#Luca Inglese
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Drops of God (2023)
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diretta della puntata del ‘club del libro’ dedicata a “prosa in prosa” @ 'la finestra di antonio syxty' (14 apr. 2025)
visibile anche su facebook: https://www.facebook.com/lafinestradiantoniosyxty * evento fb: https://www.facebook.com/events/1368247504380737/ il libro: https://ticedizioni.com/products/prosa-in-prosa copertina di Enrico Pantani

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#Alessandro Broggi#Andrea Inglese#Andrea Raos#Antonio Francesco Perozzi#Antonio Syxty#audiovideo#cambio di paradigma#Club del libro#diretta video#facebook#fuoriformato#Gherardo Bortolotti#Gian Luca Picconi#Il Club del libro#La finestra di Antonio Syxty#Le Lettere#Legend#Manifatture Teatrali Milanesi#Marco Giovenale#Michele Zaffarano#MTM#MTM - Manifatture teatrali milanesi#prosa#Prosa in prosa#scrittura di ricerca#scritture di ricerca#Tic#Tic Edizioni#Tic Legend#video
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"Vedere il patrimonio": per rendere fruibile l'arte a chiunque
sanitadomani.com – ROMA: Favori la conoscenza del patrimonio artistico e architettoni italiano anche a chi ha disabilità visive. E’ questo l’obittivo dell’iniziativa “Vedere il patrimonio”, protocollo d’intesa fra Stati Generali del Patrimonio Italiano e Aimo, Associazione Italiana dei Medici Oculisti. I due enti collaboreranno per creare percorsi alternativi e sensoriali per rendere fruibile…

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#Aimo#Alessandra Balestrazzi#Ivan Drogo Inglese#Luca Menabuoni#medici oftalmologi#presidente di AIMO#referente del Rapporto con le istituzioni di AIMO#Stati Generali del Patrimonio Italiano
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A quel punto...
... l'avvocato Pecorella commette un errore e dice: "E poi l'Hazet 36 è uno strumento improprio, non può nemmeno considerarsi una vera e propria arma".
Se la aspettava La Russa, questa tesi. E si è preparato a rispondere con un colpo a effetto. Solleva il braccio, alza la toga, impugna la chiave inglese che aveva tenuto nascosta la sbatte con un gesto sul bancone. Il clangore riecheggia fragorosamente in tutta l'aula: "Intende dire questa arma impropria, avvocato Pecorella?"
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LUCA TELESE - Cuori Neri
Milano 13 marzo 1975 ore 12:50
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Luca Marinelli che racconta che M doveva essere in inglese ma che dopo la vittoria della fascia hanno deciso di girarlo in italiano, più parla più fa esplodere fegati lo amo
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Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio e la Parola era Dio. Egli era nel principio con Dio. (Gv. 1:1-2) E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria come gloria dell'unigenito, proceduto dal Padre piena di grazia e di verità. (Gv. 1:14)
youtube
L'Agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo.
Uno dei film più fedeli sulla vita e la missione di Gesù, uscito in lingua inglese, tradotto anche in spagnolo e mai in italiano salvo alcune scene di privati. È la messa in opera fedele, del Vangelo di Giovanni, cosi come fu per Gesù di Nazareth di Zeffirelli e quello secondo Luca in spagnolo.
=📖=
So che il film completo, che dura più di due ore, e per di più in spagnolo, sarà visto difficilmente, ma a me, fa molto piacere averlo nel mio blog e spero che possa essere edificante per qualcuno.
=📷=
Ora Signore inizia a preparare lo zaino anche tu perchè dopo la tua immutabile, grandiosa opera ed il tuo sacrificio come dono della salvezza per noi, dovrai come ogni volta accompagnarmi sui sentieri del mio cammino, per proteggermi, per guidarmi, rinforzarmi nel corpo, ed edificarmi in spirito. Aiutami ad essere lo strumento efficace della tua pace, un portatore della buona novella e buon testimone e fedele messaggero d'amore. Gloria e lode a te Signore, grazie di tutto. Amèn!
lan ✍️
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Il Tabellone dei gelati è della mitica gelateria De Luca di Briga Marina
All’interno del bar del sig. Placido regnava il solito caos siciliano dove le regole del buon vivere erano non infrante, ma sicilianamente scavalcate, nel senso che erano accantonate, messe da parte, in quanto fare i furbi e lasciare agli altri leggi e regolamenti, fa parte del codice genetico siciliano . Così essere arrivati prima degli altri non aveva valore se gli altri vi si mettevano davanti richiamando rumorosamente l’attenzione del barista o se chiamavano un barista per nome in quanto suoi cugini, fratelli, compari amici o conoscenti. Per cui, nella bolgia che ne seguiva il sig Placido, proprietario della famosa gelateria, si comportava come un giudice della cassazione ricordandosi chi c’era prima o dopo malgrado i tanti millantatori di permanenze risalenti anche ad un ora prima. Il sig. Placido, serio e preciso indicava un cliente e con il volto freddo e professionale da croupier di casinò chiedeva “Cosa le faccio?” E qui partiva l’elenco di gusti che il sig Placido, rapido e preciso, disponeva ad arte su un cono. D’improvviso qualcuno si fece largo nella calca di golosi. Era un ragazzo alto e robusto che teneva in braccio una bambina che lo stringeva piangendo “No cori i papà non cianciri … scusati, …. la bambina … scusate … non cianciri u papà, chi ora ti cattu u gilatino …” Al suo passaggio la gente prima protestava poi, vedendo la bambina che piangeva si spostava presa a compassione dai lacrimoni che scendevano dai suoi occhi. L’uomo con la bambina in mano arrivò al bancone e il sig. Placido, vedendo il dramma in atto si avvicino chiedendo “Che ha questa bambina? Lo vuole un gelatino? Che gusto vuoi picciridda?” “dicci u papà che gusti vuoi? Senti, senti il signor Placido che gusti ci sono, glielo dica signor Placido” “C’è bacio, gianduia, stracciatella, nocciola, zuppa inglese, caffè, Babà, crema d’arancia, mandorla tostata, pistacchio, setteveli al pistacchio, Rocher, nero fondente, sette veli, fondente all’arancio, amarena, torrone, snickers, parfait di mandorle, caramello salato, nutella, Taormina, fiordilatte, cioccolato bianco, cocco, cedro, fragola, ananas, pesca, bergamotto, melone e gelso. Quale vuoi?” “Quale vuoi u papà, dicillu al signor Placido” La bambina lo guardò spaesata e poi puntò gli occhi annacquati sul sig. Placido. Ebbe un singulto del pianto “Diccillu o signor Placido chi gilatinu voi” Fece il vecchietto sulla destra del padre “prendi il cioccolato che è buonissimo” Suggerì il vecchietto sulla sinistra. Nella gelateria scese un silenzio denso e pieno d’attesa mentre tutti osservavano la bambina come se dovesse dare una terna vincente. Lei guardò il signor Placido e lentamente si strinse al padre e bisbigliò nell’orecchio “Va bene u papà signor Placido pi cortesia, ci pò mettiri un po' di panna su un cono”. Un sospiro di sollievo si allargò nella sala e tutti commentarono felici la scelta della bambina. Con la solita rapidità ed efficienza il signor placido riempi un cono di panna disegnando un riccio sulla punta e lo passo alla bambina. “se lo paghi” Fece il padre allungando cinque euro “lasciassi stare, un pensiero mio alla bambina” Fece il signor Placido rimettendo il coperchio sul pozzetto della panna e guardando la folla davanti a se chiese con la solita professionalità “chi servo?” Si udì un boato di voci e la bolgia nella gelateria incominciò nuovamente.
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MASCHILE PLURALE

✔️ 𝐒𝐓𝐑𝐄𝐀𝐌𝐈𝐍𝐆 𝐎𝐑𝐀 𝐐𝐔𝐈 ▶ https://t.co/gPAPCd3TXK
:: Trama Maschile plurale ::
Tre anni dopo la morte di Denis, l'amico che li ha uniti, Antonio e Luca incrociano di nuovo le loro esistenze. Antonio è diventato un pasticciere di successo e workaholic. Luca invece ha conosciuto Tancredi, operatore di una casa-famiglia per giovani LGBTQ+, che lo ha aiutato a superare una fase complessa della sua vita. Quando i due si ritrovano, Antonio - la cui vita sentimentale stenta a decollare - capisce di provare qualcosa di importante per Luca, e gli propone di rilevare insieme il forno di famiglia che l'amico è stato costretto a vendere. Un'avventura che ha come scopo finale la (ri)conquista di Luca. Nonostante Cristina, l'amica storica, sia scettica, Antonio tenta di sabotare la relazione di Luca, convinto che il passato sia tornato per aiutarli. Sarà davvero così? O è solo un'illusione?
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
#Maschile plurale#Drammatico#Commedia#italia#2024#Alessandro Guida#Marta Venturini#Giuseppe Paternò Raddusa#Gaia Marianna Musacchio
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Su Internet è diffusa l’usanza dell’insulto. Senza arrivare alla calunnia e alla diffamazione, per le quali si procede con querela, è diventato normale trovare nei propri profili una sequenza di maledizioni anonime.
Naturalmente c’è il termine inglese pronto all’uso con la sua definizione che non definisce: haters. Con il verbo to hate, odiare, si classifica una serie assortita di interventi ostili.
L’odio resta per me un disturbo sentimentale che nuoce a chi lo nutre, senza provocare danno alcuno al destinatario.
Per ottenere un minimo di risultato l’insulto dovrebbe far ridere, mettere in ridicolo. Ma chi soffre del disordine emotivo dell’odio è incapace di ironia.
A Napoli un proverbio segnala perfino un beneficio: ”A cavallo iastemmato le luce ‘o pilo”, luccica il pelame del cavallo ingiuriato.
Mi capita di ricevere commenti ostili su qualunque argomento mi pronuncio. Provo a spiegare l’effetto su di me. Ho un’educazione napoletana che mi difende. Il suo termine non inglese e perciò preciso è strafottenza, dove il prefisso intensivo stra esprime il grado di invulnerabilità raggiunto dal mio sistema nervoso.
A chi mi insulta posso far sapere: ”che sta perdenn’ o tiempo e ‘a serenata���.
Malgrado la sua manifesta impotenza, il disturbato procede ugualmente con i suoi vani rancori. Usa il canale sociale come sfogatoio. Ha l’impressione di liberarsi della sua pena, con effetto di chi si gratta la rogna aggravandola.
Risultato finale della sua azione sarà sempre e comunque di aggiungere importanza all’insultato, che sentitamente ringrazia.
Erri de Luca
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Drops of God (2023)
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oggi, lunedì 14 aprile, alle h. 21, per 'il club del libro': "prosa in prosa" (le lettere, 2009; tic, 2020) @ 'la finestra di antonio syxty'
su youtube: https://www.youtube.com/@MTMTeatroMilano/streams su facebook: https://www.facebook.com/lafinestradiantoniosyxty il libro: https://ticedizioni.com/products/prosa-in-prosa evento fb: https://www.facebook.com/events/1368247504380737 * come tutti sanno, il 14 aprile 2025 si celebrano: il quattrocentosessantaquattresimo anniversario del “fenomeno celeste di Norimberga” (anno 1561:…

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#Alessandro Broggi#Andrea Inglese#Andrea Raos#Antonio Francesco Perozzi#Antonio Syxty#audiovideo#cambio di paradigma#facebook#fuoriformato#Gherardo Bortolotti#Gian Luca Picconi#Il Club del libro#La finestra di Antonio Syxty#Le Lettere#Legend#Manifatture Teatrali Milanesi#Marco Giovenale#Michele Zaffarano#MTM#MTM - Manifatture teatrali milanesi#prosa#Prosa in prosa#scrittura di ricerca#scritture di ricerca#Tic#Tic Edizioni#Tic Legend#video#youtube
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Il secondo capitolo del film di successo Maschile Singolare

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Tre anni dopo la morte di Denis, l'amico che li ha uniti, Antonio e Luca incrociano di nuovo le loro esistenze. Antonio è diventato un pasticciere di successo e workaholic. Luca invece ha conosciuto Tancredi, operatore di una casa-famiglia per giovani LGBTQ+, che lo ha aiutato a superare una fase complessa della sua vita. Quando i due si ritrovano, Antonio - la cui vita sentimentale stenta a decollare - capisce di provare qualcosa di importante per Luca, e gli propone di rilevare insieme il forno di famiglia che l'amico è stato costretto a vendere. Un'avventura che ha come scopo finale la (ri)conquista di Luca. Nonostante Cristina, l'amica storica, sia scettica, Antonio tenta di sabotare la relazione di Luca, convinto che il passato sia tornato per aiutarli. Sarà davvero così? O è solo un'illusione?
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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MASCHILE PLURALE 2024

✔️ 𝐒𝐓𝐑𝐄𝐀𝐌𝐈𝐍𝐆 𝐎𝐑𝐀 𝐐𝐔𝐈 ▶ https://t.co/gPAPCd3TXK
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Tre anni dopo la morte di Denis, l'amico che li ha uniti, Antonio e Luca incrociano di nuovo le loro esistenze. Antonio è diventato un pasticciere di successo e workaholic. Luca invece ha conosciuto Tancredi, operatore di una casa-famiglia per giovani LGBTQ+, che lo ha aiutato a superare una fase complessa della sua vita. Quando i due si ritrovano, Antonio - la cui vita sentimentale stenta a decollare - capisce di provare qualcosa di importante per Luca, e gli propone di rilevare insieme il forno di famiglia che l'amico è stato costretto a vendere. Un'avventura che ha come scopo finale la (ri)conquista di Luca. Nonostante Cristina, l'amica storica, sia scettica, Antonio tenta di sabotare la relazione di Luca, convinto che il passato sia tornato per aiutarli. Sarà davvero così? O è solo un'illusione?
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
#MASCHILE PLURALE 2024#Stelle: Giancarlo Commare#Gianmarco Saurino#Michela Giraud#Andrea Fuorto#Francesco Gheghi
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Nelle ultime settimane sui social network sono circolati molto alcuni screenshot che mostrano messaggi di testo contenuti in un fumetto bianco, sovrapposti a una mappa della Striscia di Gaza dai colori inusuali: la terra è rosa, il mare lilla. «Non so quanto vivrò, quindi voglio solo condividere questo mio ricordo qui prima di morire. Non lascerò la mia casa, accada quel che accada. Il mio più grande rimpianto è non aver baciato un ragazzo. È morto due giorni fa. Ci eravamo detti quanto ci piacevamo, ma l’ultima volta ero stato troppo timido per baciarlo. È morto nel bombardamento. Penso che sia morta anche una grande parte di me. E presto morirò anch’io. A Younus, ti bacerò in paradiso», dice il messaggio che è circolato di più.
L’immagine proviene da un sito creato nel 2017 dal canadese Lucas LaRochelle per un corso universitario, che negli ultimi sei anni è diventato uno spazio digitale molto amato da decine di migliaia di utenti LGBTQ+: si chiama Queering the Map, “rendere queer la mappa”. “Queer” è la parola che in inglese letteralmente significa “strano”, e che fu a lungo usata in modo dispregiativo per rivolgersi a persone omosessuali, con identità sessuali non conformi o che semplicemente si discostavano dai comportamenti ritenuti appropriati per il loro genere. Nel tempo però la comunità LGBTQ+ l’ha rivendicata, e oggi è usata comunemente come termine ombrello che comprende persone gay, lesbiche, bisessuali, trans, non binarie, intersessuali, asessuali e così via (è la Q della sigla LGBTQ+).
Un altro messaggio pubblicato su Queering the Map e circolato in questi giorni fa riferimento al fatto che da anni sia praticamente impossibile per i palestinesi lasciare liberamente la Striscia di Gaza. «Ho sempre immaginato io e te seduti fuori al sole, mano nella mano, finalmente liberi. Ma ora te ne sei andato. Se avessi saputo che le bombe che piovono su di noi ti avrebbero portato via da me, ti avrei detto che ti adoravo più di ogni altra cosa. Mi dispiace di essere stato un codardo». «Per favore sappiate che nonostante quello che dicono i media, i palestinesi gay esistono. Siamo qui, e siamo queer. Palestina libera», dice un post geolocalizzato vicino alla città palestinese di Khan Younis, verso la quale migliaia di persone sono fuggite dopo l’ordine di evacuazione ricevuto dall’esercito israeliano.
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Luca Salmaso:“Veleno Blu”

Il nuovo singolo
"Veleno Blu" è una canzone che trasmette un forte senso di malinconia e smarrimento, legato a una relazione intensa ma tossica o ad una persona sfuggente e difficile da trattenere. Il "veleno blu" nel ritornello rappresenta un dolore che si insinua lentamente nelle vene, come il ricordo di qualcuno che lascia un segno indelebile, una sorta di dipendenza emotiva. La persona amata è come un'onda su un mare senza direzione o una foglia nel vento, simboli di instabilità e incertezza. Nel complesso, la canzone parla di un legame forte ma doloroso, di un desiderio di appartenere e di una ricerca di stabilità in mezzo al caos.
Nasce a Seregno da famiglia brianzola, cresciuto tra la città natale e l’hinterland milanese, suona fin da bambino prende lezioni di pianoforte e chitarra. Nel 2008 fonda LA SINDROME, band nata inizialmente con una matrice rock inglese, ma poi improntata su una musicalità più vicina al pop rock italiano, nel 2009 pubblicano il primo album “L’arena del peccato” con un ottimo riscontro e successivamente, dopo vari concerti nei palchi più importanti del nord Italia, nel 2011 “Dichiarazioni di guerra al sole”, entrambi registrati presso i Massive Arts studios di Milano sotto la super visione di Marco Barusso (Lacuna coil, Modà, thirty second to mars ecc) al mixaggio. Dopo lo scioglimento della band e vari concerti nel 2018 l’esordio solista con “Zer0”. Nel 2024 esce il secondo lavoro DRAGHI FAMA E FANGO totalmente autoprodotto e suonato, registrato in casa, studio e in giro tra vari luoghi e parchi. Un concept album che riscuote un ottimo feedback dalla critica seguito sempre nel 2024 da DISCOVERDRIVE il terzo album dalle sonorità country folk rock che fa viaggiare verso paesaggi e pensieri interiori. Nella primavera del 2025 la firma con Bravehop Records ed il nuovo singolo VELENO BLU, un ritorno alle origini ed un seguito ben definito del suo percorso musicale.
Instagram: https://www.instagram.com/lucasalmaso?igsh=MWhlMzB3ODlxbzR0aw==
Spotify: https://open.spotify.com/artist/1KtbYYUNQnNuIvlh6NCLOv?si=IwgmafGTQGaUTrUQknK7Cg
YouTube: https://www.youtube.com/lucasalmasomusic
Facebook: https://www.facebook.com/lucasalmasomusic
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Gruppo 9 - Non solo contenuti rimossi ma anche emozioni
Il dialogo che segue è frutto della discussione avvenuta nel nostro gruppo, composto da Mattia, Vincenzo, Giulio, Luca e Roberto. Abbiamo letto e analizzato il testo “La moderazione di contenuti è strutturalmente terribile” e da lì abbiamo scelto i temi che ci hanno colpito di più: le condizioni spesso invisibili e traumatiche dei moderatori, le incoerenze culturali nella censura digitale, i paradossi delle piattaforme come Twitch. La conversazione che ne è nata raccoglie punti di vista differenti e personali, mettendo in luce le complessità, le contraddizioni e gli effetti spesso ignorati della moderazione dei contenuti online.
Mattia: Avete letto il testo sulla moderazione dei contenuti!? È agghiacciante. Gente che guarda stupri, violenze e suicidi tutti i giorni. E poi ci si chiede perché sviluppano traumi.
Giulio: Sì, è praticamente una tortura legalizzata. E il paradosso è che la maggior parte dei moderatori nemmeno lavora per le piattaforme poiché come detto nel testo sono in outsourcing, sottopagati e non considerati come vittime del proprio lavoro.
Vincenzo: Tipo i moderatori in Kenya per Facebook, pagati 1,5 dollari l’ora. Poi appena hanno provato a sindacalizzarsi, Meta ha cambiato fornitore e ha trovato qualcuno ancora più economico.
Luca: E non solo. Molti di loro nemmeno parlano la lingua o capiscono il contesto culturale dei contenuti che moderano. È lì che nasce una delle peggiori fallacie del sistema.
Roberto: Parli di quando le regole sono pensate solo in inglese e applicate al mondo intero?
Luca: Esatto. Prendiamo Twitch che banna la parola “nigga” anche se usata tra afroamericani in un contesto informale, ma non interviene quando in una live italiana vengono pronunciate bestemmie. Questo perché le regole sono pensate da e per un pubblico americano, dove la bestemmia nemmeno esiste come categoria offensiva. Come dice il testo è una forma di colonialismo digitale: la cultura dominante impone i suoi codici morali al resto del mondo, ignorando sensibilità locali, lingue e contesti culturali completamente diversi.
Mattia: È la stessa cosa con le immagini, infatti, se una streamer sta in bikini nella sua stanza viene segnalata per nudità. Ma se c’è una piscina gonfiabile dietro, allora è percepito dalla piattaforma come un abbigliamento consono per fare il bagno e non parte lo strike. Le regole sembrano scritte per tutelare l'apparenza, non la sostanza.
Giulio: Sì, e l’esempio dell’allattamento è clamoroso. Alcune donne sono state bannate per allattare davvero, perché si è visto il capezzolo, ma poi ce ne sono altre che lo simulano in modo sessualizzato per guadagnarci e nessuno interviene.
Vincenzo: Questo succede anche nei videogiochi. Su League of Legends, se ti insultano e rispondi, vieni segnalato tu. Il sistema punisce chi viene provocato perché reagisce. La moderazione automatica non capisce il contesto.
Roberto: E qui torniamo al problema di base: l’IA non capisce le sfumature. Le piattaforme dicono che vogliono tutelare gli utenti, ma in realtà proteggono sé stesse. L’algoritmo serve solo a risparmiare sui moderatori umani.
Luca: Ma poi quelli che restano vengono usati solo per i casi peggiori. L’IA filtra lo spam, e ai moderatori tocca il peggio: pornografia infantile, suicidi in diretta, tortura. È ovvio che sviluppino disturbi.
Mattia: Sì poi testo dice chiaramente che un terzo soffre di depressione, e molti vivono incubi, paranoie e burnout. E i pochi supporti psicologici messi a disposizione non bastano o non sono affidabili.
Giulio: C’è anche la questione degli NDA. Non possono parlare del loro lavoro. Se denunci lo stress o quello che vedi, rischi il licenziamento. È un lavoro tossico sotto ogni punto di vista.
Vincenzo: E le aziende lo sanno. Per questo appaltano tutto in paesi dove i diritti dei lavoratori sono più deboli. Così, se qualcosa va storto, possono dire: “Non era nostro dipendente”.
Roberto: Questa catena di esternalizzazioni serve solo a nascondere le responsabilità. Ma sono loro a stabilire le regole, loro a decidere quanto tempo ha un moderatore per guardare un video, quanto può prendersi una pausa.
Luca: Il sistema dei KPI è disumano. Se ti fermi troppo dopo aver visto un contenuto traumatico, quel tempo viene considerato “non produttivo”. Ma non siamo macchine.
Mattia: E a proposito di macchine, anche l’intelligenza artificiale amplifica gli errori, una regola sbagliata viene applicata su scala globale in pochi secondi…
Giulio: Tipo quando bloccano foto d’arte o immagini mediche, mentre contenuti davvero pericolosi, ma ben camuffati, sfuggono ai radar e restano sulle piattaforme.
Vincenzo: O come i Community Notes su Twitter. Buona idea, ma anche lì il problema resta: chi decide cosa è vero o falso? E che succede se la community stessa ha pregiudizi?
Roberto: Non esiste una soluzione perfetta, ma almeno serve riconoscere che le regole attuali sono incoerenti, culturalmente sbilanciate e spesso più ipocrite che efficaci.
Luca: Il fatto è che chi modera i contenuti è invisibile, sfruttato, traumatizzato… e chi scrive le regole non ne paga mai le conseguenze.
Mattia: E poi, non so voi, ma io personalmente non ho mai visto contenuti che trattano la condizione dei moderatori. Noi utenti non ne sappiamo niente e pensiamo che il web sia “spontaneo”, ma dietro c’è una macchina che filtra tutto, e per giunta male.
Giulio: Forse il primo passo è proprio parlarne. Come stiamo facendo adesso.
Riflessione finale di gruppo:
Ma soprattutto… come si può davvero continuare a moderare contenuti così estremi giorno dopo giorno senza perdere il contatto con la realtà? Se sei costantemente esposto a violenza, odio, abusi e perversioni, prima o poi il tuo cervello inizia a normalizzarli. Ti dissoci, ti distacchi emotivamente.
Quel distacco può sembrare una difesa, ma rischia di diventare una lente deformante: se tutto ciò che vedi è mostruoso, come puoi ancora distinguere il “limite”? Come puoi essere obiettivo?
Alla lunga, chi modera può non riuscire più a capire cosa è davvero offensivo, pericoloso o accettabile. E così, paradossalmente, il sistema finisce per logorare proprio le persone da cui dipende il confine tra ciò che resta online e ciò che viene rimosso.
Una macchina malata, che brucia chi la tiene in funzione.
Alcune delle immagini presenti nel post sono state generate con l'IA.
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