#Maresciallo Ordinario
Explore tagged Tumblr posts
Text
La Stazione Carabinieri di San Giuliano Vecchio ha un nuovo Comandante: da Novi Ligure arriva il Maresciallo Ordinario Matteo Petrignano
San Giuliano Vecchio – Il Maresciallo Ordinario Matteo Petrignano, 27enne di Genova, è il nuovo Comandante della locale Stazione dei Carabinieri.
San Giuliano Vecchio – Il Maresciallo Ordinario Matteo Petrignano, 27enne di Genova, è il nuovo Comandante della locale Stazione dei Carabinieri. Arruolatosi nell’Esercito a settembre del 2017, ha frequentato il corso presso il Centro Addestramento Paracadutismo di Pisa e ha partecipato a quello da Operatore per le Operazioni Speciali delle forze speciali presso il 4° Reggimento Alpini…
#4° Reggimento Alpini Paracadutisti#8° Reggimento genio guastatori#abnegazione professionale#Alessandria today#Arma dei Carabinieri#Carabinieri#Carriera Militare#emergenza Covid#Esercito Italiano#Firenze#Folgore#Forze Armate#Forze dell’ordine#Google News#indagini sugli stupefacenti#investigazione criminale#italianewsmedia.com#Legnago#lotta alla criminalità#Maresciallo Ordinario#Matteo Petrignano#Novi Ligure#nuovi incarichi#nuovo Comandante#operazioni speciali#paracadutismo#Pier Carlo Lava#Pisa#Prevenzione reati#protezione dei cittadini
0 notes
Text

Mostra personale dell’artista Antonietta Viganone presso gli spazi D&G Martini a Milano
A poco più di un anno dalla sua costituzione, la Fondazione Antonietta Viganone ETS, presieduta da Francesco Fabbiani, organizza presso gli spazi espositivi DG Martini, corso Venezia n. 15 a Milano, la mostra personale dell'artista Antonietta Viganone, con la curatela artistica e scientifica di Marco Eugenio Di Giandomenico.
L'iniziativa ha un duplice target promozionale: la presentazione del programma di attività 2024 della Fondazione e l'esposizione di alcune opere (sculture) della Viganone.
La Fondazione, costituita su disposizione testamentaria dell’artista Antonietta Viganone (esecutrice testamentaria: dott.ssa Domenica D’Elia) e iscritta al RUNTS nel settembre del 2022, nel valorizzare il patrimonio e la memoria della fondatrice svolge attività di studio e ricerca, formazione e promozione in campo artistico e culturale.
Antonietta Viganone (1928 - 2022) è stata pittrice, scultrice, incisore, scrittrice e autrice di libri d’artista. Docente di storia dell’arte negli istituti di istruzioni secondaria, ha realizzato, in quasi sessant’anni di attività di produzione artistica, più di 500 incisioni e stampe d’arte e più di 200 opere di pittura e scultura. Compagna di vita del noto editore di libri d’artista Franco Sciardelli, nel 2004 ha realizzato la stele in memoria del Maresciallo Capo Croce d’Onore Daniele Ghione, vittima dell’atto terroristico a An Nassiriya (Iraq) il 12 novembre 2003, esposta permanentemente in luogo pubblico a Finale Ligure (SV). E’ stata autrice di illustrazioni e incisioni per libri d’artista, promuovendo anche opere letterarie di grandi personalità della cultura del ‘900, tra cui Leonardo Sciascia. Ha partecipato a mostre e manifestazioni di rilievo internazionale e le sue opere sono acquisite al patrimonio di importanti istituzioni culturali.
La Fondazione Viganone, sotto la direzione artistica e scientifica del critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico e in linea con la volontà della fondatrice, vuole costituire una sorta di laboratorio permanente di approfondimento di tematiche artistiche e di promozione dell’arte contemporanea, sostenendo con borse di studio il percorso formativo in discipline umanistiche di studenti meno abbienti. Sostiene, infatti, con cinque borse di studio il Corso di Perfezionamento post universitario di Sociologia Visuale, Filosofia Estetica, Psicologia Analitica e Critica D'arte dell’Università degli Studi Statale di Milano, diretto da Federico Boni (professore ordinario UNIMI). Nel 2024 è previsto un contributo anche a un istituto di scuola secondaria ove Antonietta Viganone ha insegnato storia dell’arte negli ultimi anni della sua carriera scolastica.
«La Fondazione Antonietta Viganone – afferma il presidente Francesco Fabbiani – vuole interagire con università, accademie, istituzioni culturali nazionali e internazionali, pubbliche e private, nel promuovere l’arte e la memoria della sua fondatrice, e la produzione artistica contemporanea. Nel 2024 abbiamo previsto un programma di attività denso e interessante, tra cui l’organizzazione di una mostra personale dell’artista presso l’Università Cattolica Comillas di Madrid».
All’evento è prevista la partecipazione di varie autorità istituzionali e accademiche, nonché di personalità del mondo dell'arte, della cultura e delle professioni.
L'evento gode del patrocinio del Comune di Milano (Municipio 1), dell'Università Cattolica Comillas di Madrid, di Ethicando Association e del Centro Studi Orange Table, nonché del supporto mediatico di Betting On Italy, Beesness Magazine, Estro Digitale.
La partecipazione è possibile solo su invito, previa registrazione al link eventribe:
#marco eugenio di giandomenico#bettingonitaly#ethicando association#marcoeugeniodigiandomenico#contemporaryart#beesness magazine#fondazione antonietta viganone ets#artcurator#francescofabbiani#comunedimilano#estrodigitale#dolce & gabbana
1 note
·
View note
Text
Carabinieri, la prima donna comandante nell'Alessandrino
Guiderà la stazione di Bistagno (ANSA) – ALESSANDRIA, 08 LUG – Antonia Sara Altobelli, 24 anni, da Caserta, maresciallo ordinario, è il nuovo comandante della stazione dei carabinieri di Bistagno (Alessandria). E’ la prima donna a ricoprire l’incarico nell’Alessandrino. E’ stat presentata oggi al Comando provinciale dal colonnello Giuseppe Di Fonzo, comandante del reparto operativo. Altobelli…
View On WordPress
0 notes
Text
Things you were afraid to say
requested by @evcravens / ft. Alessio Rossi
I.
They have a dry run for the end.
In July of 2013, Sottotenente Alessio Giovanni Maria Greco Rossi, aged 25, receives a Croce di guerra al valor militare after an injury received in the line of duty. The location of this incident is heavily classified, as are the mission specifications, but he’s commended by his commanding officers for his valor and his hard work and his dedication. He’s recognized, briefly, as an intelligence officer that specializes in both human and counterintelligence in the Middle East, and then promptly forgotten about by the broader nation. No mention of his work with the Col Moschin is made.
He’s very handsome. He looks good on camera.
In July of 2013, Maresciallo Ordinario Battista “Tombarolo” Tahan spent three hours digging a bullet out of Sottotenente Alessio Giovanni Maria Greco Rossi’s asscheek in a rundown shack in Somalia, while the legend himself had laid on his stomach, smoked a cigarette, and bitched about the economy. And about polyester socks. And the way limoncello tastes like ass unless you’re already nine drinks deep. And every time he would stop bitching, Tahan would shake him just a little bit, and try to keep his own voice steady when he prompted him to keep going.
He’s silent on the CASEVAC ride out of there, hands clenched together as the other medics take over, watching Rossi’s face as he drifts in and out of sleep, finally drugged up on the good stuff. The ends and elbows of his sleeves are stained red. His knees don’t stop jittering until Rossi reaches out and settles a hand on one with an unhappy grunt. It slides off when he fades once more, and Tahan carefully sets it back at his side on the stretcher, and remains stock still for the rest of the ride.
It takes the doctors and nurses nearly ten hours to allow Rossi any visitors once they land on base. Tahan has showered, changed, been debriefed, and navigated tracking down some food for himself within that time, any words that had been forced out of him were terse or downright biting, unwilling or unable to rein in his tongue in the wake of such a disastrous assignment. When he finally steps into the cramped room and spots Rossi, alive and well enough, all in one piece, it’s like the wind falls from his sails, and he slumps into a chair next to his bed with a lackadaisical sprawl.
They’re silent for a moment, while Tahan eyes critically his IV, and the machines he’s hooked up to, and then his lap, under the blankets, where he knows there’s a hole in him about three centimeters wide. Rossi watches him back, an expression of openly warm, quiet bemusement settling on his face, and his voice sounds nearly normal when he speaks, if a little slurred from the painkillers. “You have something on your mind, grave robber?”
Tahan’s gaze is torn from his lap to meet his gaze, giving him an ugly look. He doesn’t say: you could have died. He doesn’t say: you need to be more careful. He doesn’t say: what would I do without you? There are some things, he’s found, that are just asking for trouble-- and opening that can of worms with Alessio Rossi could be qualified as begging for it. He just leans forward, and puts a hand on his wrist, and murmurs, “Did the doctors say you would make it? Or is your case of shittalking terminal?”
He laughs, then, something bright, something with no place in the sterile halls. Tahan finds himself leaning closer at the sound of it, wanting to reach out and run his fingers over Rossi’s forehead, his cheeks, his chin, wanting to reach out and feel the breath rolling out of him and his chest rising and falling steadily. He wants to hear that laugh again. He’s happy to settle with watching the easy smile take its place. “I can’t die, Tahan.” Rossi’s voice fills the room like it’s a summer breeze, and he slumps even closer still, until Rossi can reach out and card his fingers through Tahan’s hair-- and that’s exactly what he does. The rest of the lingering tension drains out of his shoulders at the touch. “I have you looking out for me.”
Tahan rolls his eyes so hard that he thinks they may pop out of his head. “I can only save you from so much stupidity, Rossi. I’m not God.” Most of the younger man’s so-called stupidity, he thinks, stems from his damned bleeding heart. His spine of steel, uncompromising morality-- traits that were God-given, hard to keep, and worth cupping his hands around and breathing life into. Worth protecting.
He thinks maybe he’s devoted to the man laying on the bed. It’s easy not to think about why, because he makes it easy. He makes it feel natural.
“No, not God.” There’s something terribly fond in his expression now, as he traces his fingers from Tahan’s hairline to his jaw, feather-light. “Maybe a guardian angel, then.” His grip tightens marginally when Tahan scoffs. “Right, sorry-- Your angels are a bit scarier than mine. But what’s wrong with that, hm? You’re ass ugly already--”
Tahan lets out a bark of laughter, the stormcloud of his foul mood finally releasing as he pulls Rossi’s hand from his face, settling their palms together. Rossi laces their fingers and settles their joined hands on the bed. “Your mother doesn’t think I’m ugly.”
Rossi’s nose crinkles. “My mother has awful taste. So do I.” They share another laugh, and have to smother it as a nurse walks by, peering into the room to check on the racket they’re making. When he speaks again, his voice isn’t subdued at all. “Seriously, though. I’m fine. And you know I’m fine. It’s just-- getting shot in the ass? I’d almost rather be dead. How embarrassing.”
A weary sigh slips out of Tahan, and he settles a chin in his hand, elbow resting on the edge of the bed. The sheets are itchy. He thinks Rossi is probably too doped up to notice. “The bullet missed your femoral artery. But it might not have. Or it could have hit you anywhere-- the spine, the heart.” His lips are drawn into a thoughtful frown. “And you shouldn’t say things like that. Being shot in the ass is going to be funny… in twenty years.”
“You’re right, you’re right. And besides--” Rossi pauses, for dramatic effect, as he occasionally does. “If I died, who would watch your back? Hm? Rana and Rospo are good at their jobs, but they’re dumber than brickbats. And who would tell you to cut your hair, since you don’t know what a mirror is for?”
Tahan sighs again. “Bene, bene. Glad you’re alright, asshole. Try to watch out for ricochets next time.” Rossi’s smile is all teeth, and his only other response is to point imperiously at the bottle of water next to his bed, and order Tahan to fetch it for him.
II.
In 2014, nearly a year to the day Alessio Rossi’s life is violently cut short, Tahan finds himself staring at the burned out shell of a building. The walls have crumbled in, mostly, and the fire still smolders and smokes in a few places. He has no idea if there was anyone inside when the building went up, or when it came down, and try as hard as he can he doesn’t feel anything about that at all, one way or another. His rifle remains cradled loosely in his arms, the radio chatter at his shoulder strangely muffled by the rush of blood in his ears. He almost hits Rossi when the younger man reaches out and touches his elbow, startled as he is by the contact.
Rossi just gives him an exhausted look, and bumps shoulders with him gently, tipping his chin in the direction of the smoking mass of brick just inside their hastily set perimeter. “What’s in that thick skull of yours?” His voice is quiet, but suddenly it’s the only thing Tahan can focus on, the soft southern accent, the forced smile curling in the corners of his mouth and the bags under his eyes. He is the easiest thing to focus on.
Normally the question would make him laugh, or at least scoff. Today it draws his brows together as he tries to think, tries to put together words in his head and shove them out of his mouth in a coherent sentence. His voice sticks to his throat, it’s been so long since he spoke, and he has to cough a little and try again. “Was just wondering if there was anyone inside.”
Turning his gaze to the shell of the building behind a crumbling wall, Rossi lets the attempt at a smile slip from his face once more. He swallows hard, thinks for a moment, and releases a long sigh -- “I think there were two women inside that didn’t make it out.” The words fall out, brittle, and shatter between them like glass.
Tahan knows there was a point in his life where the news would have filled him with grief, and that there was a point in his life where the news would have filled him with bitter rage, at the waste of it, the clumsiness of it, the unfairness of it. Right now he feels a vast nothingness, struggling around and around to feel anything about it at all. The wisps of emotion slip right through his fingers. The cold wind at his back cuts right through him.
He thinks maybe he feels a little nauseated. His face is hot.
“That’s bad,” he finally responds. It’s meant to be a statement, hardly a whisper, but almost feels like it falls out of him as a question, because he just can’t make himself feel anything at all. He knows it’s bad. Civilian casualties are bad, are to be avoided at all costs, and so it’s bad that there are innocent people who died today. He can’t stop turning it over in his mind, thinking about what could have been done differently, thinking about their last moments, but it’s clinical. Logical. He can’t make himself feel anything. He can’t stop thinking.
Rossi turns his gaze back and eyes him seriously. Whatever he finds on Tahan’s face must not satisfy him, because he makes a strained nose somewhere in the back of his throat and settles a hand on his elbow and turns him around, and starts to lead him away from the sight. The other man’s fingers are steady, he can feel them, warm and strong through the sleeve of his uniform. Tahan’s own hands are clenched, white knuckled on his rifle. He doesn’t notice until he looks down and sees for himself. Rossi continues to watch him, concern clear on his face. “Yes, Battista. It’s very bad.”
The use of his first name snaps at him, and he drags his attention from the things crawling about in his own head to look Rossi in the eye. The younger man blinks at him, hand now traveling up his arm to settle warmly against the side of his neck. Tahan stands rigid, focused on the honey-brown gaze that flicks over him head to toe. His voice sticks in his throat. He doesn’t know what else to say-- there isn’t really anything to say, right now. He can’t exactly tell Rossi he doesn’t feel anything at all, can’t ask him how he’s supposed to keep doing this, can’t ask him for help in knowing right from fucking wrong.
Silence stretches between them. It feels like the air is thick and syrupy, it feels like it gets tangled up in his lungs. He forces his fingers on his rifle to flex and work, lest they become too brittle and shatter like glass. Rossi’s gaze strays to whatever lurks behind him and then snaps back to his face, and his hand doesn’t leave his neck, thumb pressed carefully to the line of his jaw. Tahan starts to turn and look at whatever had drawn his attention, but Rossi’s voice cracks out like a whip, and his gaze settles on him once more. “We’ll be moving on soon. Do you have all your gear?”
The question takes him a moment to process, if only because it’s a strange thing to ask. He looks Rossi over once more, feeling like he’s clawing his way out of the fog in his head desperately, trying to see something within the man before him that’s hidden far too well. His gaze is warm, but there’s something flinty, something brittle about him. Tahan touches his fingers to the elbow of the arm outstretched to him, and then drops them once more. He doesn’t ask him what’s wrong, or what just happened. He doesn’t think he wants to know. He just nods, adjusts his grip on his rifle, and lets his friend lead him away.
7 notes
·
View notes
Link
Carlo Masciocchi,professore ordinario di radiologia dell’Università dell’Aquila, al processo bis per la morte di Stefano Cucchi afferma che : «Dal corpo sezionata e analizzata parte di colonna sana, senza lesioni»
Un «unico evento» traumatico recente – «verificatosi entro 7-15 giorni dalla morte» – e molto importante, «non riconducibile cioè ad una semplice caduta», sarebbe la causa delle due fratture vertebrali riscontrate sul corpo di Stefano Cucchi. Fratture – della vertebra sacrale S4 e della parte superiore della vertebra lombare L3 (soma, quest’ultimo, che, nella parte opposta, presentava gli “esiti cicatriziali” di una vecchia frattura ormai rinsaldata) – riscontrate perfino dalle lastre effettuate all’ospedale Fatebenefratelli dove venne visitato il geometra romano arrestato il 15 ottobre 2009 e morto al Pertini una settimana dopo, ma non dai consulenti e dai periti medico legali durante il primo processo.
A confermarlo ieri in udienza davanti alla I Corte d’Assise di Roma è stato Carlo Masciocchi, tra le altre cose professore ordinario di radiologia dell’Università dell’Aquila ed ex presidente della Società Italiana di Radiologia Medica, che ha spiegato a fondo su quali evidenze scientifiche si basa il suo giudizio.
Nel giugno 2015, su richiesta dell’avvocato Fabio Anselmo, legale dei Cucchi, Masciocchi studiò l’Rx del Fatebenefratelli fornito in formato jpeg e le immagini Tac total body eseguita sul cadavere il 23 novembre 2009, arrivando a concludere ciò che poi, nel corso del processo bis, è stato confermato dagli stessi carabinieri “pentiti”: ossia che Stefano aveva subito un forte trauma che gli aveva spezzato la schiena.
Ma c’è soprattutto un particolare davvero inquietante che è stato confermato dal luminare di radiologia durante l’interrogatorio del pm Giovanni Musarò: nel corso del primo processo Cucchi (non ancora conclusosi) che vede alla sbarra cinque medici del Pertini, i consulenti medico legali del pm Vincenzo Barba (i professori Tancredi, Arbarello, Carella e Cipolloni), che hanno sostenuto la presenza una sola frattura vertebrale e di vecchia data, lo hanno fatto sulla base di una Risonanza magnetica effettuata sul cadavere riesumato circa 40 giorni dopo la morte (esame che, secondo Masciocchi, non può rivelare nulla su un corpo senza vita e per di più eviscerato, perché si basa sulla rilevazione dell’attività vitale dei tessuti molli).
Mentre il collegio peritale nominato allora dalla III Corte d’Assise di Roma (Cristina Cattaneo, Mario Grandi, Gaetano Iapichino, Giancarlo Marenzi, Erik Sganzerla e Luigi Barana: tra loro nessun radiologo) arrivarono alla stessa conclusione dopo aver effettuato una Cone Beam (sorta di panoramica sofisticata usata dai dentisti) «su un tratto di colonna vertebrale sezionato e prelevato dal cadavere che comprendeva le vertebre L5, L4 e la parte inferiore della L3, ossia quella dove non c’era la frattura». Nessuno dei consulente risulta indagato, ma la scoperta ha lasciato di stucco anche il pm Musarò che ha aperto un fascicolo integrativo al processo bis riguardante il depistaggio.
Ed è proprio in questo ambito che si può inscrivere la deposizione del maresciallo Davide Antonio Speranza, all’epoca dei fatti in servizio presso la stazione Quadraro. Dopo la morte del giovane, gli venne chiesto di redigere un’annotazione che poi gli venne corretta. «Scrissi la seconda sotto dettatura diretta del maresciallo Mandolini (tra gli imputati, ndr)», ha raccontato ieri riferendo di essere stato poi ascoltato nei giorni successivi anche dal comandante della compagnia Casilina, il maggiore Paolo Unali. Ultimo particolare, riferito in aula dal capo della Squadra mobile, Luigi Silipo: i Cd con le registrazioni e i tabulati delle conversazioni non trascritte del 2009, le prime dopo la morte di Cucchi, non si trovano più. «Che fine abbiano fatto – ha detto Silipo – non lo so».
Eleonora Martini
da il manifesto
5 notes
·
View notes
Text
San Gemini, i cittadini ringraziano: encomio solenne ai Carabinieri
Il sindaco Luciano Clementella e la giunta comunale hanno conferito ieri in Comune un encomio solenne ai carabinieri di San Gemini. Il riconoscimento è andato al luogotenente Fabio Lucci, al maresciallo ordinario Gianluca Montanucci, al brigadiere Marco Censi, agli appuntati scelti Alessandro Grassi, Domenico Lisci e Massimo Conte. Sindaco e giunta hanno sottolineato di farsi interpreti dei…

View On WordPress
0 notes
Photo

Un bel percorso alla scoperta della biodiversità del Parco Nazionale della Sila organizzato dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Catanzaro, che sarà riproposto sabato 6 agosto dal Circolo Legambiente Valle Tacina nelle attività "Agosto nel Parco" programma/prenotazione: www.legambientepetilia.it I partecipanti sono stati accolti, nella bella location della ex caserma del Gariglione, dal Luogotenente Rotella e dal Maresciallo ordinario Spanò, accompagnati dagli educatori ambientali Carmine Lupia e Alberto Garofalo. (presso Riserva naturale Gariglione - Pisarello) https://www.instagram.com/p/Cgqm86OqSyn/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
Text
Il Maresciallo Ordinario Irene Luisi, neo-operatrice subacquea, unica donna tra i ghiacci del Lago della Maddalena
Il Maresciallo Ordinario Irene Luisi, neo-operatrice subacquea, unica donna tra i ghiacci del Lago della Maddalena
Livorno 19 marzo 2022 Dopo aver conseguito, il mese scorso, il brevetto di “sommozzatore”, il Maresciallo Ordinario dei Carabinieri Irene Luisi, in servizio presso la Stazione Livorno Centro, ha superato anche il corso di Operatore Subacqueo dell’Arma dei Carabinieri. Il corso di formazione, molto selettivo, tant’è che in media solo il 6% circa degli aspiranti riesce a superarlo, ha una durata di…

View On WordPress
0 notes
Text
Quando la Benemerita entra di prepotenza nella narrativa fantastica. Per la prima volta assistiamo a un’Arma che affronta qualcosa che va completamente al di fuori dallo schema ordinario e lo fa con la sua solita autorevolezza e con l’atteggiamento che sempre l’ha contraddistinta. Stavolta non ci sono criminali comuni da affrontare, Mafie da sconfiggere o reati "comuni" da perseguire. Stavolta i Carabinieri viaggeranno tra dimensioni “decisionali” o “blocchi” per preservare il nostro percorso di vita. Una lettura spicciola, potrebbe far sorridere ma la storia raccontata assume valori credibilissimi perché sapientemente articolata e impreziosita da personaggi ed eventi che coinvolgeranno il lettore fino a costringerlo letteralmente a divorare il romanzo tutto d’un fiato. Gli avvenimenti che si succederanno catapulteranno i lettori tra due mondi, fra traditori, uomini senza scrupoli, criminali 2.0 e Angeli. La storia ci porta a un tranquillo paese italiano, con i suoi colori e profumi tipici, soltanto nostri. Una tranquilla famiglia e un uomo, Leo Dalìa. Egli uscirà dall’ufficio per far ritorno a casa, ma non ci arriverà mai. Leo sparisce. Sua moglie Azzurra allerterà la locale Stazione Carabinieri della sparizione. Incontrerà il Maresciallo Giuseppe Pedroli e gli racconterà dell’accaduto. Da quel momento s’innescheranno una serie di eventi che proietteranno il sott’ufficiale in un rocambolesco inseguimento. Le indagini porteranno a qualcosa d’immenso, sconosciuto. S’imbatterà in un costituente ufficio di polizia, dedito alla repressione di crimini del tutto particolari e assieme ai membri di tale ufficio riuscirà a trovare il nostro Leo in un mondo costruito e regolato da esseri superiori. Leo è stato fatto sparire perché qualcuno vuole ucciderlo. Criminali 2.0 hanno trovato un espediente per accaparrare denaro in un modo mai visto prima, Leo potrebbe fermarli a sua insaputa ed è per questo che lo vogliono morto.
La storia, raccontata con parole semplici ma con un ritmo incalzante, è scritta da Raffaele D’Andrea, Appuntato Scelto dei Carabinieri, che conosce le dinamiche, sapientemente raccontate, di un’Arma che agisce nel suo modo esclusivo. Il lessico, le indagini, il modus operandi e i colori dei Carabinieri, caratterizzano questa storia adrenalinica che, a tratti, ci da’ da pensare perché esprime concetti di lealtà, amicizia e spirito di abnegazione. Tutti concetti positivi che lasciano il lettore pregno di una positività interiore di cui tutti noi abbiamo bisogno. Avanti quindi con THAICHOPR I Modder del destino, prenotabile attualmente sulla piattaforma crowdfunding “Bookroad” della Leone Editore (www.bookroad.it/prodotto/thaichopr-i-modder-del-destino) in uscita il prossimo mese nelle librerie italiane. L’autore ha anche messo a disposizione una pagina Facebook dedicata al romanzo e all’universo che ruota intorno ad esso, corredandola con ottimi filmati esplicativi e advertising degni di una casa pubblicitaria d’esperienza. 😄
#thaichoprimodderdeldestino#bookroad#romanzidifantascienza#thaichopr#libridifantascienza#distopia#libribelli#distopianerd#leoneeditore#librichepassione
0 notes
Text
Medaglie d'Oro della 2ª Guerra Mondiale - Maresciallo ordinario FERRUCCIO TEMPESTI - Arnautowo (fronte russo), 26 Gennaio 1943
Medaglie d’Oro della 2ª Guerra Mondiale – Maresciallo ordinario FERRUCCIO TEMPESTI – Arnautowo (fronte russo), 26 Gennaio 1943
Nome e CognomeFerruccio TempestiLuogo e data di nascitaPisa, 12 gennaio 1912Forza ArmataRegio EsercitoArmaArtiglieriaCorpo o specialitàAlpiniReparto2º Reggimento artiglieria terrestre alpina “Vicenza”Unità2ª Divisione alpina “Tridentina”GradoMaresciallo ordinarioAnni di servizio1929-1943Guerre e campagneSeconda Guerra Mondiale (battaglia delle Alpi occidentali)Seconda Guerra Mondiale (campagna di…

View On WordPress
#2ª Divisione alpina "Tridentina"#2° reggimento artiglieria alpina#Alpini#Artiglieria Alpina#Capitano Luigi Capitò#Fronte Russo#Medaglie d&039;Oro
0 notes
Link
ROMA – Sulla Gazzetta Ufficiale – IV Serie Speciale n. 18 del 3 marzo 2020 – è stato pubblicato il bando di concorso, per titoli ed esami, per l’ammissione al 92° corso presso la Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza di: a) n. 860 allievi marescialli del contingente ordinario; b) n. 70 allievi marescialli del contingente di mare.
Al concorso possono partecipare i cittadini italiani, anche se già alle armi che: – alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, abbiano compiuto il 17° anno di età e non superato il giorno di compimento del 26° anno di età; – abbiano, se minorenni alla data di presentazione della domanda, il consenso dei genitori o del genitore esercente in via esclusiva la potestà o del tutore per contrarre l’arruolamento volontario nella Guardia di Finanza; – siano in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado che consenta l’iscrizione ai corsi di laurea previsti dalle Università statali o legalmente riconosciute; – seppur non ancora in possesso del citato diploma alla data di scadenza per la presentazione delle domande, lo conseguano nell’anno scolastico 2019/2020.
La domanda di partecipazione al concorso, da presentare entro le ore 12.00 del 3 aprile 2020, dovrà essere compilata esclusivamente mediante la procedura telematica disponibile sul portale attivo all’indirizzo “https://concorsi.gdf.gov.it”, seguendo le istruzioni del sistema automatizzato.
I concorrenti, che devono essere in possesso di un account di posta elettronica certificata (P.E.C.), dopo aver effettuato la registrazione al portale, potranno accedere, tramite la propria area riservata, al form di compilazione della domanda di partecipazione.
È possibile presentare domanda di partecipazione per uno solo dei contingenti e specializzazioni riportati nel predetto bando. Sul sito internet è possibile acquisire ulteriori e più complete informazioni di dettaglio sul concorso e prendere visione del bando.
0 notes
Text
Concorso per 16 Orchestrali, banda musicale Esercito
Concorso per 16 Orchestrali, banda musicale Esercito
Opportunità di lavoro per Musicisti presso l’Esercito Italiano.
Il Ministero della Difesa ha indetto un concorso pubblico per la selezione di 16 Orchestrali da inserire presso la banda musicale dell’Esercito Italiano.
I vincitori riceveranno la nomina in servizio permanente di Primo Maresciallo, Maresciallo Capo o Maresciallo Ordinario.
Di seguito, le figure ricercate e i requisiti richiesti.…
View On WordPress
0 notes
Text
-010. il nono
no trigger warnings.
Overview:
The 9º Reggimento d'Assalto Paracadutisti (9th Paratroopers Assault Regiment) Col Moschin is considered a Special Forces unit of the Italian Army due to the arduous training which members must undertake. The Col Moschin, also referred to as “il nono”, has been involved in numerous military and anti-terror operations all over the world, and is roughly comparable to the British SAS in size, operation, and quality. Approximately 300 members go through arduous, specialized training in mountainous, wooded, desert, and amphibious terrain for two or more years before their enrollment in the force. Il nono specializes in operating outside of military support and far from friendly lines, often conducting operations in guerilla warfare, counterterrorism, and VIP protection.
An il nono fireteam usually numbers about five to six soldiers, and contains an Incursor with a Combat Medic specialization, a Breacher (explosives handling), an EOD (explosive ordnance disposal) Specialist, an Intelligence Officer, and one to two Snipers.
Fireteam Dumbfuck:
Battista’s squad consisted of six people to his fireteam, their commanding officer being Colonel Maximo Bianchi, and their executive officer being Captain Flavio Lombardi. Those two rarely, if ever, went out on actual assignments with the core fireteam, because they were technically in charge of multiple fireteams at once and didn’t often partake in combat roles. The next highest rank belonged to Alessio Rossi, a Lieutenant, as he was the fireteam’s intelligence officer. Battista Tahan, Achille Mancini, and Mauro Moretti were considered NCOs, or noncommissioned officers, with Tahan and Mancini's rank of Ordinary Marshall coming slightly higher than Mancini’s rank of Sergeant. Savio Balotelli and Nico Marchesi are of the lowest rank, Corporal-Major, which is just considered to be Enlisted.
NCOs are enlisted soldiers with specific skills and duties such as training, recruiting, tech or military policing, and often supervise lower ranks to ensure assignments are done properly. Officers are essentially management-- they give NCOs and lower ranks their missions, their assignments and their orders. Cooperation between the two groups is important in planning and carrying out operations.
Though Rossi technically outranked him, because his role and training was mainly in intelligence gathering, Battista typically took command of the fireteam in the field because of his practical experience. They all took orders from Bianchi and Lomnardi.
Col Moschin 2 yr training: src.
3 weeks of intense physical and mental testing
5 months OBOS – Operatore Basico Operazioni Speciali
23 weeks - Special Forces Combat Course, two weeks of which is purely lecture and three weeks of which is considered “torture”, the rest of which is explosives and combat medicine training, etc.
5 weeks - Advanced Combat Course, which expands on concepts learned in the prior SFCC courses.
Year 2 - Acclimatization training: ski+mountaineering, high and low altitude parachuting, amphibian warfare and combat diving courses.
Close quarters combat training: IMA (italian martial arts), knives, unarmed
6-Man Cell:
Mammone (Momma’s Boy) AKA Maresciallo Ordinario Mancini, Achille Born 1984. Active Duty 2002 - Present
Battista and Achille went through training for the Col Moschin together, all two years. They were bunkmates, and assigned to the same squad upon graduation. Achille stands at an even six feet tall, rather bulky, dark haired with a deep tan and a heavy Neapolitan accent. He specialized in EOD, diffusing bombs and IEDs and safely disposing of them, and the pair of them often studied together and quizzed each other while they were learning for their respective fields. They were never particularly friendly, always just the slightest bit antagonistic toward one another-- clashing personalities, or perhaps they were just too competitive with each other. These things happen. But they functioned incredibly well as a team, characterized by a fierce protectiveness and loyalty, and their relationship could be considered brotherly.
Mannaggia (Damn!) AKA Tenente Rossi, Alessio Born 1988. Active Duty 2006 - KIA 2016
Alessio Rossi was assigned to the unit in 2010 when they were briefly stationed in Pfullendorf, Germany for further training. Relatively tanned and russet-haired, sharp features, lean muscled and 5’11”, he tended to excel more in mental pursuits than physical, in comparison to the average soldier on their squad (he was a good runner, though--fast. Probably from chasing all of his younger siblings around for eighteen years). Hailing from Taranto, a fishing town in the deep south of Italy, left him deeply Catholic and almost incomprehensible when speaking to non-native Italians-- luckily, he had a variety of other languages under his belt. He was a Human Intelligence Officer, which put him in charge of gathering intel, as well as handling informants and, occasionally, interrogations. Battista and Alessio swiftly grew nearly inseparable, well known in their unit for being completely in each other's pockets.
Rana (Frog) AKA Caporale Maggiore Capo Balotelli, Savio Born 1985. Active Duty 2003 - Present
Savio Balotelli joined the team in 2010, later in the year than Rossi. He’s approximately 5’8”, stocky, red haired and fair-skinned. He hails from Turin, in the Piedmont region, and has a deeply thoughtful, gentle air about him. Savio was one of the team’s two snipers, the younger of the pair, and well known for having eyes as sharp as a hawk, and little to no brain to mouth filter. Battista and he got along very well, often exchanging cigarettes, jokes, pranks, advice, and making up increasingly elaborate “secret” handshakes in an effort to irritate the rest of their teammates. Savio and Mauro were considered inseparable, and one of the greater sniper teams in the Col Moschin, where they often switched between shooter and spotter.
Brutto (Ugly) AKA Caporale Maggiore Marchesi, Nico Born 1980. Active Duty 1998 - Retired 2018
Nico Marchesi worked with Mauro Moretti for almost a decade before the rest of the dream team joined, and he specialized in Breaching: blowing up walls, doors, and windows, when one needs to get inside a building without any necessity for stealth. Nico is from Rome, standing at a little over six feet tall and broad-shouldered, with black hair and a rare smile. He was known for being rather taciturn and acting without thinking much about it, and was denied promotions because of both his lack of leadership skills and his bullheadedness- which suited him just fine. Nico and Battista often sparred with one another, because they were perhaps the two most competitive people on the squad.
Rospo (Toad) AKA Sergente Maggiore Capo Moretti, Mauro Born 1970. Active Duty 1980 - Retired 2016.
Mauro Moretti was the longest-standing member of the squad, directly involved with work for the Col Moschin for almost twenty five years by the time he retired. He was the team’s other sniper, a hard-mouthed career military man, quiet but always willing to lend a listening ear and some gruff advice. He’s nearly six and a half feet tall, dark skinned, dark haired, dark eyed, and in Battista’s memory of him he’s almost constantly smoking menthol cigarettes. He’d been born on a farm outside of Florence, had three daughters and a wife, and he retired there too, shortly after Battista’s medical discharge. Mauro looked out for everyone in the squad in his silent, fatherly way, and he and Battista often talked about art, and family.
Tombarolo (Graverobber) AKA Maresciallo Ordinario Tahan, Battista Born 1986. Active Duty 2004 - Medical Discharge 2016.
The motherfucker we all know and love. Battista was well known in the entirety of the Col Moschin for being a fair-minded, albeit demanding leader, as well as a talented combat medic with a penchant for mischief. Modern day combat medics function as regular infantry until there are casualties, and they rarely wear the red cross patches because it often makes them a target. When not in combat settings, they often assist Doctors in infirmary clinics, performing checkups and looking after the health of their comrades.
#/ / HEADCANON .#thank u to hayley for sending me the vid on IMA knife fighting it's really good#i tried to keep this short and like.... understandable to people that aren't familiar with military lingo but basically life just comes at u#anyway....... if u have questions abt this or military stuff in general im ur guy. i didn't want to write an essay so have this???
3 notes
·
View notes
Text
Caso Cucchi, risolto il giallo della doppia annotazione. Un carabiniere depone: «Me la dettò il maresciallo Mandolini»
«Ho cambiato l’annotazione di servizio sulle condizioni di salute di Stefano Cucchi la sera del suo arresto riscrivendola sotto dettatura del maresciallo Roberto Mandolini il quale mi disse che la prima versione non andava bene». Il racconto dell’ennesima udienza, la prossima sarà già il 14 febbraio, inizia con un’altra ammissione. A parlare il carabiniere Davide Antonio Speranza, che il pm Giovanni Musarò aveva già interrogato lo scorso dicembre nell’ambito dell’inchiesta bis sui falsi e sui depistaggi, sentito oggi al processo in Corte d’assise che vede imputati cinque militari dell’Arma per l’omicidio di Stefano Cucchi e le manovre di occultamento messe in atto nell’immediatezza.
Mandolini, il maresciallo dei tre carabinieri imputati per omicidio preterintenzionale (ossia Francesco Tedesco, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, ndr), è imputato per falso e calunnia (insieme a Vincenzo Nicolardi, ndr): fu lui, come riferito da Speranza a far cambiare la versione su quanto avvenne il 15 ottobre dopo l’arresto di Cucchi che dopo essere stato fermato per droga, fu picchiato nella caserma del Casilino e poi trasferito in quella di Tor Sapienza. La seconda annotazione risultata datata il 16 ottobre ma, come ha riconosciuto oggi il militare dell’Arma, fu redatta dopo la morte di Cucchi, avvenuta il 22 ottobre al Sandro Pertini, e venne dettata da Mandolini alla presenza del carabiniere Vincenzo Nicolardi, anche lui sotto processo per calunnia.
Tutte queste cose però Speranza le dice solo ora, mentre non disse nulla sulla modifica delle due annotazioni quando fu sentito dal primo pm Vincenzo Barba, quello che puntò tutto sul mix tra malasanità e botte della penitenziaria, all’indomani della morte del geometra trentunenne e neppure quando sotto processo in assise tra gli imputati, oltre a medici e infermieri dell’ospedale, figuravano tre agenti di polizia penitenziaria, poi assolti.
Nelle prime intercettazioni effettuate dagli stessi carabinieri “stranamente” è stata omessa la famigerata telefonata nella quale il militare Nicolardi diceva «magari morisse, li mortacci sua…». Non si sa chi è il portatore di “spirito di corpo” che abbia effettuato e trasmesso le intercettazioni al pm Barba. Altra anomalia: un’interpretazione trascritta ma senza registrazione su supporti magnetici. Già dall’inizio delle investigazioni c’era il sospetto che alcune registrazioni fossero state omesse o meglio che alcune non fossero state inserite. Le intercettazioni di fine 2018 evidenziano i contatti tra alcuni testi e colleghi dell’Arma che cercano di indurli a edulcorare le dichiarazioni.
Speranza, dunque, oggi non ricorda granché delle condizioni di Cucchi ma conferma che il maresciallo Mandolini gli chiese espressamente di cestinare la relazione di servizio che aveva redatto insieme a Nicolardi, e lo stesso Mandolini gli avrebbe dettato la nuova relazione dove si dichiara che Cucchi dava in escandescenze. A margine della nuova stesura una nota a mano: «Bravi!». La prima relazione Speranza non la cestina e la tiene per sicurezza. «A me è stato chiesto di farla, un maresciallo me lo ha chiesto e io ho obbedito». In quei giorni fu convocato anche dal comandante di compagnia Unali per relazionarlo sul caso ma oggi è vago non ricorda nemmeno quell’incontro e chi altro fosse con lui. Quando Fabio Anselmo, e gli altri legali di parte civile, gli chiederanno perché nella prima inchiesta non ha deposto sulla prima nota da “cestinare”, con fatica dirà di averci pensato solo dopo l’inizio della seconda inchiesta. «Ero in servizio da due mesi, ero giovane e inesperto e mi fidai di Mandolini e Nicolardi che erano più anziani e più esperti di me» afferma ora il militare dell’Arma che all’epoca, dice, non sapeva nemmeno cosa volesse dire “dare in escandescenze”.
E si torna a parlare del corpo di Stefano davanti ai genitori e alla sorella Ilaria, visibilmente commossi. Sul corpo di Stefano «sicuramente c’erano due fratture vertebrali» a livello lombo-sacrale, entrambe «recenti» e «contemporanee», ha spiegato alla corte Carlo Masciocchi, professore ordinario di Radiologia dell’Università di L’Aquila ed ex presidente della Società italiana di Radiologia medica, sentito oggi nel processo. Masciocchi nel 2015 fu autore di una consulenza tecnica per conto dell’avvocato Fabio Anselmo, legale di parte civile, poi confluita agli atti dell’odierno processo, dove appunto rilevava la presenza delle fratture. Tant’è che oggi è stato sentito in aula, dopo essere stato chiamato a chiarimenti dal pm Giovanni Musarò. «Nel giugno 2015 – ha detto Masciocchi – l’avvocato Anselmo mi chiese la disponibilità a visionare del materiale radiografico su Cd». Quale il contenuto? «Una lastra di colonna vertebrale dell’Ospedale Fatebenefratelli in formato jpeg; immagini Tac total body multistrato eseguita circa 40 giorni dopo la riesumazione; immagini con tecnica Cone Beam, una sorta di panoramica sofisticata. Sicuramente c’erano due fratture vertebrali, una del corpo S4 (quarta vertebra sacrale) e l’altra nel corpo L3 (terza vertebra lombare). La frattura S4 certamente si trattava di una frattura recente, e, quando dico recente, intendo una frattura prodotta in un arco temporale stimabile in massimo 7-15 giorni; la frattura L3 si tratta anch’essa di una frattura recente. Morfologicamente può affermarsi che sono contemporanee, prodotte da un unico evento traumatico». Un calcio, la caduta e un altro calcio, come ipotizza Anselmo? «Possibilissimo». Subito dopo, il professore Masciocchi ha puntualizzato di avere «la forte sensazione che sia stato esaminato al tempo solo un tratto di colonna vertebrale e sezionato solo un tratto di L3».
Intanto, la pista di Musarò, punta in alto. Anche un generale è indagato per i depistaggi sulla morte di Stefano Cucchi. Il generale dell’Arma, Alessandro Casarsa potrebbe non essere l’unico alto papavero ed essere nel mirino degli inquirenti. Il nome di Casarsa compare nella lista testi depositata da un legale di parte offesa e sarebbe iscritto nel registro degli indagati per il reato di falso in atto pubblico. Casarsa, all’epoca dei fatti era comandante del Gruppo Roma, ed è stato tirato in ballo, anche nelle udienze degli ultimi mesi, nella vicenda delle manipolazioni di due relazioni di servizio sullo stato di salute del geometra arrestato il 15 ottobre del 2009 e deceduto sette giorni dopo mentre si trovava detenuto presso il reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini. Nei giorni scorsi Casarsa, che fino ad un mese fa era a capo dei corazzieri in servizio presso il Quirinale, è stato ascoltato dai magistrati di piazzale Clodio e durante l’atto istruttorio ha respinto le accuse.
Nel filone sul depistaggio sono attualmente indagate una decina di persone tra ufficiali e sottoufficiali dei carabinieri. E nell’aula del tribunale di Roma, nei prossimi mesi, comparirà anche il generale Vittorio Tomasone, che figura nella lista testi dell’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi. All’epoca dei fatti, Tomasone era il comandante provinciale e secondo alcuni testimoni ordinò le verifiche interne su quanto accaduto in caserma nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2009, quando venne arrestato il geometra romano.
5 notes
·
View notes
Text
Sorpreso con 700 grammi di droga, arrestato dai Carabinieri
Sorpreso con 700 grammi di droga, arrestato dai Carabinieri
Operazione antidroga dei Carabinieri di Crotone nel popolare quartiere Fondo Gesu’ nel fine settimana appena trascorso, con l’arresto di un 40 pregiudicato per reati specifici. Da alcune settimane i Carabinieri del Nucleo Radiomobile, al comando del Maresciallo Ordinario Madaro avevano notato un insolito via-vai di ragazzi, soprattutto in orari serali, nei pressi di un palazzina popolare del…
View On WordPress
0 notes
Photo
Carabinieri di Ticineto Po. Il Maresciallo Ordinario Antonio NARCISI nuovo Comandante Carabinieri di Ticineto Po. Il Maresciallo Ordinario Antonio NARCISI nuovo Comandante Ticineto Po. Il Comando della Stazione Carabinieri di Ticineto Po è stato assunto dal Maresciallo Ordinario Antonio NARCISI.
0 notes