#Nuovi linguaggi
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queerographies · 6 months ago
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[Quanti generi di diversità?][Irene Biemmi]
"Quanti generi di diversità?" di Irene Biemmi affronta le discriminazioni legate all'orientamento sessuale e all'identità di genere. L'opera interdisciplinare offre nuovi approcci per contrastare l'omofobia e la transfobia.
Combattere l’omofobia e la transfobia: strumenti e strategie per una società più inclusiva Titolo: Quanti generi di diversità? Promuovere nuovi linguaggi, rappresentazioni e saperi per educare alle differenze e prevenire l’omofobia e la transfobiaScritto da: Irene BiemmiEdito da: Firenze University PressAnno: 2024Pagine: 140ISBN: 9791221503616 La sinossi di Quanti generi di diversità? di Irene…
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canesenzafissadimora · 2 months ago
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Due persone, quando si innamorano e si frequentano e convivono e si amano, creano un idioma che appartiene soltanto a loro. Quell'idioma privato, pieno di neologismi, inflessioni, campi semantici e sottintesi, ha solamente due parlanti. Comincia a morire quando si separano. Muore del tutto quando i due incontrano nuovi partner, inventano nuovi linguaggi, superano il lutto che sopravvive a ogni morte.
Sono milioni, le lingue morte.
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fashionbooksmilano · 8 months ago
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Neomosaico
Mendini for Bisazza
a cura di Raffaella Poletti
Electa / Bisazza, Milano 1998, 164 pagine, 19,5x26,5cm, Edizione bilingue italiano/inglese, ISBN 978-8843567539
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
Nuovissima e arcaica, l'arte del mosaico corrisponde perfettamente all'immaginario mendiniano. Sedimentazione geologica, cristallizzazione, stadio estremo dell'evoluzione di quell'arte tessile e del ricamo che è all'origine dell'ornamento, avvolge spazi e oggetti, duttile, coniugando tessitura e figura. L'Atelier Mendini ha assunto la direzione artistica di Bisazza, (l'azienda che del mosaico ha segnato la rinascita) nel 1994. Il rapporto ha prodotto esiti rilevanti, nel segno della definizione comune di nuovi linguaggi artistici legati all'utilizzo del mosaico.
09/06/24
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susieporta · 16 days ago
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Nove di Spade.
"Le Strutture di nuova Generazione".
Gennaio ha concluso la sua potente opera.
Si è prodigato fino all'ultimo istante per accelerare alcune chiusure interiori e porre fine a pezzi del nostro Passato sospesi, irrisolti, vissuti con enorme fatica esistenziale.
Ci ha guidati lungo i "sentieri della chiarezza", accompagnandoci nella risoluzione di "antichi cicli di proiezione", anche attraverso la dolorosa e definitiva "perdita di alleanza" con lo schema di disfunzione.
Questi passaggi così profondi e innovativi, troveranno espansione concreta proprio nel mese di Febbraio, quando le "congiunzioni astrali" consentiranno di agire i primi visibili movimenti di rinnovamento materiale.
Non sarà semplice restare concentrati. La tentazione di abbandonarsi a facili risoluzioni e a compromessi di convenienza pone il nostro Sistema ancora in "pericolo" di involuzione emotiva.
Adagiarsi tra le pieghe del Passato, è un possibile rischio nei prossimi giorni.
Stiamo attraversando un passaggio delicato. Molti sono ancora coloro che attendono ai piedi del Secondo Varco, consapevoli che, dopo il loro definitivo ingresso, nulla potrà essere come prima.
E dovranno accettare di dimensionare tutta la loro Vita in funzione del Nuovo, manifestando scelte coerenti e connesse con la loro profonda Verità interiore. Senza più illusioni, compromessi o finzioni.
E' probabile che lasceranno relazioni esaurite, luoghi incancreniti, tunnel senza uscita. Si spoglieranno delle loro fissità disfunzionali e smetteranno di agire la disonestà su loro stessi e sugli Altri.
Le Strutture "Cristalline", sensibili e recettive, necessiteranno di tanta disciplina interiore per permettersi un equilibrio stabile e funzionale all'interno del Varco.
Sarà per loro fondamentale fornire al sistema un "comando cosciente", attento e concentrato all'ascolto interiore, connesso e pronto ad accogliere con discernimento tutte le informazioni di rinforzo e incoraggiamento del nuovo linguaggio di traduzione simbolica.
E saranno necessari costanti momenti di confronto, di riflessione, di relazione con se stessi e con strutture similari, per crescere mano nella mano nella rielaborazione di visioni, di percezioni, di vissuti emotivi.
I "Cristallo" sono "puri nell'intento" e "brillanti nell'esposizione dei Doni". Ma fragili nel costrutto della mentalizzazione, della traduzione dei nuovi linguaggi, dell'elaborazione emotiva delle Ferite. E sono spesso preda delle "asimmetrie di relazione", dovute ad un debole e insicuro radicamento alla Terra.
C'è ancora qualche "conflitto" ad animarle nelle profondità, una sorta di latente disarmonia tra Spada e Cuore, tali da renderle instabili nei movimenti di integrazione tra la parte Maschile e quella Femminile.
Non riescono ancora a "proteggere" con naturalezza il loro campo di identità. E, spesso, di ritrovano con grande sofferenza a "fare i conti" con gli automatismi simbolici del Passato.
Sono Anime bellissime, fulgide, risplendenti. Amano tanto e sono appassionate della Vita. Sono affettive, sono splendenti, sono brillanti ma portano ancora impressi i segni del Dolore e della Sofferenza dell'Abbandono e del Riconoscimento.
C'è ancora una qualche forma di "Separazione" ad allontanarle dalla Fonte. E non riescono pienamente a riconciliare con se stessi l'Incarnazione Divina, vivendola a tutt'oggi con velata nostalgia, spaccatura interiore e sotterraneo conflitto.
Vorrebbero ancora "staccarsi dal Piano di Coscienza Terreno". Non radicano pienamente il "Diritto all'Esistenza". Non si offrono alle relazioni con fiducia e abbandono. Rifuggono il confronto con il Maschile o con il Femminile delle figure primarie e soffrono ancora di forme (più alleggerite ma comunque presenti) di senso di ingiustizia e di solitudine interiore.
Per le Strutture "Diamante", invece, è giunto il "sacro momento" della "presa di coscienza". Esse "funzionano diversamente" e sono l'evoluzione del Cristallo.
Stanno per scoprire la loro definitiva Identità e Missione. E sono pronte ad investire nella piena e autentica espressione della armonia, densità ed integrazione delle forze di unione Divine.
Sono risolte. Emotivamente ed energeticamente. Sono state forgiate dalla Spada e dal Cuore, esattamente come le Strutture Cristallo, ma hanno reso maggiormente "compatta" la loro identificazione con l'Uno.
Maschile e Femminile in questa strutture sono Energie integrate, solide, radicate e "collaboranti". Si connettono al centro della Terra. Sono presenti al loro movimento di espansione. Non si dissociano emotivamente, non si chiudono alla Ferita, non si sentono sole, ma amorevolmente accompagnate in ogni singolo istante.
Non necessitano di "capire". Esse "sentono istantaneamente".
Il loro collegamento è rapido, fulmineo e profondamente pulito.
Emanano calma e chiarezza.
Non si perdono. Si ritrovano dentro loro stesse. Sanno che "dentro" è un luogo sicuro e che il loro Cuore può generare solo movimenti estremamente "giusti" e "connessi".
Sono Madri e Padri potenti, equilibrati e presenti al loro compito evolutivo. Sono colmi di leggerezza, dolcezza e affettività, ma anche di solidità, responsabilità e potere.
Non delegano le loro scelte. Le assumono.
Ma lasciano agli Altri la piena libertà sui loro irrisolti.
Non indottrinano. Non "convincono". Non giudicano.
Restano fedeli alla loro Verità, senza opposizioni a quella altrui.
Non si conformano a decisioni comode e di convenienza. Ma ascoltano la loro Coscienza e si dirigono dove la Vita esprime Bellezza e Armonia.
Non restano nelle relazioni per "bisogno", "attaccamento" o "paura di perdere". Assecondano il loro movimento di Amore. Ne sono consapevolmente "proprietari". Ed emanano in ogni loro sguardo trasparenza e purezza di intento.
Sono presenti alla "consapevolezza della Creazione". Sanno in ogni istante ciò che stanno generando e ne assumono i "diritti d'autore".
Sono punti di riferimento forti, sensibili e stabili. Affidabili e privi di sovrastrutture relazionali.
Possono ferire l'Altro solo se esso non è pronto a "vedere" e "sentire".
Sono la straordinaria generazione di "Anime Diamante".
Formeranno coppie sane, genereranno figli amati e rispettati, organizzeranno contesti comunitari basati sulla autonomia e responsabilità emozionale, sulla manifestazione potente dei Doni, sull'autenticità del Sentito, sulla Affettività e Accoglienza dell'Umano.
Stanno uscendo allo scoperto.
Sono "Esseri dello Spirito" incarnati.
Ed essi sosterranno il prossimo delicato passaggio di Rinascita del genere Umano.
Ma intanto... Buon inizio Febbraio...
Mirtilla Esmeralda
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vedo-nudo · 3 months ago
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L'orgasmo di una donna è un castello da studiare, una torre da scolpire.
È un'opera di raffinata modellazione, come la costruzione di un complesso vaso di porcellana.
Essa richiede l'intervento di un mago in grado di combinare il fuoco 🔥 con il cristallo 🔮, la pietra con l'acqua, la terra con le stelle.
L'orgasmo di una donna è un dedalo di prove ,trabocchetti e premi, un banchetto preparato in una settimana, un rebus per estimatori.
Refrattario alla fretta e alla noncuranza, esso si nutre di cura e di attenzione, di respiri e dei ritmi delle onde, dei cerchi concentrici che formano l'universo e lo percorrono in eterno.
Opera alchemica che non può farsi strada in presenza di distacco o distrazione, lievita di fronte all'amore, alla dedizione, alla consegna integrale di sé.
L'orgasmo di una donna è l'abbandono della terra ferma per un mare di fiducia. È un albero da coltivare e nutrire.
È lasciare entrare, accogliere il mare nel porto, abbattere le dogane e mescolarsi con l'ignoto.
L'orgasmo di una donna è bassa marea e alta marea, architettura composita ,supernova che esplode lasciando luce ovunque.
È costruire una torre di Babele di nuovi linguaggi ad ogni unione, che precipita ogni volta che raggiunge il suo apice, non per difetto, ma per conservare in sé il mistero sacro di chi è riuscito.
-Sonia Serravalli-
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bicheco · 1 year ago
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Ma perché tu fai ridè? Cosa dovremmo dire di te che vorresti far ridere ad ogni piè sospinto e non ci riesci mai? Che i tuoi altri riferimenti artistici hanno fallito? Che c'hai provato e ci provi e nonostante tutto non ti arrendi? Che messaggio vuoi che passi quando ti si legge? Perché dovete gettare discredito su cose che non capite?
Ask piuttosto articolata, scritta di getto e con una certa rabbia. Provo a rispondere punto per punto.
1 Io dovrei o vorrei far ridere RISPETTO a chi? Non è molto chiaro. Detto ciò, ogni tanto ci provo a fare dei post spiritosi, qualche volta mi riescono altre volte no.
2 Non siete tenuti a dire niente di me. Potete trascurarmi tranquillamente. E comunque voi chi? I miei follower? Lasciatemi cuocere nel mio brodo. Sul fatto che io non faccia ridere mai, pazienza. L'importante è non far piangere.
3 Qui la sintassi è andata a prendersi un caffè. Provo a interpretare. I miei riferimenti artistici sono tutti di alta qualità e sicuramente loro non hanno fallito.
4 Questa si collega alla domanda scombinata di prima. Rispondo in questo modo: mai arrendersi! 💪
5 Non lancio messaggi. Scrivo sempre quello che mi gira per la testa senza pormi alcun obiettivo morale, artistico, sociale o politico. Semplicemente mi sfogo.
6 Qui penso che tu prenda a riferimento me in quanto incarnazione del vecchio boomer che non capisce un cazzo dei nuovi linguaggi giovanili e quindi pontifica. Che dire: sono le mie opinioni, grazie a Dio in questo paese esiste ancora - Meloni permettendo - la libertà di pensiero, fammela esercitare, non faccio male a nessuno. Tu non sei d'accordo: amen. Passa avanti.👍
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niconote · 4 days ago
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NicoNote DARE VOCE workshop: Corpo, Parola, Suono > 6 aprile BOLOGNA @ Lo Studio Spaziale • Iscrizioni entro 21 marzo •
DARE VOCE / Focus Corpo, Parola, Suono un pomeriggio di Workshop condotto da NicoNote Domenica 6 aprile dalle 14h alle 19h a Lo Studio Spaziale, Bologna I posti sono limitati a 12 partecipanti. Iscrizioni entro venerdì 21 marzo.
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DARE VOCE workshop tematico e ricorrente creato da NicoNote, un laboratorio di studio e di ricerca attorno alle molteplici declinazioni dell'universo VOCE. Domenica 6 aprile 2025, un nuovo appuntamento. Una sessione intensiva sulla Voce, la sua imprescindibile relazione con il Corpo, esplorazione della Parola, del mondo del suono che tutto permea. NicoNote propone un pomeriggio di studio che prende le mosse dalle sue pratiche di training e processo di messa in voce, sviluppa percorsi di studio e riflessione che condivide con il gruppo.
Ogni workshop con NicoNote è una esperienza che tocca corde profonde, rinnova e rivitalizza attitudine e visione, in definitiva sono momenti di apprendimento, che innescano nuovi processi di creazione e consapevolezza, nella composizione del gesto vocale, nella epistemologia personale della percezione del suono e della scena.
Domenica 6 aprile a Bologna, il lavoro sarà focalizzato sia sul Training, con esercizi di tecnica e movimento per un riscaldamento fisico vocale, con una attenzione all' ascolto profondo, per poi approfondire mondi verbali ed espressivi. Seguirà una parte teorica e di riflessione, verso la pratica della ''messa in voce'', con esplorazione della parola, della sua forza performativa, nella realzione con il suono, dato e/o creato.
La ricerca vocale di NicoNote alias Nicoletta Magalotti sintetizza 40 anni di lavoro sulla VOCE nella pratica teatrale e musicale, nell’ incontro con maestri tra i quali Gabriella Bartolomei, Yoshi Oida, Roy Hart Theatre, Akademia Ruchu, Tiziana Ghiglioni, Francois Tanguy, nello sviluppo di un percorso artistico e didattico personalissimo. Un approccio alla Voce che abbraccia la tecnica vocale a 360° mutuando pratiche e studi sulla vocalità provenienti da diversi mondi musicali, teatrali, performativi fino a pratiche di meditazione sonora.
DARE VOCE workshop / Corpo, Parola, Suono
• QUANDO domenica 6 aprile, h. 14.00 – 19.00 • DOVE presso Lo Studio Spaziale, Via F. Albani 1/7 A Bologna (per chi viene in treno, vicinissimo alla Stazione) • COSTO 50 € • ISCRIZIONI Per accedere al workshop non c’è selezione, ma è necessario scrivere una mail, per richiedere il tuo posto e scrivere una tua breve presentazione. Scrivi a: [email protected] con oggetto: Workshop 6/04 Bologna I posti sono limitati a un numero massimo di 12 partecipanti e a un numero minimo di 4.​ Il workshop non prevede la partecipazione di uditori. L’iscrizione si intende confermata solo se perfezionata dal pagamento anticipato della quota di iscrizione. ​ Ove non si raggiungesse il numero minimo di partecipanti il workshop non avrà luogo e la quota di iscrizione verrà rimborsata integralmente.
• iscrizioni entro il 21 marzo.
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NicoNote (It/A) alias artistico creato nel 1996 da Nicoletta Magalotti Sound poetry artist, autrice, performer e cantante. Agisce nei territori di musica, teatro, installazioni, clubbing, radiofonia, con produzioni artistiche e curatele – la sua identità artistica si manifesta nella ibridazione dei linguaggi. Nel 2010 crea la sigla NicoNote Dream Action, per indicare il suo gruppo di lavoro, costellazione fluttuante e nomade. La sua ricerca vocale si intreccia all’incontro con maestri quali Yoshi Oida, Gabriella Bartolomei, Roy Hart Theatre, Akademia Ruchu, François Tanguy. Autrice di un’avventurosa discografia, con tournée musicali e teatrali in Europa, Canada, Argentina, Brasile.
Dalla new wave italiana con i Violet Eves, band molto amata da Pier Vittorio Tondelli al teatro di Romeo Castellucci con Socìetas Raffaello Sanzio, passando dal Cocoricò di cui ha curato l'art room Morphine insieme a Dj David Love Calò, creando un luogo di radicali sperimentazioni musicali e teatrali. Discografia dal 1985 e tour musicali e teatrali in Europa, Canada, Argentina, Brasile. Release su Rizosfera, Rough Trade, Mille Plateaux, Music from Memory, Cinedelic e molte altre. È una voce del progetto Donnacirco (La Tempesta dischi). Recentemente NicoNote ha contribuito allo spettacolo di teatro musicale sperimentale “Buffalo Gals, Won’t You Come Out Tonight”, basata sull'omonima favola utopica di Ursula K. Le Guin. Regia di Silvia Costa e musiche di Solistenensemble Kaleidoskop e dei compositori Andrea Belfi e Wojtek Blecharz. Prodotto e rappresentato a Radialsystem Berlino, luglio 2024. In uscita proprio in questi mesi per New Interplanetary Melodies / Big Doings, in vinile e digitale: ''REGOLA'' concept album elettronico immersivo, suite ispirata a Hildegard von Bingen. Conduce regolarmente masterclass sulla Vocalità e la Scena, collabora con Tempo Reale Firenze, Accademia Kataklò Milano. Syntonic è il suo programma mensile su Radio Raheem. https://linktr.ee/NicoNote
Immagine: Volto che canta, Marco Mazzoni.
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carmenvicinanza · 18 days ago
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Barbara Valmorin
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Barbara Valmorin è stata una talentuosa attrice italiana.
Leonessa della scena e donna di grande cultura, ha ispirato diversi testi teatrali e lavorato con grandi artiste e artisti, è stata diretta dai più importanti registi del Novecento, soprattutto a teatro, ma anche al cinema e alla televisione.
Nata a Bari col nome di Agata Bibolotti, il 30 gennaio 1939, da padre toscano e madre ligure, dopo il liceo ha frequentato il Cours d’art dramatique René Simon a Parigi, città in cui ha debuttato con Luchino Visconti, che le aveva dato il suo nome d’arte, in Dommage qu’elle soit une putain.
Rientrata in Italia, a teatro ha lavorato con Eduardo De Filippo e Antonio Calenda. Il suo esordio sul grande schermo è stato nel 1964, nel film Senza sole né luna di Luciano Ricci.
Importante per la sua carriera è stato l’incontro con Luca Ronconi che l’ha diretta in diversi fortunati spettacoli tra cui Orlando furioso, La tragedia del Vendicatore, Orestea, Peccato fosse puttana che le è valso il Premio Ubu, il più grande riconoscimento teatrale italiano.
Tra le socie fondatrici della Cooperativa Tuscolano, nel 1981, per lei Annibale Ruccello ha scritto Weekend, un’opera noir che ripercorre il malessere quotidiano di una professoressa di liceo napoletana trapiantata a Roma. Lo spettacolo, andato in scena per la prima volta nel 1983 al Teatro dell’Orologio di Roma, ha avuto diverse riprese nel corso degli anni.
Ha lavorato con registi come Giancarlo Cobelli, Giorgio Marini, Masssimo Castri, Cesare Lievi, Mario Martone, Franco Branciaroli, Ugo Gregoretti, Gabriele Lavia, Renato Carpentieri, Nekrošius e molti altri.
Per Barbara Valmorin, entrare nelle viscere del testo, ‘scarificarlo’ per riuscire a trasmettere emozioni, era del tutto naturale. Il suo spirito critico, il suo rigore, il suo amore per la cultura ‘salvifica’, la conducevano non solo a spaziare dalla letteratura, in particolare tedesca e mitteleuropea, all’arte e alla musica, amava scandagliare nuovi territori e linguaggi della drammaturgia. Amava le nuove generazioni e non disdegnava di mettersi in gioco con artisti agli albori.
Un altro momento importante nella sua carriera è stato Vecchie, scritto e diretto da Daniele Segre e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2002 e all’Annecy Cinéma Italien, che le è valso il premio per la migliore interpretazione femminile.
Diretta dal regista Werner Waas, nel 2007 è stata Renata nell’omonima pièce scritta da Paolo Musio che si è a lei ispirato per la drammaturgia. La pièce evidenzia lo scontro tra la sua generazione e i giovani, troppo rassegnati e passivi dinanzi alla deriva della politica e al dilagare dell’ignoranza.
Donna dura, caustica, esigente ma anche tanto generosa, si è consacrata all’arte e alla politica, della quale tutto il suo quotidiano era intriso. Da vera militante, ha partecipato all’autogestione del Teatro Valle, credendo nell’urgenza di risolvere i problemi del teatro italiano.
È stata sincera, coraggiosa, non ha mai fatto sconti e ha pagato spesso con la solitudine il suo atteggiamento intransigente.
Quasi tutti gli spettacoli che ha scelto di fare negli ultimi dieci anni della sua carriera, s’interrogano su temi cruciali del contemporaneo quali il ruolo della donna, del successo, l’eutanasia, l’incomunicabilità, il significato dell’esistenza.
L’ultimo testo che ha interpretato, nel 2015, I taccuini di Mosella Fitch, è il racconto di una donna fuori dagli schemi e istintivamente avversa all’ipocrisia che ha consegnato l’essenziale del suo stare al mondo ai suoi taccuini.
Ha recitato con furore, disperazione e al tempo stesso una lucidità intellettuale che scaturiva da ogni piega del suo esprimersi in scena, dalle parole, dagli sguardi, dai gesti.
Chi ha avuto la fortuna di vedere in scena questa grande attrice si è data quindi l’esperienza di sentir vibrare due corde in una, e quindi di far tesoro, attraverso di lei, di tutta la dialettica che ha attraversato il grande Novecento teatrale. La dialettica era una parola chiave per capirla, se non eri munito di spirito dialettico era impossibile averci a che fare – ha scritto di lei Mario Martone e ancora: Burbera, severa, capricciosa anche, da diva qual era, ma anche fanciullescamente disposta al gioco e all’incanto, era innanzitutto una donna capace di assumere e portare su di sé le riflessioni più estreme.
Con le sue immancabili sigarette e il suo bicchiere di vino rosso ha animato serate fino a tarda notte e intessuto relazioni intergenerazionali, amata dalla critica, ha riempito la scena con verità e un gran gusto dello spettacolo.
Non si è mai risparmiata nel lavoro e nel professare le sue idee, si è sempre messa in gioco, esponendosi nuda e cruda, fino all’ultimo istante.
Si è spenta a Roma il 15 luglio 2019.
Non le sono stati dedicati premi o spazi teatrali e non viene abbastanza ricordata perché il teatro si perde nella memoria di chi lo ha vissuto e forse perché, come molte attrici della sua generazione ha trascurato le relazioni per consacrarsi totalmente all’arte, di cui si è nutrita per tutta la sua vita.
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londranotizie24 · 23 days ago
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Di Roberta Leotti Al MimeLondon 2025 va in scena The Rite of Spring dell’italiana Dewey Dell. Fino a sabato 25 gennaio l’appuntamento è alla Queen Elizabeth Hall del Southbank Centre di Londra. Al MimeLondon 2025 va in scena The Rite of Spring dell’italiana Dewey Dell E’ solo alla sua seconda edizione, anche se in verità potrebbe essere la quarantanovesima. Stiamo parlando di quello che fino al 2023 veniva chiamato London International Mime Festival, a nostro avviso uno dei festival di arti performative irrinunciabili della capitale britannica. Da un paio di anni ha cambiato il nome in MimeLondon e per fortuna, solo quello. La rassegna 2025 cominciata la scorsa settimana vanta in programma un gradito ritorno tutto italiano. Parliamo e ne abbiamo parlato proprio con la compagnia di danza Dewey Dell che quest’anno presenta il suo famoso The Rite of Spring (vincitore del premio Danza &  Danza 2023 come produzione italiana). Come nasce la compagnia Dewey Dell? “Dewey Dell è nata nel 2006 da alcuni ragazzi con avevano il desiderio di creare qualcosa insieme. All’inizio quello che era una forma di passatempo per sfuggire alla noia di una città di provincia, con il tempo è diventato sempre più “serio” fino a diventare, in età adulta, la nostra professione. La compagnia è formata da Agata Castellucci, Teodora Castellucci, Vito Matera e dal musicista Demetrio Castellucci. Sin dall’inizio, Dewey Dell ha svolto un lavoro molto attento su diversi aspetti nella performance. Non solo sulla fisicità, ma anche sull’espressione corporea e sulla creazione di esperienze immersive per il pubblico, spesso caratterizzate da una forte componente musicale. La danza si intreccia spesso con altri linguaggi espressivi da far sfuggire a volte il senso profondo della parola “danza”. Per noi il movimento è ovunque”. La vostra compagnia ha un nome particolare, potete dirci i motivi della scelta di chiamarvi Dewey Dell? “La compagnia prende il suo nome da uno dei personaggi del romanzo “Mentre orivo" di William Faulkner. Si tratta di una ragazzina di poche parole che si esprime soprattutto attraverso lo sguardo. Per noi il teatro è soprattutto uno scambio di sguardi, quello del pubblico e quello del “mondo” creato sulla scena verso il fuori, verso la realtà”. Tornando al presente, non nuovi al palco del Mime di Londra, che ricordo avete delle vostre partecipazioni precedenti? “La compagnia ha lavorato con Mime Festival sin dal 2017, con la rappresentazione al Barbican Pit del lavoro “Marzo”. Successivamente nel 2022 con la proiezione del corto “They Rise and They Fall”. Entrambe le esperienze sono state molto importanti seppur completamente diverse (“They Rise and They Fall” fu commissionato a distanza durante il periodo covid). Il dialogo con i direttori del Festival Helen Lannaghan e Joseph Seelig infatti è sempre stato aperto e di ampie vedute, le loro proposte ci hanno sempre entusiasmato. E’ proprio grazie a loro che oggi possiamo portare sul palco della Purcell Room del Southbank Centre la nostra ultima creazione “The Rite of Spring”. L’opera di Igor Fëdorovič Stravinskij che Pina Bausch già nel’75 concepì con una coreografia senza orpelli, volta ad ed evidenziare con una certa forza espressiva la drammaticità della storia. Uno spettacolo che ha calcato le scene londinesi anche nei primi anni 2000. Pensate che il pubblico del Mime sarà portato al confrontare la vostra coreografia con il lavoro della ballerina e coreografa tedesca? “Durante la creazione di questo lavoro abbiamo evitato di guardare altre interpretazioni di questa opera. Volevamo dare spazio alla musica e alle immagini che essa faceva fiorire nella nostra mente durante l’ascolto. Ne è nata una storia ambientata in un mondo microscopico naturale, dove la morte e la vita si intrecciano continuamente. Abbiamo riscoperto dunque, con sorpresa, quanto la musica stessa portasse da sola la narrazione originale, quella del sacrificio: della vita che muore per donare altra vita. Una dinamica che in natura si incontra spesso. Non abbiamo adattato o modificato nulla del lavoro per il pubblico inglese”. La danza contemporanea rispecchia la società: secondo voi è vera questa affermazione? In particolare, oggi giorno si parla tanto dell’utilizzo dell’AI (Artificial Intelligence). Secondo voi può rappresentare una risorsa o una minaccia per le arti performative? “In generale per noi il teatro e lo spettacolo dal vivo sono profondamente legati alla vita, alla sua contingenza e alla sua - possibile - inesistenza. Questo era molto chiaro durante il periodo covid; se la vita si ferma anche il teatro necessariamente si ferma. Per noi la tecnologia AI fallisce nella creazione di un lavoro artistico, dunque non rappresenta alcuna minaccia. Le fondamenta di una spinta artistica di qualsiasi genere dovrebbero provenire da un vissuto profondo, non da radici posticce o improvvisate. Il lavoro non si erge su una necessità effimera o da una idea trovata tramite AI, per tenere in piedi una idea nel campo dello spettacolo dal vivo ci vuole l’umano e la sua unica capacità di costruire storie stratificate tra i visibile e l’immaginato”. Se poteste descrivere il vostro The Rite of Spring con solo 3 aggettivi quali sarebbero? “Tellurico: la potenza del ritmo della musica di Stravinsky sembra smuovere la terra. Metamorfico, perché tutto è sempre in costante evoluzione e il terzo aggettivo è Sfrenato. La nostra pièce contiene delle scariche elettriche di energia e potenza sia musicale che fisica”. Prossima tappa? "The Rite of Spring parteciperà al Meetyou Festival di Valladolid (Spagna) il prossimo 8 marzo (Deweydell). Oltre allo spettacolo sold out al MimeLondon, la compagnia è impegnata nella produzione di un lavoro profondamente ispirato al “Dido & Aeneas” di Henry Purcell (storia tratta dal Libro IV dell’Eneide di Virgilio) e che dovrebbe debuttare nel 2026." ... Continua a leggere su
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Cultura e intrattenimento: l’evoluzione dei consumi culturali tra i giovani. Dalla carta agli ebook: come BookTok e i social media influenzano le abitudini di lettura delle nuove generazioni
La lettura tra i giovani: una passione che evolve ma non scompare.
La lettura tra i giovani: una passione che evolve ma non scompare. Nonostante l’avanzata della tecnologia e la crescente diffusione degli ebook, i giovani continuano ad amare i libri di carta. Questo fenomeno dimostra che la lettura non solo resiste, ma si trasforma, adattandosi ai nuovi mezzi e linguaggi digitali. Le community virtuali, come BookTok su TikTok, stanno giocando un ruolo cruciale…
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fotobloggers · 1 month ago
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Fotografia analogica, digitale e IA: possono convivere?
Dall’analogico al digitale fino all’intelligenza artificiale, ogni mezzo ha portato nuovi strumenti, linguaggi e possibilità espressive.
La fotografia è un linguaggio in continua evoluzione. Dall’analogico al digitale fino all’intelligenza artificiale, ogni mezzo ha portato nuovi strumenti, linguaggi e possibilità espressive. Ma perché scegliere un solo approccio quando si possono mescolare i tre mondi, dando vita a opere uniche e irripetibili? La bellezza della fusione. L’idea di combinare fotografia analogica, digitale e…
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thejackind · 2 months ago
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Nasce a Grotte un polo culturale dedicato alla promozione dell'arte e della cultura.
Vi invitiamo a partecipare alla conferenza stampa di presentazione del progetto
CASA D’ARTE PINA MAZZARA
Luogo di Incontri per L’arte e la Cultura APS
Avremo il piacere di presentare le nostre attività e di rispondere alle vostre domande.
La CASA D’ARTE PINA MAZZARA è intitolata alla celebre artista locale, originaria di Santo Stefano di Camastra; ha studiato a Palermo; «a Grotte [per amore] si è creata l’oasi prediletta per le sue spirituali evasioni» (Renzo Collura). Dal 1955, l’artista partecipa alla 1a Mostra di Arte Premio Alcide de Gasperi con Renato Guttuso, e dal 1959, quando diviene insegnante di Educazione Artistica, giunge ai giorni nostri segnando la propria carriera con mostre nazionali e internazionali; ancora oggi è amata e seguita pittrice e insegnante in pensione.
La Casa D’Arte si pone l’obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale della pittrice quanto del territorio, promuovendo creatività e innovazione:
►‌ Organizzeremo mostre personali e collettive, dedicate ad artisti locali, nazionali e internazionali; presentazioni di libri, film, poesia; incontri e ritiri con l’artista con l’obiettivo di far conoscere nuove tendenze e linguaggi artistici, e consentire di specializzarsi nei nuovi linguaggi richiesti da ogni ambiente del mercato audio-visivo.
►‌ Promuoveremo una serie di iniziative culturali, come laboratori didattici e artigianali, conferenze e ricerche della memoria famigliare collettiva favorendo, in questo modo, il coinvolgimento attivo della comunità e il magico incontro tra artisti e pubblico.
►‌ Collaboreremo con le istituzioni locali e le realtà culturali del territorio per valorizzare il patrimonio artistico e architettonico di Grotte, promuovendo itinerari turistici, progetti di arte pubblica, simposi per consolidare la realtà enogastronomica.
Un trait d’union dei progetti della “Casa Mazzara” sono le nostre trinacrie peculiarità: happening, performance, simposi.
Per informazioni:
Instagram: @casadartepinamazzara.
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fashionbooksmilano · 1 year ago
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Rituali Olivo Barbieri
Art& Arti Grafiche Friulane , Udine 1997, 72 pagine, 41 fotografie a colori, 19x24cm, ISBN 88-86550-30-8
euro 35,00
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Catalogo di mostra, Reggio Emilia, sale espositive dei Chiostri di San Domenico, 1-30 marzo 1997. Con 41 fotografie a colori di Olivo Barbieri. Il viaggio a colori del maestro emiliano nelle comunita' ghanesi e nigeriane in Emilia Romagna.
Alcuni momenti fondamentali della socialità e della religiosità di questi uomini, donne, bambini che da poco vivono nel nostro paese sono osservati dal fotografo da vicino e studiati all'interno di un linguaggio che non è quello del reportage sociale classico. La novità del lavoro di Barbieri sta proprio nel fatto che egli organizza le figure umane dentro l'ambiente secondo modalità narrative che tengono conto delle colorate finzioni linguistiche del cinema e della televisione. E' proprio la nascente società multietnica a sollecitare la ricerca fotografica e a far nascere linguaggi nuovi attenti allo svolgersi della vita.
29/12/23
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tempi-dispari · 2 months ago
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È Elio e le Storie Tese: il Frank Zappa italiano?
Frank Zappa un mito della musica, Elio e le storie tese, una band che crea musica demenziale. Perché questa differenza? Eppure i due hanno molto, moltissimo in comune. Tuttavia l’Elio nazionale è troppo spesso relegato al ruolo di giullare. Dal mio punto di vista è un errore. Zappa è sempre stato visto come un dissacratore, un elemento di rottura verso il mercato musicale. Una scelta che non gli ha impedito di diventare una vera propria star. Elio e le storie tese non sono da meno. Il problema sta forse nella percezione che si ha dei due gruppi. O, probabilmente, nel fatto che i testi di Zappa non vengono colti perché in inglese risultando più ‘intellettuali’. D’altra parte quelli di EELST, essendo in italiano, sono immediatamente fruibili anche se ciò che rimane impresso è l’aspetto più superficiale. Da tenere bene in considerazione, poi, un altro aspetto. La preparazione dei musicisti. Zappa era un maestro non solo della chitarra ma della composizione. Elio, sul secondo aspetto, non essendo un chitarrista, non è da meno. Quindi resta la domanda: perché non è considerato allo stesso modo di Zappa?
Entrambe sono accomunati da una incredibile capacità di mescolare generi, linguaggi e ironia in maniera dissacrante e geniale. Ma cosa rende davvero questo confronto pertinente?
Questa l’ide di Elio:
‘Quel che è certo è che non ho mai detto che siamo discepoli di Zappa, come si legge da qualche parte. Di espressamente zappiano nel nostro repertorio non c’è molto se non, volendo, lo spirito: certe robe complicate che facevamo all’inizio, con storie che non avevano senso come Cateto o Piattaforma. Di Zappa ho casomai cercato di fare mie alcune lezioni, la principale delle quali potrebbe essere sintetizzata in un principio: il massimo impegno per fare delle cose inutili”.
Un eclettismo musicale senza confini
Frank Zappa è noto per la sua abilità nel fondere rock, jazz, blues, classica e avanguardia, creando opere dal sapore unico e spesso spiazzante. Allo stesso modo, Elio e le Storie Tese (EELST) hanno costruito una carriera decennale mescolando pop, prog, funky, e perfino sigle televisive, senza mai perdere la loro vena ironica e surreale. Basti pensare a brani come La terra dei cachi, che passa con disinvoltura da melodie pop orecchiabili a virtuosismi strumentali degni dei migliori musicisti prog.
Zappa e Elio condividono anche un’attitudine sperimentale che li ha portati a non avere mai paura di osare. Se Zappa poteva passare da un’orchestra sinfonica a una band di rock psichedelico, EELST hanno saputo esplorare territori musicali sempre nuovi, dal rock di Servi della gleba al jazz swing inframezzato al prog di Il vitello dai piedi di balsa.
Ironia e satira: l’arte del dissacrante
Un altro elemento fondamentale che li accomuna è la satira pungente e l’ironia dissacrante. Zappa, attraverso testi spesso grotteschi e provocatori, ha messo alla berlina il sistema americano, il perbenismo e i cliché della società. Elio e le Storie Tese hanno fatto lo stesso in Italia, affrontando temi come il conformismo, la politica e le ipocrisie della cultura popolare.
Brani come Parco Sempione e Complesso del primo maggio sono esempi lampanti di come EELST abbiano saputo usare la musica per riflettere, sempre con il sorriso sulle labbra, su problematiche sociali e culturali. Anche l’utilizzo del dialetto e di giochi di parole è un elemento che li avvicina a Zappa, noto per i suoi testi pieni di riferimenti criptici e doppi sensi.
Il rapporto con il pubblico: tra culto e nicchia
Sia Zappa che EELST hanno sempre goduto di una fama particolare: da un lato, artisti di culto per un pubblico appassionato e fedele; dall’altro, figure difficili da incasellare nei circuiti mainstream. Nonostante il successo commerciale di alcuni brani, come La terra dei cachi al Festival di Sanremo del 1996, EELST sono rimasti fedeli a un’attitudine “indipendente”, molto simile a quella di Zappa, che non ha mai cercato il compromesso con il mercato discografico.
L’importanza dei musicisti: tecnica e virtuosismo
Un’altra analogia significativa riguarda la qualità tecnica dei musicisti. Zappa ha sempre lavorato con artisti di altissimo livello, richiedendo loro una precisione e una versatilità eccezionali. Allo stesso modo, Elio e le Storie Tese sono composti da musicisti straordinari, come Rocco Tanica alle tastiere e Faso al basso, capaci di eseguire brani complessi e pieni di cambi di tempo, di stile e di atmosfera.
Quindi esiste un’eredità condivisa
In definitiva, definire Elio e le Storie Tese come i “Frank Zappa italiani” non è solo una questione di provocazione, ma un riconoscimento di come entrambe le realtà abbiano saputo trasformare la musica in qualcosa di più di un semplice intrattenimento. Hanno creato un mondo sonoro unico, dove l’intelligenza e l’ironia convivono con la tecnica e la creatività più sfrenata.
Se Zappa ha lasciato un segno indelebile nella cultura musicale americana e mondiale, Elio e le Storie Tese hanno fatto lo stesso in Italia, dimostrando che anche la musica “leggera” può essere profonda, intelligente e soprattutto libera.
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programmatoreweb · 3 months ago
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Benvenuti! Nel panorama in continua evoluzione dello sviluppo web, l’adozione di architetture moderne come i microservizi e l’architettura serverless è diventata essenziale per costruire applicazioni scalabili, flessibili e resilienti. Questi approcci innovativi permettono alle aziende di gestire grandi volumi di traffico, adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato e offrire un’esperienza utente senza interruzioni. In questo articolo approfondiremo questi concetti, esplorando i loro benefici, le sfide associate e come implementarli efficacemente nei vostri progetti. Sommario Cos’è un Microservizio? Cosa Significa Serverless? Microservizi vs Serverless: Quale Scegliere? Casi di Successo Netflix Coca-Cola Airbnb Conclusione Approfondimenti e Risorse Utili Cos’è un Microservizio? Rappresentazione di un'architettura a microservizi con moduli separati che interagiscono tramite API. I microservizi sono un’architettura che suddivide un’applicazione in una serie di servizi piccoli, indipendenti e focalizzati su singole funzionalità. Ogni microservizio comunica con gli altri attraverso API ben definite, spesso utilizzando protocolli leggeri come HTTP/REST o gRPC. Caratteristiche chiave: Indipendenza: ogni servizio può essere sviluppato, distribuito e scalato in modo indipendente. Specializzazione: ogni microservizio è responsabile di un singolo compito o funzionalità. Decentralizzazione: promuovono l’autonomia dei team, consentendo loro di scegliere le tecnologie più adatte. Benefici dei Microservizi Scalabilità Granulare: permette di scalare solo i servizi che ne hanno effettivamente bisogno, ottimizzando le risorse. Flessibilità Tecnologica: consente l’utilizzo di diversi linguaggi di programmazione e stack tecnologici per servizi diversi. Ciclo di Sviluppo Accelerato: team più piccoli e focalizzati possono sviluppare e distribuire nuove funzionalità più rapidamente. Resilienza: un guasto in un microservizio non necessariamente compromette l’intera applicazione. Sfide dei Microservizi Complessità Operativa: la gestione di molti servizi indipendenti aumenta la complessità dell’infrastruttura. Gestione dei Dati: la consistenza dei dati può diventare una sfida quando i microservizi hanno database separati. Monitoraggio e Logging: è fondamentale implementare strumenti avanzati per tracciare le interazioni tra servizi. Sicurezza: l’aumento dei punti di interazione può esporre l’applicazione a nuovi vettori di attacco. Best Practice per l’Implementazione dei Microservizi API Gateway: utilizzo di un gateway per gestire le richieste in entrata e semplificare la comunicazione tra servizi. Containerizzazione: impiego di Docker e Kubernetes per facilitare il deployment e la scalabilità. Automazione CI/CD: implementazione di pipeline di integrazione e distribuzione continua per accelerare il rilascio di nuove funzionalità. Observability: adozione di strumenti per il monitoraggio, il logging e il tracing distribuito. Cosa Significa Serverless? Rappresentazione dell'architettura serverless, con funzioni che emergono dalla nuvola e operano senza gestione server tradizionale. L’architettura serverless consente agli sviluppatori di eseguire codice senza dover gestire l’infrastruttura sottostante. I provider cloud come AWS Lambda, Azure Functions e Google Cloud Functions si occupano dell’esecuzione, scalabilità e gestione dei server. Caratteristiche chiave: Event-Driven: il codice viene eseguito in risposta a eventi specifici. Scalabilità Automatica: il provider gestisce automaticamente la scalabilità in base al carico. Billing Basato sull’Utilizzo: si paga solo per il tempo effettivo di esecuzione del codice. Benefici dell’Architettura Serverless Riduzione dei Costi Operativi: elimina la necessità di investimenti in hardware e manutenzione dei server. Time-to-Market Rapido: permette di concentrarsi sullo sviluppo del codice senza preoccuparsi dell’infrastruttura.
Scalabilità Illimitata: gestisce automaticamente picchi di traffico senza intervento manuale. Manutenzione Ridotta: aggiornamenti e patching dell’infrastruttura sono gestiti dal provider. Sfide dell’Architettura Serverless Cold Start: ritardo iniziale nell’esecuzione delle funzioni inattive che può influenzare le prestazioni. Debugging Limitato: strumenti di debugging meno maturi rispetto alle applicazioni tradizionali. Limitazioni di Runtime: restrizioni su tempo di esecuzione, memoria e dimensione del pacchetto di deployment. Gestione dello Stato: le funzioni sono stateless, il che richiede soluzioni esterne per la gestione dello stato. Best Practice per l’Implementazione Serverless Ottimizzazione delle Funzioni: ridurre al minimo le dipendenze e ottimizzare il codice per migliorare i tempi di cold start. Architettura Event-Driven: progettare l’applicazione intorno a eventi per sfruttare appieno il modello serverless. Utilizzo di Strumenti di Monitoring: implementare strumenti come AWS CloudWatch o Azure Monitor per tracciare le performance. Gestione della Sicurezza: applicare principi di least privilege e utilizzare servizi gestiti per l’autenticazione e l’autorizzazione. Microservizi vs Serverless: Quale Scegliere? Un'illustrazione che mette a confronto la modularità e il controllo dei microservizi con la flessibilità e la scalabilità dell'architettura serverless. Criteri di Valutazione Dimensione e Complessità del Progetto: applicazioni complesse possono beneficiare della modularità dei microservizi, mentre progetti più piccoli possono essere più adatti al serverless. Team e Risorse: la gestione dei microservizi richiede competenze specializzate e team dedicati, mentre il serverless può essere gestito con risorse più limitate. Requisiti di Performance: se la latenza è critica, i microservizi potrebbero offrire maggiore controllo sulle performance. Budget e Costi Operativi: il serverless può ridurre i costi iniziali, ma i microservizi possono essere più economici a lungo termine per carichi costanti. Scenari di Applicazione Microservizi: Applicazioni enterprise con esigenze di integrazione complesse. Sistemi che richiedono elaborazione in tempo reale e bassa latenza. Progetti che necessitano di un elevato grado di personalizzazione e controllo. Serverless: Applicazioni con carichi di lavoro imprevedibili o intermittenti. Prototipazione rapida e MVP (Minimum Viable Product). Funzionalità isolate come elaborazione di immagini, notifiche o task schedulati. Combinare Microservizi e Serverless Molte organizzazioni stanno adottando un approccio ibrido, utilizzando microservizi per le componenti core dell’applicazione e funzioni serverless per task specifici. Questo consente di sfruttare i benefici di entrambi gli approcci, bilanciando controllo e agilità. Esempi di integrazione: Utilizzare funzioni serverless come trigger o processori di eventi per microservizi. Implementare microservizi che orchestrano l’esecuzione di funzioni serverless. Sfruttare servizi gestiti come database serverless all’interno di un’architettura a microservizi. Casi di Successo Tre esempi di successo dell'uso di microservizi e serverless: Netflix per lo streaming, Coca-Cola per le campagne promozionali e Airbnb per la gestione delle operazioni. Netflix Netflix ha rivoluzionato il settore dello streaming adottando un’architettura a microservizi. Gestendo miliardi di richieste al giorno, ha migliorato la scalabilità e la resilienza, permettendo un’esperienza utente fluida anche durante picchi di traffico. Strategie adottate: Decentralizzazione dei servizi per migliorare la resilienza. Utilizzo di strumenti come Hystrix per la tolleranza ai guasti. Implementazione di pipeline CI/CD per un rilascio continuo. Coca-Cola Coca-Cola ha utilizzato l’architettura serverless su AWS per gestire le campagne promozionali. Questo
ha permesso di ridurre i costi operativi e aumentare l’efficienza, eliminando la necessità di gestire l’infrastruttura durante periodi di basso utilizzo. Benefici ottenuti: Scalabilità automatica durante le campagne ad alto traffico. Riduzione del time-to-market per nuove iniziative. Miglioramento della flessibilità operativa. Airbnb Airbnb ha combinato microservizi e serverless per ottimizzare le operazioni interne. Utilizzando funzioni serverless per task come l’elaborazione di immagini e microservizi per la gestione delle prenotazioni, ha migliorato l’efficienza e l’esperienza utente. Approccio integrato: Utilizzo di funzioni serverless per task intensivi ma isolati. Adozione di microservizi per componenti critiche con requisiti di alta disponibilità. Implementazione di strumenti di monitoring avanzati per gestire l’infrastruttura ibrida. Conclusione La scelta tra microservizi e architettura serverless dipende da molteplici fattori, tra cui le esigenze specifiche del progetto, le risorse disponibili e gli obiettivi a lungo termine. Microservizi: offrono controllo e flessibilità per applicazioni complesse ma richiedono una gestione più intensiva. Serverless: permettono rapidità e scalabilità automatica con una minore manutenzione, ideali per carichi variabili e sviluppi rapidi. Raccomandazioni Finali Analisi Preliminare: valutare attentamente i requisiti funzionali e non funzionali prima di scegliere l’architettura. Formazione del Team: investire nella formazione per garantire che il team sia preparato ad affrontare le sfide tecniche. Prototipazione: iniziare con un piccolo progetto pilota per testare l’approccio scelto. Adattabilità: essere pronti ad adattare l’architettura in base al feedback e all’evoluzione delle esigenze. Ricordate, non esiste una soluzione unica che vada bene per tutti. L’importante è scegliere l’approccio che meglio si allinea con gli obiettivi del vostro progetto e che offra il massimo valore ai vostri utenti. Continuate a esplorare, imparare e innovare nel mondo affascinante dello sviluppo web moderno. Approfondimenti e Risorse Utili Per approfondire ulteriormente i concetti di microservizi e architettura serverless, ecco una selezione di risorse autorevoli che possono esservi utili: Martin Fowler - Microservices: un'analisi dettagliata dei principi dei microservizi da parte di uno dei maggiori esperti nel campo dello sviluppo software. Link: martinfowler.com/articles/microservices.html AWS - Microservizi: la guida ufficiale di Amazon Web Services sui microservizi, con best practice e casi d'uso. Link: aws.amazon.com/it/microservices/ Azure - Serverless Computing: documentazione ufficiale di Microsoft Azure sulle architetture serverless e su come implementarle. Link: azure.microsoft.com/it-it/solutions/serverless/ Google Cloud - Serverless Computing: una panoramica dell'offerta serverless di Google Cloud, con dettagli sulle tecnologie e i servizi disponibili. Link: cloud.google.com/serverless/ The Twelve-Factor App: una metodologia per lo sviluppo di applicazioni SaaS che sfruttano al massimo i benefici del cloud, applicabile sia ai microservizi che alle architetture serverless. Link: 12factor.net/it/ InfoQ - Microservices Patterns and Best Practices: una raccolta di articoli e interviste che esplorano i pattern comuni e le migliori pratiche nell'uso dei microservizi. Link: Microservices - InfoQ Serverless Stack: una guida open-source per costruire applicazioni serverless interamente sulla piattaforma AWS. Link: serverless-stack.com Netflix Tech Blog: approfondimenti tecnici dal team di Netflix sull'implementazione dei microservizi e sulle sfide affrontate. Link: netflixtechblog.com
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sardies · 5 months ago
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Cala il sipario sul festival Abbàida!
Lorusso e Scavio Sassari. Luoghi comuni, stereotipi da scardinare, nuovi linguaggi, trasformazioni digitali. Quale direzione ha preso il cinema oggi? Per quattro giornate il festival Abbàida! ha provato a porsi delle domande sul ruolo della settima arte, attraverso gli occhi di giovani e intraprendenti registi, attori di lungo corso e operatori del settore che hanno condiviso con un pubblico…
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