#Magistrato italiano
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Paolo Borsellino: Vita e Segreti del Magistrato Anti-Mafia
Paolo Borsellino nasce a Palermo il 19 gennaio 1940. Cresce nel quartiere popolare della Kalsa. Dopo il liceo classico “Giovanni Meli” di Palermo, si laurea in Giurisprudenza nel 1962 con il massimo dei voti. Nel 1963 entra nella magistratura italiana, diventando il più giovane magistrato del paese. Lavora come pretore a Mazara del Vallo e Monreale. Poi diventa giudice istruttore al Tribunale di…
#Antimafia#Carriera Giudiziaria#Giudice#Lotta alla mafia#Mafia italiana#Magistrato italiano#Paolo Borsellino#Strage di Via D&039;Amelio#Tribunale di Palermo
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E niente, se sei un magistrato o un giudice che applica le leggi ma non come vorrebbe il governo fascista italiano, allora sei una toga rossa komunista...
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Un ostacolo (alla riforma della magistratura) non è l’opposizione. In Parlamento la maggioranza ha numeri ampi e anche nell’opposizione diversi non vedono l’ora che la riforma si faccia, solo i 5 Stelle ed il Pd (non tutto) si opporranno. (...) La vera opposizione politica sarà quella delle correnti interne alla magistratura (...), sempre in lotta. Ultimi caso quella della Procura di Milano che dopo diversi decenni, ed una lotta arrivata al Consiglio di Stato, vede per la prima volta a dirigerla un magistrato non esponente di Magistratura democratica. Il che è già di per sé una notizia (...). (P)er quella nomina si sono confrontate senza limiti le diverse correnti che hanno agito come se la vicenda Palamara non fosse mai accaduta.
Cosa faranno quei magistrati impegnati politicamente nelle correnti? Per loro la strada è impervia. Opporsi ad una legge dello Stato (...) rischia di essere quasi eversivo, scioperi e manifestazioni rischiano di trasformarsi in un boomerang. Anche perché manca il nemico. Non c’è più il Caimano Berlusconi, che a loro dire voleva l’impunità (...). Qualcuno fa intendere che possa essere (evocato) il rischio della destra fascista. Ma servirebbe? Detto con chiarezza, non pare: la riforma così come proposta lascia ai magistrati il loro autogoverno, (...) nulla cambia per l’esercizio delle loro funzioni, semplicemente si combattono le correnti.
Ma il tema sarà usato e urlato, sperando che serva alla causa dei partiti di opposizione che li appoggiano. (Comunque) se la maggioranza non verrà travolta da altre vicende (...) ed il Quirinale non si metterà di traverso, nonostante qualche (...) agitazione, la riforma passerà. E sarà di sicuro, se riesce, l’atto politicamente più rilevante del Governo.
Un omaggio postumo alle battaglie del fondatore del centrodestra italiano, Silvio Berlusconi, e la fine di una certa sinistra che sta perdendo la sua egemonia anche tra le toghe. Il futuro potrebbe essere alle porte. Anche per i magistrati.
Paolo Torricella infonde un po' di sano ottimismo, ogni tanto serve, via https://www.ilsussidiario.net/news/spy-giustizia-divisione-delle-carriere-per-farla-serve-un-patto-governo-mattarella/2700007/?utm_source=newsshowcase&utm_medium=gnews&utm_campaign=CDAqEAgAKgcICjDMoYALMP2hjAMwz6qmAg&utm_content=rundown
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Proverbi latini
Proverbi latini con traduzione Proverbi latini, citazioni latine, frasi celebri latine, con traduzione in italiano, con una grande riflessione sulla lingua latina di Giovannino Guareschi. Il latino è una lingua precisa, essenziale. Verrà abbandonata non perché inadeguata alle nuove esigenze del progresso, ma perché gli uomini nuovi non saranno più adeguati ad essa. Quando inizierà l’era dei demagoghi, dei ciarlatani, una lingua come quella latina non potrà più servire e qualsiasi cafone potrà impunemente tenere un discorso pubblico e parlare in modo tale da non essere cacciato a calci giù dalla tribuna. E il segreto consisterà nel fatto che egli, sfruttando un frasario approssimativo, elusivo e di gradevole effetto 'sonoro' potrà parlare per un’ora senza dire niente. Cosa impossibile col latino. Giovannino Guareschi Ab equinis pedibus procul recede (Indietreggia lontano dagli zoccoli equini) Ab uno disce omnis (Da uno capisci come sono tutti) - Virgilio Accidere ex una scintilla incendia passim (A volte da una sola scintilla scoppia un incendio) - Lucrezio Acta est fabula (Lo spettacolo è finito) - Augusto Ad maiora (A successi più grandi) Aliena vitia in oculis habemus, a tergo nostra sunt (Abbiamo davanti agli occhi i vizi degli altri, mentre i nostri ci stanno dietro) - Seneca Alterius non sit qui suus esse potest (Non appartenga a un altro chi può appartenere a se stesso) - Cicerone Apertis verbis (A chiare lettere) Audaces fortuna iuvat (La fortuna aiuta gli audaci) Bene vixit qui bene latuit (Ha vissuto bene chi ha saputo stare ben nascosto) Caput imperare, non pedes (A comandare è la testa, non i piedi) Carpe diem (Vivi alla giornata) Castigat ridendo mores (Scherzando sferza i costumi) - Jean de Santeuil Cave tibi cane muto, aqua silente. (Fare attenzione al cane che non abbaia e all'acqua quieta) Cibi condimentum esse famem (La fame è il condimento del cibo) - Cicerone Corruptio optimi pessima (Ciò che era ottimo, una volta corrotto, è pessimo) - Gregorio Magno Credo ut intelligam, non intelligo ut credam (Credo per comprendere, non comprendo per credere) - Sant'Anselmo De gustibus non est disputandum (Sui gusti non si discute) De iure (Di diritto) De minimis non curat praetor (Il pretore non si cura di cose di poca importanza) Deligere oportet quem velis diligere (Bisogna scegliere chi si vuole amare) - Cicerone Dictum factum (Detto fatto) - Ennio Do ut des (Do perché tu mi dia) - Magistrato Paolo Doctum doces (Insegni a uno che già sa) - Plauto Dubbium sapientiae initium. (II dubbio è l’ inizio della sapienza.) Cartesio Dura lex sed lex (E' una legge dura, ma è la legge) - Digesto Edamus, bibamus, gaudeamus (Mangiamo, beviamo, godiamo) Equus fulvus prius enectus quam fatigatus (Il cavallo fulvo è già spossato prima di essere domato.) Erga omnes (Nei confronti di tutti) Errare humanum est, perseverare autem diabolicum (Errare è umano, perseverare è diabolico) Errat interdum quadrupes, cum titubat quadrupes, labitur ergo bipes (È sbagliato interdire i quadrupedi, chi si crede quadrupede, l'abito non fa il bipede) Esse cupit mannus, sed ephippia ferre recusat (Il puledro è ben disposto a mangiare, ma rifiuta di portare la sella.) Etiam capillus unus habet umbram suam (Anche un solo capello fa la sua ombra) - Publilio Sirio Ex abrupto (Improvvisamente) Ex abundantia enim cordis os loquitur (La bocca parla per l'abbondanza del cuore) - Vangelo secondo Matteo Ex aequo (Alla pari) Excusatio non petita, accusatio manifesta (Scusa non richiesta, accusa manifesta) Exhaustum polidrum, malo quam vile capistrum (Di due mali è meglio scegliere il minore.) Quam camus cassus, equus est melior mala passus. (Di due mali è meglio scegliere il minore.) Expertus metuit (Colui che ha esperienza teme) - Orazio Facta non verba (Fatti, non parole) Fallacia alia aliam trudit (Un inganno tira l'altro) - Terenzio Fama crescit eundo (La fama, andando, diventa più grande) - Virgilio Frangar, non flectar (Mi spezzerò, ma non mi piegherò) - Seneca Gutta cavat lapidem (La goccia fa il buco nella pietra Hic manebimus optime (Qui molto bene resteremo) - Livio Homo faber fortunae suae (L'uomo è l'artefice delle sue fortune) Homo homini lupus (L'uomo è un lupo per l'altro uomo) - Plauto Homo mundus minor (L'uomo è un mondo in miniatura) - Boezio Homo proponit sed Deus disponit (L'uomo propone ma Dio dispone) - Tommaso di Kempis Homo sine pecunia est imago mortis (L'uomo senza denari è l'immagine della morte)
Proverbi, citazioni e frasi latine In dubio pro reo (Nel dubbio a favore dell'imputato) In dubis abstine (Nelle situazioni ambigue astieniti) Ignoscito saepe alteri, numquam tibi. (Perdona spesso agli altri, ma mai a te stesso) Publilio Siro, Motto contenuto nelle Sentenze In saecula saeculorum (Nei secoli dei secoli) In vino veritas (Sotto l'effetto del vino, viene fuori la verità) Ipse dixit (L'ha detto lui!) - Pitagora Lupus in fabula (Il lupo nel discorso) Luquendum ut vulgus, sentiendum ut sapientes (Parlare come il volgo, pensare come i sapienti) Quot hostis, tot servi. (Tanti servi, tanti nemici.) Festo Manus manum lavat (Una mano lava l'altra) - Seneca Melius abundare quam deficere (Meglio abbondare che scarseggiare) Memento audere semper (Ricordati di osare sempre) - Gabriele D'Annunzio Memento mori (Ricordati che si muore) Mens sana in corpore sano (Mente sana in corpo sano) Mihi pinnas inciderant (Mi avevano tarpato le ali) - Cicerone Nitimur in vetitum semper cupimusque negatum. (Propendiamo sempre per ciò che è vietato e desideriamo ciò che ci è negato.) Ovidio Os stulti contritio eius. (La bocca dello stolto è il suo castigo.) Mors et fugacem persequitur virum (La morte raggiunge anche l'uomo che fugge) - Orazio Mors omnia solvit (La morte scioglie tutto) - Giustiniano Mors tua vita mea (Morte tua vita mia) Mortui non mordent (I morti non mordono) Multa paucis (Molte cose in poche parole) Mutatis mutandis (Cambiato ciò che bisogna cambiare) Nascimur uno modo, multis morimur (Nasciamo in un solo modo, ma moriamo in molti) - Cestio Pio Necesse est multos timeat quem multi timent (Deve temere molti chi molti temono) - Laberio Necesse habent cum insanientibus furere (Tra i pazzi devon necessariamente impazzire) - Petronio Memento audere semper. (Ricordati di osare sempre). Coniata da D’Annunzio durante la Beffa di Buccari. E’ scritta anche sul Vittoriale. Nalum vas non frangitur. (Un brutto vaso non si rompe) Nemo potest duobus dominis servire (Nessuno può servire due padroni) - Vangelo secondo Matteo Nemo propheta in patria (Nessuno è profeta in patria) - Vangelo Nihil inimicus quam sibi ipse (Niente vi è di più nemico di sestessi) - Cicerone Nihil morte certium (Niente è più certo delle morte) Nil est dictu facilius (Niente è più facile che parlare) - Terenzio Nomen omen (Il nome è un presagio) Nomina sunt consequentia rerum (I nomi sono corrispondenti alle cose) - Giustiniano Non causa pro causa (una non-causa spacciata per causa) Non plus ultra (Non più in la) Numquam periclum sine periclo vincitur (Il pericolo non lo si vince mai senza pericolo) Nunc est bibendum (Ora bisogna bere) - Orazio Oculum pro oculo, et dentem pro dente (Occhio per occhio, dente per dente) Oculus domini saginat equum (L'occhio del padrone ingrassa il cavallo) Odi profanum vulgus et arceo (Odio la massa ignorante e la tengo lontana) - Orazio Omnia fert aetas (Il tempo porta via tutte le cose) - Virgilio Omnia munda mundis (Tutto è puro per i puri) - San Paolo Omnia mutantur (Tutto cambia) - Ovidio Omnia tempus habent (Ogni cosa ha il suo tempo) - Ecclesiaste Omnia vincit amor (Tutto vince l'amore) - Virgilio) Omnis homo mendax (Tutti gli uomini sono bugiardi) - salmo Ora et labora (Prega e lavora) - San Benedetto Parce sepulto (Risparmia chi è sepolto) - Virgilio Patria est ubicumque est bene (La patria è dovunque sis stia bene) - Pacuvio Per aspera sic itur ad astra. (Attraverso le asperità alle stelle) Seneca Poeta nascitur, orator fit (Poeti si nasce, oratori si diventa) Post coitum omne animal triste (Dopo l'accoppiamento ogni essere animato è triste) Post prandium stabis, post coenam ambulabis (Dopo pranzo riposare, dopo cena passeggiare) Prima digestio fit in ore (La prima digestione avviene in bocca) Primum facere, deinde philosophari (Prima fa', poi filosofeggia) Pulvis es et in pulverem reverteris (Sei polvere e polvere ritornerai) - Genesi Qui autem invenit illuminvenit thesaurum (Chi trova un amico trova un tesoro) - Siracide Qui gladio ferit gladio perit (Chi di spada ferisce di spada perisce) - Vangelo secondo Matteo Quis custodiet ipsos custodes? (Chi sorveglierà i sorveglianti?) - Giovenale Quod erat demostrandum (Come volevasi dimostrare) - Euclide Quod scripsi scripsi (Ciò che ho scritto ho scritto) - Vangelo secondo Giovanni Quot homines tot sententiae (Tanti uomini tanti modi di pensare) - Terenzio Reductio ad absurdum (Riconduzione all'assurdità) Relata refero (Riferisco ciò che mi è stato detto) Ridendo dicere verum (Scherzando dire la verità) - Orazio Risus abundat in ore stultorum (Il riso è abbondante sulla bocca degli sciocchi) - Menandro
Aforismi e proverbi latini Sapiens fingit fortunam sibi. Il saggio si plasma la fortuna da solo. Plauto Semel in anno licet insanire (Una volta l'anno è lecito impazzire) Semper avarus eget (L'avido ha sempre dei bisogni) Semper graculus assidet graculo. (Un uccello nero si siede sempre vicino ad un uccello nero, ovvero ogni simile ama i suoi simili) Si quis dat mannos noli quaerere in dentibus annos) Si vis pacem para bellum (Se vuoi la pace, prepara la guerra) Sic stantibus rebus (Stando così le cose) Sic transit gloria mundi (Così passa la gloria del mondo) Sic vos, non vobis (Così voi, non per voi) - Pseudo-Donato Sint ut sunt aut non sint (Siano come sono o non siano) - Lorenzo Ricci Stat sua cuique dies (Ognuno ha il suo giorno) - Virgilio Tertium non datur (Una terza possibilità non è concessa) Testis unus testis nullus (Un solo teste nessun teste) Trahit sua quemque voluptas (Ognuno è attratto da ciò che gli piace) - Virgilio Ubi maior minor cessat (Di fronte al più forte il debole si fa da parte) Ut sementem feceris ita metes (Mieterai a seconda di ciò che avrai seminato) - Cicerone Vae victis (Guai ai vinti!) - Livio Vanitas vanitatum, et omnia vanitas (Vanità delle vanità e tutto è vanità) - Ecclesiaste Veni vidi vici (Sono venuto, ho visto, ho vinto) - Giulio Cesare Verae amicitiae sempiternae sunt (Le vere amicizie sono eterne) - Cicerone Verba volant, scripta manent (Ciò che è detto se ne vola via, ciò che è scritto rimane) Verbum de verbo (Parola per parola) - Terenzio Veritas filia temporis (La verità è figlia del tempo) - Aulo Gelio Video meliora proboque: deteriora sequor (Vedo ciò che è meglio e lo lodo, ma faccio ciò che è peggio) - Ovidio Virtute duce, comite fortuna. La virtu’ come giuda, la foruna come compagnia. Cicerone Vox populi, vox Dei (Voce di popolo, voce di Dio) Vulpem pilum mutare, non mores (La volpe cambia il pelo, non le abitudini) - Svetonio Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. - Errare humanum est, perseverare autem diabolicum Fare entrare i piedi nella stessa scarpa. - Eundem calceum omni pedi inducere Venne su dal nulla. - Ex nihilo crevit Scusarsi quando non richiesto è un'accusa evidente. - Excusatio non petita accusatio manifest Fai di necessità virtù. - Facis de necessitate virtutem Fatta la legge, trovato l'inganno. - Facta lex inventa fraus Affrettati lentamente. - Festina lente Mi spezzo ma non mi piego. - Frangar non flectar Oggi a me domani a te. - Hodie mihi cras tibi L'uomo è artefice del suo destino/fortuna. - Homo faber fortunae suae L'ignoranza della legge non scusa. - Ignorantia legis non excusat Vivere alla giornata. - In diem vivere con il vino si dice la verità. - In vino veritas
Frasi e proverbi latini con traduzione Corrono brutti tempi!. - Mala tempora currunt! La necessità è madre delle arti. - Mater artium necessitas È meglio abbondare che scarseggiare. - Melius abundare quam deficere Ricordati che si muore. - Memento mori Una mente sana in un corpo sano. - Mens sana in corpore sano La tua morte è la mia vita. - Mors tua vita mea Ricordati di osare sempre. - Memento audere semper E' necessario navigare, non è necessario vivere. - Navigare necesse est, vivere non est necesse Nessun figlio non è bello per sua madre. - Nemo non formosus filius matri Ciò non dipende da noi. - Non est id in nobis Non più in là. - Non plus ultra Nec plus ultra - Non più avanti - Iscrizione scolpita da Ercole sui monti Calpe e Abila, considerati i limiti del mondo, oltre i quali ai mortali era vietato andare. Noi due siamo già una folla. - Nos duo turba sumus Ogni cosa ha il suo tempo. - Omnia tempus habent Ogni cosa a suo tempo. - Omnia cum tempora Sbagli completamente strada. - Toto erras via Dovunque c'è in mezzo il cielo. - Ubique medius caelus est Ciò che si dilaziona non si perde. - Quod differtur non aufertur Tanti uomini, altrettante opinioni. - Quot homines, tot sententiae La fortuna aiuta gli audaci. - Audaces fortuna iuvat Calunnia senza timore: qualcosa resta sempre attaccato. - Audacter calumniare, semper aliquid haeret L'abuso non elimina l'uso. - Abusum non tollit usum La commedia è finita. - Acta est fabula Alla lettera. - Ad litteram Per chi è puro tutto è puro. - Omnia munda mundis A ciascuno il suo, non danneggiare gli altri. - Unicuique suum, alterum non laede La patria è dovunque si stia bene. - Patria est ubicumque est bene Il denaro non ha odore. - Pecunia non olet I pesci ci sentono benissimo. - Pisces clarissime audiunt Per amor di pace. - Pro bono pacis Al nemico che fugge ponti d'oro. - Qua fugiunt hostes via munienda est Chi di spada ferisce di spada perisce. - Qui gladio ferit gladio perit Chi non è con me è contro di me. - Qui non est mecum contra me est Chi toccherà la pece ne rimarrà imbrattato. - Qui tetigerit picem inquinabitur ab ea Resa dei conti, giudizio finale. - Redde rationem Colui che discese da stirpe rustica, rimase sempre un rozzo. - De rustica progenie, semper villana fuit il riso abbonda nella bocca degli stolti - Risus abundat in ore stultorum Roma non premia i traditori. - Roma traditoribus non premia Una volta all'anno è lecito impazzire. - Semel in anno licet insanire Così passa la gloria del mondo. - Sic transit gloria mundi Se desideri la pace, prepara la guerra. - Si vis pacem, para bellum La madre degli idioti è sempre incinta. - Stultorum mater sempiter gravida Fare un errore grande come il cielo. - Toto caelo errare Cogli l'attimo. - Carpe diem Sedere con le mani in mano. - Compressis manibus sedere Sui gusti non si discute. - De gustibus non disputandum est Mangiamo, beviamo, godiamo! - Edamus, bibamus, gaudeamus! Dove si trova il maggiore (in grado), il minore cessa di esercitare il suo ufficio. - Ubi major minor cessat Per un unico punto Martino perse Asello - Uno pro puncto caruit Martinus Asello Guai ai vinti! - Vae victis! A volte da una sola scintilla scoppia un incendio - Accidere ex una scintilla incendia passim Nessuno è tenuto a fare l'impossibile - Ad impossibilia nemo tenetur Il dado è tratto. - Alea Iacta Est Portare acqua al mare. - Aquas in mare fundere Un asino in cattedra. - Asinus in cathedra Sullo stesso argomento potete anche leggere: Frasi e citazioni latine Latin phrases in English Read the full article
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L‘allevatore sardo ha dovuto passare oltre trent'anni della sua vita in prigione. Ricordiamocelo quando sentiremo in futuro i proclami giustizialisti sulla infallibilità di chi è chiamato a giudicare
Proviamo a immaginare anche solo alcune delle cose che uno come Beniamino Zuncheddu, carcerato per più di trent’anni, non può ricordare. Quanti tramonti fuori da quella prigione, quanti bocconi di formaggio masticati sotto il silenzio di un castagno, quante corone di luna sulle montagne nere, quante feste delle cicale nei pascoli gialli, quanti sguardi del cane pastore, quanti momenti fioriti dei ciliegi, quante ombre delle nuvole bianche sui prati della primavera, quanto vento sulle colline di ginestre, quanti respiri freddi in salita sulle mulattiere d’inverno. Tutte cose rubate per sempre. Tutte cose che un vecchio, imprigionato quando era giovane, non può ricordare perché una sentenza emessa in nome del popolo italiano gliele ha rubate.
D’accordo, il funzionario di polizia che avrebbe lavorato contro la legge per farlo condannare. D’accordo, il testimone che, qualche settimana dopo, si diceva certo di riconoscere in lui l’assassino che invece, giusto qualche settimana prima, diceva di non poter riconoscere in nessun modo perché aveva il volto coperto da una calza. D’accordo, l’accusa pubblica che aveva torto nel reclamarne la condanna e pervicacemente si metteva di traverso sulla via della revisione del processo.
D’accordo tutto. Ma, ricordando che sarebbe stata vissuta da un innocente quella vita rubata, non dimentichiamo questo: che è stato un giudice a condannare Beniamino Zuncheddu all’ergastolo. Non dimentichiamo che è in forza della sentenza di un giudice che Beniamino Zuncheddu è rimasto in carcere per più di trent’anni. Non dimentichiamo che è un giudice quello che ha dato ragione all’accusa che aveva torto e ha dato torto alla difesa che aveva ragione. Non dimentichiamo che è stato un giudice a rubargli la vita. Non dimentichiamo che è stata la giustizia di un giudice a fare ingiustizia.
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Magistratura e Politica: Palamara Denuncia il Sistema Italiano
Palamara intervenendo ad una trasmissione radiofonica , il tema centrale del suo intervento è stato il rapporto tra magistratura e politica. L’ex magistrato, ha evidenziato come la magistratura italiana sia stata utilizzata per colpire avversari politici, danneggiando la credibilità dell’intero sistema. Inoltre ha denunciato quella che considera una commistione eccessiva tra i due poteri,…
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Spuntano ulteriori dettagli sulle sevizie a Emanuela Orlandi
Il 17 luglio 1983 un nastro con una voce di donna è stato fatto trovare a un cronista sulla scalinata di via della Dataria a Roma, dopo una telefonata di un uomo che ha affermato di essere uno dei rapitori di Emanuela Orlandi. La voce era giovanile. L’anonimo parlava in perfetto italiano...»Emanuela Orlandi, la «cassetta delle sevizie» e una verità che manca da 41 anni. Eccolo, l'indizio-clou del giallo della «ragazza con la fascetta», sul quale negli ultimi tempi si è concentrata l'attenzione: si tratta del famigerato nastro depositato dai rapitori in via della Dataria, a due passi dal Quirinale (non per caso), il cui lato B conteneva lamenti di donne forse sottoposte a violenza e, in chiusura, le implorazioni di una ragazza che chiedeva di dormire. Voce (solo quest'ultima) che i familiari hanno attribuito con certezza a Emanuela e che, come tale, costituisce una prova di autenticità: quella comunicazione contenente gemiti inquietanti («Fa male! Basta! Dio, perché?») non fu opera di mitomani, ma di soggetti che detenevano l'ostaggio, tanto da poter inserire la frase conclusiva. È un punto fermo: quegli audio ci portano ai veri responsabili. L'appello del lato A Ma c'è dell'altro. Oggi il Corriere, grazie a una nuova consulenza fonica e al recupero di vecchi atti, è in grado di compiere il passo successivo, rimasto un buco nero di tutte le inchieste: decrittare finalmente anche il lato A della «cassetta delle sevizie», quello da un contenuto prettamente politico, con il quale i rapitori dettarono le loro condizioni alle controparti (Vaticano e Stato italiano), riuscendo a restare sottotraccia, con trattative occulte, proprio grazie alla cortina fumogena sollevata dalle grida strazianti (e depistanti, tratte da un film porno, ipotizzò il Sisde) infilate nel lato B. L'esito del viaggio, come vedremo, fornirà indicazioni inedite sia sul movente sia sulla matrice politica dell'affaire Orlandi-Gregori, nei giorni scorsi rilanciata con un'intervista al giudice Ilario Martella, convinto assertore del coinvolgimento dell'Est. L'ultimatum sulla vita dell'ostaggio Domanda preliminare: perché il lungo e all'apparenza delirante appello letto, per oltre 20 minuti, da una voce maschile artefatta, finta mediorientale, che sviluppava richieste già note come lo «scambio» Emanuela-Agca, fu preso sul serio? Una prima risposta viene dal contesto. Il 17 luglio 1983, neanche un mese dopo la scomparsa (22 giugno), il caso Orlandi era su tutte le prime pagine: il cosiddetto «Americano» imperversava con i suoi aut-aut telefonici, il magistrato antiterrorismo Domenico Sica aveva assunto d'imperio le indagini, Karol Wojtyla aveva già lanciato due trepidanti appelli e l'Italia tratteneva il fiato a causa dell'ultimatum del 20 luglio. In quel frangente, salvare Emanuela era l'imperativo categorico: ovvio che un nastro del genere lo si prendesse sul serio. Le richieste contenute nel lato A furono soddisfatte a stretto giro. Il giorno seguente, 18 luglio 1983, il Vaticano concesse ai rapitori la «linea riservata», alla quale accedere tramite il codice 158; il 19 luglio l'«Americano» (Marco Accetti, secondo tre perizie foniche) parlò con il Segretario di Stato Casaroli, nella famosa telefonata di cui si conosce solo la prima parte, quella con una suorina terrorizzata e balbettante; e infine, il 20 luglio, l'ultimatum sulla vita dell'ostaggio fu prorogato, proprio per effetto dei negoziati in corso. «La voce è di Marco Accetti» Ed eccoci alla seconda domanda. Di chi era la voce? Tanti in verità l'hanno intuito da tempo, a cominciare da Pietro Orlandi, che anni fa, in una diretta tv, riconobbe proprio lui, «l'uomo del flauto», nel «portavoce» del 17 luglio 1983. Ma ora c'è l'ufficialità. Una nuova perizia curata dall'ingegner Marco Arcuri, esperto di informatica e di IA, lo stesso consulente che la scorsa primavera ha fissato all'86% «il grado di compatibilità» tra le voci di Accetti e dell'Americano, certifica (tramite il confronto tra alcune parole chiave ripetute dall'ex indagato) che anche nel lato A della «cassetta delle sevizie» la voce è quella del fotografo oggi 68enne, e che l'affidabilità del responso è molto alta, al riparo da errori . L'analisi tecnica «L’analisi fonica comparativa - spiega l'ingegnere Arcuri, che lavora in pool con l'avvocato difensore di Accetti, Giancarlo Germani - evidenzia in primo luogo una durata identica delle sillabe. Inoltre, i valori medi della frequenza fondamentale di entrambe le voci, il finto turco e Accetti, presentano forte coerenza, con una variazione media inferiore al 2%. Anche le analisi formantiche, ovvero le principali frequenze di un timbro vocale, hanno mostrato totale corrispondenza. Per non parlare del timbro, marcatamente somigliante sia nella densità spettrale sia nella distribuzione delle armoniche». Risultato: «Compatibilità al 78%», ben oltre la soglia del 55, considerata di «compatibilità minima». Una prima conclusione Marco Accetti, l'equivoco personaggio che si è autoaccusato nel 2013, figlio di massone, sedicente artista e cultore di esoterismo, doppiogiochista incallito, vicino ad ambienti di destra pur professandosi «libertario e anticlericale», cresciuto in prestigiose scuole cattolichecome il San Giuseppe De Merode, il cui direttore, monsignor Pierluigi Celata, fu coinvolto nelle manovre dello 007 Pazienza per defenestrare il capo dello Ior Marcinkus, si conferma dunque sulla scena. Sempre di più. L'ex pm Giancarlo Capaldo, d'altronde, non esclude si tratti di un serial killer. Fatto è che l'ombra di Accetti incombe, un po' ovunque. Al punto che molti si chiedono perché sia ancora in stato di libertà, nella sua casa al Nomentano, nonostante i pesanti indizi a suo carico: dal possesso del flauto riconosciuto come quello di Emanuela al ruolo ormai acclarato di telefonista, dalla presenza dell'allora giovanissima moglie a Boston, città da cui partirono comunicati autentici, al mai chiarito omicidio stradale del piccolo Josè Garramon (dicembre 1983), fino al pieno coinvolgimento nel giallo collegato di Katy Skerl (la 17enne uccisa nel gennaio 1984), nel quale è sospettato di aver rubato la bara, se non di altre peggiori condotte criminali. L'appello del lato A: strafalcioni voluti E adesso vediamo il testo letto da Accetti con voce posticcia, fingendosi turco, tra rumori di sottofondo continui e il fruscio delle pagine sfogliate mentre la lettura va avanti. La prosa a tratti è sgrammaticata, alcuni strafalcioni evidenti, ma anche qui vale il discorso fatto per la facciata B: quello di una scelta voluta, depistante, mirata a disorientare l'opinione pubblica e accreditare all'esterno l'idea di mitomani o buontemponi, con l'obiettivo di agevolare - come poi avvenne - lo svolgimento senza troppe pressioni delle trattative riservate con le più alte cariche italiane e vaticane. Ecco il testo integrale L'appello-proclama chiarisce subito l'interesse dei sequestratori a tenere alta la mediaticità del caso. «Rendiamo noto alla pubblica opinione come gli inquirenti della Repubblica italiana, adducendo distorsioni economiche alla nostra richiesta, non riportino la minima conoscenza dei nostri presunti movimenti nel quadro della malavita organizzata italiana, dimostrando una anomalia nei confronti della tradizione informativa. Questo trova spiegazioni nella nostra estraneità ad ogni settore della vita pubblica e non pubblica italiana. La richiesta di provadel lunedì 17 giugno (qui ci si riferisce alla domanda fatta alla famiglia su dove fosse stata Emanuela quella sera, ndr) è l’esempio principale dei tentativi di copertura delle nostre reali intenzioni. Un marchingegno per posteriormente screditare la prova stessa, in quanto è risaputo superiore ai 5 giorni il periodo di controllo (ci si riferisce ai pedinamenti di Emanuela svolti prima del sequestro, ndr) nei confronti della prescelta persona...» «Manca la volontà di consegna di Agca» La rivendicazione continua con un biasimo alla Santa Sede per la mancata trasparenza nelle comunicazioni ai media: «Rileviamo come proseguendo l’opera di copertura la diplomazia vaticana non concede il beneplacito di menzionare la conferma delle informazioni ricevute sui trascorsi della cittadina Emanuela Orlandi e inoltre non è data giusta lettura volutamente al periodo anteriore alla presentazione della richiesta, con l’attesa dell’appello precipuo del capo di stato Giovanni Paolo II. Il documento allegato al comunicato di piazza San Pietro (qui ci si riferisce al plico deposto il 14 luglio 19893, tre giorni prima di via della Dataria, sotto il colonnato del Bernini, fatto sparire da agenti di sicurezza, ndr) attesta il nostro disappunto per disinformazione e la mancanza completa di ogni minimo atto di volontà in riferimento alla consegna del detenuto Ali Mehmet Agca. La risposta al primo appello non costituiva unicamente nella fotocopia...» «Le prove che forniamo su Emanuela» Eccoci così a un passaggio cruciale: l'elencazione di riscontri per provare che chi parla è effettivamente in possesso di Emanuela (o in contatto con i veri rapitori). «Allegavamo telefonicamente delle informazioni sui trascorsi della ragazza - prosegue Marco Accetti alterando il timbro, ma la cui voce è riconoscibile anche a orecchio nudo - richieste insieme alla prova del lunedì: la cittadina Emanuela Orlandi ha vissuto un annodella sua infanzia in territorio italiano (circostanza vera, in zona Aurelio), la sorella maggiore Natalina usufruiva di occhiali per vista; da un largo periodo ha interrotto l’uso; il sacerdote prescelto per celebrare il matrimonio del 10 settembre 1983 è un conoscente di famiglia...» Dettagli veri. Che in quei giorni, a neanche un mese dalla scomparsa, non erano trapelati. «Parleremo solo con Casaroli» Siamo alla parte finale, quella in cui il portavoce pone sul tavolo la richiesta numero 1: scarcerazione immediata del terrorista turco. «Con questo ultimo tentativo di disinformazione - aggiunge la "voce" dei sequestratori - interrompiamo ogni rapporto diretto che non rientri nell’ambito della consegna del detenuto Ali Mehmet Agca. In osservanza alla imminenza dello scadere del tempo programmato per il bilancio interamente nullo (qui ci si riferisce all'ultimatum del 20 luglio per lo scambio attentatore-Emanuela, ndr) ci troviamo a mutare la considerazione nella giovane età della cittadina Orlandi e deliberiamo di adoperare la nostra ansia di verifica permettendo il riscontro valido fotografico della vita della cittadina Orlandi Emanuela in contraccambio del primo effettivo apporto in direzione della consegna del detenuto Ali Mehmet Agca (qui sembra promettere l'invio di una foto dell'ostaggio, se la pratica viene aperta, ndr). Potrà essere condotta al suo stato legittimo in contropartita della consegna del detenuto Agca. Auspichiamo ulteriormente risposta ufficiale dalla segreteria vaticana per la predisposizione della linea diretta richiesta. Comunicheremo esclusivamente al Segretario di Stato cardinale Casaroli l’iter tecnico da seguire per l’uscita territoriale di Ali Mehmet Agca...» Le condizioni sono poste, insomma: devono essere i vertici della Chiesa a occuparsi personalmente dello scambio. «Così perveniamo al meccanismo della grazia» Il testo, per quanto sconnesso e volutamente ridondante, dimostra piena consapevolezza dei passaggi politici e giudiziari: l'attentatore di piazza San Pietro, dopo essere stato condannato all'ergastolo nel luglio 1981, non aveva presentato ricorso. I rapitori di Emanuela lo sanno. «Chiediamo la consegna di Agca indipendentemente dalla sua presa di posizione pubblica .Il detenuto Agca è fuori dal vincolo della magistratura italiana. La sua sentenza è inappellabile. Attendendo due anni la conferma del suo non ricorso in appello, siamo pervenuti al meccanismo della grazia». «Sotto l'egida della considerazione umanitaria» Il messaggio è criptico ma chi deve intendere capisce, tra fumisterie e giri di parole: il papa è chiamato a premere su Pertini per ottenere la grazia presidenziale, al di là che il turco la chieda o no. «Nell'ipotesi di rigetto della sottoscrizione da parte del detenuto Agca della scarcerazione e sua consegna ci indirizziamo nuovamente al capo di stato Giovanni Paolo II al fine che domandi alla espressione più alta dello Stato italiano ogni intervento la cui natura si pone esclusivamente sotto l’egida della considerazione umanitaria e che permetta la restituzione immediata della cittadina Orlandi Emanuela alla vita civile». Più chiaro di così: liberate Agca e l'ostaggio torna a casa (di Mirella si sarebbe cominciato a parlare solo il mese successivo), dice il finto turco, prefigurando una trattativa che in effetti si svilupperà nell'autunno 1983, quando Pertini sarà sul punto di firmare il provvedimento di grazia, ma l'iter si bloccherà o per il mancato invio delle «prova in vita» o per l'intervenuta uccisione di Mirella Gregori. Ricatto al Papa: quale movente? Tiriamo il fiato. Che angoscia, povere bambine. Il lato A della «cassetta delle sevizie» ci ha portati lontano. Manca però il tassello più importante ai fini della lettura dell'accaduto: come interpretare politicamente la sporca manovra ordita quasi mezzo secolo fa sulla pelle di anime innocenti? Qual era, al riparo dagli «effetti speciali» accesi ad arte per depistare i giornali, il reale obiettivo dei rapitori? Quale il movente sul piano della geopolitica, caratterizzata a quei tempi dal feroce scontro Est-Ovest nell'ambito della Guerra Fredda, con il primo papa polacco della storia nel ruolo di frontman? Le domande delle cento pistole sono queste e su di esse a breve dovrà esercitarsi la commissione bicamerale d'inchiesta, alla ripresa dei lavori. Ma qualche anticipazione di scenario, anche alla luce del recente rilancio della «pista rossa» da parte del giudice Ilario Martella (autore del libro «Intrigo internazionale»), è possibile. La pista di Martella: «Fu la Stasi» Per il giudice che fu artefice della «pista bulgara» sui mandanti dell'attentato del 13 maggio 1981 non ci sono dubbi: «l'interdipendenza» tra l'azione di Agca «armato a Mosca» e il doppio sequestro fu «assoluta». Emanuela e Mirella furono rapite in seguito a «un accordo ultra segreto tra il capo dei servizi bulgari e il capo della Stasi» per creare «un'operazione di depistaggio e distrazione di massa» nel momento in cui egli stesso, nelle sue indagini, stava cercando «di portare alla condanna non il solo Agca ma anche i suoi complici, esponendo le gravi responsabilità dei bulgari Antonov, Ajvazov e altri» (il processo, nell'86, si concluse però con sette assoluzioni per insufficienza di prove). In questo quadro, le quindicenni sarebbero state prese («e uccise») dalla Stasi, con l'ausilio della banda della Magliana, mentre Accetti non viene preso in considerazione. Scenario nel quale almeno tre elementi meriterebbero approfondimenti. Primo: come supportare tale ricostruzione, in assenza di qualsiasi riscontro sulla partecipazione al doppio sequestro di agenti della Germania dell’Est, bulgari o direttamente del Kgb. Secondo: come spiegare che un’organizzazione come la Stasi, figlia del più ortodosso regime comunista, scelga di allearsi con i Lupi grigi, turchi, filo occidentali, di estrema destra. E da ultimo, analogamente, perché la banda della Magliana, anch'essa radicata a destra, decida di fare il giocodelle «barbe finte» guidate dal Cremlino. Accetti e il «ganglio» filo-Casaroli Lo scenario illustrato da Marco Accetti nel 2013, quando si autodenunciò in Procura e fu indagato per duplice sequestro di persona, è anch'esso di natura politica, ma con (presunte) complicità di tipo diverso. «Partecipai al rapimento delle ragazze per conto di un gruppo composto da elementi della malavita, dei servizi segreti e di ambienti ecclesiastici, soprattutto al livello del Consiglio per gli affari pubblici della Chiesa, sostanzialmente con due obiettivi - ha verbalizzato l'uomo del flauto - Il primo fu salvaguardare il dialogo con l'Est, in sintonia con la Ostpolitik del cardinale Casaroli e in dissenso con la linea fortemente anticomunista di Giovanni Paolo II, illudendo Agca che sarebbe stato liberato tramite lo scambio e inducendolo così a ritrattare le sue accuse ai bulgari, come poi avvenne». Secondo obiettivo, «tenere sotto pressione i vertici della Chiesa per giungere, tramite trattative riservate, alla defenestrazione di monsignor Marcinkus, per i noti fatti dello Ior». È il cosiddetto «ganglio», un nucleo di potere occulto al quale, secondo Accetti, collaborarono elementi dei servizi occidentali e anche un paio di «infiltrati», a quanto pare ragazze, della Stasi. Versione credibile? Il sequestro andrebbe dunque «accollato» ad ambienti clericali complottisti di ispirazione «progressista»? Un'azione (targata servizi) di marca occidentale Attenzione. Come in qualsiasi thriller ad alta intensità, la sorpresa è in fondo. Perché c'è anche - e si sta consolidando - una terza e ulteriore lettura su movente e possibili responsabili. Come escludere, infatti, che Accetti, allorché uscì allo scoperto nel 2013, guarda caso un attimo dopo l'elezione di un papa rinnovatore come Bergoglio, chiamando in causa il «ganglio» progressista abbia inteso compiere l'ultimo raffinato depistaggio? Per salvarsi la vita «l'uomo del flauto» non potrebbe aver riferito a grandi linee uno scenario credibile, ma mutando qualche «casella» nel racconto per non consentire l'individuazione dei protagonisti? In questo quadro, si spiega l'ostinazione del reo confesso nel non fare i nomi dei complici (paura) e si potrebbe ipotizzare il coinvolgimento nell'azione Orlandi-Gregori di ambienti diversi (gli stessi, ad esempio, che perorarono la sepoltura di De Pedis a Sant'Apollinare) e di quei servizi segreti (Sismi e Sisde) che nel dicembre 1981 andarono a trovare Agca in carcere a Rebibbia nell'ambito della famosa «imbeccata» (il presunto patto con il turco, in cambio della libertà, per accusare l'Est come mandante dell'attentato). La parola a chi indaga Il materiale e le novità non mancano, come si vede. Il lato A della «cassetta delle sevizie» fornisce più spunti del lato B, evidentemente uno «specchietto per le allodole». Viaggio davvero concluso. Toccherà adesso alla commissione parlamentare tentare una sintesi, in attesa degli sviluppi delle inchieste aperte presso la Procura di Roma (pm Luciani) e in Vaticano (procuratore Diddi). Read the full article
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Borgo Mantovano: tenta di uccidere la sua ex e un 29enne. Arrestato 31enne per tentato omicidio e lesioni gravi.
Borgo Mantovano: tenta di uccidere la sua ex e un 29enne. Arrestato 31enne per tentato omicidio e lesioni gravi. I Carabinieri delle Stazioni di Sermide e Borgo Mantovano (Mantova), al termine di primi accertamenti diretti e coordinati dal magistrato di turno della Procura della Repubblica di Mantova, hanno arrestato un 31enne incensurato italiano con l'ipotesi accusatoria di tentato omicidio e lesioni gravi nei confronti della sua ex compagna 33enne e di un 29 enne che si trovava in compagnia... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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Violenza Senza Fine nel Carcere di Terni: Aggredito un Magistrato e Numerose Risse tra Detenuti
Nel Carcere di Terni, ieri, si è verificato un grave episodio di violenza che ha visto un detenuto italiano di 42 anni aggredire un Magistrato presente nella struttura. Il detenuto, armato di un manico di una forchetta in plastica, ha tentato l’assalto al Magistrato, ma l‘intervento tempestivo del Personale di Polizia Penitenziaria ha evitato il peggio. Il detenuto è noto per precedenti episodi…
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Case di personaggi famosi da visitare
Più di 90 case di personaggi famosi sparse in tutta Italia aperte al pubblico. E' l'iniziativa organizzata dall'Associazione Nazionale Case della Memoria. La terza edizione delle Giornate nazionali delle case dei personaggi illustri si svolgerà oggi, 6 aprile, e domani. I visitatori potranno entrare nelle case in cui scrittori, musicisti, scienziati hanno vissuto anche solo parte della loro vita e scoprire il loro lato più intimo. Case di personaggi famosi: scrittori e poeti Se vi trovate nei pressi di Forlimpopoli, in provincia di Forlì-Cesena, non potete perdere Casa Artusi, sede dell'omonima Fondazione, un vero e proprio museo della cucina di casa. Pellegrino Artusi è il padre indiscusso della cucina moderna, il suo manuale "La Scienza in Cucina e l’Arte di Mangiar Bene" è presente ancora oggi nelle case degli italiani. Nella sua casa, un edificio di 2800 metri quadri ricavata dalla ristrutturazione del complesso monumentale della Chiesa dei Servi, trovano posto una scuola di cucina, una bottega, un ristorante ed enoteca. La casa di Tonino Guerra, a Pennabili in provincia di Rimini, è piena di cimeli di ogni tipo: un’antica chiave, uno scettro africano, un amuleto sciamano. Alle pareti si possono ammirare, accanto ai suoi pastelli e bozzetti, un disegno colorato di Wim Wenders, un acquarello di Michelangelo Antonioni, un De Chirico oltre a diverse opere di artisti russi. Le lettere di Pasolini, Natalia Ginzburg, Calvino, Fellini (solo per citarne alcuni) testimoniano la sua fortunata carriera di scrittore e di sceneggiatore. Politici e patrioti L’8 agosto 1867, la villa Tinti-Fabiani di Castelfiorentino, in provincia di Firenze, ospitò, anche se solo per una notte, il generale Giuseppe Garibaldi impegnato a raccogliere adesioni in Toscana in vista dell'imminente attacco allo Stato Pontificio. La villa conserva ancora la stanza in cui Garibaldi pernottò con gli arredi originali. A Ghirlaza, in provincia di Oristano, è possibile visitare la casa in cui Antonio Gramsci trascorse la sua infanzia e l'adolescenza. Acquistata dal PCI nel 1965, la casa è diventata il “Centro di documentazione e ricerca sull’opera gramsciana e sul movimento operaio”, un luogo che celebra la memoria dell'uomo, del politico, dell'ideologo, del suo pensiero e della sua opera nota in tutto il mondo. Papi , Santi e testimoni Tra le dimore visitabili in Sicilia vogliamo segnalarvi la casa di don Pino Puglisi e del giudice Rosario Livatino, entrambi beatificati dalla Chiesa. A Palermo, l'appartamento in cui don Puglisi visse dal 1969 al 1993 è diventata un Museo che testimonia la sua vita al servizio del prossimo e un centro di crescita spirituale. La casa del Giudice Rosario Livatino sita a Canicattì, in provincia di Agrigento, testimoniano la sua fede religiosa e la tempra morale. Valori che hanno segnato la sua carriera da magistrato fino alla morte avvenuta per mezzo della mafia. Cantanti e personaggi dello spettacolo Quasi vent'anni fa veniva realizza a Modena la Casa Museo Luciano Pavarotti. La villa in cui il maestro visse gli ultimi anni della sua vita conserva tutti gli oggetti a lui appartenuti e i ricordi legati alla sua carriera. Ambienti realizzati secondo le sue minuziose indicazioni che testimoniano perfettamente la sua personalità. La casa di campagna della famiglia Tognazzi a Velletri, invece, è la sede del Museo dedicato a Ugo Tognazzi. Un luogo dov'è possibile respirare aria di cinema grazie alla Fondazione dedicata all'attore romano simbolo indiscusso del cinema italiano. In copertina foto di Michele Bitetto su Unsplash Read the full article
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Commissione Pe dà via libera a Selvaggi a Corte Conti Ue
La commissione per la revisione dei bilanci del Parlamento europeo ha dato parere positivo alla nomina di Manfredi Selvaggi come membro italiano della Corte dei Conti europea. Il parere è stato approvato con 19 voti a favore, 8 contrari e un asteuto. Contrarie le eurodeputate italiane Beatrice Covassi (Pd), e Sabrina Pignedoli (M5s). La candidatura del magistrato contabile era stata avanzata nei…
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Lemó, è il turno di "Spaiato"
Dal 5 gennaio 2024 sarà in rotazione radiofonica "Spaiato", il terzo singolo di Lemó estratto dal suo album d'esordio "Chi l'avrebbe mai detto!".
"Spaiato" è un brano che narra delle peripezie di un guanto che si strugge di nostalgia per essere stato dimenticato in un hotel di Budapest, mentre il suo compagno ha fatto ritorno a Trastevere.
Per un guanto un compagno è "funzionale", così il protagonista della canzone si sente perso, con l'autostima sempre più in calo, finché non ritroverà un altro guanto, poco importa se di un altro colore, per tornare a condividere il cammino al riparo dalla solitudine.
Spiega l'artista a proposito del brano: "In un tempo caratterizzato da odio e cinismo, da guerre insensate e alle volte fratricide, una canzone che parla di calore e di fratellanza; un omaggio al compianto Gianmaria Testa, cantore dell'amore universale."
Il videoclip di "Spaiato" alterna suggestive immagini della capitale ungherese e a quelle di Roma, mostrando luoghi di singolare bellezza dove è facile abbandonarsi alla più struggente nostalgia, soprattutto per un guanto che si ritrova "spaiato"; il quale però, dopo mille perizie, ritroverà un compagno, poco importa se di un altro colore, per tornare a condividere un po' di cammino al riparo dalla solitudine.
Al bianco e nero scelto per rappresentare la storia di questo guanto (ma con venature di un azzurro luminescente di speranze), si alternano poi le immagini delle registrazioni in studio, e in particolare degli straordinari musicisti che Lemó ha voluto coinvolgere per questa canzone, grandi amici di quel cantore dell'amore universale che è stato Gianmaria Testa, cui il brano è dedicato.
Guarda qui il videoclip su YouTube: https://youtu.be/x9eBSPGwuwQ
"Chi l'avrebbe mai detto!" è un album che contiene undici brani nati dall'ascolto, sin da bambino, del miglior cantautorato italiano (Dalla, De André, De Gregori e, più di recente, Capossella e Testa).
Registrato tra la Puglia e Roma, il disco vede la partecipazione di musicisti d'eccezione come Martino De Cesare (Concato, Eugenio Bennato) e Giancarlo Bianchetti (Vinicio Capossela, Gianmaria Testa) alle chitarre, Vincenzo Abbracciante alla fisarmonica (Lucio Dalla, Richard Galliano), Gabriele Mirabassi al clarinetto (Mina, Ivano Fossati), Ferruccio Spinetti (contrabbassista degli Avion Travel e di Musica Nuda), Giovanni Astorino al violoncello (Caparezza), e ancora Antonio Vinci (pianoforte ed Hammond) e Pierpaolo Giandomenico (basso elettrico), con la direzione musicale di Francesco Lomagistro (batteria e percussioni).
Biografia
Claudio Paris, in arte Lemó, nasce a Taranto a metà Anni Settanta. Vive a Bologna e fa il magistrato, dopo averlo fatto per una decina d'anni in Calabria, occupandosi di alcuni dei più importanti maxiprocessi alla 'ndrangheta.
La musica è però la sua grande passione, da quando poco più che adolescente impara a suonare la chitarra e scrive le prime canzoni, formandosi grazie all'ascolto del miglior cantautorato italiano: De André, Dalla, De Gregori, Fossati; e più di recente Capossela e Gianmaria Testa, solo per citare quelli che ne hanno maggiormente influenzato la scrittura.
Dopo "Back home" e "Mariarita", "Spaiato" è il terzo singolo estratto dal primo album di Lemó "Chi l'avrebbe mai detto!" in rotazione radiofonica dal 5 gennaio 2024.
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OGGI 4 DICEMBRE,
ITALIANO RICORDA…
STORIA DELL’ESERCITO ITALIANO
SANTA BARBARA
PATRONA DEGLI ARTIGLIERI E DEI GENIERI DELL’ESERCITO ITALIANO, DELLA MARINA MILITARE, DEL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO, DEGLI ADDETTI ALLA PREPARAZIONE E CUSTODIA DEGLI ESPLOSIVI, DEGLI ARMAIOLI, DEI GEOLOGI, DEI MONTANARI, DEI LAVORATORI NELLE ATTIVITÀ MINERARIE E PETROLIFERE, DEI MINATORI, DEGLI ARCHITETTI, DEGLI STRADINI, DEI CANTONIERI E DEI CAMPANARI, NONCHÉ DI TORRI E FORTEZZE
SANTA BARBARA (NICOMEDIA, 273 – 306 circa) è venerata come Santa e Martire dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa.
Benché non vi siano dati certi sulla sua vita, la sua figura è divenuta leggendaria grazie alla Legenda Aurea e il suo culto molto popolare per il fatto di essere considerata protettrice contro i fulmini e le morti improvvise e violente.
Nacque nel 273 d.C. a NICOMEDIA in BITINIA e PONTO, provincia asiatica dell'impero romano (oggi İZMIT, in TURCHIA).
La leggenda vuole che suo padre Dioscoro, di religione pagana, l'avesse rinchiusa in una torre per proteggerla dai suoi pretendenti.
Inoltre, per evitare che utilizzasse le terme pubbliche, egli gliene fece costruire di private.
Barbara, vedendo che nel progetto vi erano solamente due finestre, ordinò ai costruttori di aggiungerne una terza, con l'intenzione di richiamare il concetto di Trinità.
Quando il padre vide la modifica alla costruzione, intuì che la figlia poteva esser diventata cristiana.
La madre di Barbara aveva già abbracciato segretamente la religione cristiana, finendo col rivelare il suo segreto alla figlia. Questa, dopo aver sentito alcune delle preghiere, percepì Gesù all'interno del suo cuore, diventando così cristiana e coinvolgendo nella sua nuova passione anche la sua amica Giuliana, che convinse a convertirsi e a pregare insieme a lei.
Il padre decise allora di denunciare sua figlia al magistrato romano che, in quei tempi di persecuzione, la condannò alla decapitazione, prescrivendo che la sentenza venisse eseguita proprio dal genitore, dopo due giorni di feroci torture.
Queste iniziarono con una flagellazione con verghe, che secondo la leggenda si tramutarono in piume di pavone (e per questo motivo spesso nella sua iconografia la santa è raffigurata tenendo in mano delle lunghe piume), quindi venne torturata col fuoco, ebbe le mammelle tagliate e fu quindi decapitata.
Era il 4 dicembre dell'anno 306. Secondo la leggenda, Dioscoro procedette all'esecuzione, ma subito dopo venne ucciso da un fulmine, interpretato come punizione divina per il suo gesto.
Con lei soffrì lo stesso martirio anche Giuliana.
Esistono diverse tradizioni sul luogo del martirio e della deposizione del corpo: la tradizione indica in NICOMEDIA il luogo del suo martirio. Tra le tante leggende sul luogo della sua morte una di queste, storicamente infondata e non avvalorata dall'antica tradizione, riferisce che il martirio avvenisse a SCANDRIGLIA e il corpo sia stato poi trasferito a RIETI nel X secolo per metterlo in salvo dalle scorrerie saracene: qui divenne patrona della città e le fu dedicata la cappella più ricca della Cattedrale.
Un'altra vuole il martirio avvenuto in EGITTO e le reliquie trasferite a COSTANTINOPOLI, da dove i veneziani, alla fine del X secolo, le avrebbero portate a VENEZIA, e di lì a TORCELLO e poi a MURANO. Oggi i resti della Santa riposano nella Cappella omonima a BURANO.
Viene festeggiata dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa il 4 dicembre (giorno in cui la Chiesa universale la ricordava prima che venisse cancellata dal calendario liturgico generale), data del suo martirio.
È invocata contro la morte improvvisa per fuoco, perciò gli esplosivi ed i luoghi dove vengono conservati sono spesso chiamati "santabarbara" in suo onore.
È patrona dei minatori, degli addetti alla preparazione e custodia degli esplosivi, degli armaioli e più in generale, di chiunque rischi di morire di morte violenta e improvvisa.
Molto invocata dai militari, è anche la protettrice delle armi di ARTIGLIERIA e GENIO dell’Esercito Italiano, della Marina Militare e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
È anche la protettrice dei geologi, dei montanari, dei lavoratori nelle attività minerarie e petrolifere, degli architetti, degli stradini, dei cantonieri, degli artisti sommersi e dei campanari, nonché di torri e fortezze.
Nel culto popolare è uso rivolgersi a Santa Barbara recitando la seguente preghiera: "Santa Barbara Benedetta, liberaci dal tuono e dalla saetta".
Come patrona delle attività principali del gruppo ENI le è stata dedicata la grande nuova chiesa costruita a METANOPOLI, quartier generale del gruppo, per decisione di Enrico Mattei.
Alla Santa è dedicata la Caserma “Santa Barbara” dell'Esercito Italiano, situata ad ANZIO e attualmente sede della Brigata Informazioni Tattiche.
La Caserma della Scuola di Artiglieria Contraerei di SABAUDIA (LT), la Caserma sede del 1° Reggimento Trasmissioni sita a MILANO.
Come protettrice dei Marinai della Marina Militare, un'immagine della Santa viene sempre posta nei depositi munizioni delle Unità Navali e delle Caserme.
Il 4 dicembre a bordo delle Unità Navali della Marina Militare, secondo la tradizione, si dona un fascio di rose rosse al 1º Direttore del Tiro di bordo.
È tra le Sante più venerate al mondo, specie in SUD AMERICA, ASIA, EUROPA e STATI UNITI.
Come protettrice dei minatori, una semplice statua della santa spesso viene posta nelle gallerie minerarie.
Santa Barbara Benedetta, liberaci dal tuono e dalla saetta……. rendi il nostro cuore forte come la tempra dei nostri cannoni, il nostro braccio potente come l' uragano di fuoco che irrompe dai nostri pezzi!
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A Castel Rigone i magistrati Amore e Cardella ricordano i colleghi uccisi Cafè letterario nell’ambito della rassegna culturale Isola del libro Trasimeno - Domenica 10 settembre alle 17 alla terrazza del teatro, con il libro ...
#EVENTIECULTURA#PASSIGNANO#CASTELRIGONE#FAUSTOCARDELLA#ISOLADELLIBRO#RITRATTIDELCORAGGIO#STEFANOAMORE
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L'ITALIA il nuovo #farwest 🤔🤔🤔😭😓😨😭😓😨🤔🤬🤬🤬🤬🤬🤬🤬😭⁉️⁉️❓❗❗❗❗
Repubblica.it La Stampa la Repubblica Corriere della Sera Domani official l'Unità Fanpage.it Donna Fanpage La Notizia Avvenire Il Fatto Quotidiano Rai3 Report Piazzapulita - LA7 IN ONDA Laura Telese David Parenzo DiMartedì TG LA7 Linea Notte TG3 Raitre- Linea Notte Elly Schlein Giuseppe Conte Nicola Fratoianni Angelo Bonelli Debora Serracchiani Simona Flavia Malpezzi Roberto Speranza, di nome e di fatto Marco Damilano Roberto Gualtieri Davide Giacalone
Non sono percezioni di insicurezza !!! Non sono percezioni di stupri !! Non sono percezioni di femminicidio ! Non sono percezioni di spaccio !! Non sono percezioni di omicidio di donne innocenti !! Non sono percezioni di russe e accoltellamenti !! Non sono percezioni di rapine, non sono percezioni di furti e di violenze continue e gratuite e AHINOI impunite !! 😭😭😭😓😓😨😨😨🤔🤔🤔🤔🤬🤬🤬🤬🤬😭😓😨🤔🤬🤬🤬. Non ci sono parole per commentare questa disgustosa #serva della #giustizia; dovrebbero mandarla in #galera .
Questa era innamorata.......😓🤬😓
E questi sono i #magistrati che dovrebbero difendere gli italiani???
Ecco la #verità, la #magistratura di #sinistra (rossa) ha rovinato l'Italia....Non ci si può difendere !!!
Ma, mi e vi chiedo, una #procuratrice come può esprimere un parere del #genere; e se la #vittima fosse stata sua madre ??? Aldilà del ruolo che ricopre.......MHAAAH.....Sono questi #PM che rovinano l’Italia e c’è ne sono tanti, purtroppo !!! Ma se questi #clandestini, #delinquenti, #stupratori, #violenti, #spacciatori #rapinatori falliti, che NON dovrebbero essere accolti e NON dovrebbero nemmeno arrivare in #Italia, avessero #massacrato una loro sorella, la madre, o poliziotte o donne carabiniere, etc.; queste pseudo procuratrici, di non so cosa, ragionerebbero così, come sta ragionando questa ca...ra ?? La classica #buonista decerebrata !!
Io direi che la procuratrice, senza nulla di spettacolare, dovrebbe DIMETTERSI per inadeguatezza all’incarico !!! Ma scusate, cos'è, un #magistrato della Repubblica o un #giudice di un #concorso per #immigrati palestrati ??? Si #dimetta immediatamente e chieda #scusa !! Vergogna, #vergogna !!
Quanti #giudici #sinistroidi, che NON fanno i #magistrati, ma i #politici, dovrebbero essere #radiati, #cacciati dalla #magistratura !?!?!! L'ho ha detto uno di loro, l'ex #Presidente della associazione magistrati Palamara.
IL #PD, AHINOI, È CHIARO DALLA SUA NASCITA, che ODIA GLI #ITALIANI; E QUESTI SONO GLI EFFETTI PRATICI DELL' ANTI ITALIANISMO NELLA MAGISTRATURA DI SINISTRA, PURTROPPO !!! Le #sinistre hanno diffuso e imposto questo anti italianismo, in nome di un #falso #buonismo e di una #finta ed #interessata #solidarietà ed #accoglienza per e nei confronti degli #immigrati e i #migranti, nelle #scuole, #università e #istituzioni #PUBBLICHE, con i risultati #negativi e #pericolosi ogni giorno sotto gli occhi di tutti gli italiani, purtroppo 😭!!! Ecco perché occorre con urgenza e determinazione una giusta, corretta ed efficace riforma della magistratura, con la quale scongiurare ed eliminare la possibilità che i giudici facciano politica attiva nell'esercizio delle loro funzioni e con la quale "OBBLIGARE" i giudici ad essere #superpartes, al di sopra delle #ideologie, corretti ed #imparziali nell'applicazione della #legge !!!
L'ITALIA E GLI ITALIANI HANNO URGENTE BISOGNO DI QUESTO !!! Giorgia Meloni Antonio Tajani Matteo Salvini Ministero della Giustizia Matteo Piantedosi Matteo Piantedosi Guido Crosetto Palazzo Chigi - Presidenza del Consiglio dei Ministri Sergio Mattarella Camera dei deputati Palazzo Madama (Official) CEI - Conferenza Episcopale Italiana Sostenitori Delle Forze Dell'Ordine
Buona giornata Paolo.
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L'Anm approva la mozione congressuale: «No alla separazione delle carriere»
L'Anm approva la mozione congressuale: «No alla separazione delle carriere». “L’unicità della magistratura è valore fondante del nostro associazionismo, tale sua caratteristica ontologica è incompatibile con ogni possibilità di mediazione e trattativa sugli specifici contenuti delle riforme. La separazione delle carriere non è affatto funzionale a garantire la terzietà del giudice, ma appare piuttosto uno strumento per indebolire in modo sostanziale il ruolo del pubblico ministero e, conseguentemente, la funzione di controllo di legalità rimessa al giudice e lascia presagire che venga agitata come strumento di ritorsione e minaccia nei confronti della magistratura tutta”. È quanto recita il testo della mozione congressuale, approvata all'unanimità, che ha chiuso il 36esimo congresso dell'Anm a Palermo, letta dal segretario generale dell'Associazione Salvatore Casciaro. “Oggi giudici e pubblici ministeri - si legge nel documento - sono uniti nell'esercizio della giurisdizione, hanno una comune cultura e fruiscono delle stesse garanzie costituzionali. Separarli rischia concretamente di attrarre la magistratura requirente nell'orbita del potere politico e del controllo governativo, come avviene, in modo formale o sostanziale, in tutti i Paesi nei quali la magistratura è separata”. "Il Consiglio superiore della magistratura è l'unico presidio posto dalla Costituzione a tutela dell'autonomia ed indipendenza della magistratura, che è indispensabile per realizzare l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Le riforme prospettate indebolirebbero fatalmente l'organo di autogoverno dei magistrati, riducendone le competenze, eliminando quelle di maggior rilievo, compromettendone l'autorevolezza e alterando la proporzione tra componenti laici e togati. Tale indebolimento pregiudica la realizzazione dell'uguaglianza formale e sostanziale dei cittadini", prosegue la mozione dell’Anm. Il presidente dell'associazione magistrati, Giuseppe Santalucia, si rivolge direttamente al guardasigilli Nordio: «Noi stiamo chiudendo culturalmente ad una riforma che non porterebbe alcun beneficio alla giustizia e che porrebbe in pericolo l'indipendenza della magistratura e quindi al ministro che ci dice che non è in discussione l'indipendenza del pubblico ministero e che il pm di domani, da lui disegnato, avrà la stessa indipendenza di quello odierno, diciamo ma se così è perché toccarlo? Teniamoci l'indipendenza che abbiamo già». Sulla separazione delle carriere è intervenuto anche il leader del M5S Giuseppe Conte, sottolineando che sulla riforma «la nostra posizione è molto chiara. Noi non riteniamo che il modello italiano vada rivisto. È un modello che si sta rivelando virtuoso. I passaggi di carriera sono insignificanti». Conte ha aggiunto che la direzione che sta prendendo il governo è quella del «magistrato requirente assoggettato al potere politico». «La riforma della giustizia - ha aggiunto l’ex premier - è un pilastro fondamentale del disegno riformatore» del governo. Un processo «di accentramento e di ridistribuzione dei poteri in senso verticistico. Difficilmente questo disegno potrà completarsi con una magistratura indipendente. Di qui la prospettiva della separazione delle carriere e la riforma del Csm, la revisione dell'obbligatorietà della legge penale. Sono tutti corollari di un medesimo disegno riformatore. È evidente che la svolta autoritaria presenta assonanze con il progetto di rinascita democratica della P2».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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