa bianca di Izmir – Oltre il velo della paura ” romanzo edito di Anna D’Auria – Gragnano (NA)
“Raggio di luce” romanzo edito di Matteo Molino – Milano (MI)
Menzione speciale a:
“Augustus Darius” romanzo inedito di Angelo Dario Garziano – Mazzarino (CL)
Segnalazione di merito a:
“La ragazza e il cavaliere” romanzo inedito di Cristina Mora – Luserna San Giovanni (TO)
   Premio Finalisti
“Cassandra e Isabeau” racconto inedito di Alessandra Peretti – Amandola (FM)
“L’arte di Howth (Tratto da una storia vera)” racconto inedito di Anna Ferriero – Torre del Greco (NA)
“Le avventure di Rapetta” raccolta inedita di racconti di Paola Ercole – Roma (RM)
“Il marziano Baffi Blu” filastrocca inedita di Barbara Barducco – Rivarossa (TO)
“La mia follia” monologo teatrale inedito di Rodolfo Andrei – Roma (RM)
“Il peso della solitudine” raccolta poetica di Roberta Matassa – Bari (BA)
“Anche l’ospedale è bello...se si muta in un castello” filastrocca inedita di Sergio Giovannetti – Vinci (FI)
“Il brutto anatroccolo (Favola rap) favola inedita in versi di Veruska Vertuani – Aprilia (LT)
“Era notte a Roma” racconto edito di Laura Marcucci – Roma (RM)
“La strega presuntuosa” filastrocca inedita di Caterina Giannini – Roma (RM)
“Immensa” racconto inedito di Chiara Mari – Losanna Svizzera (VD)
“Il Natale delle fiabe” filastrocca inedita di Patrizia Birtolo – Giussano (MB)
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fashionbooksmilano · 2 years ago
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Francesco Clemente : Frontiera di immagini
a cura di Achille Bonito Oliva
Palazzo Sant’Elia Palermo 24 novembre 2013-2 marzo 2014
Prearo Editore, Milano 2013,  140 pagine, 62 foto a colori, 21,5 x 24, ISBN  9788873481034
euro 25,00
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Dal 24 novembre 2013 si è aperta al pubblico la personale di Francesco Clemente " Frontiera di Immagini", opera di uno degli artisti italiani più noti e apprezzati a livello internazionale,  una sessantina di opere tra cui il trittico Crown, e i quadri della serie Tandoori Satori, rappresentative di temi, scelte iconografiche, problematiche linguistiche con cui l’artista si è confrontato.  Il percorso espositivo segue la riflessione dell’artista e il suo procedere per cicli successivi di lavoro, nei quali i lunghi soggiorni in India e i viaggi in Europa, nei Caraibi, Egitto, Sud America, Giamaica danno vita a un vocabolario costantemente in divenire. Un grande laboratorio di ideogrammi ed emblemi apotropaici, in cui gli opposti convivono, di simbologie e associazioni spesso messe in scena dall'artista attraverso il proprio autoritratto, che dalla fine degli anni 70 costituisce la cifra della sua poetica.
25/04/23
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culturaoltre · 4 days ago
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“I LIBRI DI CULTURA OLTRE”: Incontro con Elisabetta Dell'Atti – a cura di Maria Rosaria Teni
Oggi portiamo ai lettori di Cultura Oltre l’intervista alla poetessa Elisabetta Dell’Atti, presente, all’interno della collana letteraria “I LIBRI DI CULTURA OLTRE”, con la sua prima opera poetica “Tutte le donne del mondo. Raccolta in versi sparsi di Di-verse Me”, edita ad aprile 2024. Una raccolta poetica che si estrinseca in un viaggio esistenziale all’interno della propria anima, attraverso…
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lucianopagano · 15 days ago
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Nella storia delle storie dove tutto scorre. Su Danubio, di Claudio Magris
La struttura è data dal corso stesso del Danubio, con i luoghi che hanno ospitato storie, biografie e vicende esemplari attraverso i secoli. Il metodo e l’invenzione scelta da Claudio Magris, al lettore di oggi potrebbero quasi sembrare ovvie, dato il proliferare di ibridi oggetti editoriali in cui il pretesto narrativo per un saggio proviene da viaggi e esperienze di «scrittura sul campo». A ben guardare, invece, «Danubio», antesignano per scritture ulteriori nella nostra letteratura, sembra invece accogliere e proseguire proprio quella tradizione tedesca e anglosassone per la letteratura di viaggio, il risultato è con molta probabilità un classico della nostra letteratura recente, uno di quei libri che resistono ai secoli.
È un raccontare la storia del Danubio attraverso gli stati e i periodi storici, i primi effimeri, affidati alle vicende degli uomini, i secondi che si assottigliano man mano che si approssima il presente, in un continuum dialettico dal quale di cerca sempre di salvare qualcosa del passato.
Gli anni, i giorni, le ore di un cammino di conoscenza si uniscono a una struttura leggera, il non-romanzo di un gruppo di amici, un gruppo informale i cui nomi vengono evocati al bisogno, come “spalle” del narratore-viaggiatore. Il pretesto è dato da un incarico di relazionare un viaggio. Le figure evocate divengono specchi per riflettere sé sulle bontà o sciagure del genere umano, sulla condizione del rapporto uomo-animale, ad esempio, sul rapporto con la Storia, sul nazifascismo, sull’Impero Absburgico. Il Danubio attraversa i luoghi dove nel cuore della Vecchia Europa si sono consumati tutti i drammi possibili, dove le battaglie hanno segnato confini di cui spesso il fiume si riappropria. Le estremità dell’umano albergano latenti in ogni punto, pronte a emergere dalla quiete di un’ansa. A tratti sembrano parabole, alla maniera di Kafka, o veri e propri «minima poetica» per citare Adorno, che pure ispira la forma di alcuni frammenti, che racchiudono un messaggio che cerca di allontanare il vuoto che affiora dall’essere parte di un disegno senza trama, l’ordito di nessuna superficie.
Frammenti che compongono un quadro evenemenziale, una storia che ha luogo nel cuore del corpo di un mondo che viene raccontato descrivendo il suo sistema sanguigno. Il Danubio, come oggetto di studio, è stato descritto in opere che raggiungono una perizia e ridondanza di particolari, quasi copie cartacee conformi all’originale acquatico, come in un racconto borgesiano. Qui si deve fuggire anche alla meticolosità e al puntiglio, per viaggiare leggeri. È un’opera che evoca le «Metamorfosi», qui è il Danubio il tempo che scorre, tramutando di luogo in luogo, di storia in storia, come accade con il ritmo mutevole che il poeta Ovidio inventa nel transito di racconti per uomini, divinità e semidei. La mutevolezza delle storie che scorrono è frutto della maestria narrativa di Magris nella materia fluente di una vita.
Quest’opera si interroga anche su una questione fondamentale che potrebbe essere così riassunta: dato che il mondo dell’uomo è dominato dal caos, anche laddove il razionalismo sembra imprigionare tutta l’esistenza nei suoi legacci, come possono coesistere queste due anime senza sfociare nella crisi, nel disordine, nella follia? La questione emerge e resta latente, percorre l’opera in modo carsico. La cieca obbedienza mascherata da senso del dovere e la pianificazione e messa in opera dell’Olocausto sono la macchia di sangue più nera che tinge il Danubio.
Ci sono individui, luoghi, letterature, in cui è più insito il dilemma della forma, fra libera espressione pulsioni e ordine. Il fiume scorre, si mostra uguale ad ambedue le sponde.
Pur raccontando storie e micro-storie che si innervano nella Storia attraversata dal fiume, incontriamo in più luoghi, da parte dell’autore, l’amara consapevolezza che non c’è spazio nella narrazione odierna per un mito così poetico come lo erano stati i miti che hanno dato vita all’Iliade e all’Odissea.
La terra resta terra ferma, spostarsi sulla terra è costoso. Così come spostarsi nell’aria. Spostarsi su un fiume è più economico. Il Danubio per l’Europa ha svolto un ruolo analogo a quello del Mare Mediterraneo per i paesi che si affacciavano su esso, per l’importanza che l’acqua riveste nella storia dei popoli che unisce, l’acqua come mezzo di trasporto e strumento di comunicazione.Tutta acqua.
Un occhio preveggente su quello che di lì a poco meno di cinque anni sarebbero stati mutamenti per l’Europa dopo la Caduta del Muro.
«Danubio» è un libro che ci insegna un modo differente rispetto al comune sentire per percepire il mondo, insieme a un’idea di confine. Il fiume è un confine labile, mutevole, e allo stesso tempo transitabile. Quando sei nel fiume, anche se questo costituisce un confine fisico tra due regioni, e sei dentro o e sei fuori, nello stesso tempo ti trovi dall’una e dall’altra parte. Anche per questo motivo, dalle sorti dell’Impero Absburgico, passando per quelle della Prima e della Seconda guerra mondiale, fino alle vicende della (ora) ex-Jugoslavia, ricordando quelle dell’Impero Romano, il mondo militare e le guerre giocano un ruolo importante, perché è in esse che si attua quel ruolo di ridefinizione dei confini, incessante, che da materia alla storia dei popoli.
«Danubio», il viaggio del fiume diviene un viaggio alla ricerca di tutte le storie minime che pur non appartenendo alla storia, anzi spesso lasciandosi annientare da essa, sono riuscite a salvarsi, a ritagliare un posto per il proprio essere nel mondo coniugando l’umano sentire, all’agire con il prossimo. Interessante, dal punto di vista storico, come si affrontano le vicende del nazismo, man mano che si presentano storie e luoghi che ne sono stati partecipi, interessante notare come in Bulgaria e Romania, il comportamento antisemita all’indomani della presa del potere da parte dei Nazisti, non abbia mai attecchito, e di come fossero esistiti chiari episodi e prese di posizione collettive, di vera e propria riluttanza e ostacolo alla deportazione degli ebrei. «Danubio» è un libro che ci fa conoscere paesi che sarebbero entrati nella Comunità Europea, che lo sono da quasi venti anni, e che sotto certi aspetti non legati al turismo o alla cronaca internazionale, ancora tardiamo a conoscere.
Il viaggio termina con il raggiungimento della foce del Danubio, in Romania, ripensando a come è iniziato, col desiderio di guardare il mondo con gli occhi del fiume che scorre.
La lezione di «Danubio» coincide con la grande letteratura, capace di evocare allo stesso modo fantasmi e sorrisi, poesia e filosofia, storia passata e cronaca presente. Gian Luigi Beccaria in chiusura della prefazione, suggerisce che «Danubio» non è un libro da «consumarsi» in un week-end, da esso provengono «riflessi d’infinito». L’impressione dopo la  lettura – questo è il tipo di opera su cui fa piacere ritornare – è di avere compiuto uno dei viaggi letterari più importanti della nostra vita.
Danubio - Claudio Magris (Garzanti, 1986)
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cerentari · 17 days ago
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Quindi era il giardino delle mandragore di Marosa Di Giorgio
Marosa di Giorgio, poetessa uruguaiana nata a Salto nel 1934.Dal 1978 si trasferisce a Montevideo dove ha iniziato la sua carriera poetica nel 1954 con il libro “Poesie”. La sua ascendenza italiana e il basco che era solita portare, l’hanno resa singolare, così some i suoi lavori, dove natura, magia, mitologia e mistero, sono state le principali fonti di ispirazione.Tutta la sua opera, riunita in…
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marcogiovenale · 1 month ago
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9 gennaio: in partenza il corso su edoardo sanguineti @ centroscritture.it
Con Maria Teresa Carbone, Massimiliano Manganelli, Francesco Muzzioli, Angelo Petrella, Gian Luca Picconi, Gilda Policastro Info e iscrizioni su www.centroscritture.it
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Adriano Guerrini: Un Poeta tra Tradizione e Modernità. Il viaggio poetico di un autore che ha saputo innovare senza dimenticare le radici. Di Alessandria today
Adriano Guerrini, nato ad Alfonsine nel 1923 e scomparso a Genova nel 1986, è stato un poeta, insegnante di filosofia e storia, saggista e organizzatore culturale italiano.
Adriano Guerrini, nato ad Alfonsine nel 1923 e scomparso a Genova nel 1986, è stato un poeta, insegnante di filosofia e storia, saggista e organizzatore culturale italiano. La sua opera poetica, che abbraccia oltre quattro decenni, si distingue per la capacità di fondere tradizione e modernità, esplorando temi universali con un linguaggio raffinato e profondo. La vita e il percorso…
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michelenigrowordpresscom · 7 months ago
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"Carte nel buio", prefazione di Carla Malerba
versione pdf: “Carte nel buio”, prefazione di Carla Malerba Nell’ultima raccolta di Michele Nigro si definisce un percorso poetico sempre coerente alle sue precedenti scritture. Già in Pomeriggi perduti il lirismo dell’autore mi era apparso fortemente introspettivo, con richiami provenienti da conoscenze approfondite di grandi autori italiani e stranieri, ma soprattutto avevo scorto la pacata…
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carmenvicinanza · 2 years ago
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Alejandra Pizarnik
https://www.unadonnalgiorno.it/alejandra-pizarnik/
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Credo che nelle mie poesie ci siano parole che ripeto incessantemente, senza tregua, senza pietà: quelle dell’infanzia, quelle delle paure, quelle della morte, quelle della notte, dei corpi. Scrivere una poesia è riparare la ferita fondamentale, lo squarcio.
Alejandra Pizarnik, poeta e traduttrice, è stata una delle voci più intense e originali del Novecento argentino.
Chiusa in articolati labirinti, coraggiosa nel delirio, accesa, ha vissuto senza sostegni, consegnandosi cruenta, fino a soccomberne, scrivendo fino all’ultimo istante. Ha tentato di placare, attraverso una passione ossessiva per la lettura e la scrittura, un vuoto interiore, fatto di inquietudine e disagio.
Bisessuale, dipendente dai farmaci, ha incarnato lo spirito libero, vissuto e sentito senza filtri, vulnerabile soprattutto di fronte a se stessa.
La poesia ha rappresentato, per lei, la vita negata. La sua ricerca di “perfezione poetica” era in contrasto con ciò che viveva, perennemente incompiuto.
Nata a Buenos Aires, in Argentina, il 29 aprile 1936, in una famiglia di ebrei russi, durante l’infanzia ha sofferto di parecchi disturbi fisici e un senso di inadeguatezza e estraneità che l’hanno portata a fare uso di anfetamine. La ricerca di identità è stata un’importante causa del suo complesso e disperato approccio all’esistenza che l’ha accompagnata per tutta la vita.
Ha studiato Lettere e Filosofia e, in seguito, Pittura con Juan Battle Planas.
Ha vissuto a Parigi dal 1960 al 1964, dove ha studiato storia delle religioni alla Sorbonne e lavorato per alcune case editrici e collaborato con diverse riviste letterarie.
I suoi primi maestri sono stati gli esponenti del surrealismo, sebbene avesse anche una notevole fascinazione per l’esistenzialismo e la psicoanalisi.
Ha tradotto autori come Antonin Artaud, Aimé Césaire, Yves Bonnefoy e altri.
La Ville Lumière è stata un rifugio letterario ed emotivo, il luogo dove ha conosciuto importanti intellettuali come Simone de Beauvoir, Georges Bataille, Italo Calvino, Ivonne Bordelois e il poeta messicano Octavio Paz, che scrisse il prologo ad Árbol de Diana, la sua quarta raccolta di poesie.
Nel 1962 ha conosciuto la poetessa italiana Cristina Campo, per cui provava una profonda attrazione e con cui si è scambiata poesie e lettere fino al 1970. A lei ha dedicato la poesia Anelli di cenere.
Il rientro in Argentina produsse i suoi principali testi quali I lavori e le notti, Estrazione della pietra della pazzia e L’inferno musicale.
La sua unica opera in prosa è stata La contessa crudele (o sanguinaria), del 1969. Un’inquietante profezia dello sterminio che, di lì a poco, ha violentato la gioventù del suo paese e fatto scempio della sua innocenza.
Nello stesso anno è stata a New York per ricevere la borsa di studi Guggenheim, tornandone frastornata dalla “ferocia insostenibile” della città. Dopo due anni ha vinto anche la borsa di studio Fulbright.
Per un periodo ha vissuto con la sua compagna, la fotografa Martha Isabel Moia.
Dopo un altro breve e deludente soggiorno in Francia, è tornata in Argentina, dove è iniziato un processo di chiusura e disgregazione, acuito dalla dipendenza dai farmaci e culminato in due tentativi di suicidio e un lungo internamento in una clinica psichiatrica.
È morta a Buenos Aires il 25 settembre 1972, dopo aver ingerito cinquanta pastiglie di barbiturici, mentre era in permesso dalla clinica. Aveva 36 anni.
Dopo la sua morte, l’amico e scrittore argentino Julio Cortázar le ha dedicato la poesia Aquí Alejandra.
Negli anni, sono stati pubblicati i suoi diari e altre opere rimaste inedite, a testimonianza del fatto che non è mai stata dimenticata e che la sua scrittura è ancora oggi molto apprezzata e letta.
Se c’è una ragione per la quale scrivo, è perché qualcuno mi salvi da me stessa.
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hopernicus · 20 days ago
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Dumitru Viorel Neagu - ultimul menestrel adevarat al Iubirii
Dumitru Viorel Neagu, trei carti, o opera unitara.Si ncep asa pt ca asemenea unui menestrel, unui trubadur sosit parca din alte timpuri estetice, poetul reuseste sa si cladeasca intr un timp scurt o opera poetica ce aminteste de meticulozitatea unui ceasornicar al pacii. Si totul pornind de la Iubire. Face acest lucru in mod constient si angajat, linistit, dovada stand desigur continutul despre…
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carmy77 · 2 years ago
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"SOLITUDINE TATUATA" RACCOLTA POETICA DI ROBERTA MATASSA DISPONIBILE PRESTO PER L’ACQUISTO!- Tutti i dettagli su questa opera speciale dell'artista emergente del progetto “Luce dell’Arte Edizioni” sui siti web sottostanti: https://manoscritti.wixsite.com/lucedellarteedizioni
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