#Matteo Gatta
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Ermal Meta non ci sta. Il cantante è intervenuto sullo stupro di gruppo avvenuto a Palermo chiedendo pene esemplari: "Lì in galera, se mai ci andrete, a ognuno di voi “cani” auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate cos’è uno stupro" ha scritto su X. Un chiaro riferimento ai messaggi scambiati in chat dai sette indagati dopo la violenza: "Eravamo 100 cani sopra una gatta".
Un post che ha fatto il giro del web e che ha scatenato la polemica per le parole usate. Ma sulle quali l'artista ha puntualizzato: "Conosco persone, donne, che da uno stupro non si sono riprese mai più. Che scattano in piedi appena sentono un rumore alle loro spalle, che non sono più riuscite nemmeno ad andare al mare e mettersi in costume da bagno come se non avessero nemmeno la pelle. Vogliamo salvare e recuperare un branco? Ok, sono d'accordo. Ma come salviamo una ragazza di 19 anni che d'ora in poi avrà paura di tutto?" ha scritto su X. Aggiungendo: " Perché la responsabilità sociale la sentiamo nei confronti dei carnefici e non in quelli della vittima? Se c'è una qualche forma di responsabilità collettiva nei confronti dei carnefici, allora dovremmo provare a sentirci responsabili anche per quella ragazza e per tutte le vittime di stupro perché è a loro che dobbiamo veramente qualcosa, sono le vittime che vanno aiutate a ricostruire la propria vita".
Il cantante, poi, chiede pene esemplari per i colpevoli. "Credo che siano assolutamente necessarie per un semplice motivo: nessun atto criminale viene fermato dalla paura della rieducazione, ma da quella della punizione. L'educazione deve funzionare prima che si arrivi a compiere un abominio del genere. Ovviamente siamo tutti garantisti finché la 'bomba' non ci cade in casa".
I post di Ermal Meta hanno acceso il dibattito sui social per i termini usati nei confronti degli indagati. "È molto importante il concetto di responsabilità collettiva rispetto alla vicenda dello stupro di Palermo. E la differenza con la colpa. Basta leggere le risposte sotto a questo tweet orribile di Ermal Meta per capire quanto il problema sia nella società in cui viviamo" ha scritto un utente. Immediata la risposta del cantante: " Di orribile c’è quello che hanno fatto, di orribile c’è il trauma che quella ragazza probabilmente si porterà dietro per molto tempo, di orribile c’è la madre di uno di loro che cerca di far passare per una poco di buono la vittima, di orribile c’è la mancanza totale di empatia, di orribile c’è filmarla, deriderla, lasciarla per strada come uno straccio e poi minacciarla, di orribile c’è la totale mancanza di umanità. Non è la collettività ad averli portati a compiere uno scempio del genere, ma una loro precisa e lucida scelta. Se l’educazione (compito della famiglia) non funziona prima, deve funzionare la punizione dopo, proprio per difendere la collettività che tanto ti sta a cuore".
Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. "Se in sette stuprano una ragazza faccio difficoltà a chiamarli animali: uno stupratore può essere italiano o straniero, in ogni caso la deve pagare fino in fondo. E siccome sono malati, vanno curati e messi in condizione di non ripetere la loro follia: la castrazione chimica, in via sperimentale, anche in Italia potrebbe servire come dissuasione contro chi non definisco neanche bestie" ha detto in diretta su Facebook.
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Buon Natale
Alessandra Cattini
Alessandra Gilioli
Alessia Aloisio
Antonella Bortoli
Barbara Pedrotti
Chiara Centioni
Clarissa Marchese
Claudia Romani
Cristina Dragano
Danila Cattani
Elvezia Pappone
Federica Bizzi
Federica Zuccheri
Katia Nicotra
Marta Di Matteo
Martina Pascutti
Martina Ragozza
Melania Ferraro
Mikol Antioco
Nicole Licini
Shaila Gatta
Teresa D'Alessandro
Viola Valentina Vignali
Virginia Gambatesa
Vittoria Deganello
#Alessandra Cattini#Alessandra Gilioli#Alessia Aloisio#Antonella Bortoli#Barbara Pedrotti#Chiara Centioni#Clarissa Marchese#Claudia Romani#Cristina Dragano#Danila Cattani#Elvezia Pappone#Federica Bizzi#Federica Zuccheri#Katia Nicotra#Marta Di Matteo#Martina Pascutti#Martina Ragozza#Melania Ferraro#Mikol Antioco#Nicole Licini#Shaila Gatta#Teresa D'Alessandro#Viola Valentina Vignali#Virginia Gambatesa#Vittoria Deganello#Buon Natale#Merry Christmas
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Married for ten years, in full crisis, thinking about divorce. But following a failed scientific experiment, they suddenly find one inside the body of the other. Credits: TheMovieDb. Film Cast: Andrea: Pierfrancesco Favino Sofia: Kasia Smutniak Michele: Valerio Aprea Maria: Marta Gastini Brancati: Andrea Bruschi Cristian: Gaetano Bruno Angelica: Paola Calliari Luca: Flavio Furno Anna: Francesca Agostini Tommaso: Sebastian Dimulescu La psicologa: Giselda Volodi Lo Foco: Luigi Diberti Ivan: Gabriele Falsetta Film Crew: Director: Simone Godano Story: Carmen Danza Story: Giulia Louise Steigerwalt Co-Writer: Daniele Grassetti Production Manager: Claudio Sorace Casting: Chiara Natalucci Costume Design: Maria Cristina La Parola First Assistant Director: Fabrizio Procaccini Line Producer: Paolo Lucarini Sound: Paolo Giuliani Production Design: Tonino Zera Original Music Composer: Andrea Farri Editor: Davide Vizzini Director of Photography: Michele D’Attanasio Producer: Matteo Rovere Producer: Roberto Sessa Delegated Producer: Chiara Grassi Delegated Producer: Gabriele Lilli Delegated Producer: Alessia Polli Location Manager: Lorenzo Catalano Production Coordinator: Katia Abbate Production Secretary: Luca De Giorgi Assistant Editor: Pierluigi Darino Assistant Editor: Lucia Sblendorio Script Supervisor: Claudia Nannuzzi Second Assistant Director: Claudio Aloia Second Assistant Director: Stefano Farina Camera Operator: Matteo Carlesimo Camera Operator: Andrea Arnone Assistant Camera: Danilo Caruso Boom Operator: Diego De Santis Set Decoration: Valeria Zamagni Makeup Department Head: Arianna Agosta Hair Department Head: Daniele Perosillo Gaffer: Loris Felici Key Grip: Raffaele Alletto Unit Manager: Vincenzo La Gatta Movie Reviews: Jolang: Andrea (Pierfrancesco Favino) and Sofia (Kasia Smutniak) are a lovely couple, indeed they were. Married for ten years in crisis, they think of divorce. But as a result of a scientific experiment by Andrea suddenly they find themselves one inside the body of the other. Literally. Andrea is Sofia and Sofia is Andrea. With no choice but to live each other’s existence and everyday life. You in the shoes of him, a brilliant neurosurgeon who carries out an experiment on the human brain, he in the shoes of her ambitious TV presenter on the rise.
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Chiusi dentro di Maia Guarnaccia Molho
Sinossi Chiusi dentro di Maia Guarnaccia Molho edito da A&B Editrice è la storia di Elettra, una giovane donna borghese, che vive nel centro di Milano e che ha scelto di restare single, non vuole legami né famiglia. Scoppiata la pandemia si ritrova, come molti, a scandire la quotidianità con telefonate fiume e messaggini continui. Ora che la pandemia la costringe a una vicinanza forzata con i condomini, Elettra mette in atto tutta una serie di strategie, anche feroci, per difendersi da quel mondo fatto di personaggi dalle vite improbabili, ex fidanzati petulanti e parenti assillanti. Tutto inizia con la scomparsa di Nilde, la sua gatta adorata, l’unico essere per cui prova affetto, e che non si sa se sia scappata, rapita o addirittura uccisa. La sua ricerca scatena una grottesca commedia degli equivoci, un soft thriller dove tutti sono coinvolti loro malgrado. La casa è un labirinto claustrofobico, assediato, dove tutto è costantemente regolato. Un universo chiuso che la donna riuscirà a violare in modo inaspettato, con la spregiudicatezza tipica della sua educazione borghese. Maia Guarnaccia Molho, classe 1972 è nato a Milano e risiede a Londra, e ha sempre vissuto a contatto con la creatività, grazie a suo padre, Matteo Guarnaccia, grande artista e intellettuale, e sua madre, Renata Molho, nota scrittrice e giornalista di moda. Maia Guarnaccia Molho è uno scrittore, un regista, Top Executive nel settore del lusso e dell’intrattenimento. Ha vissuto in diversi paesi, tra cui Berlino, San Francisco, Parigi, si è laureato in Filosofia e ha collaborato con Linus con le rubriche “Sarti & Navigatori”, “Tombinologia”e “Scritto Misto”. Come regista ha realizzato la trilogia Demistify presentata dal 2007 al 2009 ai Film Festival di Locarno, Miami, Roma e Lessness nel 2016. Tra i suoi romanzi ricordiamo Solo ritorno (2019), A un passo (2017), Umano (2011), Prove tecniche di redenzione (2008), Maba Ratta (2003) e Ottoluno (1998). Come di consueto, abbiamo intervistato l’autore per farci raccontare qualche aspetto curioso del suo ultimo romanzo che può stuzzicare l’interesse dei lettori. Chiusi dentro di Maia Guarnaccia Molho: intervista all’autore Lei ha scritto che Chiusi dentro è un romanzo sulla solitudine, che diventa sempre più una condizione, quasi una categoria dell’umano. Ci può spiegare meglio cosa intende? Cito Pascal con “l’infelicità dell’uomo nasce dall’incapacità di stare solo in una stanza”. La solitudine è una delle maggiori cause di depressione e malattia delle ultime generazioni, dove l’avvento del digitale ha creato questa illusione di comunità, amicizia, fratellanza e connessione costante che non è altro che una ventata di pixel che distrae e assopisce, né più’ né meno che ascoltare disco music da soli in macchina bloccati nel traffico. Il personaggio principale del libro è Elettra, una single per scelta. Come vive la protagonista questa condizione quando si confronta con gli altri? Non vuole compromessi, non le interessa l’opinione degli altri. E ‘autosufficiente. Questa pseudoprigionia le dà ancora più forza di analizzare il mondo che la circonda, per valutare che è un mondo ignobile, dove poche persone o animali fanno eccezioni. Per Elettra la diffidenza verso le altre persone, anche verso i familiari, inizia a diventare un valore. Lei crede che questo aspetto sia diventato comune a molte persone dopo la pandemia? La solitudine e la clausura forzata hanno acuito le sensibilità. Tutto sembra più trasparente. Si intuiscono prima le falsità e si diventa più intransigenti. C’è un lato caratteriale della protagonista che è simile al suo? E qualcosa invece di Eletra che non che sopporta? Sicuramente la sua generosità nell’ascoltare il prossimo e l’intento innato di aiutare gli altri. E qualcosa invece di Eletra che non che sopporta? La gatta, sono allergico al pelo dei felini. Elettra è un personaggio che muta nel corso del romanzo oppure si radicalizza sulle sue posizioni? Elettra muta nel senso che è obbligata a confrontarsi con la sua parte cinica che non sapeva le appartenesse, per sopravvivere in un ambiente disumano, egoista e arido. Read the full article
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It's a play time.... Felini veri.... Zero peluche.... Gatti cento per cento NATURA CREA.... Don Matteo 6 due episodi su Rai premium.... Non c'è più insinna da questa serie, ma c'è nuovo capitano che diventa frassica suocero, eheheheh la Hostess è una cacacaxxa, quella attrice fa sempre la parte antipatica ovunque recita... Qui poi che si trova con due tipe a cena, il capitano prende schiaffi da una e dall'altra ahahah solito cecchini crea casini, non si fa mai caxxi suoi ahahahah.... Qui frassica aiuta una signora di 82 anni a recuperare la sua gatta Cleopatra, così la giornalista voleva far articolo sul capitano seduttore invece lo farà su maresciallo altruista.... Terence HILL sei un grande Dio ti benedica... Idem insinna nino e Simone... E Natalina e Pippo are "The top" ... (presso Don Vito's Cats Bar Home) https://www.instagram.com/p/Clnxqqcjcq8/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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La “TreccagnE” et Similia.
L'enciclopedia Treccani, pardon, "TreccagnE" rivendica con orgoglio la scelta di inserire forzatamente le forme femminili di nomi e aggettivi.
Dunque non troveremo più "gatto", bensì "gatta/gatto".
Non solo: pare che anche la parola "uomini", intesa ad indicare tutto il genere umano, sia da abbandonare immediatamente.
Perché è risaputo che le donne, in quanto esseri emotivamente instabili, si sentano terribilmente offese quando leggono, che so, "l'uomo passò dal nomadismo alla sedentarietà".
Vero, signore? È una descrizione accurata? Una simile frase vi fa sentire escluse dalla Storia?
Un momento però... Storia è una parola al femminile.
Quindi esclude anche me, che sono uomo. Perché non Storiə?
La “TreccagnE” parla di "inclusività", una delle tante parole d'ordine che spianano la strada alle isterie del politicamente corretto e alle barbarie della cancel culture.
I geni che, guarda caso in piena campagna elettorale, se ne sono usciti con questa fesseria parlano anche di "evoluzione della lingua".
Peccato che l'operazione puzzi di politica e ideologia lontano un miglio. E che nulla abbia a che fare con la naturale evoluzione di una lingua o di una cultura.
I globalisti fanno così, in ogni campo: prendono un argomento o una materia, ne stuprano le forme e ne distorcono il significato, per poi dichiarare che si tratta di un inevitabile progresso e dunque qualsiasi ripensamento equivarrebbe ad un passo indietro.
La “TreccagnE” ha smesso da oggi di essere un'enciclopedia patrimonio della cultura italiana e si è messa a fare un lavoro diverso: la propaganda.
Matteo Brandi
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Quando mi sono innamorata di Matteo, pensavo che l’unica rivale da sbaragliare fosse la moglie.
Mi sbagliavo.
La Gatta. La Gatta è la mia vera rivale.
Dovreste vedere come gli zompa in grembo, la perfida, appena mi appropinquo con fare vagamente malizioso o iniziamo a farci le coccole.
Per non parlare di quando si vendica se la sgridiamo, e ci guarda con occhi di fuoco mentre butta giù da tavoli e mensole le cosa puntualmente più preziose e delicate e fragili che trova a portata di zampa. I gatti non incassano i rimproveri, non si sentono in colpa come i cani, no: i gatti si vendicano da stronzi e te la fanno pagare e quando vogliono le coccole le vogliono ORA SUBITO NON TI AZZARDARE A NON FARMELE e quando si stancano ti fanno pure brutto e pigliano e se ne vanno e addio.
Amici qua se continua così appena Matteo non mi vede la lancio nel lago (e torno a casa con un cane, L’UNICO VERO LEALE AMOREVOLE FEDELE EMPATICO MIGLIORE AMICO DELL’UOMO).
Scusate lo sfogo :-) :-) :-)
Poi quando vuole ci vogliamo bene e ci coccoliamo e ci sfusiamo e tutto eh, per carità.
Ma ciò non toglie che sia una bestia di satana e io non sarò mai mai MAI una gattara, W i cani 4ever :-) :-) :-)
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Purgatorio
Seconda tappa del progetto che il Teatro delle Albe dedica alla Commedia dell’Alighieri con un doppio site-specific – prima a Matera e ora a Ravenna. (more…)
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#Alessandro Argnani#Alessandro Renda#Dante Alighieri#Ermanna Montanari#Genova 2001#Gianni Plazzi#Joseph Beuys#Laura Redaelli#Luciano Fabbro#Luigi Ceccarelli#Luigi Dadina#Marco Martinelli#Marco Montanari#Massimiliano Rassu#Matteo Gatta#Mirella Mastronardi#Oderisi Da Gubbio#Papa Adriano V#Ravenna Festival#Recensione Purgatorio#Roberto Magnani#Simone Marzocchi#Ugo Capeto#Vladimir Majakovskij
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Nel Paese della bugia la verità è rivoluzionaria di Simona Maggiorelli È finita la pacchia» dice il ministro dell’Interno irridendo chi rischia la vita per raggiungere l’Italia e lavora come uno schiavo del caporalato nelle nostre campagne. «Hanno 17 anni e restano a bordo» sentenzia Salvini, cieco e sordo ai messaggi degli stessi siracusani che scrivono «Fateli scendere» su lenzuoli bianchi appesi alle finestre. «Non è roba nostra, se li prendano i Paesi Bassi», insiste lui riferendosi ai minorenni a bordo della Sea watch da giorni in balìa del mare. Il linguaggio carico di odio, sempre più violento, di esponenti di governo rimbomba ogni giorno nelle nostre orecchie. Rivolto a migranti, rom, giovani come Arafet, cittadino italiano di origine tunisina che ha perso la vita durante un fermo della polizia. «Dovevano dargli un cappuccio e brioche?» ironizza il Capitano che poi inneggia alle forze dell’ordine che hanno salvato una gatta, promettendo pene severe per chi voleva uccidere… la povera gattina. è un eufemismo definire spregiudicata la propaganda orchestrata dai social media manager al servizio di Salvini. Difficile non pensare a certe fotografie dei nazisti che accarezzavano amorevolmente figli e cani, mentre sterminavano bambini ebrei come fossero cose, oggetti inanimati. Operazione comunicativa lucida, decisa a tavolino, spietata. Ma anche noi commentatori rischiamo di esserne complici quando diciamo che è un’operazione studiata per accaparrarsi voti, quando ripetiamo che lo fa per ottenere consenso. Come se fosse normale ottenere consenso con frasi che incitano all’odio e con provvedimenti che vanno contro i valori antifascisti della Costituzione, come quelli contenuti nel decreto “immigrazione e sicurezza” che negano i diritti ai richiedenti asilo e impongono una feroce stretta alla protezione umanitaria. Il fascismo è pur fascismo, è endemico ed eterno diceva Umberto Eco. Noi non pensiamo che sia innato, ma che allora come ora una parte della società italiana, quella che si bea del revanscismo reazionario si sia gravemente ammalata, al punto da aver perso il proprio volto, al punto di aver perso ogni sensibilità e capacità di sentire. C’è qualcosa di patologico in questo consenso che cresce, almeno nei sondaggi, in modo proporzionale alla violenza del discorso politico legastellato. Ma c’è anche qualcosa di patologico nel trasformismo camaleontico di politici del centrosinistra che hanno dato avvio a tutto questo e oggi si fingono anime belle. E allora ci appare sempre più importante, contro questa ubriacatura di amnesia collettiva, tornare ogni settimana a rimettere in fila i fatti, ricordare le cifre del genocidio nel Mediterraneo di cui ci stiamo rendendo tutti responsabili stando in silenzio. Ci pare fondamentale farlo riportando in primo piano le voci, le identità, le storie di chi è annegato perché l’Europa e questo governo si sono voltati dall’altra parte. Gli sbarchi sono diminuiti, Minniti e Salvini, fanno a gara nell’attribuirsene il “merito”, ma non dicono che se anni fa annegava nel Mediterraneo una persona su 39 ora ne scompare una su 6. È una palese menzogna affermare che nel Mediterraneo si muore perché ci sono le Ong come ha detto il ministro dell’Interno accusato di sequestro di persona aggravato per aver impedito lo sbarco di profughi dalla nave Diciotti. è vero l’esatto contrario, si muore perché le Ong non ci sono più, si muore a causa delle criminali politiche di chiusura dei porti e degli accordi con la Libia. Pesa su questo governo la responsabilità delle 170 persone annegate in due giorni a metà gennaio, ma anche la responsabilità delle centinaia di persone che sono state ricacciate nei lager libici. Fotografie agghiaccianti sono circolate anche nei giorni scorsi che mostrano persone in catene, con i segni di torture. “Si prega di chiudere gli occhi”. Lo pretende Matteo Salvini brandendo Vangelo e rosario. Con lui il devoto di padre Pio Giuseppe Conte. Ma anche il ministro delle Infrastrutture Toninelli che con un grottesco ribaltamento della realtà si appella ai trattati internazionali, che questo governo ha ampiamente violato, rinnegando il millenario diritto del mare e uccidendo qualsiasi forma di umana solidarietà. ... Risuonano come una denuncia fortissima le parole della senatrice Liliana Segre: «Noi ebrei eravamo senza nome, oggi percepisco la stessa indifferenza verso i migranti». Non accettiamo di chiudere gli occhi.
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“Amore” vincitore del bando Under25 Gold, in scena in prima assoluta dal 21 al 24 marzo al Teatro Studio Uno di Roma
“Amore” vincitore del bando Under25 Gold, in scena in prima assoluta dal 21 al 24 marzo al Teatro Studio Uno di Roma
Progetto Goldstein e Teatro Studio Uno
presentano
AMORE
un progetto di Tristeza Ensemble
scritto da Matteo Gatta
regia Viola Marietti
con Matteo Gatta, Grazia Capraro, Matteo Principi, Viola Marietti
Dal 21 al 24 marzo 2019
Teatro Studio Uno via Carlo della Rocca, 6 Roma
LEI e LUI. Non più bambini (forse), non ancora adulti (decisamente),
o forse nessuna delle due. LUI e LEI nell’occhio del…
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La Mamma e lo stupido vermiciattolo [cioè il narratore, che sceglie di parlare di sé in terza persona e non, come sempre fa, in prima persona, perché qui si ritrova a raccontare un aneddoto di un passato così alieno da lui che potrebbe appartenere a un altro e che forse, ma la colpa è anche della madre e dell’amore che nonostante tutto lui le porta, davvero appartiene ad un altro. Del resto, provate a sfogliare i polverosi album di famiglia e ditemi se i piccoli Voi che vi giudicano dalle foto non sono altro-da-voi. Guardateli bene, quei Voi che mai si riconoscerebbero in voi, e chiedetevi se non li avete ammazzati nei modi più fantasiosi NdR] una volta andarono allo zoo. [...] Nello zoo c'erano gli animali dietro le sbarre, dietro spesse lastre di plastica, al di là di grandi fossi pieni d'acqua, e se ne stavano perlopiù spaparanzati al suolo, masturbandosi con le zampe posteriori. «Gesù santissimo» disse la Mamma a voce un po' troppo alta. «Tu dài agli animali selvatici un bel posticino sicuro e pulito in cui vivere, li rimpinzi di buon cibo sano» disse, «e guarda come ti ringraziano.» Le altre mamme si chinarono a sussurrare qualcosa all'orecchio dei figli e li trascinarono per un braccio a vedere altri animali. Di fronte a loro, le scimmie si toccavano furiosamente e schizzavano fuori roba bianca e densa. La roba bianca e densa colava sulle lastre di plastica. Sulle lastre c'erano schizzi di roba bianca vecchia e già secca, che spiaccicandosi avevano formato una patina sottile, oramai secca e semitrasparente [NdR stupido vermiciattolo, lo sperma vecchio e secco assume una colorazione come quella del piscio di un soggetto con insufficienza renale e una velocità di filtrazione glomerulare intorno ai 20-25 millilitri al minuto, un arancione malato che fa schifo al cazzo, compreso quello delle scimmie]. «Tu gli togli la lotta per la sopravvivenza ed ecco cosa ottieni» disse la Mamma. I porcospini, invece, per procurarsi un orgasmo, disse la Mamma mentre ne osservavano uno, si scopano un bastoncino di legno. Un po' come le streghe che volano a cavalcioni sulle scope, i porcospini si sfregano sul bastoncino finché quello non diventa puzzolente e appiccicoso di pipì e di secrezioni. Una volta che il bastoncino puzza a sufficienza, loro non lo abbandonano più e non ne cercano un altro [NdR ignoro i costumi monogami dei porcospini in cattività, ma avendone avuti molti e per lungo tempo che si aggiravano in giardino, ho notato cose interessanti, come la mania di riempire metodicamente dei minuscoli bastoncini di liquerizia che sfuggono loro dall’ano i piattini da caffè in cui sono soliti mangiare la pastasciutta avanzata. Sono molto golosi di pastasciutta e liquerizia] Guardando il porcospino cavalcare il suo bastone, la Mamma disse: «Molto fine, come metafora». Il ragazzino immaginò di aiutare la mamma a liberare gli animali. Tigri e pinguini, tutti che lottavano fra loro. Leopardi e rinoceronti che si mordevano a vicenda. Allo stronzetto l'idea piaceva da morire. «L'unica cosa che ci differenzia dagli animali» disse la Mamma, «è che noi abbiamo la pornografia.» Sempre di simboli si trattava, disse. Ma non sapeva dire con esattezza se la cosa ci rendeva migliori o peggiori degli animali. Gli elefanti, disse la Mamma, lo fanno con le zanne. [Per tenere calmi gli elefanti più giovani, gli specializzandi in zoologia indossano un guanto con soprammanica che arriva loro fino alla spalla e, cosparsa la guaina di lubrificante, praticano al focoso pachiderma un massaggio prostatico. L’elefante è chiuso in una gabbia dove a malapena riesce a entrare e sotto di sé ha una secchia che un altro specializzando sposta qua e là con una pertica, in modo che non vada persa una sola goccia del diluvio di sperma che coronerà gli sforzi del massaggiatore immerso nel buco del culo di Dumbo. Non so a quale uso sia destinato lo sperma. Forse ne ricavano candele o integratori alimentari. NdR] Le scimmie ragno lo fanno con la coda. Il ragazzino aveva voglia di veder succedere qualcosa di brutto, di pericoloso. «La masturbazione» disse la Mamma «per loro è l'unica via di fuga.» Finché non arriviamo noi due, pensò il ragazzino. Gli animali tristi e catatonici, gli orsi strabici e i gorilla e le lontre accasciati su sé stessi, con gli occhi vitrei quasi completamente chiusi, che respiravano a malapena. Con le zampette logore imbrattate di roba appiccicosa. Gli occhi coperti di croste. I delfini e le balene si strusciano contro le pareti lisce delle vasche, disse la Mamma. I cervi, disse, sfregano le corna nell'erba fino a raggiungere l'orgasmo. Davanti a loro, un orso malese sparò il suo schizzetto su una roccia. Dopodiché si lasciò cadere sulla schiena con gli occhi chiusi. Lasciando il suo laghetto a morire sotto il sole. Il ragazzino sussurrò: lui è triste? «Peggio ancora» disse la Mamma. Gli raccontò di una famosa orca assassina che, dopo essere stata protagonista di un film, era stata trasferita in un acquario nuovo di zecca, lussuosissimo, ma aveva cominciato a riempire la vasca di sperma. I guardiani erano imbarazzatissimi. La cosa aveva assunto proporzioni tali che adesso stavano cercando di liberarla in mare. «Guadagnarsi la libertà a forza di masturbazioni» disse la Mamma. «Michel Foucault sarebbe impazzito per una cosa simile.» Gli disse che quando un maschietto e una femminuccia copulano, la punta del pene di lui si gonfia, e i muscoli della vagina di lei si dilatano. Dopo aver fatto sesso i cani rimangono bloccati l'uno dentro l'altra, e per un tempo generalmente breve non possono fare altro se non restare in quella posizione infelice [il gatto, invece, ha un pene che sembra progettato per il dolore, con degli spuntoni sadomaso che graffiano la vagina, ed è una vera benedizione per la gatta che il maschio spari i suoi soldatini bianchi in un paio di secondi Ndr.) La Mamma disse che la descrizione poteva adattarsi perfettamente a buona parte dei matrimoni. Nel frattempo, quasi tutte le altre madri avevano portato via i figli. Quando il ragazzino e la Mamma rimasero soli, lui le sussurrò: dove sono le chiavi per liberare gli animali? E la Mamma rispose: «Ce le ho qui». Davanti alla gabbia delle scimmie, la Mamma infilò una mano nella borsa e tirò fuori una manciata di pillole, minuscole pillole rotonde e viola. Le lanciò al di là delle sbarre, e le pillole si sparpagliarono, rotolando ovunque. Alcune scimmie si avvicinarono per osservarle. Per un angoscioso istante, il ragazzino si dimenticò di parlare a bassa voce e disse: «Cos'è, veleno?». E la Mamma scoppiò a ridere. «Questa sì che sarebbe un'idea» disse. «No, amore mio, noi due queste scimmie non vogliamo liberarle definitivamente.» Adesso le scimmie si erano raccolte intorno alle pillole, e se le stavano mangiando. E la Mamma disse: «Tranquillo, bimbo mio». Infilò una mano nella borsetta e tirò fuori il tubetto bianco, il tricloroetano. «Questo?» disse, e si appoggiò una pillola viola sulla lingua. «Questo è solo comunissimo Lsd.» Dopodiché, si ficcò il tubetto di tricloroetano in una narice. O forse no. Forse non andò affatto così.
Chuck Palahniuk, Soffocare (Choke, 2001), paragrafo 30; trad. di Matteo Colombo, NdR mie
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Buon Natale
Alessandra Cattini
Alessandra Gilioli
Alessia Aloisio
Antonella Bortoli
Chiara Centioni
Cristina Chiabotto
Elena Barolo
Elvezia Pappone
Federica Bizzi
Federica Zuccheri
Iaia De Rose
Marta Di Matteo
Shaila Gatta
Teresa D'Alessandro
Viola Valentina Vignali
#Alessandra Cattini#Alessandra Gilioli#Alessia Aloisio#Antonella Bortoli#Chiara Centioni#Cristina Chiabotto#Elena Barolo#Elvezia Pappone#Federica Bizzi#Federica Zuccheri#Iaia De Rose#Marta Di Matteo#Shaila Gatta#Teresa D'Alessandro#Viola Valentina Vignali#Buon Natale#Natale 2021#Merry Christmas#Christmas 2021#Christmas
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Matteo Gatta Appointed as New CEO of BICS, Joseph Burton to Lead TeleSign https://bit.ly/3a62FSL
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Ahahah frassica sente parlare Giulio e patrizia al tel, è incinta ...poi la sente dopo parlare col dottore di ecografia ahahah e si fa il film di diventare nonno e Giulio non vuole prendersi sue responsabilita' eheheheh perché è allergico a gatti era la gatta di patrizia che era incinta ahahahah ma mi ha fatto morire don Matteo LA FAMIGLIA NON È UNA QUESTIONE DI MODA parlando con Natalina interviene cecchini LA FAMIGLIA È UN UOMO CHE FA UOMO E DONNA CHE FA LA DONNA ahahah SI SPOSANO E DOCUMENTI TUTTO IN REGOLA ahahahah mitici frassica e hill....la.rara TV di buoni valori....e che bella la loro gatta bianca superpelosa, come la mia jihad, la migliore di sta puntata, ovviamente....anche rai 1 ha capito che felini sono superiori a umani...felini 1 umani 0....palla a centro ahahahah ...attentato giappone colpa di fake news russe e cinesi fanno lavaggio cervello a giovani su web ... #occidente si deve svegliare e deve rendere #illegale essere #comunista perché alla fine sono solo assassini e nulla di più...oltre che grandi ignoranti... (presso Don Vito's Cats Bar Home) https://www.instagram.com/p/CfwN4wUjU0t/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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15 dic 2020 17:40 SI RIACCENDE LA GUERRA TRA JOHN ELKANN E ANDREA AGNELLI: IL CAPO-FAMIGLIA PENSA ALL'ALTRO CUGINO RAMPANTE, ALESSANDRO NASI, PER GUIDARE LA FERRARI AL POSTO DI CAMILLERI, USCITO ALL'IMPROVVISO PER RAGIONI MOLTO PERSONALI - LA NOTIZIA HA FATTO VENIRE UN EMBOLO AD ANDREA, CHE SOGNA QUEL RUOLO DA QUANDO È BAMBINO. MA ORA HA LE GATTACCE DA PELARE DELL'ESAME-FARSA DI SUAREZ E DEL DEBITO-MONSTRE DELLA JUVE, CHE NELLA PROSSIMA SEMESTRALE POTREBBE ARRIVARE A 600 MILIONI LORDI
DAGONEWS
In casa Agnelli il feeling tra i due cugini John e Andrea resta pessimo. L'amministratore delegato di Exor, cassaforte di famiglia e che ha dunque l'ultima parola sulle decisioni che contano nel gruppo, sta cercando il sostituto di Camilleri, che da un giorno all'altro ha mollato la Ferrari, dopo una stagione di Formula 1 particolarmente disgraziata.
Dietro all'uscita del manager però ci sarebbero ragioni molto personali, forse legate al Covid da cui ha detto di essere guarito nei giorni scorsi. Il fatto di aver lasciato anche il ruolo di presidente di Philip Morris International è il segnale che i travagli del Cavallino non fossero il motivo principale dietro alla decisione.
'Yaki' ha preso il suo posto ad interim, ma non può lasciar passare troppo tempo: il circo delle auto da corsa ricomincerà presto e il nuovo ad deve prendere in mano la scuderia il prima possibile.
Ha un nome che gli frulla per la testa: Alessandro Nasi, suo lontano ma influente cugino. Il ramo dei Nasi ha il 27% delle quote della Giovanni Agnelli e C. S.a.p.az., l'accomandita che controlla la Exor (Alessandro è vicepresidente della società insieme ad Andrea Agnelli).
Più noto per essere diventato il fidanzato di Alena Seredova dopo la rumorosa rottura con Buffon, Nasi da giugno 2020 guida la Comau, società specializzata nell’automazione industriale per l’industria automobilistica, controllata da Fca. Ma il suo ingresso nel gruppo risale al 2005 e da allora ha ricoperto ruoli in Fiat Powertrain Technologies e in CNH Industrial, gruppo che produce macchinari per l’agricoltura e le costruzioni, di cui è membro del cda. È anche presidente di Iveco Defence Vehicles e membro del cda Exor.
Insomma è un ingranaggio discreto ma consolidato della nuova generazione di Agnelli, e una sua promozione ad amministratore delegato di Ferrari lo catapulterebbe nella prima linea familiar-aziendale. Cosa che sta facendo venire un embolo al povero Andrea, che da quando è un bambino sogna di entrare in Ferrari, tanto da aver lavorato in Formula1 quando era più giovane.
Invece, come supremo sgarbo, il suo detestato cugino fece entrare Lapo e non lui nel cda di Maranello, e al massimo gli ha offerto la presidenza della società, ma senza deleghe e solo abbandonando quella bianconera. Nel cassetto dei sogni di Andrea c'è il piano di fondere Ferrari e Juventus e di guidare lui questa inedita ''polisportiva'' di lusso, da quotare poi in borsa.
Peccato che al momento il ‘’dottor’’ Andrea Agnelli (ma non è mai entrato in una facoltà universitaria) abbia una bella gatta da pelare, cioè l'esame-farsa di Luis Suarez. Perché a essere indagato dalla procura e anche dalla Federcalcio è Paratici, ma l'ordine di andare avanti con la cittadinanza del calciatore sarebbe venuto proprio da Andrea.
Non solo. La prossima semestrale della Juve potrebbe certificare un debito lordo monstre da 600 milioni, che metterà la famiglia davanti a un bivio: o dovrà entrare un grosso fondo straniero, vedi il Milan, o dovranno aprire il portafogli per iniettare centinaia di milioni nella società.
La mente di tutte le operazioni di Andrea? Francesco Roncaglio, 42enne ex bocconiano che siede nel cda della Juve e che guida Lamse, la holding di partecipazioni che fa capo al presidente della Juventus e a sua sorella Anna. Ora ha un compito difficile: trovare un modo per far uscire Andrea dal pantano giudiziario e finanziario in cui si trova la squadra, ed evitare che la sua stella si appanni troppo a vantaggio dell'emergente Nasi. La guerra tra cugini continua.
CHI È FRANCESCO RONCAGLIO
Dall'articolo di Francesco Bonazzi per ''la Verità''
La principale società dove da sempre le due famiglie [Agnelli e Ginatta] sono socie si chiama Investimenti industriali, una spa presieduta dalla vera mente finanziaria tanto di Andrea Agnelli quanto di Roberto Ginatta, ovvero il milanese Francesco Roncaglio (42 anni, non indagato), che siede anche nel cda della Juventus, della Banca del Piemonte ed è amministratore delegato della Lamse. Quest' ultima è la società di partecipazioni di Andrea Agnelli, che controllava pariteticamente la Investimenti industriali insieme alla famiglia Ginatta. Quaranta giorni dopo i sequestri, il 31 luglio, di fronte al notaio Monica Tardivo, va in scena un' assemblea straordinaria della Investimenti industriali, che ha 3.620.000 euro di capitale, per deliberare un aumento di capitale da soli mille euro.
Gli Agnelli lo sottoscrivono, sotto la regìa di Roncaglio, mentre Matteo Ginatta lascia cadere l' opzione e va in minoranza per un pugno di euro. Risultato: gli Agnelli prendono il controllo della società con un esborso ridicolo, mettono in minoranza gli amici di una vita nella loro ora più dura e la quota di Investimenti industriali in mano allo Stato, che tenta di rifarsi della mega fregatura rifilata a Invitalia, si deprezza in pochi minuti di centinaia di migliaia di euro.
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Ciao amici, non è che non scrivo perché non ho niente da raccontare, anzi. Facendo un breve recap dell’ultimo periodo, con l’allentamento delle misure anti-covid e il ritorno del caldo e della bella stagione, a condire le giornate tra studio e smart-working sono state: - pause pranzo assolate con spritz e aperitivi in giro per Como, cosi bella finalmente ripopolata e viva - passeggiate sul lago al tramonto per sgranchire le membra e ossigenare l’anima - shopping e arredamento compulsivo per la casa, che ormai dopo 3 mesi qui inizio a sentire davvero nostra (qualcuno fermi l’interior designer pazza che è in me) (anzi no, finché non mi ferma il legittimo proprietario io vado avanti a sfondamento come un panzer, tipo l’altro giorno che siamo passati davanti a una vetrina in pausa pranzo e siamo tornati alla macchina caricandoci a spalla uno specchio in uno dei miei raptus che Matteo ha il pericoloso difetto di assecondare) - cene e pranzi e barbecue e gite in gommone sul lago con i suoi parenti e colleghi (son pochi ma ormai li conosco tutti, e la cosa bella è che tutti mi vogliono bene e mi fanno sentire a casa)(avevo il terrore di essere percepita come la “messalina sfascia-matrimoni” della situazione e invece per niente, anzi, mi hanno fatto ben capire che son molto più contenti adesso - la mamma mi ha “ringraziata” perché “io e suo padre non vedevamo Matteo cosi sereno e felice da tanto tempo”) - per ispirazione di Matteo (che io ho il pericoloso difetto di assecondare) abbiamo scambiato la camera da letto e lo studio, trasferendo i mobili dell’una nell'altra e viceversa (vedasi raptus di design di cui sopra) con rete del lettone saltata fuori a metà della delicatissima operazione di spostamento e passaggio attraverso la porta e corridoio e difficoltà aggravata della gatta che si incuneava sistematicamente negli angoli in cui ci andavamo a incastrare con oggetti pesanti e contundenti, tuttavia, dopo sudate, bestemmie, ansia di rigare il parquet di mezza casa recentemente rifatto, ore di congetture ingegneristiche per trovare la soluzione al momento di panico e incastro, corde da bondage usate per legare le toghe e un mio dito del piede immolato per la causa, CE L’ABBIAMO FATTA e adesso la camera da letto si affaccia sul lago, dall'altra parte della casa, sgombera da case e strade e vicini (e possiamo fare l’amore senza abbassare le tapparelle, con somma gioia di Matteo che sospetto abbia avuto l’intera trovata unicamente per assolvere a tale scopo) - abbiamo rispolverato un proiettore e adesso le serate netflix & chill hanno raggiunto un nuovo ALTISSIMO livello in cui praticamente ospitiamo proiezioni private a grandezza cinematografica nella (nuova) camera da letto abbracciati e soddisfatti e in pace con il Creato
Se a questo punto tutta la mia felicità inizia a diventare ‘mpochetto fastidiosa e avete voglia di darmi un papagno sul naso, lo capisco e vi rassicuro prontamente: domenica mi tocca tornare a Parigi e finisce la pacchia, non vi crucciate.
:-(
#(non sono mai stata cosi triste di tornare a Parigi)#updates randomici perché se sparisco dal tumblo Morena si arrabbia anche con me
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