#Maestoso Editions
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Hey all, my friend Iris is disabled and homeless. They've barely been surviving for the past couple years living in and out of hotels entirely off of donations and goodwill. Please take the time to check the link and read through the details and get the full story. please share this post around, if you can please share the link on your own socials, and if at all possible please consider donating so that Iris can afford food and meds for the day/week and hopefully not get thrown out of their current lodgings once again. They narrowly avoided death by homelessness about a month ago and the situation has barely improved in the slightest. please please please share/reblog/signal boost etc, please donate if you can, please spread the word so my friend can stay alive.
#maestoso#Irisposting#Eyes on Iris#crowdfunding#signal boost#had to edit this bc apparently “link” posts just plain dont fuckin work anymore lmao
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Thought I’d try something 🫠 this is my first time editing, don’t know if I’ll do it again but I had to get this out of my brain.
Music: Tchaikovsky: The Nutcracker, Op. 71, Act II: No. 14a, Pas de deux. Andante maestoso
Clips used:
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#f1#my edit#f1 edit#charles leclerc#charles leclerc edit#monaco gp 2024#I’ve been listening to classical music all week and the nutcracker’s pas de deux is so tragically beautiful#formula 1#ferrari f1#Youtube
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Trapped in his Maestoso | BBH
Fluffy’s note: Hi! This is my third series to be posted here in Tumblr. I hope you give much love to this. Enjoy! 😊💕
Group: EXO
Member: Byun Baekhyun
Theme: Angst | Fluff | Rated M | University!AU | Football!AU
his fingers played beautifully and under his rhythm was you.
This book cover is edited by yours truly again. 😘
prologue
You were never a fan of music.
You were more on a book kind of person that enjoys silence and being lone. In short, an introvert.
A non-social being who intends to be concerned having her own thoughts and feelings kept to herself rather than showcasing them to other people.
Isolated.
Abandoned.
Betrayed.
You're not supposed to be like this. But it just so happen that you were prone to having cruel and unworthy people in your life. You got tired of being dragged along a dark path, not knowing what will be of you once you see the light.
So you chose to be alone.
"It's for the best," you say.
But he thought otherwise.
His melody was not like the deafening silence, nor the feeling of being lone, but you long for it.
Were you willing to be played under his slender fingers that do majestic notes, sliding onto the smooth surface of his piano?
—
get ready for sexy baek.
— ( • ㅅ. • ) —
♫ Ch. 1
#exo#exo fanfic#exo imagine#exo fluff#exo angst#exo x you#exo x reader#exo x oc#kpop#kpop fanfic#kpop fluff#kpop angst#kpop imagine#kpop series#exo series#exo baekhyun#baekhyun#baekhyun fanfic#baekhyun series#baekhyun imagine#baekhyun fluff#baekhyun angst#baekhyun x you#baekhyun x oc#baekhyun x reader
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I suggerimenti per questa settimana per la pagina Do You Classical Guitar? che gestisco come influencer per Amazon sono quelli che seguono.
Per quanto riguarda le pubblicazioni, segnalo il libro di Angelo Gilardino La Chitarra, edito da Curci, che in un volume raccoglie le biografie quasi-romanzate dei più importanti compositori legati allo strumento a sei corde. A questo aggiungo il capolavoro di Alvaro Company per chitarra sola La Seis Cuerdas nella nuova edizione pubblicata da Bèrben.
Per quel che riguarda la discografia per chitarra, segnalo il CD Set di Brilliant Classics dedicato a Manuel Maria Ponce con le intrpretazioni della musica del compositore messicano a cura del chitarrista francese Gérard Abiton (le interpretazioni sono ottime ma pur riportando complete, mancano all’appello alcune opere). Segue il disco del virtuoso italiano Aniello Desiderio dal titolo Nocturnal della Maestoso Editions. Un compact disc che raccoglie la musica di compositori del XX e del XXI secolo.
La pagina Do You Classical Guitar? è raggiungibile da questo link: https://www.amazon.com/shop/cristianoporqueddu
I suggerimenti della settimana #4 I suggerimenti per questa settimana per la pagina Do You Classical Guitar? che gestisco come influencer per Amazon sono quelli che seguono.
#Alvaro Company#Amazon Influencer#Angelo Gilardino#Aniello Desiderio#Edizioni Berben#Edizioni Curci#Gérard Abiton#Maestoso Editions#Manuel Maria Ponce
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Sword Art Online: Alicization, svelata in un nuovo trailer la sigla di War of Underworld
La terza stagione dell’anime proseguirà con il nuovo arco narrativo dal 12 ottobre!
In vista del debutto dell’atteso nuovo arco narrativo “War of Underworld”, previsto in Giappone per il 12 ottobre, è stato diffuso un nuovo trailer di “Sword Art Online: Alicization” che anticipa la prossima sigla di testa della serie animata; il brano si intitola “Resolution” ed è cantato da Haruka Tomatsu, la doppiatrice di Asuna Yuuki.
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La terza stagione dell’anime, tratto dal romanzo di Reiki Kawahara, edito nel nostro paese da J-POP, prende il nome dalla saga di Alicization che viene raccontata dal 9° al 18° volume dell’opera. I 24 episodi già andati in onda fra ottobre 2018 e marzo 2019, sono attualmente disponibili in streaming, sottotitolati in italiano, su VVVVID. I primi 12 sono distribuiti in home video, anche doppiati, dallo scorso 24 luglio.
Kirito spalanca gli occhi e la domanda che gli sale alle labbra è piuttosto familiare: “Dove mi trovo?” Come altre volte, Kirito è entrato in un mondo parallelo ma stavolta ha perso i ricordi che precedono il tanto familiare “LINK START”. Muovendosi in questo nuovo mondo arriva all’ombra di un maestoso albero dove incontra un ragazzino, Eugeo. Stranamente, Eugeo dimostra più emozioni e sensibilità di un comune NPC scatenando in Kirito ulteriori domande e ricordi sopiti…
La serie, diretta da Manabu Ono (Kyoukaisenjou no Horizon, Mahouka Koukou no Rettousei), con l’aiuto di Takashi Sakuma, presso lo studio A-1 Pictures (Fate/Apocrypha, Wotakoi: L'amore è complicato per gli otaku), ha fatto il suo debutto il 7 ottobre dello scorso anno, con un primo episodio della durata di circa un’ora, e ne era stata confermata preventivamente la trasmissione per quattro cour, ovvero sei mesi.
Il romanzo ha ispirato finora due stagioni dell’anime nel 2012 e nel 2014, così come lo speciale “Sword Art Online: Extra Edition” nel 2013 e il film “Sword Art Online: Ordinal Scale” uscito anche nelle nostre sale il 13 e 14 giugno 2018. Tutti gli adattamenti sono disponibili in Italia grazie a Dynit.
Autore: SilenziO))) (@S1lenzi0)
[FONTE]
#sao#alicization#war of underworld#sword art online#anime#manga#light novel#cartoni animati#giappone#animazione#haruka tomatsu#sword art online alicization#newsintheshell#news in the shell
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“Sapeva quando vivere e quando morire, mi torturò vederlo in miseria”: quando Wystan H. Auden chiese ad Hannah Arendt di sposarlo (e lei lo rifiutò)
Cinquant’anni fa accadono due cose decisive nella vita di Wystan H. Auden, uno dei poeti centrali – per opere, intensità saggistica e molteplice attitudine del verso – del secondo Novecento. Nel tardo agosto del 1969, in Svizzera, muore Erika Mann, la primogenita di Thomas. Nel 1935, Auden aveva accettato – su consiglio dell’amico amato Christopher Isherwood – di sposarla, per consentirle l’ottenimento del passaporto britannico e la conseguente fuga in UK. Era lesbica, Erika. In quello stesso anno, ripescando le lezioni del suo antico prof, J.R.R. Tolkien (era il 1926) e la passione per l’insularità islandese (ad esempio: Letters from Iceland, 1936), Auden traduce l’Edda poetica, il repertorio di miti medioevali, referto di re e spade e lupi e verbi, repertorio identitario di lassù. L’altra cosa decisiva è questa. Auden chiede ad Hannah Arendt di sposarlo. La Arendt ha grosso modo la sua età – 63 anni, quell’anno – qualche anno prima ha pubblicato il celebratissimo La banalità del male. La filosofa rifiuta il poeta. “Il poeta Wystan H. Auden, con cui Hannah era amica dalla fine degli anni cinquanta, andò nel suo appartamento e le fece una proposta di matrimonio. Hannah, ovviamente, gli disse di no, ma questo non la sollevò, perché presagiva che Auden avrebbe preso male questo rifiuto. Auden negli ultimi anni era decaduto da quell’elegante gentleman che era a un clochard trascurato ed era chiaramente disperato nel profondo. Dopo la risposta negativa di Hannah, Auden si ubriacò senza freni e Hannah dovette trascinarlo sull’ascensore. ‘Io odio la compassione’, scrisse Hannah allora a Mary McCarthy, ‘mi spaventa, da sempre, e credo di non aver mai conosciuto qualcuno che abbia provocato in me così tanta compassione’” (da Alois Prinz, Io Hannah Arendt, Donzelli, 1999). Nel 1972, per Faber, Auden pubblica l’ultimo libro di poesie, Epistle to a Godson; a Vienna, il 28 settembre del 1973, il poeta, dopo una lettura di poesie, muore, infarto. Poeta geniale (le Poesie scelte sono edite da Adelphi, 2016, ma sarebbe bello pubblicare come si deve, singolarmente, capolavori come L’età dell’ansia e Horae canonicae), il 12 gennaio del 1975 è narrato dalla Arendt in un lungo articolo, sul “New Yorker”, Remembering W. H. Auden (che proponiamo, parzialmente, nella versione di Andrea Bianchi). A fine anno, il 4 dicembre, morirà anche lei, Hannah. “Penso sempre a Wystan”, scrive, due giorni dopo la sua morta, ancora a Mary McCarthy, “e alla miseria della sua esistenza, e al fatto che mi sia rifiutata di prendermi cura di lui quando venne e pregò di essere protetto”. (d.b.)
***
Incontrai Auden tardi. Tardi sia per me che per lui. Eravamo entrambi in quell’istante nel quale la semplice e comprensiva intimità amicale che formiamo da giovani non ci è più disponibile: non resta abbastanza davanti a noi, né potremmo sperarlo, e quindi non condividiamo l’intimità. Perciò fummo eccellenti amici ma senza confidenze. Di più, in lui vi era una riserva che scoraggiava la familiarità – né da tedesca misi alla prova questo silenzio british. Piuttosto, lo rispettai lieta, quasi fosse la segretezza necessaria al grande poeta, uno che era riuscito a imporsi di non parlare in prosa, in modo sciatto e casuale, di cose sulle quali poteva discorrere in modo più soddisfacente tramite una concentrazione densa e poetica.
Sarà la reticenza la deformazione professionale del poeta? Nel caso di Auden questo sembrava verosimile perché molti dei suoi lavori, con totale semplicità, sorgono dalla parola parlata, dagli idiomi quotidiani – come “Lay your sleeping head, my love, Human on my faithless arm.” [Deponi il tuo capo assonnato, amore mio, sul mio semplice braccio senza fede]. Questo genere di perfezione è molto rara; la troviamo nelle migliori poesie di Goethe e anche, decisamente, in quelle di Puskin, giacché la loro caratteristica è essere intraducibili. Simili poesie d’occasione sono slogate dall’originale e poi si dissolvono in una nuvoletta banale. Qui tutto dipende da “gesti fluenti che elevano i fatti dal prosaico al poetico” – un punto evidenziato dal critico Clive James nel saggio su Auden apparso sul numero del Dicembre 1973 di Commentary. Se questo stile fluente è raggiunto, siamo convinti magicamente che il linguaggio quotidiano sia latentemente poetico e, ammaestrati dallo sciamanesimo poetico, apriamo per bene le orecchie ai veri misteri della lingua. Anni fa Auden mi risultò intraducibile: fui convinta della sua grandezza. Tre traduttori tedeschi si erano dati da fare e avevano fatto stramazzare senza troppi scrupoli una delle mie poesie favorite, “If I could tell you”, la quale sorge in modo naturale da giri di frase colloquiali come “Time will tell” e “I told you so”:
Time will say nothing but I told you so. Time only knows the price we have to pay; If I could tell you I would let you know.
If we should weep when clowns put on their show, If we should stumble when musicians play, Time will say nothing but I told you so.
The winds must come from somewhere when they blow, There must be reasons why the leaves decay; Time will say nothing but I told you so.
Suppose the lions all get up and go, And all the brooks and soldiers run away; Will Time say nothing but I told you so? If I could tell you I would let you know.
[Il tempo non lo dirà, io te lo dicevo. / Solo il tempo sa il prezzo da pagare; / se lo sapessi te lo direi. // Se dovessimo piangere quando i clown si danno da fare, / se dovessimo inciampare quando suonano i musicisti, / il tempo non lo dirà, io te lo dicevo. // Il vento verrà pure da qualche parte se ora soffia qui, / ci saranno cause che fan gialle le foglie; / Il tempo non lo dirà, io te lo dicevo. // Ora pensa che i Leoni prendono e se ne vanno, / e tutti i ruscelli e soldati se ne fuggono; / il tempo non lo dirà, ma io? / Potessi dirtelo, lo sapresti]
Vederlo alla fine caduto in miseria, senza una giacca o un paio di scarpe di riserva, mi fece capire vagamente perché si nascondesse dietro il motto “Enumera le tue fortune”; pure, trovavo difficile capire appieno perché rimanesse in miseria senza riuscire a far nulla in quelle circostanze assurde che gli rendevano insopportabile quel che gli rimaneva da vivere. Era ragionevolmente famoso e una simile ambizione non contò mai troppo per lui perché era il meno vanesio tra gli autori che conoscevo – del tutto immune alle vulnerabilità infinite che sappiamo essere prodotte dalla gretta vanità. Non dico che fosse umile; nel suo caso era la confidenza con se stesso che lo proteggeva dagli adulatori e questa sua qualità esisteva prima di ogni riconoscimento e di ogni fama, prima addirittura di ogni successo.
*
Geoffrey Grigson, nel Times Literary Supplement, riporta questo dialogo tra il giovanissimo Auden e il suo relatore a Oxford. “Tutor: ‘E cosa farà, Mr. Aunde, quando lascerà l’università? Auden: ‘Farò il poeta.’ Tutor: ‘Bene, in questo caso troverà utile aver insegnato Inglese.’ Auden: ‘Non capisce. Farò il grande poeta’”. Questa confidenza non lo lasciò mai, ma non gli proveniva da confronti con gli altri o dal tagliare per primo il traguardo; era naturale, ben connessa, ma non identica, con la sua enorme abilità a trattare la lingua, e a farlo rapidamente, quando gli andava a genio. E poi non gli andava nemmeno a genio, perché non esibiva la perfezione finale, né vi aspirava. Sempre tornava alle sue vecchie poesie, d’accordo con Valéry quando dice che una poesia non è mai chiusa per sempre, ma solo abbandonata. In altre parole Auden era benedetto da quella rara confidenza in se stesso che non abbisogna di ammirazione e di buone opinioni altrui; e che può benissimo reggere l’autocritica senza cadere nel trabocchetto del dubbio perpetuo su se stessi. E la cosa spesso la confondiamo con l’arroganza: Auden non fu mai arrogante tranne quando qualche volgarità lo provocava; allora si proteggeva con i modi rudi e abbastanza improvvisi, tipici dell’inglese di razza. […]
*
Auden era più saggio di Brecht, ma non era sveglio quanto lui. Auden sapeva che “la poesia non fa accadere nulla”. Per lui era piena insensatezza che il poeta avocasse a sé speciali privilegi o chiedesse permessi che siamo felici di elargire in gratitudine a tutti. Nulla era maestoso in Auden quanto la sua integra sanità e la sua salda reputazione per la sanità; ai suoi occhi tutti i generi di follia erano assenza di disciplina – indecente, indecente usava dire. Il fatto principale era non avere illusioni, non accettare pensieri (tantomeno se sistematici) che ci chiudessero gli occhi davanti alla realtà. Auden rigettò le sue immature credenze leftist per gli eventi che sappiamo: processi a Mosca, patto Hitler-Stalin, esperienze di guerra civile spagnola. Furono gli eventi a mostrare tutta la sinistra come “disonesta e vergognosa”, come ebbe a scrivere introducendo Collected Shorter Poems. Così è chiaro per sempre da dove saltava fuori il suo:
History to the defeated may say alas but cannot help nor pardon.
[La storia agli sconfitti / sta bene se lo dite ma non giova né perdona.]
E questo equivaleva a dire che “quel che accade è tutto per il meglio”. Auden protestava di non aver mai creduto in questa pessima dottrina, anche se qui sono in dubbio perché quei versi sono troppo buoni, troppo precisi per essere stati prodotti dalla sola efficacia retorica; inoltre, Auden sarebbe stato l’unico a scostarsi dall’ottimismo dei leftist degli anni Venti e Trenta, se veramente avesse creduto alla poesia e non al senso di quello che scriveva. Comunque sia venne il tempo in cui
In the nightmare of the dark All the dogs of Europe bark . . .
Intellectual disgrace Stares from every human face—
[Nell’incubo del buio / Tutta Europa latra . . . / Disgrazia di chi pensa / La noti su tutti i volti]
Ed era il momento in cui sembrava che il peggio sarebbe successo e il male fosse l’unico a cavarsela. Il patto Hitler-Stalin era la svolta da sinistra; ora andavano abbandonate tutte le fedi nella storia quale tribunale finale che giudica le sorti terrene.
Negli anni Quaranta furono in molti a rivoltarsi contro le loro credenze, ma lo fecero dopo Auden, e in ogni caso pochi capirono quel che fosse andato storto dentro il meccanismo fideistico. Ma costoro non smisero del tutto le loro devozioni nella storia e nel successo: semplicemente e di fatto, cambiarono treno. Il treno socialista e comunista era andato male, e presero il biglietto per un viaggio nelle terre del Capitale, dove trovarono Freud insieme a qualche truciolo marxista, un treno ben sofisticato insomma. All’opposto, Auden si fece cristiano e quindi lasciò pure lui il treno della storia. Non so se Stephen Spender abbia ragione a ribadire che la fede fosse la sua stringente necessità; suppongo che questa necessità fosse semplicemente scrivere versi e tutto sommato sono ragionevolmente certa che la sua sanità, il grande senso che illuminava tutta la sua prosa saggistica e di recensore sia debitore verso l’ortodossia e il suo scudo protettivo. […]
*
Certamente sembra poco probabile che il giovane Auden, quando decise di dover diventare un grande poeta, conoscesse il prezzo da pagare, e penso che verso la fine – quando la semplice forza fisica del cuore se ne svaniva e non gli faceva reggere le emozioni che comunque aveva il talento per trasformare in elogio – considerasse il prezzo come troppo caro. In ogni caso noi, i suoi lettori, possiamo solo essere grati che pagò fino all’ultimo centesimo per la gloria durevole della lingua inglese. E i suoi amici possono trovare qualche consolazione nello scherzo sublime che Auden tende loro dall’altra parte del mondo – per molte ragioni, il poeta confidò a Spender che “la sua anima saggia e incosciente scelse per conto suo il giorno ideale per andarsene”. La saggezza di sapere “quando vivere e quando morire” non è concessa ai mortali ma Wystan, siamo indotti a credere, potrebbe averla ricevuta quale suprema ricompensa, quella che gli dèi crudeli elargiscono al loro servitore più fedele.
Hannah Arendt
*Traduzione italiana di Andrea Bianchi
**In copertina: “Wystan H. Auden: ritratto con sigaretta”, fotografia di Cecil Beaton
L'articolo “Sapeva quando vivere e quando morire, mi torturò vederlo in miseria”: quando Wystan H. Auden chiese ad Hannah Arendt di sposarlo (e lei lo rifiutò) proviene da Pangea.
from pangea.news http://bit.ly/2vCqga0
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Luoghi Abbandonati La DISCOTECA DOMINA di Toirano by Enrico Pelos... Abandoned Places (ex?) from enricopelos on Vimeo.
Fotografie Video Fotoelaborazioni Testi: Enrico Pelos enricopelos.it Editing Assembling Filmato: Enrico Pelos Music: "DOMINA (The Abandoned Discotheque)" Sound Design Created and Performed by Enrico Pelos Voce Maschile Narrante: Enrico Pelos Voce Femminile Narrante: Rita Tunes Direction: by Enrico Pelos Uno dei ‘Luoghi Abbandonati’ più affascinanti che ho visitato è stata la discoteca Domina sopra Toirano. Il nome fa onore al luogo poichè il maestoso scenario nel quale è immersa domina la Val Varatella fino al mare e permette di osservare i monti circostanti giù fino il mare ed alle città di Pietra Ligure, Loano Borghetto, Albenga, la mitica isola Gallinara. Essa è sorta sulle “ceneri” di un ristorante abbandonato realizzato nel 1970 e vi porto a fare un “viaggio” nell’immediato entroterra della Riviera di Ponente e precisamente nei pressi di Toirano. Questa della discoteca Domina è una storia controversa. C’è chi la amava, anche solo per un drink visto lo splendido scenario nel quale era immersa, e chi la odiava, come molti degli abitanti delle zone vicine per i problemi di ordine pubblico che ebbe spesso ad affrontare. Il Domina però non è stata semplicemente una discoteca, ma per molti aspetti è stato un fenomeno culturale del suo tempo, pur con gli annessi e connessi in senso positivo e/o negativo. La discoteca passò attraverso diverse gestioni ma nel 2007 venne chiusa definitivamente. Fu nel 1994 che la piccola località diventò la meta preferita degli amanti delle musica della notte è ancora composta da 4 piani ed aveva un bar con paninoteca, 2 sale coperte ed una all’esterno ed una pista in mezzo ai monti da far invidia ai tanti locali blasonati della costa. C’erano percorsi in mezzo al verde, scalette, statue in stile pseudo-neoclassico, alberi come alcuni imponenti cipressi, che contornavano il belvedere. Essa era anche conosciuta come “La discoteca sulla collina” o “La discoteca sulla montagna” e molti frequentatori venivano anche da Genova e da località più lontane della Liguriaed anche da varie parti d’Italia. Alle consolle si avvicendarono alcuni tra i migliori dj dell’epoca con i loro mix di musiche, in prevalenza elettroniche, techno, trance, progressive e furono ospiti vocalist e dj come Joe T Vannelli e numerosi ospiti stranieri. Si cominciava con la musica dal sabato pomeriggio e si andava avanti per 24 ore consecutive. L’idea conduttrice del locale era quella di ballare il più possibile in un ambiente di amicizia e fratellanza e quando gli altri locali giù in riviera come Le Vele, La Capannina, La Suerte chiudevano il “popolo della notte” si spostava lassù sulla montagna, lassù al Domina. Era considerata al tempo dagli esperti del settore la più bella location musicale del Nord Italia ed il tempio della musica tekno. Purtroppo, come spesso succede in questi casi, oltre agli amanti della musica arrivarono anche manifestazioni più o meno autorizzate con eccessi dovuti a risse e circolazione di sostanze improprie di varia natura. Negli anni seguenti seguirono periodi di abbandono come anche per altri locali famosi delle zone vicine del Ponente come la mitica Capannina di Alassio o i Pozzi di Loano. Si sono quindi susseguite aste di vendita ed in tempi recenti è stata acquistata da una persona famosa del mondo dello sport e dello spettacolo della zona. Sembra ci sia c’è l’intenzione di attuare un progetto di recupero a fini sportivi ma non solo. Tutta la zona dei monti intorno alla discoteca riveste anche un particolare interesse escursionistico, si sale anche ad esempio al Giogo di Toirano sull’Alta Via dei Monti Liguri, il “Sentiero dei Daini” e alla chiesa di San Pietro ai Monti, etc. Poco sotto troviamo le cave abbandonate con le belle pitture rupestri dell’amico Mario Nebiolo che, seppure sbiadite dal tempo, si fanno ancora intravedere tra le balze del monte sovrastante. E’ questa la storia di questo luogo ed il periodo nel quale ho scattato la maggioranza delle foto presenti in questa photo-gallery. L’edificio e l’ambiente circostante rimangono splendidi ed originali esempi, seppur nella loro decadenza e vandalizzazione, di un tempo che fu. Un muto testimone della memoria di serate che non torneranno più. Rimane però, a consolazione di coloro che frequentarono gli ambienti ed i luoghi del “locale sopra la montagna”, lo scenario affascinante della natura circostante che non è cambiato e rimane immutato con i suoi sentieri, le sue albe ed i suoi tramonti. Ai fan delle discoteca DOMINA e ai miei followers dei Luoghi abbandonati suggerisco la lettura dell’articolo completo, con foto, pubblicato sul blog Trucioli.it trucioli.it/2021/12/23/esclusivo-reportage-ex-discoteca-domina-carpe-di-toirano-fu-fenomeno-culturale-arrivavano-in-pullman-24-ore-di-musica-no-stop-e-oggi/
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IGOR LEVIT
ENCOUNTER
El pianista Igor Levit publica su álbum Encounter en formato doble LP. A la venta el 5 de marzo.
Consíguelo AQUÍ
El álbum doble de Igor Levit, Encounter es el sexto disco que el pianista publica con Sony Classical y transmite el deseo urgente por el encuentro y la unión humana, en un momento en el que la soledad está a la orden del día. El resultado es un recital muy personal. A la vez que habla con emoción de las dificultades y los sentimientos inesperados de libertad que resultan del distanciamiento social, en lo musical el recital se distingue por el espíritu objetivo de su cuidada elaboración.
Para un artista que esencialmente considera la creación musical como la comunicación con una contraparte receptiva, la incapacidad repentina de estar cerca de los demás en un espacio físico es una prueba fundamental que amenaza con despojar la base de todas las acciones personales. Igor Levit reaccionó a esta situación de inmediato al realizar un total de 53 recitales en Internet desde su casa a partir de mediados de marzo de 2020 con una audiencia que en total pronto sumará cientos de miles. Mientras tocaba el piano reflexionaba sobre la música, que plantea las preguntas básicas sobre la existencia humana de una manera eternamente válida. Sorprendentemente, la comunidad virtual reaccionó con más fuerza a su interpretación de una pieza que probablemente solo conocían unos pocos oyentes: el trabajo meditativo y musicalmente reducido de Morton Feldman, Palais de Mari, de 1986.
“El aislamiento en casa en las semanas transcurridas desde mediados de marzo de 2020 a menudo también fue difícil para mí. Como artista, sin embargo, nunca me había sentido tan libre, tan abierto en mi vida como en aquellos días en que a menudo decidía media hora antes de la transmisión en directo lo que tocaría en los conciertos desde mi casa”, informa Igor Levit. Ya sea Antônio Carlos Jobim, Fred Hersch o Nina Simone, Bach, Brahms o Feldman, la decisión final estaba marcada por lo que parecía relevante en ese momento, y lo que ofrecería fuerza interior y apoyo emocional. La ausencia de toda rutina de la actividad de conciertos obviamente tuvo sus aspectos positivos: “Poder hacer música sin ninguna imposición y elegir espontáneamente obras en las que se exploran todas las preguntas sobre el amor y la muerte, la soledad y la posibilidad de un verdadero amor por los demás le ha dado a mi estilo pianístico un nivel de libertad que nunca antes había experimentado en esta forma".
Con Encounter, Levit ofrece varias de las obras presentadas en sus conciertos interpretados desde casa, obras que rara vez se escuchan en la sala de conciertos como parte de un ciclo, como es el caso de las transcripciones de Ferruccio Busoni de los Preludios Corales de Bach o la selección de Busoni de los once Preludios Corales op. 122 de Johannes Brahms. La cultura musical en un contexto cristiano y litúrgico, tras haber perdido popularidad hoy en día, es objeto de un enfoque renovado por el intérprete del aclamado ciclo de 32 Sonatas para Piano de Beethoven. Gran parte todavía suena familiar, aunque rara vez se experimenta en un contexto en directo.
Las obras elegidas por Levit abarcan desde principios del siglo XVIII hasta la década de 1980. Con la excepción de Palacio de Mari de Morton Feldman, de 25minutos de duración, que por diversas razones se le da una posición especial, los dos discos se centran principalmente en arreglos pianísticamente ambiciosos y altamente artísticos de composiciones vocales. Una vez más, el pianista trasciende los límites de su instrumento y sus 88 teclas. Asume el papel de un organista que hace resonar los amplios espacios de las naves de la iglesia, captura el canto coral de congregaciones de iglesias enteras bajo sus dedos y le da a la devastadora certeza de la muerte en Vier ernste Gesänge de Johannes Brahms su espacio resonante e instrumental. Levit colecciona mundos musicales: el repertorio hábilmente elegido combina un nivel máximo de experiencia sensual con inmersión desinhibida en lo espiritual. Grabado en la acústica transparente y generosa de la Jesus-Christus-Kirche en Berlin-Dahlem, "Encounter" no es un álbum religioso. Presenta encuentros con arquetipos musicales que generalmente son válidos y también capaces de hablar sin textos cantados.
Johann Sebastian Bach, el "progenitor de la armonía", está constantemente al lado del oyente en este viaje interior, cuyos compositores están interconectados biográfica y estéticamente de muchas maneras. Busoni realizó los arreglos de las obras de Bach en el año en que murió Johannes Brahms. Sus Preludios Corales para órgano, su último trabajo y un homenaje a Bach, también fueron objeto de arreglos para piano de Busoni. La preparación del Vier ernste Gesänge se remonta a Max Reger, el admirador brillante de Brahms del Alto Palatinado, quien en su juventud fue acusado de ser demasiado "Brahmsiano" en comparación con su modelo a seguir. El corto de Reger Nachtlied (Canción Nocturna) para coro mixto no acompañado del Acht geistliche Gesänge de septiembre de 1914 se puede escuchar aquí en la versión con arreglos de Julian Becker.
El estadounidense Feldman es el único compositor en este álbum que, aunque estaba orgulloso del hecho de que su primer maestro de piano había estudiado con el maestro de Ferruccio Busoni, está completamente alejado de la tradición musical alemana caracterizada por la herencia de la música de la iglesia luterana. El suave resplandor de sus muy pocas notas, el encanto de la música que se repite irregularmente en un ritmo lento, el suspenso de ejes simétricos rotos, todo esto convierte el Palais de Mari de Morton Feldman en el epítome de un espacio abierto y experimental. En esta pieza, todos los encuentros realizados sin ninguna imposición, parecen posibles nuevamente.
JOHANN SEBASTIAN BACH (1685–1750) arr. FERRUCCIO BUSONI (1866–1924)
10 Chorale Preludes BV B 27 1 No. 1: Komm, Gott Schöpfer, Heiliger Geist BWV 667 Vivace maestoso 2 No. 2: Wachet auf, ruft uns die Stimme BWV 645 Allegretto tranquillo 3 No. 3: Nun komm, der Heiden Heiland BWV 659 Adagio 4 No. 4: Nun freut euch, lieben Christen gmein BWV 734 Allegro 5 No. 5: Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ BWV 639 Andante 6 No. 6: Herr Gott, nun schleuß den Himmel auf BWV 617 Un poco agitato 7 No. 7a: Durch Adams Fall ist ganz verderbt BWV 637 Andante mesto 8 No. 7b: Durch Adams Fall ist ganz verderbt BWV 705 (App. B) Fuga. Molto sostenuto 9 No. 8: In dir ist Freude BWV 615 Allegro marcato 10 No. 9: Jesus Christus, unser Heiland BWV 665 Andante non troppo
JOHANNES BRAHMS (1833–1897) arr. FERRUCCIO BUSONI
6 Chorale Preludes BV B 50 11 Herzlich tut mich erfreuen op. posth. 122/4 Andante tranquillo 12 Schmücke dich, o liebe Seele op. 122/5 [Andante, quasi Adagio] 13 Es ist ein Ros entsprungen op. 122/8 [Andantino] 14 Herzlich tut mich verlangen op. 122/9 Moderato deciso 15 Herzlich tut mich verlangen op. 122/10 Andante tranquillo 16 O Welt, ich muss dich lassen op. 122/11 Solennemente. Molto sostenuto
JOHANNES BRAHMS arr. Max Reger (1873–1916)
Vier ernste Gesänge 1 Denn es gehet dem Menschen wie dem Vieh op. 121/1 Andante 2 Ich wandte mich und sahe an alle op. 121/2 Andante 3 O Tod, wie bitter bist du op. 121/3 Grave 4 Wenn ich mit Menschen- und mit Engelszungen redete op. 121/4 Andante con moto ed anima
MAX REGER arr. Julian Becker (*2005)
5 Nachtlied op. 138/3 Ziemlich langsam (q = 60)
MORTON FELDMAN (1926–1987)
6 Palais de Mari
Igor Levit piano
Grabación: Berlín, Jesus-Christus-Kirche, 25 y 28 de mayo de 2020 Productor Ejecutivo: Jack Ryan Smith Productor e Ingeniero de Grabación: Andreas Neubronner Editor: Copyright Control [CD 2, Tr. 5]; Universal Edition [CD 2, Tr. 6] (P) 2020 Sony Music Entertainment
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have another edit
#maestoso#nevermore webcomic#edit#i dont like them tbh#i hope something unpleasant eventually happens to them
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[2021年01月15日の記事一覧 https://bit.ly/3stCZbd] https://dopingcomplex.blogspot.com/2021/01/20210115-httpsbitly3stczbd.html
(全 44 件)
1. cinema staff - シャドウ
2. cinema staff - deadman
3. cinema staff - 陸にある海
4. ASIAN KUNG-FU GENERATION - さよならロストジェネレイション
5. ASIAN KUNG-FU GENERATION - 夜を越えて
6. ASIAN KUNG-FU GENERATION - 君の街まで (2016 Version) - 2016 Rerecorded
7. ASIAN KUNG-FU GENERATION - 極楽寺ハートブレイク
8. ASIAN KUNG-FU GENERATION - オールドスクール
9. ASIAN KUNG-FU GENERATION - ボーイズ&ガールズ (Album Mix) - Hometown Version
10. ASIAN KUNG-FU GENERATION - 白に染めろ
11. ASIAN KUNG-FU GENERATION - リライト (2016 Version) - 2016 Rerecorded
12. ASIAN KUNG-FU GENERATION - AとZ
13. ASIAN KUNG-FU GENERATION - クロックワーク
14. ヒゲドライバー - Nipponia
15. Dj CUTMAN - Snowdin
16. Lisa - Dawn
17. ドミトリー・ショ���タコーヴィチ - Symphony No. 10 in E Minor, Op. 93: II. Allegro
18. 大原ゆい子 - 旅人の唄
19. Tsuko G. - Reset Man
20. エミネム - Key - Skit
21. Club Unicorn - Immediate Murder Professionals Jingle (From "Helluva Boss")
22. High Tide Lofi - Sea Shanty 2
23. クロード・ドビュッシー - Préludes, Livre II, L. 123: No. 8, Ondine
24. ルートヴィヒ・ヴァン・ベートーヴェン - Piano Sonata No. 26 in E-Flat Major, Op. 81a "Les adieux": II. Abwesenheit. Andante espressivo
25. Amalee - Glassy Sky (From "Tokyo Ghoul") [REMIX]
26. Tre Watson - Hell Stew
27. ORANGE RANGE - HIBISCUS -REFINISHED-
28. UQiYO - Cresent
29. 岩崎琢 - Hell or Heaven
30. ヨルシカ - 春泥棒
31. The5ive6ix - I'm Still Trappin'
32. Qumu - To the Other Side
33. ヴォルフガング・アマデウス・モーツァルト - Sinfonia Concertante For Violin, Viola And Orchestra In E Flat, K.364: 1. Allegro maestoso
34. 佐々木恵梨 - はるのとなり - TVSize
35. NIYARI計画 - Myra ORIGINAL COVER INST Ver.
36. DOES - 斬り結び
37. H ZETTRIO - KARATE FUNK
38. 川井憲次 - Paris Open City
39. 中野家の五つ子 - 五等分のカタチ
40. DJ Trendsetter - Decadence Arizona
41. The Greatest Bits - Mashed Potato Emote (From "Fortnite Battle Royale")
42. Kensabeast - Frequencies
43. 菅野祐悟 - ビルの講義
44. t+pazolite - YURUSHITE(Uncut Edition)
from dopingconsommecomplex https://bit.ly/3stCZbd from dopingcomplex, https://dopingcomplex.blogspot.com/2021/01/20210115-httpsbitly3stczbd.html
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Normalizar escuchar música clásica porque si, porque es linda y porque le gusta al gato
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Herbert von Karajan made his first - and perharps most thrilling - recording of the complete Beethoven Symphonies with the Philharmonia Orchestra in the early 1950's. The set, a jewel of the Warner Classics catalogue, was recorded in mono, but an expetimental stereo version of the 9th Symphony was made in parallel at the sessions in Vienna. LUDWIG VAN BEETHOVENSymphony No. 9 in D minor, Op.125 ‘Choral’Side A Side B Side C Side DI. Allegro ma non troppo, un poco maestosoII. Molto vivace – PrestoIII. Adagio molto e cantabile – Andante moderatoIV. Presto – Recitativo – Allegro assai – Allegro assai vivace – Alla marcia – Andante maestoso – Allegro energico, sempre ben marcato – Allegro ma non troppo – Prestissimo ELISABETH SCHWARZKOPF soprano ·MARGA HÖFFGEN contralto · ERNST HAEFLIGER tenor · OTTO EDELMANN bassStereo mix issued for the 1st time in the Karajan Official Remastered Edition (Warner Classics, 2014) Recorded: 24–29.VII.1955, Musikvereinssaal, ViennaProducer: Walter Legge, Balance engineer: unknown Release Date: 5 July 2019
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Sword Art Online: Alicization, nuovo trailer per l’arco War of Underworld
La serie anime tornerà con i nuovi episodi ad ottobre.
Diffuso un nuovo teaser trailer di “Sword Art Online: Alicization”, in vista del ritorno della serie ad ottobre 2019 con l’arco narrativo “War of Underworld”.
youtube
La terza stagione dell’anime, tratto dal romanzo di Reiki Kawahara, edito nel nostro paese da J-POP, prende il nome dalla saga di Alicization, che viene raccontata dal 9° al 18° volume dell’opera. I 24 episodi andati in onda fra ottobre 2018 e marzo 2019, sono attualmente disponibili in streaming, sottotitolati in italiano, su VVVVID. I primi 12 saranno distribuiti in home video, anche doppiati, a partire dal 24 luglio.
Kirito spalanca gli occhi e la domanda che gli sale alle labbra è piuttosto familiare: “Dove mi trovo?” Come altre volte, Kirito è entrato in un mondo parallelo ma stavolta ha perso i ricordi che precedono il tanto familiare “LINK START”. Muovendosi in questo nuovo mondo arriva all’ombra di un maestoso albero dove incontra un ragazzino, Eugeo. Stranamente, Eugeo dimostra più emozioni e sensibilità di un comune NPC scatenando in Kirito ulteriori domande e ricordi sopiti…
La serie, diretta da Manabu Ono (Kyoukaisenjou no Horizon, Mahouka Koukou no Rettousei), con l’aiuto di Takashi Sakuma, presso lo studio A-1 Pictures, ha fatto il suo debutto il 7 ottobre dello scorso anno, con un primo episodio della durata di circa un’ora, e ne era stata confermata preventivamente la trasmissione per quattro cour, ovvero sei mesi.
Il romanzo ha ispirato finora due stagioni dell’anime nel 2012 e nel 2014, così come lo speciale “Sword Art Online: Extra Edition” nel 2013 e il film “Sword Art Online: Ordinal Scale” uscito anche nelle nostre sale il 13 e 14 giugno 2018. Tutti gli adattamenti sono disponibili in Italia grazie a Dynit.
SilenziO)))
[FONTE]
#anime#sao#sword art online#alicization#war of underworld#sword art online: alicization#animazione#serie tv#manga#light novel#newsintheshell#news in the shell
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FRÉDÉRIC MALLE EDITIONS DE PARFUMS • SUPERSTITIOUS • ALBER ELBAZ par FRÉDÉRIC MALLE - Eau de Parfum - Novità 2017 -
Superstizioso chi? Rito apotropaico. Vaporizzare con generosità e ammirazione su polsi e nuca. Alber Elbaz e Frédéric Malle credono nel mistero. Nella capacità di mantenere vivo il gusto dell'irrazionalità, un'energia spesso trascurata eppure essenziale in un mondo in cui tutto appare così logico, organizzato, programmato. Oltre le parole, le immagini, la ragione, ci sono territori emozionali inesplorati dove ci si affida ad un sesto senso, alle nostre superstizioni, senza giudicarle, senza tentare di soffocarle, abbandonandosi e confidando nei propri istinti. La fragranza che hanno creato insieme contiene questo enigma, una trama liberamente interpretata da entrambi, che lascia libero corso all'immaginazione e non pretende di risolvere alcun arcano, anzi, ne enfatizza i contorni per renderlo potente, una forza che trascina oltre il ponderabile, oltre ogni intuibile desiderio. Supertitious è una donna elegante e sconosciuta che al suo passaggio inavvertitamente ti sfiora, il suo profumo è indefinibile, ne percepisci la complessa raffinata architettura, ma risulta impossibile carpirne la genesi, individuarne i componenti, scoprirne il nome. Nulla di più intrigante. Un profumo da rincorrere con la memoria nella fluidità del piacere. Nei suoi palpiti ogni donna saprà scorgere un richiamo profondamente avvincente e personale. Un profumo che sa andare oltre la parola, un tutto intrappolato in un unicum. Il sesto senso della femminilità fatto fragranza. Scovato nel passato e così scaltramente moderno. La sua meraviglia è la sua indecifrabilità, un capolavoro astratto prodigiosamente complicato, avvincente nella preziosa intangibile bellezza del suo bouquet, la sontuosa assoluta di rosa turca e gelsomino, i riverberi vellutati di pesca e albicocca, la profonda armonia di incenso, labdano, legno di sandalo, vetiver di Haiti, patchouli e muschio. Il mistero è seducente. La fragranza è racchiusa nel flacone laccato nero, decorato con occhio-logo disegnato da Alber Elbaz che ricorda i monili-scultura di Calder. Creata da Dominique Ropion. Superstitious è disponibile nel formato Eau de Parfum 50, 100 ml. In profumerie selezionate. ••• Superstitious who? It's been quite a while I'm wearing this fragrance, the new Superstitious Eau de Parfum, from Frederic Malle Editions de Parfums done with designer Alber Elbaz and created by nose Dominique Ropion. Got the magic. Still it's surprising me every each day. It's subtle, intriguing, full of meanings memories secrets. Sometimes it reminds me the way #Edmond Roudnitska composed Diorama. It's a magnetic magnificent mess. A black and white breeze from the past is becoming a colorful explosion of sensuality. It evokes the refined atmo of glorious scents while embracing a radiant unpredictable aromatic future. It's a Pollock referred masterpiece, kind of olfactive abstract impressionism. Flowers are melting in a deep jar of imagination floating in a mysterious seductive juice. Aldehydes are playing the main role! Hooray! Precious shades of Jasmine and Turkish rose, the velvety hint of peach and apricot, the deep harmony of labdanum, sandalwood, Haiti vetiver and patchouli are involved into the needful endless game of love and seduction.The ultimate apotropaic ritual. (wood sculpture in the pic made by me) ##Superstitious who? Sto indossando questa fragranza da giorni. Ed ogni giorno mi sorprende più del giorno prima. Ne ho quasi inteso la magia. Così sottilmente intrigante, ammiccante, piena di significati reconditi, di ricordi, di segreti. Mi ricorda qualcosa che appartiene ad un glorioso passato, al modo in cui Edmond Roudnitska compose Diorama. Un magnifico magnetico chaos. Una brezza in bianco e nero che spira dal passato e diventa un turbine di sensualità policroma. Evoca certe raffinate atmosfere haute couture, gloriose fragranze di un tempo che abbracciano un'imprevedibile palette aromatica futurista. E' un capolavoro alla Pollock, impressionismo olfattivo astratto. Maestoso floreale, i fiori si sciolgono nel profondo contenitore dell'immaginazione, fluttuano in un succo primordiale misterioso e seducente. Le aldeidi giocano il loro ruolo da protagoniste assolute dentro le preziose sfumature di rosa turca e gelsomino, nel tocco vellutato di albicocca e pesca, attraverso l'avvolgente profondità del legno di sandalo, vetiver di Haiti, labdano, patchouli e muschio. In un infinito indispensabile gioco d'amore e seduzione.L'ultimo rituale apotropaico. ©thebeautycove
#frederic malle#alber elbaz#parfum#niche parfums#superstitious#novità2017#livelovesmell#TheBeautyCove
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