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#Marco Della Croce
iannozzigiuseppe · 4 months
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GIALLO COME IL GOLFO - AA.VV. - a cura di Beppe Mecconi - Gammarò Edizioni
GIALLO COME IL GOLFO – AA.VV. – a cura di Beppe Mecconi Simona Albano, Massimo Ansaldo, Marco Della Croce, Alessandro Ebuli, Patrizia Fiaschi,  Maria Grazia Innocenti, Vanessa Isoppo, Beppe Mecconi, Corrado Pelagotti, Susanna Raule, Marco Usano GIALLO COME IL GOLFO da Tellaro a Portovenere12 racconti gialli per 12 mesi Introduzione di Marco Buticchi ISBN: 9791280649607 – 184 pagine,- Prezzo di…
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tempodadisperati · 9 months
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Gesù Cristo figlio unico?
Puoi dimostrarlo con la Bibbia? 
Certo! 
Matteo 13,55:
Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?
Marco 6,3:
Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?
Nella Bibbia fratello è utilizzato in senso ben più ampio rispetto ai fratelli couterini o germani (Genesi 4,1-2; Matteo 4,21), e può essere riferito anche ai cugini (1Cronache 23,21-22), a zio e nipote (confronta Genesi 13,8 con Genesi 11,27), ai concittadini (Genesi 19,6-7), ai membri di una tribù (1Cronache 15,4-10), ai connazionali (Esodo 2,11; Deuteronomio 18,15; Atti 3,17), agli sposi (Tobia 7,12), ai bisognosi (Matteo 25,40), ai discepoli di Gesù (Giovanni 20,17-18) e a tutti coloro che fanno la volontà di Dio (Matteo 12,49-50).
La madre di Giacomo e di Ioses (forma ellenistica di Giuseppe) si chiama Maria
Matteo 27,55-56:
C’erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, MARIA MADRE DI GIACOMO E DI GIUSEPPE, e la madre dei figli di Zebedèo.
Marco 15,40-41:
C’erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, MARIA MADRE DI GIACOMO IL MINORE E DI IOSES, e Salome, che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.
La madre di Giacomo e di Ioses è talvolta chiamata l’altra Maria per distinguerla dalla madre di Gesù e dalla Maddalena
Matteo 27,61:
Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e L’ALTRA MARIA.
Matteo 28,1:
Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e L’ALTRA MARIA andarono a visitare il sepolcro.
Marco 16,1:
Passato il sabato, Maria di Màgdala, MARIA DI GIACOMO e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.
Luca 24,9-10:
E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Màgdala, Giovanna e MARIA DI GIACOMO. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli.
Questa Maria, madre di Giacomo e di Ioses, è la moglie di Clèopa
Matteo 27,55-56:
C’erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, MARIA MADRE DI GIACOMO E DI GIUSEPPE, e la madre dei figli di Zebedèo.
Marco 15,40-41:
C’erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, MARIA MADRE DI GIACOMO IL MINORE E DI IOSES, e Salome, che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.
Giovanni 19,25:
Stavano presso la croce di Gesù sua madre e la sorella di sua madre, MARIA DI CLÈOPA, e Maria di Màgdala.
Maria di Clèopa è la cognata della madre di Gesù, e per questo è menzionata come sorella di lei. Infatti, secondo quanto afferma lo scrittore giudeo cristiano Egesippo (110-180), menzionato da Eusebio (Storia Ecclesiastica III, 11.32), Clèopa è il fratello di Giuseppe, lo sposo della madre di Gesù. Egesippo avrà ottenuto queste informazioni da qualche discendente di Clèopa. Perciò Giacomo il minore e Ioses sono cugini di Gesù. Giacomo il minore va identificato con l’apostolo Giacomo di Alfeo (Matteo 10,3; Marco 3,18; Luca 6,15; Atti 1,13), il fratello del Signore (Galati 1,19), primo vescovo di Gerusalemme (menzionato anche come una delle colonne della Chiesa [Galati 2,9]). Perciò Alfeo di Giacomo (da non confondere con Alfeo padre di Levi [Marco 2,14]) e Clèopa sono la medesima persona. Secondo Egesippo (Storia Ecclesiastica III, 11), anche Simone è figlio di Clèopa. Quanto a Giuda, autore della omonima lettera, si presenta come fratello di Giacomo (Giuda 1). Probabilmente si tratta dell’apostolo Taddeo, detto anche Giuda di Giacomo (confronta Matteo 10,3 con Luca 6,16 e Atti 1,13). Perciò Giacomo, Ioses, Simone e Giuda, menzionati nei vangeli come fratelli di Gesù, sono suoi cugini.
di Giuseppe Monno 
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eternal--returned · 3 months
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From Rome they headed north into Tuscany, stopping in Arezzo to see Piero della Francesca's fresco cycle The Legend of the True Cross in the choir of the church of San Francesco, before arriving in what was the undoubted highlight of this first trip: Florence. In the chapels of the Bardi and Peruzzi banking families in the Basilica of Santa Croce, Rothko looked at frescoes by Giotto that he had previously known only in reproduction, and he would almost certainly have seen Masaccio's emotional painting cycle in the Brancacci Chapel in the church of Santa Maria del Carmine. Among the many places that he and Mell visited were two particular buildings that would have an enduring impact on Rothko's work and the decisions that he would take with it in the course of the next twenty years. The first of them was the Dominican church and convent of San Marco, with its tempera frescoes by Fra Angelico in the monks' cells (see below). He was captivated by the sourceless, evenly dispersed light that Fra Angelico achieved, which afforded the individual rooms a deeply meditative serenity. The social context and physical experience of the frescoes—intended to be seen by one single viewer at a time—were in themselves a revelation. 'When you go to Italy', Rothko later told Ben Dienes, 'you must see the Fra Angelicos'. 'He felt everything was of one piece,' said Dienes. 'The division was of one piece. That's the way he put it. You saw the wholeness of it'. Writing in the catalogue for Rothko's presentation at the Venice Biennale some years later, Sam Hunter identified this experience as the most deeply moving of that entire first trip to Europe.
Jasper Sharp ֍ "Looking for the Fabulous: An Account of Mark Rothko's Voyages to Europe." Toward Clarity (2019)
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Fra Angelico ֍ Christ Mocked, San Marco Convent, Florence, Italy (c. 1436)
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Fra Angelico ֍ Touch Me Not!, San Marco Convent, Florence, Italy (c. 1436)
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Fra Angelico ֍ Crucifixion, San Marco Convent, Florence, Italy (c. 1436)
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Fra Angelico ֍ Annunciation, San Marco Convent, Florence, Italy (c. 1436)
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Fra Angelico ֍ Lamentation, San Marco Convent, Florence, Italy (c. 1436)
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Fra Angelico ֍ Transfiguration, San Marco Convent, Florence, Italy (c. 1436)
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Fra Angelico ֍ Coronation of the Virgin, San Marco Convent, Florence, Italy (c. 1436)
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Fra Angelico ֍ Madonna and Child, San Marco Convent, Florence, Italy (c. 1436)
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susieporta · 6 months
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Signore, mi metto dinanzi alla tua Croce, e ti guardo.
Che cosa vedo?
Vedo un uomo trafitto, disfatto, trucidato.
Una brutta cosa talmente ripetuta, vista e rivista,
da lasciarmi quasi indifferente.
Che cosa ha a che vedere con me
questo scempio? Perché
dovrebbe salvarmi
quest’uomo morto, questa Croce?
Dicono che hai tolto il mio peccato dal mondo.
Ma in che senso?
Avresti pagato per me il prezzo del sangue
accumulato a causa delle mie colpe?
Ma pagato a chi? A quale tiranno sanguinario?
E’ escluso che sia Dio. Su questo non ho dubbi:
il Dio che tu mi riveli non ha bisogno del sangue dei capri,
figuriamoci se pretenderebbe quello degli uomini
per perdonare: la sua misericordia
è gratis, è grazia, appunto.
E allora?
Voglio guardarti meglio, Signore.
E guardandoti meglio, con più amore,
mi viene una nuova intuizione:
quest’uomo in Croce
ci mette sotto gli occhi per sempre
ciò che facciamo dell’uomo, di noi stessi cioè,
separandoci da Dio nel peccato.
“Che cosa vi ho fatto?”
E’ l’Uomo, sei tu, che gridi dalla Croce:
perché mi uccidete? perché vi torturate?
perché continuate a farvi a pezzi, senza alcuna pietà?
La Croce rivela in pubblico
dinanzi al mondo stupefatto
una volta per sempre
l’opera tremenda di Satana
contro l’Uomo, contro la nostra verità,
la nostra carne.
E tu stai lì, in Croce, e muori.
Non maledici nessuno, non ti ribelli, muori.
Tu, che sei Dio, ti lasci ammazzare
senza reagire, inerme.
Lo fai perché io veda il volto indifeso di Dio?
Lo fai perché tutti vedano e comprendano:
Dio non uccide nessuno,
Dio non mette in croce nessuno,
Dio non chiede sacrifici a nessuno:
non punisce, non castiga, non corregge
nessuno,
Dio si sacrifica fino alla morte di Croce
perché tu capisca, perché io capisca
che posso amarlo senza paura,
abbandonarmi a Lui, alla Vita,
con tutto il cuore colmo di speranza,
perché Lui mi ama
senza condizioni.
E’ questa la fede che mi salva.
Credo di capire, Signore:
guardandoti, guardando questa Croce
posso smettere di avere paura, posso credere
che Dio mi ama e mi crea
Adesso
libero e felice
se muoio al mio separarmi, al mio credere di essere separato da Lui,
se muoio appunto alla mia morte
e al mio peccato.
Morendo s’impara ad amare?
E allora anche il dolore può essere soave
scioglimento, fuoco d’amore?
Hai accettato di morire, Gesù,
per mano di Satana
e dei suoi esecutori
per annientarne il potere, per sfatarne la menzogna,
per rivelarci l’amore incondizionato di Dio
e proprio così hai fatto fuori
il mio Avversario,
mi hai liberato per sempre.
Guardando questa Croce, Gesù,
vedo l’effetto del peccato sull’Uomo,
su di me,
vedo l’amore di Dio
per me,
e vedo la via della mia salvezza.
Vedo che l’Uomo risorge
dal Crocifisso,
da quest’esplosione
dei mondi,
disciolto dal dominio della morte,
unificato nell’unico Spirito
che spira
adesso
mio Padre.
Vedo la mia gioia, Gesù:
morendo si impara ad amare
nella passione che consuma
tutte le mie sbarre.
“Tu vedi, perché sei risorto,
adesso, fratello,
tu sei
la mia pace”.
Marco Guzzi
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piusolbiate · 10 months
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MERCATINI DI NATALE
Tanta Solidarietà, Arte, Cultura e Volontariato nella domenica che ha allietato i solbiatesi in attesa delle prossime festività natalizie.
Infatti, durante la giornata, si è potuto sostenere le tante associazioni solbiatesi presenti: PRO LOCO, ALPINI, AVIS, AIDO, Protezione Civile, Comitato Genitori, G.S. Solbiatese, MastrArtisti, ANPI e Croce Rossa Italiana, ricevendo in cambio tante prelibatezze.
Si è potuto anche rivivere la storia bicentenaria del Cotonificio di Solbiate attraverso i nuovi pannelli posti sulla cinta di un altro racconto della storia solbiatese l'ex Asilo, oggi sede del Gruppo Anziani Solbiatesi, dove oltre al bellissimo albero realizzato con al tecnica della "mattonella", nella Sala Verde nuova Mostra collettiva degli Artisti Solbiatesi: Laura Mior, Gianluigi Cremona, Alberto Castelnuovo, Giuseppe Catone, Antonio Filippini, Massimo Ranieri e Pasquale De Marchi. Mentre nella suggestiva cornice della chiesa detta del Sacro Cuore si è svolta la personale di Marco Roncari, l’ex sindaco di Fagnano Olona dopo i tanti impegni è ritornato alla sua passione per la pittura. Senza dimenticare la suggestiva musica dei Christmas Quartet Crazy Jazz degli Angels Gospel Choir.
Grazie a Tutti!
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lamilanomagazine · 1 year
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Stagione Teatrale di bari 2023-2024: Questo weekend la celebrazione dei 100 di Italo calvino
Stagione Teatrale di bari 2023-2024: Questo weekend la celebrazione dei 100 di Italo calvino. Il 15 ottobre è il compleanno di Italo Calvino: nato nel 1923, domenica prossima avrebbe compiuto 100 anni. Per #100Calvino, nell’ambito della Stagione teatrale di Bari 2023_24 del Comune di Bari-Assessorato alla Cultura -Teatro Pubblico Pugliese, al Teatro comunale Piccinni, dopo il Prix Rai del 2 ottobre con le letture di Neri Marcorè e dopo lo spettacolo Il Castello del Teatro delle Bambole del 9 ottobre, questo weekend sono in programma una serie di spettacoli e iniziative. Domani, sabato 14 ottobre, alle ore 10.30 (riservato alle scuole/Istituti Superiori) e alle 21, e domenica 15 ottobre, alle 18, il Premio UBU Mario Perrotta porterà il suo “Come una specie di vertigine - Il Nano, Calvino, le libertà”, di cui è regista e interprete, con la collaborazione alla regia di Paola Roscioli. Dopo lo spettacolo rivolto alle scuole, Mario Perrotta incontra gli studenti per un dibattito sui temi dello spettacolo e sulla figura di Calvino (con approfondimento a cura di Giancarlo Visitilli). Domenica 15 ottobre, alle ore 11, sempre sul palco del Piccinni: La Palestra - Edizione speciale “Buon Compleanno Calvino!”, una Lezione spettacolo con la direzione artistica di Francesco Maria Asselta e la consulenza scientifica di Lea Durante. “In questo weekend proseguiremo nel nostro omaggio a Italo Calvino, uno degli scrittori più importanti del ‘900, con l’aiuto di Mario Perrotta, attore, drammaturgo e regista pluripremiato, e con uno speciale appuntamento di La Palestra, il format di approfondimento e confronto che per il terzo anno accompagna alcuni dei temi e degli autori della stagione comunale di prosa - commenta l’assessora alle Culture Ines Pierucci . Abbiamo voluto dedicare all’opera di Calvino, al suo impegno politico e culturale, al suo rigore, alla sua fantasia, l’apertura della stagione di prosa della Città di Bari, lasciando che a condurci alla scoperta del suo mondo fossero alcuni tra i nomi più importanti del panorama culturale contemporaneo, per offrire al nostro pubblico riflessioni ed emozioni di grande valore artistico e civile”. Sabato 14 ottobre alle ore 21 Domenica 15 ottobre alle ore 18 Come una specie di vertigine - Il Nano, Calvino, la libertà; scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta, con la collaborazione alla regia di Paola Roscioli Info a questo link. COME UNA SPECIE DI VERTIGINE Il Nano, Calvino, la libertà durata 75’ Permàr – Compagnia Mario Perrotta / ERT- Teatro Nazionale scritto, diretto e interpretato da MARIO PERROTTA collaborazione alla regia Paola Roscioli mashup e musiche originali Marco Mantovani / Mario Perrotta con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Comune di Medicina in collaborazione con Teatro Asioli di Correggio, Duel In scena un uomo, o meglio, la sua voce interiore. È la sua anima che fa spettacolo. Tra i tanti abitanti delle pagine dei romanzi di Calvino, è quello meno libero: ha un corpo, una lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, di agire. Oggi e solo oggi, però, ha deciso di fare spettacolo della sua esistenza, dei suoi pensieri, dei sentimenti che lo agitano. Lui, inchiodato com’è a una croce che non ha voluto, ha deciso di prendersi un’ora d’aria, un’ora e poco più di libertà. E la cerca, la libertà, tra le pagine delle opere del “signor Calvino Italo”, la racconta come sa e come può, la trasforma in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro, in canzoni-teatro sarcastiche e frenetiche e improvvisi minuetti intimi, “scalvinando” quelle opere a suo uso e consumo. Il tutto mentre accanto scorre, amaramente ironica, la sua personalissima storia d’amore, una storia impossibile per quel corpo e quella lingua incapaci di parlare. “Il personaggio in scena è un abitante del Cottolengo, il Nano del romanzo autobiografico La giornata d’uno scrutatore, personaggio cui Calvino dedica una sola pagina se pur memorabile. Ho scelto lui e ne ho immaginato tutta l’esistenza - esistenza che Calvino non ci racconta - proprio perché il mio intento era ragionare intorno al concetto di libertà e il Nano del romanzo ne è totalmente privo”, scrive Mario Perrotta. Domenica 15 ottobre alle ore 11 LA PALESTRA edizione speciale BUON COMPLEANNO CALVINO! direzione artistica a cura di Francesco Maria Asselta consulenza scientifica di Lea Durante interventi di Silvio Perrella e Lea Durante letture di Paolo Panaro al pianoforte Mirko Signorile Ingresso libero con prenotazione su eventbrite Il progetto “Buon compleanno Calvino!”, questa occasione straordinaria del centenario della sua nascita, sarà un’opportunità per parlare della sua vita, delle sue opere, ma soprattutto della sua idea tutta personale di rappresentare un modello di intellettuale integralmente disorganico, lontano dall’impegno diretto, discutendone non solo con studiosi, critici e specialisti della letteratura calviniana (Silvio Perrella e Lea Durante), ma aprendoci anche alle sue parole con le letture di Paolo Panaro (che ha portato in scena Il Barone Rampante), e all’incontro con progetti musicali dedicati a “Le città invisibili”, interpretati da Mirko Signorile in duo con Giovanna Carone.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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diceriadelluntore · 1 year
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Morti Famosi
Uno dei ricordi più nitidi che ho della mia infanzia è che mio nonno, il giorno del Venerdi Santo, non apparecchiava la tavola, come in Chiesa si tiene l’altare senza tovaglia, senza croce, senza candelieri. Non si suonano le campane né si accendono le candele. Eppure non era uomo di Chiesa, sebbene devoto a suo modo.
Su ciò che accade dalla Coenia Domini (la cosiddetta Ultima Cena, di Gesù con gli Apostoli prima della cattura e dell’arresto), passando per la Passione e la Morte, alla Celebrazione della Resurrezione di Pasqua, lo lascio da parte, con il rispetto che io metto sempre in queste questioni, in pieno spirito laico. 
Esistono tanti esempi di, secondo gli antichi, “morte apparente”, che per tutta una serie di autori si doveva alle pratiche magiche che si insegnavano in Egitto: per la cronaca, uno dei primi autori critici sul Cristianesimo, Celso, nel suo Discorso di Verità (Alethès lógos, di cui tra l’altro non ci è rimasto nulla e in parte ricostruito solo da una confutazione successiva proposta da un altro filosofo, Origene) sosteneva proprio che Gesù, figlio di una donna adultera, fosse andato in Egitto a imparare le arti magiche che poi sarebbero passate per miracoli.
Quelle però che mi piacciono di più sono legate ad un famoso medico, Asclepiade di Bitinia: vissuto intorno al I secolo a.C., famosissimo, era contrario all’idea ippocratica degli squilibri umorali, e si rifaceva all’atomismo di Democrito. Tra i suoi rimedi per le malattie, l’uso modico del vino. Si narra che camminando per tornare alla sua città, si imbatté in un funerale. Curioso per la folla, si avvicinò per capire chi fosse il morto. Asclepiade lo guarda, gli sembra di notare in lui certi segni di vita latente, lo palpa e esclama: Quest’uomo è vivo! Tra lo stupore generale e la rabbia di chi lo prese per pazzo, il medico riuscì a portare il corpo a casa, dove con i suoi metodi riuscì, come dichiarò,“a riaccendere in lui lo spirito vitale e a richiamare l’anima, che si nascondeva in qualche recesso del corpo” (D. Baldi, Morti Favolose Degli Antichi, Quodlibet).
Divenne ricchissimo, famoso (tra i suoi assistiti Cicerone, Crasso e Marco Antonio), fece carriera politica e fondò la scuola medica detta “metodica”, che si prefiggeva di enfatizzare il trattamento delle malattie piuttosto che la storia del singolo paziente. Secondo la tradizione, fu il primo che divise le malattie tra acute e croniche, e secondo uno degli allievi più famosi della scuola medica metodica, Celio Aureliano (vissuto però molto più tardi, nel V secolo d.C.) fu il primo a utilizzare una tracheotomia.
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anna-carozzi · 2 months
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Vangelo secondo marco
VANGELO Mc 8, 34-38
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco.
In quel tempo. Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, il Signore Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».
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stilouniverse · 4 months
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"Giallo come il golfo da Tellaro a Portovenere". 12 racconti gialli per 12 mesi, Gammarò/Oltre Edizioni
A cura di Beppe Mecconi AA.VV. Simona Albano, Massimo Ansaldo, Marco Della Croce, Alessandro Ebuli, Patrizia Fiaschi,  Maria Grazia Innocenti, Vanessa Isoppo, Beppe Mecconi, Corrado Pelagotti, Susanna Raule, Marco Usano Introduzione di Marco Buticchi Gammarò/Oltre  Dodici luoghi in cerca d’autore, dodici mesi in cerca di voce. Ma anche dodici penne che hanno dipinto nelle varie sfumature…
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giancarlonicoli · 4 months
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2 giu 2024 08:25
SE NE È ANDATO ALLA BELLA ETÀ DI 93 ANNI PHILIPPE LEROY, ATTORE CON UNA CARRIERA DI 190 FILM E CON UN PASSATO AVVENTUROSO: PARACADUTISTA, LEGIONARIO, CONTRABBANDIERE E UNA SERIE DI MEDAGLIE IMPORTANTI - BELLO, ALTO, ELEGANTE, PER NOI ERA UNA SORTA DI FRANCESE ITALIANIZZATO, MA PER IL GRANDE PUBBLICO DELLA TV È STATO IL MIGLIORE DEGLI YANEZ A FIANCO DI KABIR BEDI NELLA LUNGA SAGA DEDICATA A SANDOKAN… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Con una carriera di 190 film, da “Il buco” di Jacques Becker nel 1960 a “Hotel Gagarin” di Simone Spada nel 2018, con ruoli che lo hanno reso popolarissimo, da Albert il Professore in “7 uomini d’oro” a Leonardo Da Vinci nella serie televisiva “La vita di Leonardo Da Vinci”, con un passato oltremodo avventuroso, paracadutista, legionario, contrabbandiere, combatte coi francesi in Vietnam a Bien Dien Phu, poi in Algeria, una serie di medaglie importanti, Légion d'honneur, La Croce al Valor Militare, Croix de guerre des théâtres d'opérations extérieures.
Philippe Leroy, che se ne è andato ieri alla bella età di 93 anni, ha affrontato la vita e i ruoli che ha interpretato al cinema con la stessa spavalderia. Ha recitato con qualsiasi regista da Fernando Di Leo in “Milano calibro 9” a Jean-Luc Godard in “Una donna sposata”, da Riccardo Freda in “Solo contro Roma” a Luc Besson in “Nikita”, attraversando in lungo e in largo sia il cinema italiano, dove è sempre vissuto dopo il 1961, a quello francese, dove ogni tanto tornava.
Per noi era una sorta di francese italianizzato, un duro da polar o da avventuroso, ma per il grande pubblico della tv è stato il migliore degli Yanez salgariani possibili a fianco di Kabir Bedi nella lunga saga dedicata a Sandokan.
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Poco adatto al peplum, e al western, anche se era stato il protagonista di “Yankee” di Tinto Brass, esperimento piuttosto bizzarro, è stato incredibilmente duttile sia nella commedia, lavorando con tutti, da Vittorio Caprioli in “Leoni al sole” a Giorgio Capitani in “Non fate la guerra fate l’amore” a Pasquale Festa Campanile in “le voci bianche”, sia nel cinema d’autore anni ’60, penso a “Senilità” di Mauro Bolognini a “Interno berlinese”, “Al di là del bene e del male” e “Il portiere di notte” di Liliana Cavani, alternando una certa ironia, come nella saga di “7 uomini d’oro” di Marco Vicario, a una recitazione più da duro, diventando negli anni ’60 un attore che faceva cassetta, pagato 40 milioni di lire a film (contro i 50 di Totò e i 30 di Salerno).
Bello, alto, elegante, all’occorrenza avventuriero, avrebbe potuto interpretare qualsiasi ruolo nel cinema italiano degli anni 60 e 70. Nato a Parigi nel 1930, considerato la pecora nera della famiglia, una famiglia importante, nonno capo della Scuola di Scienze Politiche di Parigi, padre deputato, madre economista, zio ambasciatore, a 16 anni scappa di casa e va in America senza una lira attraversandola tutta e finendo anche in prigione. Torna e fa un po’ di tutto prima di partire soldato per la guerra di Indocina, dove combatte a Bien Dien Phu, e poi in Algeria.
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 Ma lo troviamo, almeno così si legge sui giornali del tempo, in Tailandia, a Tahiti. Inizia a lavorare nel cinema un po’ per caso all’inizio del 1960 con un ruolo, quello di Manu Borrelli, in “Il buco” di Jacques Becker, dove troviamo anche una giovanissima Catherine Spaak, che ritroverà poi in Italia.  Venne anche nominato ai premi BAFTA, gli Oscar europei. Ma dal set di “La verité” con Brigitte Bardot viene cacciato dal regista, il grande Henri Georges Clozout ufficialmente per motivi artistici, ma secondo i pettegolezzi del tempo perché il fidanzato di B.B., gelosissimo, aveva fatto incredibile scenate dopo aver scoperto che c’era qualcosa tra lui e la Bardot.
 Fa altri film in Francia, come “piena luce sull’assassino” di Georges Franju con Pierre Brasseur, ma ben presto lo troviamo fisso in Italia, dove ha il ruolo di O Zelluso (lo zozzone) in “Briganti italiani” di Mario Camerini con Vittorio Gassman, Ernest Borgnine, Bernard Blier, in “Caccia all’uomo” di Riccardo Freda e in “Leoni al sole” di Vittorio Caprioli che lo lancia come uno dei flaneur della costa amalfitana, Mimì. Sui giornali americani si legge che il motivo dello spostamento dalla Francia all’Italia sia dovuto non a interessi artistici, ma al fatto che una soffiata degli amici gli ha fatto capire che a Parigi è sotto tiro da parte delle forze algerine dell’Oas, che non hanno molto gradito quello che ha fatto in Algeria.
Anche se il cinema italiano lo accoglierà a braccia aperte, in piena politica di coproduzioni, girerà “Senilità” di Bolognini con Claudia Cardinale a Trieste, “L’attico” di Gianni Puccini, “Il terrorista” di Gianfranco De Bosio, l’horror “Il castello dei morti vivi” di Warren Kiefer con Christopher Lee e un giovane Donald Sutherland, all’occorrenza si sposterà in Francia. Lo troviamo infatti nel polar “Grisbi da un miliardo” di Charles Gerard, “Una donna sposata” di Godard con Macha Meril, che gli darà una bella spinta internazionale e verrà presnetato al Festival di Venezia nel 1964.
Marco Vicario, che lo ha avuto già protagonista di “Le ore nude”, lo sceglie come protagonista assieme a Rossana Podestà di “7 uomini d’oro” e “Il grande colpo dei 7 uomini d’oro”, risposta italiana ai film di grandi colpi. Sono i suoi film di maggior successo popolare negli anni ’60 assieme alle commedie in costume, come “Una vergine per il principe” di Pasquale Festa Campanile e “La mandragola” di Alberto Lattuada.
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Seguita a alternare ruoli più seriosi, “Lo scandalo” di Anna Gobbi in coppia con Anouk Aimée, “L’occhio selvaggio” di Paolo Cavara dove interpreta un film-maker alla Gualtiero Jacopetti, a più tranquille commedie, “Che notte ragazzi!” con Marisa Mell o “La matriarca” di Pasquale Festa Campanile, dove incontra nuovamente Catherine Spaak. Fa di tutto, dal film politico, “Cuore di mamma” di Salvatore Samperi, al fantascientifico erotico di “Ecce Homo” di Bruno Gaburro dove recita con Irene Papas, all’erotico surreale di “Femina Ridens” di Piero Schivazappa con Dagmar Lassander, a “Come quando perché”, ultimo film di Antonio Pietrangeli.
Divide con Gabriele Ferzetti i ruoli da maschio adulto alto-borghese, anche per la figura fisica. Gira moltissimi film anche negli anni ’70, “Roma bene” di Carlo Lizzani, dove fa appunto il ricco marito di Virna Lisi, il buffo “Ettore lo fusto” di Enzo G. Castellari dove è Ettore, “Il soldato di ventura” di Pasquale Festa Campanile con Bud Spencer e “La vita di Leonardo Da Vinci” di Renato Castellani. Seguita a richiamarlo il cinema francese. Lo troviamo così in “Coraggio scappiamo” di Yves Robert con Jean Rochefort e Catherine Deneuve, “Un uomo una donna oggi” di Claude Lelouch, “Il ritorno di Casanova” con Alain Delon e France Luchini.
Negli ultimi vent’anni ha girato di tutto, un po’ casualmente, da “Don Gnocchi” a “L’ispettore Coliandro”, da “Elisa di Rivombrosa” a “Piazza delle cinque lune”, da “Il sangue die vinti” a “I Cesaroni”. Ripensando ai suoi film mi disse in una puntata di Stracult che non si ricordava quasi niente. Erano davvero troppi. Ma fino a 80 anni ha continuato a fare paracadutismo senza paura. Facendosi anche male.
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incamminoblog · 4 months
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Marco Ruggiero"Liberi di amare"
X Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)  (09/06/2024) Liturgia: Gn 3, 9-15; Sl 129; 2Cor 4, 13-5, 1; Mc 3, 20-35 Dove non c’è amore, metti amore, e troverai amore. Giovanni della Croce In questo episodio si distinguono delle coordinate spazio-temporali un po’ sballate: sebbene Gesù «entrò» nella casa, si legge che, per prenderlo, i suoi «uscirono», perché consideravano il Signore «fuori di…
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storiearcheostorie · 6 months
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Terni / I Carabinieri del Nucleo TPC di Napoli restituiscono alla comunità di Giove un raro volume del Cinquecento
Terni, i Carabinieri del Nucleo TPC di Napoli restituiscono alla comunità di Giove un raro volume del Cinquecento
Redazione È stato restituito stamani presso la Sala Consiliare del Comune di Giove (Terni) un raro libro del ‘500, trafugato anni addietro dal fondo antico della locale Biblioteca civica. La consegna è avvenuta da parte del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Napoli, guidato dal Cap. Massimiliano Croce, nelle mani del primo cittadino, Marco Morresi, alla presenza del…
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mypickleoperapeanut · 7 months
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"A Venezia l'Arte della Fotografia del Collettivo Veneziano"
di Francesca Tofanari
Otto mondi diversi, otto modi di interpretare la realtà, il quotidiano, l’immaginazione, per raccontare piccole storie attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica.
A fare da cornice, Venezia, che accoglie i protagonisti della mostra “Collettivo Veneziano” nel bello spazio espositivo Kunst Depot/Parrucche ai Biri/ Art Depot Venezia fino al 28 marzo 2024. “Water and Oar” è il progetto di Ann Hutchinson da Hull (Regno Unito) che esprime il suo amore per la città lagunare attraverso i gondolieri e gli artigiani, mentre Albert Sieber è arrivato da Monaco di Baviera con la spontaneità della fotografia di strada del suo “Impromptu-out of the moment”, con l’uso del contrasto tra luci forti e ombre molto scure.
Da Milano, Marco Parenti con “The Lightness of being” esprime la leggerezza e i contenuti ironici della realtà che lo circonda; Chris Kraniotis da Salonicco con “Other Words” usa doppie esposizioni analogiche, per ricercare ciò che unisce l’infanzia all’oggi; i “Particolari che diamo scontati” di Davide Brunello da Vicenza sono una sorta di diario personale, molto intimo, che si sofferma su particolari che distolgono lo sguardo dal banale, con l’uso di un Samsung J5.
Leonardo Mincolelli da Firenze, il più giovane dei fotografi in mostra, ha scelto di ritrarre tre diversi modi di vivere la solitudine: quella di un lavoratore nella sua vita anonima e insoddisfacente, quella di un pensionato che si gode un caldo e tranquillo pomeriggio, quella di un sognatore errante, perso nei suoi pensieri tra luci e ombre.
Sullo sfondo, una Venezia che non si mostra, ma si percepisce, nel suo progetto “Some lonesome”. Kevin Kinner da New York porta il suo “Rhytm of the Street”, per far vivere allo spettatore il ritmo della strada, usando diversi stili, il bianco e nero, i forti contrasti; Alberto Ottomaniello da Udine coglie “Sguardi” nelle persone, nei disegni, negli oggetti, in un equilibrio tra grafica e composizione.
Alla sua prima edizione “Collettivo Veneziano” nasce da un’idea di Fabio Cavessago, che con la sua Associazione Lab77 organizza ogni anno importanti festival fotografici, a Treviso, Belluno, Lago di Santa Croce, oltre al Venice Photo Lab nel mese di ottobre, che quest’anno si svolgerà in tre spazi espositivi, tra cui uno presso la Fondazione Bevilacqua per i giovani fotografi under 30.
«Il Collettivo Veneziano è un’esposizione fotografica di artisti da tutto il mondo che portano progetti differenti – dice Cavessago - è un modo per trovarsi, per creare una sorta di comunità nel mondo della fotografia, ma anche di creare connessioni con le persone che vengono a visitarci. All’inaugurazione sono venuti tutti gli artisti, cosa che raramente succede».
Infatti al Vernissage di sabato 3 marzo, tra un cicchetto, un brindisi e la musica della bravissima Elena “Ellie”, gli otto fotografi hanno raccontato ognuno la propria esperienza in un’atmosfera di gioia, di unione, di scambio, di stima reciproca e di gratitudine.
«Sono otto persone che lavorano in maniera diversa, che hanno livelli differenti anche di maturità, che qui hanno la possibilità di confrontarsi con gli altri e di crescere - continua Cavessago - Cerchiamo sempre di dare spazio anche agli artisti emergenti, e alcuni li abbiamo visti negli anni vincere importanti premi».
«La fotografia è un mezzo di libertà - conclude Cavessago - che dà la possibilità di vedere, fare, viaggiare, ma aiuta molto a crescere anche a livello personale, diventa quasi una medicina, aiuta a togliere le paure, a superarle.
È un po’ amare la vita. La fotografia non è appendere una foto, tu vai a vedere un mondo».
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30, escluso il martedì e il mercoledì, l’ingresso è gratuito.
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agrpress-blog · 8 months
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È stato presentato venerdì 16 febbraio 2024 presso la Libreria Nuova Europa I Granai - via Mario Rigamonti 100, in zona viale Tintoretto - il libro di Valentina Notarberardino Operazione bestseller. Dietro le quinte del successo editoriale (Ponte alle Grazie). L’autrice ha dialogato con Sabina Minardi (giornalista e responsabile delle pagine culturali de «L’Espresso») e Barbara Pieralice. Testimonianze inedite di Alessandra Casella, Alessandro Della Casa, Antonio Franchini, Antonio Pascale, Barbara e Francesca Pieralice, Bruno Luverà, Caterina Marietti, Enrico Carraro, Enza Campino, Filippo Guglielmone, Gaia Manzini, Gian Marco Griffi, Gianluigi Simonetti, Giorgio Zanchini, Giuseppe Laterza, GFK, Mario Desiati, Matteo B. Bianchi, Michele Foschini, Monica Manzotti, Nicola Lagioia, Paolo Di Stefano, Romano Montroni, Simonetta Pillon, Stefano Petrocchi. «Quello che propongo è un viaggio nel mondo nascosto dell’editoria, attraverso la vita materiale dei libri e quella immateriale, che talvolta porta anche all’anonimato alle stelle. Importanti compagni di viaggio, alcuni (tanti) protagonisti d’eccezione del mondo editoriale con le loro testimonianze esclusive: scrittori, editori, direttori commerciali, editor, librai, giornalisti culturali e critici letterari, organizzatori di festival, direttore dei principali premi, conduttori televisivi, radiofonici e di podcast, e gli addetti al rilevamento delle vendite e alla compilazione delle classifiche» (Valentina Notarberardino) «Per chi fa il nostro lavoro, una vera goduria. Per gli appassionati un divertissement scritto bene, spiritoso e ricco di sorprese. Un libro pieno di risvolti. E non è una battuta. Né una fascetta» (Giuseppe Civati) «Con Notarberardino, a furia di leggere tutti i segreti dei libri, si finirà per leggerli con occhi diversi» (Giuseppe Matarazzo, «Avvenire») Un viaggio curioso, chiarificatore ed entusiasmante dietro le quinte dell'editoria italiana: la maggior industria culturale del Paese. Tutti i segreti e i misteri della vita dei libri finalmente svelati agli amanti della lettura. Cenni sparsi di anatomia editoriale: editori, scrittori, tirature e costi. Le classifiche cosa sono? Chi le fa? La sottile linea rossa: dalla tipografia al comodino. La libreria: tra romanticismo e vendite. Lo scrittore va in tournée: presentazioni, fiere e festival. I premi letterari: croce e delizia degli scrittori. I giornali e la critica: le recensioni giovano alle vendite?I social network: influencer, scrittori, editori. Lo schermo: passaggi televisivi, film e serie.La voce: trasmissioni radio e podcast sui libri. Altri elementi del successo: editor, traduttori, ghost writer. Perché certi libri hanno successo e altri no? Perché di alcuni si capisce presto che finiranno tra i «libri dell’anno» mentre altri passano in sordina? Come arrivano gli amati tomi in libreria? Come si partecipa ai premi letterari? Chi vota? E soprattutto, perché vince chi vince? E chi perde, come la prende? Si può vivere di sola scrittura? Perché ogni anno in Italia vengono pubblicati così tanti titoli? Come funzionano i festival letterari e le fiere del libro? Che cosa riesce a fare un bravo libraio per il successo di un libro? Che impatto hanno i social? I podcast? Le trasmissioni radio e tv? Come funzionano le classifiche? Come si rilevano le vendite, e chi lo fa? Insomma: che cosa fa vendere i libri? Agli appassionati/appassionate della lettura Operazione bestseller racconta tutto questo: la vita materiale del libro dalla tipografia al comodino, e la vita immateriale, dall’anonimato alle stelle. E lo fa avvalendosi del contributo di alcuni protagonisti del mondo editoriale e delle loro testimonianze esclusive. Ne risulta un viaggio curioso, chiarificatore ed entusiasmante dietro le quinte dell’editoria italiana: la maggior industria culturale del Paese. Valentina Notarberardino è nata a Fondi (LT) e vive a Roma, dove lavora nel settore editoriale da oltre quindici anni, molti fra i quali come responsabile dell’Ufficio Stampa e della Comunicazione di Contrasto.
Ha collaborato come coordinatrice didattica con il Master in Editoria, Giornalismo e Management culturale dell’Università di Roma Sapienza, dove tiene un corso dedicato al Paratesto ed alla Comunicazione dei libri. Ha uno spazio di approfondimento su RaiUno, dedicato alle copertine dei libri. È co-curatrice del volume Libero de Libero. Le poesie (Bulzoni, 2011), e autrice di Fuori di testo. Titoli, copertine, fascette e altre diavolerie (Ponte alle Grazie, 2020). Operazione bestseller. Dietro le quinte del successo editoriale di Valentina Notarberardino, pubblicato da Ponte alle Grazie (Milano) nella collana “Saggi” - testimonianze inedite di Alessandra Casella, Alessandro Della Casa, Antonio Franchini, Antonio Pascale, Barbara e Francesca Pieralice, Bruno Luverà, Caterina Marietti, Enrico Carraro, Enza Campino, Filippo Guglielmone, Gaia Manzini, Gian Marco Griffi, Gianluigi Simonetti, Giorgio Zanchini, Giuseppe Laterza, GFK, Mario Desiati, Matteo B. Bianchi, Michele Foschini, Monica Manzotti, Nicola Lagioia, Paolo Di Stefano, Romano Montroni, Simonetta Pillon, Stefano Petrocchi; copertina: Maurizio Ceccato; pp. 352 -, disponibile in libreria e online dal 2 febbraio scorso, è stato presentato presso la Libreria Nuova Europa I Granai venerdì 16 febbraio 2024.
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Oggi è Lunedì 5 Febbraio 2024.
Marco è uscito da poco ed io sono già vestita, oggi jeans e maglione.
Sto bevendo acqua calda e limone, oggi inizio di nuovo la keto.
Sì perché a differenza delle altre volte, sento proprio che il mio corpo è al limite della sopportazione, ciò con cui lo alimento lo avvelena e pertanto io felice di essere di nuovo in keto.
Anzi fammi stampare la dieta.
Pensandoci non c'è niente e nessuno che possa influire o influenzare le mie scelte, anzi sono davvero contenta di essere arrivata a questa consapevolezza.
Per quanto riguarda Marco, ieri/oggi mi è sembrato più dolce del solito e poi sono stata troppo contenta che abbiamo dipinto.
Penso sia una skill bloccata la sua, quindi sono anche felice di aver toccato un tasto probabilmente mai toccato.
E poi mi ha parlato un sacco di cose sue, cioè ma in generale cose sue, credo sia positivo l'ho visto un po' come un modo di farsi conoscere.
L'unica cosa è che purtroppo un po' mia croce e delizia che sono empatica, quindi è più forte di me lo avverto se qualcosa non va ed è palese che qualcosa non vada.
(Scoparci è sempre bello tbh.)
Oggi è uscito alle 9 appunto, qualcosa non va. Sono sincera non ho ben capito cosa, ovvero sì la frasetta l'ho compresa, ma il meccanismo proprio no. Quindi niente ovviamente mi sono messa a disposizione qualora volesse parlarne. Anche i giorni passati alla fine a quanto pare altro non erano che uno strascico di questa situazione di cui di fatto non mi parla.
Cioè a parte capire bene il meccanismo del problema no, proprio non mi parla di come si sente lui in merito al problema. Cioè fondamentalmente, non c'è alcun tipo di supporto né pratico né emotivo che io possa dargli.
Questa cosa che si fa andar bene tutto mi devasta.
Ieri a pranzo è stato un po' difficile lo ammetto.
Non ricordo che con Gabriele fosse così difficile, anzi. Devo dire che quando andavamo fuori era sempre bello, seppur purtroppo scontato. Fatto sta che problemi di comunicazione non ce ne stavano.
E su questo uomini più grandi di te battono 1-0 per uomini della mia stessa età, che nel frattempo è arrivata a 28 anni.
Io sono molto positiva di mio, ma vorrei invitarmi un attimo a vedere la bigger picture.
Domani è un mese che ci frequentiamo e devo davvero ammettere che sto bene. Mi fa sentire che gli piaccio e che comunque c'è un reale interesse. Quando vuole sa essere dolce tanto e poi abbiamo fatto già un sacco di cose stra carine insieme.
Ha comunque questo limite emotivo ed essendo la mia un tipo di comunicazione prettamente basata sulle sensazioni, diventa a dir poco challenging fare dei discorsi. Tutto rimane molto leggero a livello di argomenti e ti devo dire che sono proprio in difficoltà.
Pensandoci anche le mie amicizie sono come me, tutte basate sul come ci si sente, su che sviluppi portiamo avanti con l'obiettivo di essere felici, di crescere banalmente.
Nota a mio sfavore sicuramente ogni tanto amplifico le cose rendendole più profonde di ciò che non siano realmente.
Alla fine possiamo parlarci chiaro per favore? Lui vuole leggerezza, è uscito da 12 e direi anche 13 anni di relazione cioè sei distrutto e per carità io non mi aspetto l'anello al dito o altro, ma sicuramente noto in lui un grandissimo livello di superficialità e 0 voglia di pensare x2.
Ciò che fa lo fa per se stesso, per il suo benessere ed è così per tutti gli esseri umani, con la differenza che quando sei in due il tuo benessere passa anche per il benessere dell'altro.
Sto dando più di ciò che ricevo? Non lo so davvero.
Quello che so è che però, non sono tranquilla. Lui è tranquillo sicuramente, ma io no.
Ci stiamo conoscendo quello è vero per carità, non posso pensare che dopo a malapena un mese mi dica ah no vieni a conoscere X e Y miei amici da una vita dove Y è la migliore amica della mia unica e storica ex, oppure ah sì si sposano ora chiedo di farti venire al matrimonio oppure non so, usciamo con A B e C miei amici di sempre così te li presento. Sì ma presento in che veste poi?
Mi rendo purtroppo conto che se alcune cose io le farei, non è per forza detto che gli altri le farebbero e mi scoccia dover dare adito al principio del non doversi aspettare nulla in cambio e del non siamo tutti uguali.
Mi dispiace proprio tanto.
Poi è vero, le cose si costruiscono con calma e per carità è giusto, però sarebbe bello essere rassicurati.
Ad esempio basiamoci sul principio che mi ha detto che non dice nulla che lui non sente di dire, non fa nulla che non si sente di fare. Questo è un bene perché è sempre vero e sincero, ma quando non ti dice mai che sei bella, che sei vestita bene, che stai bene, che gli piace qualsiasi cosa random non so di te. Come devo interpretarlo? Penso che non mi abbia neanche invitata a cena fuori.
Poi vabbe non dipingiamolo come un escremento perché non lo è, dico solo che mancano delle attenzioni appunto tipiche di chi pensa x2.
Non è cattivo, è solo sfiduciato, appesantito. E giammai lungi da me dover appesantirlo maggiormente. Già a pranzo gli giravano i coglioni che ho rimarcato come fosse sparito, per Dio ma comunica no? Parla chiaro, dimmi guarda io non sono sparito, avevo i cazzi miei e ti ho risposto così però è tutto ok.
Sta cercando di guarire ed io lo capisco e so che dovrei viverla con più serenità, centrata su di me, libera di esprimermi. Cerco troppo di compiacerlo sicuramente (mio difetto quando qualcuno mi interessa), dovrei essere un po' più io e dare meno importanza alla figura che proietto su di lui.
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lamilanomagazine · 4 months
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Roma, Villa Pamphilj. Più di 3 mila studenti all'evento della Polizia di Stato, posto a conclusione della campagna "Una vita da social"
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Roma, Villa Pamphilj. Più di 3 mila studenti all'evento della Polizia di Stato, posto a conclusione della campagna "Una vita da social" L'evento è la tappa conclusiva di "Una vita da social", la campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale per sensibilizzare i giovani sui rischi e i pericoli della rete. Ma non c'era solo il truck della Polizia Postale; nella villa più grande della capitale erano presenti gli operatori ed i mezzi di tutte le specialità della Polizia di Stato: la Stradale, la Scientifica, la Ferroviaria, gli artificieri, i cinofili, le Fiamme Oro, il Reparto Mobile, il Reparto Volo, la Fluviale, il Camper della campagna "Questo non è amore" con tutta la sua equipe specializzata, l'Ufficio Sanitario ed una folta rappresentanza dei poliziotti della Questura di Roma che, anche quest'anno, hanno portato avanti il progetto "Scuole sicure" incontrando nelle scuole della capitale migliaia di alunni, professori e genitori, per sensibilizzarli sui temi del rispetto delle regole, del rispetto dell'altro e della legalità in tutte le sue sfaccettature. Auto storiche e Lamborghini hanno come sempre attirato l'attenzione di tutti. Prezioso il contributo dell'Associazione Nazionale della Polizia di Stato e della Protezione Civile. Nella prima parte della mattinata i ragazzi si sono goduti le esibizioni dei vari reparti e, mentre erano attenti alle esercitazioni dei cinofili e degli artificieri, hanno alzato lo sguardo in sù per salutare l'elicottero della Polizia di Stato che ha sorvolato per pochi istanti i cieli sovrastanti la villa. Poi dal palco è arrivato il saluto delle istituzioni, il Prefetto Renato Cortese- Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato, il Vicario del Questore di Roma, Francesco Greco, consigliere alla legalità del sindaco di Roma, e tutti gli altri rappresentanti delle specialità della Polizia di Stato e delle altre Forze dell'Ordine. Ma sul palco sono saliti anche alcuni attori che hanno voluto essere presenti all'iniziativa: Massimo Vanni, Lorenzo Flaherty, Marco Marzocca, Dino Abbrescia e i sosia della mitica coppia Ispettore Nico Giraldi e Bombolo; inoltre è intervenuta anche la campionessa delle Fiamme Oro Viviana Bottaro, medaglia di bronzo alle Olimpiadi Tokyo 2020 nella specialità Kata. Immancabile il momento musicale, prima di chiudere l'evento ed augurare ai ragazzi buone vacanze, la Fanfara della Polizia di Stato si è esibita con alcuni grandi successi dell'ultimo festival di San Remo, alternati ai classici senza tempo come Stelle e Strisce e alla popolare Roma nu fa la stupida stasera. A chiudere, accompagnato dal canto di grandi e piccini, l'Inno Nazionale. È stato proprio grazie alla sinergia e alla collaborazione fra istituzioni che è stato possibile far arrivare i 3 mila studenti a bordo di pullman dedicati, messi a disposizione non solo dalla Polizia di Stato, ma anche dall'Esercito, Guardia di Finanza, dalla Croce Rossa, dal Cotral, dalla Polizia Locale Roma Capitale, dall'Anas e dalla Polizia Penitenziaria.    ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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