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#MEGLIO MORIRE DA UOMINI LIBERI
dominousworld · 1 year
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MEGLIO MORIRE DA UOMINI LIBERI
MEGLIO MORIRE DA UOMINI LIBERI
a cura di Giuseppe Aiello “Meglio morire da uomini liberi che vivere oppressi e umiliati”Imam Hussein MEGLIO MORIRE DA UOMINI LIBERI
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raffaelealbo · 4 years
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Inizio di racconto
Un buco di culo. Anzi, il buco di culo del buco di culo del mondo. Il nulla. Un insulto allo stesso nulla. Guardò dalla barca il triste ammasso di case, una chiesa, un campanile, un faro, un porto. Un tempo la odiava. Paesino minuscolo, nulla da fare. Bere. Bere in piazza. Bere al bar. Andare per i campi e bere. Fino a che non diventavi troppo vecchio e bevevi in casa. "Ma cossa situ drio vardar?" "Un cazzo"
Si girò. Un ragazzo biondo, che era già magro da prima della Catastrofe remava poco convinto. Tra di loro, due grosse borse di viveri, un fucile mezzo rotto, un machete che rivelava nelle crepe rossastre del filo il suo uso. Il sole stava tramontando dietro il campanile. Aveva un'aria quasi bella, poetica. Fanculo. Riprese a remare. Erano partiti il giorno prima, verso una città più grande. Da alcune voci, era deserta. L'esplosione di un grosso deposito di gas avrebbe allontanato i selvarech di alcuni chilometri, attirati dal rumore. Per pochissimi giorni, viveri e attrezzi prima impossibili da raggiungere sarebbero stati accessibili. Non avevano trovato molto, se non selvarech e cadaveri. Vari chili di pelati, qualche cioccolata, tonno, pasta, riso. Il resto era ormai marcio, o semplicemente mancava. Arrivarono. Due guardie sorvegliavano il porticciolo. Erano due uomini, sulla trentina, mal vestiti e armati di pistole che avevano visto giorni migliori. Ma avevano il petto bello infuori, belli carichi, come se fossero due militari ormai in carriera a sorvegliare un deposito di armi nucleari. "Chi va là!" "Siamo noi, coglione" Il biondo tirò in barca i remi, salì sul porticciolo e legò le cime. "Avete portato solo questo?" chiese il più altro tra le guardie. "Non c'era altro" "E le voci sul supermercato abbandonato?" "Voci vecchie. Era stato già svuotato, dentro c'erano solo due selvarech morti" Presero i borsoni, risalirono il molo e si dirisero verso la vecchia scuola elementare. Attraversarono la piccola piazza del paesino. La chiesa a destra, il vecchio municipio a sinistra. Un alimentari polveroso, un bar con scritte in cinese. La scuola lì davanti. "E ME TARI E. S      I" spiccava sopra il muro. Vento e salsedine si erano portati via le lettere molto prima. Un gruppo di uomini e di donne era dentro la vecchia palestra. Nessuno di loro aveva fatto un pasto decente da settimane. Chi parlava, chi riparava reti. Si girarono a guardarli. Un sospiro triste. Le poche provviste vennero subito divise. Nessuno chiese loro nulla. Né i due parlarono. Così andavano le cose. La cioccolata venne subito data ad una delle ragazze, il cui pancione risaltava sul corpo magro. Una vecchia li prese da parte. Non avrà avuto più di 65 anni, ma la salsedine e i dolori della vita l'avevano fatta invecchiare prima. I capelli biondi erano raccolti da una treccia bassa. Il vecchio camicione che indossava era ricoperto di macchie scure. "Quanti selvarech?" La voce era scura, quasi maschile. Il timbro gracchiante di chi ha a lungo fumato non nascondeva, oltre a una sincera preoccupazione, anche il sollievo di aver visto tornare i ragazzi. "Pochi, erano ancora lontani" ripose il biondo. "Nel supermercato non c'era altro?" "Il cibo era scomparso. Le voci erano vecchie" Stettero in silenzio. Poi un sorriso, che diede un po' di luce alla ragnatela di precoci rughe che le copriva il volto. "Mi avete fatto quel piccolo favore?" L'altro ragazzo annuì, e tirò fuori dallo zaino un sacchetto pieno di piccole scatole. La donna le prese di fretta. Smise di sorridere. "Queste sigarette fanno schifo" "Gli altri raccoglitori avranno avuto i tuoi stessi gusti" Sbuffò. "Grazie ragazzi" Diede una carezza veloce al biondo, un moto di ruvido affetto. I due si allontanarono. Le sere si stavano allungando, c'era ancora un po' di luce. Uno pensa che dopo l'apocalisse i villoni con piscina siano tutti liberi, con letti appena rifatti pronti ad accoglierti e tante provviste. No, nel migliore dei casi, ci sono almeno tre selvarech dentro pronti ad aspettare i cretini che si rifugiano lì. E i topi hanno già mangiato il cibo, per cui non hai nemmeno il lusso di morire con la pancia piena. Se sei fortunato, ti ritrovi in un piccolo paese con massimo massimo altri trenta sopravvissuti. Ti proteggi a vicenda, ti aiuti, raccogli e dividi le provviste. Costruisci un muro che offre una dubbia protezione, ma nessuno si cagava quei luoghi prima e nessuno se li cagherà nemmeno adesso. Finisci così in vecchie case, a cagare in un vaso da svuotare ogni volta che lo usi in mare. E se mangi cibo scaduto da un po', beh, questo capita molto più spesso di quanto immagini. Non si conoscevano molto prima. O meglio, sì. Conoscevano i loro nomi, avevano un paio di amici in comune. Forse erano pure cugini, alla lontana. Errera, il biondo, aveva lasciato la scuola, portava i turisti in giro per il Delta su una piccola barca d'estate. Conoscere molto bene quel gigantesco acquitrino può salvarti la vita in un apocalisse. L'altro, Zorli, era scappato dal paese. Essere per anni chiamato "La Donzella del Po" non lo metti nelle brochure turistiche per attirare persone. Certo, se fosse rimasto a Padova a quest'ora sarebbe morto, ma sono fortune passeggere. E ormai a nessuno gliene fregava più nulla del fatto che fosse gay. Il mondo cade a pezzi, strani esseri si aggirano per le strade e la carta igienica è finita da mesi. Abbiamo ben altri problemi. Salirono in quella che era la vecchia casa di Errera. Un appartamento tranquillo, due camere, un bagno ormai inutilizzabile, un salotto. Dopo un mese di lavoro, erano riusciti a installare una stufa a legna per il prossimo inverno, che serviva anche da cucina. Il legno, per ora, non mancava. E chi lo sapeva che i mobili Ikea non bruciano poi così male. Si fecero un uovo in due. La prima volta che Zorli era entrato lì, Errera non c'era. Su quello stesso divano dove ora masticava piano l'uovo, lui e il fratello del biondo avevano passato il pomeriggio. Una canna, biscotti, birrette. Qualcosa di più di un abbraccio. Era stato il suo primo morto. Zorli era scappato da casa, quella che era sua madre stava cercando di ucciderlo. In mezzo alla strada lo vide. Corse più forte, felice, voleva abbracciarlo. Vide occhi iniettati di sangue. La bocca aperta in un lamento continuo d'odio. Uccidere è difficile. La maggior parte dei soldati spara in aria in battaglia. Quando tua madre ha appena cercato di toglierti la vita e l'unico ragazzo per cui hai mai provato qualcosa vuole mangiarti il cervello, non vai tanto per il sottile. Gli animali hanno tre modi di difendersi. Attacca, scappa, fingiti morto. Scappare non puoi. Fingerti morto non serve. Attacchi. Non c'è il ragazzo che amavi. C'è una bestia che vuole ucciderti. Corri. Vedi un sasso. Lo afferri. Spacchi un cranio. Il rantolo si ferma. Colpisci di nuovo. Una lacrima. Corri. Abbandoni dietro di te quel corpo amato. Cerchi di dimenticarlo. Nelle mani hai ancora il suo sangue e i suoi capelli. Aveva incontrato così Errera piccolo. Stava scappando anche lui. Vedendo il cadavere del fratello capì. I genitori lo stavano seguendo, le stesse bocche aperte in urla d'odio. Scapparono insieme, arrivarono al molo, presero la barca e andarono a largo. Trovarono altre imbarcazioni di sopravvissuti. Tornarono in paese insieme. Lavò i due piatti nella poca acqua del secchiaio. Errerà tirò fuori della vodka, il premio per la loro impresa. Finì presto. Solo il mare da fuori faceva sentire le sue onde.
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libero-de-mente · 4 years
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AGGIORNAMENTO CORONAVaIRUS 15.08.2020
(sotto titolo “non ce ne coviddi”)
Estate, voglia di mare e monti, di laghi e fiumi, c’è chi va e c’è chi “non si va” poiché i danni economici del covid-19 sono evidenti.
Ci aspettavamo di arrivare come se nulla fosse al tempo in cui si sarebbe potuto chiedere “Che fai a Capodanno?”, invece lo spettro di un secondo lockdown (o mini lockdown, o lockdown a zone come la dieta) rischia di metterci tutti a casa in quarantena per i giorni natalizi. Al sud i pranzi di Natale dureranno una settimana a questo punto.
Cerchiamo di fare un breve riassunto di quello che è accaduto fino a oggi dal nostro ultimo aggiornamento leggendovi sui social:
Dopo il distanziamento orizzontale e quello verticale ci aspettiamo quello diagonale, così da poter fare partite a scacchi dal vivo.
“Inizio di un nuovo lavoro: VIROLOGO”.
Rubano  ̶a̶i̶ ̶r̶i̶c̶c̶h̶i̶- all’Inps per dare ai poveri.
“Inizio di un nuovo lavoro: CONSULENTE COMMERCIALE/COMMERCIALISTA”.
I post con le maledizioni all’INPS per il ritardo nei pagamenti dei bonus/casse integrazioni, perché c’era bisogno di pagare bollette e riempire il frigorifero per sopravvivere, sono stati sostituiti dalle foto in località turistiche, davanti a piatti di aragosta e su barche al largo. Bravi.
Avevate spergiurato di essere ingrassati in quarantena, vi vedo nelle foto in costume. Le ipotesi sono due: o avete mentito (infami) o avete smesso di respirare durante le pose.
Gente che vuole emigrare, per andarsene. Anche io in verità volevo andare via, ero indeciso tra Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch un comune nel Galles, oppure a Taumatawhakatangihangakoauauotamateaturipukakapikimaungahoronukupokaiwhenuakitanatahu una collina che si trova in Nuova Zelanda. Alla fine ho optato di stare in Italia, nel comune di Bugliano.
“Inizio di un nuovo lavoro: ALLENATORE DI CALCIO”.
Tutti al mare, tutti con il mare dentro… avete anche la sabbia nelle mutande credo. C’è chi invece ha solo le cozze attaccate agli scogli(oni).
C’è del disagio e ora che si è liberi se ne vede molto di più di prima.
“Inizio di un nuovo lavoro: ESPERTO IN RECOVERY FUND E MES”.
I veri sopravvissuti alla quarantena sono gli uomini che in casa hanno vissuto con mogli e figlie con il ciclo, i più fortunati avevano per lo meno sterilizzato le gatte e le cagne.
”Bodenza di fuogo”… manco fosse Iron Man. Non si riesce a dimenticare queste parole, per ora molti sono con il solo cerino in mano.
L’ansia ti segue anche in vacanza, non abbandonatela in autostrada. Con la sfiga che ho la trovo io poi.
“Inizio di un nuovo lavoro: FORNITORE DI BANCHETTI PER LE SCUOLE”.
I banchi per le scuole costano troppo, con 30.000 lire il mio falegname li fa meglio.
Leggendovi ho scoperto che per il mal di piedi bisogna rivolgersi a un “piediatra”, per le ginocchia un “ginechiologo”, per problemi al pene da un “penelista” e infine per le emorroidi a un analista. Ma quante ne sapete.
In spiaggia tanti capifamiglia sembrano novelli Ennio Doris, mentre tracciano i confini nella sabbia attorno i loro ombrelloni.
I politici ora fanno beneficenza. Così la chiamano.
Comunque sentendo le prime dichiarazioni di alcuni di loro, per la serie i furbetti del bonus, si evince che la colpa è stata:
- 56% del commercialista
- 14% del socio in affari
- 10% della moglie
- 12% la segretaria
- 5% non vivo mica di sola politica, oh!!
- 2% l’ho fatto apposta, per dimostrare quello che si può dimostrare dimostrando il dimostrabile
- 1% è stato Dio, non me l’aspettavo
- 0% scusate, ho sbagliato mi sono fatto ingolosire ma ho sbagliato. Visto i compensi che già prendo.
“Inizio di un nuovo lavoro: VIROLOGO”… ancora…
Il vaccino antivirus russo ha fatto anche cose belle.
Perché preoccuparsi? Non ce ne coviddi!
“Inizio nuovo lavoro: ESPERTO IN GEOGRAFIA”
Gli effetti della pandemia a livello mondiale spostano i confini geopolitici. Ora Beirut è in Libia. Quindi i libanesi sono gli abitanti della Libia. Ma del resto si sa da tanto tempo che qui da noi alcune cose sono cambiate. A Lecce ci sono i lecchesi, ad Anzio gli anziani, a Ostia i fedeli e a Brindisi gli alcolizzati. Oh, a Nettuno non si vede anima viva.
“Inizio nuovo lavoro: ESPERTO IN ESPLOSIVI”.
I giovani d’oggi: spritz e tafferugli.
Dovremmo smetterla di far diventare famosi e importanti della gente stupida.
Una volta si cercava di capire se fossero rose con la fioritura, oggi cerchiamo di capire se sono madonne con il loro volo.
Il prossimo episodio di Fast and Furious sarà girato su monopattini e in Italia.
L’OMS non dice mai che è meglio non affidarsi al buon senso degli esseri umani. Pessimi.
Ho letto “L’ok daun” al posto di Lockdown, ora posso morire infelice.
Ho scritto covid-19 sulla spiaggia.
Piattaforma Rousseau vigilia di Ferragosto: Di Maio è alleato al “partito di Bibbiano” (sua citazione) e fino adesso si scherzava, ora fanno il partito politico sul serio. Ho capito bene?
C'è chi cerca "Comune di Bugliano" su Google Maps.
Si fanno i tamponi, infilano mezzo metro di cotton fioc nel naso… se la distanza per essere contagiati è sotto il metro e mezzo, perché non far alitare su un vetrino?
L’OMS non comprende come facciano ad aumentare i casi di covid-19 nonostante tutti abbiano la mascherina sul braccio, appesa a un orecchio o sotto il mento.
Una certezza c’è ovvero che molta gente prima, durante e dopo l’emergenza coronavirus ha dimostrato quanto è schifosa.
Credo che non andrà tutto bene.
Movida notturna: la sera leoni al mattino tamponi.
Ho fatto il vaccino russo anti covid-19 e devo dire что у меня не было побочных эффектов.
Molti di quelli che oggi gridano ironizzando “non ce ne coviddi” senza mascherina, sono gli stessi che applaudivano gli infermieri dai propri balconi?
Ho trovato un ombrellone con sedie a sdraio solo in quinta fila, per via del distanziamento sociale mi sono trovato in collina.
Mi chiedo se avrete ancora la forza di fare gli auguri di buon anno a Capodanno, dopo un anno così di merda, non pensate di esservi tirati addosso tanta sfiga con gli auguri detti o scritti tanto per fare?
Ci vediamo a settembre con la seconda stagione de “Le dirette di Conte”, alle 18:30 in punto a reti unificate. Non mancate.
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cainoeabele · 5 years
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‌L'uomo con cui avevo intrattenuto occasionali dialoghi sulla panchina ora rideva senza ritegno davanti a me e davanti a tutta l'altra gente: sguaiato, con occhi selvaggi, folli, le membra tese, le braccia che si muovevano freneticamente su e giù, camminando in cerchio perfetto, senza alcuna deviazione, perfettamente, come fosse su una rotaia e i suoi piedi due ruote. L'uomo che avevo conosciuto era morto. Ora queste membra e questo viso, questo timbro di voce e questi occhi azzurri erano di un altro. Forse non erano mai stati suoi, forse il vecchio che avevo conosciuto era la crisalide del vero uomo. Il vero uomo guardava noi ma sarebbe più corretto dire che guardava oltre noi; il vero uomo non aveva paura, non aveva vergogna, né colpa, né pudore. il vero uomo rideva come liberato da un peso, quello dell'esistenza: lui aveva smesso di esistere, lui viveva e, a differenza nostra, finalmente semplicemente era. Per noi era semplicemente folle, per noi che non capivamo. Ma ora, dopo tanti anni, ho capito che quell'uomo aveva superato quel limite che crediamo noi invalicabile, il limite di essere uomini, uomini della società, uomini morali, che distinguono il bene e il male. E lui, sapendo che tutto ciò non aveva significato, che l'unica cosa importante era respirare e vivere rideva, rideva con foga, con una sfacciataggine che destava indignazione. Ma lui, ora ci penso meglio, non rideva nemmeno più di noi, ci aveva già dimenticati: lui rideva dell'esistenza intera, come fosse un grande gioco, come quando da piccolo mi immaginavo, guardano le pareti dell'asilo, che il mondo intero fosse rinchiuso dentro la cassa del tesoro di un gigantesco dinosauro rosa. Buffo no? Pensare noi, uomini di ingegno, che discutiamo dell'esistenza o no di Dio e del nostro ruolo del mondo, rendendoci così seri dietro queste diatribe, essere i giocattoli di giganteschi buffi esseri. Allora capisco perché il vecchio ha deciso di togliersi di dosso quella pesante crisalide, e piuttosto di morire forse pochi giorni dopo, proprio come le farfalle, che aspettano molto tempo prima di maturare e poi la loro vita si riduce a poche ore. Capisco il salto mortale, tra essere fermi e sicuri oppure liberi e morenti (caduchi): ho passato la vita lavorando con serietà, pensando con serietà alle cose di ogni giorno ma anche ai quesiti della vita; sento nella mia pelle un grigio appiccicoso che mi soffoca, come fossi seduto da sempre su una poltrona che sprofonda ogni giorno di più, ingozzato di notizie, parole, convenzioni, limiti, convinto di stare facendo la cosa giusta. Ho avuto paura quel giorno, quando l'ho visto ridere. Stava facendo crollare pezzo per pezzo l'umanità intera, tutte le fondamenta della nostra civiltà sbriciolavano davanti a quel riso infernale. L'ho giudicato pazzo. Ora mi sento io pazzo, per non averlo capito. Non lo rividi mai più. Lo dimenticai, in qualche modo. Ora ho, credo, la sua età e mi sento infinitamente stupido per non aver ascoltato con attenzione il suo riso, per non essermi fatto contaminare, per non essermi fatto liberare. Ora penso al dipinto del mio asilo e alla mia vita, la ripercorro, considerando quanto tutto ciò che ho fatto sia, da un Certo punto di vista, inutile. E mi viene -lo sento dal profondo, sento che ci sono quasi- mi viene da ridere.
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svartjugend · 6 years
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La luna rossa era uno squarcio aperto sull’inferno.
Come se non fossi abbastanza nauseato dall’ennesima estate che aveva scelto di lasciarmi fuori dalla festa dell’esistenza, abbandonato sulla statale del disprezzo come un cane vecchio e abbruttito da anni di incurie, dovetti accettare anche un’altra notte di eclissi.
Anche quest’anno infatti studio aperto aveva annunciato l’eclissi più lunga del secolo e di telegiornale in telegiornale rimbalzavano ovunque, a mo’ di mantra, servizi che descrivevano cosa sarebbe stato e come avrebbe funzionato lo spettacolino: eclissi, eclissi, un povero cristo si dà fuoco, eclissi, continua nel mondo la caccia al nero, eclissi, crocifissi nelle scuole, eclissi, pubblicità di occhialini per l’eclissi, interviste sull’eclissi a gente in vacanza, eclissi, dati personali venduti ad Amazon e alla Russia (meglio che alla Spagna, eh) e Facebook che apre una app di incontri poco dopo Cambridge Analitica, ma la buona notizia è che con questa app puoi trovare sicuramente qualcuno da limonare mentre guardi l’eclissi così che potrai alimentare con ricordi del genere la tua autostima quando sarai vecchio e inizierai a pensare alla morte. Questo era il palinsesto.
“Alla fine la luna è stata catturata delle fiamme, sembra un enorme occhio rosso piantato nel cielo nero e terso che quest’estate poco afosa ci ha offerto fino ad oggi. L’ombra che pian piano l’ha coperta sembrava comandata da forze oscure, signori lo ammetto era quasi inquietante ma come possiamo pensare che una simile meraviglia possa entrarci qualcosa con il male che c’è nel mondo? Spero di riuscire a comunicare quello che sto provando e le immagini che vedo a voi che non siete altrettanto fortunati e che magari state lavorando al chiuso anche alle 22 di questa nottata unica...” Il tono della parlata e il suo stile all’inizio mi avevano sinceramente incuriosito, costretto com’ero da mesi a leggere testi di lavoro con la loro sintassi rigida e spigolosa, ma poi ruotai in senso antiorario la manopola del volume della vecchia radio panasonic che avevo preso da camera dei miei e la ridussi al silenzio. “Forze oscure, si, e chi cazzo le comanderebbe in questo mondo di ritardati?” pensavo tra me e me mentre mangiavo una fetta di fesa di tacchino decisamente poco invitante e qualche foglia di insalata che probabilmente, al netto del sapore amaro lasciatomi in bocca e del tempo che aveva trascorso in fondo al frigo, non era più commestibile e che per di più era bagnata di un’acqua opaca nella quale spero si annidassero colture di batteri potenzialmente letali per l’umanità intera.
In caso interessasse a qualcuno, non è che me ne stessi chiuso in casa a mangiare come una donna in crisi di mezza età per convincermi che avrei potuto fare una vita sana, non ci credevo e nemmeno avevo di queste pretese, semplicemente avevo deciso di seguire gli insegnamenti della grande letteratura e dei suoi personaggi più ignorati e maltrattati: ignorare tutto e (soprattutto) tutti, perché di speranza veramente non c’è ne è mai stata e non ce ne sarà più [e non provate a convincermi che Dostoevskij veramente credesse negli spiragli di luce che decideva di inserire in alcune sue opere, perché ormai si è capito che lo ha fatto solo per evitare i rimorsi di coscienza che sarebbero spuntati come fiori in primavera dopo la trafila di suicidi che avrebbe potuto causare la sua letteratura. Che poi in Russia comunque non è che se la passino troppo meglio visto che il quarto sport nazionale dopo “ammazza la spia estera”, a quanto ne sappiamo, è morire di overdose.].
Quando mi guardavo intorno o diventavo compassionevole oppure mi incattivivo, perché ad essere onesti la mia disillusione nel poter apportare un qualche contributo a questa merda di commedia umana non era ancora totalmente cancellata, ma la strada verso cui ci avviavamo era sostanzialmente quella, quella del nascondersi dietro a carte, pratiche, autorità e altri contenitori vuoti come la realizzazione e la famiglia, perché tutto il resto ci aveva deluso e basta. Non riuscivo, ad esempio, ad essere pienamente d’accordo con chi sosteneva che l’uomo fosse un’animale ipocrita ed egoista, in primo luogo perché per essere ipocriti bisognerebbe comunque avere dei principi e degli ideali da tradire (che già non sarebbe poco, sia averli sia avere le palle di tradirli con la consapevolezza di andare incontro ad una piccola-grande gogna sociale), in secondo luogo perché l’egoismo è razionale, lucido e calcolato, o al più si rivela azzardato se la persona ha determinate inclinazioni, qui invece ognuno fa quello che cazzo gli pare nell’illusione di fare meglio per sé; per di più pochi hanno l’onestà di ammetter di aver fatto una cazzata, ma preferiscono rifuggire questa vergogna e anzi quasi se ne vantano, soddisfatti di aver dato ascolto alla loro parte emotiva, soddisfatti di aver espresso i propri sentimenti (che, ricordiamocelo, vanno espressi per forza, non vanno mai trattenuti, tipo un bisogno corporale, a prescindere dall’impatto che potrebbero avere sugli altri e su di noi stessi!).
Parlavo con quelle poche persone che ancora mi suscitavano un po’ di pietà, che mi inducevano al contatto umano e partecipavo alle loro conquiste e ai loro drammi, sapendo sempre dove saremmo andati a parare ma senza riuscire mai a smettere di stupirmi.
La ragazza che insiste con una storia che è destinata a morire e a farle del male  nonostante non abbia motivi per credere che questa volta ne uscirà incolume, l’amico che non riesce a stare da solo e come una tossico non riesce a stare senza qualcuno vicino, legandosi morbosamente alla prima disgraziata che vuole solo farsi due risate, l’amica che è consapevole del fatto che siano avventure di una notte e che più andranno avanti e più difficile sarà accettare che un vero legame non c’è (a meno che non si voglia chiamare legame un rapporto di convenienza, dove una scopata serve solo a distrarsi, a rilassare i nervi), un conoscente che litiga con la moglie e si sfoga andando a puttane, un altro amico che si è licenziato dal sesto lavoro in un mese perché non accetta che a un certo punto l’adolescenza è finita, che avviandoti verso i 30 iniziano a sopprimerti, ogni giorno una goccia di veleno, anestetizzante, di modo che non ti renda nemmeno conto dei momenti che bruci e che perdi, dei dolori che causi e dei torti che subisci.  
Tutti questi pensieri mi turbinavano attorno, con le loro immagini e le loro storie a seguirli in coda, decisi di aprire una birra presa al discount per rallentarli e disperderli un po’, sapevo che il tappo della bottiglia saltando in aria avrebbe fatto un rumore sordo che mi rilassava, feci forza con il manico di un coltello e il tappo schizzò in alto, tesi le orecchie attendendo quel botto rassicurante ma il suono venne coperto da un fastidioso brusio proveniente da fuori la finestra. Mi affaccio quanto basta per osservare quanto succede senza farmi vedere e scopro di essere stato catapultato in un girone dantesco: tutti i terrazzini in cemento dei palazzi del quartiere sono illuminati dalle stesse luci installate negli anni ‘80 e tutti brulicano di donne, uomini e bambini che ridono e chiacchierano con i vicini, sentendosi costretti a dimostrare che abbiano rapporti di civiltà con i loro dirimpettai, “Probabilmente degli assassini o degli stupratori”, “Il figlio è un tossico, mi mette  paura...” direbbero a cena, al riparo da orecchie indiscrete , ma fa nulla, in pubblico è un’altra storia. Il mio cervello collega i pezzi del puzzle e realizza di non essere all’inferno “ah, già… l’eclissi” penso mentre scelgo di manifestare nel modo più discreto possibile il mio disprezzo: non solo non accendo la luce del terrazzo che resta l’unica spenta e sembra un livido su un lembo di pelle bianca, ma spengo anche la luce della stanza: è un pungo nell’occhio da fuori, proprio come volevo, per di più la luce sanguigna della luna viene attirata dal marmo che compone il pavimento e si lascia riflettere per la sala, diffondendo una soffusa aura rossiccia che alimenta la mia passione in questo momento infinito.
Mi stendo sul pavimento e mi lascio torturare da un bombardamento di frasi di circostanza, di falsi complimenti e, come colpo di grazia, di promesse dei genitori in risposta alle domande dei bambini: “Come è andato quell’affare di cui mi parlava? Ah, male? Mi dispiace ma sono certo che si rifarà, in fondo lei è uno del mestiere...” “Si, caro nel 2030 saremo sicuramente liberi di andare su Marte.”, “Ma certo che puoi fare l’astronauta da grande, basta impegnarsi e volerlo!”…. Ma smettetela! Siate realisti! Smettetela di promettere futuri dolci, di inculcare l’illusione che tutto è raggiungibile, che otterremo quello che ci meritiamo perché si, perché il mondo è giusto e le ambizioni sono sempre ripagate. Parlate ai vostri figli di un futuro nero, pieno di violenza, stagnazioni sociali e lotte per la supremazia (non si sa bene supremazia su cosa, ma comunque lotte), fate in modo che arrivino ai vent’anni con la fame negli occhi come i ragazzini della ex-jugoslavia, pronti a costruire delle fondamenta contro gli incubi che i nonni raccontavano loro da bambini, fate in modo che nella continua lotta per arrivare a posizioni sempre migliori i ricordi della vostra famiglia siano veramente percepiti come qualcosa di prezioso e non come un incidente di percorso nella strada per un futuro arido di quelle promesse che ci venivano fatte e per le quali esistono poche possibilità di realizzazione. Dite che si vivrà male per stimolare lo spirito di chi vorrebbe un futuro migliore, non fate come focus, vi ricordate Focus, la rivista, che faceva le copertine con i robot e le auto volanti e asseriva spavalda “Ecco come sarà nel 2018!”? Poi il 2018 è arrivato, e siamo solo morti di fame e ci litighiamo il rame con gli zingari [cit.] e dobbiamo lottare per convincere la gente a vaccinarsi; ecco Focus ha formato una generazione che si aspettava il drone per volare gratis a 18 anni, mentre i droni oggi li usano per attaccare guerriglieri nazionalisti e eserciti di terroristi islamici e i bambini con la fame negli occhi.
Prendo la moto ed esco, il motore fabbricato negli anni ‘90 copre ogni rumore, e dentro al casco riprendo a pensare che sono dieci anni che vedo le stesse storie, ormai so già come finiranno, aspetto solo di capire come arriveranno al finale, tragico o glorioso (raramente, a dire il vero) che sia. Come nelle infinite serie di remake e spin-off che l’industria cinematografica dà periodicamente in pasto a orde di fan sempre più affamati, insensibili alla qualità, ingordi e crudeli, in perfetta simbiosi con l’industria che nutre sulle loro spalle.
Penso che sono un pessimo spettatore che da dieci anni vede le stesse storie, sente gli stessi racconti e che vede le stesse eclissi, ma che dopo tutto questo tempo non sono ancora sicuro sui pensieri che dovrebbero ispirarmi e sulla funzione che dovrei avere in tutto questo.
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berna282 · 4 years
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Nothing Else Matters - Metallica - William Joseph feels the Rain
IMITATE LA  MISERCORDIA DI GEOVA   
CONTINUATE A ESSERE MISERICORDIOSI  ,COME IL PADRE VOSTRO E’ MISERICORDIOSO. (LUCA 6:36) 
E DIO CREO’ L’UOMO A SUA IMMAGINE,LO CREO’ A IMMAGINE DI DIOù, CREO’ IL MASCHIO E LA FEMINA. ( GENESI 1:27) 
LASCIATO QUEL LUOGO,ANDO’ NELLA LORO SINAGOGA, DOVE C’ERA UN UOMO CON UNA MANO PARALIZZATA. QUINDI ,PER POTERLO ACCUSARE,GLI CHIESERO:’’E’ LECITO GUARIRE QUALCUNO  DI SABATO?’’ GESU’ RISPOSE LOTRO: ‘’CHI DI VOI, SE HA UNA PECORA E QUESTA CADE IN UNA FOSSA DI SABATO,NON L’ AFFERRA E NON LA TIRA FUORI? UN UOMO VALE SENZ’ ALTRO MOLTO PIU’ DI UNA PECORA! PERCIO’ E’ LECITO FARTE UNA COSA  BUONA DI SABATO’’. ALLORA DISSE ALL’ UOMO : ‘’STENDI LA MANO’’. LUI LA STESE ,E LA MANO TORNO’ SANA COME L’ ALTRA. MA I FARISEI USCIRONO E COSPIRARONO CONTRO DI LUI PER UCCIDERLO. ( MATTEO 12:9-14)
MANTRE CAMMINAVA,GESU’ VIDE UN UOMO CIECO DALLA NASCITA. I SUOI DISCEPOLI GLI CHIESERO:’’RABBI, DATO CHE QUEST’ UOMO E’ NATO CIECO,CHI HA PECCATO? LUI O I SUOI GENITORI ?’’ GESU’ RISPOSE:’’NE QUEST’ UOMO NE’ I SUOI GENITORI HANNO PECCATO ,MA E’ COSI’ PERCHE’ IN LUI POSSANO MANIFESTARSI LE OPERE DI DIO. DOBBIAMO COMPIERE LE OPERE DI COLUI CHE MI HA MANDATO FINCHE’ E’ GIORNO; VIENE LA NOTTE, DURANTE LA QUALE NESSUNO PUO’ AGIRE. FINCHE’ SONO NEL MONDO,IO SONO LA LUCE DEL MONDO’’. DETTO  QUESTO, SPUTO’ PER TERRA E CON LA SALIVA FECE UN  MISCUGLIO, CHE APPLICO SUGLI OCCHI DELL’ UOMO; POI’ GLI DISSE:’’VA’ A LAVARTI NELLA PISCINA DI  SILOAM’’ ( CHE  SI TRADUCE ‘’INVIATO’’ ) . LUI VI ANDO’,SI LAVO’ E TORNO’ CHE CI VEDEVA. ( GIOVANNI 9:1-7)
GESU’ DISSE LORO: ‘’TENETE GLI OCCHI APERTI E GUARDATEVI DAL LIEVITO DEI  FARISEI E DEI SADDUCEI’’. ( MATTEO 16:6)
‘’GUAI A VOI ,SCRIBI  E FARISEI,IPOCRITI! VOI DATE LA DECIMA DELLA MENTA, DELL’ ANETO E DEL CAMINO.MA AVETE TRASCURATO LE COSE PIU’ IMPORTANTI DELLA LEGGE,CIOE’ LA  GIUSTIZIA,LA MISERICORDIA E LA FEDELTA’. E’ VERO CHE QUELLE COSE ANDAVANO FATTE,  MA SENZA TRASCURARE QUESTE ALTRE. (MATTEO 23:23)
E SIA I FARISEI CHE GLI SCRIBI SI MISERO A MORMORARTE: ‘’QUEST’ UOMO ACCOGLIE I PECCATORI E MANGIA CON LORO’’. ( LUCA 15:2)
L’ IRA DEL FRATELLO 
‘’NEL FRATTEMPO IL FIGLIO MAGGIORE ERA NEI CAMPI.AL SUO RITORNO, QUANDO FU VICINO A CASA, SENTI’ MUSICHE E DANZE . ALLORA CHIAMO’ UN SERVITORE E GLI DOMANDO’ COSA STESSE SUCCEDENDO. QUELLO RISPOSE:’’E VENUTO TUO FRATELLO,E VENUTO TUO FRATELLO,E TUO PADRE HA SCANNATO IL VITELLO INGRASSATO, PERCHE’ E’ TORNATO SANO E SALVO’. MA LUI SI ARRABBIO’ E NON VOLEVA ENTRARE,PERCIO’ SUO PADRE USCI’ A SUPPLICARLO. . ( LUCA 15:25-28)
ED ECCO CHEGLI PORTARONO UN UOMO PARALIZZATO STESO SU UNA  BARELLA. VEDENDO LA LORO FEDE, GESU’ DISSE AL PARALITICO: ‘’FATTI CORAGGIO,FIGLIO! I TUOI PECCATI SONO PERDONATI’’. ALLORA ALCUNI SCRIBI SI DISSERO: ‘’QUEST’ UOMO BESTEMMIA’’. CONOSCENDO I LORO PENSIERI,GESU’ DISSE:  ‘’PERCHE’ PENSATE COSE MALVAGIE NEL VOSTRO CUORE? ( MATTEO 9:2-4) 
I SUOI GENITORI RISPOSERO COSI’ PERCHE’ AVEVANO  PAURA DEI GIUDEI: QUESTI INFATTI AVEVANO GIA’ STABILITO CHE SE QUALCUNO AVESSE RICONOSCIUTO GESU’ COME CRISTO SAREBBE STATO ESPULSO DALLA SINAGOGA. ( GIOVANNI 9:22)
A LORO VOLTA GLI DISSERO:’’TU SEI  NATO COMPLETAMENTE NEL PECCATO EVUOI INSEGNARE A NOI?’’ E LO CACCIARONO FUORI. (GIOVANNI 9:34)
RALLEGRATEVI  CON QUELLI CHE SI RALLEGRANO, PIANGETE CON  QUELLI CHE PIANGONO. ( ROMANI 12:15)
RAGIONAMENTO FALLCE 
MA  LUI SI ARRABBIO E NON VOLEVA ENTRARE,PERCIO’ SUO PADRE USCI A SUPPLICARLO. IN RISPOSTA LUI GLI DISSE:’ECCO, SONO TANTI ANNI CHE TI FACCIO DA SCHIAVO E NON HO MAI DISUBBIDITO A UN TUO ORDINE,EPPURE A ME NON HAI MAI DATO UN CAPRETTO PER  FESTEGGIARE CON I MIEI AMICI. MA NON APPENA E’ ARRIVATO QUESTO TUO FIGLIO,CHE HA DILAPIDATO I TUOI BENI CON LEP PROSTITUITE,  PER LUI HAI SCANNATO IL VITELLO INGRASSATO!’ ( LUCA 15:28-30) 
TI SIEDI E PARLI CONTRO TUO FRATELLO; RIVELI LE MANCANZE DEL FIGLIO DI TUA MADRE . QUANDO  HAI FATTO QUESTE  COSE, IO SONO RIMASTO IN SILENZIO, PERCIO’ HAI PENSATO CHE FOSSI COME TE. MA ORA TI RIPRENDERÒ’ E PRESENTERÒ’ LA MIA CAUSA CONTRO DI TE. CONSIDERATE QUESTO, VOI CHE DIMENTICATE DIO, AFFINCHÉ’ IO NOPN VI SBRANI SENZA CHE NESSUNO VI LIBERI. ( SALMO 50:20-22) 
E SAMUELE  DISSE: ‘’GEOVA APPREZZA OLOCAUSTI E SACRIFICI QUANTO APPREZZA L’UBBIDIENZA ALLA SUA VOCE? ECCO, UBBIDIRE A GEOVA E’ MEGLIO DEL SACRIFICIO,E ASCOLTARE E’ MEGLIO DEL GRASSO DEI  MONTONI. ( 1 SAMUELE 15:22)
MA QUESTA FOLLA CHE NON CONOSCE LA LEGGE E’ GENTE MALEDETTA!’’L( GIOVANNI 7:49)
IPOCRITI,ISAIA PROFETIZZO’ APPROPRIATAMENTE DI VOI QUANDO DISSE: ‘QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE  LABBRA,  MA IL SUO CUORE E’ MOLTO LONTANO DA ME. ( MATTEO 15:7,8) 
PERCIO’ ANDATE E IMPARATE CHE COSA SIGNIFICA QUESTO: ‘VOGLIO MISERICORDIA,NON SACRIFICIO’. IO, INFATTI,NON SONO VENUTO A  CHIAMARE I GIUSTI,MA I PECCATORI’’. ( MATTEO 9:13) 
INFATTI  A DARMI GIOIA E’ L’ AMORE LEALE,NON IL SACRIFICIO; E’ LA  CONOSCENZA DI DIO,NON GLI OLOCAUSTI. ( OSEA 6:6) 
INSENSATI  ,SLEALI ,SNATURATI E SPIETATI.PUR CONOSCENDO MOLTO BENE IL GIUSTO DECRETO DI DIO SECONDO CUI CHI PRATICA TALI COSE MERITA LA MORTE,NON SOLO CONTINUANO A COMMETTERLE  ,MA ADDIRITTURA APPROVANO CHI LE PRATICA. ( ROMANI 1:31,32)
‘’SERPENTI ,RAZZA DI VIPERE, COME SFUGGIRETE AL GIUDIZIO DELLA GEENNA? ( MATTEO 23:33)
LA MISERICORDIA DEL PADRE 
QUINDI IL PADRE GLI DISSE:’’FIGLIO MIO, TU SEI SEMPRE STATO CON ME,E TUTTO CIO’ CHE E’ MIO E’ TUO. MA NON POTEVAMO NON RALLEGRARCI E FAR FESTA, PERCHE’ TUO FRATELLO ERA MORTO MA E’ RITORNATO IN VITA;ERA PERDUTO MA E’ STATO RITROVATO’’’. (LUCA 15:31,32)
NON C’E’ INFATTI SULLA TERRA UN UOMO GIUSTO CHE FACCIA SEMPRE IL BENE E NON PECCHI MAI. ( ECCLESIASTE 7:20)
IMITIAMO LA MISERICORDIA DI DIO OGGI 
PERCIO’ IMITARE L’ ESEMPIO FDI DIO, QUALI FIGLI AMATI, (EFESINI 5:1)
LA RAGIONE E’ CHE FRA VOI SI SONO INSINUATI CERTI UOMINI CHE GIA’ DA TEMPO SONO STATI RISERVATI A QUESTO GIUDIZIO DALLE  SCRITTURE; SONO UOMINI EMPI CHE USANO L’ IMMERITATA BONTA’ DEL NOSTRO DIO COME PRETESTO PER TENERE UN COMPORTAMENTO SFRONTATO   E CHE SI  DIMOSTRANO  SLEALI NEI CONFRONTI DEL NOSTRO SOLO PADRONE E SIGNORE ,GESU’ CRISTO. ( GIIUDA 4)
CHE MOSTRA AMORE LEALE  A MIGLIAIA DI GENERAZIONI,CHE PERDONA L’ ERRORE,LA TRASGRESSIONE E IL PECCATO,MA NON LASCERÀ’ AFFATTO IMPUNITI I IMPUNITI9 I COLPEVOLI, INFLIGGENDO LA PUNIZIONE
PER L’ ERRORE DEI PADRI AI FIGLI E AI NIPOTI,ALLA TERZA E ALLA QUARTA GENERAZIONE’’. :( ESODO 34:7)
GIOSUE’ DISSE QUINDI AL POPOLO : ‘’VOI NON POTETE SERVIRE GEOVA, PERCHE’ E’0 UN DIO SANTO,UN DIO CHE RICHIEDE DEVOZIONE   ESCLUSIVA . NON PERDONERÀ’ LE VOSTRE TRASGRESSIONI E I VOSTRI PECCATI. ( GIOSUE’ 24:19)
SE QUALCUNO VEDE SUO FRATELLO COMMETTERE UN PECCATO CHJE NON PORTA ALLA MORTE, CHIEDERÀ’,E DIO DARA’ A QUELLO LA VITA; LA DARA’ A QUELLI CHE NON COMMETTONO UN PECCATO MORTALE. C’E’ COMUNQUE UN PECCATO CHE PORTA ALLA MORTE; RIGUARDO A TALE PECCATO NON GLI DOCO DI CHIEDERE. ( 1 GIOVANNI 5:16) 
VEDETE QUANTA  SOLLECITUDINE HA PRODOTTO IN VOI QUESTA TRISTEZZA  SECONDO DIO: HA FATTO IN MODO CHE VOLESTE RIABILITAVI,  CHE   VI INDIGNASTE AL TORTO FATTO! IN QUESTA FACCENDA VI SIETE DIMOSTRATI PURI SOTTO OGNI ASPETTO. ( 2 CORINTI 7:11)
ORA PERO’ VI SCRIVO DI SMETTERE DI STARE IN COMPAGNIA DI CHI E’ CHIAMATO FRATELLO MA PRATICA LIMMORALITÀ’ SESSUALE O E’ AVIDO, IDOLATRA,OLTRAGGIATORE , UBRIACONE O LADRO,NON MANGIANDO NEMMENO CON UNA PERSONA DEL GENERE. DEVO FORSE GIUDICARE QUELLI DI FUORI? NON SONO QUELLI DI DENTRO CHE VOI GIUDICATE, MENTRE DIO GIUDICA  QUELLI DI FUORI? ‘’ALLONTANATE LA PERSONA MALVAGIA DI MEZZO A VOI’’ .( 1 CORINTI 5:11-13)
PERCHE’ CHI NON MOSTRA MISERICORDIA SARA’ GIUDICATO SENZAQ MISERICORDIA.LA MISERICORDIA TRIONFA SUL GIUDIZIO. ( 2:13)
CHI MOSTRA COMPASSIONE AL MISERO FA UN PRESTITO A GEOVA , ED EGLI LO RIPAGHERÀ PER CIOI’ CHE HA FATTO. ( PROVERBI 19:17)
‘’FELICI I MISERIRCODIOSI ,PERCHE’ SARA’ LORO MOSTRATA  MISERICORDIA. ( MATTEO 5:7) 
DI ‘ LORO:’’COM  E’ VERO CHE IO VIVO’’, DICHIARA IL SOVRANO SIGNORE GEOVA,’’NON PROVO PIACERE NELLA MORTE DEL MALVAGIO,MA NEL FATTO CHE IL MALVAGIO CAMBI LA SUA CONDOTTA E CONTINUI A VIVERE. RAVVEDETEVI , ABBANDONATE LA VOSTRA CATTIVA CONDOTTA. PER QUALE RAGIONE DOVRESTE MORIRE,O CASA DI ISRAELE?’’’( EZECHIELE 33:11)
DAI GIORNI DEI VOSTRI ANTENATI VI SIETE ALLONTANATI DALLE MIE NORME E NON LE AVETE OSSERVATE.  TORNATE DA ME ,E IO TONERO’ DA VOI’’,   DICE GEOVA DEGLI ESERCITI. MA VOI CHIEDETE:’’COSA DOVREMMO FARE PER TORNARE?’’ ( MALACHIA 3:7)
O DISPREZZI LA RICCHEZZA DELLA SUA BENIGNITÀ’,DELLA SUA SOPPORTAZIONE E DELLA SUA PAZIENZA,NON SAPENDO CHE DIO NELLA SUA BENIGNITÀ’ CERCA DI CONDURTI AL PENTIMENTO? TU, INVECE,CON LA TUA OSTINAZIONE E CON IL TUO CUORE IMPENITENTE ACCUMULI IRA SU DI TE PER IL GIORNO DELL IRA E DELLA RIVELAZIONE DEL GIUSTO GIUDIZIO DI DIO. ( ROMANI 2:4,5)
GEOVA NON E’ LENTO AD ADEMPIERE LA SUA PROMESSA, COME PENSANO ALCUNI,MA E’ PAZIENTE CON VOI  PERCHE’ DESIDERA’ CHE NON SIA DISTRUTTO  NESSUNO MA CHE TUTTI GIUNGANO ALO PENTIMENTO. (2PIETRO 3:9) 
VI DICO CHE ALLO STESSO  MODO CI SARA’ PIU’ GIOIA IN CIELO PER UN PECCATORE( LUCA 15:7)
ADESSO DOVRESTE PIUTTOSTO PERDONARLO BENEVOLMENTE E CONFORTARLO, COSI’ CHE NON SIA SOPRAFFATTO DA UNA TRISTEZZA TROPPO GRANDE. VI ESORTO QUINDI A RICONFERMAGLI IL VOSTRO AMORE. ( 2 CORINTI 2:7,8) 
DA LONTANO GEOVA MI APPARVE E DISSE: ‘’TI HO AMATO DI UN AMORE ETERNO.  PER QUESTO TI HO ATTRATTO CON AMORE LEALE. ( GEREMIA 31:3)
ANZI, AFFINCHÉ’ POSSIAMO INCORAGGIARCI A VICENDA MEDIANTE LA NOSTRA FEDE, TANTO LA VOSTRA QUANTO  LA MIA. ( ROMANI 1:12)
AFFINCHÉ’ SATANA NON PREVALGA SU DI NOI, DATO CHE NON IGNORIAMO I SUOI STRATAGEMMI. ( 2 CORINTI 2:11) 
EBBENE ,SI SENTE DIRE CHE FRA VOII SI  COMMETTE IMMORALITÀ’ SESSUALE , E UN’ IMMORALITÀ TALE CHENON SI TROVA NEANCHE FRA LE  NAZIONI:  UN UOPMO CONVIVE CON LA MOGLIE DI SUO PADRE. E VOI NE ANDATE ORGOGLIOSI? NON DOVRES TE PIUTTOSTO  ESSERE AFFLITTI, COSI’ DA ALLONTANARE DI MEZZO A VOI L’UOMO CHE HA FATTO UNA COSA DEL GENERE? ANCHE SE ASSENTE CON IL CORPO,IO SONO PRESENTE IN SPIRITO ,E HO GIA’ GIUDICATO L’UOMO CHE HA FATTO QUESTO COME SE FOSSI EFFETTIVAMENTE LI’ CON VOI. QUANDO VI RIUNITE NEL NOME DEL  NOSTRO SIGNORE GESU’,SAPENDO CHE IO SARO’ CON VOI IN SPIRITO INSIEME ALLA POTENZA DEL NOSTRO SIGNORE GESU’,  DOVRESTE CONSEGNARE QUELL’ UOMO A SATANA PER LA DISTRUZIONE DELLA CARNE, AFFINCHÉ’ LO SPIRITO SIA SALVATO NEL GIORNO DEL SIGNORE. ( 1 CORINTI 5:1-5)
LE MIE PECORE HANNO VAGATO PER TUTTI IMONTI E PER OGNI ALTO COLLE;LE MIE PECORE SISONO DISPERSE SU TUTTA LA SUPERFICIE DELLA TERA,SENZA CHE QUALCUNO LE CERCASSE O PROVASSE A TROVARLE. ( EZECHIELE 34:6) 
FRATELLI MIE, NON SIATE IN MLTI A DIVENTARE MAESTRI, SAPENDO CHE RICEVEREMO UN GIUDIZIO PIU’ SEVERO. ( GIACOMO 3:1) 
QUINDI  GESU’ DISSE AI SUOI DISCEPOLI:’’E’ INEVITABILE CHE SI PRESTINO OSTACOLI CHE PORTANO A PECARE. TUTTAVIA , GUAI ACOLUI MEDIANTE IL QUALE SI PRESENTANO! SAREBBE MEGLIO PER LUI SE GLI SI  APPENDESSE AL  COLLO UNA MACINA E FOSSE GETTATO NEL MARE, PIUTTOSTO  CHE LUI FACCIA SVIARE UNO DI  QUESTI PICCOLI. STATE ATTENTI A VOI STESSI! SE TUO FRATELLO COMMETTE UN PECCATO RIMPROVERALO,E SE SI  PENTE PERDONALO. ANCHE SE PECCA CONTRO DI TE SETTE VOLTE AL GIORNO E SETTE VOLTE TORNA DA TE DICENDO:’’MI PENTO’, DEVI PERDONARLO’’. ( LUCA 17:1-4)
VI DICO CHE ALLO STESSO MODO CI SARA’ PIU’ GIOIA IN CIELO PER UN PECCATORE PENTITO CHE PER 99 GIUSTI CHE NON HANNO BISOGNO DI PENTIRSI. ç( LUCA 15:7)
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italiaefriends · 4 years
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“Lettera aperta a Papa Francesco” di Riccardo Rescio
Quale re, anteponendo l’interesse generale a quello personale, cederebbe la propria corona, rinunciando volontariamente a onori e gloria, per permettere al suo stesso regno di diventare parte di uno stato più ampio e fiorente e con tale unione poter garantire al proprio popolo un futuro di solida e duratura pace e una sempre maggiore prosperità.
Quale papa, primate, patriarca, metropolita, rabbino e qualsiasi altro capo indiscusso della chiesa che rappresenta, cederebbe il proprio ruolo di guida e unico detentore del verbo, per permettere, con atto di vera fede, l’unione di tutte le religioni in una entità superiore, che le racchiuda tutte e con tale gesto metter fine al paradosso dei paradossi, cioè quello che giustifica e avvalora spesso le guerre religiose, combattute nel nome di Dio.
Quale uomo politico detentore di un qualsiasi potere, piccolo o grande che possa essere, sarebbe disposto a rinunciare alla propria leadership, al ruolo, alla mansione o all’incarico, che gli garantisce comunque più onori che oneri, per iniziare un processo di unificazione di parti, di correnti, di gruppi o fazioni di una stessa ideologia politica, per contribuire a compattare quella stessa area in un comune denominatore di progetti da tutti sottoscrivibili.
Piccoli e grandi potenti, uomini di fede e non, tutti d’accordo nell’affermare di esercitare il potere solo ed esclusivamente per il benessere dei loro fedeli, sudditi o rappresentati.
Una missione, un dovere da compiere nel supremo interesse del popolo, sempre fortemente declamato e continuamente reiterato, tanto da divenire motivo conduttore, colonna sonora, che sottolinea e accompagna da sempre l’esercizio del potere, ma al contempo, in virtù di quel potere,
determinati e mai assolutamente disposti a cedere un solo centimetro di quella terra che ritengano gli appartenga di diritto o un microscopico granello di sabbia di quella esclusiva spiaggia a cui solo a loro è consentito l’accesso.
Paradossi, conosciuti, conclamati e dati per scontati, inalienabili privilegi insiti nella missione, ne dovere da espletare in nome del popolo suddito o sovrano che sia o di quello dei fedeli.
Comportamenti perpetrati esclusivamente per il proprio tornaconto, per lungo tempo tollerati, che trovano pretesto, giustificazione e supporto in tutti quelli che si lasciano abbindolare, nell’illusoria convinzione di essere davvero essi stessi al centro della questione, al centro dell’operato, al centro dei pensieri e delle azioni di chi detiene o vuole raggiungere un potere, temporale o religioso che sia.
La questione sta nel modo di credere, in politica come nella religione, la fede cieca, assoluta, ottusa, intoccabile, incrollabile, quella fede che non prevede dubbi o incertezze, quella fede che disconosce gli altrui credi, quella fede che fa compiere atti, misfatti, genocidi, stragi, che nulla hanno a che vedere con quel Dio che dicono di amare, onorare e rispettare, quella fede è da aborrire, non esiste alcun Dio che indichi come giuste e fattibili una sola di quelle tremende azioni, che purtroppo siamo ormai abituati da millenni a vedere.
Siamo noi, con l’accettazione acritica, senza dubbi ne incertezze, con la nostra fede subita, la fede solo sentita, ma non ascoltata, con la fede che ci è toccata in sorte e non scelta, a contribuire ad accrescere quel potere che annienta l’uomo come entità autonoma pensante, per renderlo mero esecutore del volere di quello stesso potere che, ha, senza riserva alcuna, così fortemente contribuito a incrementare.
Sono convinto che ci sia un Dio per tutti e che ognuno di noi abbia il proprio Dio, ma dovremmo essere noi a sceglierlo, la libertà di culto sta nel poter scegliere quale Dio pregare ed essere liberi di poterlo fare.
Se in politica il gioco delle parti è alla base del contendersi il consenso, nella fede non ci sono né parti né giochi e le contrapposizioni delle religioni, alla ricerca del consenso, sono inaccettabili.
Non c’è un Dio maggiore, non c’è un Dio superiore che dia più benessere allo spirito di un altro Dio.
Noi siamo fragili creature, foglie in una tempesta di sabbia, pregiati cristalli trasportati da una ruspa su un terreno sconnesso, siamo debole carne circondata da un mondo di pietra, abbiamo bisogno di credere, anche perché tanto poco crediamo in noi e siamo così tanto poco creduti.
Siamo fragili nel corpo e nella mente e se il corpo necessita di cure e di attenzioni, di protezione, per salvaguardarsi dalle intemperie della vita, la mente abbisogna di fede, qualsiasi essa sia, per poter trovare rifugio, speranza, pretesto o giustificazione o peggio ancora anche l’assoluzione per tutte le cattive azioni commesse.
La fede è la calda sciarpa di lana pregiata che ci avvolge e ci protegge dalle intemperie della mente.
Il pensiero, che dalla mente scaturisce, è la capacità di produrre evoluzione, il pensiero che sostituisce l’istinto, il pensiero che crea e che distrugge, il pensiero che ci fa vivere o morire, il pensiero senza limiti né confini, quel pensiero, nella sua incontenibile potenza, è esso stesso fragile e vulnerabile.
La fede è un fatto assolutamente soggettivo, è quel bisogno ancestrale dell’uomo di rapportarsi con l’imponderabile, è l’assoluta necessità di credere in una entità superiore, che trascenda dalla materia e al contempo attraverso questa si manifesti, un’entità che possa ascoltarci, che possa aiutarci, che possa cambiarci la sorte, che possa assisterci nella difficoltà, che possa esaudire le speranze e realizzare i sogni.
La fede è un aiuto, un supporto, una giustificazione, un pretesto, una assoluzione e un milione di cose in più, ma non deve sconfinare da noi stessi e dettare ad altri leggi e regolamenti, per condizionarne i comportamenti in nome e per conto del proprio Dio.
La fede è e deve restare un fatto assolutamente personale.
Istituzionalizzare la fede riducendola alla condizione di religione, qualunque essa sia, la rende meno credibile e meno efficace per lo spirito, ma sicuramente molto efficace per creare e supportare il suo potere temporale.
Allora se effettivamente esistono due piani su cui si sviluppa la necessità dell’uomo di credere, una spirituale di pura fede, l’altra pratica di mera osservanza di rituali religiosi, perché non fare il possibile per rendere tutti gli uomini liberi dalla religione e fedeli uniti nel credo, qualunque esso sia.
Se fosse davvero possibile un passo indietro, da parte dei potenti della terra, per il superiore interesse delle proprie e altrui popolazioni, ci piacerebbe credere, che un passo indietro da parte dei capi delle chiese, per il supremo interesse di tutti gli uomini, senza alcuna distinzione di lingua o colore, finalmente uguali nel desiderio di credere in una entità superiore, possa essere altrettanto possibile, se non indispensabile, per la stessa sopravvivenza della specie umana.
Così la mia mente, riflettendo sulla fede, la fede spirituale, la fede universale, genera un ardito pensiero, che mi permette di immaginare una grande costruzione a forma circolare al cui interno possano essere rappresentate tutte le religioni, con un identico spazio assegnato, dove i rispettivi fedeli abbiano la possibilità di pregare il loro Dio, gli uni accanto agli altri, senza differenze né privilegi, nel reciproco rispetto, quel fondamentale rispetto che la condizione di credenti dovrebbe prevedere nei confronti di tutti, anche dei seguaci di altre fedi.
Credo, voglio credere, che sia di fatto la preghiera, con il raccoglimento, l’introspezione, il misticismo, che questo momento comporta, che possa realizzare quel comune denominatore, quella pietra fondante su cui costruire un nuovo modo di praticare la fede.
Una chiesa universale che abbia il suo fondamento e si regga sulla comune preghiera di uomini e donne uguali nel rispetto delle loro diversità di credo.
Solo riconoscendo il valore supremo delle differenze potremo dire di essere entità capaci di utilizzare il pensiero.
Quel pensiero che scaturisce dalla nostra mente, che dovrebbe soprattutto tener conto, sublimandola, anche della fede in cui ci riconosciamo.
Il nostro stesso credo dovrebbe aiutarci a farci vedere sempre più e meglio quanto nefasto e pericoloso sia l’individualismo, l’egoismo, che spesso ci induce a credere di essere gli unici
detentori della vera fede e al contempo e paradossalmente pretendere che tutti gli altri siano uguali a noi, ma solo nel rispettare le nostre insindacabili regole.
Dobbiamo smettere di praticare crociate per convertire gli infedeli in nome e per conto del nostro Dio, ognuno di noi ha il sacrosanto diritto di continuare a credere nel proprio.
Se in politica è necessario e doveroso marcare le differenze fra schieramenti diversi per indurre il popolo a compiere quelle scelte che dovranno appagare le rispettive aspettative, nelle questioni di fede è altrettanto necessario e indispensabile conoscere le differenze che esistono, ma solo e unicamente per individuare quello che in comune queste possono avere.
Solo riconoscendo e rispettando le diversità fra le religioni e avvalorando ciò che in comune hanno si potrà giungere ad una vera unificazione, perché il benessere dello spirito al contrario di quello materiale, non sta nell’appartenere ad una o all’altra fazione o religione, ma nel libero professare i valori in cui si crede senza mai ledere o limitare l’altrui fede.
Se una religione non riconosce tutte le altre ritenendole a se paritetiche, se i rispettivi fedeli non accettano le altrui professioni e manifestazioni di fede, tollerandole e rispettandole, quella religione avrà sicuramente e miseramente fallito la propria missione.
Il concetto di fede è molto difficile da spiegare, perché la fede come il dolore non è universalmente quantificabile, definibile, descrivibile, per ognuno di noi è diverso.
La soglia del dolore, come quella della fede è assolutamente individuale, non esiste uno strumento di misurazione, stabilire quanto si crede o quanto si soffra è soggettivo, solo noi possiamo valutarne l’entità.
#tuttoilbelloeilbuonochece #alcentrodellabellezza #cheitalia
Pubblicato da italia&friends
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allenmendezsr · 5 years
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The Italian Version Of "old School New Body"
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5 passi per apparire 10 anni più giovane
di Steve & Becky Holman
Lo sapevi che una volta raggiunti i 40 anni, che tu sia uomo o donna, il corpo inizia ad invecchiare PIÙ VELOCEMENTE del normale? Gli studi scientifici hanno dimostrato che senza i giusti nutrienti e esercizi, il tuo corpo invecchierà di circa 6 mesi in più per ogni anno che passa. Pensaci! Se hai 40 anni, significa che quando avrai 44 anni APPARIRAI e TI SENTIRAI come se ne avessi 48. E quando raggiungerai i 60 anni, APPARIRAI e TI SENTIRAI come se ne avessi 70! Lo vediamo ogni giorno…basta guardarci intorno.
Lo sapevi che il 90% delle persone dai 35 anni in su ogni anno perde una quantità di muscolo che brucierebbe 4 chili di grasso corporeo? Ciò significa che non solo perdi l’unica cosa che crea forma, tono e forza per il tuo corpo, ma ingrassi anche di più ogni anno che passa, anche se le calorie che ingerisci rimangono le stesse.
Sapevi che puoi invertire questo processo a qualsiasi età? Che ci sono modi specifici di muoverti, di mangiare e di pensare che dicono al tuo cervello di FERMARE questo processo di invecchiamento rapido…e anche di RALLENTARLO al punto di riuscire ad invecchiare meno di un anno per ogni anno che passa? Questo significa che puoi apparire più giovane a 40 anni di quando avevi 35 anni…o, se sei come me e Becky, più giovane a più di 50 anni di quando avevamo 40 anni!
Questo non è un racconto fantastico e non hai bisogno di una barca di farmaci antinvecchiamento, integratori o trucchetti. E funziona per chiunque, maschio o femmina, e per qualsiasi età. 35, 45, 55, 65, 75…e chi più ne ha più ne metta. La biologia infatti è esattamente la stessa.
I miei anni come caporedattore di Iron Man Magazine mi hanno permesso di osservare le routine segrete degli esperti dell’antinvecchiamento. Nel corso degli anni, sia io che Becky abbiamo raccolto tanti suggerimenti, trucchi e strategie che ci hanno permesso di invertire letteralmente il processo di invecchiamento, almeno ad un livello cellulare. Ciò significa che appariamo, ci sentiamo e CI MUOVIAMO come se fossimo più giovani rispetto alla nostra età cronologica.
Abbiamo insegnato questo sistema a moltissimi uomini e donne nel corso degli anni, e inizia sempre con questi 5 principi chiave da applicare al fine di fermare la rapida insorgenza dei segni dell’invecchiamento, invertirla e cominciare ad “invecchiare al contrario” ripristinando gli ormoni naturali che hai nel tuo corpo quando sei giovane.
Detto questo, dobbiamo avvertirti: quello che stai per leggere può andare contro tutte le diete convenzionali ed i consigli che hai sentito fino ad ora. Questo perché il mondo si è rammollito! Tutti fanno “Allenamenti per gli addominali”, yoga, lezioni di spin, tai chí, che fanno tutti più che bene, ma non rallentano l’invecchiamento, e certamente non ti permetteranno di modellare i tuoi muscoli o bruciare il grasso ostinato. Niente da fare!
Questi 5 passi ti riveleranno cosa DEVI assolutamente EVITARE se vuoi rallentare il processo di invecchiamento, recuperare la tua salute ed avere il corpo che hai sempre sognato.
Quello che ti serve è una spruzzata di acqua fredda, un pizzico di vecchia scuola e la pura verità. Suona bene? Allora continua a leggere!
Fase 1: Dimentica le diete povere di grassi
Le diete a basso contenuto di grassi sono state la mania per decenni e guardati attorno. Cosa hanno fatto per noi? Siamo più grassi, più malati e più dipendenti da zuccheri e carboidrati rispetto a qualsiasi altro momento della storia. E stiamo passando queste abitudini ai nostri figli.
I grassi non sono da temere e non fanno ingrassare, anzi, aiutano il corpo a rigenerare gli ormoni che ci danno energia e potenza. Il testosterone, l’ormone della “forza”, ad esempio, è il risultato diretto dell’apporto di colesterolo e grassi sani. Proprio così, “colesterolo” non è una brutta parola! Il tuo corpo ha bisogno di grassi e colesterolo per produrre QUALSIASI ormone vitale.
Le persone che seguono una dieta a basso contenuto di grassi hanno il viso scavato, sono magrolini e deboli. Spesso sono malati, a volte al punto di rompersi letteralmente. E non possono mai mangiare con gusto. Contano ossessivamente le calorie a ogni pasto e sono spaventati da ogni grammo di grasso che ingeriscono. Credi davvero che questo ti renderà più giovane? Certo che no…ti preoccuperà solo da morire, se non ti ucciderà prima!
Fase 2: Smettila di “correre in tondo”
I corsi in palestra possono essere divertenti, se ti piace stare seduto in un posto e torturarti. Ma hai notato quanto cambiano poco i corpi delle persone che frequentano questi corsi? Certo, il “cardio” è buono, ma puoi fare aerobica in molto meno tempo e con molta meno fatica.
I tapis roulant, e qualsiasi forma di allenamento di resistenza (soprattutto correre) fanno molto poco per aiutare il processo di inversione dell’età. Molte volte questi esercizi di lunga durata accelerano il processo di invecchiamento, aumentando i radicali liberi, che non fanno altro che cibarsi dei nutrienti essenziali e dei tessuti del corpo.
C’è un modo intelligente per fare esercizio…lo vedremo tra un minuto. E la cosa bella è che ci vuole circa ¼ del tempo necessario per eseguire gli allenamenti tradizionali. Ne parleremo in dettaglio nella pagina seguente.
Fase 3: Smettila di dare sempre la colpa all’età
I ragazzi a sinistra non sono grassi perché sono vecchi, sono grassi perché mangiano, pensano e si muovono come delle persone grasse, vecchie e morenti! Io e Becky abbiamo entrambi 50 anni, quindi, siamo più vecchi dei ragazzi della foto, ma i miei addominali sono ancora scolpiti e Becky ha trasformato il suo corpo dalla tipica “mamma di mezza età” a una donna magra, tonica e super sexy che sembra 10 anni più giovane. (Vedi la pagina seguente per le foto!)
Ascolta: Il tuo corpo non ha un orologio. Gli studi hanno dimostrato che uomini e donne di 90 anni sono stati in grado di guadagnare tono muscolare nel giro di qualche settimana di allenamento con i pesi. Personalmente ho visto uomini e donne trasformare il loro fisico a tutte le età da 25 a 95 anni!
Se sei circondato da persone che parlano tutto il tempo dell’invecchiamento, dei dolori, e di come la vita è solo in calo continuo dopo i 40 anni – MOLLALE! Circondati di persone positive che sono alla ricerca di una sfida. Una sfida è RIMANERE giovane e prendere il controllo della tua salute e del tuo corpo.
Ti mostreremo COME farlo nella pagina successiva.
Fase 4: Evita la disidratazione cronica
L’acqua non solo “ti fa bene”, ma brucia anche il grasso. L’acqua sopprime la fame e rigenera la pelle. Basta bere 2 litri di acqua pura ogni giorno per eliminare qualche anno della tua faccia nel giro di qualche settimana. Inoltre, potrai anche eliminare il grasso, avere più energia e salvare i reni e il fegato da un super lavoro cronico.
Quando i reni non ricevono una quantità sufficiente di acqua, il fegato deve lavorare di più. Ora, tieniti forte: il tuo fegato è l’organo brucia-grassi numero uno. Vuoi DAVVERO che elabori liquidi e tossine, piuttosto che BRUCIARE IL GRASSO? Assolutamento no, giusto? Beh, prendi un bicchiere d’acqua e guardati allo specchio. Nel giro di poche settimane, il tuo viso ed il tuo corpo cambieranno notevolmente.
Fase 5: Allenati di MENO (Sì, di meno)
Se NON ti alleni perderai tessuto muscolare ogni anno. Questo significa che diventerai più grasso e flaccido ogni anno. È questo ciò che desideri? Assolutamento no, giusto?
Beh, la risposta è l’allenamento di resistenza della vecchia scuola. Ecco il segreto: quasi nessuno lo fa bene!
Io e Becky abbiamo visto migliaia di atleti di fitness professionisti allenarsi per anni. Quelli che apparivano al meglio, e questo significa che sembravano più giovani, più tonici e avevano la minima quantità di grasso, erano quelli che avevano lasciato la palestra, mentre gli altri erano ancora in fase di riscaldamento!
Negli ultimi dieci anni, io e Becky abbiamo sviluppato un sistema di allenamento per uomini e donne che noi chiamiamo il Sistema di Allenamento F4X. Questo è un modo rivoluzionario di combinare quattro esercizi specifici che si eseguono letteralmente in pochi minuti. Questo è TUTTO CIÒ CHE TI SERVE…E non permettere a nessuno di dire il contrario!
Proprio così: noi non facciamo sessioni di cardio infinite (il Sistema di Allenamento F4X è un ottimo allenamento cardiovascolare) e non ci chiudiamo per un’ora al giorno in palestra. Abbiamo una vita per fortuna. Abbiamo i nostri figli e ci piace sia essere in forma e essere delle persone reali. Il Sistema di Allenamento F4X è stata la nostra svolta personale per ottenere il nostro corpo ideale, rimanere in perfetta forma con il tempo minimo e avere una vita al di fuori della palestra.
ATTENZIONE: QUESTO NON È PER TUTTI!
Non ti mentiremo: Il Sistema F4X sicuramente non è per tutti. Ad esempio:
Se ti piace allenarti per un’ora al giorno, questo NON è per te (e buona fortuna con quei radicali liberi!)
Se pensi di poter riavere un corpo di un 20enne, che non cambi più nel tempo…questo non è per te.
E, se non sei disposto a lavorare duramente per un brevissimo periodo di tempo, questo non è per te.
Non ti mentiremo: F4X significa lavorare duro – tutto ciò che produce questo tipo di risultati anti età non sarà mai una passeggiata.
Tuttavia, è VELOCE, EFFICIENTE e SICURO. D’accordo? Ehi, se sei alla ricerca di qualcosa di semplice, allora scrivi “Allenamento dei sogni impossibili” su Google e forse sarai fortunato. Se desideri risultati che hanno superato la prova del tempo ( DECENNI ), allora continua a leggere.
DEVI essere disposto ad allenarti duramente per brevi periodi di tempo nello stile della vecchia scuola. Se sei disposto a farlo, qui c’è una routine che non hai mai visto prima: entrerai ed uscirai dalla palestra a tempo di RECORD.
“Quindi, che cosa devo fare ora?”
Se sei pronto per iniziare il nostro sistema per ottenere un corpo nuovo alla vecchia maniera, che offre il nostro programma di allenamento F4X, il piano di nutrizione senza età, e tutti i nostri segreti e protocolli antinvecchiamento, allora clicca sul pulsante qui sotto che ti porterà alla pagina successiva.
Nella pagina successiva, ti riveleremo i dettagli del nostro sistema e come puoi iniziare in meno di 30 minuti da ora.
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ildiariodibeppe · 5 years
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Nel cuore della Legge
(Mt 5, 17-37)
“Ma io vi dico”. Gesù non vuole rifare la legge ma il cuore della legge e contesta l’interpretazione che tradisce la legge stessa. Gesù va diritto al cuore che è il laboratorio dove si assemblano i gesti dell’uomo.
C’è una giustizia umana a volte troppo poco umana. Il disamore è il nostro lento morire. Ma c’è un “di più” che siamo chiamati a imparare e che ci consente di entrare nel regno dei cieli, non solo dopo la morte, ma di vivere la dimensione del regno dei cieli già qui in terra. E’ il mondo nuovo che i cristiani devono testimoniare.
Un di più che fa vivere e, prima di cambiare la realtà, cambia il nostro modo di vederla. Per farci comprendere meglio ciò che sta dicendo, Gesù ci prende per mano e ci fa esempi concreti. Ci mostra come leggere la vita partendo dal cuore profondo della legge.
“Ma io vi dico”: chiunque si adira con il fratello o lo insulta è sulla linea di Caino. Gesù mostra i primi passi verso la morte. L'ira, l'insulto e il disprezzo sono tre forme di omicidio. L'uccisione esteriore avviene dopo la eliminazione interiore dell'altro.
Per Gesù non esiste “l’altro”, esiste il “fratello” e possiamo uccidere un fratello, anche solo, con il disprezzo, anche solo, con l’insulto perché offendendolo lo pongo fuori dalle mie relazioni, fuori dal mio orizzonte. Questo significa uccidere. Omicidio non è solo l’esecuzione fatta con le nostre mani, ma anche quella che facciamo nel cuore o che facciamo con lo sguardo o con una parola.
Non commettere adulterio. “Ma io vi dico: se guardi”. Gesù non dice se tu desideri una donna o un uomo, ma se guardi per desiderare, con atteggiamento e volontà predatoria, per conquistare e violare, per sedurre e possedere, se riduci un uomo o una donna a oggetto da prendere o collezionare. Tu commetti un peccato contro la grandezza della persona.
Lo sguardo malizioso è capace di adulterare, alterare, cambiare, falsificare, svilire, manipolare. Uno sguardo velenoso ruba il sogno di Dio. L’adulterio non è tanto un reato contro la morale, ma un reato contro la persona. Si deturpa il volto alto e puro della creatura. Il suo e il tuo.
Uccidere la relazione con il fratello significa anche uccidere la relazione con Dio perché Dio è padre. Ecco perché non puoi fare l’offerta a Dio se non restauri l’unità. Gesù, qui, è tremendo perché dice: “se ti ricordi di avere qualche cosa contro tuo fratello”, non “se ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te”.
Gesù, con un linguaggio molto forte, ci dice che il rapporto con lui è un rapporto totalizzante: non esiste Dio e, poi, a parte, i fratelli, ma che tutti i comandamenti hanno come unico scopo la comunione.
A Dio non interessano uomini perfetti esteriormente, ma uomini liberi interiormente, capaci di amore e libertà nel profondo e non solo nei gesti. Il vangelo non è un nuovo codice ma uno sguardo trasfigurato dietro al quale c’è un modo altro di pensare e sognare la vita: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. E il prossimo tuo come te stesso”.
“Non giurate affatto; il vostro dire sia sì, sì; no, no”. Dire sempre la verità e non servirà giurare. Non abbiamo bisogno di mostraci diversi da come siamo. Curiamo il nostro cuore e saremo capaci di prenderci cura della vita attorno a noi. Saremo beati.
Don Paolo Zamengo SDB
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gameofthronesitaly · 7 years
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Perché Melisandre sta andando a Volantis?
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L’angolo delle teorie: Melisandre sta andando a Volantis a chiamare la Mano di Fuoco?
Melisandre ha fatto una breve apparizione in Game of Thrones 7 per facilitare l’incontro tra ghiaccio e fuoco: Jon Snow e Daenerys Targaryen.  Nell’episodio seguente è sparita e non si è più fatta viva per il resto della stagione. Prima di andarsene, la Sacerdotessa Rossa ha avuto una conversazione con Varys il Ragno che alludeva a dove sarebbe andata e cosa sarebbe potuto succedere dopo. Ecco un riassunto.
Melisandre dice a Varys che andrà a Volantis, la più grande delle Città Libere di Essos. Varys, che non è mai stato un fan delle arti magiche, le dice che dovrebbe restare lì. Melisandre non è qualcuno che si fa intimidire e dà a Varys una risposta da brividi prima di andarsene:
“Io ritornerò, mio caro Ragno, un’ultima volta. Devo morire in questo paese straniero, proprio come te.”
Questo dovrebbe dare a Varys qualcosa su cui riflettere per un po’.
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Comunque, perché Melisandre dovrebbe attraversare il Mare Stretto fino a Volantis?
Di certo non vuole incontrare Jon Snow e Davos, ma Westeros è grande ed è l’epicentro della guerra che lei ha sempre detto di combattere, quella tra i vivi e i morti. L’utente Reddit Dr_Tibbles ha una teoria. Melisandre si sta dirigendo verso casa per chiamare la Mano di Fuoco in nome di Daenerys Targaryen?
La Mano di Fuoco è un gruppo di schiavi di R’hllor incaricati di proteggere il Tempio Rosso di Volantis, sede della religione del Signore della Luce a Essos.
Sono 1000, mai di più e mai di meno. Indossano armature elaborate su vesti arancioni, e brandiscono lance la cui punta è simile a una fiamma guizzante. Ricorderete che Tyrion è passato per Volantis nella quinta stagione e ha visto una Sacerdotessa Rossa che predicava a un gruppo di schiavi della venuta di Daenerys? Non ha visto il Tempio Rosso o la Mano di Fuoco, ma se lo show segue i libri, non erano molto lontani.
Sappiamo che i seguaci del Signore della Luce appoggeranno Daenerys.
Ne abbiamo un altro indizio quando, durante la sesta stagione, Tyrion ha convocato l’Alta Sacerdotessa del Tempio Rosso – una donna di nome Kinvara – per consolidare il sostegno per la Regina dei Draghi tra la gente comune. Kinvara (Ania Bukstein) era convinta che Daenerys fosse “quella che fu promessa,” dicendo che lei era “stata mandata per guidare la gente contro l’oscurità, in questa guerra e nella grande guerra che deve ancora venire.” Non aveva bisogno di essere convinta.
Melisandre ha iniziato credendo che Stannis Baratheon fosse una figura messianica. Ma sembra che adesso pensi si tratti di Daenerys o Jon Snow …o forse entrambi. Poiché conosce Westeros meglio di qualunque Sacerdote o Sacerdotessa, a parte Thoros di Myr (che non può più essere d’aiuto, essendo morto), lei potrebbe essere in missione per guidare la Mano di Fuoco a Westeros. Una volta arrivati, essi aiuteranno Jon e Dany nella battaglia contro l’armata dei non-morti.
Come bonus, se i seguaci del Signore della Luce come Thoros e Beric Dondarrion possono dare fuoco alle spade, forse la Mano di Fuoco può fare la stessa cosa con le lance?
Poiché sono contro un esercito di zombie di ghiaccio infiammabili, potrebbe essere utile, del resto, come ci ha ricordato Davos Seaworth di Casa Capitan Ovvio in questa stagione, il fuoco scioglie il ghiaccio. In ogni caso, dopo aver visto l’armata dei non-morti passare attraverso il buco nella Barriera, mille soldati che usano il fuoco sarebbero proprio quello che ci vuole per Westeros.
C’è una grinza in questa teoria: nei libri, la Mano di Fuoco è composta da schiavi.
Le sacerdotesse di alto rango come Kinvara sembrano contro la schiavitù, una buona mossa se vogliono lavorare con Daenerys Targaryen, Distruttrice di Catene.  Se Melisandre si sta davvero dirigendo a Volantis per recuperare una specie di sacro esercito per combattere con Daenerys nella Grande Guerra, probabilmente sarà un esercito di uomini liberi. Altrimenti, Daenerys avrà un problema.
***
Fonte: WiC
Traduzione: Mariarosaria M. Editing: Aranel/Mariacristina M.
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Uomini gonfi d'orgoglio potevano dire che è meglio morire liberi che vivere da schiavi, ma l'orgoglio è merce a buon mercato.
La danza dei draghi
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pangeanews · 4 years
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“Si elevavano al cielo e ne penetravano gli abissi infiniti”. Thomas Merton, il poeta dell’inquietudine
Vorrei tanto gettarmi in un voto. Lasciare il corpo lì, perché sia il voto a divorarlo, con raffinatezza di lince. Invece, c’è chi questo gusto ancora non può assaporarlo, e del voto avverte il veleno – qualcuno, l’altra sera, ha evocato il monastero della Trasfigurazione di Valaam, in Carelia. C’è chi spezza i nodi con la spada e chi, sulle sponde, li ricuce.
*
L’avventura di Thomas Merton in Cristo parte dall’arte. Genitori pittori, scuole buone, prima in Occitania, poi a Cambridge, infine alla Columbia, un viaggio illuminante – ma non risolutivo – a Roma. Il profeta di Merton è William Blake, su cui scrive la tesi: “Che cosa fu per me vivere in contatto col genio e la santità di William Blake… come appaiono deboli e isteriche le ispirazioni degli altri romantici a paragone del fuoco spirituale terribilmente vivo di William Blake! Persino il Coleridge, nei rari momenti in cui la sua fantasia attingeva la vetta della vera creazione, rimaneva sempre e soltanto un artista, un poeta immaginoso, non un veggente; un costruttore, non un profeta… A dodici anni già scriveva poesie migliori di quante ne avrebbe scritte Shelley in tutta la vita. E questo probabilmente perché a dodici anni aveva visto Elia, ritto sotto un albero nei prati a sud di Londra”.
*
Il rapporto di Merton con il sacro è mediato dai libri, dall’affanno a comprendere. Divora Sant’Agostino, percorre l’Imitazione di Cristo, cerca Aldous Huxley, studia Jacques Maritain. Quando riceve per la prima volta la comunione cattolica, il 16 novembre del 1938, a 23 anni, Merton è imbevuto dalle letture di Gerard Manley Hopkins (“Mi immersi nella sua poesia e nei suoi diari… Cosa facevano i Gesuiti? Che faceva un sacerdote? Come viveva? Non sapevo neppure dove incominciare a cercare cose del genere, ma esse ormai esercitavano su me una misteriosa attrazione”), ha vangato dentro James Joyce (“Continuai a leggere Joyce sempre più affascinato dalle figure dei sacerdoti e dai quadri di vita cattolica che di quanto in quando prendevano rilievo nei suoi libri”). L’inquietudine di Merton – la stessa che lo porterà in Asia, esattamente trent’anni dopo, affascinato dal buddismo, e a morire, tragicamente – è al principio speculativa: vuole possedere Dio, circoscriverlo e azzannarlo. Per questo, probabilmente, ha scritto così tanto.
*
Attratto dalla Trappa di Gethsemani, Kentucky, Merton vi entra il 10 dicembre – giorno della morte, dell’altro ingresso – del 1941, pronunciando i voti sei anni dopo. Nel 1949 diventa sacerdote. L’anno prima aveva pubblicato La Montagna delle Sette Balze, libro autobiografico di culto; la bibbia di chi preferisce le vite altrui al cospetto di Dio piuttosto che esercitare la propria, fino a sputtanarla, a raderla al suolo. Il libro – appassionante, sia chiaro, benché viziato da eccesso di eloquio – continua a essere stampato da Garzanti. Merton, però, è primariamente poeta – in quel linguaggio dell’eccedenza s’avverte meglio l’Eccedente. Nel 1944 New Direction, che ha in catalogo i suoi libri maggiori, pubblica Thirty Poems; due anni dopo A Man in the Divided Sea. Pubblicato a lungo, in lungo e in largo, in Italia, ora, editorialmente, Merton pare più che altro un pio saggista animato da vigore ecumenico.
*
Le poesie di Thomas Merton, scomparse dagli orizzonti librari, hanno una furia totalmente contemporanea, propria di un Isaia metropolitano, di uno che mescola le visioni di Enoch ai clangori di Pound. In Italia, Merton ha un traduttore d’eccezione, Romeo Lucchese, amico di Ungaretti e già traduttore di Saint-John Perse, che così, in Cablogrammi e profezie (Garzanti, 1972), ne riassume l’indole lirica: “All’origine del mondo spirituale di Merton stanno Villon e Rimbaud; il primo per il suo cattolicesimo amaro, ma umano, umile e pieno di speranza nella redenzione; il secondo per le sue innovazioni universali sul piano del pensiero e dell’espressione… Spesso negli ultimi anni della sua attività il poeta-trappista ha usato forme libere assai efficaci quali gli intarsi di Pound, il continuum di Joyce, la fusione tra passato e presente di Williams, gareggiando per il ritmo e nelle immagini con Dylan Thomas e tenendo presente, nel rappresentare il mondo odierno dominato dalla tecnocrazia, le visioni di William Blake”.
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La poesia di Merton ha tratti da rotolo dei profeti impazzito nella fornace odierna: “I libri sacri vengono confiscati dalla polizia per mantenere gli occhi sotto una cupola cieca. Si studia il famoso testo in tribunale. Le parole sacro conservate in una camera blindata. Conservano i miei romanzi in una scatola di cioccolatini… Gli ultimi libri sotto chiave sono conservati in gelosi Senati della memoria per futuri godimenti in tempi più prosperi. Tenete gli occhi fissi davanti a voi, è sparita la vecchia cupola: una lucida Chiesa calva con un buco in testa un vero pantheon”. Anche quando il poeta salmeggia, l’ossessione è quella: la dissoluzione del sacro. “Preghiamo che gli occhi dei nostri figli/ Possano un giorno leggere ancora/ Gli scritti sacri”.
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Antico il monito di non accettare il creato ma di uncinarlo con i verbi, per accelerare la giustizia. Di Merton sorprende la rapidità epigrafica, la lirica come lapidazione. “Nelle vie sante non vi è mai tanta necessità”; “Nelle vie sacre non vi è mai un comando/ Mai un fardello”; “Il Salvatore fermo attraversa il cielo su una tromba”; “Il segno R del Redentore/ Regala a Marte l’ultima guerra”. Risuona l’interrogativo primordiale: bisogna interpretare la parola o generare parola verminante dal Verbo? I Trappisti, come si sa, si attengono alla pratica del silenzio.
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A volte ci accontentiamo di ‘spiare’ Dio al posto di espiarlo; siamo dei voyeur del sacro più che degli avventurieri. Le poesie di Merton – perché non le ristampano? – non dicono la pace, ma una rettitudine nell’inquieto. “Ciò che vidi mi penetrò come un coltello”, scrive Merton dopo aver scoperto l’esistenza dei Trappisti. “Che meravigliosa felicità esisteva nel mondo! Su questa terra miserabile, rumorosa e crudele, v’erano dunque ancora uomini che assaporavano la gioia stupenda del silenzio e della solitudine, che abitavano in remote celle sui monti, in monasteri appartati, al riparo dalle notizie, dai desideri, dagli appetiti e dai conflitti del mondo. S’erano liberati dal peso della tirannia della carne e i loro occhi limpidi, purificati dal fumo del mondo e dal suo irritante sentore, si elevavano al cielo e ne penetravano gli abissi infiniti, e la luce salutare. Erano poveri, non avevano nulla, e perciò erano liberi e possedevano ogni cosa, e tutto ciò che toccavano emanava una scintilla del fuoco divino”.
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In Emblemi di un’età di violenza (Garzanti, 1971), un poema in prosa, Hagia Sophia, conclude così: “Le ombre cadono. Appaiono le stelle. Gli uccelli cominciano a dormire. La notte abbraccia la metà silenziosa della terra. Un nomade, un misero vagabondo impolverato, trova la sua via lungo una nuova strada. Un Dio senza dimora, perduto nella notte, senza documenti, privo di identità, senza neppure un numero, un fragile esule stremato giace disteso nella desolazione sotto le dolci stelle del mondo e affida Se stesso al sonno”. Certo, la lotta – con anca storpia e scale al contrario – inizia nella gola di Dio; il resto, non è legge ma lettura, letteratura. Vanità. (d.b.)
**
Cactus che fiorisce di notte
Io conosco il mio tempo, che è oscuro, silente e breve Perché io sono presente senza avviso per una sola notte. Quando il sole si leva sulle bronzee valli divento serpente.
Benché mostri il mio vero io solo nel buio e a nessuno (Perché io appaio di giorno come serpente) Non appartengo né alla notte né al giorno.
Il sole e la città mai vedono la mia profonda e candida campana Né conoscono il mio immemore momento di vuoto: Non ci è risposta alla mia munificenza.
Quando arrivo io elevo l’improvvisa Eucarestia Alta sull’impenetrabile gioia della terra Chiaro e totale obbedisco al corpo del mondo Io sono complicato e intatto, non manierata ma violenta passione Eccelso profondo piacere di acque essenziali Santità di forma e minerale gaiezza:
Sono l’estrema purezza della casta sete.
Io non mostro la mia verità né la celo La mia innocenza è scoperta oscuramente Soltanto dal dono divino Come una caverna bianca senza spiegazione.
Colui che vede la mia purezza Non osa parlarne. Quando apro una volta per tutte la mia impeccabile campana Nessuno interroga il mio silenzio: L’onnisciente uccello della notte s’invola dalla mia bocca.
Lo avete visto? Benché la mia gaiezza finisca presto Voi vivete per sempre nella sua eco: E non sarete più gli stessi.
Thomas Merton
(traduzione di Romeo Lucchese)
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L'altra scarpa dietro al piano di salvataggio finanziario si riduce a fine anno. I rapporti iniziarono a emergere da pignoramenti rapidi che si inseguivano nel momento in cui era scaduto l'intero periodo di salvataggio di alcuni salvataggi. I proprietari di abitazione specifici acquistati sono stati pagati in modo definitivo, così come siamo d'accordo e tutti e alcuni dei pagamenti ipotecari ridotti sono stati effettuati in tempo. Le azioni erano un problema specifico? Lo sai che tutti portano a invecchiare, cadono malati e morire? Questa può essere la vita! Possa la realtà! Semplicemente ti stai prendendo cura degli elementi che più componenti o potrebbe essere sono persone che trascurano queste attività? Scegliamo di non avere già per sempre e inoltre le statistiche offrono che gli uomini estremamente muoiono effettivamente per quanto riguarda i 75 anni in aggiunta alle donne che si trovano a circa ottantacinque anni, del corso di coaching dovrebbe certamente variare le possibilità su dove rimanere vivi e il tuo stile di vita familiare. Ora un secondo aspetto adatto a questa idea priva di essere denaro è questo: abbiamo bisogno di un modo per riconoscere che gli esperti sostengono che alcuni componenti possono effettivamente funzionare - escludendo qualsiasi intervento da parte di una persona perché non appena diventano al livello superiore. Quando alla fine la maggior parte delle due attività mi ha rotto il cranio, ho iniziato a notare come sarebbe stato possibile trovare il mio concetto e rendere liberi i beni. E non appena ho avuto un processo in corso, sarebbe certamente opportuno ottimizzare l'intera faccenda. Ti incoraggio e ricorda che ' Scarpe Golden Goose Superstar Uomo Saldi Italia nvestire in proprietà immobiliari' è quasi un'opportunità per mettere insieme i tempi più efficaci ''. quando puoi essere preparato, entrare e cullare in alcune opportunità a volte può creare una leva efficace di ricchezza che può catapultarti in Scarpe Golden Goose Saldi Italia nticipo nella ricerca della tua compagnia per conto di una scelta finanziaria e cercare rifugio dalla loro corsa al successo. In sintesi, vi persuadero a fare ricerche complementari, inoltre, ad Golden Goose Saldi ttuare una dovuta diligenza direttamente sui gruppi di investitori; non hanno nel mercato di essere trovati di nuovo nel cortile di nuovo e anche quando esattamente la stessa città. Oggi con quel mondo associato a internet, io cellulari e more e ciò che non è possibile collegare agli esperti qui in ventiquattro ore oggi. Meglio al fine di raccogliere i frutti dell'1% relativi a 100 persone del 100% incredibilmente come Ryan Paul Getty una volta indicato. E questo è molto più significativo che mai. Andato dovrebbe essere il giorno e le notti delle occupazioni per la vita, la maggior parte degli itinerari pensionistici di mutui hanno deficit reali oltre a ciò in particolare porta il lavoro di squadra per essere un nuovo sogno. In passato, la rivendita di ipoteche ha aggiunto i prezzi, basandosi sulla capacità del creditore di ripagarlo. Un prestito non sicuro è diventato difficile da vendere assolutamente non è stato riconosciuto in te vedi, il primo post. Quando è diventato perfetto per impacchettare i mutui mentre fa scivolare alcuni crediti problematici coinvolti in ogni pacchetto di investimento, scoprire un prestito personale si è dimostrato più facile e quindi più facile. Un rapido aumento dei mercati azionari ha reso il prodotto più facile nella vendita delle spese di pacchetti monetari di dollari di pensione e entità senza scopo di lucro e il reddito derivato è diventato un particolare marchio Golden Goose Deluxe. Mentre miracoli brillanti, il tuo attuale governo a volte ha suggerito che i proprietari di casa sarebbero solidamente responsabili dei numeri di processo di pignoramento che gli esperti sostengono si sono sviluppati anno dopo, dopo l'anno verso il 2006. Secondo i media, sembra che ci sia un problema i prestiti necessari della gente che li conosceranno non potrebbero incassare. Quello era in realtà uno con i fattori conduttivi. Tuttavia, in che modo queste persone poco sicure possono fare prestiti naturalmente, un sottoscrittore che lavora presso un istituto di fondi ha certificato tale prestito? Per le aziende in crescita, la sponsorizzazione di successo si riduce perfettamente alla gestione dei dettagli. Impiegare i gestori richiede di trarre vantaggio dalla fornitura costosa nel mercato degli obiettivi e dall'attrattiva come parte dell'oro in quanto ciò che può rendere la vostra organizzazione aziendale alla nostra portata successiva. Un altro strano sottoprodotto dietro una recessione è che la creatività superiore tende a tornare a essere desiderabile dalle sue restanti aziende lussureggianti. I candidati altamente qualificati possono trarre vantaggio dal mercato del vantaggio verso il basso nello stile di vita per cercare quando si tratta di più alti per pagare posizioni da qualche parte o annullare offerte solo alla loro compagnia stabilita.
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calabriawebtvcom · 6 years
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Accoglienza e integrazione, prima e dopo il Decreto sicurezza se n’è discusso a Soverato
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Accoglienza e integrazione, prima e dopo il Decreto sicurezza se n’è discusso a Soverato
“Sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione c’è bisogno di discutere e ascoltare. Una discussione che sia propositiva, senza posizioni preconcette. Piuttosto serve un dialogo imperniato sulla disponibilità a venirsi incontro, a cambiare posizione, a trovare una mediazione”. E’ stata l’assessore regionale al Lavoro e Welfare Angela Robbe a tirare le somme di un lungo incontro-dibattito, articolato, vivace a tratti acceso in un crescendo di interrogativi, dubbi, ma anche auspici e speranze con l’intento di coniugare umanità e sicurezza, svolto ieri mattina al teatro comunale di Soverato sul tema “Accoglienza e integrazione, prima e dopo il decreto sicurezza”. L’iniziativa è stata organizzata dal Comune di Soverato, guidato dal sindaco Ernesto Alecci, ed in particolare dall’assessore alle Politiche sociali Sara Fazzari, alla presenza di numerosi studenti dell’Istituto alberghiero e dell’Istituto ‘Maria Ausiliatrice’. Al dibattito, concluso dall’assessore Robbe e moderato dal giornalista Francesco Pungitore, hanno partecipato il sindaco Ernesto Alecci, i parlamentari Wanda Ferro e Antonio Viscomi; i consiglieri regionali Arturo Bova e Sinibaldo Esposito, il segretario provinciale della Lega Antonio Chiefalo. Assente il Movimento Cinque Stelle, poiché il deputato Pino D’Ippolito invitato dagli organizzatori non ha partecipato. L’assessore Fazzari ha rimarcato che l’intento dell’amministrazione comunale è stato quello di promuovere un confronto aperto sul tema “per offrire soprattutto ai giovani, un quadro articolato, oltre le retorica e le mistificazioni, su questo fenomeno complesso per tentare di separare i luoghi comuni dalla realtà. Quando parliamo di Immigrazione – dice ancora Sara Fazzari – non dobbiamo mai perdere di vista quello che è il valore umano, una realtà fatta di uomini, donne e bambini, di 49 migranti in mari per giorni: parliamo sempre di rispetto dei diritti umani”. Il sindaco di Soverato, Ernesto Alecci, rivolgendosi agli studenti ha voluto ricordare che “i flussi migratori sono sempre esistiti: gli uomini migravano per trovare più pascoli o zone più sicure, spostarsi era naturale allora come oggi, alla ricerca di maggiori opportunità. Il nostro Paese ha fallito perché non è riuscito a gestire i flussi migratori facendo incrociare le richieste di chi arriva con le esigenze di chi accoglie”. Alecci ha anche richiamato il fatto che in Italia lavorano circa un milione di persone tra colf e bandanti che si prendono cura dei residenti di un Paese sempre più vecchio. “Accoglienza e integrazione si coniugano se riusciamo a lavorare in due direzioni – dice ancora Alecci – dobbiamo far condurre una vita normale ai migranti che arrivano e nello stesso tempo sostenere i Paesi di provenienza per aiutarli a progredire”. Questo significa, quindi, incrociare domanda e offerta. Fermo restando che l’Italia ha bisogno dei migranti: “Il nostro è un Paese dove il tasso di natalità è crollato, questo significa che la forza lavoro è destinata a diminuire, il sistema pensionistico rischia di saltare se il numero dei lavoratori non è sufficiente. Il sistema Paese viene definito ‘bara’ proprio per la figura che richiama il rapporto di crescita tra lavoratori e pensionati”. Siamo in una piena emergenza che doveva essere pianificata venti anni fa, poiché i segnali di urgenza non erano mancati. All’avvocato Vincenzo Vaiti è toccato approfondire l’aspetto legislativo, vale a dire come si arriva dal testo unico dell’immigrazione del 1998, che disciplinava il fenomeno prima del decreto Minniti-Orlando del 2017, al decreto sicurezza varato a ottobre 2018 e convertito in legge a dicembre, senza tralasciare il fondamento di ogni disciplina in materia quell’articolo 10 della Costituzione, e il cuore del principio: “Lo straniero al quale sia impedito l’esercizio delle garanzie democratiche deve essere tutelato, cosa che il decreto non garantisce. Così come non si calcolano le conseguenze negative determinate dalla chiusura dei Centri di accoglienza straordinaria che lascerà senza lavoro circa 40 mila operatori”. Secondo l’avvocato Vaiti il decreto sicurezza ha dei profili di incostituzionalità proprio perché regolamenta una materia come i flussi migratori – che con Minniti erano diminuiti – con un decreto privo dei requisiti della necessità e dell’urgenza che giustificherebbero tale strumento normativo. Coinvolgenti le testimonianze di Pino De Lucia, presidente della cooperativa Agorà e dell’imprenditrice Sonila Alushi. “L’accoglienza è concretezza. Quando abbiamo iniziato eravamo semplici cittadini che si davano da fare, anche solo portando la spesa. Ci chiamano buonisti – racconta De Lucia – invece siamo quelli che hanno fatto una scelta di vita, dalla parte dei più deboli, che oggi sono gli immigrati, prima del 1998 erano i tossicodipendenti, specie in una città come Crotone. Noi aiutiamo le persone: quando arrivano da noi non chiediamo il documento, al di là delle ideologie, chi lascerebbe morire un bambino in mare? Il mondo del terzo settore – sostiene – oggi è fatto dai partigiani del sociale”. Sonila racconta di essere arrivata in Italia per studiare grazie ad un zio che è arrivato su un barcone. Uno zio arrivato clandestino e rimasto come italiano, come bravissimo elettricista perfettamente integrato nella sua comunità. “Clandestino molto spesso diventa sinonimo di criminale, e questo è un limite per la nostra integrazione. E ogni volta che riceviamo un no questo diventa un limite che grava su chi arriva e su chi accoglie, e crea insicurezza negli autoctoni. L’esclusione crea rancore – spiega Sonila – e il rancore crea problemi, come la criminalità e il terrorismo, la vera integrazione porta ad essere tutti uguali nei diritti, ma liberi di essere diversi”. I migranti producono 130 miliardi di euro l’anno, il 9 per cento del Pil: “Se il flusso migratorio viene gestito come si deve i migranti sono una risorsa, quindi mi capito necessità di parlare dell’immigrazione. La mia storia non è l’unica, è la stessa di milioni di noi, e la stessa che hanno vissuto milioni di italiani. L’Italia rimane uno dei paesi più sensibili e accoglienti, l’animo italiano deve essere salvato”. E ai ragazzi chiede di non prendere le distanze dalla politica, anzi: la politica significa scegliere per il meglio, per il bene della comunità. “Immagino che in questo contesto la posizione di Fratelli d’Italia rispetto alle novità in materia di immigrazione introdotte dal decreto sicurezza sia la più impopolare, la meno politicamente corretta – dice la deputata Wanda Ferro, neo commissario provinciale di Fratelli d’Italia a Catanzaro -. Ma io penso che si debba combattere una vera e propria battaglia di civiltà contro l’ipocrisia di chi agita strumentalmente il tema del razzismo in un Paese che è invece civile ed accogliente. Razzista non è chi vuole il controllo dei flussi migratori, ma chi in questi decenni ha favorito la partenza dei barconi della morte e chi ha speculato e si è arricchito sulla pelle dei migranti. Ritengo che siano il mancato controllo dei flussi migratori e la cattiva accoglienza ad ostacolare una positiva integrazione e generare diffidenza e deprecabili fenomeni di intolleranza. Noi di Fratelli d’Italia abbiamo contestato il decreto sicurezza, ritenendolo ancora poco efficace e coraggioso. Ma certamente rappresenta un piccolo passo avanti rispetto a ciò che c’era prima, perché si muove nella direzione di migliorare la sicurezza dei cittadini: ricordo che questo è stato uno dei punti cardine del programma con cui il centrodestra si è presentato agli elettori ottenendo la maggioranza dei consensi. Abbiamo giudicato il decreto insufficiente, incompleto, ma perfettamente in linea con le posizioni poco chiare di un governo che per settimane si è smarrito davanti alla possibilità di formare il Global Compact, un documento scellerato che avrebbe costretto l’Italia a rinunciare ad ogni sovranità sui propri confini e ad ogni diritto a gestire e limitare i flussi migratori”. “Quello che è successo a Torre Melissa, il grande esempio di accoglienza a cui abbiamo assistito ci ha riconciliato con la nostra umanità – afferma Antonio Viscomi –. Di fronte questi fenomeni il rischio è di ragionare troppo, mettere insieme cuore, pancia e testa. Il Decreto sicurezza ci spinge a ragionare solo con la pancia. Wanda Ferro ha parlato di blocco navale, cuore strappato, mafia nigeriana, dando una manifestazione negativa del fenomeno. Dall’altro lato c’è Sonila che ci racconta come i suoi parenti sono diventati imprenditori e Pino che lavorare nel sociale dimostrando che non è business. Dobbiamo decidere cosa fare del futuro: non ragioniamo per avere un voto in più ma che tipo di paese dobbiamo costruire”. Secondo Viscomi prima di tutto è necessario “distinguere, perché quando parliamo di immigrazione mettiamo insieme l’immigrazione economica con quella umanitaria”. Si continua a parlare di sicurezza, che secondo Viscomi il decreto Salvini non garantisce: e qual è il termine medio tra accoglienza e sicurezza? “Coesione sociale, c’è sicurezza quando c’è il senso della comunità, e il modo per dare coesione è prendere consapevolezza dei problemi”. E’ anche il modello di scegliere tra i modelli di accoglienza-integrazione da attuare: da un lato c’è la tendopoli di San Ferdinando, dall’altro Riace, Camini, Stigliano, “eliminando il modello Sprar abbiamo eliminato un modello di integrazione. Quello che dobbiamo garantire con il diritto migrare riconosciuto dalla Costituzione è il diritto alla felicità”. “L’accoglienza per noi calabresi è la normalità. Se nel caso di Torre Melissa arriva un plauso – dice il consigliere Baldo Esposito – allora c’è un problema. La mediazione da garantire è quella tra il diritto degli uomini e l’equilibrio di chi governa, non si può parlare di buoni e di cattivi su questo tema, dobbiamo partire dal senso di insicurezza che viene sentito anche in queste zone. Il decreto sicurezza può essere affrontato dal punto di vista ideologico o tecnico, ma purtroppo prevale il primo”. Esposito rimarca che il Decreto sicurezza garantisce il diritto alla protezione internazionale e il permesso per motivi umanitari è stato circoscritto, così come la protezione speciale salvaguarda i diritti inalienabili di chi mette piede in Italia, tipo tutela di diritto alla saluta, gli Sprar funzionano per un numero minore. Quindi “non è vero che si abbandona il migrante che arriva”. Quello che manca è un maggiore finanziamento per l’integrazione e una moderazione politica con paesi di provenienza. Bisogna abbassare i toni, dice ancora: “Tenetevi lontano dalla politica che litiga e che in questo modo ha creato l’antipolitica”. Il Decreto sicurezza, per il presidente della Commissione regionale antimafia è una “mortificazione anche dalla tradizione legislativa italiana, si distrugge lo spirito della vecchia Europa che tanto ha insegnato con valori e principi che hanno fatto scuola, oggi ci state relegando nella barbarie del diritto. Se avessimo approvato lo ius soli, questo non sarebbe successo. I Cinquestelle parlavano di democrazia, invece arriviamo a legiferare in un argomento così importante attraverso un decreto”. “La Costituzione parla anche di lavoro, non solo del diritto di migrare e di lavoro non si è parlato affatto in questa tavola rotonda – ha esordito il coordinatore provinciale della Lega Lino Chiefalo -. In questo momento cerchiamo di tamponare i danni creati dal governo della sinistra. Il Decreto Salvini è una necessità nata dal fatto che ci sono state politiche migratorie gestite male”. La cosa importante per Chiefalo è “dare la possibilità ai giovani di scegliere se restare o partire. E piuttosto che concentrarsi sul decreto che non mette in discussione i flussi migratori, sarebbe meglio canalizzare la nostra forza contro tutte le mafie. Il Paese che voglio – conclude Chiefalo – è quello dei giovani, nessuno è contro dell’immigrazione, ma all’interno di controlli”. “Sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione c’è bisogno di discutere e ascoltare – ha concluso l’assessore Robbe -. Una discussione che sia propositiva, senza posizioni preconcette. Piuttosto serve un dialogo imperniato sulla disponibilità a venirsi incontro, a cambiare posizione, a trovare una mediazione”. “Solo il dialogo – ritiene l’assessore regionale al Lavoro – può portarci a trovare soluzioni per chi è accolto e per chi accoglie, l’atteggiamento da tenere è quello dell’accortezza dei Padri Costituenti”. “A fronte di un problema così complesso, non si possono dare risposte semplificate: è necessario il contributo di tutti, non sono possibili soluzioni con la testa di una o poche persone. Questa è una grande responsabilità per chi ha un ruolo soprattutto in Parlamento – dice ancora la Robbe -. Il fine della politica è trovare un momento di sintesi”. Sul tema dell’accoglienza “la Calabria può dare una lezione: nel 2009 il consiglio regionale calabrese ha varato all’unanimità la prima legge in Italia che non parla di Cas, Sprar e sicurezza ma di accoglienza. Una legge equilibrata che tiene conto di tutte le esigenze, quelle di chi è accolto e quelle di chi accoglie. Abbiamo il dovere non solo di fare leggi e provvedimenti, ma di portare avanti il dialogo per arrivare a quelle soluzioni anche educando al confronto per il raggiungimento di alcuni obiettivi, perché è lo Stato che fa la qualità dell’uomo, come diceva Platone”.
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"Lettera aperta a Papa Francesco"
di Riccardo Rescio
Quale re, anteponendo l’interesse generale a quello personale, cederebbe la propria corona, rinunciando volontariamente a onori e gloria, per permettere al suo stesso regno di diventare parte di uno stato più ampio e fiorente e con tale unione poter garantire al proprio popolo un futuro di solida e duratura pace e una sempre maggiore prosperità.
Quale papa, primate, patriarca, metropolita, rabbino e qualsiasi altro capo indiscusso della chiesa che rappresenta, cederebbe il proprio ruolo di guida e unico detentore del verbo, per permettere, con atto di vera fede, l’unione di tutte le religioni in una entità superiore, che le racchiuda tutte e con tale gesto metter fine al paradosso dei paradossi, cioè quello che giustifica e avvalora spesso le guerre religiose, combattute nel nome di Dio.
Quale uomo politico detentore di un qualsiasi potere, piccolo o grande che possa essere, sarebbe disposto a rinunciare alla propria leadership, al ruolo, alla mansione o all’incarico, che gli garantisce comunque più onori che oneri, per iniziare un processo di unificazione di parti, di correnti, di gruppi o fazioni di una stessa ideologia politica, per contribuire a compattare quella stessa area in un comune denominatore di progetti da tutti sottoscrivibili.
Piccoli e grandi potenti, uomini di fede e non, tutti d’accordo nell’affermare di esercitare il potere solo ed esclusivamente per il benessere dei loro fedeli, sudditi o rappresentati.
Una missione, un dovere da compiere nel supremo interesse del popolo, sempre fortemente declamato e continuamente reiterato, tanto da divenire motivo conduttore, colonna sonora, che sottolinea e accompagna da sempre l’esercizio del potere, ma al contempo, in virtù di quel potere,
determinati e mai assolutamente disposti a cedere un solo centimetro di quella terra che ritengano gli appartenga di diritto o un microscopico granello di sabbia di quella esclusiva spiaggia a cui solo a loro è consentito l’accesso.
Paradossi, conosciuti, conclamati e dati per scontati, inalienabili privilegi insiti nella missione, ne dovere da espletare in nome del popolo suddito o sovrano che sia o di quello dei fedeli.
Comportamenti perpetrati esclusivamente per il proprio tornaconto, per lungo tempo tollerati, che trovano pretesto, giustificazione e supporto in tutti quelli che si lasciano abbindolare, nell’illusoria convinzione di essere davvero essi stessi al centro della questione, al centro dell’operato, al centro dei pensieri e delle azioni di chi detiene o vuole raggiungere un potere, temporale o religioso che sia.
La questione sta nel modo di credere, in politica come nella religione, la fede cieca, assoluta, ottusa, intoccabile, incrollabile, quella fede che non prevede dubbi o incertezze, quella fede che disconosce gli altrui credi, quella fede che fa compiere atti, misfatti, genocidi, stragi, che nulla hanno a che vedere con quel Dio che dicono di amare, onorare e rispettare, quella fede è da aborrire, non esiste alcun Dio che indichi come giuste e fattibili una sola di quelle tremende azioni, che purtroppo siamo ormai abituati da millenni a vedere.
Siamo noi, con l’accettazione acritica, senza dubbi ne incertezze, con la nostra fede subita, la fede solo sentita, ma non ascoltata, con la fede che ci è toccata in sorte e non scelta, a contribuire ad accrescere quel potere che annienta l’uomo come entità autonoma pensante, per renderlo mero esecutore del volere di quello stesso potere che, ha, senza riserva alcuna, così fortemente contribuito a incrementare.
Sono convinto che ci sia un Dio per tutti e che ognuno di noi abbia il proprio Dio, ma dovremmo essere noi a sceglierlo, la libertà di culto sta nel poter scegliere quale Dio pregare ed essere liberi di poterlo fare.
Se in politica il gioco delle parti è alla base del contendersi il consenso, nella fede non ci sono né parti né giochi e le contrapposizioni delle religioni, alla ricerca del consenso, sono inaccettabili.
Non c’è un Dio maggiore, non c’è un Dio superiore che dia più benessere allo spirito di un altro Dio.
Noi siamo fragili creature, foglie in una tempesta di sabbia, pregiati cristalli trasportati da una ruspa su un terreno sconnesso, siamo debole carne circondata da un mondo di pietra, abbiamo bisogno di credere, anche perché tanto poco crediamo in noi e siamo così tanto poco creduti.
Siamo fragili nel corpo e nella mente e se il corpo necessita di cure e di attenzioni, di protezione, per salvaguardarsi dalle intemperie della vita, la mente abbisogna di fede, qualsiasi essa sia, per poter trovare rifugio, speranza, pretesto o giustificazione o peggio ancora anche l’assoluzione per tutte le cattive azioni commesse.
La fede è la calda sciarpa di lana pregiata che ci avvolge e ci protegge dalle intemperie della mente.
Il pensiero, che dalla mente scaturisce, è la capacità di produrre evoluzione, il pensiero che sostituisce l’istinto, il pensiero che crea e che distrugge, il pensiero che ci fa vivere o morire, il pensiero senza limiti né confini, quel pensiero, nella sua incontenibile potenza, è esso stesso fragile e vulnerabile.
La fede è un fatto assolutamente soggettivo, è quel bisogno ancestrale dell’uomo di rapportarsi con l’imponderabile, è l’assoluta necessità di credere in una entità superiore, che trascenda dalla materia e al contempo attraverso questa si manifesti, un’entità che possa ascoltarci, che possa aiutarci, che possa cambiarci la sorte, che possa assisterci nella difficoltà, che possa esaudire le speranze e realizzare i sogni.
La fede è un aiuto, un supporto, una giustificazione, un pretesto, una assoluzione e un milione di cose in più, ma non deve sconfinare da noi stessi e dettare ad altri leggi e regolamenti, per condizionarne i comportamenti in nome e per conto del proprio Dio.
La fede è e deve restare un fatto assolutamente personale.
Istituzionalizzare la fede riducendola alla condizione di religione, qualunque essa sia, la rende meno credibile e meno efficace per lo spirito, ma sicuramente molto efficace per creare e supportare il suo potere temporale.
Allora se effettivamente esistono due piani su cui si sviluppa la necessità dell’uomo di credere, una spirituale di pura fede, l’altra pratica di mera osservanza di rituali religiosi, perché non fare il possibile per rendere tutti gli uomini liberi dalla religione e fedeli uniti nel credo, qualunque esso sia.
Se fosse davvero possibile un passo indietro, da parte dei potenti della terra, per il superiore interesse delle proprie e altrui popolazioni, ci piacerebbe credere, che un passo indietro da parte dei capi delle chiese, per il supremo interesse di tutti gli uomini, senza alcuna distinzione di lingua o colore, finalmente uguali nel desiderio di credere in una entità superiore, possa essere altrettanto possibile, se non indispensabile, per la stessa sopravvivenza della specie umana.
Così la mia mente, riflettendo sulla fede, la fede spirituale, la fede universale, genera un ardito pensiero, che mi permette di immaginare una grande costruzione a forma circolare al cui interno possano essere rappresentate tutte le religioni, con un identico spazio assegnato, dove i rispettivi fedeli abbiano la possibilità di pregare il loro Dio, gli uni accanto agli altri, senza differenze né privilegi, nel reciproco rispetto, quel fondamentale rispetto che la condizione di credenti dovrebbe prevedere nei confronti di tutti, anche dei seguaci di altre fedi.
Credo, voglio credere, che sia di fatto la preghiera, con il raccoglimento, l’introspezione, il misticismo, che questo momento comporta, che possa realizzare quel comune denominatore, quella pietra fondante su cui costruire un nuovo modo di praticare la fede.
Una chiesa universale che abbia il suo fondamento e si regga sulla comune preghiera di uomini e donne uguali nel rispetto delle loro diversità di credo.
Solo riconoscendo il valore supremo delle differenze potremo dire di essere entità capaci di utilizzare il pensiero.
Quel pensiero che scaturisce dalla nostra mente, che dovrebbe soprattutto tener conto, sublimandola, anche della fede in cui ci riconosciamo.
Il nostro stesso credo dovrebbe aiutarci a farci vedere sempre più e meglio quanto nefasto e pericoloso sia l’individualismo, l’egoismo, che spesso ci induce a credere di essere gli unici
detentori della vera fede e al contempo e paradossalmente pretendere che tutti gli altri siano uguali a noi, ma solo nel rispettare le nostre insindacabili regole.
Dobbiamo smettere di praticare crociate per convertire gli infedeli in nome e per conto del nostro Dio, ognuno di noi ha il sacrosanto diritto di continuare a credere nel proprio.
Se in politica è necessario e doveroso marcare le differenze fra schieramenti diversi per indurre il popolo a compiere quelle scelte che dovranno appagare le rispettive aspettative, nelle questioni di fede è altrettanto necessario e indispensabile conoscere le differenze che esistono, ma solo e unicamente per individuare quello che in comune queste possono avere.
Solo riconoscendo e rispettando le diversità fra le religioni e avvalorando ciò che in comune hanno si potrà giungere ad una vera unificazione, perché il benessere dello spirito al contrario di quello materiale, non sta nell’appartenere ad una o all’altra fazione o religione, ma nel libero professare i valori in cui si crede senza mai ledere o limitare l’altrui fede.
Se una religione non riconosce tutte le altre ritenendole a se paritetiche, se i rispettivi fedeli non accettano le altrui professioni e manifestazioni di fede, tollerandole e rispettandole, quella religione avrà sicuramente e miseramente fallito la propria missione.
Il concetto di fede è molto difficile da spiegare, perché la fede come il dolore non è universalmente quantificabile, definibile, descrivibile, per ognuno di noi è diverso.
La soglia del dolore, come quella della fede è assolutamente individuale, non esiste uno strumento di misurazione, stabilire quanto si crede o quanto si soffra è soggettivo, solo noi possiamo valutarne l’entità.
#tuttoilbellochece #alcentrodellabellezza
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Ellis Island: l'isola delle lacrime
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Ellis Island: l'isola delle lacrime
“Eravamo una tra le tante famiglie sgomente che ogni nave in arrivo a New York scaricava in un luogo tetro, chiuso da sbarre di ferro… Ellis Island era una bolgia spaventosa di uomini, donne, bambini che si agitavano come un gregge senza pastore. Mi sentii gelare il cuore. Quella scena creò in me un senso di paura e d’angoscia che doveva perseguitarmi per molto tempo. Fummo trattenuti li dentro per tre eterne giornate“.
 Questa era la bolgia degli sgomenti di Ellis Island nel 1907, vista dagli occhi di un bambino di 11 anni. Erano gli occhi di Edoardo Corsi, emigrato dal lontano Abruzzo con tutta la famiglia. Ventiquattro anni dopo questo sbarco, destino volle che il presidente degli Stati Uniti d’America Herbert Clark Hoover, nominasse quell’uomo Commissario dell’emigrazione di Ellis Island. Durante il tempo in cui diresse il centro logistico dell’emigrazione, Corsi annotò un vasto campionario di casi umani: famiglie divise da un’assurdo ingranaggio legislativo, schiere di immigrati rispediti come vuoti a perdere nel loro paese d’origine per un difetto fisico o una malattia. Alla fine della sua carriera trascrisse in un libro (“All’ombra della libertà”), la disperazione di quanti venivano truffati, derubati e maltrattati e fra questi disperati narra di alcuni garfagnini. D’altronde lui queste persone di montagna le conosceva bene, suo padre, Filippo Corsi, era stato eletto deputato nel collegio di Massa Carrara (provincia di cui al tempo faceva parte la Garfagnana), perdipiù questa gente era simile a quella del suo luogo d’origine: Capestrano, un borgo di poche anime in provincia de L’Aquila, abitato da gente umile e dedito alla pastorizia, proprio com’era la nostra valle agli inizi del secolo scorso.
Prima però di leggere quello che subirono i garfagnini su quest’isola è bene capire cos’era questo triste luogo situato al largo della baia di New York. E’ stimato che da li, quasi la metà degli americani può rintracciare nella propria storia familiare almeno una persona passata per Ellis Island. Prima che Samuel Ellis, intorno al 1770 diventasse proprietario di quest’isolotto, il sito era un’avamposto militare per difendere la città dagli attacchi dei pirati. Fort Gibson, così si chiamava il forte che presidiava l’isola, aveva un porto fortificato pieno di munizioni e depositi d’armi. Con il tempo i pirati cessarono di essere una minaccia per New York e l’isola così passò di mano in mano cambiando più volte proprietario e nome (Kioshk, Oyster, Dyre, Anderson’s Island), tutto ciò fino al 1892 quando l’isola si trasformò in una stazione d’ispezione per l’immigrazione per milioni di migranti che venivano negli Stati Uniti.
L’arrivo ad Ellis Island
Del resto di li transitarono 22 milioni di persone che attraverso le loro testimonianze fecero ben presto diffondere la fama dell’isola in tutto il mondo, facendo diventare questo luogo una vera icona dell’immigrazione. L’arrivo degli emigrati italiani non era facile, dopo la lunga fatica del viaggio altre difficoltà incombevano: l’ammissione negli Stati Uniti. I passeggeri di prima e seconda classe venivano esaminati dai funzionari direttamente sulla nave, erano infatti considerati abbastanza ricchi per non essere di peso allo Stato, quelli di terza invece venivano condotti proprio ad Ellis Island dove ricevevano la visita medica, chi fra questi doveva subire ulteriori accertamenti veniva marchiato con un segno sulla schiena fatto con il gesso: PG per le donne incinta, K per l’ernia,  X per problemi mentali e così via, la legge americana a riguardo purtroppo parlava chiaro:
“…i vecchi, i deformi, i ciechi, i sordomuti e tutti coloro che soffrono di malattie contagiose,aberrazioni mentali e qualsiasi altra infermità sono inesorabilmente esclusi dal suolo americano”
… per loro il reimbarco sarebbe stato immediato.  Quelli che invece superavano il controllo accedevano alla sala registrazione per espletare la parte burocratica: nome, luogo di nascita, stato civile, destinazione, disponibilità di denaro ed eventuali carichi penali. I malati venivano messi in quarantena nell’ospedale locale in attesa di ricevere il nulla osta per entrare in America. L’accesso non era poi consentito alle donne e ai minorenni soli: le prime dovevano sposarsi ad Ellis Island, mentre i secondi, dovevano trovare un garante o essere adottati se orfani. Dopodichè, dopo aver affrontato per giorni interi la dura legge di Ellis Island, i fortunati ricevevano il permesso per sbarcare e venivano accompagnati al traghetto per Manhattan, per vivere il loro American Dream. Ma per molti il sogno americano non sarebbe mai cominciato e fra questi alcuni garfagnini:
(1902-1913) Immigrants seated on long benches, Main Hall, U.S. Immigration Station
“…le nostre leggi sul rimpatrio sono inesorabili e in molti casi disumane, particolarmente quando si riferiscono a uomini e donne dal comportamento onesto il cui unico crimine consiste nel fatto che hanno osato entrare nella Terra Promessa senza conformarsi alla legge. Ho visto centinaia di persone del genere costrette a ritornare nel paese di provenienza, senza soldi e a volte senza giacche sulle spalle. Ho visto famiglie separate che non si erano mai riunite, madri separate dai loro figli, mariti dalle loro mogli, e nessuno negli Stati Uniti, nemmeno il Presidente in persona, poteva evitarlo”.
(Original Caption) 8/13/1925-New York, NY: Above is a striking photo showing a little immigrant family on the dock at Ellis Island, N.Y., just having passed the rigid examination for entry into the “land of promise” looking hopefully at New York’s skyline while awaiting the government ferry to carry them on to the land of the free.
Sono sempre le parole di Edoardo Corsi che ricorda anche di certi accadimenti riferiti ai “toscani della Garfagnana“ . Un caso emblematico fa riferimento ad una donna garfagnina che anni dopo gli rilasciò la sua impressione  per la stesura del suo libro:
“Grazie a Dio eravamo di nuovo liberi e lontani dall’inferno di Ellis Island. La notte mi svegliavo sempre dalla paura. Questo trauma rimarrà in me tutta la vita. I miei figli che erano con me soffrivano, come soffrivano gli altri bambini. Non c’erano bagni, ne aria fresca e per i piccoli nemmeno un posto dove dormire se non fra le mie braccia. Il fetore e il caldo erano insopportabili e ogni giorno che passava le forze mi venivano meno, se fossimo rimasti un giorno di più non so cosa sarebbe successo. Quando  dopo alcuni giorni ci dissero che non potevamo sbarcare fu un sollievo, non m’importava più niente, volevo tornare sulle mie montagne, non m’interessava se avessi dovuto cominciare nuovamente a tribolare, meglio tribolare che rimanere ad Ellis Island fra orrori e crudeltà” 
A qualcuno andò peggio, la disperazione, lo sconforto e la delusione presero una piega tragica per “un massese della montagna apuana” (n.d.r: la persona potrebbe essere massese o anche garfagnino, la Garfagnana  era in provincia di Massa): 
“il pover’uomo ricevette l’ordine di rimpatrio. Le guardie di Ellis Island lo condussero sul transatlantico francese “Lorraine” la notte del 7 luglio. La mattina dell’otto luglio, alcuni attimi prima che il vascello salpasse, disse ai compagni che avrebbe voluto morire piuttosto che ritornare in Italia dopo le promesse che avrebbe avuto successo in America. Dopo aver detto così premette il grilletto e pose fine alla sua vita”.
Un’altra testimonianza la riportò Monsignor Scalabrini. A pochi giorni dal suo arrivo a New York, dove era stato accolto calorosamente da italiani ed americani, si era recato al porto di Ellis Island per assistere allo sbarco 650 boscaioli italiani provenienti dalla Garfagnana, dalla montagna pistoiese e dalla Maremma, lì presenziò ad un fatto a dir poco spiacevole. Racconta infatti di una guardia che aveva invitato uno di questi emigranti ad uscire in fretta dallo stabile. L’italiano impossibilitato a correre dalla folla presente e dalle due valigie che portava aveva ricevuto una tremenda bastonata nelle gambe, il boscaiolo prontamente reagì dando due schiaffi al bastonatore…
Comunque sia andata per oltre sessant’anni questo anonimo isolotto fu la porta d’accesso al “nuovo mondo” e riflettendoci bene oggi è quasi impossibile non volgere un pensiero ai nostri avi che intrapresero questo viaggio della speranza. Per chi vuole trovare tracce di questi avi garfagnini(e non) emigrati nelle “lontane americhe”, esiste un modo.“The statue of liberty foundation“, da’ libero accesso al proprio archivio per cercare coloro che passarono da “l’isola delle lacrime”…
    Bibliografia:
In the Shadow Liberty, 1935 Edoardo Corsi (ed. it. All’Ombra della libertà – Ed Il Grappolo, Mercato San Severino, 2004)
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