#Alessandro Guida
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SeiMilano, Milan Mario Cucinella Architects 2023 Alessandro Guida
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MASCHILE PLURALE
✔️ 𝐒𝐓𝐑����𝐀𝐌𝐈𝐍𝐆 𝐎𝐑𝐀 𝐐𝐔𝐈 ▶ https://t.co/gPAPCd3TXK
:: Trama Maschile plurale ::
Tre anni dopo la morte di Denis, l'amico che li ha uniti, Antonio e Luca incrociano di nuovo le loro esistenze. Antonio è diventato un pasticciere di successo e workaholic. Luca invece ha conosciuto Tancredi, operatore di una casa-famiglia per giovani LGBTQ+, che lo ha aiutato a superare una fase complessa della sua vita. Quando i due si ritrovano, Antonio - la cui vita sentimentale stenta a decollare - capisce di provare qualcosa di importante per Luca, e gli propone di rilevare insieme il forno di famiglia che l'amico è stato costretto a vendere. Un'avventura che ha come scopo finale la (ri)conquista di Luca. Nonostante Cristina, l'amica storica, sia scettica, Antonio tenta di sabotare la relazione di Luca, convinto che il passato sia tornato per aiutarli. Sarà davvero così? O è solo un'illusione?
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
#Maschile plurale#Drammatico#Commedia#italia#2024#Alessandro Guida#Marta Venturini#Giuseppe Paternò Raddusa#Gaia Marianna Musacchio
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[Face off][Viola Ciarletti][Daniele Cellini][Alessandro Guida][Giuseppe Guida]
Clicca qui per acquistare il libro Titolo: Face off. Storia di me che ero e saròScritto da: Viola Ciarletti, Daniele Cellini, Alessandro Guida e Giuseppe GuidaEdito da: Round Robin EditriceAnno: 2023Pagine: 72ISBN: 9791254850329 “Io sono quello che sono?” Oltre il binarismo di genere, la libertà di essere se stessi. Un viaggio attraverso lo specchio alla scoperta delle proprie consapevolezze…
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#2023#Alessandro Guida#Daniele Cellini#Face off#Giuseppe Guida#Italia#LGBT#LGBTQ#nonfiction#Round Robin Editrice#Storia di me che ero e sarò#Viola Ciarletti
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PRIMA PAGINA Il Giornale di Oggi sabato, 23 novembre 2024
#PrimaPagina#ilgiornale quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi grande#fratello#carcere#fermato#pagina#caso#chiara#valerio#guida#cellulare#distrae#screen#piar#luigi#stanza#pagine#sabato#diretto#alessandro#ancora
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Mascarpone (2021) dir. Alessandro Guida & Matteo Pilati
#mascarpone#maschile singolare#giancarlo commare#lorenzo adorni#filmedit#lgbtedit#lgbt#usergay#gay#usermichi#moviegifs#gay kiss#film#men#menedit#actors#gifs#mine#*#lgbt film#mascarpone 2021
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#ansa
Molti iraniani hanno trascorso notti nella paura.
Credono certo e imminente un massiccio attacco dopo che l'Iran ha lanciato 200 missili per Nasrallah. In una rara manifestazione di dissenso, moltissime persone si sono affacciate alle finestre e hanno scandito slogan contro il governo e la guida suprema Ali Khamenei.
Dopo lo scarso sostegno popolare all'Iran le Guardie della rivoluzione hanno annunciato che chiunque pubblichi post contro l'Iran o a sostegno di Israele verrà severamente punito.
Intanto in Italia ITALIEBANI & Giornali falliti li sostengono.
Alessandro di Battista arrivò al parlamento attraverso i famosi videocasting, unico titolo di cui si ha notizia è in discipline dello spettacolo,
ma con una specialità: l'Odio.
Infatti pochi sanno odiare quanto lui. Vive girando il mondo a spese di un giornale che sprofonda in passivi catastrofici ma non fallisce come il cittadino, ma che trova i soldi per mantenerlo nei suoi viaggi, dove l odiatore seriale trova delle simpatie. Non odia infatti le dittature, che stima, non odia l'Islamismo violento,omofobo, nemico delle donne, non odia il terrorismo di Hezbollah, anzi li loda; non odia l'Odio per gli ebrei, i cristiani e gli "infedeli". Definisce "terrorista" l'attacco ai cercapersone con cui i tettoristi coordinavano gli attacchi! Insomma di Battista vive d'odio ma solo se anti occidentale. Chissà perché non si fa stipendiate da Hamas o forse si?
Un panorama informativo inquinato dalla pigrizia, passivo di fronte all’integralismo e perfino al terrorismo. Un paese di Influecer non di politici.
P.S
ABSPP Onlus (Associazione benefica di solidarietà con il Popolo palestinese) ha il conto corrente bloccato perché sospetta di aver finanziato soggetti nelle black list delle banche europee
Eppure negli anni aveva avuto contatti con diversi politici tra cui Orfini, Boldrini e Fratoianni. Ma è Di Battista il loro rivoluzionario di riferimento...
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Kung Fu Panda 4
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https://megavids.online/movie/1011985/kung-fu-panda-4?tumblrah
:: Trama Kung Fu Panda 4 ::
Mentre i Cinque Cicloni sono via per allenarsi dopo aver compiuto varie missioni, Po, destinato a diventare la guida spirituale della Valle della Pace, è costretto a cercare il suo successore come nuovo Guerriero Dragone mentre combatte insieme a una volpe ladra di nome Zhen, i nostri eroi dovranno sconfiggere un nuovo spaventoso nemico chiamato "La Camaleonte", una terribile ed infida strega che riporta in vita Tai Lung e gli altri nemici sconfitti dal panda nei film precedenti con l'unico scopo di governare la città di Juniper e la Valle della Pace grazie alle tecniche di kung fu che ruba a questi ultimi.
Kung Fu Panda 4 è un film d'animazione del 2024 diretto da Mike Mitchell e Stephanie Ma Stin.
Prodotto da DreamWorks Animation e distribuito da Universal Pictures. È il quarto capitolo del franchise di Kung Fu Panda, e sequel di Kung Fu Panda 3 (2016), e presenta Jack Black, Dustin Hoffman, James Hong, Bryan Cranston e Ian McShane che riprendono i ruoli dei film precedenti, con Awkwafina, Viola Davis e Ke Huy Quan che si uniscono al cast come nuovi personaggi.
Ai registi Jennifer Yuh Nelson e Alessandro Carloni venne chiesta la possibilità di un quarto film di Kung Fu Panda prima dell'uscita del terzo film nel gennaio 2016, con Nelson che in seguito affermò nell'agosto 2018 di essere aperta a un quarto capitolo. DreamWorks ha annunciato ufficialmente il quarto film nell'agosto 2022, con Mitchell, Ma Stine, e Rebecca Huntley rispettivamente come regista, co-regista e produttore nell'aprile 2023. La maggior parte del cast vocale principale è stato annunciato nel dicembre 2023, in seguito al casting di Awkwafina nel maggio di quell'anno.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, “cinematografia”) ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate “fotogrammi”. Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come “fenomeno Phi”.
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25 Anni di Spose Atelier Aimée Montenapoleone
Alta Moda Sposa
a cura di Marta Mondina e Alessandro Zanotti
foto di : Aldo Fallai, Mauro Balletti, Luciano Pergreffi, Tony Meneguzzo, Cosimo Buccolieri, Marco Palumbo
Atelier Aimée, Milano 1990, 256 pagine, 25x33cm, Copertina Rigida con sovraccoperta, ISBN 2016110303960
euro 35,00
email if you want to buy [email protected]
Aimée significa amata, un aggettivo che ben si sposa (gioco di parole inevitabile!) con ogni donna che si prepara al matrimonio, ma anche con ogni creazione che viene preparata per essere indossata quel giorno. Soprattutto se esce dalle mani di una vera innamorata della moda e della sposa come Lucia Zanotti. Stilista e imprenditrice, 30 anni passati nella moda, da 25 è alla guida, insieme al marito Matthias Kissing, di Aimée, azienda storica di Castiglione delle Stiviere diventata sinonimo di stile scenografico, romantico, da vere principesse
02/12/23
#Atelier Aimée#25 anni spose#Aldo Fallai#Tony Meneguzzo#Lucia Zanotti#Gianni Versace#abiti da sposa#wedding dresses#fashion books#fashionbooksmilano
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Sei Milano, Milan Mario Cucinella Architects 2023 Alessandro Guida
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Per la prima volta in Italia è stato eseguito un intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio, ricorrendo, per il trapianto, alla donazione da vivente.
L'operazione si svolta all'ospedale Agnelli di Pinerolo presso la struttura di ortopedia diretta dal dottor Sergio Ronco. È stato il padre a donare il tendine al figlio 14enne, che si era infortunato durante una partita di pallone. «Mio figlio ora sta bene, dovrà fare delle sedute di riabilitazione- dice Alessandro Chirico -, ma potrà tornare a giocare a pallone. Io il giorno dopo l'intervento mi sono messo alla guida e con mio figlio siamo tornati a casa. Ho guidato da Pinerolo a Piacenza senza problemi».
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NUOVOATLANTE
di Alessandro Orsini
Controffensiva flop. Perché è finita così e cosa può succedere adesso
La controffensiva ucraina è fallita, ma qual è l’ampiezza del fallimento? Per rispondere, basta confrontare gli obiettivi di Zelensky, la liberazione di tutti i territori, con quelli raggiunti dopo quasi quattro mesi. La controffensiva non ambiva a conquistare Robotyne e Andriivka, bensì Melitopol, Bakhmut e Mariupol. Non ambiva nemmeno a lanciare un missile nello scafo di una nave russa a Sebastopoli, bensì a liberare la Crimea.
Posti su una scala da zero a dieci, i successi di Kiev si collocano tra zero e uno giacché gli ucraini non hanno stabilizzato nemmeno quel poco che hanno conquistato. Che cosa significa questa frase? Significa che tra Orikhiv e Robotyne corrono 19 km, tutti sotto il fuoco russo per il semplice fatto che gli ucraini non si sono assicurati il fianco ovest. Non a caso, quella strada è detta anche “la strada della morte”. Un discorso analogo vale per Verbove e Andriivka. Gli ucraini sono costantemente sotto il fuoco nemico. Non potendo trincerarsi perché devono attaccare, gli ucraini cadono a centinaia quando conquistano un piccolo terreno e pure quando si insediano al suo interno. Spero di avere chiarito perché gli ucraini avanzino 100 metri al giorno al costo di migliaia di morti. Avanzano a passo di lumaca perché ogni metro porta in dote cento bombe. Non hanno copertura aerea (i cieli sono russi) e sono inferiori in tutti gli altri settori. L’inferiorità nell’artiglieria è un problema nella difesa, figuriamoci nell’attacco. Una delle ragioni della sconfitta ucraina a Bakhmut è stata proprio l’inferiorità nell’artiglieria.
Condurrò Crosetto al punto essenziale con una domanda logica. Se gli ucraini perdono Bakhmut in nove mesi difendendo, potrebbero riprenderla attaccando in una settimana? Ci tengo a precisare che questa rubrica non ha niente di personale contro Crosetto, un signore rispettoso delle idee di tutti, probabilmente il miglior interlocutore che abbia incontrato in televisione. Ma qui mancano le basi della logica. Quanto a Ursula von der Leyen, confesso che mi è invisa, soprattutto dopo l’audizione di Stoltenberg alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo, il 7 settembre 2023. Confermando le ricerche accademiche confluite nel mio Ucraina. Critica della politica internazionale (Paper First), Stoltenberg ha dichiarato che la Nato si è infilata in Ucraina nel 2014 e che ha armato Kiev in funzione anti-russa a partire da quell’anno e non dopo l’invasione. Stoltenberg ha anche dichiarato che Putin ha invaso l’Ucraina per arrestare la penetrazione della Nato in Ucraina e ha aggiunto che la Nato si è rifiutata di trattare con la Russia pur potendo evitare l’invasione con la diplomazia. Questo per dare un’idea dell’estremismo (sulla pelle altrui) che guida l’Occidente in questa fase storica. Almeno Crosetto è diventato ministro a guerra scoppiata. La presidente della Commissione europea, invece, ha contribuito grandemente alla sua deflagrazione. Anziché frenare l’estremismo di Stoltenberg, l’ha assecondato. Ursula avrebbe dovuto proteggere la vita degli europei e il loro territorio con la diplomazia. In quel tragico 2021, avrebbe dovuto tentare tutte le strade, lasciando per ultima quella della guerra che ha scelto per prima. È stato un tradimento.
Nata per promuovere la pace in Europa, l’Unione europea è diventata una cosa sola con la Nato. Ursula promette all’Europa un futuro di guerra con la Russia. Nessuno si stupisca se prenderà il posto di Stoltenberg. D’altra parte, Stoltenberg potrebbe benissimo essere il presidente della Commissione europea e non è escluso che lo sia.
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Piccola nota: Orsini è un vero gentiluomo a definire la baronessa come "invisa"
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" Nel novembre 1972, Oriana Fallaci riuscì a intervistare Henry Kissinger, che gestiva i destini dell’America in Vietnam. Kissinger si dipinse come «il cowboy che guida la carovana, che entra tutto solo nella città. Come nei western». «Agli americani ciò piace immensamente» aggiunse. Il paragone era ciò che la Fallaci aspettava per trovare una conferma al ritratto di uomo vanitoso che s’era fatto dell’allora potentissimo assistente agli affari esteri di Nixon. Così lei, insistendo sull’argomento, nella domanda successiva completò astutamente l’identikit, accostando Kissinger all’attore Henry Fonda, icona dell’eroe disarmato pronto a menar botte per onesti ideali. E lui lusingato riprese: «Esser solo ha sempre fatto parte del mio stile».
Un’apoteosi. Pubblicata su «L’Europeo», e poi ripresa per intero da numerosi giornali americani, l’intervista creò a Washington un putiferio. Kissinger, che dopo il successo della «diplomazia del ping-pong» con la Cina godeva di una stampa generosa, fu definito un presuntuoso pronto a oscurare Nixon. E la satira dell’uomo con cappellaccio e speroni invase i giornali. Finì per smentire quelle dichiarazioni che gli procurarono un paio di settimane di gelo nei rapporti col presidente: «Non mi sono paragonato a un cowboy solitario, Miss Fallaci ha distorto il mio pensiero: come ho fatto ad accettare quell’intervista, non lo so. È stata la cosa più stupida della mia vita!». La reazione di Oriana fu in tipico Fallaci style. Mandò a Kissinger un lunghissimo e furente telegramma in cui considerava la smentita un insulto alla sua onestà e alla sua professionalità. «Chiunque può ascoltare la registrazione dell’incontro!». La lite è rimasta come uno degli episodi più gustosi nella letteratura delle interviste che la Fallaci ha fatto ai potenti della Terra. Al pari del clamoroso gesto davanti a Khomeini, quando, per reazione al giudizio che l’imam aveva delle donne, si levò il chador. Chi aveva ragione tra Oriana e il cowboy Kissinger? A un anno dalla morte [di Oriana Fallaci], il «Corriere della Sera» ha ritrovato il nastro dell’intervista. Lo custodisce François Pelou, il giornalista della France Presse che fu legato sentimentalmente a Oriana in quegli anni. Il verdetto del dialogo dà sostanzialmente ragione alla Fallaci. Le parole di Kissinger sono più scarne di quanto fu pubblicato da «L’Europeo» e successivamente nel libro Intervista con la storia. Inoltre il politico americano non pronuncia la parola “cowboy”. Ma si definisce effettivamente il condottiero solitario nel Far West: il nocciolo c’è. "
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Brano tratto dall'articolo di Alessandro Cannavò «Fallaci contro Kissinger: aveva ragione lei» pubblicato sul «Corriere della Sera» il 10 settembre 2007, ad un anno dalla morte della giornalista.
#Henry Kissinger#Heinz Alfred Kissinger#guerrafondai#citazioni#Oriana Fallaci#giornalismo#giornalisti#Alessandro Cannavò#Corriere della Sera#Storia del '900#XX secolo#Richard Nixon#guerra del Vietnam#crimini contro l'umanità#sionismo#sionisti#relazioni internazionali#Medio Oriente#Palestina#Palestinesi#prepotenza#vietnamizzazione#guerra fredda#anni settanta#tracotanza#imperialismo americano#Stati Uniti d'America#verità#USA#testimonianze
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Un paese, che pure ha subito la tragedia delle leggi razziali del regime mussoliniano, in cui oggi quella tragedia è diventata una polvere, la forfora che si spazza via dall’abito prima di una passeggiata. In fondo, i cattivi maestri del risorgente antisemitismo fanno leva proprio sull’atavico istinto gregario di quella maggioranza degli italiani che si vanta di fottersene del passato. Pure la politica senza la storia, diceva Alessandro Manzoni, è come un cieco senza una guida che gli indichi la via.
Mala tempora currunt, sed peiora parantur
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Alessandro De Fusco: esce oggi il nuovo singolo + video "Oltre le Cime"
È disponibile da oggi su tutte le piattaforme di streaming digitale “Oltre le Cime”, il nuovo singolo di Alessandro De Fusco, giovane e talentuoso chitarrista e compositore italiano. Con questa nuova opera, De Fusco invita il pubblico a intraprendere un viaggio sonoro unico, in cui la sua chitarra solista diviene guida in una straordinaria esplorazione oltre i confini musicali e simbolici del…
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