#Master in Letteratura
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pier-carlo-universe · 22 days ago
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Alexandria International School: Nuova Direttrice e Open Day il 19 ottobreEmanuela Abbate è la nuova Head of School, portando innovazione e leadership all'istituto alessandrino
Con l'inizio dell'anno scolastico, Alexandria International School annuncia importanti novità: la dottoressa Emanuela Abbate è stata nominata nuova Head of School.
Con l’inizio dell’anno scolastico, Alexandria International School annuncia importanti novità: la dottoressa Emanuela Abbate è stata nominata nuova Head of School. La dottoressa Abbate vanta un’impressionante esperienza nel campo dell’educazione, avendo ricoperto incarichi di rilievo come Preside della Scuola Internazionale Sacro Cuore e Direttore degli studi presso diversi British Institutes. Il…
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michelenigrowordpresscom · 2 years ago
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"I 100 e più epigrammi" di Gaetano Ricco, per il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni
versione pdf: “I 100 e più epigrammi” di Gaetano Ricco, per il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni L’epigramma, per la sua vocazione alla brevità (non per la metrica), ricorda una sorta di haiku occidentale; per il resto non è certamente caratterizzato dall’impersonalità di quella particolare forma poetica orientale, anzi la sua sintetica efficacia tende a fissare i fatti…
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pettirosso1959 · 21 days ago
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Hanno voluto ed imposto a tutti il Green New Deal, adesso iniziano a pagare pesantemente le conseguenze delle loro politiche falsamente ambientali.
"La situazione economica della Germania si è deteriorata drasticamente quest'anno. Invece della crescita prevista, il ministro dell'Economia Robert Habeck prevede ora un calo della produzione economica. Inizialmente era previsto un più dello 0,3 per cento, ora si calcola un meno dello 0,2 per cento. Queste nuove cifre riflettono la grave situazione dell'economia tedesca".
E' bene ricordare che, nonostante gli alti e bassi dell'economia tedesca recente, nel 2021 l'economia ha registrato una forte ripresa, con una crescita del PIL che ha raggiunto il 2,7%.
Dopo le imposizioni verdi del ministro dell'economia, e non solo lui, la situazione è drammaticamente cambiata. Il costo dell'energia progressivamente è incrementato fino a raggiungere livelli pari a 3 volte il costo dell'energia degli Stati Uniti e almeno il doppio di quella della Francia.
Le industrie pesanti, quindi tutto il settore siderurgico/metallurgico, quindi acciaio ed alluminio, la filiera chimica con la BASF su tutte, il mondo dell'automobile con Gruppo Volkswagen, BMW e Mercedes, hanno risentito del costo record dell'elettricità e dei continui black-out che stanno interessando il Paese.
La rivoluzione verde ha, quasi immediatamente, colpito l'economia con una crescita dell'1,9% nel 2022 e a un anemico 0,1% nel 2023.
Ma non c'è nulla di cui preoccuparsi, almeno così afferma il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck (Verdi). Il malessere economico è solo colpa della Russia, e la Germania deve solo mantenere la sua "rotta verde".
Per comprendere come mai un ministro si dice certo di un ritorno della Germania ai fasti del passato, si deve comprendere l'estrazione socio-educativa della persona.
Robert Habeck ha studiato lingua e filosofia tedesca e ha conseguito un master in letteratura e filosofia nel 1996. Ha conseguito il dottorato nel 2000 ed è entrato a far parte dell'ALLEANZA 90/I VERDI nel 2002.
Oggi è ministro federale dell'Economia tedesco; se vogliamo parlare di competenze in materie economiche ed energetiche, non si sa bene come e dove possa averle acquisite, ma il mondo teutonico, a volte, assomiglia tanto a quello italico-grillino...
Fernando Arnò.
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Vorrei ricordare che la Merkel, in qualità di Fisico, ha responsabilità circa l'attuale condizione della Germania che pochi vogliono riconoscere. Lei ha deciso la Phase-out dal nucleare, citando Fukushima come causa principale, ma come Fisico non poteva non sapere che a Fukushima non è accaduto un emerito azzo. E' stata lei a sostenere la speculazione delle rinnovabili e la menzogna circa i pericoli del nucleare da abbandonare ad ogni costo, e come Fisico doveva sapere, non poteva non sapere, che il cambiamento climatico è una menzogna. Non rimpiangono nessuno, lei ha gettato le basi di questa disfatta, è lei una delle vendute ed artefici.
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cerentari · 22 days ago
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A seconda dell'umore di Véronique Pittolo
Véronique Pittolo è nata nel 1960 a Douai. Titolare di un Master e di un DEA in storia dell’arte (Parigi 1), scrittrice, critica d’arte, ha partecipato alle riviste Photographies e Beaux-Arts Magazine. Vincitrice del premio di poesia SGDL nel 2004, ha pubblicato numerose opere, che tra poesia, letteratura e performance, gettano uno sguardo singolare e volutamente irriverente sul mondo dell’arte.…
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micro961 · 1 month ago
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Angelo Iannelli: “DAG”
Il 20 settembre arriva in radio il nuovo singolo del cantautore romano, secondo estratto dall’ album “Vicini margini”
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“DAG” è il secondo singolo estratto da “Vicini margini”, il nuovo album del cantautore romano Angelo Iannelli. Questo brano, ricco di suggestioni e dall’andamento nostalgico, racconta emozioni di vita vissuta. 
La canzone narra la ricerca di se stesso da parte dell’Io narrante, raffigurando la solitudine in cui la mancanza di calore è rappresentata da una sigaretta che brucia, l’unica “cosa accesa” che ha accanto.
“DAG” è un viaggio emotivo che invita l’ascoltatore a riflettere sulle proprie esperienze e a trovare un senso di connessione in un mondo spesso desolato. 
Il testo del brano è dello stesso Iannelli, mentre la musica è stata scritta a quattro mani con Riccardo Corso. 
Il singolo è stato arrangiato, suonato e mixato da Alessandro e Francesco Cosentino (Fratelli Cosentino), poi masterizzato in analogico da Riccardo Parenti presso l’Elephant Mastering. Il video che accompagna la canzone, diretto e montato da Iannelli, è stato girato in una desolata Roma notturna.
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DICONO DEL SUO DISCO
«Morbido, malinconico anche dentro dinamiche più presenti, antico ma non vecchio.» RaroPiù
«Un disco da leggere, un disco che cerca di condurmi in quei “margini” che sono i limiti che definiscono lo spazio tra la nostra zona di comfort e il resto del mondo. E la voce di Iannelli ci tiene spesso ad emancipare questo stato di quiete e cerca non solo la pacata ragione ma anche l’irruente tempismo di un istinto.» Bravo On Line
«Si percepisce la dimestichezza di un cantautore che sa cogliere i segni dietro ai quali si celano emozioni e sentimenti, del resto non a caso è anche uno scrittore che ha affinato la sensibilità di chi coglie e trasmette a chi ascolta o legge il suo “sentire”.» Musica Mag
«Angelo Iannelli è sempre a due passi dal confine, come una sfida ma anche come un bisogno per guardare tutto. “Vicini margini” sembra potente nella sua semplicità. Di sicuro non è un disco per far scivolare il tempo» Mondo Spettacol
Angelo Iannelli vive a Roma da quando è piccolo. Cantautore, scrittore, attore, nonché autore teatrale e cinematografico è una figura poliedrica nel mondo artistico contemporaneo. 
Autore del testo dello spettacolo teatrale “Dalla notte del mito all’Eneide, nei luoghi e nei tempi di Virgilio”, interpretato insieme a Michele Placido e Alessandro Haber, ha recitato in numerose serie tv, tra cui “Squadra antimafia”, “R.I.S.”, “L’onore e il rispetto”, “Che Dio ci aiuti” e “Il clandestino” (2024).
Ha pubblicato il romanzo “Bar Binario” (Aracne editrice, 2016), il saggio scientifico “L’Io diviso. Dai medici-filosofi alla letteratura, al teatro e al cinema del Novecento” (Aracne, 2013) – presente nel catalogo di alcune tra le più prestigiose Università e biblioteche internazionali (Sorbonne Université, Harvard, Princeton, Library of Congress, New York University) – e il saggio “Il Metodo V.D.A.M. Una pedagogia attorica” (2023).
È autore del documentario “Intervista a Carlo Merlo, il maestro delle Star” – in cui sono approfonditi i più importanti metodi contemporanei di recitazione – e di diversi cortometraggi indipendenti di cui ha curato la sceneggiatura e la regia.
Nel 2016 è uscito il suo primo album musicale, “Il cannocchiale”, seguito da numerosi singoli tra i quali “Il bambino di Aleppo”, “Comico dell’arte”, “GPB”, “Poema vocale”, “Malbene”, “Così scappi da te” e “Come a Hollywood” (2023). 
Ha collaborato, tra gli altri, con l’illustratore, animatore e regista Michele Bernardi (Colapesce, Vasco Brondi/Le luci della centrale elettrica, Tre allegri ragazzi morti), che ha realizzato il videoclip de “Il bambino di Aleppo”, con Alessandro Canini (Venditti, De Gregori), con Riccardo Corso (Cristicchi) e con i Fratelli Cosentino (Ariete, Franco 126).
Dei brani di Iannelli hanno parlato, mediante recensioni, interviste, live in diretta e brani in rotazione: RAI Isoradio, RAI Sport radio, Tgcom24, Mediaset Infinity, Radio Lattemiele, Il giornale, La Repubblica, Il messaggero, Leggo, TGR Lazio e diverse altre testate.
Attualmente insegna Lettere in una scuola superiore di Roma ed è Docente di discipline cinematografiche nell’ambito del “Piano Nazionale Cinema”.
Il 10 maggio 2024 esce in radio “Elettronica”, singolo estratto dal suo nuovo album “Vicini Margini”, pubblicato il 24 maggio dello stesso anno per Matilde Dischi / Artist First. Il 20 settembre 2024 esce in radio “DAG”, secondo singolo estratto dal disco.
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elmas-66 · 4 months ago
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La poetessa iraniana Faleeha Hassan residente negli Stati Uniti, condivide la biografia e due poesie, pubblicazione di Elisa Mascia da San Giuliano di Puglia -Campobasso
Foto cortesia di Faleeha Hassan Faleeha Hassan. È una poetessa, insegnante, editrice, scrittrice e drammaturga nata a Najaf, in Iraq, nel 1967, che ora vive negli Stati Uniti.  Faleeha è stata la prima donna a scrivere poesie per bambini in Iraq.  Ha conseguito un master in letteratura araba e ad oggi ha pubblicato 26 libri, le sue poesie sono state tradotte in inglese, turkmeno, bosniaco,…
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carmenvicinanza · 4 months ago
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Petina Gappah
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Ci sono fatti storici ancora avvolti dal silenzio, in qualche modo anche dalla vergogna. La letteratura serve anche a questo, a interrompere il silenzio.
Petina Gappah, pluripremiata avvocata e scrittrice, definita la voce dello Zimbabwe, scrive in inglese libri ambientati nel suo paese d’origine mentre esercita brillantemente la sua professione di avvocata internazionalista. È la figura legale di riferimento per l’area araba allargata di libero scambio (GAFTA) ad Accra.
La passione per il suo lavoro rimane forte mentre narra dei fallimenti e delle ingiustizie dello Zimbabwe nella speranza che, nonostante l’oscurità, si possa ottenere un cambiamento.
Ha anche scritto per diverse testate internazionali come The Financial Times, The New York Times, The Guardian e Süddeutsche Zeitung, ed è stata editorialista per OmVärlden, la rivista svedese sullo sviluppo e gli affari globali.
È nata in Zambia il 16 giugno 1971, da genitori emigrati dallo Zimbabwe, dove è ritornata quando aveva nove mesi. Dopo l’indipendenza del paese, la sua famiglia si era trasferita a Harare, in una zona prevalentemente abitata da persone bianche bianca, tanto che è stata una delle prime alunne nere della sua scuola elementare. Ha iniziato a scrivere quando aveva dieci anni, il suo primo racconto è stato pubblicato sulla rivista della scuola che frequentava.
Dopo la laurea in giurisprudenza in Zimbabwe, ha conseguito un dottorato in diritto internazionale all’Università di Graz e un master a Cambridge. Successivamente si è trasferita a Ginevra, dove ha iniziato a lavorare come avvocata specializzata in diritto internazionale.
Nel 2009 ha pubblicato il suo primo libro, la raccolta di racconti An Elegy for Easterly, tradotto in diverse lingue, che le è valso diverse prestigiose candidature come opera prima e ha vinto il Guardian First Book Award.
Nel 2010 è tornata ad Harare per tre anni per lavorare al suo primo romanzo, Il libro della memoria che, pubblicato nel 2015, è il testamento immaginario di una donna albina imprigionata nel braccio della morte, che spera in una tregua presidenziale. Il libro ha vinto il Premio McKitterick dalla Society of Authors.
La seconda raccolta di racconti Rotten Row, pubblicata nel 2016, è stata scelta come “Libro del giorno” da The Guardian.
Dal 2017 è stata DAAD Fellow e Writer-in-Residence a Berlino. 
Nel giugno dello stesso anno ha tenuto la conferenza annuale del Journal of Southern African Studies, intitolata Looking for Dr Livingstone’s African Companions, presso la School of Advanced Study dell’Università di Londra. 
Out of Darkness, Shining Light, del 2019, che in italiano è stato tradotto con il titolo Oltre le tenebre, ha vinto i National Arts Merit Awards 2020 per Outstanding fiction book.
Il libro si apre a Chitambo, nell’attuale Zambia, dove David Livingstone è morto nel 1873 e si chiude in riva al mare, a Bagamoyo, di fronte all’isola di Zanzibar. In mezzo ci sono i sessanta giorni di un Cuore di tenebra a rovescio, il racconto di come i suoi attendenti e la cuoca Halima, sfidando la fame e i pericoli, gli sono rimasti fedeli fino all’ultimo, cercando pace per quello strano uomo bianco e una vita migliore per se stessi.
“La storia di David Livingstone, il grande esploratore dell’Africa, ossessionato dalla ricerca delle sorgenti del Nilo, è cosa nota. Ciò che pochi sanno è che il viaggio più incredibile lo ha fatto da morto, quando il suo corpo imbalsamato è stato trasportato per oltre duemila chilometri dall’interno del continente africano fino alla costa, per poter essere sepolto in Inghilterra. Chi erano gli uomini e le donne che lo accompagnarono? Perché lo fecero? Il mio romanzo è nato per restituire un volto e un destino a queste figure dimenticate”.
Petina Gappah ha lavorato con il David Livingstone Birthplace Museum per reinterpretare i Tableaux Pilkington Jackson di Charles d’Orville.
Con la sua scrittura riesce nel difficile compito di rendere luoghi per lo più sconosciuti, con tale intimità e vitalità da farli sentire subito familiari. E dotata di una speciale sensibilità verso la tragedia umana e anche verso la commedia, insita nell’esistenza. Spalanca le porte di un milione di case illuminate e ci permette di guardarci dentro. In ognuna troviamo qualcosa di meraviglioso e strano, compreso un riflesso di ciò che siamo.
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lamilanomagazine · 5 months ago
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Milano: Mahmood e Omar Pedrini e il Premio Rosa Camuna per la musica
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Milano: Mahmood e Omar Pedrini e il Premio Rosa Camuna per la musica. Anche la musica è protagonista del 'Premio Rosa Camuna', la più alta onorificenza istituita dalla Regione Lombardia. Tra i premiati dell'edizione 2024, il bresciano Omar Pedrini, già storico leader dei Timoria (su iniziativa del Consiglio regionale) e il milanese Alessandro Mahmood, uno dei nomi più importanti della scena musicale contemporanea e già vincitore del Festival di Sanremo (su indicazione del presidente della Regione Lombardia). I prestigiosi riconoscimenti vengono assegnati a persone fisiche, imprese, enti, associazioni, fondazioni e realtà residenti, con sede o operanti in Lombardia, che grazie al loro impegno, operosità, creatività ed ingegno hanno contribuito allo sviluppo economico, sociale, culturale e sportivo della Lombardia. Nelle motivazioni del conferimento del premio 'Rosa Camuna', per Omar Pedrini si legge: "Le sue produzioni artistiche e musicali lo hanno reso un protagonista indiscusso della scena rock italiana dagli anni '90 ad oggi. La Lombardia, la terra a cui sente profondamente di appartenere, è un punto di forza e di riferimento in tutta la sua produzione artistica". In quelle per Mahmood si spiega che "i suoi album hanno registrato milioni di copie vendute e innumerevoli riconoscimenti artistici. Non fa mancare il suo sostegno a progetti a favore di chi è difficoltà". OMAR PEDRINI, DA BRESCIA 35 ANNI DI CARRIERA PIENA DI SUCCESSI - Bresciano classe '67 Omar, mastica pane e musica fin da piccolo. La musica è di casa a casa sua: il bisnonno materno era un liutaio, la nonna materna suonava la chitarra e la madre, vicina al movimento hippy, si portava dietro i figli quando andava ai concerti di artisti come Guccini, Vecchioni e De Gregori. Durante gli anni del Liceo Classico Pedrini conosce Carlo Alberto Pellegrini, Diego Galeri ed Enrico Ghedi, con cui nel 1985 fonda la band rock alternative dei Timoria. Dopo il diploma, Omar si iscrive all'Università di Milano alla facoltà di Scienze Politiche, che abbandona qualche anno dopo per dedicarsi alla musica a tempo pieno. Con i Timoria, a cui nel frattempo si aggiunge anche Francesco Renga, raggiunge il successo e pubblica 13 album. Nel 2003 prende una pausa a tempo indeterminato dalla band e si dedica unicamente alla carriera solista, intrapresa già a partire dal 1996. L'amore per le arti figurative, la letteratura e le contaminazioni, lo porta a esplorare molte altre strade, a partire dalla direzione artistica dal 1997 del 'Brescia Music Art', festival della contaminazione tra le arti, alla direzione del festival 'Valtrompia MUSIC Art', all'esperienza di autore televisivo e di docente al Master in Comunicazione Musicale dell'Università Cattolica. Nel 2009 firma la colonna sonora del film di Pupi Avati 'Il figlio più piccolo' in cui interpreta anche un cameo. Nel 2016 vince il Premio Lunezia per il valore letterario dei testi delle canzoni con l'album 'Che ci vado a fare a Londra?'. Nel 2014 collabora con Regione Lombardia e con il presidente Roberto Maroni al 'Lombardia Unesco Tour' per promuovere l'area archeologica del Capitolium, in vista di Expo. Pedrini è ambasciatore Expo del Patrimonio dell'umanità bresciano. Il progetto istituzionale organizzato da Regione Lombardia, nato con l'obiettivo di valorizzare i nove siti Unesco presenti nella regione e il 'Saper fare liutario' di Cremona. Dal 2003 al 2021 subisce tre interventi cardiaci, per un aneurisma all'aorta. Nonostante l'annuncio del ritiro dalle scene per i ricorrenti problemi di salute, prosegue con le sue attività e nel 2023 si esibisce come ospite alla finale della diciassettesima edizione di X Factor, con il brano 'Sole spento', pubblicato dai Timoria nel 2001. ALESSANDRO MAHMOOD - Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, nasce Milano nel 1992, da madre sarda e padre egiziano. Dopo l'abbandono del padre, cresce a Milano nel quartiere periferico di Gratosoglio con la madre e inizia a studiare canto e chitarra a 12 anni. Muove i primi passi sotto i riflettori a X Factor 6, nel 2012, dove entra nel gruppo Under Uomini. La passione per la musica lo porta a iscriversi a una scuola dove studia pianoforte, teoria e solfeggio. Si mantiene agli studi lavorando in un bar, rimanendo molto legato alla sua Sardegna e alle sue origini. Tre anni dopo X-Factor, vince nel 2015 'Area Sanremo' con il brano 'Dimentica', che gli varrà anche un quarto posto nella categoria 'Nuove proposte' del Festival nel 2016. Da quel momento pubblica i singoli 'Pesos' e 'Uramaki', presentato al 'Wind Summer Festival', e inizia a collaborare con grandi artisti della scena italiana. Scrive tre pezzi per Marco Mengoni, tra cui il brano 'Hola (I say)' in duetto con Tom Walker, canta con Fabri Fibra nel 2017 il brano 'Luna', pubblicato in 'Fenomeno'. Scrive per Elodie e Michele Bravi, a fianco di Dario Faini, il pezzo 'Nero Bali' diventato Disco di Platino. La sua carriera decolla, fino alla vittoria della 69ª edizione del Festival di Sanremo nel 2019 con il brano 'Soldi', Disco di Platino a meno di un mese dalla sua uscita. Nel febbraio del 2022 partecipa per la seconda volta al Festival di Sanremo, in duetto con Blanco, con il brano 'Brividi' e vince nuovamente, rappresentando di diritto l'Italia insieme a Blanco all' 'Eurovision Song Contest' 2022. Il 2024 è un grande anno per l'artista: torna a suonare sul palco dell'Ariston per la 74ª edizione del Festival di Sanremo con il brano 'Tuta gold', e tra aprile e maggio è impegnato per il terzo European Tour:16 date in 10 paesi europei, tra cui Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, e Italia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 1 year ago
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Turner, Paesaggi della Mitologia a Venaria Reale
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Fino al 28 gennaio 2024 la Reggia di Venaria propone la mostra Turner. Paesaggi della Mitologia, a cura della storica dell’arte inglese Anne Lyles, continuando così la prestigiosa collaborazione con la Tate UK dopo la mostra che si è tenuta nel 2022 dedicata a John Constable. L’esposizione si trova al primo piano delle Sale delle Arti e presenta una selezione di una quarantina di opere provenienti dalla prestigiosa istituzione britannica, nelle quali Turner esprime non solo la sua passione per la pittura di paesaggio, ma anche quella per temi legati alla mitologia classica greca e romana. Nelle dieci sale della mostra i visitatori trovano sia i grandi dipinti a olio su tela, realizzati da Turner per essere esposti alla Royal Academy di Londra, sia gli acquerelli e gli schizzi in cui l’artista manifestò con libertà e spontaneità la sua visione romantica della Natura e del Mito. Tra gli artisti britannici più noti e amati, William Turner fu celebre per i suoi  paesaggi, dove la Natura è concepita nell’ambito di una estetica del Sublime, con fitte nebbie, tempeste di mare e fenomeni naturali che incutono timore all’uomo e al contempo attraggono. Ma Turner si affermò a livello internazionale all’inizio dell’Ottocento dipingendo grandi quadri per le grandi rassegne ufficiali, con scene tratte dalla Bibbia, dalla letteratura classica e dalla mitologia ancora influenzati dallo stile dei suoi predecessori francesi, come Nicolas Poussin e Claude Lorrain, oltre ai personaggi che popolano il mondo della mitologia, dopo che ebbe studiato da vicino alla National Gallery di Londra i dipinti degli Old Masters. Inoltre, durante i primi anni da studente della Royal Academy, l’artista imparò a riprodurre fedelmente, a matita o a gessetto, i calchi delle più celebri statue del mondo classico, come l’Apollo del Belvedere. A influenzare ulteriormente i quadri di mitologia classica di Turner contribuì Richard Wilson, che nella seconda metà del Settecento visse per un lungo periodo nel sud Italia, tra Roma e Napoli, dove le sue tele erano popolate da figure della classicità o mitologiche, in paesaggi idealizzati, ma influenzati da luoghi reali che aveva visitato. Il desiderio di Turner di conoscere i paesaggi italiani di Wilson si realizzò nel 1819, per le difficoltà che comportava un viaggio in Europa durante le guerre napoleoniche. In Italia Turner tornò poi nel 1828 per un soggiorno più lungo e da allora usò proprio i paesaggi italiani come sfondo per i soggetti mitologici. Alcune opere della  mostra, come The Bay of Baiae with Apollo and the Sibyl (1823), documentano come il soggetto mitologico fosse trattato da Turner con sempre più dettaglio e consapevolezza storica. Lo sfondo di rovine romane e la figura della Sibilla Cumana simboleggiano i temi che l’artista aveva più a cuore tra bellezza e decadenza, gloria e declino, fragilità della vita e caduta degli imperi. Read the full article
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mykingdommusic · 1 year ago
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Into the meanders of GOAD
Passo dopo passo ci avviciniamo alla presentazione degli aspetti peculiari di "Titania" il nuovo album dei Progsters toscani GOAD che si preannuncia essere senza ombra di dubbio uno dei lavori più rappresentativi, coinvolgenti e più affascinanti della band. Con Maurilio Rossi, da sempre testa e cuore della band ci addentriamo nei meandri di "Titania" e dei GOAD.
1.   Sono passati due anni appena dall'uscita di "La Belle Dame" ed i Goad sono pronti a ritornare sul mercato con un nuovo album "Titania" che dai primi sentori sembra essere una delle vostre opere più intense, emotivamente coinvolgenti e soprattutto impegnative dal punto di vista compositivo e non solo. Ce ne vuoi parlare soprattutto dal punto di vista emozionale e cosa hai avvertito nella stesura della nuova creatura?
"Titania" è la logica prosecuzione del cammino intrapreso nel mondo di John Keats, un mondo fatto di passione, della magia del retaggio classico dei grandi lirici di ogni tempo a cui, il per sempre giovane poeta, morto a Roma a 25 anni,  fa riferimento in tante composizioni. Shakespeare vi entra sotto voce, nel riferimento alla figura della regina delle fate e del capolavoro "Sogno di una notte di mezza estate". In un primo momento avrei voluto musicare una bella parte dell'opera ma sarebbe rimasto incompiuto il cammino nella poetica di Keats, in buona misura  oggetto dell’album "La Belle Dame" per cui mi sono volutamente fermato. Dal punto di vista emozionale, come dice lo stesso Keats, Shakespeare mette le passioni in primo piano, "una banda spaventosa che fa vibrare, ognuna, la sua corda". Sogno senza sonno è la poesia per Keats e mi ci riconosco appieno per la musica che componiamo in "goad” e, come Oberon che "selvagge canzoni traeva dal liuto piangente", troviamo emozioni sempre nuove nell’affrontare la grande poesia.
2.   "Titania" ancora una volta si immerge in un mondo magico e fatato, così come hai fatto per il passato e per gran parte dei tuoi album. Oggi la tua fonte principale è sempre John Keats anche se il titolo è fortemente legato a William Shakespeare. Cosa ti affascina tanto della letteratura inglese costante tua fonte d'ispirazione?
Hai ragione, il riferimento a Shakespeare, come ho detto sopra, è soltanto per il personaggio di Titania, regina delle fate e protagonista del "Sogno di una notte di mezza estate", citata più volte da Keats le cui muse sono i grandi poeti del passato. Il fascino della grande letteratura inglese nasce da lontano, dagli studi classici e dalla grande musica anglosassone che ha scritto la cultura moderna di questa arte. Le sonorità della lingua e il grande valore dei tanti  lirici già affrontati negli album dei GOAD, da E.A. Poe a Lee Masters, da H.P. Lovecraft a W. Savage fino a John Keats dà sempre nuovi stimoli nel comporre (goad alla fine significa proprio stimolo…). Come dice in un suo componimento  lo stesso Keats : giovinezza eterna avrà la musica... (riferito al personaggio di Shakespeare "Oberon").
3.   Il nuovo album uscirà il prossimo ottobre in due edizioni speciali: un doppio vinile con due fantastiche bonus tracks ed un doppio CD con un bonus live album registrato a Genova nel 2007 se non erro con in più delle canzoni registrate in studio in presa diretta, come se fosse un live, recentemente durante la pandemia. Ce ne vuoi parlare soprattutto del perché ritieni necessario far conoscere queste registrazioni?
GOAD nasce come gruppo di musica dal vivo e per decenni quella è stata la sua dimensione. Per un lunghissimo periodo ogni sera davanti a un pubblico eterogeneo e per la maggior parte straniero, in primis anglosassone ed americano, per cui anche la scelta della lingua era quasi obbligata, pur con nostro grande piacere!  La possibilità di pubblicare un live mediamente recente mi pareva una degna consacrazione di tanto sudore e fatica on stage, ma anche un meritato riconoscimento ai musicisti fantastici che hanno accompagnato lungamente il cammino della band. Essendo attivi dal 1974 ovviamente tanti compagni di strada si sono persi ma il fulcro ha tenuto duro, in primis Paolo Carniani alla batteria, con noi da sempre, e mio fratello cofondatore Gianni Rossi. Eccezionali compagni successivi sono stati assiduamente con GOAD : Francesco Diddi e Alessandro Bruno, polistrumentisti incredibili (chitarre, sax, flauto, violino, oboe etc. entrambi!) che pur svolgendo attività impegnative nella musica sono sempre presenti in caso di dischi o live. Poi Martino Rossi  figlio d'arte (creativo polistrumentista anche lui...) e il violinista chitarrista Roby Masini che ha lasciato la musica moderna da poco tempo, dedicandosi alla classica di cui è un maestro conclamato.
4.   Non è un segreto il fatto che tu non sia più un giovincello, almeno non sulla carta d'identità. Cosa ti spinge dopo tanti anni a continuare a dare vita a nuovi album così ricchi di fascino e sonorità sempre ammantate da una velo di magia?
È senz'altro vero che l’età anagrafica non corrisponde quasi mai all’età biologica e, nel caso di qualsiasi artista, vi è un vantaggio evidente nel cercare sempre vie nuove di espressione... Nel mio modesto caso trovo enorme forza dall'avere  interessi infiniti in campo genericamente culturale e specificatamente  letterario ma non spiegherebbe il tutto. In realtà ho continuamente idee compositive che mi frullano in testa e sto davvero male se non  le esprimo concretamente. Finché avrò questa spinta interiore proseguirò a scrivere musica. Il punto topico è il non  avere nessun genere prestabilito in testa, solo modi diversi di espressione musicale e strumentistica anche nell'ambito dello stesso brano od opera. Amo scrivere canzoni semplici come complesse partiture estese nelle quali non cerco  di far emergere virtuosismi tecnici ma di evocare e suscitare emozioni, brividi, anche interrogativi sul perché di queste musiche da parte del fruitore-ascoltatore. Se lascio qualcuno o tanti perplessi ne sono già contento perché significa che ho smosso qualcosa.
5.   A differenza di gran parte delle bands Progressive la tecnica nelle tue composizioni non è mai la protagonista principale, ma sempre una componente al servizio del pathos che dalla canzone emerge forte. È corretta la mia impressione?
Hai visto giusto e questo già lo sapevo! Al servizio del brano che affronto ogni partitura è scritta e sviluppata, che sia io o che siano i grandi musicisti che suonano con Goad. Nessuna nota è eseguita senza una profonda consapevolezza di ciò che deve suscitare dal vivo. Vi è certo più libertà e pochi freni se non quelli che sono stabiliti dal proseguire della partitura, ma in studio si segue il pathos del brano, evocato dal testo affrontato in primo luogo, mai si è scritta una nota seguendo stilemi di genere, Prog o Rock o altro. Io stesso non mi riconosco nella categoria "Prog", nata in anni relativamente recenti. Io cerco di far emergere la passione, i sentimenti, dai cambiamenti di umore, tempi, atmosfere dei vari componimenti. La lezione della musica classica è basilare e fondante. Senza il retaggio e lo studio del passato non si raggiunge nulla in nessun campo. Per lo meno risulta difficile trovare un senso in quel che si fa.
6.   La storia dei Goad affonta le proprie radici nel più classico Progressive italiano degli anni 70 ma sempre con un occhio di riguardo verso tematiche per così dire goticheggianti e soprattutto riferimenti musicali inglesi come Van Der Graaf Generator, King Crimson, Genesis, Procol Harum. Come avete unito questi due mondi e soprattutto credi ci sia nei Goad un tocco particolare che gli permette di essere così attivi ed amati anche dopo decenni dalla vostra nascita?
L'amore per la grande musica prodotta negli anni '60 e '70 , al di là dei generi, ha influenzato di sicuro il sound dei GOAD,  nella misura in cui ogni proposta di valore, di cui hai elencato qualcosa, ha avuto incidenza psicologica e pratica, ha insegnato come scrivere o eseguire etc. Potrei elencare decine e decine di meravigliosi artisti , dai Beatles ai Talk Talk, Keith Emerson, Genesis di Peter Gabriel, da Jimi Hendrix ai Cream di Clapton e Bruce, il mio maestro della chitarra, basso e anche del canto. Credo che se GOAD ha degli affezionati estimatori sia merito del nostro avere una fisionomia personale, un marchio particolare (riferimenti tanti ma con un proprio percorso). Credo che la maggior soddisfazione per un artista qualsiasi sia questo, una identità che ti fa riconoscere fra mille proposte differenti. Niente avviene per caso e  credo che chi ci segue ancora sappia riconoscere quanto lavoro durissimo ci sia dietro i nostri dischi e anche quanto coraggio nel resistere a sirene di altro tipo. E fammi aggiungere anche parlando del coraggio di chi ci produce! Senza produttori "artisti" avremmo soltanto musica perennemente uguale nel cliché e nelle forme.
7.   Nell'attesa dell'uscita dell'album ci vuoi lasciare un messaggio? 
Voglio dire che, per chi già ci  ama, in "Titania" e nel live accluso, troverà molto che riconoscerà con piacere ma anche molto altro di nuovo e forse sorprendente. Se farà confronti con gli altri album ne scoprirà l’unicità. Con Keats voglio dire che "beauty is truth and truth is beauty"!
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xlegion-film · 2 years ago
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stardust-artistic-studios · 2 years ago
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LIBRI SOTTO L'ALBERO - Pluriversum Evolution Edizioni, Natale 2022
Non esiste un vascello come un libro per portarci in terre lontane nè corsieri come una pagina di poesia che s'impenna. Questa traversata la può fare anche un povero, tanto è frugale il carro dell'anima. (Emily Dickinson) Ecco il video con tutti i libri Pluriversum Evolution sotto l'albero! www.pluriversumedizioni.it https://www.facebook.com/pluriversumevolution ufficio stampa: [email protected] #pluriversumedizioni #natale2022 Studio di registrazione e produzione audio STARDUST RECORDING STUDIO #produzionemusicale, #studiodiregistrazione, #stardustartisticstudios #mariangelaungaro, #emanuelecontreras, #colonnesonore, #originalsoundtracks Produzione video STARDUST FILMS PRODUCTION #produzionevideomilano, #produzionevideo, #videoproductions, #stardustartisticstudios #studioproduzionemilano, #emanuelecontreras Musica per eventi live STARDUST MUSIC GROUP #produzionemusicalemilano, #musicamatrimoniomilano, #stardustmusicgroup, #musicaeventilivemilano, #musicaitalianalive, #duomatrimonio, #weddingmusicmilano Scuola di Musica e Tecnologia Stardust STARDUST MASTER SCHOOL http://www.stardustgroup.it/didattica.html [email protected] #scuoladimusicamilano , #emanuelecontreras, #mariangelaungaro, #corsipianofortemilano, #corsibatteriamilano, #corsotecnicodelsuonomilano, #stardustMasterSchool Servizi per scrittori e poeti STARDUST POETRY http://serviziperscrittori.blogspot.it [email protected] +39 3423193030 #serviziperscrittorimilano , #poesiainedita, #autoriemergenti, #scrittori #poeti, #letteratura, #salaconferenze, #salaconcerti #ebook, #booktrailers, #musicavideoeventi #musicalivemilano
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bibliotecasanvalentino · 2 years ago
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'opera prescelta è “Lo specialista” di Robert Crais
Carol Starkey è morta in una terribile esplosione. Morta per centosessanta interminabili secondi. Poi il suo cuore ha ricominciato a battere. Quello di David "Sugar" Bordeaux, suo compagno e collega, invece, si è fermato per sempre. Lontano dalla Squadra Artificieri, di cui era il fiore all'occhiello, Starkey ha ripreso lentamente a vivere. Ma quando, tre anni dopo, un altro poliziotto muore dilaniato da una bomba, lei sa che non può continuare a nascondersi. Deve incastrare l'artefice di quei perfetti ordigni di morte, il folle artefice di quelle terribili esplosioni.
Romanzo con tutti gli ingredienti necessari e quel tocco personale che contraddistingue l’autore. C'è una trama non troppo cervellotica, che mischia azione adrenalinica e momenti di dipanamento della matassa con un buon equilibrio e con i colpi di scena piazzati al punto giusto. Inoltre, la scrittura di Crais, che non si prende troppo sul serio e riesce a strappare il sorriso con facilità e continuità, è molto spesso tagliente e dissacrante, portando il lettore in un vortice di violenza con un finale che soddisfa, anche perché non è mai quello che ci si aspetta. Da sfondo vi è una Los Angeles dipinta in maniera ingloriosa: bella ma dannata. Racconta la disfatta del sogno americano, la disperazione di chi vi arriva per cambiare vita e viene vomitato da una città esasperata. La violenza nelle strade, la povertà, la miseria umana. Ma il vero trucco del romanzo consiste nel far concentrare il lettore sui personaggi, sul loro carattere, sulle loro storie, sul loro vissuto e sul loro sentire: così il resto della storia passa in secondo piano.
Robert Crais (1953) è uno sceneggiatore e scrittore statunitense. All'età di 15 anni si inizia ad interessare alla letteratura cominciando a leggere e ad essere affascinato da scrittori come Dashiell Hammett, Ernest Hemingway, Robert B. Parker e John Steinbeck. Nel 1975 si trasferisce ad Hollywood dove diventa sceneggiatore di serie televisive fra cui “Quincy”, “Hill Street giorno e notte”, per cui è nominato ai premi Emmy, e “Miami Vice”. Nel 1985 con la morte di suo padre decide di dedicarsi alla scrittura di romanzi polizieschi, sua vera passione. Crais ha vinto numerosi premi per i suoi romanzi. Lee Child lo ha definito uno dei suoi giallisti americani preferiti. I romanzi di Robert Crais sono stati pubblicati in 62 paesi e sono diventati dei best seller in tutto il mondo, anche se in Italia non ha riscontrato lo stesso successo, tanto che alcuni suoi romanzi sono stati pubblicati solo nell'edizione Giallo Mondadori, alcuni da Piemme e altri da Mondadori, talvolta con molto ritardo rispetto all'uscita americana. Nel 2014 gli è stato assegnato il Grand Master Award, già vinto da scrittori come Stephen King, Elmore Leonard e Ed McBain.
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occhidibimbo · 2 years ago
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Ciao! Mi chiamo Sara Gitto, sono toscana d'adozione ma ho vissuto in molte città diverse, attualmente sono di base a Bologna e ho tre grandi passioni: i libri, il cibo e lo swing! Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione? Bella domanda! In realtà credo che l'illustrazione sia solo una parte del mio percorso professionale. Mi ci sono avvicinata negli ultimi anni dell'università, studiando Scienze della Formazione e lavorando con i bambini mi sono appassionata agli albi illustrati e ho deciso di provare anch'io... Da lì in poi corsi di illustrazione, master in Illustrazione per l'editoria, Accademia di Belle Arti e tante nottate in bianco passate a disegnare e a chiedermi se davvero fosse quella la mia strada. Poi finalmente sono arrivate le prime commissioni e collaborazioni che oltre a darmi la carica per andare avanti mi hanno aperto le porte sul meraviglioso mondo dell'editoria per bambini, che non è fatto solo di illustratori ma anche di autori, editori e librai... e tante tante persone che contribuiscono alla realizzazione di un bel libro! Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni? Il disegno per me è un modo per staccare la mente dalle corse quotidiane e prendermi un po' di tempo per me... è un gioco, una passione, un divertimento. Principalmente mi piace creare delle texture con i colori acrilici, che poi ritaglio e uso come una sorta di collage oppure scansiono e uso in digitale per comporre le immagini. Non sono un'amante del computer, mi piace di più sporcarmi le mani e trasformare la mia scrivania in un campo di battaglia, anche se – vista la confusione – ogni tanto mi sbaglio e bagno i pennelli nella tazza del tè! Cosa pensi del tuo futuro da illustratrice? Il lavoro dell'illustratore non è così semplice come può sembrare... non basta essere bravi, ci vuole tanta passione ma anche professionalità, metodo e organizzazione. Senza contare che non è tra i lavori meglio retribuiti, se non sei proprio un fenomeno! Io sto portando avanti il discorso dell'illustrazione soprattutto per passione, ma a questo ho affiancato nel tempo anche altre esperienze: la scrittura, per esempio, un po' di grafica e del lavoro redazionale. Sono tutte competenze che si completano a vicenda nella realizzazione di un libro. Ho pubblicato recentemente il mio primo libro da “autrice completa” (scritto e illustrato) e l'esperienza mi è piaciuta molto! Non mi dispiacerebbe ritentare l'esperimento! Il viaggio di Milo, Sara Gitto, Pacini Editore, Pisa, 2016 Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari? Il bello di questo lavoro è che incontri tante persone dalle quali imparare, se sei all'inizio, e con cui condividere questa passione. Il master mi ha permesso di confrontarmi con illustratori internazionali e numerosi professionisti del settore. Ho collaborato per un periodo con la redazione di Andersen, (rivista di letteratura e illustrazione per l'infanzia) che mi ha insegnato davvero tanto sul mondo dell'editoria per ragazzi e forse mi ha illuminato un po' la via da seguire. Un'altra collaborazione interessante è nata qui a Bologna poco tempo fa dall'incontro con I Baobabbi. Una sorta di agenzia di comunicazione basata sullo storytelling. Scriviamo storie personalizzate, diamo consulenze editoriali, facciamo laboratori di storytelling per bambini e progetti di comunicazione.   Perché illustrazione per bambini? Un libro illustrato è un piccolo tesoro nelle mani di un bambino, educa all'osservazione e alla bellezza oltre che al piacere della lettura. La mia idea di illustrazione si basa sul gioco e sul piacere, cosa che sento molto affine nei bambini. Forse disegnando recupero un po' quella dimensione di me bambina che passava i pomeriggi di pioggia chiusa in casa a disegnare con piacere... Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri? Il mio primo “maestro” è stato Gek Tessaro, autore e illustratore incredibile.
Lui è sicuramente la persona che mi ha stimolato di più all'inizio di questo percorso insieme ad altre due donne meravigliose: Vittoria Facchini e Octavia Monaco. Se invece spulcio tra i miei libri, gli illustratori più presenti sono Beatrice Alemagna, Anne Herbauts, Leo Lionni, Erich Carle, Wolf Erlbruch... ma anche Chris Haughton, Oliver jeffers, Jon Klassen... Ognuno di loro mi insegna qualcosa di diverso, chi l'ironia, chi la poesia, chi il gioco... Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia? Un libro illustrato ha il potere di creare momenti di condivisione semplici e sani, leggere ad alta voce è bello per chi legge e per chi ascolta, guardare insieme le immagini e commentarle stimola l'apertura e la condivisione oltre che educare grandi e piccoli all'osservazione e alla bellezza. Un libro è uno strumento di scoperta del mondo, ti fa viaggiare e sognare, ti fa crescere. A qualsiasi età. La giusta ricetta per una illustrazione efficace. Ci possono essere illustrazioni molto diverse ma comunque efficaci, dipende sempre da cosa vuoi comunicare e a chi. Ovviamente ci sono dei metri stilistici per valutare una buona illustrazione, ma non ci si può basare solo su tecnica e composizione; per essere efficace deve saper raccontare, senza essere una semplice ripetizione del testo, deve incuriosire e far sognare... In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai? All'inizio non è stato facile, ci ho messo un po' a convincere la mia famiglia che stavo facendo sul serio, che era questa la strada che volevo intraprendere... una volta partita però ho ricevuto tutto il supporto di cui avevo bisogno, dai miei genitori, mia sorella, gli amici e gli insegnanti. Il consiglio più utile che hai ricevuto. “Ever tried, ever failed. No matter. Try again, fail again, fail better.” (Samuel Beckett) Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura? Di partire con lo zaino vuoto, in modo da riempirlo il più possibile lungo il viaggio.
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micro961 · 3 months ago
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Alessandro Quadri di Cardano – Il nuovo romanzo “La mela marcia”
Un giallo ambientato a New York
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Lo scrittore Alessandro Quadri di Cardano pubblica il suo nuovo romanzo “La mela marcia” con l’editore Bertoni, disponibile dall’11 luglio 2024. Si tratta di un libro giallo in cui New York funge da sfondo alle vicende narrate: la comunità arcobaleno della città è sconvolta da una serie di efferate esecuzioni da parte di un killer che uccide le sue vittime con un solo colpo, sparato alle spalle. Il caso è affidato al tenente Frank Bongiovanni che, assieme alla sua squadra di investigatori, cerca di mettere luce su questi omicidi. Una volta individuato un facile colpevole per quietare la stampa e i cittadini, il tenente non si arrende, scardina la gerarchia del NYPD e inizia a condurre singolarmente le indagini, scavando in sé stesso e nel cuore della città. New York è una mela marcia, un labirinto che lascia smarrire i suoi abitanti e li fagocita.
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Feltrinelli/IBS
La mela marcia - Alessandro Quadri di Cardano - Libro - Bertoni - Ira | IBS
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La mela marcia - Alessandro Quadri di Cardano - Libro - Mondadori Store
Storia dello scrittore
Alessandro Quadri di Cardano è nato nel 1980 a Bologna, da padre italiano e madre belga. Stimolato dall’ambiente multiculturale, si laurea in “Scienze internazionali e diplomatiche” presso l’Università di Bologna, nel 2005. Ottiene una borsa di studio da parte del Ministero degli Affari Esteri italiano e frequenta il Collegio d’Europa di Bruges (Belgio), dove ottiene il Master in “Studi Politici e Amministrativi Europei”, nel 2007. Da quello stesso anno, lavora presso le Istituzioni Europee e, attualmente, vive a Bruxelles, con la moglie e i figli. Sin da ragazzo, coltiva l’amore e la passione per le opere di letteratura italiana e straniera, che legge spesso in versione originale, parlando quattro lingue. Nel 2022, pubblica il suo romanzo d’esordio, intitolato “La verità non conta” (NeP Edizioni). “La Mela Marcia” è il primo romanzo pubblicato con Bertoni.
Instagram: https://www.instagram.com/alessandro_quadridicardano/
Facebook: https://www.facebook.com/alessandro.quadridicardano
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sguardimora · 2 years ago
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ZONE — poème — in residenza per “ENEMY”
14 Novembre 2022 - 27 Novembre 2022 
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Inizia oggi la residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Mélodie LASSELIN & Simon CAPELLE | ZONE — poème — ENEMY rappresenta la quarta tra le 12 produzioni internazionali che verranno realizzate e coprodotte da altrettanti tandem produttivi nella cornice del progetto. Mélodie LASSELIN & Simon CAPELLE | ZONE —poème— sono gli artisti selezionati dal quarto tandem di produzione che vede coinvolti come coproduttori Occitanie en scène – Le Parvis scène nationale, Tarbes/Francia e Teatro di Sardegna, Italia. La selezione è avvenuta attraverso una call diffusa il 17 dicembre 2021 e chiusa il 28 gennaio 2022 per artisti residenti in Francia. ENEMY è un processo artistico che indaga le relazioni tra i conflitti presenti nei paesi europei che non appartengono all’Unione. Gli artisti dopo aver terminato un lungo periodo di ricerca artistica chiamato BARBARE, attraversando dal 2019 al 2022 i paesi dell’UE alla ricerca di un “linguaggio culturale comune”, rivolgono ora lo sguardo aldilà del vecchio continente con l’obiettivo di parlare universalmente di pace, creando un’opera che metta in discussione il concetto di nemico, di neutralità. Partendo da una riflessione sui territori e sulle comunità ai margini dell’Europa, sulla necessità di dar loro voce, questa creazione approfondisce la nozione stessa di pace, mettendola in relazione alle guerre che hanno segnato e segnano il nostro continente, con l’obiettivo di proteggerlo consapevolmente, con uno sguardo al futuro. Le due danzatrici in scena, Mélodie Lasselin e Léa Pérat, si sono formate assieme all’accademia Ballet du Nord di Roubaix, e portano avanti un dialogo costante con le comunità locali attraverso la danza, proponendo una stile di ricerca ibrido “irrimediabilmente legato con la [loro] vita”, che interseca tradizione e innovazione, in una dialettica costante con i territori che difende la diversità come ponte in grado di unire i popoli.
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ZONE -Poème- nasce nel novembre 2016. La compagnia lavora a creazioni multidisciplinari che si interroghino sul mondo contemporaneo attraverso l’esplorazione dei territori. Svolge anche attività di ricerca, sperimentazione e distribuzione nell’ambito delle performing arts.
Mélodie Lasselin è ballerina e coreografa. Si è formata presso l’Ecole du Ballet du Nord, l’Ecole-Atelier Rudra-Béjart e il Jeune Ballet International de Cannes. Dal 2007 lavora come performer freelance e coreografa in Svizzera, Germania, Spagna, Messico, Cuba, Belgio e Francia dove ha ottenuto il diploma statale di insegnante di danza contemporanea. Impegnata con diverse compagnie, partecipa regolarmente a stage con Pascal Rambert, Jan Lauwers, Jean-Michel Rabeux, Lisbeth Gruwez, Annabelle Chambon et Cédric Charron. Lavora con Irène Kalbusch, Karima Mansour, Germaine Acogny, Olivier Dubois, Nacera Belaza. Nel suo lavoro conduce ricerche intorno al corpo sensibile, tendendo al raggiungimento della verità del gesto e dell’interpretazione.
Simon Capelle è autore, performer e regista. Ha studiato musica, danza classica e contemporanea. Ha conseguito un Master in studi teatrali e un Master in letteratura contemporanea. Desideroso di formarsi con registi di rilievo internazionale, ha partecipato a numerosi stage proposti dalla Biennale College Teatro di Venezia con Wajdi Mouawad, Pascal Rambert, Anne Bogart, Mark Ravenhill e Anna-Sophie Malher. Nel 2016 ha pubblicato l’opera teatrale Pur con Editions La Fontaine e il suo primo romanzo Tes eyes cosmos con Editions Belladone. La sua ricerca è orientata all’indagine del rapporto tra performance dal vivo e arti plastiche. Molti dei suoi testi sono regolarmente pubblicati sulla rivista Frictions.
Léa Pérat è ballerina e coreografa. Si è formata all’Ecole du  Ballet du Nord, al CNSMD di Lione e poi presso The Place (Londra). Ha lavorato con compagnie di danza contemporanea (CCN Roubaix C.Carlson, Cie 1er Mars, Cie Ouragane, Humanum Co, Myriam Naisy L’Hélice) e barocca (Cie l’Eventail, Les Cavatines). Ha danzato anche in opere dirette da Romeo Castellucci, Stefano Poda, Laura Scozzi, Daniel Mesguish, Pierre Rigal, e di natura performativa (Ragnar Kjartansson – Palais de Tokyo). Ha ottenuto il diploma statale di insegnante di danza contemporanea ed è particolarmente incline alle collaborazioni con musicisti, alla creazione di progetti in situ e d’improvvisazione. Nel maggio 2019 si è unita a al collettivo ZONEpoème partecipando alla performance Sanctuaire al Palais des Beaux-Arts di Lille.
Progetto di residenza condiviso da Occitanie en scène – Le Parvis scène nationale Tarbes (FRA), Teatro di Sardegna (ITA), L’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, nell’ambito di  Stronger Peripheries: A Southern Coalition, progetto sostenuto da Europa Creativa.
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