#Nulla Die edizioni
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stilouniverse · 4 months ago
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Samuele De Marchi "Il grande gelo", presentazione
Nulla Die Edizioni Primavera 1984: la giovane famiglia Ferraris si trasferisce in un piccolo paese lacustre. La casa che prende in affitto appartiene a tre anziani fratelli che occupano il piano superiore dell’edificio. Dopo un’iniziale convivenza pacifica e quasi amichevole, una serie di eventi, e la mancanza di comunicazione esasperata dal passato di ognuno dei personaggi, porterà le due…
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queerographies · 1 year ago
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[Spicchi d'amore tra baffi di fumo][Matteo Tamai]
Matteo Tamai torna a raccogliere delle storie incentrate sulla varietà delle relazioni affettive non rientranti nella monogamia o nel rango della “normalità”
Tre anni dopo L’amore oltre le regole e trasportato da un forte desiderio di capire meglio sé stesso e certe dinamiche relazionali, Matteo Tamai torna a raccogliere delle storie incentrate sulla varietà delle relazioni affettive non rientranti nella monogamia o nel rango della “normalità”, ovvero il poliamore, la coppia aperta, l’anarchia relazionale, le coppie LGBT e quelle omogenitoriali. In…
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alemicheli76 · 4 months ago
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"Il grande gelo" di Samuele De Marchi, Nulla Die Edizioni. A cura di Barbara Anderson
Era il 1984, avevo 13 anni e ricordo ancora come fosse oggi quella data.  Il grande gelo era arrivato e Roma e molte altre città d’Italia erano ricoperte da un manto di neve. Quel gelo assomigliava a lame di rasoio affilate che tagliano il volto, che tolgono il respiro. E proprio da questo che il romanzo prende il titolo: il grande gelo che non è solo una condizione climatica ma anche una…
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ilterzolivello · 1 year ago
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Emil Cioran
LA FILOSOFIA COME DE-FASCINAZIONE E LA SCRITTURA COME TERAPIA - Saggio di Vincenzo Fiore, 2018 Nulla Die edizioni
LA FILOSOFIA COME DE – FASCINAZIONE E LA SCRITTURA COME TERAPIA Saggio di Vincenzo Fiore, 2018 Nulla Die edizioni Caro diario sono al capolinea. Hai presente quando di un percorso hai saltato tutte le fermate, belle ma impegnative, e non sei sceso, e ti trovi a non sapere più dove andare? L’autobus è quello della fascinazione, i luoghi i romanzi e affascinanti le scritture. Ma sì è una bugia,…
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blobrockagency · 4 years ago
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Martina Collu presenta il romanzo “Il gitano”
Martina Collu presenta il romanzo “Il gitano”
Il Taccuino Ufficio Stampa Presenta Il gitano di Martina Collu La scrittrice cagliaritana Martina Collu presenta “Il gitano”, un affascinante romanzo in cui si racconta la storia di Morea Blanco, un’anima fragile da sempre in lotta con sé stessa, in bilico tra la difficile accettazione della sua natura e il desiderio di un cambiamento drastico. Cresciuta entro limiti imposti da una madre…
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downtobaker · 3 years ago
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Canti e voci nella silloge Formulario di Mauro Lamantia
Canti e voci nella silloge Formulario di Mauro Lamantia
da redazione  Formulario, la prima raccolta di poesie di Mauro Lamantia, già disponibile in molti store online, esce il 1 maggio 2021 in tutte le principali librerie d’Italia. Il testo, che include una prefazione di Maria Giulia Mancuso Prizzitano e tre illustrazioni di Alessandro Flavio Bruno, è edito da Nulla Die Edizioni nell’ambito della collana i Canti, Voci.  Formulario riunisce i…
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passione-vera · 3 years ago
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Andrea Biscaro "Un cuore pulsante di medusa su uno sfondo rosa" (Nulla Die Edizioni)
Andrea Biscaro “Un cuore pulsante di medusa su uno sfondo rosa” (Nulla Die Edizioni)
Andrea Biscaro in tre pregi e tre difetti, hobbys e di cosa ti occupi. Tre pregi: curiosità, costanza, attenzioneTre difetti: irascibilità, eccesso di empatia, megalomaniaSono onnivoro e compulsivo per quanto riguarda libri, CD, fumetti, film, Serie TV.Sono un musicista, per cui suonare la chitarra occupa uno spazio importante nella mia vita.Amo la natura a tal punto che 15 anni fa mi sono…
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lorenzospurio · 4 years ago
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"Eppure ancora i nespoli. Dissertazioni sullo haiku" di Antonio Sacco - Recensione di Lorenzo Spurio
“Eppure ancora i nespoli. Dissertazioni sullo haiku” di Antonio Sacco – Recensione di Lorenzo Spurio
In data 04/08/2020 sulla testata online “Culturelite” diretta dal prof. Tommaso Romano è stata pubblicata la lunga recensione di Lorenzo Spurio al nuovo libro del poeta e haijin campano Antonio Sacco, Eppure ancora i nespoli. Dissertazioni sullo haiku (Nulla die Edizioni, Piazza Armerina, 2020) di cui a continuazione un estratto.
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La nuova opera letteraria del poeta, articolista e soprattutto hai…
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aven90 · 5 years ago
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Condivisione: Le terre dei dormienti.
Condivisione: Le terre dei dormienti.
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“Le terre dei dormienti” e “La vendetta della Regina”sono due romanzi scritti da Laura Taibi, autrice siciliana che ha firmato con la Nulla Die Edizioni. Essendo dunque siciliana non poteva mancare alla “mia” collezione di autori che in queste calde settimane estive stanno sfilando in questa casetta. È mia precisa volontà presentare quanti più libri possibile quindi, se ne hai scritto uno, sarò…
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salentipico-blog · 7 years ago
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Da oggi, giovedì 26 e fino a domenica 29 ottobre, circa 200 relatori tra giornalisti, imprenditori, attivisti, blogger, ricercatori, musicisti, docenti universitari, scrittori, amministratori pubblici, scienziati, artisti, registi, hacker, maker, esperti, giuristi, economisti, architetti, paesaggisti, linguisti, social media manager, designer, innovatori racconteranno le proprie storie durante la quinta edizione del festival “Conversazioni sul futuro”, diretta da Gabriella Morelli. 
Oltre 90 appuntamenti disseminati in 20 location (teatri, centri culturali, librerie, luoghi pubblici, parchi e scuole) su economia, impresa, diritti, inclusione sociale, migrazione, attivismo digitale, lavoro, satira, comunicazione, politica estera, scienza, arte, giornalismo, rigenerazione urbana, editoria, food, education, cambiamenti climatici, sostenibilità, odio on line, bullismo, bibliopatologia, moda e molto altro.
Il Festival accoglierà, inoltre, il Climathon, organizzato da Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e Comune di Lecce, Omofobi del mio stivale, una manifestazione contro l’omofobia e per i diritti civili, Cinema sul Futuro, in collaborazione con Cineclub Universitario, Fondazione Apulia Film Commission e Corso di Laurea DAMS dell’Università del Salento, una serie di incontri dedicati al mondo dell’impresa al Sellalab, l’Officina dei bambini e delle bambine a cura diBoboto, un’intera sezione riservata all’Enogastronomia del futuro, una presentazione della Maker Faire di Roma, un omaggio a Pino Daniele e un dj set di Max Casacci.
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Giovedì 26 ottobre alle 17,30, dopo una breve introduzione, il Festival prenderà il via al Teatro Paisiello con “La verità vi prego sui migranti: il muro sul mediterraneo” con Marco Bertotto (Medici senza frontiere), Marta Serafini (Corriere della Sera), Marina Petrillo (Open Migration), Chris Richmond Nzi (Mygrants), Giacomo Zandonini (Giornalista FreeLance) e Antonio Iovane (Radio Capital). Di fronte a un’Europa inerte, il governo italiano firma un patto con la Guardia costiera libica e il numero di migranti sbarcati in Italia crolla. Ma a quale prezzo? E quali sono le altre rotte battute dai migranti per raggiungere il Continente? A seguire, l’incredibile storia del ballerino siriano palestinese Ahmad Joudeh. La sua voglia di danzare e il suo sogno di diventare un professionista sono stati più forti di tutto, soprattutto delle minacce dei terroristi dell’Isis. Dietro la nuca ha un tatuaggio con la scritta “Dance or die”. Dal 2016, vive, studia e lavora al Dutch National Ballet di Amsterdam. Nel 2017 è riuscito a coronare il suo sogno: incontrare Roberto Bolle e ballare con lui. Dalle 20.30 un incontro ideato e moderato dalla giornalista de Il Fatto Quotidiano Wanda Marra. Si discuterà delle Nuove frontiere del giornalismo. In questi anni si è passati rapidamente dalla carta ai blog, dagli opinionisti agli influencer, dai sondaggi ai sentiment, dall’ironia alle bufale. La prima serata si concluderà dalle 22 con Lirio Abbate e il suo spettacolo su “Carminati e il Caveau dei misteri d’Italia”. In mattinata nel parco della TraxRoad si terrà invece il workshop “Co-progettare soluzioni per lo spazio pubblico e la comunità: una nuova biblioteca sociale all’aperto“ a cura di Paolo Venturi (direttore AICCON), Francesca Battistoni e Guglielmo Apolloni (Social seed) con Antonella Agnoli (assessore alla Cultura del Comune di Lecce).
Grazie alla preziosa collaborazione con Amnesty International Italia e in particolare con Riccardo Noury e Tina Marinari, il festival accoglierà le testimonianze di Paola Deffendi e Claudio Regeni (genitori di Giulio, il ricercatore italiano ucciso a Il Cairo nel gennaio 2016 che saranno a Lecce dopo il collegamento dello scorso anno), Lucia e Rino Rocchelli (sorella e padre del fotografo Andy morto nel 2014 a Sloviansk in Ucraina), Ahmed Said (medico e attivista egiziano), Claudio Guarnieri(hacker, ricercatore di sicurezza informatica, artista, ed attivista per i diritti digitali).
Nei quattro giorni a Lecce ci saranno anche Ilaria Cucchi, il trapiantologo Daniele Antonio  Pinna, il presidente dell’Associazione Nazionale Magristrati Eugenio Albamonte, il designer Riccardo Falcinelli, l’art director Francesco Franchi, l’architetto Marco Rainò, l’attore e regista Daniele Gattano, l’attore e scrittore Fabio Canino, gli scrittori Enrico Remmert, Christian Raimo, Leonardo Colombati e Flavia Piccinni, il bibliopatologo Guido Vitiello, i giornalisti Giuseppe Giulietti, Lirio Abbate, Carlo Bonini, Marco Damilano, Antonio Sofi, Fabio Chiusi, Giampaolo Colletti, Giuliano Foschini, Tiziana Prezzo, Wanda Marra, Francesca Magni, Paul Rose, gli autori Stefano Andreoli (Spinoza) e Adelmo Monachese (Lercio), i registi Alessio Cremonini, Davide Barletti e Alessandro Valenti, il monaco di Plum Village Phap Ban, l’ingegnere elettronico e direttore tecnico di Macnil – Gruppo Zucchetti Mariarita Costanza, l’avvocato Alessandra Ballerini, il produttore discografico Claudio Poggi, il cantante Daniele Sanzone, l’esperto di resilienza e di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici Piero Pelizzaro, lo street artist NemO’s, il medico e saggista Silvia Bencivelli, il direttore IIT – CNR e Registro.it Domenico Laforenza, il blogger Hamilton Santià, il vice presidente Italia StartUp Antonio Perdichizzi, il giurista e scrittore Giovanni Ziccardi, il sociologo Giovanni Boccia Artieri, i linguisti Massimo Arcangeli e Vera Gheno, la presidente Associazione italiana malattia di Alzheimer Patrizia Spadin, l’ideatore e direttore scientifico di Rural Hack Alex Giordano, il cuoco contadino Peppe Zullo, il food performer Nick Difino e il gastrofilosofo Donpasta solo per fare qualche nome. Preziosa la collaborazione con docenti e ricercatori dell’Università del Salento e con giornalisti e opinionisti di molte testate e blog pugliesi che modereranno e parteciperanno agli incontri.
«Il Festival è il frutto di un anno di studio, appunti, letture, contatti, suggestioni, scoperte. Dentro ci sono le varie anime del nostro gruppo di lavoro che è composto da molti professionisti, tanti amici sparsi in tutta Italia, ma soprattutto da una squadra di ragazzi e ragazze senza i quali non potremmo organizzare nulla», sottolinea Gabriella Morelli. Nelle prime quattro edizioni, Conversazioni sul futuro (sino al 2014 con il nome di Xoff) ha coinvolto oltre 500 relatori e ha ospitato (sino al 2016) anche la conferenza TedxLecce, che quest’anno, invece, non si terrà. La rassegna si trasforma dunque in Festival, cresce, si amplia e si sviluppa, proponendo sempre più appuntamenti e coinvolgendo sempre più luoghi e scuole della città. «Dopo le cinque edizioni di TedxLecce abbiamo pensato a un nuovo inizio. Quest’anno abbiamo deciso di continuare solo con “Conversazioni sul Futuro”, pensando e costruendo non più una rassegna “collaterale” ma un vero e proprio Festival» prosegue l’organizzatrice. «Negli oltre novanta incontri proveremo a interrogarci su quei temi che riguardano da vicino tutto quello che per noi è racchiuso nella parola futuro. Sono molto orgogliosa di poter ospitare, grazie alla preziosa collaborazione con Amnesty International e con l’avvocato Alessandra Ballerini, le famiglie di Giulio Regeni ed Andy Rocchelli. Le altre storie incredibili sono quelle del medico e attivista egiziano Ahmed Said e del danzatore siriano palestinese Ahmad Joudeh che ha sfidato anche l’Isis pur di ballare. Siamo molto grati al trapiantologo Daniele Antonio Pinna che ha accettato il nostro invito prima di lasciare l’Italia per andare a lavorare all’estero. E poi sono sorpresa dal grande affetto dei relatori che hanno accettato di partecipare al nostro festival proponendo temi, incontri, invitando altri ospiti e costruendo percorsi insieme a noi». Molto proficua la collaborazione con l’Università del Salento (che ospiterà anche i genitori di Giulio Regeni per un incontro con docenti, ricercatori, dottorandi e studenti) e con il Comune di Lecce. «Il Festival quest’anno sarà sempre più nella città, per la città, sulla città, con la città. Discuteremo di biblioteche, partecipazione e resilienza, impatto economico della cultura sul territorio, diritti di cittadinanza, erosione delle coste, agricoltura sostenibile e molto altro. Parteciperanno esperti, cittadini, giornalisti e amministratori pubblici. Proveremo a ragionare anche di soluzioni concrete», conclude Gabriella Morelli.
«Questo festival per me è un motivo di orgoglio, perché dà vita a una qualificata riflessione pubblica nella nostra città», ha sottolineato il sindaco di Lecce Carlo Salvemini durante la conferenza stampa di presentazione. «Inoltre si tratta di un festival organizzato senza chiedere un euro al Comune, che ha messo a disposizione solo alcuni luoghi dover poter svolgere alcune delle iniziative che coinvolgeranno anche spazi privati, scuole e aule universitarie. Un approccio diverso dal solito che traccia una linea verso un nuovo modo di organizzare le cose a Lecce, ponendosi l’obiettivo principale di dare qualcosa alla città in cui si vive e lavora. è molto interessante la mescolanza di temi, linguaggi, toni. Sono felice perché vedo lo sforzo enorme che gli organizzatori e volontari ci mettono. Un vero e proprio cantiere di energie. Un lavoro che credo abbia già fertilizzato il terreno in città e che sicuramente darà altri buoni frutti nei prossimi anni».
Conversazioni sul futuro è organizzato dall’Associazione Diffondere Idee di Valore con la direzione di Gabriella Morelli, in collaborazione con PazLab, Coolclub, Virulentia Film, Officine Cantelmo, ShotAlive, Boboto, Fablab Lecce, Sellalab, Zemove e Amnesty International – Italia  con il patrocinio di Comune di Lecce e Università del Salento e con il sostegno di Banca Popolare Pugliese e Meltin’Pot. Partner Libreria Liberrima, All’Ombra del Barocco, Vestas Hotels & Resorts, Palazzo Rollo, Spinelli Caffè, Maker Faire Roma, Registro. it, Cineclub Universitario, Apulia Film Commission, Cmcc, Rural Hack, Fondo Verri, Officine Culturali Ergot, Dajs, Città del Gusto – Lecce, Slow Food Lecce, FotoScuola Lecce, UpsideMedia, NonInLinea. Un ringraziamento ai produttori di vino Cantele, Candido, Claudio Quarta Vignaiolo, Hiso Telaray – Libera Terra di Puglia, Cantine San Donaci ai birrifici Old476, Malatesta, B94, ai ristoranti La Succursale, Tabisca, La Scarpetta, Il Bacaro, all’Hotel Santa Chiara e ai b&b Fanfulla, Casa dei Mercanti, White Suite, Le due musce, Le campanelle di Isabella, Volevo, Giardino delle Margherite, Palazzo Belli
GLI APPUNTAMENTI SONO TUTTI A INGRESSO LIBERO E GRATUITO MA SOPRATTUTTO INIZIERANNO PUNTUALI. Info e contatti www.conversazionisulfuturo.it
  Al via a Lecce il Festival Conversazioni sul Futuro Da oggi, giovedì 26 e fino a domenica 29 ottobre, circa 200 relatori tra giornalisti, imprenditori, attivisti, blogger, ricercatori, musicisti, docenti universitari, scrittori, amministratori pubblici, scienziati, artisti, registi, hacker, maker, esperti, giuristi, economisti, architetti, paesaggisti, linguisti, social media manager, designer, innovatori racconteranno le proprie storie durante la quinta edizione del festival “Conversazioni sul futuro”, diretta da Gabriella Morelli. 
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queerographies · 1 year ago
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[L'amore oltre le regole][Matteo Tamai]
Matteo Tamai, classe 1991, dopo essersi diplomato in ragioneria (ramo comunicazione e marketing) a San Donà di Piave (VE), si avvia pian piano a riconoscere la propria omosessualità: la accetta totalmente solo a 26 anni.
Matteo Tamai, classe 1991, dopo essersi diplomato in ragioneria (ramo comunicazione e marketing) a San Donà di Piave (VE), si avvia pian piano a riconoscere la propria omosessualità: la accetta totalmente solo a 26 anni. Dopo quel momento così importante, non abbandona la vita in parrocchia (dal 2013 è l’addetto al foglietto parrocchiale e dal 2016 gestisce il calendario dei lettori della…
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alemicheli76 · 8 months ago
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"Uomo libero” di Raffaele Gatta Nulla die Edizioni. A cura di Rita Bompadre
“Povera Italia ridotta a colonia, di disoccupazione fabbrica/Crociera turistica condotta da ruffiani/Non più patria di virtù, ma di prostituzione mediatica”. L’esplicita intestazione appartiene all’opera “Uomo libero” di Raffaele Gatta (Nulla die Edizioni, 2023 pp. 86 € 13.00) con la prefazione di Diego Fusaro. Il libro affronta il declino della coscienza e l’inesorabile decadenza della società,…
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pangeanews · 5 years ago
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“Dateci i nomi che volete: tali ci fece amore: diteci folli insetti”. John Donne, il poeta preferito da T.S. Eliot e reinventato da Cristina Campo
1. TS Eliot. Un corridoio illuminato
Nel 1921 il supplemento letterario del Times ospita un affondo di Eliot che reindirizza i gusti poetici verso gli incomprensibili poeti del Seicento inglese. Per capirci, in Italia nello stesso giro d’anni imperversa Croce e il suo amore per il barocco. Tout se tient. Il pezzo di Eliot si concentra sul modo di fare poesia di quegli uomini come gruppo ma ha un occhio di riguardo, in particolare, per John Donne (1572-1631). Ecco la voce di Eliot. Serve farlo circolare di nuovo perché le traduzioni italiane sono vecchie di mezzo secolo.
“La differenza tra il Seicento e l’Ottocento non è una semplice differenza di grado tra poeti. È che è successo qualcosa nella mente inglese tra il tempo di Donne e di Lord Herbert di Cherbury – e il tempo di Tennyson, il tempo di Browning. È la differenza tra il pota intellettuale e quello riflessivo. Tennyson e Browning sono poeti e, in quanto tali, pensano; ma non provano la sensazione del loro pensiero con la stessa immediatezza di quando odorano una rosa. Quanto a Donne, per lui un pensiero era un’esperienza; modificava la sua sensibilità. Quando la mente di un poeta è equipaggiata alla perfezione per il suo lavoro, sta sempre lì ad amalgamare le esperienze più diverse; la mente dell’uomo normale, viceversa, è caotica, irregolare, frammentaria. L’uomo normale si innamora, o legge Spinoza, e queste due esperienze non hanno nulla a che fare l’una con l’altra, o col rumore di una macchina da scrivere o il profumo di una cucina; nella mente del poeta queste esperienze invece si congiungono in continuazione per formare qualcosa di diverso. Potremmo segnare la differenza così: i poeti del Seicento come eredi del teatro del Cinquecento possedevano un meccanismo della sensibilità che era in grado di divorare tutte le esperienze. Sono semplici, artificiali, difficili o fantasiosi tanto quanto chi li ha preceduti – né più né meno di Dante, Guido Cavalcanti, Guinicelli, e Cino. Nel Seicento invece scatta una dissociazione delle sensazioni dalla quale non ci siamo ancora ripresi; e questa dissociazione, com’era prevedibile, fu aggravata dall’influenza delle voci più potenti del secolo, Milton e Dryden”.
*
Segnalo due punti. Primo: non era da tutti indicare Dante & Cavalcanti come predecessori degli Inglesi metafisici invece delle solite menate petrarchesche. È evidente che Pound era già passato come una furia sul giardinetto inglese.
Secondo: la dissociazione è la trovata critica di Eliot e vale sino a un certo punto per il nostro, per Donne, dal momento che Milton venne dopo e non poté scioccarlo, non poté rendere troppo secco il dettato intellettuale di Donne. In sostanza Donne è cerebrale al punto giusto, è cotto (d’amore) a puntino.
Eccovi la conclusione dell’articolo che vola oltre la critica e indovina delle possibilità di sviluppo che furono negate alla lingua e al sentimento inglese dal momento che vinse la linea ‘bigotta’ e celebrativa dei vari Milton & Dryden: “È interessante arzigogolare e chiedersi se non sia stata una sfortuna che i due maestri di dettato linguistico, Milton e Dryden, trionfassero con un disprezzo allegro per i valori dell’anima. Se anche continuassimo a produrre altri Milton e Dryden non sarebbe un problema ma per come stanno le cose è un peccato che la poesia inglese sia rimasta incompleta a tal punto. I pochi che osano criticare Milton e Dryden per la loro artificialità ci dicono di guardare a fondo nel nostro cuore e poi di scrivere. Non basta. Un Racine, un Donne – loro sì che guardavano a fondo, molto a fondo nel cuore. Bisognerebbe fare come loro e guardare dentro la corteccia cerebrale, dentro il sistema nervoso, fino ai tratti intestinali”.
Solo una parentesi da secchione per concludere: Praz che si gasava per gli emblemi barocchi fu l’unico dei nostri a sentenziare contro Donne trovandolo troppo duro e malato di sensazioni. Ma si sa che a Praz piaceva la carne corrotta dei decadenti, non quella trafitta di sensi di colpa religiosi. E questa fu la vita di Donne – la sua poesia, i suoi avanti e indietro lancinanti tra la stagione degli amanti e la morte del sole a Santa Lucia, tra gli scrupoli per il dio anglicano in cui credette per vivere in pace con la famiglia della moglie e il suo dio intimo, più mobile, carnale e cattolico, il dio dei gesuiti scaltri e incoerenti che lo avevano allevato da fanciullo. Forse non è una novità e va sempre così perché…
*
2. La vita dei poeti è un romanzo impossibile
Infatti quella di Donne parla per tutti gli altri. Quando lessi il suo trattato sul suicidio, il Biathanatos che stampano quei folli delle edizioni SE, ero indeciso se attribuire quelle tristezze di Donne al momento particolare della sua vita oppure a una sua malinconia congenita e creativa. Insomma, come si spiega che un uomo rimasto vedovo scriva sul suicidio? Lui era saturnino già in partenza, aveva scritto alla sua Lady una poesia sull’abbandono, su lui che va a Londra dagli amici perché almeno con loro ingrassa (mentre lei lo fa patire). Com’è insomma che nel trattato sul suicidio Donne smette di fare poesia e diventa lucido? Mistero. Ancora non vedo una soluzione.
Forse è giusto così perché la vita di Donne fu effettivamente dura e spaventosa in confronto alle nostre tiepide case, al cibo caldo di natale e ai visi amici. Tanto per cominciare, a 12 anni all’università di Cambridge. Poi, membro di missioni esplorative alle Azzorre (i nuovi mondi unica alternativa al mondo dove è costretto, per temperamento, ad amare). Coinvolto nella cerchia del conte di Essex, poi finito malissimo sotto la ghigliottina di Elisabetta per eccessiva intraprendenza sul campo militare irlandese. Insomma, Donne era il solito uomo venuto dal basso che non sapeva e forse nemmeno voleva scegliersi le amicizie influenti, quelle che contano (e che a conti fatti castrano la poesia, mettono un preservativo sulla testa del poeta).
Dopodiché, a 27 anni, incontra questa sedicenne “di cospicua e anglicana famiglia” dopo un lungo anno di appostamenti nei roseti di York House sulle sponde del Tamigi mentre lavora per il padre di lei – il quale giustamente si in*azza perché Donne vorrebbe fargliela sotto gli occhi. Donne è il misero segretario di ‘lui’ che per la storia è il Lord Cancelor & Solicitor della regina vergine madre Elisabetta, Thomas Egerton.
Tra un foglio e l’altro l’occhio di Donne ha preso forme carnali, ha smesso di giocare con la pupilla interiore e si è incatenato alle forme visibili di Ann Egerton. La sposa da cattolico nel 1601, si fa anglicano ed entra negli ordini. Un vero gesuita. Così, astuzia dopo astuzia, coglie l’attimo e compone trattati su trattati di commenti agli Atti e alle Lettere di san Paolo. Che sia poesia anche questa sanno giudicare meglio altri, perché qui il tempo stringe ed è il momento di vedere la nostra monaca poetica, la Campo, che riuscì a modificare Donne nel suo alambicco con un…
*
3. Maquillage di John Donne  
E in effetti Cristina Campo scrive parole deliranti nella sua prefazione a Donne. La passione che lo porta al matrimonio è riassunta in un acrostico verbale: “Quando a ventotto anni sposa Ann, Donne tipicamente anela a uno di quegli stretti cerchi magici che consentono di spaziare di là da un tempo e da un mondo. L’imago mundi si restringe finalmente alle dimensioni di una stanza, un volto, una pupilla in cui, come nei rotondi specchi di Van Eyck e di Velazquez, ogni cosa si raccoglie senza ferire. E come, di colpo, gli amori non gli appaiono più se non preistoria di un più fine e più compiuto stato, tipi indigenti e risibili dell’autentica storia, la affectio coniugali si fa a sua volta media proporzionale, tipo ancor timido della futura delectio Dei”. Che dire? Siamo alle solite. Qui c’è più Campo che Donne o meglio, c’è un Donne potenziato con l’avvertenza di Yeats in esergo, che lo dice in grado “di affinare e approfondire il pensiero per ingrandire bellezza e passione” che come escogitazione non è per niente male; ma come di consueto, manca Donne in carne e ossa.
C’è invece la Campo in carne e sangue. Con una dedica a Jaffier che è un personaggio inventato dalla Weil in una sua tragedia storica ambientata a Venezia, un’opera che Campo ingurgita e medita tra il 1956 e il 1971. Cosa successe in quegli anni?
1956: in una lettera all’amica Pieracci, alias Mita, segna così “sarebbe bello poter sognare ancora di aver bambini – e di chiamare il primogenito Jaffier”.
1971: va in stampa la versione di Donne dedicata a Jaffier.
Ed è meglio fermarsi con le indagini psicologiche, senza misurare perché il libretto di poesie di Donne è, semmai, un libro della Campo su Donne. Qui, l’avrete capito, non mi interessano le coincidenze, i perché e i percome che portano Campo a tradurre Donne. Ci saranno sciami di studiosi a dischiudere piccoli forzieri con missive di Cristina che pensa di tradurre questo così e quello colì. Oggi non conta. Importa invece salire sul ring, aprire il libretto bianco Einaudi di Poesie amorose e teologiche per notare i granchi presi da Campo, i ghirigori che la portano a sciogliere il dettato di Donne che in origine è più sobrio, più castigato e, direi, più rassegnato e mansueto rispetto ai giri di frase che gli impone la poetessa sacra. Per esemplificare, qui sotto leggete due poesie di Donne tradotte dalla nostra.
*
4. Donne secondo Campo
The Canonization
Call’s what you will, we are made such by love; Call her one, me another fly, We’re tapers too, and at our own cost die, And we in us find th’ eagle and the dove. The phoenix riddle hath more wit By us; we two being one, are it; So, to one neutral thing both sexes fit. We die and rise the same, and prove Mysterious by this love. We can die by it, if not live by love, And if unfit for tomb or hearse Our legend be, it will be fit for verse; And if no piece of chronicle we prove, We’ll build in sonnets pretty rooms; As well a well-wrought urn becomes The greatest ashes, as half-acre tombs, And by these hymns, all shall approve Us canonized for love; And thus invoke us, You, whom reverend love Made one another’s hermitage; You, to whom love was peace, that now is rage; Who did the whole world’s soul contract, and drove Into the glasses of your eyes; So made such mirrors, and such spies, That they did all to you epitomize— Countries, towns, courts beg from above.
*
La canonizzazione
Dateci i nomi che volete: tali ci fece amore: or l’uno or l’altro diteci folli insetti; ma siamo anche candele e moriamo di noi e in noi troviamo l’aquila e la tortora. L’enigma della Fenice da noi s’illumina: e poiché noi siamo uno, lo siamo entrambi. Così ad una sola neutra cosa i due sessi si accordano: come quella moriamo e risorgiamo, noi fatti misteriosi in questo amore. E possiamo morirne se non viverne; e, se inadatta per sepolcri e feretri, questa leggenda correrà nei versi, e se non entreremo nelle cronache, leggiadra stanza avremo nei sonetti: l’urna elegante si conviene a elette ceneri quanto il tumulo maggiore. E per quest’inno attesteranno i molti noi due, canonizzati per amore. E invocheranno: voi che il reverendo amore fece mutuo romitorio (e a voi fu pace amore, che ora è furia) voi che traeste l’anima del mondo e concentraste nelle vostre iridi fatte così perfetti specchi e spie che a voi tutto riassunsero: paesi, corti, città – otteneteci dall’alto di questo amore un calco!
*
A ben vedere, non è tanto un guaio di musicalità che va diluita ma proprio di nettezza di sensazioni: Donne impatta di più nei versi iniziali e la Campo li rende meno scabri. Li renderei così:
Chiamateci come volete, siamo fatti così da amore; chiamatela pure moscerino, e io con lei, siamo moscerini e candele e moriamo come queste, e troviamo dentro di noi l’aquila e la colomba. L’enigma della Fenice lo risolviamo io e lei, diventiamo eterni divenendo di due, uno. Così entrambi i sessi si accordano per diventare uno e neutro, eppur moriamo e nasciamo lo stesso, mostrandoci misteriosi per questo amore.
*
Soprattutto il finale è travisato dalla nostra, è travasato nel suo calco, nella sua identità. Lo si potrebbe soppesare così:
Molti ci invocheranno e diranno voi che il sacro amore fece di ciascuno il rifugio dell’altro; voi per cui amore era pace e ora è rabbia e riusciste a portare a unità le vostre anime mondane e le portavate nella magia dei vostri occhi a specchio, ed erano spie perfette che mandavano dispacci l’un l’altro: con paesi, città e corti: voi amanti, guidateci dall’alto sulla via d’amore.
Questo coinvolge il nodo dello specchio magico che un punto fisso dei letterati inglesi almeno dal Dottor Faustus di Marlowe (spia finita pugnalata, oltre che scrittore). Faccio ancora un poco le pulci alla divina Campo e poi chiudo.
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5. Gli occhi specchio
Tra le poesie profane tradotte dalla Campo c’è Fattura col ritratto. Lei dice: Fisso il mio occhio nel tuo, e vi compiango Il mio ritratto che vi arde. Il mio ritratto immerso immerso in trasparenti lacrime Scorgo, se indago più in basso.
Ma il valore dell’originale è più nervoso. L’amata, questo oggetto traditore, è come l’Inghilterra di allora, infiltrata di spie cattoliche come un formaggio. L’originale del pensiero di Donne, se fosse possibile, sarebbe che “la mia immagine è dipinta in una lacrima trasparente / quando abbasso lo sguardo devo spiare nei tuoi occhi”.
Per il resto la Campo si riprende e incomincia a calcare la mano, si è accorta che Donne è derelitto:
Avessi tu la diabolica arte Di uccidere con fatti, poi guastati ritratti, In quanti modi non potresti farlo? Ma ora ho bevuto le tue dolci e salse Lacrime, e sebbene altre ne versi, Mi diletto. Dissolto il mio ritratto, I timori dissolti che mi nuoccia quell’arte. E sebbene di me tu serbi ancora Un ritratto, quello sarà puro D’ogni malizia, poiché l’hai nel cuore.
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6. I dolori del giovane John Donne
Per chiudere, una piccola poesia presa dalla pagina di Poetry. Per gli inglesi lui è solo questo, non ci sono santi che tengano. Buon pro vi faccia. (Andrea Bianchi)
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Elegia VII
Sembrava idiota la natura e dovetti insegnarti ad amare, E in quei sofismi oh! ti mostrasti troppo esperta: folle, non hai appreso il linguaggio mistico dell’occhio e nemmeno quello della mano: Né riuscivi a giudicare la differenza delle arie E dei sospiri e dire questa è menzogna, questa disperazione: Né riuscivi a intendere dalla cascata dentro gli occhi Che c’era una malattia disperatamente calda, che variava come febbre. Non ti avevo ancora insegnato, allora, l’alfabeto dei fiori, e come ti ingannano per esser stati raccolti per bene in mazzo Per poi portare a perdizione la coppia nel silenzio. Ricordati allora di quelle parole che usavi Io, se i miei amici sono d’accordo Dal momento che sono l’attrazione del nostro focolare insieme al nome di tuo marito E sono i trucchi d’amore che potresti intendere alla perfezione.
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Remember since all thy words used to be To every suitor, “I, ’if my friends agree”; Since, household charms, thy husband’s name to teach, Were all the love-tricks, that thy wit could reach; And since, an hour’s discourse could scarce have made One answer in thee, and that ill arrayed In broken proverbs, and torn sentences. Thou art not by so many duties his, That from the’world’s common having severed thee, Inlaid thee, neither to be seen, nor see, As mine: who have with amorous delicacies Refined thee’into a blissful paradise. Thy graces and good words my creatures be; I planted knowledge and life’s tree in thee, Which oh, shall strangers taste? Must I alas Frame and enamel plate, and drink in glass? Chafe wax for others’ seals? break a colt’s force And leave him then, being made a ready horse?
L'articolo “Dateci i nomi che volete: tali ci fece amore: diteci folli insetti”. John Donne, il poeta preferito da T.S. Eliot e reinventato da Cristina Campo proviene da Pangea.
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cmplus-me · 6 years ago
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L'Altra Luce Del Buio
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L'Altra Luce Del Buio
Lorna Assi scompare lasciando la fattoria dei Nappa nei dintorni di Rieti dove lavora come collaboratrice domestica. Suo fratello Fabrizio torna dalla Russia per investigare. Il suo passato, gli incarichi che assolve da anni per un boss mafioso dell’ex Unione Sovietica e la realtà di Lorna si incastrano in un puzzle intricato che Rinaldi, un commissario della mobile, sta cercando a sua volta di risolvere. Un thriller dove l’esplorazione dei labirinti mentali si incrocia con l’azione fino all’epilogo illuminato dall’altra luce del buio. Note: contiene flashback e riflessioni introspettive
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Sinossi
Lorna Assi scompare lasciando la fattoria dei Nappa nei dintorni di Rieti dove lavora come collaboratrice domestica. Suo fratello Fabrizio torna dalla Russia per investigare. Il suo passato, gli incarichi che assolve da anni per un boss mafioso dell’ex Unione Sovietica e la realtà di Lorna si incastrano in un puzzle intricato che Rinaldi, un commissario della mobile, sta cercando a sua volta di risolvere. Un thriller dove l’esplorazione dei labirinti mentali si incrocia con l’azione fino all’epilogo illuminato dall’altra luce del buio. Note: contiene flashback e riflessioni introspettive
L’autore
Cristina Lattaro nasce e vive a Rieti. Ingegnere elettronico presso il reparto di Ricerca & Sviluppo di una multinazionale statunitense, titolare di 5 brevetti e di alcuni articoli scientifici. Ha pubblicato diversi titoli con case editrici non a pagamento, tassativamente NOEAP, fino alla fondazione di bookEco Media per la quale sta raccogliendo i diritti di quanto ceduto in passato. La saggezza dei posteri, dicembre 2011, Edizioni Nulla Die Lusores – Calciatori, aprile 2012, Edizioni Nulla Die Il volo di carta, Prima ed. 11/2012, Sesat Edizioni; Seconda ed. 01/2016 bookEco Media Milites – Soldati, Prima ed. 01/2013, Lettere Animate; Seconda ed. 10/2015 bookEco Media Strix Julia, febbraio 2013, Runa Editrice Biglia di vetro I – Taurus, marzo 2013, ErosCultura Biglia di vetro II – Aemilia, maggio 2013, ErosCultura Venezia d’acqua dolce, Prima ed. 09/2013, Loquendo Editrice; Seconda ed. 09/2015, bookEco Media Agricolae – Contadini, Prima ed. 09/2013, Runa Editrice; Seconda ed. 10/2015 bookEco Media Biglia di vetro III – La passione dell’angelo, 10/2013, ErosCultura L’altra luce del buio, Prima ed. 12/2014, Runa Editrice; Seconda ed. 09/2015, bookEco Media Il segno del demone – La trilogia Biglia di vetro, 01/2015, ErosCultura Un amore a matita – Police heart I, 09/2015, bookeco Media A volte ritornano – Police heart II, 10/2015, bookEco Media Abietarii – Falegnami, 01/2016, bookEco Media www.bookeco.it www.cristinalattaro.net
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fondazioneterradotranto · 7 years ago
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2017/10/21/manduria-uniscrizione-un-romanzo-storico-un-reportage/
Manduria: un'iscrizione, un romanzo storico, un reportage.
di Armando Polito
I tre nomi comuni  che nel titolo accompagnano quello della città in cui sono nato risultano collocati in ordine cronologico. Nella trattazione, tuttavia, comincerò dal reportage perché questo mio post non sarebbe stato scritto se non avessi letto ieri quello del 4 settembre 2015 a firma di Alessandro Romano in Fra le “SCRASCE”  su Facebook. Ad essere pignoli, però, va detto che Alessandro l’aveva già pubblicato sul suo blog (http://www.salentoacolory.it/la-chiesa-ipogeo-di-san-pietro-mandurino/), cui, infatti, il post facebookiano rimanda.  Le ragioni di tanta pignoleria cronologica si capiranno fra poco.
Da lì ho tratto la foto dell’epigrafe che, naturalmente, è la protagonista più antica. Di seguito le mie trascrizione e traduzione, nonché qualche nota esplicativa. Per il contesto dell’epigrafe e per tutto il resto rinvio al post di Alessandro.
  D(EO) O(PTIMO) M(AXIMO)
TEMPLUM HOC VETUSTISSIMUM APOSTOLORUM PRINCIPI SACRUM MANDURIENSIUM PIETATIS NOBILE MONUMENTUM SAECULORUM DECURSU FERE COLLAPSUM IOANNES BAPTISTA LABANCHI URITANUS PRAESUL INCOLATUS SUI HIC ANNO TERTIO RESTAURARI CURAVIT ET SOLEMNI RITU DIVINO CULTUI RESTITUIT DIE ANTIOCHAENAE  CATHEDRAE DICATA ANNI DEI MDCCXXIV
A Dio Ottimo Massimo. Giovanni Battista Labanchi vescovo di Oria1 nel terzo anno di sua residenza qui curò che questo tempio antichissimo  consacrato al principe degli Apostoli, nobile testimonianza della religiosità dei manduriani, quasi crollato per il trascorrere dei secoli, fosse restaurato e con rito solenne lo restituì al culto divino nel giorno dedicato alla cattedra di Antiochia2 dell’anno di Dio 1724
Non c’è nulla di strano che un’epigrafe entri nel tessuto narrativo di un romanzo, tanto più se esso è storico. Nel nostro caso si tratta de Il segreto della cripta messapica di Pietro Francesco Matino, CIESSE Edizioni, 2015. La lettura, per quanto parziale in rete (https://books.google.it/books?id=K99nBwAAQBAJ&pg=PT60&dq=IOANNES+BAPTISTA+LABANCHI&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjb6JC0wv_WAhUGuxQKHcKZDrYQ6AEIJjAA#v=onepage&q=IOANNES%20BAPTISTA%20LABANCHI&f=false) mi consente di precisare che il romanzo risulta stampato nel mese di marzo (esso precede,quindi, di pochi mesi il post di Alessandro; è solo una precisazione di natura cronologica, non avendo il reportage e il romanzo  nulla in comune se non il dettaglio dell’epigrafe) e di riprodurre in formato immagine la trascrizione che vi si legge.
Lascio al lettore scoprire, originale sotto gli occhi, le differenze sulle due tracsrizioni e dare un giudizio sulla maggiore o minore fedeltà dell’una rispetto all’altra. Si tratta, comunque di dettagli di scrittura epigrafica  che non avrebbero comportato alterazione del significato se nel romanzo fosse stata fornita la traduzione.
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1 Dal 27 maggio 1720  al 23 luglio 1745.
2 Secondo il Martirologio romano Il 22 febbraio; quello dedicato alla cattedra di Roma il 18 gennaio. Oggi le due commemorazioni avvengono il 22 febbraio.
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aforismidiunpazzo · 8 years ago
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Recensione de Il passo in più di Francesco Pierucci
Recensione de Il passo in più di Francesco Pierucci
Il passo in più è un romanzo di Francesco Pierucci pubblicato da Nulla Die Edizioni nel 2017. [su_box title=”Informazioni su ‘Il passo in più'”]Titolo: Il passo in più Autore: Francesco Pierucci ISBN: 9788869150913 Genere: Narrativa Casa Editrice: NullaDie Edizioni Data di pubblicazione: 2017-04-01 Lingua: Italiano Formato: eBook Pagine: 219 Goodreads Anobii[/su_box] [su_note]Questo libro mi è…
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