#Nuovi linguaggi
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queerographies · 4 months ago
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[Quanti generi di diversità?][Irene Biemmi]
"Quanti generi di diversità?" di Irene Biemmi affronta le discriminazioni legate all'orientamento sessuale e all'identità di genere. L'opera interdisciplinare offre nuovi approcci per contrastare l'omofobia e la transfobia.
Combattere l’omofobia e la transfobia: strumenti e strategie per una società più inclusiva Titolo: Quanti generi di diversità? Promuovere nuovi linguaggi, rappresentazioni e saperi per educare alle differenze e prevenire l’omofobia e la transfobiaScritto da: Irene BiemmiEdito da: Firenze University PressAnno: 2024Pagine: 140ISBN: 9791221503616 La sinossi di Quanti generi di diversità? di Irene…
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canesenzafissadimora · 6 days ago
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Due persone, quando si innamorano e si frequentano e convivono e si amano, creano un idioma che appartiene soltanto a loro. Quell'idioma privato, pieno di neologismi, inflessioni, campi semantici e sottintesi, ha solamente due parlanti. Comincia a morire quando si separano. Muore del tutto quando i due incontrano nuovi partner, inventano nuovi linguaggi, superano il lutto che sopravvive a ogni morte.
Sono milioni, le lingue morte.
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fashionbooksmilano · 7 months ago
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Neomosaico
Mendini for Bisazza
a cura di Raffaella Poletti
Electa / Bisazza, Milano 1998, 164 pagine, 19,5x26,5cm, Edizione bilingue italiano/inglese, ISBN 978-8843567539
euro 30,00
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Nuovissima e arcaica, l'arte del mosaico corrisponde perfettamente all'immaginario mendiniano. Sedimentazione geologica, cristallizzazione, stadio estremo dell'evoluzione di quell'arte tessile e del ricamo che è all'origine dell'ornamento, avvolge spazi e oggetti, duttile, coniugando tessitura e figura. L'Atelier Mendini ha assunto la direzione artistica di Bisazza, (l'azienda che del mosaico ha segnato la rinascita) nel 1994. Il rapporto ha prodotto esiti rilevanti, nel segno della definizione comune di nuovi linguaggi artistici legati all'utilizzo del mosaico.
09/06/24
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vedo-nudo · 2 months ago
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L'orgasmo di una donna è un castello da studiare, una torre da scolpire.
È un'opera di raffinata modellazione, come la costruzione di un complesso vaso di porcellana.
Essa richiede l'intervento di un mago in grado di combinare il fuoco 🔥 con il cristallo 🔮, la pietra con l'acqua, la terra con le stelle.
L'orgasmo di una donna è un dedalo di prove ,trabocchetti e premi, un banchetto preparato in una settimana, un rebus per estimatori.
Refrattario alla fretta e alla noncuranza, esso si nutre di cura e di attenzione, di respiri e dei ritmi delle onde, dei cerchi concentrici che formano l'universo e lo percorrono in eterno.
Opera alchemica che non può farsi strada in presenza di distacco o distrazione, lievita di fronte all'amore, alla dedizione, alla consegna integrale di sé.
L'orgasmo di una donna è l'abbandono della terra ferma per un mare di fiducia. È un albero da coltivare e nutrire.
È lasciare entrare, accogliere il mare nel porto, abbattere le dogane e mescolarsi con l'ignoto.
L'orgasmo di una donna è bassa marea e alta marea, architettura composita ,supernova che esplode lasciando luce ovunque.
È costruire una torre di Babele di nuovi linguaggi ad ogni unione, che precipita ogni volta che raggiunge il suo apice, non per difetto, ma per conservare in sé il mistero sacro di chi è riuscito.
-Sonia Serravalli-
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bicheco · 1 year ago
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Ma perché tu fai ridè? Cosa dovremmo dire di te che vorresti far ridere ad ogni piè sospinto e non ci riesci mai? Che i tuoi altri riferimenti artistici hanno fallito? Che c'hai provato e ci provi e nonostante tutto non ti arrendi? Che messaggio vuoi che passi quando ti si legge? Perché dovete gettare discredito su cose che non capite?
Ask piuttosto articolata, scritta di getto e con una certa rabbia. Provo a rispondere punto per punto.
1 Io dovrei o vorrei far ridere RISPETTO a chi? Non è molto chiaro. Detto ciò, ogni tanto ci provo a fare dei post spiritosi, qualche volta mi riescono altre volte no.
2 Non siete tenuti a dire niente di me. Potete trascurarmi tranquillamente. E comunque voi chi? I miei follower? Lasciatemi cuocere nel mio brodo. Sul fatto che io non faccia ridere mai, pazienza. L'importante è non far piangere.
3 Qui la sintassi è andata a prendersi un caffè. Provo a interpretare. I miei riferimenti artistici sono tutti di alta qualità e sicuramente loro non hanno fallito.
4 Questa si collega alla domanda scombinata di prima. Rispondo in questo modo: mai arrendersi! 💪
5 Non lancio messaggi. Scrivo sempre quello che mi gira per la testa senza pormi alcun obiettivo morale, artistico, sociale o politico. Semplicemente mi sfogo.
6 Qui penso che tu prenda a riferimento me in quanto incarnazione del vecchio boomer che non capisce un cazzo dei nuovi linguaggi giovanili e quindi pontifica. Che dire: sono le mie opinioni, grazie a Dio in questo paese esiste ancora - Meloni permettendo - la libertà di pensiero, fammela esercitare, non faccio male a nessuno. Tu non sei d'accordo: amen. Passa avanti.👍
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thejackind · 19 hours ago
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Nasce a Grotte un polo culturale dedicato alla promozione dell'arte e della cultura.
Vi invitiamo a partecipare alla conferenza stampa di presentazione del progetto
CASA D’ARTE PINA MAZZARA
Luogo di Incontri per L’arte e la Cultura APS
Avremo il piacere di presentare le nostre attività e di rispondere alle vostre domande.
La CASA D’ARTE PINA MAZZARA è intitolata alla celebre artista locale, originaria di Santo Stefano di Camastra; ha studiato a Palermo; «a Grotte [per amore] si è creata l’oasi prediletta per le sue spirituali evasioni» (Renzo Collura). Dal 1955, l’artista partecipa alla 1a Mostra di Arte Premio Alcide de Gasperi con Renato Guttuso, e dal 1959, quando diviene insegnante di Educazione Artistica, giunge ai giorni nostri segnando la propria carriera con mostre nazionali e internazionali; ancora oggi è amata e seguita pittrice e insegnante in pensione.
La Casa D’Arte si pone l’obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale della pittrice quanto del territorio, promuovendo creatività e innovazione:
►‌ Organizzeremo mostre personali e collettive, dedicate ad artisti locali, nazionali e internazionali; presentazioni di libri, film, poesia; incontri e ritiri con l’artista con l’obiettivo di far conoscere nuove tendenze e linguaggi artistici, e consentire di specializzarsi nei nuovi linguaggi richiesti da ogni ambiente del mercato audio-visivo.
►‌ Promuoveremo una serie di iniziative culturali, come laboratori didattici e artigianali, conferenze e ricerche della memoria famigliare collettiva favorendo, in questo modo, il coinvolgimento attivo della comunità e il magico incontro tra artisti e pubblico.
►‌ Collaboreremo con le istituzioni locali e le realtà culturali del territorio per valorizzare il patrimonio artistico e architettonico di Grotte, promuovendo itinerari turistici, progetti di arte pubblica, simposi per consolidare la realtà enogastronomica.
Un trait d’union dei progetti della “Casa Mazzara” sono le nostre trinacrie peculiarità: happening, performance, simposi.
Per informazioni:
Instagram: @casadartepinamazzara.
instagram
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londranotizie24 · 14 days ago
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tempi-dispari · 19 days ago
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È Elio e le Storie Tese: il Frank Zappa italiano?
Frank Zappa un mito della musica, Elio e le storie tese, una band che crea musica demenziale. Perché questa differenza? Eppure i due hanno molto, moltissimo in comune. Tuttavia l’Elio nazionale è troppo spesso relegato al ruolo di giullare. Dal mio punto di vista è un errore. Zappa è sempre stato visto come un dissacratore, un elemento di rottura verso il mercato musicale. Una scelta che non gli ha impedito di diventare una vera propria star. Elio e le storie tese non sono da meno. Il problema sta forse nella percezione che si ha dei due gruppi. O, probabilmente, nel fatto che i testi di Zappa non vengono colti perché in inglese risultando più ‘intellettuali’. D’altra parte quelli di EELST, essendo in italiano, sono immediatamente fruibili anche se ciò che rimane impresso è l’aspetto più superficiale. Da tenere bene in considerazione, poi, un altro aspetto. La preparazione dei musicisti. Zappa era un maestro non solo della chitarra ma della composizione. Elio, sul secondo aspetto, non essendo un chitarrista, non è da meno. Quindi resta la domanda: perché non è considerato allo stesso modo di Zappa?
Entrambe sono accomunati da una incredibile capacità di mescolare generi, linguaggi e ironia in maniera dissacrante e geniale. Ma cosa rende davvero questo confronto pertinente?
Questa l’ide di Elio:
‘Quel che è certo è che non ho mai detto che siamo discepoli di Zappa, come si legge da qualche parte. Di espressamente zappiano nel nostro repertorio non c’è molto se non, volendo, lo spirito: certe robe complicate che facevamo all’inizio, con storie che non avevano senso come Cateto o Piattaforma. Di Zappa ho casomai cercato di fare mie alcune lezioni, la principale delle quali potrebbe essere sintetizzata in un principio: il massimo impegno per fare delle cose inutili”.
Un eclettismo musicale senza confini
Frank Zappa è noto per la sua abilità nel fondere rock, jazz, blues, classica e avanguardia, creando opere dal sapore unico e spesso spiazzante. Allo stesso modo, Elio e le Storie Tese (EELST) hanno costruito una carriera decennale mescolando pop, prog, funky, e perfino sigle televisive, senza mai perdere la loro vena ironica e surreale. Basti pensare a brani come La terra dei cachi, che passa con disinvoltura da melodie pop orecchiabili a virtuosismi strumentali degni dei migliori musicisti prog.
Zappa e Elio condividono anche un’attitudine sperimentale che li ha portati a non avere mai paura di osare. Se Zappa poteva passare da un’orchestra sinfonica a una band di rock psichedelico, EELST hanno saputo esplorare territori musicali sempre nuovi, dal rock di Servi della gleba al jazz swing inframezzato al prog di Il vitello dai piedi di balsa.
Ironia e satira: l’arte del dissacrante
Un altro elemento fondamentale che li accomuna è la satira pungente e l’ironia dissacrante. Zappa, attraverso testi spesso grotteschi e provocatori, ha messo alla berlina il sistema americano, il perbenismo e i cliché della società. Elio e le Storie Tese hanno fatto lo stesso in Italia, affrontando temi come il conformismo, la politica e le ipocrisie della cultura popolare.
Brani come Parco Sempione e Complesso del primo maggio sono esempi lampanti di come EELST abbiano saputo usare la musica per riflettere, sempre con il sorriso sulle labbra, su problematiche sociali e culturali. Anche l’utilizzo del dialetto e di giochi di parole è un elemento che li avvicina a Zappa, noto per i suoi testi pieni di riferimenti criptici e doppi sensi.
Il rapporto con il pubblico: tra culto e nicchia
Sia Zappa che EELST hanno sempre goduto di una fama particolare: da un lato, artisti di culto per un pubblico appassionato e fedele; dall’altro, figure difficili da incasellare nei circuiti mainstream. Nonostante il successo commerciale di alcuni brani, come La terra dei cachi al Festival di Sanremo del 1996, EELST sono rimasti fedeli a un’attitudine “indipendente”, molto simile a quella di Zappa, che non ha mai cercato il compromesso con il mercato discografico.
L’importanza dei musicisti: tecnica e virtuosismo
Un’altra analogia significativa riguarda la qualità tecnica dei musicisti. Zappa ha sempre lavorato con artisti di altissimo livello, richiedendo loro una precisione e una versatilità eccezionali. Allo stesso modo, Elio e le Storie Tese sono composti da musicisti straordinari, come Rocco Tanica alle tastiere e Faso al basso, capaci di eseguire brani complessi e pieni di cambi di tempo, di stile e di atmosfera.
Quindi esiste un’eredità condivisa
In definitiva, definire Elio e le Storie Tese come i “Frank Zappa italiani” non è solo una questione di provocazione, ma un riconoscimento di come entrambe le realtà abbiano saputo trasformare la musica in qualcosa di più di un semplice intrattenimento. Hanno creato un mondo sonoro unico, dove l’intelligenza e l’ironia convivono con la tecnica e la creatività più sfrenata.
Se Zappa ha lasciato un segno indelebile nella cultura musicale americana e mondiale, Elio e le Storie Tese hanno fatto lo stesso in Italia, dimostrando che anche la musica “leggera” può essere profonda, intelligente e soprattutto libera.
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carmenvicinanza · 20 days ago
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Meriem Bennani
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Artista marocchina che vive a New York, Meriem Bennani amplifica la realtà per mettere in discussione la società contemporanea e le sue identità frammentate.
Vincitrice dell’Eye Art & Film Prize 2019, rappresenta in chiave pubblica o intima, contesti sociopolitici, attraverso video, disegni, film e installazioni multimediali che utilizzano in maniera fantasiosa tecnologie digitali come l’animazione 3D, la mappatura della proiezione e la motion capture.
I suoi video sono pubblicati in serie su piattaforme web, in installazioni proiettate su superfici architettoniche ​​attraverso l’interazione con oggetti scultorei. Sebbene gran parte della sua produzione si può annoverare nella online art la sua poetica ha molto a che fare con il mondo reale, con la gioia di vivere e il desiderio di restituire un rapporto emotivo diretto con le cose.
Nata a Rabat nel 1988, si è laureata in arte alla Cooper Union di New York e specializzata all’École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs di Parigi.
Nelle sue opere, esamina le conseguenze della globalizzazione, come lo sradicamento dal mondo di provenienza, la rottura dei legami di continuità con le proprie origini e l’accesso a nuovi modelli che contribuiscono a plasmare identità culturali fragili provocando profonde crisi che si riversano molto spesso nelle tematiche di genere.
In Gradual Kingdom, presentato alla galleria SIGNAL di Londra nel 2015, attraverso l’utilizzo di video, disegno e scultura, affronta la relazione tra la sua città natale e le reti globali di scambio.
L’anno seguente, al MoMA ha presentato FLY una coreografia stratificata di proiezioni che evocavano l’occhio caleidoscopico di una mosca animata che attraversa Rabat, trasportandoci in mercati, feste, interviste con i parenti, fermandosi di tanto in tanto per cantare una versione distorta di Kiss It Better di Rihanna.
Nel 2017 ha prodotto, per la Stanley Picker Gallery della Kingston University di Londra Siham and Hafida, installazione video in cui, con linguaggi contaminati, racconta le complessità intergenerazionali delle forme culturali in evoluzione, incarnate da due popolari cantanti chikha marocchine di diverse età.
Fardaous Funjab è un reality show itinerante che ha per protagonista una stilista di hijab che crea modelli stravaganti e assurdi per esplorare il significato culturale del velo.
Nel 2020, con l’artista israeliano Orian Barki, ha creato 2 Lizards, serie di video, inizialmente diffusa a episodi su Instagram e poi presentata in spazi istituzionali come il Whitney Museum. Un racconto surreale dell’esplorazione degli spazi urbani newyorkesi durante la pandemia di COVID-19, dal punto di vista di due lucertole antropomorfizzate. Gli otto brevi video sono ora ospitati nella collezione del Museum of Modern Art e del Whitney Museum of American Art. 
For Aicha, film d’arte diretto con Orian Barki, racconta il percorso di accettazione dell’identità sessuale della protagonista e il suo rapporto con la madre. Protagonisti sono sempre umanoidi zoomorfi che interagiscono fra loro. Sciacalli, rane, salamandre, che sostituiscono completamente la presenza umana.
Oltre a saper sfruttare al meglio la commistione di medium differenti, è  un’autrice attenta a stabilire un rapporto di empatia con il suo pubblico, le sue narrazioni si muovono sfruttando vari registri emotivi, spesso creando momenti di coinvolgimento sul piano del divertimento e dello stupore.
Vicina a linguaggi come quello moda (insieme alla sorella Zahra ha fondato a Rabat il brand JNOUN), è stata tra le autrici delle Women’s Tale di Miu Miu.
For My Best Family, il suo più grande progetto, frutto di due anni di lavoro, è ospitato alla Fondazione Prada a Milano, fino a febbraio 2025.
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programmatoreweb · 23 days ago
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Benvenuti! Nel panorama in continua evoluzione dello sviluppo web, l’adozione di architetture moderne come i microservizi e l’architettura serverless è diventata essenziale per costruire applicazioni scalabili, flessibili e resilienti. Questi approcci innovativi permettono alle aziende di gestire grandi volumi di traffico, adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato e offrire un’esperienza utente senza interruzioni. In questo articolo approfondiremo questi concetti, esplorando i loro benefici, le sfide associate e come implementarli efficacemente nei vostri progetti. Sommario Cos’è un Microservizio? Cosa Significa Serverless? Microservizi vs Serverless: Quale Scegliere? Casi di Successo Netflix Coca-Cola Airbnb Conclusione Approfondimenti e Risorse Utili Cos’è un Microservizio? Rappresentazione di un'architettura a microservizi con moduli separati che interagiscono tramite API. I microservizi sono un’architettura che suddivide un’applicazione in una serie di servizi piccoli, indipendenti e focalizzati su singole funzionalità. Ogni microservizio comunica con gli altri attraverso API ben definite, spesso utilizzando protocolli leggeri come HTTP/REST o gRPC. Caratteristiche chiave: Indipendenza: ogni servizio può essere sviluppato, distribuito e scalato in modo indipendente. Specializzazione: ogni microservizio è responsabile di un singolo compito o funzionalità. Decentralizzazione: promuovono l’autonomia dei team, consentendo loro di scegliere le tecnologie più adatte. Benefici dei Microservizi Scalabilità Granulare: permette di scalare solo i servizi che ne hanno effettivamente bisogno, ottimizzando le risorse. Flessibilità Tecnologica: consente l’utilizzo di diversi linguaggi di programmazione e stack tecnologici per servizi diversi. Ciclo di Sviluppo Accelerato: team più piccoli e focalizzati possono sviluppare e distribuire nuove funzionalità più rapidamente. Resilienza: un guasto in un microservizio non necessariamente compromette l’intera applicazione. Sfide dei Microservizi Complessità Operativa: la gestione di molti servizi indipendenti aumenta la complessità dell’infrastruttura. Gestione dei Dati: la consistenza dei dati può diventare una sfida quando i microservizi hanno database separati. Monitoraggio e Logging: è fondamentale implementare strumenti avanzati per tracciare le interazioni tra servizi. Sicurezza: l’aumento dei punti di interazione può esporre l’applicazione a nuovi vettori di attacco. Best Practice per l’Implementazione dei Microservizi API Gateway: utilizzo di un gateway per gestire le richieste in entrata e semplificare la comunicazione tra servizi. Containerizzazione: impiego di Docker e Kubernetes per facilitare il deployment e la scalabilità. Automazione CI/CD: implementazione di pipeline di integrazione e distribuzione continua per accelerare il rilascio di nuove funzionalità. Observability: adozione di strumenti per il monitoraggio, il logging e il tracing distribuito. Cosa Significa Serverless? Rappresentazione dell'architettura serverless, con funzioni che emergono dalla nuvola e operano senza gestione server tradizionale. L’architettura serverless consente agli sviluppatori di eseguire codice senza dover gestire l’infrastruttura sottostante. I provider cloud come AWS Lambda, Azure Functions e Google Cloud Functions si occupano dell’esecuzione, scalabilità e gestione dei server. Caratteristiche chiave: Event-Driven: il codice viene eseguito in risposta a eventi specifici. Scalabilità Automatica: il provider gestisce automaticamente la scalabilità in base al carico. Billing Basato sull’Utilizzo: si paga solo per il tempo effettivo di esecuzione del codice. Benefici dell’Architettura Serverless Riduzione dei Costi Operativi: elimina la necessità di investimenti in hardware e manutenzione dei server. Time-to-Market Rapido: permette di concentrarsi sullo sviluppo del codice senza preoccuparsi dell’infrastruttura.
Scalabilità Illimitata: gestisce automaticamente picchi di traffico senza intervento manuale. Manutenzione Ridotta: aggiornamenti e patching dell’infrastruttura sono gestiti dal provider. Sfide dell’Architettura Serverless Cold Start: ritardo iniziale nell’esecuzione delle funzioni inattive che può influenzare le prestazioni. Debugging Limitato: strumenti di debugging meno maturi rispetto alle applicazioni tradizionali. Limitazioni di Runtime: restrizioni su tempo di esecuzione, memoria e dimensione del pacchetto di deployment. Gestione dello Stato: le funzioni sono stateless, il che richiede soluzioni esterne per la gestione dello stato. Best Practice per l’Implementazione Serverless Ottimizzazione delle Funzioni: ridurre al minimo le dipendenze e ottimizzare il codice per migliorare i tempi di cold start. Architettura Event-Driven: progettare l’applicazione intorno a eventi per sfruttare appieno il modello serverless. Utilizzo di Strumenti di Monitoring: implementare strumenti come AWS CloudWatch o Azure Monitor per tracciare le performance. Gestione della Sicurezza: applicare principi di least privilege e utilizzare servizi gestiti per l’autenticazione e l’autorizzazione. Microservizi vs Serverless: Quale Scegliere? Un'illustrazione che mette a confronto la modularità e il controllo dei microservizi con la flessibilità e la scalabilità dell'architettura serverless. Criteri di Valutazione Dimensione e Complessità del Progetto: applicazioni complesse possono beneficiare della modularità dei microservizi, mentre progetti più piccoli possono essere più adatti al serverless. Team e Risorse: la gestione dei microservizi richiede competenze specializzate e team dedicati, mentre il serverless può essere gestito con risorse più limitate. Requisiti di Performance: se la latenza è critica, i microservizi potrebbero offrire maggiore controllo sulle performance. Budget e Costi Operativi: il serverless può ridurre i costi iniziali, ma i microservizi possono essere più economici a lungo termine per carichi costanti. Scenari di Applicazione Microservizi: Applicazioni enterprise con esigenze di integrazione complesse. Sistemi che richiedono elaborazione in tempo reale e bassa latenza. Progetti che necessitano di un elevato grado di personalizzazione e controllo. Serverless: Applicazioni con carichi di lavoro imprevedibili o intermittenti. Prototipazione rapida e MVP (Minimum Viable Product). Funzionalità isolate come elaborazione di immagini, notifiche o task schedulati. Combinare Microservizi e Serverless Molte organizzazioni stanno adottando un approccio ibrido, utilizzando microservizi per le componenti core dell’applicazione e funzioni serverless per task specifici. Questo consente di sfruttare i benefici di entrambi gli approcci, bilanciando controllo e agilità. Esempi di integrazione: Utilizzare funzioni serverless come trigger o processori di eventi per microservizi. Implementare microservizi che orchestrano l’esecuzione di funzioni serverless. Sfruttare servizi gestiti come database serverless all’interno di un’architettura a microservizi. Casi di Successo Tre esempi di successo dell'uso di microservizi e serverless: Netflix per lo streaming, Coca-Cola per le campagne promozionali e Airbnb per la gestione delle operazioni. Netflix Netflix ha rivoluzionato il settore dello streaming adottando un’architettura a microservizi. Gestendo miliardi di richieste al giorno, ha migliorato la scalabilità e la resilienza, permettendo un’esperienza utente fluida anche durante picchi di traffico. Strategie adottate: Decentralizzazione dei servizi per migliorare la resilienza. Utilizzo di strumenti come Hystrix per la tolleranza ai guasti. Implementazione di pipeline CI/CD per un rilascio continuo. Coca-Cola Coca-Cola ha utilizzato l’architettura serverless su AWS per gestire le campagne promozionali. Questo
ha permesso di ridurre i costi operativi e aumentare l’efficienza, eliminando la necessità di gestire l’infrastruttura durante periodi di basso utilizzo. Benefici ottenuti: Scalabilità automatica durante le campagne ad alto traffico. Riduzione del time-to-market per nuove iniziative. Miglioramento della flessibilità operativa. Airbnb Airbnb ha combinato microservizi e serverless per ottimizzare le operazioni interne. Utilizzando funzioni serverless per task come l’elaborazione di immagini e microservizi per la gestione delle prenotazioni, ha migliorato l’efficienza e l’esperienza utente. Approccio integrato: Utilizzo di funzioni serverless per task intensivi ma isolati. Adozione di microservizi per componenti critiche con requisiti di alta disponibilità. Implementazione di strumenti di monitoring avanzati per gestire l’infrastruttura ibrida. Conclusione La scelta tra microservizi e architettura serverless dipende da molteplici fattori, tra cui le esigenze specifiche del progetto, le risorse disponibili e gli obiettivi a lungo termine. Microservizi: offrono controllo e flessibilità per applicazioni complesse ma richiedono una gestione più intensiva. Serverless: permettono rapidità e scalabilità automatica con una minore manutenzione, ideali per carichi variabili e sviluppi rapidi. Raccomandazioni Finali Analisi Preliminare: valutare attentamente i requisiti funzionali e non funzionali prima di scegliere l’architettura. Formazione del Team: investire nella formazione per garantire che il team sia preparato ad affrontare le sfide tecniche. Prototipazione: iniziare con un piccolo progetto pilota per testare l’approccio scelto. Adattabilità: essere pronti ad adattare l’architettura in base al feedback e all’evoluzione delle esigenze. Ricordate, non esiste una soluzione unica che vada bene per tutti. L’importante è scegliere l’approccio che meglio si allinea con gli obiettivi del vostro progetto e che offra il massimo valore ai vostri utenti. Continuate a esplorare, imparare e innovare nel mondo affascinante dello sviluppo web moderno. Approfondimenti e Risorse Utili Per approfondire ulteriormente i concetti di microservizi e architettura serverless, ecco una selezione di risorse autorevoli che possono esservi utili: Martin Fowler - Microservices: un'analisi dettagliata dei principi dei microservizi da parte di uno dei maggiori esperti nel campo dello sviluppo software. Link: martinfowler.com/articles/microservices.html AWS - Microservizi: la guida ufficiale di Amazon Web Services sui microservizi, con best practice e casi d'uso. Link: aws.amazon.com/it/microservices/ Azure - Serverless Computing: documentazione ufficiale di Microsoft Azure sulle architetture serverless e su come implementarle. Link: azure.microsoft.com/it-it/solutions/serverless/ Google Cloud - Serverless Computing: una panoramica dell'offerta serverless di Google Cloud, con dettagli sulle tecnologie e i servizi disponibili. Link: cloud.google.com/serverless/ The Twelve-Factor App: una metodologia per lo sviluppo di applicazioni SaaS che sfruttano al massimo i benefici del cloud, applicabile sia ai microservizi che alle architetture serverless. Link: 12factor.net/it/ InfoQ - Microservices Patterns and Best Practices: una raccolta di articoli e interviste che esplorano i pattern comuni e le migliori pratiche nell'uso dei microservizi. Link: Microservices - InfoQ Serverless Stack: una guida open-source per costruire applicazioni serverless interamente sulla piattaforma AWS. Link: serverless-stack.com Netflix Tech Blog: approfondimenti tecnici dal team di Netflix sull'implementazione dei microservizi e sulle sfide affrontate. Link: netflixtechblog.com
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sardies · 3 months ago
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Cala il sipario sul festival Abbàida!
Lorusso e Scavio Sassari. Luoghi comuni, stereotipi da scardinare, nuovi linguaggi, trasformazioni digitali. Quale direzione ha preso il cinema oggi? Per quattro giornate il festival Abbàida! ha provato a porsi delle domande sul ruolo della settima arte, attraverso gli occhi di giovani e intraprendenti registi, attori di lungo corso e operatori del settore che hanno condiviso con un pubblico…
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enkeynetwork · 3 months ago
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blogexperiences · 3 months ago
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Castello di Rivoli: Living Museum
Il Castello di Rivoli presenta i due nuovi appuntamenti autunnali di Museo dal Vivo. Il programma promuove forme di sperimentazione a cavallo tra discipline diverse attraverso giornate in cui arte visiva e i vari linguaggi della contemporaneità, come il cinema, la danza e la musica, si mescolano. Il progetto esplora la duplice natura della parola ‘live’ (in italiano ‘dal vivo’ e ‘vivere’),…
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fashionbooksmilano · 1 year ago
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Rituali Olivo Barbieri
Art& Arti Grafiche Friulane , Udine 1997, 72 pagine, 41 fotografie a colori, 19x24cm, ISBN 88-86550-30-8
euro 35,00
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Catalogo di mostra, Reggio Emilia, sale espositive dei Chiostri di San Domenico, 1-30 marzo 1997. Con 41 fotografie a colori di Olivo Barbieri. Il viaggio a colori del maestro emiliano nelle comunita' ghanesi e nigeriane in Emilia Romagna.
Alcuni momenti fondamentali della socialità e della religiosità di questi uomini, donne, bambini che da poco vivono nel nostro paese sono osservati dal fotografo da vicino e studiati all'interno di un linguaggio che non è quello del reportage sociale classico. La novità del lavoro di Barbieri sta proprio nel fatto che egli organizza le figure umane dentro l'ambiente secondo modalità narrative che tengono conto delle colorate finzioni linguistiche del cinema e della televisione. E' proprio la nascente società multietnica a sollecitare la ricerca fotografica e a far nascere linguaggi nuovi attenti allo svolgersi della vita.
29/12/23
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afnews7 · 5 months ago
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Tutti i vincitori di Animaphix 2024: a "Fiore Mio" di Viola Mancini (per Andrea Laszlo de Simone) il premio Bendazzi
La giuria della 10a edizione di Animaphix – Nuovi Linguaggi Contemporanei Film Festival, composta dai registi Theodore Ushev, Isabel Herguera e Wiola Sowa premia i seguenti lavori: MIGLIOR FILM ANIMAPHIX 2024 La voix des Sirènes di Gianluigi Toccafondo (Italia, Francia 2023) «Per la sua capacità di trasmettere bellezza, libertà e coraggio attraverso i più alti esempi di slancio tecnico, poetico,…
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paoloferrario · 6 months ago
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Federico Corni, Monica Parricchi (a cura di),  Il futuro della scuola.  Percorsi innovativi di tirocinio nella formazione iniziale degli insegnanti, FrancoAngeli, 2024
Federico Corni, Monica Parricchi (a cura di),  Il futuro della scuola.  Percorsi innovativi di tirocinio nella formazione iniziale degli insegnanti COLLANA: Educazione per tutta la vita – Open Access – diretta da L. Dozza Il futuro della scuola ha bisogno di insegnanti competenti nei nuovi linguaggi e ambienti caratterizzati dalla dimensione digitale. Ed è proprio ilLeggi di più
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