#Margherita Rubino
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Amélie Nothomb Vince il Premio Europeo Rapallo BPER Banca 2024 con "Psicopompo"
L’autrice belga premiata a Milano come “Migliore Scrittrice Europea” per il suo romanzo “Psicopompo”. La cerimonia di premiazione si terrà il 3 novembre 2024 al Teatro Carcano.
L’autrice belga premiata a Milano come “Migliore Scrittrice Europea” per il suo romanzo “Psicopompo”. La cerimonia di premiazione si terrà il 3 novembre 2024 al Teatro Carcano. Amélie Nothomb, con il suo romanzo “Psicopompo”, è stata insignita del prestigioso Premio Europeo Rapallo BPER Banca 2024 come “Migliore Scrittrice Europea”. La scrittrice belga è stata premiata per un’opera che,…
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queerographies · 3 months ago
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[Il ragazzo dai pantaloni rosa][Ciro Cacciola][Maria Francesca Rubino]
Andrea Spezzacatena: una storia vera che ti toccherà il cuore. Scopri come il bullismo ha spezzato la vita di un ragazzo di 15 anni e perché la sua storia continua a far parlare di sé
Bullismo e cyberbullismo: la storia di Andrea Spezzacatena ci insegna a non restare indifferenti Titolo: Il ragazzo dai pantaloni rosaScritto da: Ciro Cacciola e Maria Francesca RubinoEdito da: Graus EdizioniAnno: 2024Pagine: 150ISBN: 9791281710504 La sinossi di Il ragazzo dai pantaloni rosa di Ciro Cacciola e Maria Francesca Rubino Nel 2012, a Roma, Andrea Spezzacatena si tolse la vita dopo…
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parolequotidiane · 3 months ago
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20^ Edizione premio “BIANCA D’APONTE”
A cura della redazione IL 25 E 26 OTTOBRE AD AVERSA: GINEVRA DI MARCO, GNUT, RENZO RUBINO, MARIA PIA DE VITO, BRUNELLA SELO, TERESA DE SIO, MARGHERITA VICARIO, SIMONA MOLINARI, CRISTINA DONÀ, IL CONTEST PER CANTAUTRICI E MOLTO ALTRO. Il Premio Bianca d’Aponte per cantautrici compie 20 anni e lo fa con un ricchissimo parterre di ospiti, diversi dei quali già protagonisti delle edizioni…
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Liguria, ricorderanno Fabrizio De Andrè con un concerto tributo a 25 anni dalla scomparsa del cantautore genovese
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Liguria, ricorderanno Fabrizio De Andrè con un concerto tributo a 25 anni dalla scomparsa del cantautore genovese Regione Liguria e Comune di Genova, con il sostegno di "Assoconcerti" e la collaborazione di "Friends and Partners", ricorderanno Fabrizio De André a 25 anni dalla sua scomparsa con un grande concerto tributo, che si terrà a Genova ad inizio estate in collaborazione con il Ministero della Cultura, la Rai, la Fondazione De André e Dori Ghezzi. La conferma del patrocinio e del sostegno del ministero della Cultura è arrivata dopo l'incontro che si è svolto a dicembre a Roma tra la coordinatrice delle Politiche culturali di Regione Liguria Jessica Nicolini, capofila del progetto, che ha partecipato insieme all'onorevole Ilaria Cavo, membro del Cda della Casa dei Cantautori, il sottosegretario Gianmarco Mazzi, Bruno Sconocchia, presidente di Assoconcerti impegnato nell'organizzazione del tributo e la co-ideatrice e membro del CdA della Casa dei Cantautori Margherita Rubino. "Le canzoni di Fabrizio De André fanno parte della nostra identità - spiega il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano -. Attraverso la sua musica, l'artista genovese ha raccontato con straordinaria sensibilità le storie di chi è ai margini, cogliendone l'umanità. Cantautore tra i più importanti della storia italiana, gigante della nostra cultura popolare, 'Faber' ha lasciato un'eredità musicale che continua a ispirare giovani generazioni di artisti. Per questo motivo, il Ministero della Cultura patrocinerà il concerto che si terrà a Genova il prossimo 10 giugno e che rappresenta un tributo alla figura di De Andre' a 25 anni dalla sua scomparsa". "Oggi possiamo finalmente annunciare che quest'estate realizzeremo un grande concerto in memoria di Fabrizio De André, un progetto culturale davvero ambizioso per Genova e la Liguria - commenta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti -. Un omaggio doveroso per abbracciare la sua storia e la sua eredità musicale, che continua ad affascinare le nuove generazioni di cantautori. Una vetrina internazionale ricca di tante sorprese, a partire dalla scelta della location fino agli artisti che saliranno sul palco. Tutto sarà predisposto per regalare alla Liguria un'emozione indimenticabile con tantissime ricadute su cultura, turismo e commercio". "Genova - aggiunge il sindaco Marco Bucci - si prepara a celebrare la figura di Fabrizio De André con un grande evento in suo onore, a 25 anni dalla sua scomparsa. Un concerto tributo mai visto prima d'ora per ricordare, con gratitudine, il genio e la sensibilità artistica di uno dei figli più illustri della nostra città. Sarà un momento indimenticabile per Genova, un atto doveroso per celebrare un cantautore che ha fatto la storia della musica italiana. Nel 2024 saranno molte le iniziative per celebrare Faber, a iniziare dai Rolli Days che in questa prima edizione invernale saranno proprio dedicati a De André. Siamo pronti a rendere il giusto omaggio a un artista che nessun genovese potrà mai dimenticare". "Dopo il grande omaggio a Fabrizio De Andre' - spiega la Parlamentare Ilaria Cavo - con il tributo al Carlo Felice e a Palazzo Ducale a dieci anni dalla sua scomparsa, questo evento vuole essere un'altra occasione per ricordare uno dei più grandi cantautori, un patrimonio culturale di Genova e della Liguria. Sono felice di aver contribuito come parlamentare ad un progetto che porterà alla realizzazione di un evento e incontro di piazza che vorrà ricordarlo attraverso la sua musica e vorrei ringraziare il ministro alla Cultura Sangiuliano e il sottosegretario Mazzi per il supporto e la disponibilità. Un ringraziamento anche a Dori Ghezzi con cui in questi anni abbiamo portato avanti una proficua collaborazione per realizzare progetti e iniziative in suo ricordo". "Ho avuto la fortuna di iniziare la mia carriera nel mondo dello spettacolo grazie alla disponibilità di Fabrizio - continua Bruno Sconocchia, presidente di Assoconcerti-, organizzando l'uscita discografica ed il successivo tour "Creuza de Ma". Oggi ho l'onore di presiedere AssoConcerti, associazione che riunisce i principali organizzatori e produttori di musica dal vivo, e non posso che essere felice di poter partecipare, esattamente quarant'anni dopo, alla celebrazione di un grande artista, poeta, e soprattutto amico come Faber". "Il viaggio continua e continuerà sempre insieme a Fabrizio e ci riserverà ancora molte emozioni ed esempi da seguire", ha concluso Dori Ghezzi. Da oggi, a 25 anni dalla sua scomparsa, fino a domenica 14 gennaio verrà riprodotto sia sul ledwall del Palazzo di Regione Liguria sia sullo schermo della Sala Trasparenza un video tributo con le immagini e le frasi più significative di alcune canzoni del cantautore genovese: tra le altre, "Creuza de ma", "Bocca di rosa, "Il pescatore", "Via del campo", "La Canzone di Marinella", "Amore che vieni , amore che vai", "Volta la carta "La guerra di Piero", "Anime salve". Contemporaneamente le canzoni presenti nel video verranno diffuse in piazza De Ferrari fino alle 22 circa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Rossosperanza, rabbia giovane e potere negli anni '90
È il 1990 l’anno scelto per la vetrina di ‘mostri quotidiani al potere’ e dei loro figli più o meno ribelli in Rossosperanza, l’opera seconda di Annarita Zambrano, che attinge a storie, personaggi e amici dell’ambiente in cui lei stessa è cresciuta, per un viaggio tra dramma, satira, favola e commedia dark. Protagonisti, fra gli altri, Margherita Morellini, Leonardo Giuliani, Ludovica Rubino,…
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movienized-com · 10 months ago
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Rossosperanza
Rossosperanza (2023) #AnnaritaZambrano #MargheritaMorellini #LeonardoGiuliani #LudovicaRubino #LucaVarone #EliaNuzzo Mehr auf:
Jahr: 2023 Genre: Drama Regie: Annarita Zambrano Hauptrollen: Margherita Morellini, Leonardo Giuliani, Ludovica Rubino, Luca Varone, Elia Nuzzo, Andrea Sartoretti, Antonio Zavatteri, Daniela Marra, Rolando Ravello … Filmbeschreibung: Zena, Adriano, Alfonso und Marzia, verbannte Kinder aus Adelsfamilien, sind in der exklusiven Villa Bianca zusammengekommen, wohin ihre Eltern sie geschickt…
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krokodile · 6 years ago
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Matilda: 
1/11/14 (my master; final show for Bailey Ryon) - Bailey Ryon (Matilda), Ben Thompson* (Miss Trunchbull), Jill Paice (Miss Honey), Betsy Struxness* (Mrs. Wormwood), Gabriel Ebert (Mr. Wormwood), Sean Montgomery* (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Taylor Trensch (Michael), Phillip Spaeth (Rudolpho), Thayne Jasperson* (Doctor), Jack Broderick (Bruce), Frenie Acoba (Lavender), Marcus D’Angelo* (Nigel), Beatrice Tulchin (Amanda), Ted Wilson (Eric), Ava DeMary (Alice), Emma Howard (Hortensia), Judah Bellamy (Tommy)
4/19/14 (my master) (Chris Sieber's second show as Miss Trunchbull, Celia's second show as Mrs. Phelps, Ava's second show as Lavender *I think*) - Gabriella Pizzolo (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Jill Paice (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Travis Waldschmidt* (Rudolpho), Taylor Trensch (Michael), Celia Mei Rubin* (Mrs. Phelps), Jennifer Bowles (Acrobat), Ben Thompson (Escapologist), Mitchell Sink (Bruce), Ava DeMary* (Lavender), Jonah Halperin (Nigel), Sofia Roma Rubino* (Amanda), Heather Tepe* (Hortensia), Alexa Shae Niziak (Alice), Chris Sumpter (Tommy), Marcus D'Angelo* (Eric)
6/6/14 (my master) - Paige Brady (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Jennifer Bowles* (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Geoff Packard (Escapologist), Celia Mei Rubin* (Acrobat), Taylor Trensch (Michael), Phillip Spaeth (Rudolpho), Mitchell Sink (Bruce), Sofia Roma Rubino* (Lavender), Jonah Halperin (Nigel), Beatrice Tulchin (Amanda), Ted Wilson (Eric), Alexa Shae Niziak (Alice), Ava DeMary (Hortensia), Chris Sumpter (Tommy)  
6/7/14 (my master) (Sawyer Nunes's last show as Tommy) - Ripley Sobo (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbill), Nadine Isenegger* (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Taylor Trensch (Michael), Phillip Spaeth (Rudolpho), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Geoff Packard (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Mitchell Sink (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Jonah Halperin (Nigel), Beatrice Tulchin (Amanda), Ted Wilson (Eric), Alexa Shae Niziak (Alice), Ava DeMary (Hortensia), Sawyer Nunes* (Tommy)
7/19/14 (my master) - Ava Ulloa (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Jill Paice (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Geoff Packard (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Alex Brightman (Michael), Phillip Spaeth (Rudolpho), John Arthur Green (Doctor), Sean Montgomery (Party Entertainer/Sergei), Mitchell Sink (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Jonah Halperin (Nigel), Sofia Roma Rubino* (Amanda), Marcus D'Angelo* (Eric), Analise Scarpaci* (Alice), Ava DeMary (Hortensia), Chris Sumpter (Tommy)  
7/20/14 (my master) - Gabriella Pizzolo (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Jill Paice (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Geoff Packard (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Alex Brightman (Michael), John Arthur Greene (Doctor), Mitchell Sink (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Jonah Halperin (Nigel), Beatrice Tulchin (Amanda), Ted Wilson (Eric), Analise Scarpaci* (Alice), Heather Tepe* (Hortensia), Chris Sumpter (Tommy)  
8/16/14 (my master; Heather covers most of Nigel's track, with Ted only doing the first day of school and schoolyard scenes, otherwise he covers his usual track as Eric; this was before Ted was a swing) - Ripley Sobo (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Jill Paice (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Geoff Packard (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Alex Brightman (Michael), John Arthur Greene (Doctor), Mitchell Sink (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Ted Wilson* (Nigel), Heather Tepe* (Vanessa), Ava DeMary (Hortensia), Alexa Shae Niziak (Alice), Chris Sumpter (Tommy), Beatrice Tulchin (Amanda)
8/30/14 (my master - Ripley Sobo's final show) - Ripley Sobo (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Jill Paice (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Geoff Packard (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Alex Brightman (Michael), Colin Israel* (Doctor), Mitchell Sink (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Marcus D'Angelo* (Nigel), Christian Michael Camporin (Eric), Ava DeMary (Hortensia), Analise Scarpaci* (Alice), Chris Sumpter (Tommy), Beatrice Tulchin (Amanda)
9/7/14 (my master - Eliza Holland Madore's debut) - Eliza Holland Madore (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Geoff Packard (Escapologist), Celia Mei Rubin* (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Alex Brightman (Michael), John Arthur Greene (Doctor), Mitchell Sink (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Ted Wilson* (Nigel), Christian Michael Camporin (Eric), Ava DeMary (Hortensia), Alexa Shae Niziak (Alice), Chris Sumpter (Tommy), Sofia Roma Rubino* (Amanda)
9/28/14 (Heather as Vanessa covered most of Nigel's stuff while Chris basically played both Tommy and Nigel!  my master) - Fina Strazza (Matilda), Sean Montgomery* (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Alex Brightman (Michael), Geoff Packard* (Escapologist/Sergei), Jennifer Bowles (Acrobat), John Arthur Greene (Doctor), Phillip Spaeth (Rudolpho), Timothy TV Cao* (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Chris Sumpter* (Nigel), Ava DeMary (Hortensia), Beatrice Tulchin (Amanda), Alexa Shae Niziak (Alice), Christian Michael Camporin (Eric), Heather Tepe* (Vanessa)
10/4/14 (Jonah Halperin's first show back after hiatus, my master) - Brooklyn Shuck (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Cassie Silva* (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Alex Brightman (Michael), Geoff Packard* (Escapologist/Sergei), Jennifer Bowles (Acrobat), John Arthur Greene (Doctor), Phillip Spaeth (Rudolpho), Mitchell Sink (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Jonah Halperin (Nigel), Ava DeMary (Hortensia), Beatrice Tulchin (Amanda), Alexa Shae Niziak (Alice), Christian Michael Camporin (Eric), Timothy TV Cao* (Tommy)
12/3/14 (my master) - Brooklyn Shuck (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Cassie Silva* (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Alex Brightman (Michael), Geoff Packard* (Escapologist/Doctor), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Chris Sumpter (Tommy), Grace Capeless (Lavender), Ted Wilson* (Nigel), Ava DeMary (Hortensia), Beatrice Tulchin (Amanda), Alexa Shae Niziak (Alice), Christian Michael Camporin (Eric), Timothy TV Cao* (Bruce)
12/17/14 (my master) - Eliza Holland Madore (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Geoff Packard* (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Alex Brightman (Michael), Colin Israel* (Escapologist/Doctor), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Mitchell Sink (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Ted Wilson* (Nigel), Ava DeMary (Hortensia), Beatrice Tulchin (Amanda), Alexa Shae Niziak (Alice), Christian Michael Camporin (Eric), Timothy TV Cao* (Tommy)
1/7/15 (my master, matinee) - Fina Strazza (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Alex Brightman (Michael), Colin Israel* (Escapologist/Doctor), Jennifer Bowles (Acrobat), Travis Waldschmidt* (Rudolpho), Mitchell Sink (Bruce), Ava DeMary* (Lavender), Jonah Halperin (Nigel), Heather Tepe* (Hortensia), Sofia Roma Rubino* (Amanda), Alexa Shae Niziak (Alice), Christian Michael Camporin (Eric), Chris Sumpter (Tommy)
1/7/15 (my master, evening) - Tori Feinstein (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Alex Brightman (Michael), Colin Israel* (Escapologist/Doctor), Jennifer Bowles (Acrobat), Travis Waldschmidt* (Rudolpho), Mitchell Sink (Bruce), Sofia Roma Rubino* (Lavender), Ted Wilson* (Nigel), Ava DeMary (Hortensia), Beatrice Tulchin (Amanda), Alexa Shae Niziak (Alice), Christian Michael Camporin (Eric), Chris Sumpter (Tommy)
1/27/15 (my master, Marisa Kennedy's first/only [?] show as Mrs. Wormwood) - Fina Strazza (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Marisa Kennedy* (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Scott Difford* (Michael), Colin Israel* (Doctor), Ben Thompson (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Travis Waldschmidt* (Rudolpho), Mitchell Sink (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Jonah Halperin (Nigel), Ava DeMary (Hortensia), Beatrice Tulchin (Amanda), Alexa Shae Niziak (Alice), Christian Michael Camporin (Eric), Chris Sumpter (Tommy) 
2/25/15 (matinee, my master) - Brooklyn Shuck (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Clay Thomson (Michael), Ben Thompson (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Colin Israel* (Party Entertainer/Sergei), Mitchell Sink (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Ted Wilson* (Nigel), Heather Tepe* (Hortensia), Beatrice Tulchin (Amanda), Alexa Shae Niziak (Alice), Christian Michael Camporin (Eric), Chris Sumpter (Tommy)
3/1/15 (my master, final show for Ava DeMary, Beatrice Tulchin, Marcus D’Angelo, Analise Scarpaci and Mitchell Sink) - Tori Feinstein (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Celia Mei Rubin* (Mrs. Phelps), Clay Thomson (Michael), Ben Thompson (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Mitchell Sink (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Marcus D’Angelo (Nigel), Ava DeMary (Hortensia), Beatrice Tulchin (Amanda), Analise Scarpaci* (Alice), Ted Wilson* (Eric), Chris Sumpter (Tommy)  
3/3/15 (my master, first shows for David Rosenthal, Jack Mullen, GiaNina Paolantonio, Noah Baird, Grace Matwijec, Beada Briglia and Cole Alex Edelstein) - Brooklyn Shuck (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Celia Mei Rubin* (Mrs. Phelps), Clay Thomson (Michael), Ben Thompson (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), David Rosenthal (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Jack Mullen (Nigel), Beada Briglia (Hortensia), GiaNina Paolantonio (Amanda), Grace Matwijec* (Alice), Noah Baird* (Eric), Cole Alex Edelstein* (Tommy)  
3/14/15 (my master, poor quality) - Eliza Holland Madore (Matilda), Ben Thompson* (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Cassie Silva* (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Clay Thomson (Michael), Geoff Packard (Escapologist/Doctor), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Timothy TV Cao* (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Jack Mullen (Nigel), Beada Briglia (Hortensia), GiaNina Paolantonio (Amanda), Alexa Shae Niziak (Alice), Christian Michael Camporin (Eric), Chris Sumpter (Tommy)
6/28/15 (Eliza Holland Madore’s last show, my master) -  Eliza Holland Madore (Matilda), Geoff Packard* (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Clay Thomson (Michael), Colin Israel* (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Ryan Steele (Rudolpho), Scott Difford* (Doctor), David Rosenthal (Bruce), Sofia Roma Rubino* (Lavender), Jack Mullen (Nigel), Grace Matwijec* (Hortensia), GiaNina Paolantonio (Amanda), Alexa Shae Niziak (Alice), Christian Michael Camporin (Eric), Cole Alex Edelstein* (Tommy)
8/15/15 (matinee, my master) - Mattea Conforti (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Clay Thomson (Michael), Geoff Packard (Escapologist), Phillip Spaeth (Rudolpho), Geoff Packard* (Doctor), Cole Alex Edelstein* (Bruce), Sofia Roma Rubino* (Lavender), Jack Mullen (Nigel), Beada Briglia (Hortensia), GiaNina Paolantonio (Amanda), Alexa Shae Niziak (Alice), Christian Michael Camporin (Eric), Chris Sumpter (Tommy)
8/18/15 (Amanda LaMotte’s debut as Vanessa, my master) - Mattea Conforti (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Clay Thomson (Michael), Geoff Packard (Escapologist), Phillip Spaeth (Rudolpho), John Arthur Greene (Doctor), David Rosenthal (Bruce), Grace Capeless (Lavender), Jack Mullen (Nigel), Beada Briglia (Hortensia), GiaNina Paolantonio (Amanda), Alexa Shae Niziak (Alice), Christian Michael Camporin (Eric), Amanda LaMotte* (Vanessa)
9/1/15 (first shows for Ben Harding, Zoe Manarel, Brooklyn Nelson, Ian Saraceni, Akira Golz, Talia Ryder and Shane Davis.  Also the Ryder sisters’ first show together :)  Amanda LaMotte comes on in Lauralyn McClelland’s track starting during The Smell of Rebellion.  My master.) - Mimi Ryder (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Clay Thomson (Michael), John Arthur Greene (Doctor), Sean Montgomery (Party Entertainer/Sergei), Benjamin Harding (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Noah Baird* (Nigel), Brooklyn Nelson* (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Shane Davis (Tommy)
9/6/15 (final shows for Alison Luff, Lesli Margherita, Matt Harrington and Karen Aldridge, my master) - Rileigh McDonald (Matilda), Sean Montgomery* (Miss Trunchbull), Alison Luff (Miss Honey), Matt Harrington (Mr. Wormwood), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Clay Thomson (Michael), John Arthur Greene (Doctor), Colin Israel* (Party Entertainer/Sergei), Benjamin Harding (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Jack Mullen (Nigel), GiaNina Paolantonio (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Shane Davis (Tommy)  
9/8/15 (first shows for Allison Case, Amy Spanger, Rick Holmes, and first time as permanent Mrs. Phelps for Natalie Venetia Belcon, my master) - Alexandra Vlachos (Matilda), Sean Montgomery* (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Clay Thomson (Michael), John Arthur Greene (Doctor), Colin Israel* (Party Entertainer/Sergei), Benjamin Harding (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Jack Mullen (Nigel), Brooklyn Nelson* (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Shane Davis (Tommy)  
10/7/15 (my master, funny moment where Rick’s wig change doesn’t go as planned) - Mattea Conforti (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Clay Thomson (Michael), John Arthur Greene (Doctor), Sean Montgomery (Party Entertainer/Sergei), Cole Alex Edelstein* (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Jack Mullen (Nigel), GiaNina Paolantonio (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Shane Davis (Tommy)  
10/18/15 (matinee, my master) - Mimi Ryder (Matilda), Sean Montgomery* (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Lauralyn McClelland* (Mrs. Wormwood), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Clay Thomson (Michael), John Arthur Greene (Doctor), Sean Montgomery (Party Entertainer/Sergei), Benjamin Harding (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Noah Baird* (Nigel), GiaNina Paolantonio (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Cole Alex Edelstein* (Tommy) 
12/20/15 (evening show, John Arthur Greene’s last show, my master) - Mimi Ryder (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Amanda LaMotte* (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Clay Thomson (Michael), John Arthur Greene (Doctor), Benjamin Harding (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Noah Baird* (Nigel), GiaNina Paolantonio (Amanda), Heather Tepe* (Vanessa), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Shane Davis (Tommy)  
2/21/16 (final show for Clay Thomson and Shane Davis, my master) - Rileigh McDonald (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Michael Minarik* (Escapologist/Sergei), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Clay Thomson (Michael), Colin Israel* (Party Entertainer), Benjamin Harding (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), Brooklyn Nelson* (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Shane Davis (Tommy)
3/13/16 (matinee, my master, Heather Tepe doing the full Eric track as Vanessa) - Alexandra Vlachos (Matilda), Geoff Packard* (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Sean Mongtomery* (Mr. Wormwood), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Amanda LaMotte* (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Colin Israel* (Doctor/Sergei), Scott Difford* (Party Entertainer), Evan Gray (Bruce), Brooklyn Nelson* (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), GiaNia Paolantonio (Amanda), Heather Tepe* (Vanessa), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Meliki Hurd (Tommy)
4/9/16 (act 2 starts at Lavender’s monologe, evening show, my master) - Rileigh McDonald (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Jennifer Bowles* (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Amanda LaMotte* (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Geoff Packard (Doctor), Evan Gray (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), Brooklyn Nelson* (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Kathryn Zimmer* (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Meliki Hurd (Tommy)
4/16/16 (evening show, last show for Rileigh McDonald) - Rileigh McDonald (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Amy  Spanger (Mrs. Wormwood), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Marisa Kennedy* (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Amanda LaMotte* (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Geoff Packard (Doctor), Evan Gray (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), GiaNina Paolantonio* (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Meliki Hurd (Tommy)
4/23/16 (evening show, last show for Mimi Ryder, and the Ryder sisters’ final show together :/   Pretty great moment where the person behind me screams WHAT THE FUCK?! during the Amanda Thripp throw XD  my master) - Mimi Ryder (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Sean Montgomery* (Mr. Wormwood), Marisa Kennedy* (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Geoff Packard  (Doctor), Evan Gray (Bruce), Brooklyn Nelson* (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), GiaNina Paolantonio (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Meliki Hurd (Tommy)
4/30/16 (evening show, final show for Alexandra Vlachos, my master) - Alexandra Vlachos (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Jennifer Bowles* (Mrs. Phelps), Colin Israel* (Escapologist/Sergei), Amanda LaMotte* (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Geoff Packard (Doctor), Scott Difford* (Party Entertainer) Cole Alex Edelstein* (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), GiaNina Paolantonio (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Meliki Hurd (Tommy)
5/8/16 (first show for Willow McCarthy, my master) - Willow McCarthy  (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Amy  Spanger (Mrs. Wormwood), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Marisa Kennedy* (Mrs. Phelps), Colin Israel* (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Scott Difford* (Doctor), Cole Alex Edelstein* (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), GiaNina Paolantonio (Amanda), Noah Baird* (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Meliki Hurd (Tommy) 
6/3/16 (my master) - Ava Briglia (Matilda), Christopher Sieber (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Ora Jones (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Celia Mei Rubin* (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Geoff Packard (Doctor), Cole Alex Edelstein* (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), GiaNina Paolantonio (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Kathryn Zimmer* (Hortensia), Meliki Hurd (Tommy)
6/12/16 (my master) - Aviva Winick (Matilda), Bryce Ryness (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Ora Jones (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Geoff Packard (Doctor), Evan Gray (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), Brooklyn Nelson* (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Meliki Hurd (Tommy)
7/9/16 (evening show, second act starts at When I Grow Up, my master) - Aviva Winick (Matilda), Bryce Ryness (Miss Trunchbull), Jennifer Bowles* (Miss Honey), Wesley Faucher* (Mrs. Wormwood), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Ora Jones (Mrs. Phelps), Colin Israel* (Escapologist), Ashley Elizabeth Hale* (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Sean Montgomery (Docto/Sergei), Scott Difford* (Party Entertainer), Evan Gray (Bruce), Zoe Manarel (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), GiaNina Paolantonio (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Cole Alex Edelstein* (Tommy) 
8/20/16 (matinee, my master) - Aviva Winick (Matilda), Bryce Ryness (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Scott Difford* (Michael), Sean Montgomery (Party Entertainer/Sergei), Evan Gray (Bruce),Brooklyn Nelson* (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), GiaNina Paolantonio (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Kathryn Zimmer* (Alice), Talia Ryder  (Hortensia), Meliki Hurd (Tommy)
8/20/16 (evening show, my master) - Ava Briglia (Matilda), Bryce Ryness (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Sean Montgomery (Party Entertainer/Sergei), Cole Alex Edelstein* (Bruce),Talia Ryder* (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), GiaNina Paolantonio (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Heather Tepe* (Hortensia), Meliki Hurd (Tommy)
9/4/16 (matinee, my master, last show for Cole Alex Edelstein as Tommy; second-to-last shows for Allison Case, Amy Spanger, Zoe Manarel and GiaNina Paolantonio) - Aviva Winick (Matilda), Bryce Ryness (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Sean Montgomery (Party Entertainer/Sergei), Evan Gray (Bruce), Zoe Manael (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), GiaNina Paolantonio (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Cole Alex Edelstein* (Tommy)
9/4/16 (evening show, my master, last shows for Allison Case, Amy Spanger, Zoe Manarel, Cole Alex Edelstein and GiaNina Paolantonio; includes Bryce Ryness’s happy trails speech) - Willow McCarthy  (Matilda), Bryce Ryness (Miss Trunchbull), Allison Case (Miss Honey), Amy Spanger (Mrs. Wormwood), Rick Holmes (Mr. Wormwood), Natalie Venetia Belcon (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Sean Montgomery (Party Entertainer/Sergei), Cole Alex Edelstein* (Bruce), Zoe Manael (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), GiaNina Paolantonio (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Akira Golz (Alice), Talia Ryder (Hortensia), Meliki Hurd (Tommy)
10/8/16 (matinee, my master; Akira Golz plays Amanda in the schoolyard scene; Amanda LaMotte covers the rest of the role) - Aviva Winick (Matilda), Bryce Ryness (Miss Trunchbull), Jennifer Blood (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), John Sanders (Mr. Wormwood), Jennifer Bowles* (Mrs. Phelps), Sean Montgomery* (Escapologist), Ashley Elizabeth Hale* (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Geoff Packard (Doctor), Sean Montgomery (Party Entertainer/Sergei), Evan Gray (Bruce), Serena Quadrato (Lavender), Gavin Swartz (Nigel), Amanda LaMotte/Akira Golz* (Amanda), Noah Baird* (Eric), Kathryn Zimmer* (Alice),Talia Ryder (Hortensia), Meliki Hurd (Tommy)
12/31/16 (final show for Ava Briglia; my master) - Ava Briglia (Matilda), Bryce Ryness (Miss Trunchbull), Jennifer Blood (Miss Honey), Lesli Margherita (Mrs. Wormwood), John Sanders (Mr. Wormwood), Karen Aldridge (Mrs. Phelps), Michael Minarik (Escapologist), Jennifer Bowles (Acrobat), Phillip Spaeth (Rudolpho), Joseph Medeiros (Michael), Geoff Packard (Doctor), Evan Gray (Bruce), Madison Smith* (Lavender), Noah Baird* (Nigel), Brooklyn Nelson (Amanda), Ian Saraceni (Eric), Kathryn Zimmer* (Alice),Talia Ryder (Hortensia), Meliki Hurd (Tommy) 
Shows other than Matilda:
A Little Princess, 12/8/14 (54 Below staged reading, my master) - Abigail Shapiro (Sara Crewe), Anthony Warlow (Captain Crewe), Andrew Lippa (Miss Minchin), Alexandra Silber (adult Sara/Miss Amelia/Queen Victoria), Heath Saunders (Pasko), Alicia Hall Moran (Aljana), Emerson Steele (Becky), Mavis Simpson-Ernst (Lavinia), Paige Brady (Lottie), Milly Shapiro (Jessie), Ava Ulloa (Ermengarde)
Amelie, Broadway 5/18/ (my master)- Phillipa Soo (Amelie), Adam Chanler-Berat (Nino), Savvy Crawford (Young Amelie), Maria-Christina Oliveras (Gina), Harriet D. Foy (Suzanne), Alyse Alan Louis (Georgette/Sylvie), Paul Whitty (Joseph/Fluffy), Manoel Felciano (Raphael/Bretodeau), Alison Cimmet (Amandine/Philomene), Randy Blair (Hipolito/Elton John), David Andino (Blind Beggar/Garden Gnome), Tony Sheldon (Collignon/Dufayel)
American Psycho, Broadway 6/5/16 (final matinee, my master) - Benjamin Walker (Patrick Bateman), Jennifer Damiano (Jean), Alice Ripley (Mrs. Bateman), Helene York (Evelyn), full original Broadway cast
Anastasia, Broadway 7/25/17 (my master) - Christy Altomare (Anya), Derek Klana (Dmitry), Ramin Karimloo (Gleb), Caroline O’Connor (Lily), Mary Beth Peil (Dowager Empress), John Bolton (Vlad)
Dear Evan Hansen, Broadway 2/13/18 (my master) - Taylor Trensch (Evan), Rachel Bay Jones (Heidi), Mike Faist (Connor), Laura Dreyfuss (Zoe), Jennifer Laura Thompson (Cynthia), Michael Park (Larry), Will Roland (Jared), Kristolyn Lloyd (Alana)
Fun Home, Broadway 11/28/15 (my master; poor quality, includes BCEFA speech and Gabby’s BCEFA rap XD) - Beth Malone (Alison), Judy Kuhn (Helen), Michael Cerveris (Bruce), Gabriella Pizzolo (Small Alison), Emily Skeggs (Medium Alison), Roberta Colindrez (Joan), Zell Steele Morrow (John), Oscar Williams (Christian)  
Fun Home, Broadway 5/21/16 (my master; evening show; next-to-last shows for Rebecca Luker and Lauren Patten) - Beth Malone (Alison), Michael Cerveris (Bruce), Rebecca Luker (Helen), Lauren Patten (Medium Alison), Gabriella Pizzolo (Small Alison), Cole Grey (Christian), Zell Steele Morrow (John), Roberta Colindrez (Joan)
Fun Home, Broadway 9/10/16 (my master; closing night.  Includes speeches from Lisa Kron and Alison Bechdel, but they aren’t really audible due to mike malfunctions) - Beth Malone (Alison), Michael Cerveris (Bruce), Judy Kuhn (Helen), Emily Skeggs (Medium Alison), Gabriella Pizzolo (Small Alison), Cole Grey (Christian), Zell Steele Morrow (John), Roberta Colindrez (Joan), Joel Perez (Roy)
Hamilton, Broadway 12/16/15 (my master) - Lin-Manuel Miranda (Alexander Hamilton), Phillipa Soo (Eliza Hamilton), Leslie Odom Jr. (Aaron Burr), Renee Elise Goldsberry (Angelica Schuyler), Daveed Diggs (Thomas Jefferson/Marquis de Lafayette), Okieriete Onaodowan (James Madison/Hercules Mulligan), Anthony Ramos (John Laurens/Philip Hamilton), Jasmine Cephas Jones (Peggy Schuyler/Maria Reynolds), Jonathan Groff (King George)
Heathers, Off-Broadway 7/28/14 (my master) - Cait Fairbanks* (Veronica), Jessica Keenan Wynn (Heather Chandler), Elle McLemore (Heather McNamara), Kristolyn Lloyd (Heather Duke), Dave Thomas Brown (JD), Jon Eidson (Ram), Dan Domenech* (Kurt), Katie Ladner (Martha), Molly Hager* (Veronica’s Mom/Mrs. Fleming)
Heathers, Off-Broadway 8/2/14 (my master) - Charissa Hogeland (Veronica), Jessica Keenan Wynn (Heather Chandler), Elle McLemore (Heather McNamara), Kristolyn Lloyd (Heather Duke), Dave Thomas Brown (JD), Jon Eidson (Ram), Evan Todd (Kurt), Katie Ladner (Martha), Molly Hager* (Veronica’s Mom/Mrs. Fleming)
Hedwig and the Angry Inch, Broadway 1/2/15 (my master) - Michael C. Hall (Hedwig), Lena Hall (Yitzhak)
Kinky Boots, Broadway 5/21/17 (my master) - Killian Donnelly (Charlie), J Harrison Ghee (Lola), Taylor Louderman (Lauren), Blair Goldberg* (Nicola), Daniel Stewart Sherman (Don), Marcus Neville (George), Stephen Berger (Mr. Price), Jake Katzman (Young Charlie), Devin Trey Campbell* (Young Lola), Eugene Barry-Hill (Simon Sr.), Natalie Joy Johnson (Pat), Ross Lekites (Harry), Adinah Alexander* (Trish), Stephane Duret* (Richard Bailey), Gaelen Gilliland* (Milan Stage Manager)
Les Misérables, Broadway 2/19/16 (my master - quality is excellent for the first 3/4s of the show; then there’s a drop in quality when this genius dropped her phone under her seat during Drink With Me.  You will also be treated to my mother’s occasional comments during applause breaks and the FUCKING ASSHOLE WOMAN NEXT TO ME LOUDLY HUMMING THROUGH THE SHOW.  luckily it’s only audible in parts, but still, that’s a thing.  the cast is amazing and alison luff may be the greatest fantine of all time, so i still think it’s worth listening to, but...yeah, stuff gets kinda weird.)  - Alfie Boe (Valjean), Hayden Tee (Javert), Adam Monley (Bishop), Megan Osterhaus (Factory Girl), Alison Luff (Fantine), Eleanor Koski (Young Cosette), Rachel Izen (Mme. Thenardier), Gavin Lee (Thenardier), Sean Reda (Gavroche), Brennyn Lark (Eponine), Alex Finke (Cosette), Chris McCarrell (Marius), Wallace Smith (Enjolras), Joshua Morgan* (Grantaire), Ben Gunderson* (Feuilly)
Les Misérables, Broadway 8/17/16 (evening show, my master) - John Owen-Jones (Valjean), Hayden Tee (Javert), Adam Monley (Bishop), Megan Osterhaus (Factory Girl), Alison Luff (Fantine), Mia Sinclair Jenness (Young Cosette), Rachel Izen (Mme. Thenardier), David Rossmer (Thenardier), Marcus D’Angelo (Gavroche), Brennyn Lark (Eponine), Alex Finke (Cosette), Chris McCarrell (Marius), Mark Uhre (Enjolras), Joseph Spieldanner (Grantaire), Jason Forbach (Feuilly) 
Miss Saigon, Broadway 6/29/17 (my master) - Eva Noblezada (Kim), Jon Jon Briones (The Engineer), Alistair Brammer (Chris), Katie Rose Clarke (Ellen), Nicholas Christopher (John), Devin Ilaw (Thuy), Rachelle Ann Go (Gigi)
Natasha, Pierre and the Great Comet of 1812, Broadway 7/3/17 (debut performance for Ingrid Michaelson, my master) - Denee Benton (Natasha), Dave Malloy (Pierre), Ingrid Michaelson (Sonya), Lucas Steele (Anatole), Gelsey Bell (Mary), Nicholas Belton (Andrey), Nick Choski (Dolokhov), Amber Gray (Helene), Grace McLean (Marya), Paul Pinto (Balaga)
Once, Broadway 12/3/14 (my master, evening show) - Paul Alexander Nolan (Guy), Jessie Fisher (Girl), David Patrick Kelly (Da), Katrina Lenk (Riza), Anne L. Nathan (Baruska), Brandon Ellis* (Svec), Scott Stangland (Eamon), Ryan Vona (Andrej), Paul Whitty (Billy), Laurel Griggs (Ivanka), Andy Taylor (Bank Manager), Erikka Walsh (Ex-Girlfriend)
Phantom of the Opera, Broadway 5/29/14 (matinee, my master) - Norm Lewis (Phantom), Sierra Boggess (Christine), Jeremy Hays (Raoul), Heather Hill* (Carlotta), Deanna Doyle (Meg Giry)
Phantom of the Opera, Broadway 6/5/14 (my master) - Norm Lewis (Phantom), Sierra Boggess (Christine), Jeremy Hays (Raoul), Michele McConnell (Carlotta), Polly Baird* (Meg Giry)
Phantom of the Opera, Broadway 8/19/14 - Norm Lewis (Phantom), Sierra Boggess (Christine), Jeremy Hays (Raoul)
Phantom of the Opera, Broadway 2/26/15 (matinee, my master) - James Barbour (Phantom), Kaley Ann Voorhees (alt. Christine), Jeremy Hays (Raoul)
Phantom of the Opera, Broadway 6/14/17 (my master) - James Barbour (Phantom), Kaley Ann Voorhees (alt. Christine), Rodney Ingram (Raoul)
Phantom of the Opera, Broadway 5/30/18 (my master) - Ben Crawford (Phantom), Kaley Ann Voorhees (alt. Christine), Jay Armstrong Johnson (Raoul), Raquel Suarez Groen (Carlotta), Laird Mackintosh (Andre), Craig Bennett (Firmin), Carlton Moe (Piangi), Kara Klein (Meg Giry)
Phantom of the Opera, Broadway 11/14/18 (my master) -  Ben Crawford (Phantom), Kaley Ann Voorhees (alt. Christine), Jason Forbach* (Raoul), Raquel Suarez Groen (Carlotta), Laird Mackintosh (Andre), Craig Bennett (Firmin), Carlton Moe (Piangi), Jessica Bishop* (Meg Giry)
Pippin, Broadway 6/?/14 (my master, mediocre sound quality, possibly the 24th or the 26th, not 100% sure which) - Kyle Dean Massey (Pippin), Ciara Renee (Leading Player), John Rubinstein (Charles), Molly Tynes* (Fastrada), Rachel Bay Jones (Catherine), Annie Potts (Berthe), Ashton Woerz (Theo)
School of Rock, Broadway 8/8/16 (final show for Sierra Boggess, my master) - Alex Brightman (Dewey Finn), Sierra Boggess (Rosalie Mullins), Spencer Moses (Ned Schneebly), Cassie Okenka* (Patty), Luca Padovan (Billy), Isabella Russo (Summer), Bobbi MacKenzie (Tomika), Raghav Mehrotra (Freddy), Brandon Niederauer (Zack), Evie Dolan (Katie), Emily Cramer (Ms. Sheinkopf), Jesse Swimm* (Gabe Brown/Mr. Sanford/Jeff Sanderson), Patrick O’Neill* (Doug/Mr. Spencer), John Arthur Greene (Theo), Josh Tower (Snake/Mr. Mooneyham), Merritt David Janes (Bob/Mr.  Hamilton), Michael Hartney (Stanley/Mr. Williams), Jaygee Macapugay (Mrs. Hathaway), Carly Gendell (Marcy), Gianna Harris (Shonelle), Shahadi Wright Joseph (Madison), Gavin Kim (Mason), Diego Lucano (Lawrence), Gabby Gutierrez (Sophie), Jersey Sullivan (James)
Violet, Broadway 8/15/14 (my master) - Sutton Foster (Violet) and the rest of the original revival production cast.
*Anything recorded in 2014 is not great quality, as it was before I had an iPhone and had to use a tablet to record.  And occasionally my Phantom audios will have a bonus commentary track from my mother - she’s the Phan in the fam, not me, so I never go without her, and while she doesn’t talk during the show itself, applause breaks are fair game.  
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UN CONVEGNO NAZIONALE SU SCOUTISMO E ANTIFASCISMO
Roma
9 marzo 2019, centro Boncompagni 22, via Boncompagni 22, ore 20.30
10 marzo 2019, cinema Caravaggio, via Paisiello 24, ore 10
Dopo le settimane di preparazione e i due giorni passati insieme a Roma siamo tornati alle nostre vite quotidiane, agli studi e al lavoro con una nuova esperienza nello zaino. È stato un weekend intenso e bello.
Ecco i portali dove nei prossimi giorni pubblicheremo progressivamente i materiali del convegno: foto, atti, registrazioni.
Le registrazioni su Soundcloud 
Documenti e slide in una cartella condivisa
Le foto su Flickr
I partecipanti al convegno hanno scelto di lasciarsi con una serie di impegni condivisi per continuare insieme, li trovi a questo link.
L’appello che ha lanciato un convegno nazionale su scoutismo e antifascismo rimane aperto alle firme di capi in servizio e di ex capi scout delle associazioni italiane. L’indirizzo è sempre quello: [email protected] 
L’appello
Siamo educatori scout, Capi e soci adulti delle associazioni italiane, antifascisti per storia e visione del mondo. Vogliamo piantare la nostra tenda anche in questa fase storica così delicata, in questo mondo che muta così velocemente in una direzione che ci pare spesso sbagliata, preoccupante e contraria ai nostri valori.
Troppo spesso dai quattro angoli del paese e del continente ci arrivano storie strazianti. Personaggi violenti picchiano donne e uomini colpevoli solo di essere diversi per idee, per colore della pelle, per opinioni sulla vita e sul mondo. Intolleranza e sopraffazione si diffondono mentre esseri umani muoiono in mare. Nella politica e nella società, il livello di discussione si limita spesso a slogan che nascondono lacune culturali e una evidente mancanza di consapevolezza rispetto alla realtà. Nonostante i dati parlino di un numero di reati in costante diminuzione, gli imprenditori della paura speculano sul senso di insicurezza e precarietà della gente, per alimentare sui territori insensate guerre tra poveri.
Ogni settimana, ogni giorno, in giro per gli stessi territori bambine, bambini, ragazze e ragazzi, giovani e Capi continuano allo stesso tempo a giocare un gioco che ha ormai più di cent'anni e che si basa su principi completamente opposti: fratellanza, vita all'aria aperta, educazione fra pari sono il cardine di ciò che noi chiamiamo educazione alla libertà. Per questo sappiamo che l’antifascismo per un Capo scout è una scelta di metodo, oltre che un valore: è un modo di fare, uno stile dell’educare, un’attenzione da tenere costantemente presente quando si organizzano giochi, attività, proposte.
Le associazioni scout italiane da sempre hanno tenuto fermo questo patrimonio di idee e di valori. Il CNGEI nella propria carta di identità associativa pone la democrazia, all’interno dei propri processi decisionali e come fulcro della propria azione educativa,  tra le proprie scelte fondanti e caratterizzanti e, quanto all'educazione dei giovani, evidenzia il concetto di coeducazione, ovvero di educazione per tutti e con tutti, accettando e rispettando ogni diversità. L’AGESCI pone l’antifascismo tra i riferimenti fondamentali della Scelta Politica contenuta nel Patto Associativo, il documento fondativo dell’unificazione di ASCI e AGI avvenuta nell’aprile 1974: da allora lo ha sempre mantenuto come irrinunciabile, rilanciandolo e facendolo vivere negli eventi per capi e ragazzi, oltre che nella propria quotidiana democrazia associativa.
Questo è un coraggio che viene da lontano. Le Aquile Randagie in Lombardia, gli scout clandestini dello Stretto e della Calabria, le guide e gli scout antifascisti a Roma: durante gli anni della Giungla Silente, quando la dittatura nazifascista soppresse tutte le associazioni educative diverse dall’Opera Nazionale Balilla e dall’Azione Cattolica, gruppi di Capi e ragazzi scelsero la clandestinità perché alla base del loro agire avevano una scelta di mondo, un'idea di ciò che l'uomo e la donna possono diventare, quella che oggi alcune associazioni scout chiamano Partenza. 
Da tempo noi ci troviamo invece ad assistere, oltre a momenti positivi e a prese di posizioni auspicabili, anche a contraddizioni e compromessi all'interno delle nostre associazioni. A timidezze e a volte a errori: ad attività da migliorare, a episodi non affrontati, a Capi non abbastanza preparati e non abbastanza consapevoli e attivi sui temi dell'antifascismo; allo stesso tempo conosciamo quanto i Capi giovani - e non solo - oggi chiedano formazione di qualità e posizioni rigorose su antifascismo, antirazzismo, nonviolenza e critica radicale al potere come dominio. Vediamo anche che i nostri ragazzi, molto più adulti oggi delle generazioni che li hanno preceduti, sono fortunatamente meno disposti ad accettare risposte preconfezionate e ordini che vengono da adulti, a volte Capi, spesso pronti ad ostentare un’autorità che non hanno, anziché esprimere una più auspicabile autorevolezza: sono così proprio le future donne e i futuri uomini che ci sono affidati a chiedere sui grandi temi dei nostri tempi proposte chiare, contenuti forti, qualità educativa elevata.
Sappiamo bene quanto sia difficile essere associazione al giorno d’oggi. È per questo allora che vogliamo essere fedeli alla nostra Promessa e renderci utili anche in tempi che troviamo cupi, trasformandoli in giorni promettenti. Vogliamo ritrovarci per discutere e pensare, per condividere ciò che ci sta a cuore, migliorare la nostra azione educativa e confermarla ancorata a quei riferimenti che per noi sono irrinunciabili. Vogliamo costruire un pensiero che sia di servizio alle associazioni che operano sul territorio e ai singoli Capi che si impegnano ai quattro angoli del paese.
Ci convochiamo allora, come Capi scout, educatori liberi, in un Convegno nazionale su scoutismo e antifascismo, che vivremo il 9 e il 10 marzo 2019 a Roma, presso il cinema Caravaggio. Un incontro di studio, di riflessione, di dibattito, di approfondimento e meditazione. Un incontro di formazione. Un altro passo nella giusta direzione.
Siamo Capi scout,
Siamo antifascisti.
Coordinamento Capi Scout Antifascisti
Per aderire scrivi a [email protected]
I capi firmatari dell’appello
Tommaso Caldarelli, Lazio, Agesci
Maria Chiara Porretta, Lazio, Agesci
Margherita Posta, Lazio, Agesci
Paolo Nunziante, Liguria, Agesci
Valentino Scordino, Calabria, Agesci
Giovanni Gaiera, Lombardia, Agesci
Emanuele Luigi Colazzo, Lazio, Agesci
Daniela Ferrara, Sicilia, Agesci
Nicola Selim Babaoglu, Bologna, Cngei
Luca Montanari, Bologna, Cngei
Laura Pattuzzi, Emilia-Romagna, Agesci
Mattia Pesci, Emilia-Romagna, Agesci
Silvia Sturani, Veneto, Agesci
Padre Giuseppe Trotta Sj, Campania, Agesci
Mariarosaria Zamboi, Lazio, Agesci
Giorgio Manca, Lazio, Agesci 
Saverio Sciao Pazzano, Calabria, Agesci
Ciro Facciolla, Portici, Cngei
Antonello Praticó, Calabria, Agesci
Luca Scarpiello, Bari, Cngei
Riccardo Camedda, Roma, Cngei
Gregorio Lombardi, Fermignano, Cngei
Giada Jacqueline Todisco Grande, Fermignano, Cngei
Mirta Cimmino, Napoli, Cngei
Matteo Morara, Emilia Romagna, Agesci
Margherita Milone, Liguria, Agesci
Chiara Zotti, Piemonte, Agesci 
Gianluca Scacco, Emilia Romagna, Agesci
Lia Zornetta, Emilia Romagna, Agesci
Federico Scarpelli, Toscana, Agesci
Attilio Valentini, Ariccia, Cngei
Paolo Biella, Lombardia, Agesci
Francesca Galletti, Ariccia, Cngei
Azzurra Chiaramonti, Lazio, Agesci 
Silvia d’Auria, Lazio, Agesci
Simone Barbieri, Liguria, Agesci
Giovanni Raffa, Calabria, Agesci
Antongiulio Cavaliere Converti, Calabria, Agesci
Giulia Addazi, Lazio, Agesci
Dina Tufano, Lombardia, Agesci
Lorenzo Morandi, Lombardia, Agesci
Alessandro Cogorno, Liguria, Agesci
Caterina Bondi, Emilia Romagna, Agesci
Andrea Biglietti, Bologna, Agesci
Francesco Mancioppi, Liguria, Agesci
Marco Fumagalli, Lombardia, Agesci
Pietro Acrami, Lombardia, Agesci
Pierpaolo Rapicano, Campania, Agesci
Francesca Saccomandi, Emilia Romagna, Agesci
Lorenzo Gilli, Lazio, Agesci
Benedetta Rubino, Lombardia, Agesci
Luca Pirolo, Lombardia, Agesci
Teresa Ballerini, Pesaro, Cngei
Matteo Zornetta, Emilia Romagna, Agesci
Matilde Marzorati, Lombardia, Agesci
Giulia Ventimiglia, Lombardia, Agesci
Anna Cerati, Lombardia, Agesci
Jacopo Mascheroni, Lombardia, Agesci
Carolina Vitale, Lombardia, Agesci
Jacopo Cerati, Lombardia, Agesci
Laura Maialetti, Lombardia, Agesci
Giovanni Romano, Lecce, Cngei
Pietro Feltri, Lombardia, Agesci
Bianca Ferrari, Milano, Cngei
Daniele Caldarelli, Ariccia, Cngei
Francesca Fumagalli, Lombardia, Agesci
Jacopo Pesiri, Padova, Gruppo Scout Pablo Neruda
Claudio Ielmini, Piemonte, Agesci
Marta Abbate, Lombardia, Agesci
Chiara Abbate, Lombardia, Agesci
Sarah Longo, Lombardia, Agesci
Francesca Gorla, Lombardia, Agesci
Giovanni Terribile, Lombardia, Agesci
Alessandro Colombo, Lombardia, Agesci
Camilla Tambani, Lombardia, Agesci
Gabriele Riva, Lombardia, Agesci
Davide Scopece, Lombardia, Agesci
Cristina Pilichi, Lombardia, Agesci
Giulia Galliani, Lombardia, Agesci
Flavio Zecchinello, Lombardia, Agesci
Marco Piazzoni, Lombardia, Agesci
Carlo Bidoia, Lombardia, Agesci
Luciano Squillaci, Calabria, Agesci
Antonino Nunnari, Calabria, Agesci
Anna Colombo, Lombardia, Agesci
Samuele Pirronello, Lombardia, Agesci
Maddalena Cavadini, Lombardia, Agesci
Maria Fera, Liguria, Agesci
Anna Colombo, Lombardia, Agesci 
Cecilia Barberis, Lombardia, Agesci
Sofia Ronchetti, Lombardia, Agesci
Giuggi Palmenta, Calabria, Agesci
Andrea Bosio, Liguria, Agesci
Elisa Galli, Lazio, Agesci
Andrea Bogino, Sardegna, Agesci
Jessica Marino, Calabria, Agesci
Fabio Tassone, Lazio, Agesci
Davide Palluzzi, Lazio, Agesci
Matteo Spallacci, Marche, Agesci
Sara Lonato, Lombardia, Agesci
Marino Marinelli, Toscana, Agesci
Medea Zanon, Bologna, Cngei
Valentina d'Alessio, Abruzzo, Agesci
Lucia Romeo, Calabria, Agesci
Angela Pesce, Umbria, Agesci
Manlio Majorani, Umbria, Agesci
Giulia Ghini, Emilia Romagna, Agesci
Cristian Calzolari, Bologna, Agesci
Pierpaolo Giordano, Ariccia, Cngei
Salvo Ranno, Messina, Cngei
Tiziano Carbone, Velletri, Cngei
Sara Moon Villa, Milano, Cngei
Susanna Chiulli, Lazio, Agesci
Emanuele Falcolini, Lazio, Agesci 
Marialuisa Mortara, Lazio, Agesci
Domenico Alghiri, Lazio, Agesci
Antonio Coccia, Lazio, Agesci  
adesioni in continuo aggiornamento...
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Sostenitori - Ex capi scout 
Gian Domenico Ricaldone, Liguria; Annarita Leobruni, Lazio; Elisabetta Fonti, Lazio; Matteo Fontana, Lazio; Giulia d’Auria, Lazio; Romolo Corradi, Marche; Amaniele Teke, Lazio; Valentina Marra, Lazio; Vittorio Agnoletto, Lombardia; Fabio Siclari, Calabria; Alessandro Cartisano, Calabria; Cosimo Magnelli, Toscana; Alice Vergani, Lombardia; Fulvia Fadda, Toscana; Michela Brambilla, Lombardia; Alessandro Colleoni, Lombardia;  Adriano Palagi, Toscana; Giovanni Cresci, Toscana; Marta Cristianini, Lazio; Giulio Lattanzi, Toscana; Christina Tanca, Marche; Michela Laurenzo, Sardegna
Raccogliamo adesioni di capi ed educatori scout, di assistenti ecclesiastici, di ex capi scout. 
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vieniaviaggiareinpuglia · 7 years ago
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BRINDISI, 4 GIORNI DI VINI A TUTTA PUGLIA: 46 CANTINE E WINE TASTING CON GLI ESPERTI. TUTTI I NOMI
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Vinibus Terrae edizione 2018 sul Lungomare Regina Margherita a Brindisi: 4 giorni di esposizioni e degustazioni con esperti del settore, tutto made in Puglia, dalle cantine ai sommelier ed esperti del settore che terranno le classi di degustazione. Si comincia sabato 2 giugno e si chiude martedì 5. Ecco i nomi delle cantine aderenti accoppiate per stand: Agricole Vallone, e Tormaresca; Azienda agricola pugliese e Vinicola Mediterranea; Botrugno e Cantine Paolo Leo; Calìtro e Coppi; Cantele e L’astore masseria; Cantina fiorentino e Menhir salento; Cantina sampietrana e Tenute Rubino; Cantine Amastuola e Felline; Cantine Due Palme e Cantina San Donaci; Cantine Pandora e Cantine San Pancrazio; Cardonee Giuliani; Consorzio di tutela primitivo di Manduria dop e docg; Consorzio tutela dei vini Brindisi doc e Squinzano doc; Consorzio di tutela vini dop Salice Salentino e Consorzio Vinum Apulie; Conti Zecca e De Palma; Masseria Altemura e Cantina Cellinese; Mocavero e Schola Sarmenti;  Produttori di Manduria e Vetrère; Risveglio agricolo e Tenute Lu Spada; Santa Lucia e Terre Carsiche; Tenute Chiaromonte e Ognissole; Cantine Incantalupi e azienda agricola Tor dei Falchi.
Per le degustazioni, che hanno un costo di 15 euro a classe, e si tengono ogni giorno dalle 18 in poi, tra i nomi spicca Duccio Armenio, nato a Napoli ma cresciuto a Brindisi e con la passione vini pugliesi che terrà i quattro wine tasting a cura di PugliaExpò, nel complesso delle ex scuole Pie per tutti e 4 i giorni, alle 19. Insieme a lui Giacomo Mojoli, filosofo e fondatore di Slow Food, terrà quello sul primitivo; il wine lover Giovanni Resta quello sul rosato; il terzo Top e Pop Wine vedrà una scelta di 6 vini rossi, nuovamente con Mojoli e l’ultimo su una vera curiosità: le bollicine pugliesi con Davide Gangi presidente dell'Associazione culturale e di promozione Vinoway Italia nonché editor di Vinoway.com.
Le master class con i sommelier della delegazione pugliese dell’Ais saranno sul negramaro con Fabrizio Miccoli Ais Lecce e la più giovane enologa di Puglia Laura Minoia; domenica un confronto tra primitivo e il californiano zinfadel con Giuseppe Baldassare, medico e studioso di vino, sommelier Ais Puglia e Gregory Perrucci, produttore di vino e proprietario delle cantine Felline, suo il primitivo di Manduria zinfadel “Racemi” premiato col massimo riconoscimento dal Gambero Rosso; la pòiù particolare degustazione sarà quella di Baldassarre e Gangi sui bianchi pugliesi. I tasting di vini e distillati ogni sera sono tenuti dal “gustosofo” bar tender Michele De Carlo e il sommelier Enzo Scivetti.
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mantruffles · 4 years ago
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Vini del Piemonte
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I vini del Piemonte: vini piemontesi DOC, DOCG e IGT
I vini del Piemonte sono probabilmente i vini qualitativamente più rappresentativi dell’Italia intera. Il Piemonte annovera infatti tra i suoi vini 7 DOCG ed una cinquantina di DOC.
Ne risulta che i quattro quinti dei vini del Piemonte sono a denominazione di origine controllata o a denominazione controllata e garantita.
La produzione dei vini in Piemonte
I vini piemontesi rossi risultano essere il settanta per cento di tutta la produzione regionale. Tra i vini del Piemonte rossi più rinomati vi sono sicuramente il Barbera, il Barolo, il Dolcetto d’Alba, il Moscato, il Grignolino ed il Nebbiolo. Praticamente quasi tutti i vini della regione sono famosi in tutto il mondo! La gran parte dei vini in Piemonte viene coltivata nelle tre zone del Monferrato: il Monferrato Astigiano, il Monferrato Casalese e l’Alto Monferrato. Altre zone di interesse sono i Colli Tortonesi situati al confine con la Lombardia vicino all’Oltrepò Pavese.
Vini Piemonte: dal 1997 la DOC
La DOC Piemonte è entrata in vigore dal 1997 e comprende i vini Spumante, il Barbera e la Bonarda, il Grignolino, il Brachetto, il Cortese, il Chardonnay, il Moscato, il Pinot Bianco, il Pinot Grigio, il Pinot Nero, il Pinot Chardonnay. Tutte queste tipologie nel caso in cui provengano da vigneti iscritti all’albo dei vini del Piemonte DOC possono essere coltivati in tutta la regione.
  Vini piemontesi , le denominazioni recenti
I vini del piemonte che hanno raggiunto soltanto ultimamente lo status di denominazione di origine controllata sono: Albugnano, Alta Langa, Canavese, Colline Novaresi, Cisterna d’Asti, Coste della Sesia, Colline Saluzzesi, Langhe, Freisa di Chieri, Monferrato, Loazzolo, Roero, Pinerolese, Roero, Verduno Pelaverga. Da tutto ciò possiamo dedurre come sia imminente il giorno in cui tutto il territorio del Piemonte produrrà vini DOC e DOCG a testimonianza della straordinaria tradizione vinicola di questa regione.
Normalmente i vini italiani ricevono il nome dalla località di produzione o dal vitigno; rare volte ne hanno uno di fantasia.   In Piemonte il più celebre vino italiano d’arrosto, il Barolo, si intitola a un piccolo comune del Piemonte occidentale situato in provincia di Cuneo. È fatto con l’uva nebbiolo raccolta nei vigneti di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, La Morra, Verduno e in parte dei territori di Manforte d’Alba, Novello, Grinzane Cavour, Alba.
Appartiene alla specie dei vini tardivi e difatti raggiunge la maturità dopo almeno quattro anni d’invecchiamento in botti di rovere; allora acquista un colore rubino marezzato d’arancio, un tenore alcoolico medio di tredici gradi, un sapore asciutto, morbido e vellutato, un profumo di violetta con sottofondo di rosa.
Il vino Barolo è Ricco di ferro e di fosforo, produce effetti gerontologici e onirici; longevo, consegue una straordinaria finezza con il passare degli anni e per tale ragione in qualche famiglia di produttori si usa ancora, alla nascita del primogenito, conservarne delle bottiglie da sturare poi quand’egli si sposerà o in altre occasioni importanti della sua vita.
Sul vino Barolo se ne raccontano tante e tra l’altro si dice che sia piaciuto a Giulio Cesare, a Pio VII, a Enrico II di Francia; indubbiamente i predetti personaggi avranno bevuto del rosso dei vigneti di La Morra, non Barolo perché questo vino nacque ai primi dell’Ottocento ad opera del marchese Carlo Tancredi Falletti.
Fino al 1840 non molti a Torino, allora capitale del regno di Marchese Falletti piemonte vino
Sardegna, avevano avuto modo di gustarlo; lo stesso Carlo Alberto ne aveva sentito soltanto parlare e un giorno, incontrando a corte Giulia Vittorina Colbert vedova del Falletti, l’apostrofò in tono scherzoso:
« Marchesa, sento celebrare il vino delle vostre tenute; quand’è che me lo farete assaggiare?».
E la Colbert di rimando:
« Vostra maestà sarà presto accontentata».
Le battute sono un po’ fumettistiche, ma si vede che a quei tempi le personalità di rango interloquivano come fanno i protagonisti dei moderni fumetti. Il re, qualche settimana dopo, si vide arrivare un cospicuo assaggio e fu tanto conquistato dalla grazia del vino da comperare il castello di Verduno con le annesse vigne. Successivamente Vittorio Emanuele II acquistava altri vigneti e cosi il Barolo diveniva il re dei vini e il vino dei re.
Dove il Marchese Falletti sia andato a prendere i vitigni per i suoi impianti non si sa; possiamo supporre che li abbia cercati in Borgogna oppure a Gattinara nel Piemonte occidentale. Di Gattinara è noto sin dal diciassettesimo secolo l’omonimo vino rosso prodotto da maglioli borgognoni. Li aveva inviati il gattinarese cardinale Mercurino Arborio all’epoca in cui, quale cancelliere di Margherita d’Austria, era presidente del Parlamento della Borgogna.
Il vitigno del Gattinara ebbe il nome di spanna ( corruzione dialettale di Spagna) in seguito a una curiosa coincidenza: esso cominciò a diffondersi quando il cardinale Arborio assurse all’alta carica di gran cancelliere dell’imperatore Carlo V e i contadini credettero che avesse mandato i vitigni dalla Spagna. Gattinara e Barolo in effetti sono due vini gemelli pur con caratteri distinti dovuti alle differenze ambientali.
L’uva nebbiolo coltivata a Barbaresco, Neive e Treiso dà il Barbaresco; a Santo Stefano Roero, Vezza d’Alba, Corneliano d’Alba e Guarene, il Nebbiolo nei tipi asciutto e dolce; a Carema, il Carema.
Il Barbaresco è fratello minore del Barolo.
Asciutto con leggera vena amabile, tra i dodici e i tredici gradi, denunzia uno stoffa più delicata; viene a maturazione dopo i tre anni e sa di violetta. Il Nebbiolo si rivela piuttosto tardivo e i viticoltori preferiscono approntarlo nell’edizione dolce. Il Carema, di un rosso volgente al granato e di un profumo di rosa sbocciata, ha bisogno di una stagionatura di quattro anni, due in botte di rovere o di castagno, due in damigiana.
Tutti i vini rossi sopra elencati, ad eccezione del Nebbiolo dolce, rientrano nella categoria dei vini d’arrosto, come vi rientrano quelli a base di uva spanna: il Gattinara, il Ghemme, il Sizzano, il Boca, il Lessona di Lessona, Vigliano Biellese e Valdengo, il Fara, il Caramino di Briona, il Mottalciata. Anche in questo secondo gruppo tra vino e vino esistono differenze di sapore e profumo dovute all’uvaggio.
Con la parola uvaggio si indica la mescolanza, realizzata secondo determinate percentuali, di uve diverse che vengono ammostate contemporaneamente. Tale pratica enologica, naturale e antichissima, differisce dal cosiddetto taglio, una pura e semplice commistione di mosti o vini.
Dalla mescolanza delle uve nascono profumi composti come quello di mammola e fragola nel Fara, di viola, fragola e rosa nel Ghemme, di melagranata nel Boca. Il rosso più rappresentativo e importante del gruppo è il Gattinara, non soltanto per la primogenitura, ma anche per i pregi intrinseci: onirico, gerontologico, ha una stoffa principesca, un ” bouquet ” di violetta e lampone, un tenore alcoolico sui dodici gradi, un gusto asciutto e vellutato con vena di mandorla amara quando viene da spanna pura, lievemente salato se alla spanna si aggiunge un dieci per cento di uva bonarda. Arriva alla maturità dopo un invecchiamento di quattro anni mantenendosi vegeto e prestante fìno alla più tarda età.
Il vino Sizzano piaceva tanto a Cavour che lo faceva servire anche nei pranzi diplomatici, il Ghemme era molto caro ad Antonio Fogazzaro il quale lo ricorda nel romanzo ” Piccolo mondo antico “.
Dopo tanti vini con quarti di nobiltà, eccone finalmente uno di estrazione popolana, il Barbera. La differenza tra un Barolo e un Barbera si nota subito nel mescerli: il primo raggiunge il calice senza chiasso, in modo composto, al massimo esprime qualche piccola bolla, il cosiddetto ” perlage “ dei vini aristocratici; il secondo manifesta una rumorosa e gagliarda irruenza, borbotta, spuma, e se versato in maniera maldestra trabocca dal bicchiere.
Il vitigno prospera ovunque in Piemonte sapendosi adattare a qualsiasi terreno, ma solo in determinate zone delle province di Asti, Alessandria e Cuneo riesce a dare un prodotto di classe.
Questo vino rosso si muove tra i dodici e i quattordici gradi, rivela un profumo misto di marasca e lampone, una stoffa vigorosa, un sapore asciutto talvolta con vena ammandorlata, un colore rubino gioiosamente brillante, una schiuma violacea tanto rapida a formarsi quanto sollecita a disciogliersi.
Un anno di botte ed è pronto; conosce però l’arte d’invecchiare il vino e con la stagionatura si trasforma in bevanda degna di accompagnare l’arrosto. A seconda della zona di produzione, il Barbera vecchio appalesa alcuni aspetti del suo carattere: nell’Astigiano e nell’Alessandrino resta quello che è, con una veste più pronunziata di lampone; nel Cuneese tende ad accostarsi al gusto del Barolo, insomma baroleggia, giusto il linguaggio dei tecnici.
La collana dei rossi piemontesi comprende inoltre il Dolcetto, che non è dolce come il suo nome lascia supporre, il Frèisa asciutto o amabile, frizzante, con vago sentore di viola e infine il nobile Grignolino dalla stoffa sottile e dall’odore di rosa; purtroppo non è longevo. Quest’ultimo godeva la simpatia della regina Elena.
Il Dolcetto, fermentato sulle vinacce del Barolo, prende il nome di Barolino; fermentato sulle vinacce del Barbera si dice Barberato; comunque fatto, rimane sempre da pasto.
Il miglior Frèisa proviene da Chieri; la zona del Grignolino abbraccia pochi paesi dell’Astigiano oltre a piccole contrade dell’Albese e del Casalese.
I bianchi di tipo sapido, autoctoni della regione, sono due: il Cortese dell’Alessandrino e-l’Erbaluce dell’ex-circondario di Ivrea e delle zone vercellesi ad esso confinanti. Ambedue secchi con vena amara, freschi e moderatamente alcoolici si prestano ad accompagnare il pesce.
Il Piemonte allinea quattro ottimi vini da seconde mense: il Nebbiolo dolce, il Brachetto, il Passito di Caluso, il Moscato d’Asti.
Il Nebbiolo dolce giunge alla beva molto prima dell’asciutto; spumante rosso naturale, possiede una bella gradazione alcoolica, odora di violetta e con gli anni si decolora dal rubino chiaro all’ambrato scuro.
Altro spumante rosso è il Brachetto, tenore alcoolico di tredici gradi, profumo di rosa; tipico delle province di Asti, Alessandria e Cuneo, trova ad Acqui Terme il suo migliore centro di produzione. Il Passito di Caluso discende da uva erbaluce lasciata ad appassire sopra graticci per tutto l’inverno in appositi locali; risulta assai costoso dato che per ricavarne cento litri occorrono ben cinquecento chili di uva, senza contare l’invecchiamento di cinque anni. Ambrato scuro, alcoolico, delicatamente dolce, pieno, vellutato, aromatico, armonico, va annoverato tra i liquorosi di lusso.
La zona tipica del Moscato d’Asti, dolce e poco alcoolico, abbraccia l’ Alessandrino, l’Astigiano e il Cuneese; quello di Canelli, di Santo Stefano Belbo e di Strevi raggiunge un maggior grado di bontà. Da questo Moscato si ottengono l’Asti spumante e il rinomato vermut di Torino.
Lista dei vini Piemontesi
Asti
Barbaresco
Barbera
Barolo
Brachetto d’Acqui
Carema
Colli tortonesi
Cortese di Gavi
Dolcetto d’Alba
Erbaluce di Caluso
Freisa
Gattinara
Ghemme
Grignolino
Loazzolo
Moscato d’Asti
Nebbiolo d’Alba
Roero arneis
Albugnano
Alta Langa
Barbera d’Asti
Barbera del Monferrato
Boca
Bramaterra
Canavese
Cisterna d’Asti
Collina Torinese
Colline Novaresi
Colline Saluzzesi
Cortese dell’Alto Monferrato
Coste della Sesia
Dolcetto d’Acqui
Dolcetto d’Asti
Dolcetto delle Langhe Monregalesi
Dolcetto di Diano d’Alba
Dolcetto di Dogliani Superiore
Dolcetto di Dogliani
Dolcetto di Ovada
Fara
Gabiano
Grignolino d’Asti
Grignolino del Monferrato Casalese
Langhe
Lessona
Malvasia di Casorzo
Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
Monferrato
Piemonte
Pinerolese
Rubino di Cantavenna
Ruchè di Castagnole Monferrato
Sizzano
Strevi
Valsusa
Verduno Pelaverga
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Vini del Piemonte
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I vini del Piemonte: vini piemontesi DOC, DOCG e IGT
I vini del Piemonte sono probabilmente i vini qualitativamente più rappresentativi dell’Italia intera. Il Piemonte annovera infatti tra i suoi vini 7 DOCG ed una cinquantina di DOC.
Ne risulta che i quattro quinti dei vini del Piemonte sono a denominazione di origine controllata o a denominazione controllata e garantita.
La produzione dei vini in Piemonte
I vini piemontesi rossi risultano essere il settanta per cento di tutta la produzione regionale. Tra i vini del Piemonte rossi più rinomati vi sono sicuramente il Barbera, il Barolo, il Dolcetto d’Alba, il Moscato, il Grignolino ed il Nebbiolo. Praticamente quasi tutti i vini della regione sono famosi in tutto il mondo! La gran parte dei vini in Piemonte viene coltivata nelle tre zone del Monferrato: il Monferrato Astigiano, il Monferrato Casalese e l’Alto Monferrato. Altre zone di interesse sono i Colli Tortonesi situati al confine con la Lombardia vicino all’Oltrepò Pavese.
Vini Piemonte: dal 1997 la DOC
La DOC Piemonte è entrata in vigore dal 1997 e comprende i vini Spumante, il Barbera e la Bonarda, il Grignolino, il Brachetto, il Cortese, il Chardonnay, il Moscato, il Pinot Bianco, il Pinot Grigio, il Pinot Nero, il Pinot Chardonnay. Tutte queste tipologie nel caso in cui provengano da vigneti iscritti all’albo dei vini del Piemonte DOC possono essere coltivati in tutta la regione.
  Vini piemontesi , le denominazioni recenti
I vini del piemonte che hanno raggiunto soltanto ultimamente lo status di denominazione di origine controllata sono: Albugnano, Alta Langa, Canavese, Colline Novaresi, Cisterna d’Asti, Coste della Sesia, Colline Saluzzesi, Langhe, Freisa di Chieri, Monferrato, Loazzolo, Roero, Pinerolese, Roero, Verduno Pelaverga. Da tutto ciò possiamo dedurre come sia imminente il giorno in cui tutto il territorio del Piemonte produrrà vini DOC e DOCG a testimonianza della straordinaria tradizione vinicola di questa regione.
Normalmente i vini italiani ricevono il nome dalla località di produzione o dal vitigno; rare volte ne hanno uno di fantasia.   In Piemonte il più celebre vino italiano d’arrosto, il Barolo, si intitola a un piccolo comune del Piemonte occidentale situato in provincia di Cuneo. È fatto con l’uva nebbiolo raccolta nei vigneti di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, La Morra, Verduno e in parte dei territori di Manforte d’Alba, Novello, Grinzane Cavour, Alba.
Appartiene alla specie dei vini tardivi e difatti raggiunge la maturità dopo almeno quattro anni d’invecchiamento in botti di rovere; allora acquista un colore rubino marezzato d’arancio, un tenore alcoolico medio di tredici gradi, un sapore asciutto, morbido e vellutato, un profumo di violetta con sottofondo di rosa.
Il vino Barolo è Ricco di ferro e di fosforo, produce effetti gerontologici e onirici; longevo, consegue una straordinaria finezza con il passare degli anni e per tale ragione in qualche famiglia di produttori si usa ancora, alla nascita del primogenito, conservarne delle bottiglie da sturare poi quand’egli si sposerà o in altre occasioni importanti della sua vita.
Sul vino Barolo se ne raccontano tante e tra l’altro si dice che sia piaciuto a Giulio Cesare, a Pio VII, a Enrico II di Francia; indubbiamente i predetti personaggi avranno bevuto del rosso dei vigneti di La Morra, non Barolo perché questo vino nacque ai primi dell’Ottocento ad opera del marchese Carlo Tancredi Falletti.
Fino al 1840 non molti a Torino, allora capitale del regno di Marchese Falletti piemonte vino
Sardegna, avevano avuto modo di gustarlo; lo stesso Carlo Alberto ne aveva sentito soltanto parlare e un giorno, incontrando a corte Giulia Vittorina Colbert vedova del Falletti, l’apostrofò in tono scherzoso:
« Marchesa, sento celebrare il vino delle vostre tenute; quand’è che me lo farete assaggiare?».
E la Colbert di rimando:
« Vostra maestà sarà presto accontentata».
Le battute sono un po’ fumettistiche, ma si vede che a quei tempi le personalità di rango interloquivano come fanno i protagonisti dei moderni fumetti. Il re, qualche settimana dopo, si vide arrivare un cospicuo assaggio e fu tanto conquistato dalla grazia del vino da comperare il castello di Verduno con le annesse vigne. Successivamente Vittorio Emanuele II acquistava altri vigneti e cosi il Barolo diveniva il re dei vini e il vino dei re.
Dove il Marchese Falletti sia andato a prendere i vitigni per i suoi impianti non si sa; possiamo supporre che li abbia cercati in Borgogna oppure a Gattinara nel Piemonte occidentale. Di Gattinara è noto sin dal diciassettesimo secolo l’omonimo vino rosso prodotto da maglioli borgognoni. Li aveva inviati il gattinarese cardinale Mercurino Arborio all’epoca in cui, quale cancelliere di Margherita d’Austria, era presidente del Parlamento della Borgogna.
Il vitigno del Gattinara ebbe il nome di spanna ( corruzione dialettale di Spagna) in seguito a una curiosa coincidenza: esso cominciò a diffondersi quando il cardinale Arborio assurse all’alta carica di gran cancelliere dell’imperatore Carlo V e i contadini credettero che avesse mandato i vitigni dalla Spagna. Gattinara e Barolo in effetti sono due vini gemelli pur con caratteri distinti dovuti alle differenze ambientali.
L’uva nebbiolo coltivata a Barbaresco, Neive e Treiso dà il Barbaresco; a Santo Stefano Roero, Vezza d’Alba, Corneliano d’Alba e Guarene, il Nebbiolo nei tipi asciutto e dolce; a Carema, il Carema.
Il Barbaresco è fratello minore del Barolo.
Asciutto con leggera vena amabile, tra i dodici e i tredici gradi, denunzia uno stoffa più delicata; viene a maturazione dopo i tre anni e sa di violetta. Il Nebbiolo si rivela piuttosto tardivo e i viticoltori preferiscono approntarlo nell’edizione dolce. Il Carema, di un rosso volgente al granato e di un profumo di rosa sbocciata, ha bisogno di una stagionatura di quattro anni, due in botte di rovere o di castagno, due in damigiana.
Tutti i vini rossi sopra elencati, ad eccezione del Nebbiolo dolce, rientrano nella categoria dei vini d’arrosto, come vi rientrano quelli a base di uva spanna: il Gattinara, il Ghemme, il Sizzano, il Boca, il Lessona di Lessona, Vigliano Biellese e Valdengo, il Fara, il Caramino di Briona, il Mottalciata. Anche in questo secondo gruppo tra vino e vino esistono differenze di sapore e profumo dovute all’uvaggio.
Con la parola uvaggio si indica la mescolanza, realizzata secondo determinate percentuali, di uve diverse che vengono ammostate contemporaneamente. Tale pratica enologica, naturale e antichissima, differisce dal cosiddetto taglio, una pura e semplice commistione di mosti o vini.
Dalla mescolanza delle uve nascono profumi composti come quello di mammola e fragola nel Fara, di viola, fragola e rosa nel Ghemme, di melagranata nel Boca. Il rosso più rappresentativo e importante del gruppo è il Gattinara, non soltanto per la primogenitura, ma anche per i pregi intrinseci: onirico, gerontologico, ha una stoffa principesca, un ” bouquet ” di violetta e lampone, un tenore alcoolico sui dodici gradi, un gusto asciutto e vellutato con vena di mandorla amara quando viene da spanna pura, lievemente salato se alla spanna si aggiunge un dieci per cento di uva bonarda. Arriva alla maturità dopo un invecchiamento di quattro anni mantenendosi vegeto e prestante fìno alla più tarda età.
Il vino Sizzano piaceva tanto a Cavour che lo faceva servire anche nei pranzi diplomatici, il Ghemme era molto caro ad Antonio Fogazzaro il quale lo ricorda nel romanzo ” Piccolo mondo antico “.
Dopo tanti vini con quarti di nobiltà, eccone finalmente uno di estrazione popolana, il Barbera. La differenza tra un Barolo e un Barbera si nota subito nel mescerli: il primo raggiunge il calice senza chiasso, in modo composto, al massimo esprime qualche piccola bolla, il cosiddetto ” perlage “ dei vini aristocratici; il secondo manifesta una rumorosa e gagliarda irruenza, borbotta, spuma, e se versato in maniera maldestra trabocca dal bicchiere.
Il vitigno prospera ovunque in Piemonte sapendosi adattare a qualsiasi terreno, ma solo in determinate zone delle province di Asti, Alessandria e Cuneo riesce a dare un prodotto di classe.
Questo vino rosso si muove tra i dodici e i quattordici gradi, rivela un profumo misto di marasca e lampone, una stoffa vigorosa, un sapore asciutto talvolta con vena ammandorlata, un colore rubino gioiosamente brillante, una schiuma violacea tanto rapida a formarsi quanto sollecita a disciogliersi.
Un anno di botte ed è pronto; conosce però l’arte d’invecchiare il vino e con la stagionatura si trasforma in bevanda degna di accompagnare l’arrosto. A seconda della zona di produzione, il Barbera vecchio appalesa alcuni aspetti del suo carattere: nell’Astigiano e nell’Alessandrino resta quello che è, con una veste più pronunziata di lampone; nel Cuneese tende ad accostarsi al gusto del Barolo, insomma baroleggia, giusto il linguaggio dei tecnici.
La collana dei rossi piemontesi comprende inoltre il Dolcetto, che non è dolce come il suo nome lascia supporre, il Frèisa asciutto o amabile, frizzante, con vago sentore di viola e infine il nobile Grignolino dalla stoffa sottile e dall’odore di rosa; purtroppo non è longevo. Quest’ultimo godeva la simpatia della regina Elena.
Il Dolcetto, fermentato sulle vinacce del Barolo, prende il nome di Barolino; fermentato sulle vinacce del Barbera si dice Barberato; comunque fatto, rimane sempre da pasto.
Il miglior Frèisa proviene da Chieri; la zona del Grignolino abbraccia pochi paesi dell’Astigiano oltre a piccole contrade dell’Albese e del Casalese.
I bianchi di tipo sapido, autoctoni della regione, sono due: il Cortese dell’Alessandrino e-l’Erbaluce dell’ex-circondario di Ivrea e delle zone vercellesi ad esso confinanti. Ambedue secchi con vena amara, freschi e moderatamente alcoolici si prestano ad accompagnare il pesce.
Il Piemonte allinea quattro ottimi vini da seconde mense: il Nebbiolo dolce, il Brachetto, il Passito di Caluso, il Moscato d’Asti.
Il Nebbiolo dolce giunge alla beva molto prima dell’asciutto; spumante rosso naturale, possiede una bella gradazione alcoolica, odora di violetta e con gli anni si decolora dal rubino chiaro all’ambrato scuro.
Altro spumante rosso è il Brachetto, tenore alcoolico di tredici gradi, profumo di rosa; tipico delle province di Asti, Alessandria e Cuneo, trova ad Acqui Terme il suo migliore centro di produzione. Il Passito di Caluso discende da uva erbaluce lasciata ad appassire sopra graticci per tutto l’inverno in appositi locali; risulta assai costoso dato che per ricavarne cento litri occorrono ben cinquecento chili di uva, senza contare l’invecchiamento di cinque anni. Ambrato scuro, alcoolico, delicatamente dolce, pieno, vellutato, aromatico, armonico, va annoverato tra i liquorosi di lusso.
La zona tipica del Moscato d’Asti, dolce e poco alcoolico, abbraccia l’ Alessandrino, l’Astigiano e il Cuneese; quello di Canelli, di Santo Stefano Belbo e di Strevi raggiunge un maggior grado di bontà. Da questo Moscato si ottengono l’Asti spumante e il rinomato vermut di Torino.
Lista dei vini Piemontesi
Asti
Barbaresco
Barbera
Barolo
Brachetto d’Acqui
Carema
Colli tortonesi
Cortese di Gavi
Dolcetto d’Alba
Erbaluce di Caluso
Freisa
Gattinara
Ghemme
Grignolino
Loazzolo
Moscato d’Asti
Nebbiolo d’Alba
Roero arneis
Albugnano
Alta Langa
Barbera d’Asti
Barbera del Monferrato
Boca
Bramaterra
Canavese
Cisterna d’Asti
Collina Torinese
Colline Novaresi
Colline Saluzzesi
Cortese dell’Alto Monferrato
Coste della Sesia
Dolcetto d’Acqui
Dolcetto d’Asti
Dolcetto delle Langhe Monregalesi
Dolcetto di Diano d’Alba
Dolcetto di Dogliani Superiore
Dolcetto di Dogliani
Dolcetto di Ovada
Fara
Gabiano
Grignolino d’Asti
Grignolino del Monferrato Casalese
Langhe
Lessona
Malvasia di Casorzo
Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
Monferrato
Piemonte
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Rubino di Cantavenna
Ruchè di Castagnole Monferrato
Sizzano
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joaomurakami · 4 years ago
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I vini del Piemonte: vini piemontesi DOC, DOCG e IGT
I vini del Piemonte sono probabilmente i vini qualitativamente più rappresentativi dell’Italia intera. Il Piemonte annovera infatti tra i suoi vini 7 DOCG ed una cinquantina di DOC.
Ne risulta che i quattro quinti dei vini del Piemonte sono a denominazione di origine controllata o a denominazione controllata e garantita.
La produzione dei vini in Piemonte
I vini piemontesi rossi risultano essere il settanta per cento di tutta la produzione regionale. Tra i vini del Piemonte rossi più rinomati vi sono sicuramente il Barbera, il Barolo, il Dolcetto d’Alba, il Moscato, il Grignolino ed il Nebbiolo. Praticamente quasi tutti i vini della regione sono famosi in tutto il mondo! La gran parte dei vini in Piemonte viene coltivata nelle tre zone del Monferrato: il Monferrato Astigiano, il Monferrato Casalese e l’Alto Monferrato. Altre zone di interesse sono i Colli Tortonesi situati al confine con la Lombardia vicino all’Oltrepò Pavese.
Vini Piemonte: dal 1997 la DOC
La DOC Piemonte è entrata in vigore dal 1997 e comprende i vini Spumante, il Barbera e la Bonarda, il Grignolino, il Brachetto, il Cortese, il Chardonnay, il Moscato, il Pinot Bianco, il Pinot Grigio, il Pinot Nero, il Pinot Chardonnay. Tutte queste tipologie nel caso in cui provengano da vigneti iscritti all’albo dei vini del Piemonte DOC possono essere coltivati in tutta la regione.
  Vini piemontesi , le denominazioni recenti
I vini del piemonte che hanno raggiunto soltanto ultimamente lo status di denominazione di origine controllata sono: Albugnano, Alta Langa, Canavese, Colline Novaresi, Cisterna d’Asti, Coste della Sesia, Colline Saluzzesi, Langhe, Freisa di Chieri, Monferrato, Loazzolo, Roero, Pinerolese, Roero, Verduno Pelaverga. Da tutto ciò possiamo dedurre come sia imminente il giorno in cui tutto il territorio del Piemonte produrrà vini DOC e DOCG a testimonianza della straordinaria tradizione vinicola di questa regione.
Normalmente i vini italiani ricevono il nome dalla località di produzione o dal vitigno; rare volte ne hanno uno di fantasia.   In Piemonte il più celebre vino italiano d’arrosto, il Barolo, si intitola a un piccolo comune del Piemonte occidentale situato in provincia di Cuneo. È fatto con l’uva nebbiolo raccolta nei vigneti di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, La Morra, Verduno e in parte dei territori di Manforte d’Alba, Novello, Grinzane Cavour, Alba.
Appartiene alla specie dei vini tardivi e difatti raggiunge la maturità dopo almeno quattro anni d’invecchiamento in botti di rovere; allora acquista un colore rubino marezzato d’arancio, un tenore alcoolico medio di tredici gradi, un sapore asciutto, morbido e vellutato, un profumo di violetta con sottofondo di rosa.
Il vino Barolo è Ricco di ferro e di fosforo, produce effetti gerontologici e onirici; longevo, consegue una straordinaria finezza con il passare degli anni e per tale ragione in qualche famiglia di produttori si usa ancora, alla nascita del primogenito, conservarne delle bottiglie da sturare poi quand’egli si sposerà o in altre occasioni importanti della sua vita.
Sul vino Barolo se ne raccontano tante e tra l’altro si dice che sia piaciuto a Giulio Cesare, a Pio VII, a Enrico II di Francia; indubbiamente i predetti personaggi avranno bevuto del rosso dei vigneti di La Morra, non Barolo perché questo vino nacque ai primi dell’Ottocento ad opera del marchese Carlo Tancredi Falletti.
Fino al 1840 non molti a Torino, allora capitale del regno di Marchese Falletti piemonte vino
Sardegna, avevano avuto modo di gustarlo; lo stesso Carlo Alberto ne aveva sentito soltanto parlare e un giorno, incontrando a corte Giulia Vittorina Colbert vedova del Falletti, l’apostrofò in tono scherzoso:
« Marchesa, sento celebrare il vino delle vostre tenute; quand’è che me lo farete assaggiare?».
E la Colbert di rimando:
« Vostra maestà sarà presto accontentata».
Le battute sono un po’ fumettistiche, ma si vede che a quei tempi le personalità di rango interloquivano come fanno i protagonisti dei moderni fumetti. Il re, qualche settimana dopo, si vide arrivare un cospicuo assaggio e fu tanto conquistato dalla grazia del vino da comperare il castello di Verduno con le annesse vigne. Successivamente Vittorio Emanuele II acquistava altri vigneti e cosi il Barolo diveniva il re dei vini e il vino dei re.
Dove il Marchese Falletti sia andato a prendere i vitigni per i suoi impianti non si sa; possiamo supporre che li abbia cercati in Borgogna oppure a Gattinara nel Piemonte occidentale. Di Gattinara è noto sin dal diciassettesimo secolo l’omonimo vino rosso prodotto da maglioli borgognoni. Li aveva inviati il gattinarese cardinale Mercurino Arborio all’epoca in cui, quale cancelliere di Margherita d’Austria, era presidente del Parlamento della Borgogna.
Il vitigno del Gattinara ebbe il nome di spanna ( corruzione dialettale di Spagna) in seguito a una curiosa coincidenza: esso cominciò a diffondersi quando il cardinale Arborio assurse all’alta carica di gran cancelliere dell’imperatore Carlo V e i contadini credettero che avesse mandato i vitigni dalla Spagna. Gattinara e Barolo in effetti sono due vini gemelli pur con caratteri distinti dovuti alle differenze ambientali.
L’uva nebbiolo coltivata a Barbaresco, Neive e Treiso dà il Barbaresco; a Santo Stefano Roero, Vezza d’Alba, Corneliano d’Alba e Guarene, il Nebbiolo nei tipi asciutto e dolce; a Carema, il Carema.
Il Barbaresco è fratello minore del Barolo.
Asciutto con leggera vena amabile, tra i dodici e i tredici gradi, denunzia uno stoffa più delicata; viene a maturazione dopo i tre anni e sa di violetta. Il Nebbiolo si rivela piuttosto tardivo e i viticoltori preferiscono approntarlo nell’edizione dolce. Il Carema, di un rosso volgente al granato e di un profumo di rosa sbocciata, ha bisogno di una stagionatura di quattro anni, due in botte di rovere o di castagno, due in damigiana.
Tutti i vini rossi sopra elencati, ad eccezione del Nebbiolo dolce, rientrano nella categoria dei vini d’arrosto, come vi rientrano quelli a base di uva spanna: il Gattinara, il Ghemme, il Sizzano, il Boca, il Lessona di Lessona, Vigliano Biellese e Valdengo, il Fara, il Caramino di Briona, il Mottalciata. Anche in questo secondo gruppo tra vino e vino esistono differenze di sapore e profumo dovute all’uvaggio.
Con la parola uvaggio si indica la mescolanza, realizzata secondo determinate percentuali, di uve diverse che vengono ammostate contemporaneamente. Tale pratica enologica, naturale e antichissima, differisce dal cosiddetto taglio, una pura e semplice commistione di mosti o vini.
Dalla mescolanza delle uve nascono profumi composti come quello di mammola e fragola nel Fara, di viola, fragola e rosa nel Ghemme, di melagranata nel Boca. Il rosso più rappresentativo e importante del gruppo è il Gattinara, non soltanto per la primogenitura, ma anche per i pregi intrinseci: onirico, gerontologico, ha una stoffa principesca, un ” bouquet ” di violetta e lampone, un tenore alcoolico sui dodici gradi, un gusto asciutto e vellutato con vena di mandorla amara quando viene da spanna pura, lievemente salato se alla spanna si aggiunge un dieci per cento di uva bonarda. Arriva alla maturità dopo un invecchiamento di quattro anni mantenendosi vegeto e prestante fìno alla più tarda età.
Il vino Sizzano piaceva tanto a Cavour che lo faceva servire anche nei pranzi diplomatici, il Ghemme era molto caro ad Antonio Fogazzaro il quale lo ricorda nel romanzo ” Piccolo mondo antico “.
Dopo tanti vini con quarti di nobiltà, eccone finalmente uno di estrazione popolana, il Barbera. La differenza tra un Barolo e un Barbera si nota subito nel mescerli: il primo raggiunge il calice senza chiasso, in modo composto, al massimo esprime qualche piccola bolla, il cosiddetto ” perlage “ dei vini aristocratici; il secondo manifesta una rumorosa e gagliarda irruenza, borbotta, spuma, e se versato in maniera maldestra trabocca dal bicchiere.
Il vitigno prospera ovunque in Piemonte sapendosi adattare a qualsiasi terreno, ma solo in determinate zone delle province di Asti, Alessandria e Cuneo riesce a dare un prodotto di classe.
Questo vino rosso si muove tra i dodici e i quattordici gradi, rivela un profumo misto di marasca e lampone, una stoffa vigorosa, un sapore asciutto talvolta con vena ammandorlata, un colore rubino gioiosamente brillante, una schiuma violacea tanto rapida a formarsi quanto sollecita a disciogliersi.
Un anno di botte ed è pronto; conosce però l’arte d’invecchiare il vino e con la stagionatura si trasforma in bevanda degna di accompagnare l’arrosto. A seconda della zona di produzione, il Barbera vecchio appalesa alcuni aspetti del suo carattere: nell’Astigiano e nell’Alessandrino resta quello che è, con una veste più pronunziata di lampone; nel Cuneese tende ad accostarsi al gusto del Barolo, insomma baroleggia, giusto il linguaggio dei tecnici.
La collana dei rossi piemontesi comprende inoltre il Dolcetto, che non è dolce come il suo nome lascia supporre, il Frèisa asciutto o amabile, frizzante, con vago sentore di viola e infine il nobile Grignolino dalla stoffa sottile e dall’odore di rosa; purtroppo non è longevo. Quest’ultimo godeva la simpatia della regina Elena.
Il Dolcetto, fermentato sulle vinacce del Barolo, prende il nome di Barolino; fermentato sulle vinacce del Barbera si dice Barberato; comunque fatto, rimane sempre da pasto.
Il miglior Frèisa proviene da Chieri; la zona del Grignolino abbraccia pochi paesi dell’Astigiano oltre a piccole contrade dell’Albese e del Casalese.
I bianchi di tipo sapido, autoctoni della regione, sono due: il Cortese dell’Alessandrino e-l’Erbaluce dell’ex-circondario di Ivrea e delle zone vercellesi ad esso confinanti. Ambedue secchi con vena amara, freschi e moderatamente alcoolici si prestano ad accompagnare il pesce.
Il Piemonte allinea quattro ottimi vini da seconde mense: il Nebbiolo dolce, il Brachetto, il Passito di Caluso, il Moscato d’Asti.
Il Nebbiolo dolce giunge alla beva molto prima dell’asciutto; spumante rosso naturale, possiede una bella gradazione alcoolica, odora di violetta e con gli anni si decolora dal rubino chiaro all’ambrato scuro.
Altro spumante rosso è il Brachetto, tenore alcoolico di tredici gradi, profumo di rosa; tipico delle province di Asti, Alessandria e Cuneo, trova ad Acqui Terme il suo migliore centro di produzione. Il Passito di Caluso discende da uva erbaluce lasciata ad appassire sopra graticci per tutto l’inverno in appositi locali; risulta assai costoso dato che per ricavarne cento litri occorrono ben cinquecento chili di uva, senza contare l’invecchiamento di cinque anni. Ambrato scuro, alcoolico, delicatamente dolce, pieno, vellutato, aromatico, armonico, va annoverato tra i liquorosi di lusso.
La zona tipica del Moscato d’Asti, dolce e poco alcoolico, abbraccia l’ Alessandrino, l’Astigiano e il Cuneese; quello di Canelli, di Santo Stefano Belbo e di Strevi raggiunge un maggior grado di bontà. Da questo Moscato si ottengono l’Asti spumante e il rinomato vermut di Torino.
Lista dei vini Piemontesi
Asti
Barbaresco
Barbera
Barolo
Brachetto d’Acqui
Carema
Colli tortonesi
Cortese di Gavi
Dolcetto d’Alba
Erbaluce di Caluso
Freisa
Gattinara
Ghemme
Grignolino
Loazzolo
Moscato d’Asti
Nebbiolo d’Alba
Roero arneis
Albugnano
Alta Langa
Barbera d’Asti
Barbera del Monferrato
Boca
Bramaterra
Canavese
Cisterna d’Asti
Collina Torinese
Colline Novaresi
Colline Saluzzesi
Cortese dell’Alto Monferrato
Coste della Sesia
Dolcetto d’Acqui
Dolcetto d’Asti
Dolcetto delle Langhe Monregalesi
Dolcetto di Diano d’Alba
Dolcetto di Dogliani Superiore
Dolcetto di Dogliani
Dolcetto di Ovada
Fara
Gabiano
Grignolino d’Asti
Grignolino del Monferrato Casalese
Langhe
Lessona
Malvasia di Casorzo
Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
Monferrato
Piemonte
Pinerolese
Rubino di Cantavenna
Ruchè di Castagnole Monferrato
Sizzano
Strevi
Valsusa
Verduno Pelaverga
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belle-et-inspirante · 4 years ago
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Vini del Piemonte
Vini del Piemonte
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I vini del Piemonte: vini piemontesi DOC, DOCG e IGT
I vini del Piemonte sono probabilmente i vini qualitativamente più rappresentativi dell’Italia intera. Il Piemonte annovera infatti tra i suoi vini 7 DOCG ed una cinquantina di DOC.
Ne risulta che i quattro quinti dei vini del Piemonte sono a denominazione di origine controllata o a denominazione controllata e garantita.
La produzione dei vini in Piemonte
I vini piemontesi rossi risultano essere il settanta per cento di tutta la produzione regionale. Tra i vini del Piemonte rossi più rinomati vi sono sicuramente il Barbera, il Barolo, il Dolcetto d’Alba, il Moscato, il Grignolino ed il Nebbiolo. Praticamente quasi tutti i vini della regione sono famosi in tutto il mondo! La gran parte dei vini in Piemonte viene coltivata nelle tre zone del Monferrato: il Monferrato Astigiano, il Monferrato Casalese e l’Alto Monferrato. Altre zone di interesse sono i Colli Tortonesi situati al confine con la Lombardia vicino all’Oltrepò Pavese.
Vini Piemonte: dal 1997 la DOC
La DOC Piemonte è entrata in vigore dal 1997 e comprende i vini Spumante, il Barbera e la Bonarda, il Grignolino, il Brachetto, il Cortese, il Chardonnay, il Moscato, il Pinot Bianco, il Pinot Grigio, il Pinot Nero, il Pinot Chardonnay. Tutte queste tipologie nel caso in cui provengano da vigneti iscritti all’albo dei vini del Piemonte DOC possono essere coltivati in tutta la regione.
  Vini piemontesi , le denominazioni recenti
I vini del piemonte che hanno raggiunto soltanto ultimamente lo status di denominazione di origine controllata sono: Albugnano, Alta Langa, Canavese, Colline Novaresi, Cisterna d’Asti, Coste della Sesia, Colline Saluzzesi, Langhe, Freisa di Chieri, Monferrato, Loazzolo, Roero, Pinerolese, Roero, Verduno Pelaverga. Da tutto ciò possiamo dedurre come sia imminente il giorno in cui tutto il territorio del Piemonte produrrà vini DOC e DOCG a testimonianza della straordinaria tradizione vinicola di questa regione.
Normalmente i vini italiani ricevono il nome dalla località di produzione o dal vitigno; rare volte ne hanno uno di fantasia.   In Piemonte il più celebre vino italiano d’arrosto, il Barolo, si intitola a un piccolo comune del Piemonte occidentale situato in provincia di Cuneo. È fatto con l’uva nebbiolo raccolta nei vigneti di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, La Morra, Verduno e in parte dei territori di Manforte d’Alba, Novello, Grinzane Cavour, Alba.
Appartiene alla specie dei vini tardivi e difatti raggiunge la maturità dopo almeno quattro anni d’invecchiamento in botti di rovere; allora acquista un colore rubino marezzato d’arancio, un tenore alcoolico medio di tredici gradi, un sapore asciutto, morbido e vellutato, un profumo di violetta con sottofondo di rosa.
Il vino Barolo è Ricco di ferro e di fosforo, produce effetti gerontologici e onirici; longevo, consegue una straordinaria finezza con il passare degli anni e per tale ragione in qualche famiglia di produttori si usa ancora, alla nascita del primogenito, conservarne delle bottiglie da sturare poi quand’egli si sposerà o in altre occasioni importanti della sua vita.
Sul vino Barolo se ne raccontano tante e tra l’altro si dice che sia piaciuto a Giulio Cesare, a Pio VII, a Enrico II di Francia; indubbiamente i predetti personaggi avranno bevuto del rosso dei vigneti di La Morra, non Barolo perché questo vino nacque ai primi dell’Ottocento ad opera del marchese Carlo Tancredi Falletti.
Fino al 1840 non molti a Torino, allora capitale del regno di Marchese Falletti piemonte vino
Sardegna, avevano avuto modo di gustarlo; lo stesso Carlo Alberto ne aveva sentito soltanto parlare e un giorno, incontrando a corte Giulia Vittorina Colbert vedova del Falletti, l’apostrofò in tono scherzoso:
« Marchesa, sento celebrare il vino delle vostre tenute; quand’è che me lo farete assaggiare?».
E la Colbert di rimando:
« Vostra maestà sarà presto accontentata».
Le battute sono un po’ fumettistiche, ma si vede che a quei tempi le personalità di rango interloquivano come fanno i protagonisti dei moderni fumetti. Il re, qualche settimana dopo, si vide arrivare un cospicuo assaggio e fu tanto conquistato dalla grazia del vino da comperare il castello di Verduno con le annesse vigne. Successivamente Vittorio Emanuele II acquistava altri vigneti e cosi il Barolo diveniva il re dei vini e il vino dei re.
Dove il Marchese Falletti sia andato a prendere i vitigni per i suoi impianti non si sa; possiamo supporre che li abbia cercati in Borgogna oppure a Gattinara nel Piemonte occidentale. Di Gattinara è noto sin dal diciassettesimo secolo l’omonimo vino rosso prodotto da maglioli borgognoni. Li aveva inviati il gattinarese cardinale Mercurino Arborio all’epoca in cui, quale cancelliere di Margherita d’Austria, era presidente del Parlamento della Borgogna.
Il vitigno del Gattinara ebbe il nome di spanna ( corruzione dialettale di Spagna) in seguito a una curiosa coincidenza: esso cominciò a diffondersi quando il cardinale Arborio assurse all’alta carica di gran cancelliere dell’imperatore Carlo V e i contadini credettero che avesse mandato i vitigni dalla Spagna. Gattinara e Barolo in effetti sono due vini gemelli pur con caratteri distinti dovuti alle differenze ambientali.
L’uva nebbiolo coltivata a Barbaresco, Neive e Treiso dà il Barbaresco; a Santo Stefano Roero, Vezza d’Alba, Corneliano d’Alba e Guarene, il Nebbiolo nei tipi asciutto e dolce; a Carema, il Carema.
Il Barbaresco è fratello minore del Barolo.
Asciutto con leggera vena amabile, tra i dodici e i tredici gradi, denunzia uno stoffa più delicata; viene a maturazione dopo i tre anni e sa di violetta. Il Nebbiolo si rivela piuttosto tardivo e i viticoltori preferiscono approntarlo nell’edizione dolce. Il Carema, di un rosso volgente al granato e di un profumo di rosa sbocciata, ha bisogno di una stagionatura di quattro anni, due in botte di rovere o di castagno, due in damigiana.
Tutti i vini rossi sopra elencati, ad eccezione del Nebbiolo dolce, rientrano nella categoria dei vini d’arrosto, come vi rientrano quelli a base di uva spanna: il Gattinara, il Ghemme, il Sizzano, il Boca, il Lessona di Lessona, Vigliano Biellese e Valdengo, il Fara, il Caramino di Briona, il Mottalciata. Anche in questo secondo gruppo tra vino e vino esistono differenze di sapore e profumo dovute all’uvaggio.
Con la parola uvaggio si indica la mescolanza, realizzata secondo determinate percentuali, di uve diverse che vengono ammostate contemporaneamente. Tale pratica enologica, naturale e antichissima, differisce dal cosiddetto taglio, una pura e semplice commistione di mosti o vini.
Dalla mescolanza delle uve nascono profumi composti come quello di mammola e fragola nel Fara, di viola, fragola e rosa nel Ghemme, di melagranata nel Boca. Il rosso più rappresentativo e importante del gruppo è il Gattinara, non soltanto per la primogenitura, ma anche per i pregi intrinseci: onirico, gerontologico, ha una stoffa principesca, un ” bouquet ” di violetta e lampone, un tenore alcoolico sui dodici gradi, un gusto asciutto e vellutato con vena di mandorla amara quando viene da spanna pura, lievemente salato se alla spanna si aggiunge un dieci per cento di uva bonarda. Arriva alla maturità dopo un invecchiamento di quattro anni mantenendosi vegeto e prestante fìno alla più tarda età.
Il vino Sizzano piaceva tanto a Cavour che lo faceva servire anche nei pranzi diplomatici, il Ghemme era molto caro ad Antonio Fogazzaro il quale lo ricorda nel romanzo ” Piccolo mondo antico “.
Dopo tanti vini con quarti di nobiltà, eccone finalmente uno di estrazione popolana, il Barbera. La differenza tra un Barolo e un Barbera si nota subito nel mescerli: il primo raggiunge il calice senza chiasso, in modo composto, al massimo esprime qualche piccola bolla, il cosiddetto ” perlage “ dei vini aristocratici; il secondo manifesta una rumorosa e gagliarda irruenza, borbotta, spuma, e se versato in maniera maldestra trabocca dal bicchiere.
Il vitigno prospera ovunque in Piemonte sapendosi adattare a qualsiasi terreno, ma solo in determinate zone delle province di Asti, Alessandria e Cuneo riesce a dare un prodotto di classe.
Questo vino rosso si muove tra i dodici e i quattordici gradi, rivela un profumo misto di marasca e lampone, una stoffa vigorosa, un sapore asciutto talvolta con vena ammandorlata, un colore rubino gioiosamente brillante, una schiuma violacea tanto rapida a formarsi quanto sollecita a disciogliersi.
Un anno di botte ed è pronto; conosce però l’arte d’invecchiare il vino e con la stagionatura si trasforma in bevanda degna di accompagnare l’arrosto. A seconda della zona di produzione, il Barbera vecchio appalesa alcuni aspetti del suo carattere: nell’Astigiano e nell’Alessandrino resta quello che è, con una veste più pronunziata di lampone; nel Cuneese tende ad accostarsi al gusto del Barolo, insomma baroleggia, giusto il linguaggio dei tecnici.
La collana dei rossi piemontesi comprende inoltre il Dolcetto, che non è dolce come il suo nome lascia supporre, il Frèisa asciutto o amabile, frizzante, con vago sentore di viola e infine il nobile Grignolino dalla stoffa sottile e dall’odore di rosa; purtroppo non è longevo. Quest’ultimo godeva la simpatia della regina Elena.
Il Dolcetto, fermentato sulle vinacce del Barolo, prende il nome di Barolino; fermentato sulle vinacce del Barbera si dice Barberato; comunque fatto, rimane sempre da pasto.
Il miglior Frèisa proviene da Chieri; la zona del Grignolino abbraccia pochi paesi dell’Astigiano oltre a piccole contrade dell’Albese e del Casalese.
I bianchi di tipo sapido, autoctoni della regione, sono due: il Cortese dell’Alessandrino e-l’Erbaluce dell’ex-circondario di Ivrea e delle zone vercellesi ad esso confinanti. Ambedue secchi con vena amara, freschi e moderatamente alcoolici si prestano ad accompagnare il pesce.
Il Piemonte allinea quattro ottimi vini da seconde mense: il Nebbiolo dolce, il Brachetto, il Passito di Caluso, il Moscato d’Asti.
Il Nebbiolo dolce giunge alla beva molto prima dell’asciutto; spumante rosso naturale, possiede una bella gradazione alcoolica, odora di violetta e con gli anni si decolora dal rubino chiaro all’ambrato scuro.
Altro spumante rosso è il Brachetto, tenore alcoolico di tredici gradi, profumo di rosa; tipico delle province di Asti, Alessandria e Cuneo, trova ad Acqui Terme il suo migliore centro di produzione. Il Passito di Caluso discende da uva erbaluce lasciata ad appassire sopra graticci per tutto l’inverno in appositi locali; risulta assai costoso dato che per ricavarne cento litri occorrono ben cinquecento chili di uva, senza contare l’invecchiamento di cinque anni. Ambrato scuro, alcoolico, delicatamente dolce, pieno, vellutato, aromatico, armonico, va annoverato tra i liquorosi di lusso.
La zona tipica del Moscato d’Asti, dolce e poco alcoolico, abbraccia l’ Alessandrino, l’Astigiano e il Cuneese; quello di Canelli, di Santo Stefano Belbo e di Strevi raggiunge un maggior grado di bontà. Da questo Moscato si ottengono l’Asti spumante e il rinomato vermut di Torino.
Lista dei vini Piemontesi
Asti
Barbaresco
Barbera
Barolo
Brachetto d’Acqui
Carema
Colli tortonesi
Cortese di Gavi
Dolcetto d’Alba
Erbaluce di Caluso
Freisa
Gattinara
Ghemme
Grignolino
Loazzolo
Moscato d’Asti
Nebbiolo d’Alba
Roero arneis
Albugnano
Alta Langa
Barbera d’Asti
Barbera del Monferrato
Boca
Bramaterra
Canavese
Cisterna d’Asti
Collina Torinese
Colline Novaresi
Colline Saluzzesi
Cortese dell’Alto Monferrato
Coste della Sesia
Dolcetto d’Acqui
Dolcetto d’Asti
Dolcetto delle Langhe Monregalesi
Dolcetto di Diano d’Alba
Dolcetto di Dogliani Superiore
Dolcetto di Dogliani
Dolcetto di Ovada
Fara
Gabiano
Grignolino d’Asti
Grignolino del Monferrato Casalese
Langhe
Lessona
Malvasia di Casorzo
Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
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blissful-moontrip · 4 years ago
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I vini del Piemonte: vini piemontesi DOC, DOCG e IGT
I vini del Piemonte sono probabilmente i vini qualitativamente più rappresentativi dell’Italia intera. Il Piemonte annovera infatti tra i suoi vini 7 DOCG ed una cinquantina di DOC.
Ne risulta che i quattro quinti dei vini del Piemonte sono a denominazione di origine controllata o a denominazione controllata e garantita.
La produzione dei vini in Piemonte
I vini piemontesi rossi risultano essere il settanta per cento di tutta la produzione regionale. Tra i vini del Piemonte rossi più rinomati vi sono sicuramente il Barbera, il Barolo, il Dolcetto d’Alba, il Moscato, il Grignolino ed il Nebbiolo. Praticamente quasi tutti i vini della regione sono famosi in tutto il mondo! La gran parte dei vini in Piemonte viene coltivata nelle tre zone del Monferrato: il Monferrato Astigiano, il Monferrato Casalese e l’Alto Monferrato. Altre zone di interesse sono i Colli Tortonesi situati al confine con la Lombardia vicino all’Oltrepò Pavese.
Vini Piemonte: dal 1997 la DOC
La DOC Piemonte è entrata in vigore dal 1997 e comprende i vini Spumante, il Barbera e la Bonarda, il Grignolino, il Brachetto, il Cortese, il Chardonnay, il Moscato, il Pinot Bianco, il Pinot Grigio, il Pinot Nero, il Pinot Chardonnay. Tutte queste tipologie nel caso in cui provengano da vigneti iscritti all’albo dei vini del Piemonte DOC possono essere coltivati in tutta la regione.
  Vini piemontesi , le denominazioni recenti
I vini del piemonte che hanno raggiunto soltanto ultimamente lo status di denominazione di origine controllata sono: Albugnano, Alta Langa, Canavese, Colline Novaresi, Cisterna d’Asti, Coste della Sesia, Colline Saluzzesi, Langhe, Freisa di Chieri, Monferrato, Loazzolo, Roero, Pinerolese, Roero, Verduno Pelaverga. Da tutto ciò possiamo dedurre come sia imminente il giorno in cui tutto il territorio del Piemonte produrrà vini DOC e DOCG a testimonianza della straordinaria tradizione vinicola di questa regione.
Normalmente i vini italiani ricevono il nome dalla località di produzione o dal vitigno; rare volte ne hanno uno di fantasia.   In Piemonte il più celebre vino italiano d’arrosto, il Barolo, si intitola a un piccolo comune del Piemonte occidentale situato in provincia di Cuneo. È fatto con l’uva nebbiolo raccolta nei vigneti di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, La Morra, Verduno e in parte dei territori di Manforte d’Alba, Novello, Grinzane Cavour, Alba.
Appartiene alla specie dei vini tardivi e difatti raggiunge la maturità dopo almeno quattro anni d’invecchiamento in botti di rovere; allora acquista un colore rubino marezzato d’arancio, un tenore alcoolico medio di tredici gradi, un sapore asciutto, morbido e vellutato, un profumo di violetta con sottofondo di rosa.
Il vino Barolo è Ricco di ferro e di fosforo, produce effetti gerontologici e onirici; longevo, consegue una straordinaria finezza con il passare degli anni e per tale ragione in qualche famiglia di produttori si usa ancora, alla nascita del primogenito, conservarne delle bottiglie da sturare poi quand’egli si sposerà o in altre occasioni importanti della sua vita.
Sul vino Barolo se ne raccontano tante e tra l’altro si dice che sia piaciuto a Giulio Cesare, a Pio VII, a Enrico II di Francia; indubbiamente i predetti personaggi avranno bevuto del rosso dei vigneti di La Morra, non Barolo perché questo vino nacque ai primi dell’Ottocento ad opera del marchese Carlo Tancredi Falletti.
Fino al 1840 non molti a Torino, allora capitale del regno di Marchese Falletti piemonte vino
Sardegna, avevano avuto modo di gustarlo; lo stesso Carlo Alberto ne aveva sentito soltanto parlare e un giorno, incontrando a corte Giulia Vittorina Colbert vedova del Falletti, l’apostrofò in tono scherzoso:
« Marchesa, sento celebrare il vino delle vostre tenute; quand’è che me lo farete assaggiare?».
E la Colbert di rimando:
« Vostra maestà sarà presto accontentata».
Le battute sono un po’ fumettistiche, ma si vede che a quei tempi le personalità di rango interloquivano come fanno i protagonisti dei moderni fumetti. Il re, qualche settimana dopo, si vide arrivare un cospicuo assaggio e fu tanto conquistato dalla grazia del vino da comperare il castello di Verduno con le annesse vigne. Successivamente Vittorio Emanuele II acquistava altri vigneti e cosi il Barolo diveniva il re dei vini e il vino dei re.
Dove il Marchese Falletti sia andato a prendere i vitigni per i suoi impianti non si sa; possiamo supporre che li abbia cercati in Borgogna oppure a Gattinara nel Piemonte occidentale. Di Gattinara è noto sin dal diciassettesimo secolo l’omonimo vino rosso prodotto da maglioli borgognoni. Li aveva inviati il gattinarese cardinale Mercurino Arborio all’epoca in cui, quale cancelliere di Margherita d’Austria, era presidente del Parlamento della Borgogna.
Il vitigno del Gattinara ebbe il nome di spanna ( corruzione dialettale di Spagna) in seguito a una curiosa coincidenza: esso cominciò a diffondersi quando il cardinale Arborio assurse all’alta carica di gran cancelliere dell’imperatore Carlo V e i contadini credettero che avesse mandato i vitigni dalla Spagna. Gattinara e Barolo in effetti sono due vini gemelli pur con caratteri distinti dovuti alle differenze ambientali.
L’uva nebbiolo coltivata a Barbaresco, Neive e Treiso dà il Barbaresco; a Santo Stefano Roero, Vezza d’Alba, Corneliano d’Alba e Guarene, il Nebbiolo nei tipi asciutto e dolce; a Carema, il Carema.
Il Barbaresco è fratello minore del Barolo.
Asciutto con leggera vena amabile, tra i dodici e i tredici gradi, denunzia uno stoffa più delicata; viene a maturazione dopo i tre anni e sa di violetta. Il Nebbiolo si rivela piuttosto tardivo e i viticoltori preferiscono approntarlo nell’edizione dolce. Il Carema, di un rosso volgente al granato e di un profumo di rosa sbocciata, ha bisogno di una stagionatura di quattro anni, due in botte di rovere o di castagno, due in damigiana.
Tutti i vini rossi sopra elencati, ad eccezione del Nebbiolo dolce, rientrano nella categoria dei vini d’arrosto, come vi rientrano quelli a base di uva spanna: il Gattinara, il Ghemme, il Sizzano, il Boca, il Lessona di Lessona, Vigliano Biellese e Valdengo, il Fara, il Caramino di Briona, il Mottalciata. Anche in questo secondo gruppo tra vino e vino esistono differenze di sapore e profumo dovute all’uvaggio.
Con la parola uvaggio si indica la mescolanza, realizzata secondo determinate percentuali, di uve diverse che vengono ammostate contemporaneamente. Tale pratica enologica, naturale e antichissima, differisce dal cosiddetto taglio, una pura e semplice commistione di mosti o vini.
Dalla mescolanza delle uve nascono profumi composti come quello di mammola e fragola nel Fara, di viola, fragola e rosa nel Ghemme, di melagranata nel Boca. Il rosso più rappresentativo e importante del gruppo è il Gattinara, non soltanto per la primogenitura, ma anche per i pregi intrinseci: onirico, gerontologico, ha una stoffa principesca, un ” bouquet ” di violetta e lampone, un tenore alcoolico sui dodici gradi, un gusto asciutto e vellutato con vena di mandorla amara quando viene da spanna pura, lievemente salato se alla spanna si aggiunge un dieci per cento di uva bonarda. Arriva alla maturità dopo un invecchiamento di quattro anni mantenendosi vegeto e prestante fìno alla più tarda età.
Il vino Sizzano piaceva tanto a Cavour che lo faceva servire anche nei pranzi diplomatici, il Ghemme era molto caro ad Antonio Fogazzaro il quale lo ricorda nel romanzo ” Piccolo mondo antico “.
Dopo tanti vini con quarti di nobiltà, eccone finalmente uno di estrazione popolana, il Barbera. La differenza tra un Barolo e un Barbera si nota subito nel mescerli: il primo raggiunge il calice senza chiasso, in modo composto, al massimo esprime qualche piccola bolla, il cosiddetto ” perlage “ dei vini aristocratici; il secondo manifesta una rumorosa e gagliarda irruenza, borbotta, spuma, e se versato in maniera maldestra trabocca dal bicchiere.
Il vitigno prospera ovunque in Piemonte sapendosi adattare a qualsiasi terreno, ma solo in determinate zone delle province di Asti, Alessandria e Cuneo riesce a dare un prodotto di classe.
Questo vino rosso si muove tra i dodici e i quattordici gradi, rivela un profumo misto di marasca e lampone, una stoffa vigorosa, un sapore asciutto talvolta con vena ammandorlata, un colore rubino gioiosamente brillante, una schiuma violacea tanto rapida a formarsi quanto sollecita a disciogliersi.
Un anno di botte ed è pronto; conosce però l’arte d’invecchiare il vino e con la stagionatura si trasforma in bevanda degna di accompagnare l’arrosto. A seconda della zona di produzione, il Barbera vecchio appalesa alcuni aspetti del suo carattere: nell’Astigiano e nell’Alessandrino resta quello che è, con una veste più pronunziata di lampone; nel Cuneese tende ad accostarsi al gusto del Barolo, insomma baroleggia, giusto il linguaggio dei tecnici.
La collana dei rossi piemontesi comprende inoltre il Dolcetto, che non è dolce come il suo nome lascia supporre, il Frèisa asciutto o amabile, frizzante, con vago sentore di viola e infine il nobile Grignolino dalla stoffa sottile e dall’odore di rosa; purtroppo non è longevo. Quest’ultimo godeva la simpatia della regina Elena.
Il Dolcetto, fermentato sulle vinacce del Barolo, prende il nome di Barolino; fermentato sulle vinacce del Barbera si dice Barberato; comunque fatto, rimane sempre da pasto.
Il miglior Frèisa proviene da Chieri; la zona del Grignolino abbraccia pochi paesi dell’Astigiano oltre a piccole contrade dell’Albese e del Casalese.
I bianchi di tipo sapido, autoctoni della regione, sono due: il Cortese dell’Alessandrino e-l’Erbaluce dell’ex-circondario di Ivrea e delle zone vercellesi ad esso confinanti. Ambedue secchi con vena amara, freschi e moderatamente alcoolici si prestano ad accompagnare il pesce.
Il Piemonte allinea quattro ottimi vini da seconde mense: il Nebbiolo dolce, il Brachetto, il Passito di Caluso, il Moscato d’Asti.
Il Nebbiolo dolce giunge alla beva molto prima dell’asciutto; spumante rosso naturale, possiede una bella gradazione alcoolica, odora di violetta e con gli anni si decolora dal rubino chiaro all’ambrato scuro.
Altro spumante rosso è il Brachetto, tenore alcoolico di tredici gradi, profumo di rosa; tipico delle province di Asti, Alessandria e Cuneo, trova ad Acqui Terme il suo migliore centro di produzione. Il Passito di Caluso discende da uva erbaluce lasciata ad appassire sopra graticci per tutto l’inverno in appositi locali; risulta assai costoso dato che per ricavarne cento litri occorrono ben cinquecento chili di uva, senza contare l’invecchiamento di cinque anni. Ambrato scuro, alcoolico, delicatamente dolce, pieno, vellutato, aromatico, armonico, va annoverato tra i liquorosi di lusso.
La zona tipica del Moscato d’Asti, dolce e poco alcoolico, abbraccia l’ Alessandrino, l’Astigiano e il Cuneese; quello di Canelli, di Santo Stefano Belbo e di Strevi raggiunge un maggior grado di bontà. Da questo Moscato si ottengono l’Asti spumante e il rinomato vermut di Torino.
Lista dei vini Piemontesi
Asti
Barbaresco
Barbera
Barolo
Brachetto d’Acqui
Carema
Colli tortonesi
Cortese di Gavi
Dolcetto d’Alba
Erbaluce di Caluso
Freisa
Gattinara
Ghemme
Grignolino
Loazzolo
Moscato d’Asti
Nebbiolo d’Alba
Roero arneis
Albugnano
Alta Langa
Barbera d’Asti
Barbera del Monferrato
Boca
Bramaterra
Canavese
Cisterna d’Asti
Collina Torinese
Colline Novaresi
Colline Saluzzesi
Cortese dell’Alto Monferrato
Coste della Sesia
Dolcetto d’Acqui
Dolcetto d’Asti
Dolcetto delle Langhe Monregalesi
Dolcetto di Diano d’Alba
Dolcetto di Dogliani Superiore
Dolcetto di Dogliani
Dolcetto di Ovada
Fara
Gabiano
Grignolino d’Asti
Grignolino del Monferrato Casalese
Langhe
Lessona
Malvasia di Casorzo
Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
Monferrato
Piemonte
Pinerolese
Rubino di Cantavenna
Ruchè di Castagnole Monferrato
Sizzano
Strevi
Valsusa
Verduno Pelaverga
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captainvegas · 4 years ago
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Vini del Piemonte
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I vini del Piemonte: vini piemontesi DOC, DOCG e IGT
I vini del Piemonte sono probabilmente i vini qualitativamente più rappresentativi dell’Italia intera. Il Piemonte annovera infatti tra i suoi vini 7 DOCG ed una cinquantina di DOC.
Ne risulta che i quattro quinti dei vini del Piemonte sono a denominazione di origine controllata o a denominazione controllata e garantita.
La produzione dei vini in Piemonte
I vini piemontesi rossi risultano essere il settanta per cento di tutta la produzione regionale. Tra i vini del Piemonte rossi più rinomati vi sono sicuramente il Barbera, il Barolo, il Dolcetto d’Alba, il Moscato, il Grignolino ed il Nebbiolo. Praticamente quasi tutti i vini della regione sono famosi in tutto il mondo! La gran parte dei vini in Piemonte viene coltivata nelle tre zone del Monferrato: il Monferrato Astigiano, il Monferrato Casalese e l’Alto Monferrato. Altre zone di interesse sono i Colli Tortonesi situati al confine con la Lombardia vicino all’Oltrepò Pavese.
Vini Piemonte: dal 1997 la DOC
La DOC Piemonte è entrata in vigore dal 1997 e comprende i vini Spumante, il Barbera e la Bonarda, il Grignolino, il Brachetto, il Cortese, il Chardonnay, il Moscato, il Pinot Bianco, il Pinot Grigio, il Pinot Nero, il Pinot Chardonnay. Tutte queste tipologie nel caso in cui provengano da vigneti iscritti all’albo dei vini del Piemonte DOC possono essere coltivati in tutta la regione.
  Vini piemontesi , le denominazioni recenti
I vini del piemonte che hanno raggiunto soltanto ultimamente lo status di denominazione di origine controllata sono: Albugnano, Alta Langa, Canavese, Colline Novaresi, Cisterna d’Asti, Coste della Sesia, Colline Saluzzesi, Langhe, Freisa di Chieri, Monferrato, Loazzolo, Roero, Pinerolese, Roero, Verduno Pelaverga. Da tutto ciò possiamo dedurre come sia imminente il giorno in cui tutto il territorio del Piemonte produrrà vini DOC e DOCG a testimonianza della straordinaria tradizione vinicola di questa regione.
Normalmente i vini italiani ricevono il nome dalla località di produzione o dal vitigno; rare volte ne hanno uno di fantasia.   In Piemonte il più celebre vino italiano d’arrosto, il Barolo, si intitola a un piccolo comune del Piemonte occidentale situato in provincia di Cuneo. È fatto con l’uva nebbiolo raccolta nei vigneti di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, La Morra, Verduno e in parte dei territori di Manforte d’Alba, Novello, Grinzane Cavour, Alba.
Appartiene alla specie dei vini tardivi e difatti raggiunge la maturità dopo almeno quattro anni d’invecchiamento in botti di rovere; allora acquista un colore rubino marezzato d’arancio, un tenore alcoolico medio di tredici gradi, un sapore asciutto, morbido e vellutato, un profumo di violetta con sottofondo di rosa.
Il vino Barolo è Ricco di ferro e di fosforo, produce effetti gerontologici e onirici; longevo, consegue una straordinaria finezza con il passare degli anni e per tale ragione in qualche famiglia di produttori si usa ancora, alla nascita del primogenito, conservarne delle bottiglie da sturare poi quand’egli si sposerà o in altre occasioni importanti della sua vita.
Sul vino Barolo se ne raccontano tante e tra l’altro si dice che sia piaciuto a Giulio Cesare, a Pio VII, a Enrico II di Francia; indubbiamente i predetti personaggi avranno bevuto del rosso dei vigneti di La Morra, non Barolo perché questo vino nacque ai primi dell’Ottocento ad opera del marchese Carlo Tancredi Falletti.
Fino al 1840 non molti a Torino, allora capitale del regno di Marchese Falletti piemonte vino
Sardegna, avevano avuto modo di gustarlo; lo stesso Carlo Alberto ne aveva sentito soltanto parlare e un giorno, incontrando a corte Giulia Vittorina Colbert vedova del Falletti, l’apostrofò in tono scherzoso:
« Marchesa, sento celebrare il vino delle vostre tenute; quand’è che me lo farete assaggiare?».
E la Colbert di rimando:
« Vostra maestà sarà presto accontentata».
Le battute sono un po’ fumettistiche, ma si vede che a quei tempi le personalità di rango interloquivano come fanno i protagonisti dei moderni fumetti. Il re, qualche settimana dopo, si vide arrivare un cospicuo assaggio e fu tanto conquistato dalla grazia del vino da comperare il castello di Verduno con le annesse vigne. Successivamente Vittorio Emanuele II acquistava altri vigneti e cosi il Barolo diveniva il re dei vini e il vino dei re.
Dove il Marchese Falletti sia andato a prendere i vitigni per i suoi impianti non si sa; possiamo supporre che li abbia cercati in Borgogna oppure a Gattinara nel Piemonte occidentale. Di Gattinara è noto sin dal diciassettesimo secolo l’omonimo vino rosso prodotto da maglioli borgognoni. Li aveva inviati il gattinarese cardinale Mercurino Arborio all’epoca in cui, quale cancelliere di Margherita d’Austria, era presidente del Parlamento della Borgogna.
Il vitigno del Gattinara ebbe il nome di spanna ( corruzione dialettale di Spagna) in seguito a una curiosa coincidenza: esso cominciò a diffondersi quando il cardinale Arborio assurse all’alta carica di gran cancelliere dell’imperatore Carlo V e i contadini credettero che avesse mandato i vitigni dalla Spagna. Gattinara e Barolo in effetti sono due vini gemelli pur con caratteri distinti dovuti alle differenze ambientali.
L’uva nebbiolo coltivata a Barbaresco, Neive e Treiso dà il Barbaresco; a Santo Stefano Roero, Vezza d’Alba, Corneliano d’Alba e Guarene, il Nebbiolo nei tipi asciutto e dolce; a Carema, il Carema.
Il Barbaresco è fratello minore del Barolo.
Asciutto con leggera vena amabile, tra i dodici e i tredici gradi, denunzia uno stoffa più delicata; viene a maturazione dopo i tre anni e sa di violetta. Il Nebbiolo si rivela piuttosto tardivo e i viticoltori preferiscono approntarlo nell’edizione dolce. Il Carema, di un rosso volgente al granato e di un profumo di rosa sbocciata, ha bisogno di una stagionatura di quattro anni, due in botte di rovere o di castagno, due in damigiana.
Tutti i vini rossi sopra elencati, ad eccezione del Nebbiolo dolce, rientrano nella categoria dei vini d’arrosto, come vi rientrano quelli a base di uva spanna: il Gattinara, il Ghemme, il Sizzano, il Boca, il Lessona di Lessona, Vigliano Biellese e Valdengo, il Fara, il Caramino di Briona, il Mottalciata. Anche in questo secondo gruppo tra vino e vino esistono differenze di sapore e profumo dovute all’uvaggio.
Con la parola uvaggio si indica la mescolanza, realizzata secondo determinate percentuali, di uve diverse che vengono ammostate contemporaneamente. Tale pratica enologica, naturale e antichissima, differisce dal cosiddetto taglio, una pura e semplice commistione di mosti o vini.
Dalla mescolanza delle uve nascono profumi composti come quello di mammola e fragola nel Fara, di viola, fragola e rosa nel Ghemme, di melagranata nel Boca. Il rosso più rappresentativo e importante del gruppo è il Gattinara, non soltanto per la primogenitura, ma anche per i pregi intrinseci: onirico, gerontologico, ha una stoffa principesca, un ” bouquet ” di violetta e lampone, un tenore alcoolico sui dodici gradi, un gusto asciutto e vellutato con vena di mandorla amara quando viene da spanna pura, lievemente salato se alla spanna si aggiunge un dieci per cento di uva bonarda. Arriva alla maturità dopo un invecchiamento di quattro anni mantenendosi vegeto e prestante fìno alla più tarda età.
Il vino Sizzano piaceva tanto a Cavour che lo faceva servire anche nei pranzi diplomatici, il Ghemme era molto caro ad Antonio Fogazzaro il quale lo ricorda nel romanzo ” Piccolo mondo antico “.
Dopo tanti vini con quarti di nobiltà, eccone finalmente uno di estrazione popolana, il Barbera. La differenza tra un Barolo e un Barbera si nota subito nel mescerli: il primo raggiunge il calice senza chiasso, in modo composto, al massimo esprime qualche piccola bolla, il cosiddetto ” perlage “ dei vini aristocratici; il secondo manifesta una rumorosa e gagliarda irruenza, borbotta, spuma, e se versato in maniera maldestra trabocca dal bicchiere.
Il vitigno prospera ovunque in Piemonte sapendosi adattare a qualsiasi terreno, ma solo in determinate zone delle province di Asti, Alessandria e Cuneo riesce a dare un prodotto di classe.
Questo vino rosso si muove tra i dodici e i quattordici gradi, rivela un profumo misto di marasca e lampone, una stoffa vigorosa, un sapore asciutto talvolta con vena ammandorlata, un colore rubino gioiosamente brillante, una schiuma violacea tanto rapida a formarsi quanto sollecita a disciogliersi.
Un anno di botte ed è pronto; conosce però l’arte d’invecchiare il vino e con la stagionatura si trasforma in bevanda degna di accompagnare l’arrosto. A seconda della zona di produzione, il Barbera vecchio appalesa alcuni aspetti del suo carattere: nell’Astigiano e nell’Alessandrino resta quello che è, con una veste più pronunziata di lampone; nel Cuneese tende ad accostarsi al gusto del Barolo, insomma baroleggia, giusto il linguaggio dei tecnici.
La collana dei rossi piemontesi comprende inoltre il Dolcetto, che non è dolce come il suo nome lascia supporre, il Frèisa asciutto o amabile, frizzante, con vago sentore di viola e infine il nobile Grignolino dalla stoffa sottile e dall’odore di rosa; purtroppo non è longevo. Quest’ultimo godeva la simpatia della regina Elena.
Il Dolcetto, fermentato sulle vinacce del Barolo, prende il nome di Barolino; fermentato sulle vinacce del Barbera si dice Barberato; comunque fatto, rimane sempre da pasto.
Il miglior Frèisa proviene da Chieri; la zona del Grignolino abbraccia pochi paesi dell’Astigiano oltre a piccole contrade dell’Albese e del Casalese.
I bianchi di tipo sapido, autoctoni della regione, sono due: il Cortese dell’Alessandrino e-l’Erbaluce dell’ex-circondario di Ivrea e delle zone vercellesi ad esso confinanti. Ambedue secchi con vena amara, freschi e moderatamente alcoolici si prestano ad accompagnare il pesce.
Il Piemonte allinea quattro ottimi vini da seconde mense: il Nebbiolo dolce, il Brachetto, il Passito di Caluso, il Moscato d’Asti.
Il Nebbiolo dolce giunge alla beva molto prima dell’asciutto; spumante rosso naturale, possiede una bella gradazione alcoolica, odora di violetta e con gli anni si decolora dal rubino chiaro all’ambrato scuro.
Altro spumante rosso è il Brachetto, tenore alcoolico di tredici gradi, profumo di rosa; tipico delle province di Asti, Alessandria e Cuneo, trova ad Acqui Terme il suo migliore centro di produzione. Il Passito di Caluso discende da uva erbaluce lasciata ad appassire sopra graticci per tutto l’inverno in appositi locali; risulta assai costoso dato che per ricavarne cento litri occorrono ben cinquecento chili di uva, senza contare l’invecchiamento di cinque anni. Ambrato scuro, alcoolico, delicatamente dolce, pieno, vellutato, aromatico, armonico, va annoverato tra i liquorosi di lusso.
La zona tipica del Moscato d’Asti, dolce e poco alcoolico, abbraccia l’ Alessandrino, l’Astigiano e il Cuneese; quello di Canelli, di Santo Stefano Belbo e di Strevi raggiunge un maggior grado di bontà. Da questo Moscato si ottengono l’Asti spumante e il rinomato vermut di Torino.
Lista dei vini Piemontesi
Asti
Barbaresco
Barbera
Barolo
Brachetto d’Acqui
Carema
Colli tortonesi
Cortese di Gavi
Dolcetto d’Alba
Erbaluce di Caluso
Freisa
Gattinara
Ghemme
Grignolino
Loazzolo
Moscato d’Asti
Nebbiolo d’Alba
Roero arneis
Albugnano
Alta Langa
Barbera d’Asti
Barbera del Monferrato
Boca
Bramaterra
Canavese
Cisterna d’Asti
Collina Torinese
Colline Novaresi
Colline Saluzzesi
Cortese dell’Alto Monferrato
Coste della Sesia
Dolcetto d’Acqui
Dolcetto d’Asti
Dolcetto delle Langhe Monregalesi
Dolcetto di Diano d’Alba
Dolcetto di Dogliani Superiore
Dolcetto di Dogliani
Dolcetto di Ovada
Fara
Gabiano
Grignolino d’Asti
Grignolino del Monferrato Casalese
Langhe
Lessona
Malvasia di Casorzo
Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
Monferrato
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Pinerolese
Rubino di Cantavenna
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lineamara · 8 years ago
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L'usignolo e la rosa – Oscar Wilde
"Ha detto che ballerà con me se le porto rose rosse" esclamò il giovane Studente, "ma in tutto il mio giardino non c'è nemmeno una rosa rossa".
Dal suo nido nel folto della Quercia l'Usignolo lo sentì e guardò attraverso le foglie e si stupì. "Nemmeno una rosa rossa nel mio giardino!" ripeté e i suoi begli occhi si riempirono di lacrime. "Oh! Da che misere cose dipende la felicità! Ho letto tutto quello che i saggi hanno scritto, e possiedo ogni segreto della Filosofia; ma ora, poiché mi manca una rosa rossa, la mia vita è rovinata." "Ecco, dunque, un vero innamorato!" disse l'Usignolo. "Notte dopo notte ho cantato per lui, anche se non lo conoscevo: notte dopo notte ho raccontato la sua storia alle stelle e, finalmente, lo vedo. I suoi capelli sono scuri come il bulbo del giacinto, e le sue labbra sono rosse come la rosa che bramerebbe avere; ma la passione ha reso il suo viso pallido come avorio e il dolore ha impresso il suo sigillo sulla sua fronte". "Il Principe darà un ballo domani sera" mormorò il giovane Studente, "e il mio amore ci andrà. Se le porterò una rosa rossa, lei danzerà con me fino all'alba. Se le porterò una rosa rossa, la potrò tenere tra le mie braccia e lei appoggerà il suo capo sulla mia spalla e la sua mano stringerà la mia. Ma non c'è nemmeno una rosa rossa nel mio giardino, cosicché io siederò da solo e lei mi passerà vicino. Non si curerà di me e il mio cuore sarà spezzato". "Ecco, dunque, un vero innamorato!" disse l'Usignolo. "Per ciò di cui io canto, lui soffre: ciò che è gioia per me, per lui è sofferenza. Certamente l'amore è una cosa meravigliosa. È più prezioso di uno smeraldo e più raro del più splendido opale. Le perle e i granati non riescono a comprarlo, e nemmeno si riesce a trovarlo al mercato. Non può essere acquistato dai mercanti, né può essere pesato su un bilancino per l'oro". "L'orchestra siederà sul palco" disse il giovane Studente, "e suonerà, e il mio amore ballerà al ritmo dell'arpa e del violino. Danzerà con leggerezza, senza nemmeno toccare il pavimento e i cortigiani si affolleranno nei loro vestiti variopinti attorno a lei. Ma con me non ballerà: non ho una rosa rossa da donarle". Detto questo si gettò sull'erba e si coprì il volto con le mani e pianse.
"Perché sta piangendo?" chiese una piccola Lucertola verde, correndo accanto a lui agitando la coda in aria. "Perché, insomma?" chiese una Farfalla, mentre volava in un raggio di sole. "Perché, insomma?" sussurrò una Margherita alla sua vicina con voce bassa e sottile. "Sta piangendo per una rosa rossa" rispose l'Usignolo. "Per una rosa rossa!" esclamarono. "Che cosa ridicola!" E la piccola Lucertola, davvero cinica, gli rise in faccia. Ma l'Usignolo capì il segreto dispiacere dello Studente e rimase silenzioso, appollaiato su un ramo della Quercia, pensando al mistero dell'Amore. Improvvisamente, aprì le sue ali marroni e si librò nell'aria. Passò attraverso il boschetto come un'ombra, e come un'ombra volò attraverso il giardino. Al centro di un'aiuola cresceva un bellissimo Cespuglio di rose, e quando lo vide gli volò sopra, posandosi su di un piccolo ramo. "Dammi una rosa rossa" esclamò, "e ti canterò la mia canzone più dolce". Ma il Cespuglio scrollò il capo. "Le mie rose sono bianche" rispose, "bianche come la schiuma del mare, e più bianche della neve sulle montagne. Ma vai da mio fratello che cresce vicino alla vecchia meridiana, e forse lui ti darà quello che desideri". Così l'Usignolo volò sopra il Cespuglio di rose che cresceva vicino alla vecchia meridiana. "Dammi una rosa rossa" esclamò, "e ti canterò la mia canzone più dolce". Ma il Cespuglio scosse la testa. "Le mie rose sono gialle" rispose, "gialle come il capelli della ninfa marina che siede vicino al trono d'ambra, e più gialle dell'asfodelo che spunta nel prato prima che il giardiniere giunga con la sua falce. Ma vai da mio fratello che cresce vicino alla finestra dello Studente, e forse lui ti darà quello che desideri". Così l'Usignolo volò sopra il Cespuglio di rose che cresceva vicino alla finestra dello studente. "Dammi una rosa rossa" esclamò, "e ti canterò la mia canzone più dolce". Ma il Cespuglio scosse la testa. "Le mie rose sono rosse" rispose, "rosse come le zampe della colomba e più rosse dei grandi ventagli di corallo che ondeggiano nelle caverne dell'oceano. Ma l'inverno ha gelato le mie vene, e il gelo ha fatto cadere i miei germogli, e la tempesta ha spezzato i miei rami, e io non avrò più rose per quest'anno". "Una sola rosa rossa mi basta" insistette l'Usignolo, "solo una rosa rossa! Non c'è nessun modo per averla?" "C'è un modo" disse il Cespuglio, "ma è così terribile che non oso parlartene..." "Dimmelo" replicò l'Usignolo, "non ho paura!" "Se vuoi una rosa rossa" proseguì il Cespuglio, "devi costruirtela con il tuo canto alla luce della Luna, e colorarla col sangue del tuo cuore. Devi cantare per me con il petto squarciato da una spina. Devi cantare tutta la notte e la spina deve straziare il tuo cuore e il tuo sangue, il tuo fluido vitale, deve scorrere nelle mie vene, diventando il mio". "La morte è un caro prezzo da pagare per una rosa rossa" si lamentò l'Usignolo, "e la Vita è cara a tutti. È bello stare nel folto degli alberi e seguire il corso del Sole sul suo carro dorato e della Luna sul suo cocchio di perle. Dolce è il profumo del biancospino e dolci sono le campanule che si nascondono nella valle e l'erica che cresce sulla collina. Però l'Amore è più bello della Vita, e cos'è il cuore di un piccolo uccellino paragonato al cuore di un uomo?" Così l'usignolo distese le sue alucce marroni per il volo e s'innalzò in aria.
Passò il giardino sfiorandolo come un'ombra e come un'ombra volò dentro il folto del boschetto. Il giovane Studente stava ancora disteso sull'erba, come lo aveva lasciato, e le lacrime non si erano ancora asciugate nei suoi splendidi occhi. "Stai allegro" disse l'Usignolo, "stai allegro: avrai la tua rosa rossa. Te la costruirò con il mio canto alla luce della Luna e la colorerò con il sangue del mio cuore. Tutto quello che ti chiedo in cambio è che tu sia un buon innamorato poiché l'Amore è più saggio della Filosofia, benché essa sia saggia e più forte della stessa Forza, la quale è tuttavia potente. Le ali dell'Amore sono colore di fiamma e colore di fiamma è il suo corpo. Le sue labbra sono dolci come il miele e il suo alito è profumato come l'incenso".
Lo Studente alzò la testa dall'erba per ascoltare, ma non poté capire quello che l'Usignolo gli stava dicendo dato che conosceva solo le cose che sono scritte nei libri. Ma la Quercia comprese e si sentì triste, perché amava molto il piccolo Usignolo che aveva costruito il suo nido nel folto dei suoi rami. "Cantami un'ultima canzone" sussurrò, "mi sentirò molto triste quando tu non ci sarai più". Così l'Usignolo cantò per la Quercia e la voce gli uscì dalla gola come acqua che sgorga da un vaso d'argento. Quando concluse il suo canto lo Studente si alzò e tirò fuori di tasca un quaderno e una matita. ' È bella ' disse a se stesso, mentre usciva dal folto del boschetto ' e questo non si può negarlo; ma avrà del sentimento? Ho paura di no. In effetti è come la maggior parte degli artisti: è solo apparenza, apparenza senza sincerità. Non si sacrificherebbe per gli altri. Lei pensa solo alla musica e tutti sanno che le arti sono egoiste. Però bisogna ammettere che ha una bella voce. Che peccato che tutto questo non significhi niente o, comunque, non porti nessun beneficio pratico '. Si diresse, dunque, verso la sua stanza. Si gettò sul suo lettuccio e cominciò a pensare al suo amore; dopo poco si addormentò. E quando la Luna iniziò a splendere in cielo, l'Usignolo volò dal Cespuglio di rose e gettò il suo petto contro una spina. Tutta la notte cantò con il petto contro la spina e la fredda, pallida Luna si sporse ad ascoltare il suo canto. Tutta la notte cantò, e la spina penetrò sempre più profondamente nel suo petto, e il suo sangue, il suo fluido vitale, fuggì da lui. Dapprima cantò della nascita dell'Amore nel cuore di un ragazzo e una ragazza. E sul ramo più alto del Cespuglio di rose spuntò un fiore meraviglioso, petalo dopo petalo, man mano che una canzone seguiva l'altra. Era pallido, all'inizio, come la bruma che cala sulla riva del fiume nel primo mattino, e colore dell'argento, come le ali dell'aurora. Come l'ombra di una rosa in uno specchio d'argento, come l'ombra di una rosa in uno stagno, così si colorò il fiore che cresceva sul ramo più alto del Cespuglio. Ma il Cespuglio disse all'Usignolo di premere più forte contro la spina che gli trafiggeva il petto. "Premi più forte, piccolo Usignolo!" incitò il Cespuglio. "O il Giorno si alzerà prima che la Rosa sia spuntata". Così l'usignolo premette più forte e sempre più alta salì la sua canzone mentre cantava della nascita della passione nell'animo di un uomo e una donna. E un delicato flusso di colore tinse i petali del fiore, simile al rossore che coglie il volto del fidanzato mentre bacia la sua promessa. Ma la spina non aveva ancora raggiunto il suo cuore e per questo motivo il centro dei petali rimaneva bianco: solo il sangue del cuore di un Usignolo può arrossare il cuore di una rosa. E ancora il Cespuglio disse all'Usignolo di premere più forte contro la spina. "Premi più forte, piccolo Usignolo!" incitò il Cespuglio. "O il Giorno si alzerà prima che la Rosa sia spuntata". Così l'usignolo premette più forte e la spina trafisse il suo cuore: sentì una fitta dolorosa. Amaro, amaro fu il dolore e la sua canzone salì sempre più forte: cantava dell'Amore che è reso perfetto dalla Morte, dell'Amore che non può morire in una tomba.
E la meravigliosa rosa divenne cremisi, il colore del cielo ad oriente. Cremisi la ghirlanda dei petali e rosso rubino il cuore del fiore. Ma la voce dell'Usignolo divenne più debole e le sue piccole ali cominciarono a sbattere: un velo gli annebbiò la vista. Sempre più debole saliva la sua canzone e cominciò a sentire qualcosa che gli soffocava la voce in gola. Quindi cantò un'ultima volta. La Luna bianca l'ascoltò e si dimenticò dell'alba incombente, indugiando in cielo. La rosa rossa l'ascoltò e fu scossa da una specie di estasi, aprendo i suoi petali alla fresca brezza del mattino. L'eco portò il suo canto alla sua caverna purpurea sulle colline e svegliò i pastori dai loro sogni. Il suo canto galleggiò attraverso i canneti del fiume e arrivò fino al mare. "Guarda, guarda!" esclamò il Cespuglio. "La rosa ora è spuntata". Ma l'Usignolo non rispose perché giaceva morto nell'erba alta, con una spina piantata nel petto. E a mezzogiorno lo Studente aprì la sua finestra e guardò fuori. "Che fortuna incredibile!" esclamò. "Ecco una rosa rossa! Non ne ho mai vista una uguale in tutta la mia vita. È così bella che sono sicuro che deve avere un lungo nome latino". Si sporse e la colse. Si mise quindi il cappello e andò alla casa del Professore con la rosa in una mano.
La Figlia del Professore era seduta sulla soglia di casa ed era intenta a dipanare dall'arcolaio una matassa di seta azzurra. Il suo cagnolino era accoccolato ai suoi piedi. "Hai detto che avresti danzato con me se ti avessi portato una rosa rossa" cominciò lo Studente. "Eccoti la rosa più rossa del mondo. L'appunterai vicino al tuo cuore stasera e mentre balleremo ti dirà quanto ti amo". Ma la ragazza aggrottò le ciglia. "Ho paura che non si adatti al mio vestito" rispose, "e, inoltre il Nipote del Ciambellano mi ha mandato dei veri gioielli e tutti sanno che i gioielli valgono molto di più dei fiori". "Ebbene, parola mia, sei proprio ingrata" replicò lo Studente arrabbiato, gettando la rosa in strada. Il fiore cadde in un rigagnolo e la ruota di un carro la schiacciò. "Maleducato!" esclamò la ragazza. "Sei proprio maleducato. E dopo tutto chi sei? Solo uno Studente. In verità non credo nemmeno tu abbia fibbie d'argento alle scarpe come il Nipote del Ciambellano." Detto così, si alzò e rientrò in casa. "Che cosa sciocca è l'Amore!" esclamò lo Studente. "Non vale la metà della Logica: non dimostra niente, fa sperare in eventi che non succedono mai e fa credere cose che non sono vere. In effetti è poco utile, mentre in quest'epoca tutto deve essere utile. Tornerò alla Filosofia e studierò la Metafisica".
Così egli ritornò alla sua stanza, tirò fuori un vecchio libro polveroso e si mise a leggerlo.
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