#Le Spine e i Fiori
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Le spine e i fiori di Mario Longo: un messaggio di pace che parla a tutti.
La poesia come strumento per superare guerre, sofferenze e disuguaglianze.
La poesia come strumento per superare guerre, sofferenze e disuguaglianze. Mario Longo, autore sensibile e impegnato, presenta con Le spine e i fiori una silloge bilingue che arricchisce la collana “Altre Frontiere” di Aletti Editore. Tradotta in inglese dal professor Gianluca Sorrentino e precedentemente anche in arabo da Hafez Haidar, questa raccolta di poesie si propone di lanciare un…
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Banco Del Mutuo Soccorso - Il Giardino del Mago
youtube
IL GIARDINO DEL MAGO
Da bambino ci montavo su
Al cavallo con la testa in giù
Galoppavo senza far rumore
Gli zoccoli di legno che volavano sui fiori
Non sciupavano i colori
Stan cantando al mio funerale
Chi mi piange forse non lo sa
Che per anni ho cercato me
E passo dopo passo con le spine ormai nei piedi
Tanto stanco, stanco
Io sono arrivato nel giardino del mago
Dove dietro ogni ramo crocifissi ci sono
Gli ideali dell'uomo, grandi idee invecchiate
Nel giardino del mago io sto appeso ad un ramo
Dentro un quadro che balla sotto un chiodo nell'aria
Sono là che ho bisogno di carezze umane più di te
Il tempo va, il tempo va, passa
Il tempo va, il tempo va, passa e va
E tu che fai? E tu che fai? E tu?
E tu che fai? E tu che fai? Che fai?
Sono finito ormai quaggiù
(Ma vieni via, ma vieni via, vieni via)
Non posso tornare, resterò
(Se resterai se resterai che farai?)
Ogni creatura del giardino del mago
Vive tutto il suo tempo dentro un albero cavo
C'è chi ride, chi geme, chi cavalca farfalle
Chi conosce i futuri, chi comanda le stelle come un re
Comanda le stelle, comanda le stelle, comanda le stelle, comanda le stelle
Un re che comanda non c'è
Com'è strano oggi il sole
Non si fa scuro, chissà perché
Forse la sera non verrà a uccidermi ancora
Ha avuto pietà solo ora
Per pietà della mia mente che se ne va
Il giorno aspetterà
Per me si fermerà un po' di più
Vedo già foglie di vetro
Alberi e gnomi corrersi dietro
Torte di fiori e intorno a me
Leggeri cigni danzano
A che serve poi la realtà?
Coi capelli sciolti al vento
Io dirigo il tempo, il mio tempo là
Negli spazi dove morte non ha domini
Dove l'amore varca i confini
E il servo balla con il re
Corona senza vanità
Eterna è la strada che va
BANCO MUTUO SOCCORSO
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Bridgerton 3, parte 2: il peso dei segreti (in binge watching)
Ragione, sentimento e un turbine di emozioni: la terza stagione di Bridgerton ha fatto il suo ritorno su Netflix con la seconda parte dello show.
La Bridgerton Mania non si ferma, e ancora una volta la serie Netflix targata Shondaland risulta tra i contenuti più visti della piattaforma streaming grazie al grande successo della terza stagione, che ha portato sugli schermi la storia d'amore dei Polin (a.k.a. Colin Bridgerton e Penelope Featherington, interpretati rispettivamente da Luke Newton e Nicola Coughlan).
Nicola Coughlan è Penelope
L'operazione di suddivisione in due parti della terza stagione di Bridgerton sembra aver sortito l'effetto sperato (come da pronostico nella nostra recensione di Bridgerton 3 Parte 1), poiché l'attesa da parte dei fan per questa seconda tranche di episodi si è rivelata decisamente alta, e l'entusiasmo per il coronamento dell'amore tra i due protagonisti di turno è più che palpabile, accompagnando i quattro episodi rimanenti che si soffermando su un grande segreto (il più grande, forse) ancora da svelare.
Bridgerton 3: ritorno a palazzo
Bridgerton: una foto di Benedict e Colin nella stagione 3
La prima parte di Bridgerton 3 ci aveva regalato un riavvicinamento tra Colin e Penelope, culminato in una delle scene più chiacchierate della serie, nonché "memate" sui social - come d'uso comune e anche auspicabile, di questi tempi, considerato il fatto che una tale pratica porta comunque lo show al centro dell'attenzione, generando nuovi trend e un forte engagement da parte del pubblico - e a un punto di svolta nella loro relazione.
Parrucche e cipria: il mondo di Bridgerton
La brillante Penelope, abituata a fare da "carta da parati", e ad essere semplice spettatrice (al massimo narratrice, e qualche volta persino "tessitrice") delle appassionanti storie d'amore altrui, sta ora sperimentando in prima persona cosa vuol dire esserne la protagonista, e sembrerebbe proprio che anche lei, a questo punto, possa sognare un lieto fine. Ma ogni rosa, finanche la più bella, ha le sue spine, e poco importa se i fiori nuziali per eccellenza sono quelli d'arancio…
Il passaggio successivo nella storia, infatti, come prevedono le regole della narrazione, porterà con sé un turbinio di emozioni: dalla gioia per i più recenti accadimenti, ai timori e le ansie per ciò che invece potrebbe venire fuori, quelle verità nascoste che ancora non si è pronti a rivelare e condividere, che si tentano di mascherare per non far crollare quel castello di carta che, tuttavia, non avrà mai la stabilità della pietra se non verranno in ultimo in superficie.
Luke Newton e Nicola Coughlan, protagonisti di Bridgerton
È così che il ritmo dei nuovi episodi viene scandito da un senso d'anticipazione che accompagna con costanza lo spettatore, lo prende per mano e lo conduce verso un finale di stagione tutto da scoprire (per quanto, anche grazie ai libri di Julia Quinn e alla struttura della serie stessa, sappiamo che non sarà mai lontano dall'essere lieto).
Una serie tra amore e sacrifici
Ma amare non è mai semplice, e solitamente prevede dei costi che a volte possono rivelarsi parecchio elevati. Almeno quando si viene posti dinnanzi a un bivio, al compimento di una scelta categorica. In Bridgerton 3, questo discorso non tocca solo Colin e Penelope (sebbene nel loro caso sia più che evidente il tipo di sacrificio richiesto): è infatti un tema ricorrente anche per gli altri Bridgerton, ma non solo, in quanto saranno diversi tra i personaggi secondari a dover prendere importanti decisioni in tal senso.
Chiacchiere a palazzo
Non che non sia sempre stato uno dei fili conduttori dello show, ma il tentativo di bilanciare la propria felicità personale con quella del partner o della famiglia continua ad essere un pilastro di Bridgerton, e sarà prominente anche a questo giro. E con la varietà di personalità che abbiamo a disposizione, si rivela sempre alquanto interessante ammirare le diverse declinazioni di un simile concetto, e le ramificazioni delle decisioni di ognuno una volta arrivato il momento fatidico: da Cressida (Jessica Madsen) a Eloise (Claudia Jessie), da Francesca (Hannah Dodd) alla stessa matrona di casa Bridgerton (Ruth Gemmell), testa e cuore saranno costantemente in conflitto, in misura diversa e per differenti ragioni, ma tutte inevitabilmente da scoprire e comprendere. Rigorosamente, in binge watching.
Conclusioni
La nostra recensione della seconda parte di Bridgerton 3, che immagina uno corsa senza sosta verso un altro successo di visualizzazioni per lo show Netflix, considerando anche la capacità della produzione di tenere alta la soglia dell’attenzione e mantenere una in qualche modo costante qualità dei contenuti che, arrivati a questo punto, sarebbe invece potuta scemare fino all’ottenere quasi totale indifferenza da parte degli spettatori. Certo, popolarità non è necessariamente sinonimo di valore effettivo, ma ci riserviamo il diritto di attendere il finale di stagione per poter giudicare il tutto con maggiore cognizione di causa.
👍🏻
La trama molto coinvolgente.
I personaggi ben costruiti ed approfonditi, soprattutto quelli femminili.
I numerosi spunti di riflessioni, specialmente riguardo al ruolo della donna sia oggi che all'epoca, che offre.
Gli splendidi costumi creati da Ellen Mirojnick.
👎🏻
Il discorso sulle differenze tra classi sociali non viene sviluppato a dovere.
#recensione#review#bridgerton#bridgerton netflix#bridgerton s3#colin bridgerton#penelope featherington#colin x penelope#bridgerton season 3#bridgerton 3 part 2
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Tenace, pericolosa, bella, rigogliosa
Sono cresciuta nell'ombra
aggrovigliata disperatamente alle pareti intorno a me
e vorrei dirti che sono erba soffice
muscari, ortensia, lillà
ma sono rosa
rampicante e maledetta
sopravvivo agli inverni
e sono bellissima
i miei fiori farò sbocciare a primavera
fra le crepe, le spine, lo stupore
e la tenacia.
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In questi giorni ho fatto un sacco di cose, come sempre meno di quelle che avrei voluto - e a volte dovuto - ma effettivamente più di quelle che di solito riesco a fare nel mio quotidiano. Mi ha aiutato il fatto che tutti i posti in cui dovevo andare erano a distanza di camminata: lavoro, fisioterapista, parrucchiere, ristorante, pasticceria, fioraio, negozio del tè per le bomboniere, negozi di vestiti per completare l'abito e oreficeria, tutti nel raggio di 1 km da casa praticamente. Ho frequentato più negozi nell'ultimo mese che in tutto l'anno passato, mi sa. Mi mancavano i biglietti per i confetti, ma ho risolto col fai da te ^_^
Le scadenze mi mettono sempre ansia, ma aiutano anche un po' a contenere le mie tendenze procrastinatrici. In realtà sono stata molto tentata di rimandare anche questo appuntamento, perché dopo tanti anni aspettare qualche settimana in più non sarebbe stato un dramma, ma alla fine abbiamo conservato la data e in qualche modo ci siamo arrivati. Poteva andare meglio? Al meglio e al peggio non c'è mai fine, penso, il segreto sta nell'essere felici di quello che è senza pensare troppo a quello che potrebbe o avrebbe potuto essere. Ed è stata una bellissima giornata, quindi bene così ^_^
Ora che siamo nel "dopo" possiamo provare a riprendere il nostro ritmo e passare ai prossimi piccoli e grandi progetti, che in questi mesi hanno dovuto lasciare la precedenza a questo (che ben se la meritava!) e a qualche imprevisto meno gradito che fino all'ultimo ci ha tenuto sulle spine. Nella buona e nella cattiva sorte siamo andati avanti comunque, ed è stata in effetti l'ennesima conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno: ormai lo so, talvolta si naviga a vista, ma l'importante è stare insieme.
Ora la cosa più urgente, tra un bucato e l'altro dei millemila che abbiamo accumulato, è capire se il bouquet è meglio lasciarlo legato oppure no: le rose più o meno so come si comportano, ma gli altri sono fiori di alstroemeria (che non avevo mai sentito, ma che per puro caso erano uguali a quelli del vestito della mia testimone, quindi proprio perfetti ♡) e non ho idea di quanto possano resistere da recisi. Per ora comunque sono tutti bellissimi *_*
#in questi giorni#love is#cose mie#quanta fatica per una firma u_u#però vabbè#è stato molto bello dedicarci la giornata insieme a chi ci vuole bene#abbiamo sentito anche l'affetto di chi non c'era#la spatola nella torta non faceva parte della decorazione ma la copertura era così densa che è rimasta incastrata tipo spada nella roccia XD#avevo paura a tirarla fuori e quindi l'ho lasciata così e ci hanno pensato quelli del ristorante ^_^
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È un volo d'angeli sull'acqua,
L'aria si ferma sui boccioli di ninfee umide
Sta immobile la farfalla sull'orchidea
La sua bellezza muta stupisce il passante
Il caldo ruba i contorni all'acqua, ai fiori, alle piante carnivore, a tutto
Tra le creste carnose, verdi e file di spine sboccia un fiore colore dello zucchero, non profuma ma una rana lo guarda, curiosa immobile.
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CANTO DELLA CREAZIONE
Perché può darsi che tu venga nella foresta Che vedrai intorno a te la potenza delle grandi querce, o l’altezza dei pini – O che getterai lo sguardo sulla bellezza di molti altri di quegli splendidi alberi che crescono nella foresta; E può darsi che mentre passi in mezzo a loro i tuoi vestiti potrebbe essere lacerati dalle spine, o che il tuo piede possa inciampare nelle radici. È così che tieni gli occhi attenti e che aspetti, Così vedrai i raggi di Luce che permeano e che scendono dall'alto dei Cieli. E tra i rami degli alberi potrai vedere la nidificazione degli uccelli; Tra questi alberi vedrai i fiori crescere timidamente. Così è il tuo percorso nella vita, affinché tu possa capire di essere inciampato nelle radici dell’egoismo altrui. Oppure potresti essere punto dalle ortiche che escono da labbra che hanno pronunciato parole dure. O che i tuoi vestiti possano essere strappati dalle spine della cattiveria. Ma deve sempre essere così: dobbiamo tenere gli occhi in alto E guardare nel tempo e nello spazio in cui si trova lo splendore L’Amore di Dio che permea sempre attraverso i rami sussurrando. E nel canto degli uccelli sentiremo il canto degli promessa di questa Vita Eterna, E nella bellezza dei fiori intorno a noi parlerà la Parola della Sua Creazione Divina- Così sicuramente non ci sarà nessuno tra noi che diventerà debole o stanco, In modo da poter conoscere altri percorsi da questo luogo in poi. Perché il giardino della terra non è che uno dei tanti giardini, E le foreste della terra non sono che una delle tante foreste; Le sue montagne sono come le montagne di innumerevoli altre terre E il suo sole è come il sole di altri potenti soli E così non aspetterai Né avrai fretta, ma ascolterai solo la Voce. Vedere solo con l'occhio spirituale che discerne lo Spirito Allora sicuramente i tuoi passi saranno sempre guidati nel percorso dove non ci sono spine né ortiche, né radici che ti possano fare inciampare E benedetto sarà il giorno della tua Eternità. Ernest L. Norman ************************* SONG OF CREATION
Because maybe you come to the forest That you will see around you the power of the great oaks, or the height of the pines – Or that you will gaze upon the beauty of many others of those splendid trees that grow in the forest; And it may be that while you pass your clothes among them it may be torn by thorns, or your foot may trip over the roots. This is how you keep your eyes alert and waiting, Thus you will see the rays of Light permeating and which descend from the heavens. And among the branches of the trees you can see birds nesting; Among these trees you will see flowers growing timidly. This is your path in life, so that you can understand that you have stumbled upon the roots of other people's selfishness. Or you may be stung by nettles that come from lips that have spoken harsh words. Or that your clothes may be torn by the thorns of wickedness. But it must always be this way: we must keep our eyes high And look into the time and space where the splendor is found The Love of God that always permeates through the branches whispering. And in the singing of the birds we will hear the singing of the promise of this Eternal Life, And in the beauty of the flowers around us the Word of His Divine Creation- So surely there will be no one among us who will become weak or tired, So that you can know other routes from this place onwards. Because the garden of the earth is but one of many gardens, And the forests of the earth are but one of many forests; Its mountains are like the mountains of countless other lands And his sun is like the sun of other mighty suns And so you won't wait Nor will you be in a hurry, but will only listen to the Voice. See only with the spiritual eye that discerns the Spirit Then surely your steps will always be guided on the path where there are no thorns or nettles or roots that can make you stumble And blessed will be the day of your Eternity. Ernest L. Norman
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Si amavano.
Pativano la luce, labbra azzurre nell’alba,
labbra ch’escono dalla notte dura,
labbra squarciate, sangue, sangue dove?
Si amavano in un letto battello, mezzo tra notte e luce.
Si amavano come i fiori le spine profonde,
o il giallo che sboccia in amorosa gemma,
quando girano i volti melanconicamente,
giralune che brillano nel ricevere il bacio.
Si amavano di notte, quando i cani profondi
palpitano sotterra e le valli si stirano
come arcaici dorsi a sentirsi sfiorare:
carezza, seta, mano, luna che giunge e che tocca.
Si amavano d’amore là nel fare del giorno
e tra le dure pietre oscure della notte,
dure come son corpi gelati dalle ore,
dure come son baci di dente contro dente.
Si amavano di giorno, spiaggia che va crescendo,
onde che su dai piedi carezzano le cosce,
corpi che si sollevano dalla terra e fluttuando…
Si amavano di giorno, sul mare, sotto il cielo.
Mezzogiorno perfetto, si amavano sí intimi,
mare altissimo e giovane, estesa intimità,
vivente solitudine, orizzonti remoti
avvinti come corpi che solitarî cantano.
Che amano. Si amavano come la luna chiara,
come il mare che colmo aderisce a quel volto,
dolce eclisse di acqua, guancia dove fa notte
e dove rossi pesci vanno e vengono taciti.
Giorno, notte, occidente fare del giorno, spazi,
onde recenti, antiche, fuggitive, perpetue,
madre o terra, battello, letto, piuma, cristallo,
labbro, metallo, musica, silenzio, vegetale,
mondo, quiete, la loro forma. Perché si amavano.
Vicente Aleixandre
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Oh Ade
Che sei salito nei giardini di Demetra per rubarmi al sole d'Apollo
Perché mi conosci meglio di me stessa e, come un fiore, mi hai colto per donarmi quei regni oscuri che non mi permettevo di vedere
Ma ora, nel tuo regno che sento anche mio, io mi conosco
Io mi riconosco
Solo tu potevi guardare le mie rose ed amarne le spine
E ho imparato ad amare ció che, di me stessa, non avevo mai amato
Regina di un regno a cui non anelavo
Ma che mi appartiene, come i miei desideri piú oscuri che tanto temevo
E che invece non temo piú.
Oh Ade
Che mi guardi innamorato e sorridi
E dici che si muore un po' piú felici, quando dall'altra parte é primavera
Chi lo avrebbe mai pensato che, anche nell'oscuritá piú profonda, si potesse sentire il profumo dei fiori.
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Ti dedico tutti i campi di fiori mai fioriti,
Ti dedico tutte le lune storte che tu vedi dritte,
Ti dedico tutti quei tramonti mai tramontati e tutte quelle albe mai nate.
Ti dedico tutti i mari mossi sempre fermi,
Ti dedico tutti i venti che non hanno ventato e che troppo deboli a malapena ti muovevano le ciglia.
Ti dedico tutti i piccoli sogni mai sognati.
Ti dedico tutte le spine di rosa che mi hanno punto le dita,
Di questo mondo scellerato ti dedico tutte quelle parole che non hanno mai parolato.
Di questo pazzo mondo ti dedico
how peaceful it must be to be here
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“Le spine e i fiori”. Il messaggio di pace di Mario Longo parla anche inglese
Lo aveva annunciato l’autore Mario Longo in occasione della prima pubblicazione del suo libro, trascritto anche in arabo, dal titolo “Le spine e i fiori”, ed ora, è fresca di pubblicazione la versione del testo tradotto in inglese
italianewsmedia.com : Lo aveva annunciato l’autore Mario Longo in occasione della prima pubblicazione del suo libro, trascritto anche in arabo, dal titolo “Le spine e i fiori”, ed ora, è fresca di pubblicazione la versione del testo tradotto in inglese. La silloge arricchisce la collana “Altre Frontiere” dell’Aletti editore. Il bilinguismo è qualcosa su cui punta molto l’autore, che vive a Torre…
#Alessandria today#Alessandria today cultura#Aletti collana Altre Frontiere#Aletti Editore#amore e natura#bilinguismo#Capo Peloro#coesistenza terrena#Gianluca Sorrentino#Google News#Hafez Haidar#italianewsmedia.com#Le Spine e i Fiori#letteratura universale#linguaggio poetico universale#Mario Longo#messaggio di pace#Natale e poesia#operosità#Pier Carlo Lava#poesia contemporanea#poesia contro la guerra.#poesia e guerra#poesia e impegno sociale#poesia e realtà#poesia evocativa#poesia simbolica#Poesia Sociale#poesia sulla pace#poesie e vita
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Autunno dalle mani d’oro” di José Hierro
Autunno dalle mani d’oro.
Ceneri d’oro le tue mani lasciarono cadere sulla strada.
Già ritorni a camminare per i vecchi paesaggi deserti.
Stretto il tuo corpo per tutti i venti di tutti i secoli.
Autunno dalle mani d’oro:
con il canto del mare che rimbomba nel tuo petto infinito,
senza spighe né spine che possano ferire il mattino
con l’alba che bagna il suo cielo nei fiori del vino,
per dare allegria a chi sa che vive
di nuovo sei venuto.
Con il fumo e il vento e il canto e l’onda tremante
nel tuo grande cuore acceso.
Amato, odiato autunno
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Il Salvatore IV
Il Mistero della Croce: La Pura Croce
Abbiamo parlato della gioia nel dolore provata dai santi-vittime dell’Ordine fondato da Gesù, Ordine unico nel suo genere e nella sua missione. Continueremo a dimostrare con argomenti semplici e logici l’unicità del potere salvifico di Gesù e del Suo esercito, scoprendo il terzo mistero della croce che risiede nel sacrificio della pura croce.
In rari casi Gesù introduce il suo santo-vittima a rinunciare temporaneamente anche a quei vantaggi che il santo acquisisce per aver seguito diligentemente le orme del suo Maestro. La gioia nel patire è una grazia ricevuta a seguito della volontà di ferro del santo ad offrirsi al dolore ed è, a mio parere, meritata se non altro cercata. Ma, per arrivare ad imitare il Maestro perfetto, si può e si deve perdere anche tutto questo. In tal caso il santo non soffre soltanto senza alcun aiuto, senza alcuna pace né tanto meno gioia, sentendosi lontano Dio, ma arriva a provare lo stato di essere ripugnato da Dio come i peggiori peccatori. Un sacrificio che corrisponde ad una caduta abissale dalla sofferenza nella gioia, che quasi scompare totalmente nella sola gioia, alla sofferenza più disperata. Quello della croce pura è un sacrificio senza uguali, neanche i martiri provano tanto dolore, anzi essi sono notoriamente sostenuti in modo soprannaturale tanto da provare estasi, avere visioni e locuzioni durante il dolore fisico, cosa inconcepibile per chiunque altro. Se leggete gli scritti della Valtorta, troverete che la forza sovrannaturale che accompagnava i primi martiri era talmente palpabile da convertire seduta stante chi assisteva o addirittura partecipava attivamente alla loro cattura o tortura. Nel martirio la gioia nel patire arriva al suo massimo e diviene estasi nella tortura.
La pura croce è l’esatto opposto, è la perdita più grande, l’abbandono di Dio e della sua forza, nel momento più straziante di dolore fisico, morale e spirituale.
Questo è esattamente ciò che fece Gesù, il quale, naturalmente divino, naturalmente in unione perpetua col Padre, pieno di pace e gioie divine, si offrì di soffrire come tutti i peggiori peccatori, sentendosi totalmente ripudiato da Dio, senza meritarlo minimamente. Vivere la croce pura è quindi il modo in cui i suoi eletti diventano più simili a lui, anche se, e va detto, non arriveranno mai a provare la caduta smisurata che provò Gesù.
Non so se capiremo mai che sacrificio abbia fatto per noi ma perlomeno cerchiamo di meditare su questa parte, che è la più dolorosa, poiché spirituale, della Sua Passione, paragonandola proprio a quella che fa provare in questo caso ai suoi santi. I santi non vengono introdotti alla croce pura senza preparazione anzi il loro percorso si presenta come una salita graduale verso la pace e la gioia di Dio, seguita da un allenamento al ruolo di santo-vittima, in cui le grazie e l’amore che provano non sono solo una sosta consolatoria tra un dolore e l’altro ma fortificano con le virtù, che scaturiscono proprio dal dolore accolto, e che sono necessarie a predisporlo poi al sommo sacrificio. A sostenere questo argomento ci aiuta Gesù stesso. Quando Santa Margherita Maria Alacoque prega insistentemente per arrivare ad avere la croce pura, senza le grazie, Gesù gli replica di lasciar fare a lui, che è un Direttore saggio e sapiente, che sa guidare le anime. La sta preparando, infatti, dapprima con una croce tutta coperta di fiori, poi ‘a poco a poco i fiori cadranno e ti rimarranno solo le spine ora nascoste per via della tua debolezza’. Solo quando il santo è fortificato a sufficienza viene introdotto nel Getsemani, provando la ripidissima e atroce discesa nel baratro infernale, senza alcun supporto spirituale.
Un secondo aspetto da considerare è che alcuni di questi santi hanno perlomeno già provato in precedenza, anche solo in minima parte, il dolore della purgazione della propria coscienza e alcuni tra loro, soprattutto chi ha avuto una forte conversione dal peccato alla santità, sanno anche cosa si prova ad essere molto lontani da Dio. Niente di tutto questo è stato riservato all’Innocente, la cui caduta dev’essere stata quindi terribilmente più scioccante. Il dislivello tra lo stato perfetto di Figlio di Dio e quello di dannato è incommensurabile. Nessuna clemente preparazione, nessuna esperienza precedente ad attutire la caduta, che quanto più è immeritata tanto più è terrificante. Dice Gesù alla Valtorta:“Più l’ora dell’espiazione si avvicinava e più Io sentivo allontanarsi il Padre. Sempre più separato dal Padre, la mia Umanità si sentiva sempre meno sorretta dalla Divinità di Dio. E ne soffrivo in tutte le maniere. La separazione da Dio porta seco paura, porta seco attaccamento alla vita, porta seco languore, stanchezza, tedio. Più è profonda e più sono forti queste sue conseguenze. Quando è totale, porta disperazione. E quanto più chi, per un decreto di Dio, la prova senza averla meritata, più ne soffre, perché lo spirito vivo sente la recisione da Dio così come una carne viva sente la recisione di un arto. È uno stupore doloroso, accasciante, che chi non l’ha provato non intende.” Lui stesso lo chiama ‘orrore infernale�� e ‘strazio superiore a tutti gli strazi sovrumani.’ Questo suo sacrificio lo manifesta perfetto non solo come divino ma anche umano, perché avendo rinunciato alla forza divina e avendo patito come colpevole e superato tanto dolore, smarrimento, tentazione e disperazione con le sue sole forze umane, ha dimostrato di essere superiore a tutti, nessuno è ed è mai stato come Lui. Quello che ha provato Gesù, e i suoi santi chiamati a tanto, è proprio l’esperienza della dannazione: ‘Noi conosciamo la morte dello spirito senza averla meritata per comprendere l’orrore della dannazione a tormento dei peccatori impenitenti, la conosciamo per ottenere di salvarli. Lo so il cuore si spezza, lo so la ragione vacilla’.
Questa espiazione è infatti volta proprio al riscatto dei dannati. È il sacrificio più alto, esclusivo di Gesù e dei suoi eletti, che rende possibile a persone che mai lo meriterebbero di ricevere grazie, visioni, locuzioni che rendono possibili conversioni fortissime e inspiegabili. Persone perse nel piacere, esoteristi, satanisti e massoni a cui appare la Madonna, che cambiano con forza diventando strumenti del bene. Gesù può letteralmente andare in inferno e dire: dammi quello, mi serve, abbiamo pagato per lui.
Provando il dolore che spetterebbe ai dannati, Gesù e i suoi santi arrivano a capire e compatire anche chi non merita, ad occhio umano, nessuna compassione. Questo non può essere che amore perfetto e divino. Si arriva a questo con-patire solo ‘patendo con’, solo provando ciò che sono destinati a patire gli ostinati nel male. Gesù sa cosa vuol dire essere il colpevole. ‘Posso, io che ho provato, non comprendere il vostro avvilimento? E non amarvi perché siete avviliti? Vi amo per questo. Non ho che ricordare quell’ora per amarvi’.
Tutti gli altri richiamano giustizia contro i colpevoli, ed è naturale, perché la giustizia è parte integrante delle leggi che ci governano. Anche i martiri e i santi, gli onesti, le vittime e i giusti la richiamano ed essa arriverà per certo e per tutti coloro che si ostinano, contro l’infinita bontà e pazienza, espressa così chiaramente nelle leggi divine, a tormentare i loro fratelli. Non può essere diversamente perché il potere proiettivo della coscienza non cede alla caparbietà, al contrario, peggiora la proiezione di fronte all’ostinazione. Questa è legge, è eterna, è come la gravità, non può smettere di funzionare. Ma Gesù è diverso, incarna l’Amore Redentore anche e soprattutto per chi non lo merita, i suoi ‘poveri peccatori’, e conoscendo per esperienza il tormento che spetta loro non desidera altro che salvarne il maggior numero possibile.
Solo Dio aveva l’equazione perfetta per salvare l’umanità, nessuno oltre a Gesù ha saputo metterla in atto perfettamente e riesce ad ammaestrare i suoi santi a tanto sacrificio: vivere la dannazione. Il Salvatore ha introdotto un sistema impeccabile per travolgere con un mare di grazie immeritate i peccatori col solo scopo di riuscire a salvare l’umanità dalla sua stessa follia.
Abbiamo cercato di capire cosa vive chi si offre a tale missione sovrumana e, anche solo in minima parte, cosa ha vissuto Gesù. Ora proviamo a capire cosa vive chi riceve queste grazie immeritate e cosa incide sulla sua conversione. La volontà personale è intoccabile, anche per chi entra nell’azione della grazia, ma c’è una forte differenza che influenza la risposta del fiat tra il primo tipo e il secondo tipo di redenzione. Questa differenza riguarda il dolore, ed è proprio qui che troviamo l’ultimo e il più grande mistero della Croce. Nella redenzione spontanea, chi entra nell’orbita dell’illuminato, se è un vero distruttivo, potrebbe non solo subire la grazia con rabbia e vendicarsi ma potrebbe allontanarsi, o far allontanare il santo in modi violenti, e rifiutare del tutto la purificazione dolorosa a cui viene sottoposto. Le conversioni dei peggiori sono ancora rare in questo tipo di redenzione poiché li costringerebbe ad attraversare una fase molto penosa. A causa dell’ignoranza totale delle leggi che governano l’interiorità, tipica dei distruttivi, è ovvio che non avranno alcuna indole, nella maggioranza dei casi, ad esprimere il proprio sì al dolore della purificazione scatenata dalla grazia ricevuta.
Nella redenzione offerta, soprattutto in quella della croce pura, è totalmente diverso perché insieme alle grazie speciali e sovrannaturali che ricevono, che neanche tanti santi si vedono arrivare, i distruttivi, in questo caso, provano un immediato e intenso sollievo dal dolore inconscio che avevano dentro. Questi due fattori insieme rendono facilissima la conversione del loro fiat. Pertanto sebbene l’esercizio della propria volontà sia imprescindibile, nell’espiazione della pura croce la redenzione è vissuta quasi come un passaggio diretto dall’inferno al paradiso dell’animo, rendendo molto più piacevole la conversione della volontà e un susseguente impegno costante a purificarsi per mantenersi in grazia.
Potremmo quasi dire che ciò che vive il redento è l’esatto opposto di ciò che ha vissuto il redentore per salvarlo. Se il santo ha vissuto la caduta abissale nel baratro della disperazione, il beneficato vive l’ascesa celestiale verso la pace e la gioia di Dio. Difficile dire di no a tanta grazia.
Se la prima conseguenza dell’azione espiatrice della pura croce è la salvezza immeritata, e direi quasi gratuita, di tanti distruttivi, la seconda è il richiamo di una lotta furibonda con le forze distruttive, le quali si vedono sottrarre spesso veri e propri sacerdoti e sacerdotesse del male, che trascinano tantissimi altri nel vortice della distruttività.
Queste forze distruttive, a prescindere che le si consideri entità con nomi e forme o meno, esistono. Nella coscienza umana c’è un forte potenziale distruttivo e in alcune persone, con l’animo particolarmente malato, c’è anche un’influenza chiaramente contro natura. La cattiveria umana ha un limite di natura. Bisogna allora comprendere la differenza tra tendenze umane e forze sovrumane che influenzano il comportamento. Le tendenze al bene o al male sono presenti umanamente in qualsiasi individuo ed è responsabilità di quest’ultimo coltivare la tendenza al bene. Chi coltiva la tendenza al bene attira la forza creativa e ne viene aiutato, mentre l’individuo che coltiva troppo la tendenza umana al male può essere preso, guidato e trascinato da forze distruttive molto superiori alla sua. Quando vi ritrovate a leggere fatti di cronaca che disturbano troppo la vostra coscienza e rimangono per voi inspiegabili, l’azione è quasi sempre aiutata da forze distruttive che possono essere considerate semplicemente innaturali ma che, in realtà, sono al di sopra della natura, quindi soprannaturali. Una madre ‘snaturata’ non agisce più per tendenza naturale al male, perché neanche gli animali lo farebbero, ma è trascinata da una forza distruttiva che ha preso potere in lei a causa della sua ostinata tendenza al male e la ispira ad un male maggiore. In poche parole non agisce solo di suo, perché di suo possiede solo tendenze naturali. È dunque supportata da una forza distruttiva al di sopra del naturale. Un pedofilo non agisce solo di suo, un assassino seriale non agisce solo di suo, un satanista non agisce certo solo di suo.
Abbiamo visto che queste forze distruttive già attaccano il santo che attua la redenzione spontanea di coloro che incontra per caso; ora, potete immaginare cosa si scateni contro di lui se inizia a rubare nella casa del ladro per eccellenza? Si scatena il putiferio. Non a caso i santi-vittime soffrono non solo i patimenti che l’espiazione stessa comporta ma anche gli attacchi perpetui e feroci, anche diretti e visibili, in nomi e forme, di tali forze malefiche. Questa è una caratteristica unica dei santi cristiani, perché unica è la loro guerra nella liberazione dell’umanità dal male, è un’ulteriore prova del loro singolare potere salvifico.
I santi di Gesù possono scegliere di espiare le colpe di una persona in particolare, di un gruppo, di una nazione, oppure possono far scegliere a Dio, offrendosi e basta. Possono anche diventare santi facendolo, ci sono addirittura casi di bambini che si offrono per le madri o per qualcuno in particolare o per amore di Gesù stesso, dei piccoli eroi spirituali che convertono non certo solo la persona che vogliono proteggere ma molti altri. Le modalità in cui i santi-vittime possono vivere la redenzione offerta sono numerose e totalmente in mano a Dio, una volta che ci si è offerti, tutto può accadere. Malattie, morte, tribolazioni, dolori mistici come il rivivere in sé la Passione di Cristo o testimoniarla in visione, il dolore della carne attraverso le piaghe di Gesù, più o meno visibili. Spesso più malattie e più dolori soprannaturali vengono insieme proprio a preparare alcuni eletti ad imitare il Maestro fino a vivere la passione nuda: l’abbandono totale di Dio mentre si vive dolore fisico, morale e spirituale, tradimenti, tentazioni e disperazione. Essa corrisponde ad una stigmatizzazione dello spirito ed è riservata ad anime già giganti nell’amore e nella trascendenza, che vengono istruite, tutelate e preparate da Gesù stesso. Tutte queste azioni sono ovviamente soprannaturali, non sono mai scelte o attuate da chi le vive, e hanno il marchio inconfondibile del Salvatore, a volte anche visibile agli altri, come nel caso delle stigmate. La volontà, la capacità e l’amore di sopportare e trascendere tanto, conservando l’amore di Dio, rende questi santi che potrebbero restarsene nella pace e nella più gestibile tribolazione della redenzione spontanea, già soprannaturali in terra. Sono corredentori di Gesù, guerrieri ed eroi che non ricevono medaglie, sono i nostri salvatori e, come il Salvatore, sono i meno compresi dall’ingrata e ignorante umanità.
Tutto questo sacrificio, tutto il dolore che devono caricarsi sulle spalle, è dovuto al fatto che sono un numero irrisorio rispetto ai distruttivi e ai loro infiniti complici, i quali non combattendo la distruttività inconscia in loro, la giustificano inconsapevolmente nei distruttivi e ne divengono assoggettati, se non corresponsabili. In questo stato di coscienza è la maggioranza della popolazione. L’umanità quasi nella sua interezza è corresponsabile del male mentre i corredentori di Gesù sono una manciata. “Satana ha un numero sterminato di figli e servitori. Il Figlio di Dio, di veri figli e veri servi ne ha un numero insignificante. E in questo squilibrio sta la causa della vostra rovina” conferma Gesù (Quaderni Valtorta). Non sarebbe necessaria tanta immolazione se tutti noi provassimo a fare il nostro dovere, anche solo naturale, di prenderci carico della nostra croce e divenire esseri perlomeno umani, maturi, forti e capaci di vero amore. Ma ciò non accade, l’uomo non vuole prendersi la responsabilità di cambiare e l’incomodo che questo comporta così porge agli esseri più evoluti della terra un amarissimo calice che essi, con amore perfetto, bevono per impedire alla specie umana di estinguersi. Questo può apparire ingiusto anzi, se non lo capiamo nel profondo, può addirittura disturbare la nostra sensibilità umana, ma Gesù incarna la divina misericordia, il suo amore non può essere capito umanamente e solo chi, grazie a Lui, arriva all’amore perfetto, può capire e realizzare il mistero della croce.
Prendiamoci un po’ di tempo per ringraziare il Salvatore e i suoi se, come spero, abbiamo capito quanto dobbiamo loro infinita gratitudine. Essi sono talmente fondamentali alla nostra sopravvivenza come specie che, nel momento in cui non ne avremo più, finirà la nostra storia così come la conosciamo. “Il Signore mi ha fatto conoscere chi è che sostiene l’esistenza dell’umanità, sono le anime elette. Quando il numero degli eletti sarà terminato il mondo cesserà di esistere” Santa Faustina Kowalska (Diario).
Nel parlare dell’espiazione abbiamo, per forza di cose, citato il concetto di peccato. Tenteremo di capirlo insieme nel prossimo articolo. Questo ci aiuterà a capire come alleggerire l’amaro calice dei nostri salvatori, migliorando noi stessi al massimo delle nostre capacità, da qualsiasi livello partiamo.
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Ogni rovo è un angelo caduto
1.
non ho nessun desiderio e il mio cuore è vuoto non ho forza, lontana da Lui Anime che non conosco guardano la mia caduta e il taglio che ho sulla schiena Con le orecchie sento solo un ricordo, un bianco grido
Sollevo le mie rotte ossa cave ora le mie vie sono le vie della terra
2.
quale è il problema? ha detto Sei pur sempre un principe In questo regno
3.
non ci sono i campi dorati in questa terra ma solo foreste e rovi e spiriti passati tutto mi ferisce ma sento parlare la mia lingua i miei occhi percepiscono forme
4.
non posso più stare qui tutto mi ferisce le mie parole dove vanno (non è questa, forse, la mia voce che sempre avrebbe avuto risposta?) non riconosco più le costellazioni del cielo
5.
. . . .
6.
ho ritrovato una nuova voce ancora imperfetta
7.
non mi ha mai graffiato la foresta queste spine sono ferite imposte a ogni pianta da Lui
adesso amo i disegni di questi tronchi con loro mi sento a mio agio nei desideri che le attraversano
8.
è vero, ogni principe fiorisce in questa terra ma non possiedo un regno, non posso ne esiste solo uno . . . ancora
9.
ogni rovo è un angelo caduto ora so come bruciare per sempre
10...?
il mio cuore è vuoto tutti i fiori sono morti sulla terra sono così felice
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La Bellezza e la Diversità delle Piante su I Giardini di Giulia
Le piante sono un elemento fondamentale per portare natura e serenità all'interno degli spazi domestici e lavorativi. Con la crescente consapevolezza dell'importanza della connessione con la natura, sempre più persone scelgono di arricchire i propri ambienti con piante ornamentali, dalle più comuni alle più rare ed esotiche. Se sei alla ricerca di una varietà di piante di alta qualità da acquistare online in Italia, I Giardini di Giulia è il negozio ideale per te. In questo articolo esploreremo alcune delle piante più ricercate del nostro assortimento, come l'Echinopsis Oxygona, la Dionea Muscipula, il Bonsai Ficus Ginseng e le armonie di verde preservato.
Echinopsis Oxygona: un tocco di esotismo nel tuo spazio
L'Echinopsis Oxygona è una delle piante grasse più apprezzate per la sua estetica e facilità di cura. Questa pianta, alta circa 17 cm, si distingue per la sua forma tondeggiante e le sue spine delicate, che la rendono perfetta per chi desidera aggiungere un tocco di esotismo alla propria casa o ufficio. Originaria dell'America del Sud, l'Echinopsis è conosciuta per i suoi splendidi fiori notturni che sbocciano in primavera e in estate, regalando un tocco di colore inaspettato. Echinopsis Oxygona Altezza Pianta 17 cm
Questa pianta è ideale per chi ha poco tempo da dedicare alla cura del verde, poiché richiede poche attenzioni. Basta posizionarla in un luogo luminoso, ma al riparo dalla luce diretta del sole, e annaffiarla moderatamente solo quando il terreno è completamente asciutto. La sua capacità di sopravvivere in condizioni difficili la rende perfetta anche per chi è alle prime armi con le piante.
Dionea Muscipula: la pianta carnivora affascinante
Se stai cercando una pianta unica e dal fascino misterioso, la Dionea Muscipula, con un diametro di 14 cm, è la scelta perfetta. Conosciuta comunemente come "Venere acchiappamosche", questa pianta carnivora è famosa per le sue trappole che si chiudono rapidamente quando un insetto vi si posa sopra. È un'aggiunta sorprendente a qualsiasi collezione botanica, e sicuramente catturerà l'attenzione di chiunque la veda. Dionea Muscipula pianta carnivora diametro 14 cm
La Dionea richiede alcune attenzioni particolari, poiché vive meglio in ambienti umidi e luminosi, ma senza l'esposizione diretta al sole. Inoltre, è fondamentale utilizzare acqua distillata o piovana per annaffiarla, poiché l'acqua del rubinetto potrebbe danneggiare la pianta. Con un po' di cura e dedizione, la Dionea Muscipula regalerà momenti di stupore e meraviglia con il suo comportamento unico.
Bonsai Ficus Ginseng: l'eleganza in miniatura
Il Bonsai Ficus Ginseng è una pianta che combina l'eleganza orientale con la semplicità della natura. Con un'altezza di 50 cm e un vaso in resina "Roma", questo bonsai è perfetto per aggiungere un tocco di raffinatezza a qualsiasi ambiente. Il Ficus Ginseng è noto per il suo tronco sinuoso e le sue radici aeree esposte, che donano alla pianta un aspetto scultoreo. Bonsai Ficus Ginseng Altezza Pianta 50 cm Vaso in Resina 'Roma'
Questo bonsai richiede cure regolari, tra cui annaffiature frequenti e una posizione luminosa, ma al riparo dal sole diretto. Il Ficus Ginseng è anche una pianta molto resistente, il che lo rende una scelta eccellente per chi desidera avvicinarsi al mondo dei bonsai senza doversi preoccupare eccessivamente della manutenzione. Con il tempo, il Ficus può essere modellato e potato per ottenere forme artistiche, diventando così non solo una pianta, ma un vero e proprio oggetto d'arte.
Armonie di verde preservato: natura che dura nel tempo
Le armonie di verde preservato rappresentano una soluzione ideale per chi desidera godere della bellezza delle piante senza doversi preoccupare della manutenzione quotidiana. Queste composizioni di verde naturale sono trattate con tecniche innovative che permettono alle piante di mantenere il loro aspetto fresco e vitale per anni, senza bisogno di acqua, luce o cure particolari. armonie di verde preservato
Le armonie di verde preservato sono perfette per decorare qualsiasi ambiente, da abitazioni private a uffici e locali commerciali, aggiungendo un tocco di eleganza naturale che non sbiadisce nel tempo. Grazie alla loro versatilità, queste composizioni sono ideali per chi desidera arredare i propri spazi con piante senza dover affrontare l'impegno della cura costante.
Conclusione
I Giardini di Giulia offre una vasta selezione di piante per tutti i gusti e le esigenze, dai cactus esotici come l'Echinopsis Oxygona alle piante carnivore affascinanti come la Dionea Muscipula, fino ai bonsai eleganti come il Ficus Ginseng e le armonie di verde preservato che non richiedono manutenzione. La nostra missione è aiutarti a trovare la pianta perfetta per il tuo spazio, offrendo prodotti di alta qualità e un servizio clienti eccellente.
Se sei alla ricerca di piante uniche e di qualità, visita il nostro sito web e scopri l'ampia gamma di opzioni disponibili. Sia che tu stia cercando una pianta facile da curare o un elemento decorativo che duri nel tempo, I Giardini di Giulia ha la soluzione giusta per te. Acquista oggi stesso e porta la bellezza della natura direttamente a casa tua.
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Sono spuntati fiori inattesi e altri invece si stanno esaurendo, qualcuno resiste al caldo e al passare dei giorni, arrivano foglie e colori nuovi, nuove macchie e forme e sfumature a popolare i vasi. Alcune durano meno di un giorno, come i fiorellini delle amanti del sole, altre crescono lentamente, come le spine dei miei piccoli cactus. Anche i miei giorni sono popolati di piccole gioie che durano pochi istanti e grandi felicità costruite negli anni. Ogni tanto mi dimentico di apprezzarle tutte, le une e le altre, e invece mi servono e devo coltivare entrambi i tipi, lo so, e quando mi scordo vado un po' in confusione. Le mie piantine sono un buon promemoria.
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