#Lui è Mufasa
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Non solo doppiatore ma lui stesso è Mufasa, la criniera dei suoi capelli lo fa' sembrare un leone 🦁🧡
#luca marinelli#nicolo di genova#the old guard#immortal husbands#tog2#tog fandom#nasone del mio cuore#mufasa il re leone#Lui è Mufasa#Sei sempre più bello
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Speciale Matryoshka
P DIDDY: THE BIG SECRET
• Jay Z-mister 4:44
A cura di @mary_luigi13
Continuiamo a parlare di #Jayz, il "braccio destro" di #Diddy e pupillo di #TommyMottola. In questi giorni si parla della pesantissima accusa di ab*so su minore che pende proprio sulla testa di mister 4:44 e del solito Diddy.
I fatti: 24 anni fa, agli after party degli #MTV #VMA Diddy e Jay Z avrebbero ab*sato di una giovane, allora 13enne. Pare che Diddy e Jay Z abbiamo prima fatto ubriacare la minore e poi ne abbiano approfittato. #TonyBuzbee, il legale texano che si occupa delle denunce delle vittime di Diddy, avrebbe preso in carico anche questa giovane donna depositando la denuncia contro i mostri dapprima omettendo il nome di Jay Z, per poi renderlo noto in questi giorni. Il rapper e produttore non ci sta: per lui questa accusa é solamente un tentativo di estorsione e chiede di conoscere l'identità della presunta vittima di viol*nza.
"Sono un giovane che è riuscito a uscire dal ghetto di Brooklyn. Noi non giochiamo a questo tipo di giochi - ha dichiarato Jay Z - abbiamo codici e onore molto severi. Noi proteggiamo i bambini, tu (Tony Buzbee) sembra che sfrutti le persone per guadagno personale".
Nel frattempo Jay Z e sua moglie #Beyoncè si trovano nel mezzo di un polverone mediatico causato dal look della loro primogenita #BlueIvy, mostratasi troppo osé per la sua età durante la premiere di #Mufasa. La ragazzina, 12 anni, si è presentata fasciata in un abito da sera decisamente inadeguato ad una persona della sua età, scatenando i commenti più feroci. La ragazzina fa il suo esordio da doppiatrice della leonina Kiara, mentre sua madre Beyoncè da la voce a Nala.
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Venerdì pizza
A casa mia ogni venerdì si mangia la pizza. È un rituale sapientemente orchestrato da mio padre almeno una quindicina di anni fa per mettere al sicuro il suo desiderio di carboidrati e che mio fratello continua a perpetrare diligentemente, supportato da un’arma segreta a cui non si può dire di no: l’autismo. La ripetizione delle così dette stereotipie è la chiave di tutto, quando il tuo cervello funziona in modo diverso. La routine garantisce la stabilità, definisce la comfort zone e mette in sicurezza te e gli altri. Il suo è quindi uno stato di quarantena mentale dove osservare protocolli comportamentali rigidissimi è il massimo del piacere. Contare più e più volte la preziosa collezione di animali di gomma, ripetere a memoria le sigle dei suoi cartoni animati giapponesi preferiti e cantarle con enfasi, mettere a posto il mazzo di carte Vanguard con cui giocherà da solo (anche perché di base gli va bene così), far finta di fare la doccia e poi correre a rifarla dopo la strigliata materna, recitare con fare tragico le parole che Mufasa ha detto a Simba in quella magica notte stellata quando il ricordo di nostro padre diventa ingestibile. Mio fratello è molto meno tonto di quanto gli altri pensano. Il suo autismo è una forma di Zen che lo mette al riparo dai mali dell’umanità con grande successo. Li ha chiusi tutti nel vaso di Pandora del suo retro-cranio e li fa uscire fuori solo quando qualche stronzo decide di tirare via un stecca dal suo delicatissimo Jenga cerebrale. Quando crolla e finalmente piange io lo amo come nessuno può amare. Lo amo disperatamente perché i suoi occhi, che di solito sfuggono via, mi fissano dritta in faccia. Perché gli cola il naso goffamente e lui se lo pulisce con le mani sporche mentre urla di dolore. Perché piange male. Male come se davvero si fosse tenuto dentro talmente tante cose che l’unico modo per liberarle è farlo fragorosamente, come i gorilla arrabbiati che tanto gli piace guardare alla tv. In quei momenti è totalmente presente. Non ci sono stereotipie, né ripetizioni. Ci siamo solo io e lui e le sue mani pesanti e calde che mi tengono il viso. E allora stare chiusa nella mia piccola casa a lamentarmi mi sembra davvero molto comodo, ma poco funzionale. Vorrei essere lì con lui a farmi ripetere in loop che se ci comportiamo bene ne usciremo a breve e a rubargli segretamente i suoi trucchi per campare.
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Capodanno
Tu sei diversa dal sabato sera, sei più sincera
Se ci pensi il sabato sera è pieno di bugie, di aspettative che non vengono poi realizzate, di organizzazioni e chiamate, messaggi incontri che non vorresti fare, ‘che bello vederti’ che non vorresti dire e ‘come stai’ a cui non rispondi mai realmente.
Un po’ come il mio capodanno di quest anno, solo un sabato sera più lungo degli altri, uguale, con orario di ritorno posticipato di due ore senza poi un motivo abbastanza valido.
Faccio una pausa, proviamo in un altro modo.
I cocktail hanno un sapore amaro, come quello che a volte mi lasci quando devi andare, la fila di 20 minuti che ho fatto non è stata ripagata, accanto avevo anche un tipo che chissà da quale paese veniva, sulla sinistra invece uno apposto, penso avessimo le stesse idee sul bestemmiatore alla nostra destra.
Due ragazzine dietro di me ‘che ti prendi?’ ‘Giulia io ne conosco solo due, quattro bianchi e sex on the beach’ ‘dai mi sa che prendo il secondo’ ‘no prendi in quattro bianchi’ ‘ok dai’, 14 anni così, dovrebbero farci un libro per descrivere i ragazzini di ora e chiamarlo esattamente ‘14 anni cosi’, mi hanno fatto un attimo tornare in mente quando un po’ più grande di loro prendevo L Angelo azzurro e mi sembrava incredibile; ho pensato quanto sono piccoli i ragazzini che vogliono farsi gli adulti ma poi è tutto un ‘io conosco solo questi due’ probabilmente sentiti dal fratello maggiore dell amico.
Esco finalmente, facciamo i vicoletti per tornare in galleria, qualcuno non è riuscito a tenere dentro lo schifo che aveva e ha deciso di riversarlo sulle strade, mi capitó una volta, più di una, erano brutti tempi, gli shot di sambuca ad un euro, quando ti sforzavi di non tossire, riuscivi e ne prendevi un altro, e poi un altro, poi ti saliva, si rideva, anche tanto, non di gusto, di alcol, ed era tutto così sfuocato, come ora, l ebrezza del tempo la sobrietà di adesso, stessa sensazione vissuta in due stati diversi, la lucidità però è più o meno quella.
Problemi di lucidità ne ho sempre avuti, quando a volte chiudo troppo gli occhi e finisco per non vedere, non solo in senso letterale, a volte faccio finta di non vedere coprendo un po’ la pupilla, ma finisco per chiuderla del tutto, ma penso tu avessi già capito il senso.
Erano tempi in cui gli occhi proprio non li avevo, vedevo attraverso un vetro che plasmava tutto, era tipo un filtro di Instagram attuale, giusto per rendere L idea, trasformava la realtà nel paese dei balocchi, ma dopo un po’ Pinocchio diventó un asinello, Alice dovette lasciare il cappellaio Matto, Mufasa morì perché Caino e Abele non bastavano nella storia e la bella addormentata cadde in un sonno profondo; certo poi Pinocchio divenne un bambino vero, Alice si rese conto che tutti i migliori sono matti, Mufasa non resuscitò ma Simba si prese le sue rivincite e la bella addormentata si trovò un bellissimo principe da sposare.
La vita è un po’ come le favole, non è che in quest ultime non ci sia nulla di reale, solo che vanno sapute adattare alla realtà.
Nelle fiabe c è la sconfitta, la rivalsa, la rivincita, la perdita, il ricordo, la conquista, la coscienza, quest ultima poi, al 100%.
Come Zeno, puntò sulla coscienza ne fece un libro e guarda un po’ il risultato.
L ultima sigaretta di Zeno è diventata L ultima sigaretta di tutti, questi tizi diventano addirittura il metro di paragone o un esempio da citare, a volte ci penso alle frasi che vengono ripetutamente utilizzate, prese da persone ormai famose, e mi rendo conto che non siamo neanche un po’ originali, o che crearne di nuovi non è per nulla semplice, così come creare nuove opere d arte o nuove invenzioni.
Ieri sera parlando con mio cugino mi diceva che un tempo gli artisti si facevano di oppio oppure che a volte prendendo gli psicofarmaci anche coloro che non ne avevano bisogno veniva stimolata la fantasia o L intelligenza, ed ecco che venivano fuori le grandi cose; lo stesso Dante e la sua divina commedia, o era strafatto o lui è il primo esempio di alieno.
Arrivo finalmente in galleria dove stavo prima, bevo il mio cocktail provo a capirli, non ci riesco, mi guardo intorno vedo sagome che con movimenti ripetuti cercano di andare a tempo, loro ci credono, visti da fuori non è poi un così bello spettacolo, non capisco perché lo fanno, non si possono avere 14 anni per sempre.
Vedo la gente collassata, coricati sugli scalini, mi chiedo ancora una volta il motivo, alle 7 del mattino non si riprenderà più credo sia il caso di portarlo in ospedale, invece sembra un nuovo quadro di qualche artista, ‘il collasso sullo scalino’, persona su marmo, potrebbero farne un asta per quante versioni ci sono.
Arrivare fino a questo punto perché? Per vedere fin dove puoi spingerti, o perché semplicemente non ti regoli?
Li vedo che saltano ridono credo si diventano, non ne ho la certezza.
Chiama mio fratello è ora di tornare, mi faccio un pezzo del corso a piedi, mi rendo conto da un po’ di tempo di non guardare la gente in faccia quando cammino, fisso un punto nel vuoto, è meglio che distrarsi tra la gente, forse non voglio mi guardino come io non voglio guardare loro, non mi interessano, non voglio alcun tipo di contatto, mi sembra di avere sempre le cuffie nelle orecchie e gli occhiali specchiati, anche quando non ho nulla, sento solo rumori di sottofondo e vedo solo sagome, non mi confondo però tra di loro.
Nessuno degli amici di mio fratello è ubriaco, molto strano, sarà stato un capodanno di merda anche per loro.
Arrivo a casa, scendo dalla macchina, guardo le stelle come di consuetudine, penso che ti avrei voluto anche quella notte, che il cielo è lo stesso sia per me che per te e spero ti arrivi il pensiero, intensamente come lo penso io, non so se puoi sentirmi.
Mi sistemo, vado a letto, è stata una lunga notte, penso che sarà un lungo anno fatto di altrettanti notti lunghe.
Non mi auguro il meglio non lo voglio, mi auguro solo di stare bene per cui intrinsecamente o indirettamente mi auguro te, ancora un po’
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Mufasa: The Lion King avrà anche diversi momenti musical
Mufasa: The Lion King avrà anche diversi momenti musical
Read More Il regista Barry Jenkins ha rivelato degli aspetti che caratterizzeranno Mufasa: The Lion King, sottolineando che il lungometraggio mostrerà tantissimi volti già familiari della saga animata, ma ci saranno anche diversi momenti musical. Ecco le sue parole: Pensavo di sapere tutto su Mufasa, perché il suo status è quello che è, lui è il re. Mufasa: The Lion King avrà anche diversi…
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Mi è stato chiesto se avrò ancora intenzione di andare a cavallo dopo questo piccolo incidente. Ovviamente si. Mica è la prima volta che faccio un volo o qualche piccolo disastro, quando hai a che fare con loro può succedere. Appena la caviglia sarà sistemata tornerò subito in sella, perché il senso di libertà, di gioia e la sensazione di essere immersi nella vita che mi regala (gentilmente) il mio ciccione, non ha prezzo. È la mia fuga da questo mondo umanamente sempre più povero. Ed è anche la fuga per Mufasa, un modo di sentirsi libero anche per lui, perché è un vagabondo e gli piace un sacco andare in giro❤️ Non c’è caviglia che tenga. #horse #horsesofinstagram #horselover #motivation #fitnesscoach #fitness #wellness #fitnessgirl #personaltrainer #nature #tomboy #love (presso Italy) https://www.instagram.com/p/CFh5IVulL3G/?igshid=2mv9bxtql7d0
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Coraggio
Ha 14 anni e il tetto di cemento di una vecchia palazzina al 1335 di Fitzwater St. sotto i piedi quando Oliver, quello che si ostina a chiamarlo "fratellino" anche se non condividono la stanza da più di due mesi e ancora scrive il suo cognome male, gli piomba alle spalle con la sua insopportabile risata da coglione.
« Bro, ancora con questa stronzata di guardare le stelle? » « Shit, Liv. Che cazzo vuoi? Non eri andato a farti fottere su in North Town? » « No, invece sono venuto a farti il culo. Stai aspettando Mufasa tra le stelle? Che i re del passato vengano a cagare proprio te? » Ride. Gli tira un pugno sulle spalla. « Tieni bassi gli occhi, man. La vita è qui in mezzo a 'sto cemento. » « Cazzo, parli proprio come la merda che ti ascolti. Non siamo tutti come te Liv, qualcuno di noi mette l'orizzonte un po' più lontano da questo buco. »
Il sorriso di Billie è l'unica cosa che sa di casa in mezzo a quell'inferno. Le sboccia in volto a fatica ma è sempre la stessa vittoria al casinò: gonfia lento come un'onda, brilla come il terzo 7 sulla slot, resta addosso come l'adrenalina per la vittoria
Ha tra le dita una sorta di fragola di quel mondo alieno quando ribalta il suo. "Se non fosse per una manciata di persone.. qui o sulla Terra non farebbe molta differenza" gli dice. E lui le confessa che quella è la prima cosa che ha pensato: in qualsiasi altro momento della sua vita, quella del loro incidente sarebbe stata persino un'opportunità, l'attesa risposta delle stelle, l'agognato orizzonte che alcuni pongono un po' più lontano da quel buco di Philadelphia. Ma non adesso. Non. Adesso.
« Non posso fare a meno di pensare a quante altre cose avrei potuto fare o dire, quante altre non rimandare, per quante prendermela di meno. » « Dille a me. Dimmele tutte ad alta voce, le cose che avresti potuto fare o dire e non rimandare. Così quando torneremo, perché torneremo, non avrai modo di far finta di niente e di ricadere nella... normalità di tutti i giorni. Coraggio. »
Coraggio, gli dice Billie Helvar.
E lì, con la testa arresa sulla sua spalla, glie ne serve più di quanto ne abbia davvero in corpo per guardarsi indietro e tornare al 1335 di Fitzwater St, poi sui gradini del suo appartamento, in una stanza del PGH e in mezzo al fango di una metro abbandonata. Glie ne serve per ripercorrere la rabbia che gli ha incattivito la voce, la frenesia che gli ha solcato le labbra, le promesse che ha regalato e tutte le certezze che ha pronunciato senza peso.
« Posso solo prometterti che ogni volta che sarai lì sull'orlo del perdere il controllo, ci sarà qualcuno di noi disposto a tenderti la mano, a mettersi in salvo e accettare il rischio. E tu lo farai per noi. »
« Dovesse costarmi il cuore. »
« Se crolli tu, crollo io. E sono stanco di finire in ginocchio. »
« Hai tutto il diritto di farlo come mia amica. »
« La prossima volta che violerete un mio ordine, sarà l'ultima cosa che farete come detective. »
Gli serve coraggio quando l'eterno sole di Pleion illumina l'arida desolazione a cui sono condannati. Gli serve coraggio quando la gola si fa stretta per il Breet-R e a soffocarlo non sono più solo i fantasmi. Gli serve coraggio quando tra la Sidera e la Smitherines sembra la South Street e non può fare a meno di chiedersi con orrore se lo rivedrà mai più quel dannato buco di Philadelphia. Gli serve coraggio soprattutto quando sceglie di non guardare indietro, quando si scopre a promettere ancora con la stessa certezza, quando a Billie dice di essere bravo a rimediare. E lo è davvero, anche se si tratta dell'impresa impossibile di farle un regalo in mezzo all'inferno.
« Cosa più importante, serve a ricordarti che qualsiasi cosa accada, in qualsiasi universo tu sia, non sarai mai da sola. »
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Premessa: Il Re Leone è uno dei miei film Disney preferiti in assoluto, è al terzo posto in classifica e potete capire quanto io aspetti con trepidante attesa questo film! Detto questo, la voce di @lucaward_real su Mufasa rimane la scelta più azzeccata, riesce a dare al personaggio la giusta intonazione saggia e epica che ha sempre avuto. Alla vista di Scar ho sinceramente avuto un brivido: ha uno sguardo malvagio come non si era mai visto, e le iene intorno a lui sembrano assolutamente letali; complimenti anche a Simone D'andrea per il suo doppiatto dello Zio cattivo: vedremo se sarà lui a doppiarlo anche nel film o no. Bellissime le scene iconiche del lungometraggio animato citate qui: Simba che fugge dalla mandria sotto gli occhi di Scar, lui e Nala che vanno nel cimitero degli elefanti, Rafiki che disegna il muso di Simba sulla parete della grotta... E poi il protagonista che cammina insieme a Timon e Pumbaa, crescendo ad ogni nuovo stacco di camera! Un'emozione dopo l'altra, davvero. La CGI usata sembra perfetta, un fotorealismo che fa quasi male agli occhi per quanto è fatto bene. Sembra anche superare la Computer grafica de Il Libro Della Giungla, che era già al top. Ultimo appunto: la frase "Mentre gli altri cercano ciò che possono prendere, un vero re cerca ciò che può dare" è perfettamente inserita nel contesto. Si parla di come Scar e le iene cerchino in tutti i modi di prendere un posto che non spetta a loro, mentre Simba dovrà imparare a dare tutto sé stesso pur di essere un vero e perfetto successore di suo padre. Ultimi, ma non ultimi... Finalmente vediamo Timon e Pumbaa! Sentire anche solo accennata Hakuna Matata è stato emozionante, non vedo l'ora di sentire la nuova versione al cinema! Un trailer bellissimo, che mi ha fatto salire molto hype per il film! Voi lo state aspettando? Che ne pensate? #IlReLone #ReLeone #Film #Cinema #Remake #FilmAnimato #CGI #ComputerGrafica #WaltDisneyStudiosIT #DisneyRemake #DisneyLiveAction #LucaWard #Simba #Scar #Timon #Pumbaa #TimonePumbaa Credits to: @waltdisneystudiosit https://www.instagram.com/p/BwE6nBJhS_9/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=xtkvvunrv5kh
#ilrelone#releone#film#cinema#remake#filmanimato#cgi#computergrafica#waltdisneystudiosit#disneyremake#disneyliveaction#lucaward#simba#scar#timon#pumbaa#timonepumbaa
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1° Allenamento
21:49 22/2 David_ArangoVillegas ( Spogliatoi > Spalti Corvonero | Post lezioni ) <Un gufo spedito ad ogni aderente ha guidato la futura squadra agli spogliatoi del campo di Quidditch: docce, panchine, armadietti e tracce delle più mirabolanti fantasie adolescenziali delle varie generazioni che vi si sono susseguite. Dopo un breve tour e introduzione, la scena è migrata sugli spalti nelle Torri di Corvonero, dove si ha una visione mozzafiato del campo da Quidditch e che Emma ha presentato un po` come Musafa davanti al suo cucciolo sui pendii del Kenya (...). David, rimasto sulle ultime file dell`esiguo gruppetto - tutte più basse di lui - ha le braccia incrociate al torace ampio e la testa ricciuta incassata tra le spalle, gli stivali piantati contro la pavimentazione in legno a gambe divaricate. Sotto il mantello obbligatorio nei quattro gradi, indossa una felpa grigiastra piuttosto pesante e pantaloni da tuta. Ha di nuovo sintomi di raffreddore, sfigato dai geni adatti a climi equatoriali, ma se ne sta in silenzio ad ascoltare il discorso serioso della Capitana, in attesa solo di poter correre e spezzarsi qualche ossa nei salti. Il loro primo compito: la corsa blanda di riscaldamento.> Diresti ci stia preparando alla guerra <commenta divertito in direzione di FAUNYA, quando le si affianca dopo essersi tolto il mantello, cosa che lo obbliga a iniziare una mite corsa sul posto, tanto per non gelare. Si riferisce ovviamente ai modi risoluti di Emma che inizia a correre in testa al gruppetto per tenere il ritmo e mostrare il percorso: su e giù dalla torre, tra gradini e gradoni.>
22:04 22/2 Faunya_Florent [est.] [»spalti corvonero] In quel campo da quidditch lei c`è soltanto per metà - non perché si sia spaccata dopo una materializzazione fallimentare, semplicemente stenta ancora a credere di aver accettato di prender parte alla squadra in senso stretto. E così se ne sta lì come in un sogno, avvolta dagli abiti più comodi che è riuscita a trovare nel suo baule, in nero dalla testa ai piedi con l`eccezione dei calzini, una pennellata di blu elettrico che affiora dalle scarpe da ginnastica. Ha legato i capelli in una treccia arruffata che al momento le oscilla in mezzo alle scapole, e cercato di tenere a bada ulteriori ciuffi ribelli con la consueta montagna di forcine babbane. Reprimendo un brivido di freddo si rimette in piedi e, litigando con la felpa nel tentativo di nascondervi dentro la bacchetta, si accoda a passo di camminata agli altri diretti ai gradoni per cominciare l`allenamento. Alza lo sguardo alle parole di David e lo punta un po` più in là, seguendo la schiena ondeggiante di Emma già calata nella parte di sergente. Uno sbuffo divertito prende forma sopra al suo visetto, assumendo i contorni di effimera nuvoletta di condensa. < Forse ha paura che chiudano di nuovo la squadra > tuttavia propone in risposta, suonando seria e stringendosi nelle spalle < In quel caso sì che avremmo da lottare > si ferma, e chinando il capino verso una spalla si attarda a osservare il percorso in salita, e discesa, che l`attende. < Sembra facile > constata tra sé e sé con leggero stupore. Si rimangerà queste parole, naturalmente, ed anche molto presto. Ma per il momento si avvia a propria volta lungo ai gradoni, cercando di far del suo meglio, con l`occhio che ogni tanto segue i movimenti delle compagne di stanza nel tentativo di imitarle. 22:15 22/2 Eileen_Walker [Spalti Corvonero, post lezioni] Dopo un tour turistico degli spogliatoi ad opera di Emma, finito sugli spalti destinati alla tifoseria dei Corvonero, con tanto di scena alla Mufasa davanti al suo regno, solo che si sente più come Timon e sua madre di fronte allo stesso scenario, Eileen non sa cosa aspettarsi dal Capitano delle Cheers. A parte le sue compagne di classe e dormitorio, Eileen conosce poco i nuovi compagni con cui tiferà per la vittoria della squadra di Quidditch. Eileen con i capelli raccolti in un chignon, e rimpiangendo di averlo fatto perché fa ancora freddo, indossa i vestiti più caldi e comodi che ha trovato dentro il baule, quindi una felpa blu e un paio di pantaloni di una tuta nera, che, sinceramente, non ricorda di aver messo in valigia. Probabilmente è stata sua mamma. Quasi rimpiange i guanti. Tra i vari commenti dei suoi compagni, Eileen, con un pessimismo non suo, si aggiunge: <Moriremo tutti> ma lo dice piano per non farsi sentire dal Capitano. Anche lei inizia a fare lo stesso esercizio di Emma: una corsa tra le torri Corvonero, facendo su e giù, tra i gradoni e i gradini. E sa che questo è solo all’inizio. 22:51 22/2 David_ArangoVillegas Lui è sempre pronto al movimento: la corsetta che si sta facendo sembra contenerlo più che risvegliarlo e così è capace di vagare tra le ragazzine affiacandosi prima a FAUNYA, poi a Emma e infine EILEEN, che lo fa ridacchiare con la sentenza di morte.> Credo che diventare fantasmi <va rispondendo lui, mentre il calore del movimento fisico comincia a irradiarsi tra la muscolatura già atletica del ragazzo.> l`autorizzerebbe solo a sfruttarci per voli coreografici attorno ai suoi Pirotecus < Giusto per dare l`idea di quanto determinata sia la quintina ad avere lo spettacolo migliore sul campo. Nella Torre, le scalinate sono irreali nel silenzio che contengono, tanto inusuale e distante dal caos di urla e passi che solitamente riempie quelle pareti lignee ad ogni partita di campionato. Potrebbe risultare lugubre e spaventoso, per chi non vi circola spesso. Quando risbucano in cima, parecchi minuti più tardi, David continua a mantenere la corsetta sul posto mentre le altre riprendono fiato, senza che il suo respiro sia variato granché rispetto all`inizio. S`è attardato con tutte le altre e, chiunque sia stata, ha accompagnato l`ultima della fila - la più lenta - nel suo tratto di corsa finale. Gli ordini seguenti di Emma sono bere e posizionarsi strageticamente lungo i gradoni, così da avere spazio di movimento per il riscaldamento che lei stessa dirige. David, che segue un riscaldamento un po` diverso da quello femminile, viene confinato nel gradone più alto: oltre al ritmo degli esercizi che salgono in difficoltà, bisogna stare attenti... all`equilibrio sul gradone. Emma corregge i movimenti, imperativa, mentre lui incoraggia:> Grande, Walker. <Diretto propro a EILEEN gradini più in giù del suo, fermandosi giusto per regolare il proprio fiato. Si riferisce al modo in cui sta eseguendo l`esercizio del momento, dopo i tanti già fatti.> Mancano solo cinque, ancora un uno, se non crollo io, due e FAUNYA? Uno <Se alcuni movimenti possono sembrare semplici, la ripetizione provoca man mano un bruciore muscolare che per alcuni è nirvana, per altri è solo dolore. E lui chiama Faunya tanto per assicurasi anche lei ce la stia facendo. 23:08 22/2 Faunya_Florent [est.] [spalti corvonero] Incassa la testa fra le spalle, mostrando sul viso più di un accenno di determinazione < Abbiamo superato la Quintessenza > ricorda diplomaticamente alla volta di EILEEN, cercando di non darsi per vinta sin da subito < Possiamo superare anche questo > conclude, voltando il capino per quel poco che basta a rivolgere un sorriso alla compagna. Sorriso che si tramuta in espressione allarmata quando, tra distrazione e goffaggine, mette un piede in fallo rischiando di ruzzolare giù dalle scale. < Woo-ooo! > la potranno perciò sentire esclamare di tanto in tanto, dalle retrovie, intanto che mulina forsennatamente le braccia nel tentativo di ritrovare l`equilibrio perduto per un soffio. Se qualcuno però si fermasse a controllare il suo stato, o peggio, cercasse di tenderle una mano, si vedrebbe rispondere con un gesto secco del braccio: andate avanti, sono ancora viva, ce la posso fare da sola - che è un po` il mantra della sua vita. Arrivata miracolosamente in cima, si ritrova a smorzare la corsetta in una camminata lenta e casuale, quasi avesse timore a fermarsi dopo tanto sforzo. Una macchia di rossore sulle guance tradisce il suo travaglio, assieme al respiro affannoso che cerca erroneamente di non esternare in maniera plateale, fingendo disinvoltura. Deglutisce, portandosi furtivamente una mano al petto come per cercare di arrestare il ritmo ora incalzante del suo cuore, tuttavia quando pronuncia a tratti < Anche... gli allenamenti dei... tuoi fratelli sono così? > verso DAVID suona abbastanza comprensibile, le parole non eccessivamente impastate dalla fatica. Diciamo che il suo problema non è tanto la resistenza o la mancata energia quanto la coordinazione, la stessa che poi la costringe a dover ripetere l`esercizio parecchie volte prima che anche il corpo riesca a impararlo. Non senza sbavature, è chiaro. < Tutto bene! > urla alla volta di DAVID, senza però sollevare la testa a guardarlo. E` il tono testardo di chi mente sapendo di mentire, osservandosi le gambe incerta sul loro corretto posizionamento. 23:18 22/2 Eileen_Walker [Spalti Corvonero, post lezioni] Quando si è iscritta alla squadra delle Cheers, ammaliata dalle belle movenze e i giochi e incantesimi che si fanno con la bacchetta, non ha mai, veramente, nemmeno per un secondo, pensato agli allenamenti. Nope. Il pensiero non è nemmeno passato dall’anticamera del cervello. Chi l’avrebbe mai detto che gli allenamenti sarebbero stati così duri? Alle elementari non ha mai fatto tanto sport, anche se è sempre stata abbastanza agile. Alla risposta di DAVID, Eileen si fa scappare una risatina nervosa: <Sempre se decidiamo di rimanere come fantasmi> gli fa notare <Se questo ci uccide, io di sicuro non rimango qui da fantasma> ma probabilmente Emma ha un modo per farli lavorare anche da morti. A FAUNYA invece <Allora ce la possiamo fare> perché per il momento niente è peggio del Coso Blu. Dopo una corsa del genere, con sole due pause per riprendere fiato, Eileen, che in tutta la sua vita non si è allenata così, si ritrova senza fiato come se avesse appena fatto una gara di apnea e i muscoli delle gambe, soprattutto quelli del polpaccio, iniziano a farsi sentire, con il dolore. Sente FAUNYA esclamare dietro di lei, ed è per questo che si gira per controllare e notare quanto poco equilibrio ha la sua amica. Ma questo non la ferma dal chiedere <Stai bene?> anche se sa che la ragazza sta bene. Alla fine della corsa, Eileen è piegata in due per riprendere fiato ma è, tutto sommato, soddisfatta di essere riuscita a finire l’esercizio. Ma la soddisfazione è breve, e la disperazione è veloce, quando Emma ordina di proseguire con il riscaldamento. Almeno stanno fermi. Inizia a fare gli esercizi e, tra gli ordini di Emma, sente anche l’incoraggiamento di DAVID a cui rivolge un sorriso, che è qualche gradino più su, che si traduce anche in esercizio più difficile. <Grazie> gli dice mentre continua l’esecuzione degli esercizi. Si gira verso FAUNYA, nuovamente, solo per dare il suo incoraggiamento. <Forza che la facciamo> a sopravvivere. 23:46 22/2 David_ArangoVillegas Solo più divertenti < borbotta con fare distratto per rispondere a FAUNYA, a cui lancia però dirige un mezzo ghigno per la sottointesa presa in giro a Emma e la sua metodica seriosa. Essendo un raro esemplare di maschio tra la fauna femminile in squadra, lui ha la libertà di seguire le proprie inclinazioni per quanto riguarda la scelta degli esercizi, a parte qualche richiamo e ordine che Emma trova comunque modo di dirigergli, forse per stabilirsi come alfa, forse perché in fondo lei ha davvero una mentalità atletica migliore della sua. Alla fine anche lui, sdraiato sul suo gradone, ha un fiatone grosso che gli solleva a ritmi scoordinati il torace, mentre se ne resta a sentire la freschezza della temperatura - ora non più percepita gelida - che s`infila tra gli strati degli indumenti indossati. Persino nel prendersi cura di loro, ordinando recupero idratazione, Emma ha un tono di voce imperioso che a lui, dopo tanta fatica, causa solo un`altra bassa risata. Si solleva solo la schiena, accaldato e un po` sudante, poggiando gli avambracci sulle ginocchia mezze sollevate, le spalle ampie ancor percorse dal bruciore dell`intensità a cui sono stati sottoposti.> Ehi! <Esclama con le ultime tracce di fiato, prima di scolarsi mezza borraccia.> un giorno dovremmo provarlo quell`incantesimo per diventare fantasmi! Sai che forza, una caduta libera dalla Torre <Fosse in mani sue, la squadra non sarebbe tanto al sicuro. Lo stretching che segue il riscaldamento, anch`esso guidato da Emma, dona una certa soddisfazione fisica, di quando tendi i muscoli caldi con la sensazione di poter resistere ogni cosa. Braccia, gambe, persino collo e piedi che anche David segue con qualche grugnito appagato. Dopo l`ennesimo ordine a bere, finalmente arriva il richiamo alle bacchette. Ognuno dei presenti deve eseguire un qualsiasi incantesimo a propria scelta sull`oggetto che faranno svolazzare. L`obiettivo ovviamente è "dare spettacolo" o decorare insomma. Si tratta di una sfida alla creatività. David, che funge da base, inizia con un semplice> Wingàrdium Leviòsa < accompagnato dal classico agitare e colpire - stavolta presta attenzione alla rotazione del polso in senso orario, divertendosi in un affondo più eclatante - e la concentrazione a innalzare a mezz`aria una coccarda di corvonero lanciata in mezzo da Emma.
00:11 23/2 Faunya_Florent [est.] [spalti corvonero] Solleva un angolo della bocca per cercare di sorridere ad Eileen, non osando parlare subito, non finché non avrà recuperato almeno un briciolo di fiato. < Caldo > bofonchia col filo di voce che le è rimasto, e approfittando della breve pausa tra un esercizio e l`altro tira giù di un poco la zip della sua felpa, cercando sollievo immediato. Non si limita a questo, per la verità, ma ciò che accade dopo avviene in maniera talmente naturale e inconscia da lasciarle soltanto un barlume di dubbio su quanto successo: accaldata com`è, si ritrova infatti a desiderare qualcosa di fresco sulla pelle, l`arrivo di un provvidenziale soffio di vento - e quello, rispondendo alla sua chiamata, arriva. Dura il tempo di un istante e solo sulla sua persona, quanto basta a sollevarle appena una ciocca ribelle che le era scivolata sulla fronte. Faunya sorride estasiata, assaporando il momento - poi strizza gli occhi e tira fuori un gemito, subendo più il contraccolpo del controllo elementale che il ritorno alla sudaticcia realtà. Allunga una mano per recuperare a sua volta una borraccia, poi si sofferma a prenderne una lunga sorsata. < Quindi tu vorresti... buttarti? > e non è tanto l`idea di diventare un fantasma a farla sorridere < A me... Io preferirei andare verso... > solleva un indice, alludendo al cielo < L`alto > conclude dopo aver deglutito. E lancia un`occhiata ad Eileen nei paraggi, curiosa forse di sentire quel che ne farebbe invece lei di un corpo senza peso ed impalpabile. Si bagna una mano, se la passa rapidamente sul viso, e tirando su col naso raggiunge l`adunata sentendosi le membra affaticate ma leggere leggere. Recupera la bacchetta e non le ci vuole molto a cavar fuori un incantesimo dalla sua testolina: cambiare la coccarda, tramutandone la materia in carta simile all`alluminio, lucente, tale da catturare e rifrangere quel poco di luce che riesce a sfidare le nuvole. < Mù... > tossicchia < Mùto! > tenta di pronunciare con chiarezza, intanto che il braccio fa compiere alla bacchetta un movimento orizzontale, da sinistra verso destra, a imporre il suo volere. 00:21 23/2 Eileen_Walker [Spalti Corvonero, post lezioni] Nei momenti di pausa tra un tipo di esercizio ed un altro, Eileen può fare solo due cose: bere o prendere fiato. Parlare non più di tanto, ma questo è solo perché non ha molto fiato da usare a parte riempire il polmoni di ossigeno. Appena ritornerà nel Dormitorio andrà a dormire tutta dolorante. Anche mentre dice loro di bere Emma ha il tono di un dittatore. Ed è proprio mentre stanno facendo pausa per bere che si continua il discorso per diventare fantasmi. <Mmmh> Eileen inizia a pensarci su <Sarebbe una cosa da provare> e inizia a pensarci seriamente <Sei sicuro che non perdiamo punti se lo facciamo?> perché se è contro il regolamento, non lo farà mai. Ma questo perché non vuole perdere nessuno dei punti che ha accumulato durante l’anno. <Ma se fosse possibile, proverei a visitare il lago o la Foresta> magari approfittando che non è corporea e quindi non può ferirsi, altrimenti in quei luoghi non ci mette piede neanche a pagarla oro. Dopo il riscaldamento è la volta dello stretching. Con i muscoli già caldi dal riscaldamento, l’aumento di calore in essi è poco notato da Eileen, mentre con gli occhi grigi fissa i movimenti di Emma la Dittatrice per eseguire al meglio gli esercizi. È solo quando finisce tutti gli esercizi ed è ferma che Eileen nota che tutti i muscoli del suo corpo, in particolare piedi, gambe, schiena, gambe, braccia, e ha già detto gambe? In questo momento la biondina si vuole buttare da qualche parte e non rialzarsi più, magari fingendosi Biancaneve o la Bella Addormentata, che sono famose per i loro sonni. Dopo che il corpo è stato allenato, ma si fa per dire, che qui la strada è lunga e pericolosa, è tempo di allenare la mente. Con la bacchetta. Che per evitare di romperla mentre faceva gli esercizi ha poggiato a terra. Deve trovare un modo per tenere la bacchetta sulla sua persona ma senza danneggiarla. Bacchetta alla mano, guarda la coccarda Corvonero tenuta su da DAVID e che è stata trasformata da FAUNYA in alluminio. E la carta argentata dell’alluminio riflette benissimo la luce, come sa dall’esperienza personale. Punta la bacchetta contro la coccarda, immaginando una scia di brillantini che si avvolge intorno ad essa, pronunciando l’incantesimo: <Ingo Brillae> sperando che abbia successo e ritrovandosi così con una coccarda di alluminio, si fa per dire, piena di brillantini. 00:52 23/2 David_ArangoVillegas Se a livello fisico la squadra scarseggia, a livello creativo la casata d`appartenenza non mente ed entrambe riescono a valorizzare a proprio modo quella che di base poteva essere una misera e comune coccarda.> Si tratta di questo, no? < Esordisce nel frattempo David, che tenta sostenere la concentrazione idonea a mantenere in volo la loro disco-coccarda, la bacchetta tesa stretta nella mano guantata.> Trasformare l`ordinario nello straordinario. <Con tanto sorriso sghembo stiracchiato che non s`interrompe nemmeno quando la coccarda cade a terra senza sostegno della sua magia. A Corvonero non importa l`età: la creatività può investire chiunque. Lui raccoglie l`oggettino da terra, appuntandoselo sulla felpa a mo` di spilla da prefetto.> L`unico nostro limite è che incantato un oggetto diventa magico e per tanto non risponde più alle classiche regole della magia. Vorrei trasfigurarlo in unChartànimus, ma non sono sicuro possa funzionare una coccarda trasfigurata? < Dubbi di chi dovrebbe seguire più a lezione magari. Alza lo sguardo sulle altre, piccole e non, affidando a loro il compito di risolvergli l`interrogativo.> Comunque I <Emma, sì> pensava assegnarci questo compito di scovare un utilizzo pratico al prossimo incantesimo che tratteremo a lezione, qualunque esso sia. Più per tenere l`allenata la creatività per altro, capite? Noi all`ultima lezione di Cura abbiamo affrontato il Recido e, anche se non so se funzioni su non-carne <Non sa tantissime cose insomma, ma ecco che divaga alzando lo sguardo al cielo, palpebre contratte e cipiglio in fronte, per provando a rievocare dettagli persi > beh, ecco, non avevo mai pensato chiedermi come sfruttarlo in un contesto diverso da quello del barbaro taglio di code di Crup. <Poi è Emma a richiamare la loro attenzione ed eccoli che riprendono con l`allenamento, stavolta con un Lumos tenuto acceso ad accompagnare movimenti corporei semplici ma costanti.>
01:10 23/2 Faunya_Florent [est.] [spalti corvonero] Muove lo sguardo sulle compagne restanti, aspettando curiosa il loro magico apporto alla coccarda, e quando intuisce ciò che Eileen sta per castare schiude le labbra in un sorriso di iniziale sorpresa, che si allarga man mano alla vista del luccichio. < Brava! > esclama, complimentandosi con lei per l`aver intuito quali fossero anche le sue intenzioni. Annuisce diverse volte nell`ascoltare le prime parole di David < Ordinario in straordinario > ripete a bassa voce, per imprimersi nella memoria il concetto con quelle parole esatte. < Forse... > si attarda a pensarci, intanto che la mano libera si occupa di accompagnare ciocche di capelli fuggiasche dietro le orecchie < Forse puoi riuscire a farlo, ma sarà più difficile? Perché devi tipo scavalcare la mia trasfigurazione per trovare l`oggetto vero > aggrotta la fronte, guardandosi attorno, e dopo aver raccolto altri pareri esclamerebbe < Dovremmo provare! > con aria risoluta. Nemmeno lei, ad ogni modo, si era mai soffermata a decontestualizzare gli incantesimi studiati a lezione. Lancia un`occhiata ad Emma, un sorriso d`approvazione < Noi abbiamo fatto... ah, sì, il Resferàntes > conviene con un cenno del capo, dopo esser stata costretta a farsi suggerire la risposta da una compagna più attenta di lei. < Forse però non è il caso di trasformare gli striscioni in animali durante una partita... > è il commento altrettanto animalista, sulla scia delle considerazioni di David - l`ultimo che le sentiranno fare prima di un pezzo, dato che Emma sembra intenzionata a strapazzarli ancora un po`.
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L’asteroide del Buondì e le pancine cattocomuniste
Inizio questa prima giornata da 38 anni con un coming out: non ho mai visto Bambi perchè la mia mamma non mi ha ancora dato il permesso di guardarlo, dice che mi potrebbe far venire qualche trauma perchè è troppo triste. Fino a qualche anno fa il veto era anche sul libro Cuore ma per quello ho avuto poi il via libera, l'ho letto e per fortuna non ci sono rimasta troppo sotto ma gli effetti si vedranno a lungo termine.
Detto ciò vorrei dire a ste minchia di web pancine cattocomuniste che hanno sollevato il polverone sulla pubblicità della Motta dove la madre viene colpita dall'asteroide....MA COSA CAZZO VI DICE IL CERVELLO??
Siamo stati cresciuti con i film Disney, Walt Disney ci ha fatto quasi da educatore...un antisemita, razzista, sessista, informatore dell'FBI riguardo possibili sovversivi politici (= comunisti) e al netto del dubbio spessore morale di Walt, se parliamo solo della questione "genitori morti nei film" vediamo che: - Biancaneve e i sette nani (1937) – madre e padre morti (probabilmente fatti fuori dalla Regina) - Dumbo (1941) – padre assente, madre in prigione per metà film - Bambi (1942) – che ve lo dico a fare? non l'ho visto ma mi dicono che la madre va in salmì - Cenerentola (1950) – madre morta prima del film, padre fatto fuori in 60 secondi netti - Il Libro della Giungla (1967): genitori non pervenuti ma dai resti della barca in cui viene trovato Mowgli probabilmente affogati - Le avventure di Bianca e Bernie (1977): la povera Penny è una delle orfane più tristi della storia del cinema - La Sirenetta (1989): madre non pervenuta uccisa già prima dagli umani - La Bella e La Bestia (1991): madre assente, probabilmente morta - Aladdin (1992): lui è orfano, Jasmine ha perso la madre e ha un padre rincoglionito - Il Re Leone (1994): qui la mamma si salva, ma Mufasa... vogliamo davvero parlare di traumi dopo aver visto il Re Leone?? - Lilo e Stitch (2002): madre e padre morti in un incidente; per la prima volta un assistente sociale si degna di preoccuparsi della cosa - La Principessa e il Ranocchio (2009) : qui è il padre a fare una brutta fine, scena tristerrima - Frozen (2013): i genitori di Anna ed Elsa muoiono subito, e nessuno si preoccupa di regnare nei successivi 3 anni
E ADESSO ANDATE A ROMPERE IL CAZZO ALLA DISNEY... possibilmente agli eredi di Walt!
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Imparare a volare verso l’infinito
Dalla terrazza sulla quale mi accingo a prendere il mio tè alla pesca per contrastare la calura estiva, non posso non notare un gabbiano in perfetta posa che mi ricorda Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepùlveda.
Le vicende del gatto Zorba, alle prese prima con un gabbiano morente ed in seguito con la sua prole, aiutato dai suoi compagni di ventura, insegnano ad andare oltre i ruoli tradizionali, a collaborare, a non arrendersi e a mantenere la parola data.
Un libro da leggere e da regalare ai vostri figli o ai figli dei vostri amici per avvicinare bambini e ragazzi alla lettura.
Della serie non è mai troppo presto per pensare agli effetti dell’inquinamento, infatti, la morte di mamma gabbiano ebbe su di me lo stesso effetto di vedere Mufasa travolto dagli gnu e di Simba incolpato da Scar per la morte del padre (ancora piango nel rivedere quella scena de Il re leone). Un momento tragico che, però, mi portò ad essere più sensibile alle tematiche ambientali fino a diventare una moderna hippie che si batte per la salvaguardia del pianeta.
Stefania.
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Luis Sepùlveda.
P.S. Da Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare è tratto il film di animazione La gabbianella e il gatto che merita di essere visto.
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Oggi vi parlo del COMPROMESSO: Scelgo questa foto con il mio ciccione Mufasa perché tra tutti gli insegnanti, lui è il numero uno. Se cercassimo sul dizionario la parola “compromesso” sapremmo che può essere utilizzato come: 1- Aggettivo: compromesso = messo in pericolo, non più efficiente, invalidato in uno o più punti fondamentali. 2- Sostantivo: Compromesso = Accordo, Soluzione incompleta e spesso discutibile cui si è portati da motivi o interessi contingenti. Ora vi invito a leggere da qui, a ritroso. Vi accorgerete che per assurdo, leggendo prima il punto 2 e poi il punto 1, può arrivare un’illuminazione, che io personalmente esporrei così: il compromesso ed i compromessi nella vita ci saranno sempre, ma attenzione a non vivere in modo invalidante, distruttivo o denigrante pur di portare avanti un compromesso che vi siete imposti. Il compromesso è sano se permette ad entrambe le parti di stare bene. Usatelo bene. #life #coach #think #fitness #motivation #friday #mood #loveyourself #mindset #selfie #motivationalquotes #wellness #mindsetiseverything #fitnesslife #picoftheday #selfie #horses (presso Novara, Italy) https://www.instagram.com/p/B2Vv0woCxYC/?igshid=2tba7ut9cwbd
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