#Le Donne in Rosso
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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“Scarpette Rosse”: Un Evento Culturale contro la Violenza sulle Donne a Savignano sul Rubicone
Il 25 novembre 2024, la Sala Polivalente Salvador Allende ospita una serata di riflessione con mostre, letture e performance artistiche per sensibilizzare sulla violenza di genere.
Il 25 novembre 2024, la Sala Polivalente Salvador Allende ospita una serata di riflessione con mostre, letture e performance artistiche per sensibilizzare sulla violenza di genere. Il 25 novembre 2024, nella Sala Polivalente Salvador Allende di Savignano sul Rubicone, si terrà l’evento culturale “Scarpette Rosse”, promosso dall’Associazione Il Richiamo A.P.S.. L’incontro, patrocinato dal Comune…
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iimsc · 4 months ago
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ho un'età che mi permette di assistere alla forma adulta di chi ho visto essere bambino e questo vuol dire che questa fase per me è passata, ma riesco a prenderne coscienza soltanto attraverso l'evoluzione di altri perché io mi sento sempre la stessa, neanche un centimetro spirituale in più. ancora più straziante è guardare invecchiare le giovani figure adulte che hanno costellato la mia infanzia o adolescenza. zia si è fatta la tinta bianca ai capelli, li ha sempre avuti scuri, soltanto dodici mesi fa era mora. in un anno li ha schiariti sempre di più fino al bianco. dice che è stanca di fare la tinta ogni mese, lascerà che i suoi bianchi naturali crescano confondendosi con il nuovo colore. e poi forse non metterà più lo smalto e neppure il trucco il sabato sera. la vecchiaia quindi è l'abbandono del superfluo? o è l'abbandono di sè stessi? la tinta è davvero così superficiale oppure è un atto di resistenza? forse non sempre, forse qualche volta. questi movimenti viscidi del tempo che striscia lungo i pilastri solidi della mia esistenza mi mettono a disagio. probabilmente perché li sento anche addosso. probabilmente perché senza accorgermene sono diventata un pilastro della mia stessa vita anche io. probabilmente perché mi sento violata, impotente, non come uno stupro, è una violenza diversa, una violenza dolce, subdola, ingannevole, inesorabile. forse sono in ritardo, forse è troppo tardi per tante cose, forse gli altri sono in anticipo, forse si sentono in ritardo anche loro. da giovane la mia bisnonna aveva sempre uno zigomo gonfio, o un occhio nero, o una frattura da qualche parte. poi suo marito è morto e lei ha iniziato a mettere il rossetto, i gioielli e il profumo. io ero bambina, molto bambina, la ricordo come una delle donne anziane più eleganti che io abbia mai visto. è morta sulla soglia dei cent'anni con le labbra rosse, non è mai stata in ritardo. credo che la resistenza si manifesti sempre di rosso. vorrei passare lo stesso colore sulle mie labbra, per firmare queste parole con un bacio stampato sul foglio, ma il tempo della carta è passato
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ilmostroblog01 · 26 days ago
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“Se raccogli 100 formiche nere e 100 formiche rosse e le metti in un barattolo di vetro non succederà nulla, ma se prendi il barattolo, lo scuoti violentemente e lo lasci sul tavolo, le formiche inizieranno a uccidersi a vicenda…
Il rosso crede che il nero sia il nemico mentre il nero crede che il rosso sia il nemico quando il vero nemico è la persona che ha scosso il barattolo…
Lo stesso vale nella società…
Uomini contro donne
sinistra contro destra
ricchi contro poveri
Fede contro scienza
giovane contro vecchio
Eccetera...
Prima di iniziare a litigare tra di noi, dobbiamo chiederci chi ha scosso la brocca?"
Chi legge capisce…
Iomiamoetu ❤️
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seduction-fatale78 · 3 days ago
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Ho sentito dire spesso che le donne sono come il vino: invecchiando migliorano.
Ma non basta.
Le donne sono come il vino, perché se non te ne intendi, ti sembrano tutte uguali.
Riesci a distinguere una bruna da una bionda, come un rosso da un bianco.
Perché ti fidi di una frizzante e leggera come di uno spumantino, ma poi ti taglia le gambe.
Perché fai fatica a mandare giù una complessa e rompiballe, come un rosso strutturato, ma al secondo sorso ti accorgi che riscalda la bocca ed il cuore.
Le donne sono come il vino ed io...sono un rosso barricato.
Sabina Claudia Bonomi
Buona serata anime 🖤
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raccontidialiantis · 28 days ago
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Self control e ragione perduti
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Anni di studio: prima laurea conseguita giovanissima, poi la specialistica, tantissimo duro lavoro e infine quotidiana pazienza e applicazione per diventare finalmente Antonia, la professoressa dolce, discreta, colta e molto educata che è. Luca, il marito medico ignaro e felice, l’ama sempre tantissimo e la porta in palmo di mano. Poi il mese scorso suo figlio Antonello, tornando dall’università in una città vicina per una breve vacanza, si tirò dietro Pietro, un suo amico. Che rimase ospite in famiglia per alcuni giorni. Caso volle che quel pomeriggio stesso Luca avesse un’imprevista, grave urgenza medica in famiglia e dovesse immediatamente recarsi a distanza di un centinaio di chilometri per prestare assistenza alla sorella che viveva da sola.
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Antonello non lo mandò certo da solo e decise di accompagnarlo, in caso fosse servito qualcosa di imprevedibile per le cure della zia Marta. Si scusarono entrambi con Pietro e lo affidarono alle cure di Antonia. Caso volle che per la serietà dell'incidente occorso, dovettero anche restare lì in ospedale per la notte. Poco male: Antonia rimase sola con Pietro. Gli preparò un’ottima cena e poi, sbrigate le faccende, essendo ragionevolmente presto, decisero di guardare un po’ di tv prima di dormire. Un bicchierino di porto contribuì ad aumentare la confidenza tra loro. C’è da dire che Antonia è una donna bellissima e Pietro un vero fotomodello. Superato un iniziale imbarazzo, iniziarono da subito a entrare in maggiore intimità. A cena avevano già riso e scherzato un bel po’, complice un ottimo vino rosso.
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Si confidarono a riguardo di argomenti anche molto personali e lei poté apprezzare la maturità di quel bel pezzo di ragazzo. Poi all'inizio del film, sul divano Pietro disse ad Antonia di mettersi pure comoda e poggiare il capo su di lui, che sarebbe stato un onore servire una donna così bella e raffinata. Ad Antonia tremarono un po’ le gambe e il seno. Iniziò a perdere l'usuale lucidità e l'autocontrollo andò in soffitta. Seppellito sotto una coltre di desiderio. Tanto che, accusando un inizio di giramento di testa, approfittò e gli posò il capo sulla spalla, mettendogli la mano sul petto. Lui iniziò a carezzarle i capelli. Lei, stordita dal profumo di quel bellissimo giovane uomo, apprezzò moltissimo. E cominciò quindi a sua volta a carezzargli il petto; lo fece lentamente: e che sarà mai! Potrei essere sua madre, figuriamoci…
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Poi la situzione si fece decisamente più intima: lui dalla testa passò a scivolarle con la mano lungo la schiena e a infilarsi nella gonna. Arrivò a metterle un dito nel solco delle natiche, per stimolarla. Lei ne godé. L'altra sua mano sollevò la gonna da davanti e arrivò a toccarle l'interno coscia ad altezza inguine. Lei accennò solo un timidissimo: “n-nno… ma che fai…” però lo disse aprendo le gambe un po’ di più e alzando il bacino per facilitarlo. Lo lasciò fare, gli permise di entrare con le dita nella fica e poi lo guardò negli occhi improvvisamente, totalmente appassionata. Unì le sue labbra a quelle sensuali di lui. Le loro lingue giocarono e si rincorsero felici. La cosa si fece molto seria.
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Si accarezzarono molto sensualmente e si esplorarono: dapprima quasi con un sentimento di esitazione e rispetto. Poi però le barriere caddero e le carezze si fecero decisamente più sfacciate, impudenti: le dita penetravano ovunque nei loro corpi e i respiri si facevano affannati. Gemevano rochi: si desideravano entrambi da impazzire. Si spostarono rapidamente in camera da letto, con l'urgenza di fare l'amore: lei a questo punto era pazza di lui. Non si sa per quale motivo, a un certo punto tra un uomo e una donna scatta un interruttore nascosto in cielo e inizia un’attrazione inesorabile: sarà la routine della signora matura che forse inconsciamente desiderava da sempre conoscere un altro uomo oltre al marito, unico uomo mai avuto dentro di sé.
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Sarà che a Pietro le donne cascano sempre davanti senza che lui faccia nulla. E lei quella sera se l’era trovato lì, servito su un piatto d’argento: da soli in casa e con la notte tutta per loro. In breve, finirono per scopare. Lui le aprì finalmente orizzonti nuovi, che vanno ben oltre il frettoloso amplesso mensile con il coniuge, sbrigato sempre nella canonica posizione del missionario. Il giovane le insegnò infatti a prenderlo diligentemente in bocca, a rilassare la gola e inghiottirlo per intero, a stimolarglielo con la lingua. Poi a lavorarlo fino a farlo venire, ingoiando diligentemente tutto. Quella stessa notte, per la prima volta nella vita Antonia fu inculata.
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Pietro la penetrò piano, molto dolcemente e lei ebbe infine un orgasmo anale che la portò a gridare e piangere lacrime di vera gioia. Capì subito di amarlo. E per quel ragazzo da quella sera iniziò a perdere la testa. Oggi i due si incontrano clandestinamente a metà strada tra le due città dove vivono; prenotano ogni settimana sempre nella stessa pensioncina, muta testimone dell'amore illecito più soddisfacente che esista. Lo fanno per fondersi le anime e donarsi reciprocamente in modo totale. E lei adesso è lì che lo aspetta. Guarda: c'è una donna stupenda seduta sul muretto, al parco dove lui fra un po' arriveà.
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È letteralmente affamata di Pietro e desiderosa del suo sesso. Entrare nel corpo di una femmina è impegnativo; uscirne dopo un po’ è normale. Se però entri nella testa di una donna matura, non ne esci più e lei ne può restare sconvolta. La sua vita ne viene in ogni caso rivoluzionata. L’amore la istupidisce. E per lei mantenere un equilibrio tra la famiglia e il segreto da tenere, può essere una sfida molto impegnativa. A volte, un rapporto clandestino porta alla disgregazione della famiglia. Ma Antonia è una donna capace e intelligente. Non sa e non saprà mai nessuno del suo amore maturo con Pietro.
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RDA
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sgiandubh · 9 months ago
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Credo che in questo fandom ci siano persone che seguono le vicende di S e C dall’inizio. Potrebbero collaborare a fare un album fotografico di tutte le ragazze che sono state affibbiate a Sam e vedere come il metodo si ripeta continuamente. La linea che chiamerei “ direttiva “ è ogni volta corredata da vari avvenimenti collaterali. Siamo partiti con una attrice passando per intrattenitrici , figlie di personaggi importanti modelle e ora sportive . Mi convinco sempre più che l’ideatore o gli ideatori di questi amori massmediali siano gli stessi del 2016.Nessuno degli Antis si preoccupa della vita di Caitriona: lei ha diritto alla sua privacy mentre Sam decisamente no.Sam cosa faresti per amore? gli è stato chiesto, tutto farei tutto., ha risposto E sta facendo proprio di tutto per proteggere chi ama.D’altronde se così non fosse queste donne sarebbero apparse al suo fianco in molte occasioni pubbliche essendo lui single alla ricerca del vero amore . Questa noiosa ripetitività come non può colpire anche quelli del lato opposto? E se posso fare un’osservazione S in questi ruoli non recita affatto bene .Una cotta, una passione o anche solamente un’attrazione fisica ti rende felice. Qui non vedo niente di scoppiettante , solo una coppia che sembra clandestina quando l’obiettivo è quello di essere pubblica. Se sei felice non lo puoi nascondere! Scusa la lunghezza di questo intervento ma sono cose talmente assurde e così poco interessanti!!!
Dear @findanserwers,
Sempre un piacere leggerti. Sai, a volte tutta questa farsa mi fa pensare a uno dei nostri programmi di giochi preferiti, su Rai Uno - Affari Tuoi (lo so, lo so, eh? 🤣). Non si sa mai cosa porterà con sé il prossimo pacco - forse un blu, un rosso, forse il Dottore chiamerà 👽... Ma puoi sempre scommettere che l'avidità di denaro e d'attenzione dei 'pacchisti' li terranno lì finché non avranno esaurito tutte le loro possibilità. Boh, anche se sappiamo che gli schemi continuano ad andare avanti, c'è sempre questo strano, quasi perverso senso di anticipazione.
Scrivi:
'I think we have, in this fandom, people who follow S&C's adventures since the very beginning. They could all collaborate and make photo album with all the girls who have been associated with Sam and see the pattern repeating itself over and over again. The line I would call 'directive' is every single time accompanied by all sorts of side events. We started with an actress, passing through entertainers, daughters of important people, models and now athletes. I am increasingly convinced that the creator or creators of these media love stories are the same as in 2016. None of the Antis care about Caitriona's life: she has the right to her privacy, while Sam definitely doesn't. Sam, what would you do for love? he was asked. I would do everything, he answered. And he is doing everything to protect the people he loves. On the other hand, if this were not the case, these women would have appeared at his side on many public occasions as he is officially single and in search of true love. How can this boring repetitiveness not also affect those on the opposite side? And, if I may make an observation, S doesn't act well at all, in these 'roles'. A crush, a passion or even just physical attraction makes you happy. I don't see anything flashy here, just a couple that looks clandestine, when the obvious goal would be to show off freely in public. If you are happy you can't hide it! Sorry for the length of this post but these things are so absurd and so uninteresting!!!'
Isn't it strange that, even if we know it so well, by now, we keep on following all this #shitshow every single time, as if somehow, something might turn out different?
Except it doesn't really, does it? TMcG will always look like he is about to have dental surgery (plus now wearing more make up than Berlusconi or Tutankhamun ever did) and S will always look nervous (who, in their right mind, would think biting his finger was sexy?!), out of place and even sometimes borderline rude. Organic, my foot: I am ready to accept one of their stories might look bizarre and manufactured as fuck, but BOTH? At the SAME TIME?
Yeah. And pigs fly.
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alessandrom76 · 6 months ago
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la bottiglia
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quella sera avevo tante cose da fare e restai in bottega fino a tardi.
nonostante l'estate allungasse le giornate, fuori iniziava già a imbrunire. capii quindi che doveva essere già passata anche l'ora di cena; non serviva neanche guardare l'orologio.
fu in quel momento che, tutto trafelato, entrò dalla porta un grosso signore, vestito con uno strano gessato marrone. era grottesco in quel vestito che, nonostante fosse di buona fattura, gli cadeva malamente addosso, complice il fatto che era palesemente di una taglia più grande.
«buonasera buon uomo», mi disse, «vorrei una bottiglia di buon vino; sa, uno di quelli da bere in compagnia. e poi un'altra di un vino ancora più buono, da bere da solo.»
benchè avessi voglia di andare via, la richiesta mi incuriosì tanto che dissipò la mia premura. sorridendo presi due bottiglie: una dal ripiano in basso e una dallo scaffale alto, piena di polvere.
«ecco... vede, questo è un vino fresco e amabile che è un piacere bere in compagnia, soprattutto nelle serate estive, mentre questo...» con la mano pulii l'etichetta coperta di polvere «... mentre questo è un vino che non perdona, è corposo e di buona gradazione. nella dose giusta i ricordi scorreranno come un fiume, ma se il fiume dovesse essere troppo tumultuoso... un altro bicchiere farà calmare le acque e piombare tutto nel buio.»
mi ringraziò, pagò velocemente e poi andò via.
pochi giorni dopo, stavolta nel tardo pomeriggio, lo vidi entrare di nuovo, come la prima volta con il suo consueto passo svelto, e subito mi abbracciò, nonostante io fossi dietro il bancone, quasi sollevandomi da terra.
«amico mio... grazie! L'altro ieri con amici ho bevuto il primo vino che mi hai consigliato, le lingue si sono sciolte e le risate scorrevano... davvero, siamo stati bene... ma poi ieri» continuò senza darmi modo di rispondere «... ieri ho assaggiato l'altra bottiglia ed è andata proprio come hai previsto tu, la memoria e i pensieri si intrecciavano e...»
a briglia sciolta iniziò a raccontarmi della sua vita e io, senza fare un fiato, presi un'altra bottiglia dal ripiano alto, la stappai e ne versai due bicchieri. Più i bicchieri si svuotavano, più la mia piccola bottega si riempiva dei suoi ricordi e di immagini che sembravano dipinti da un pennello intinto nel rosso del vino...
mi raccontò delle sue donne... di A., la donna che aveva sposato ancora acerbo, e che adesso «neanche più un bacio... da mesi», ma andava bene così, erano bravi genitori, e le cose funzionavano, e tanto gli bastava. come soldati nella stessa guerra, ognuno copriva le spalle all'altro pur sapendo dei peccati commessi.
e mi parlò di S., la ragazza ora cresciuta che ancora lo vedeva come un principe azzurro, mentre lui a ben vedere tutto sembrava, ma certamente non questo. e continuò con M., bella e giovane in cerca di se stessa, che si sarebbe concessa a lui ma che insomma... nonostante la testa veloce e la parlantina spigliata, con lui, oramai alla soglia dei 50 anni, avrebbe formato una coppia grottesca.
i suoi occhi poi si fecero sereni mentre parlava di L. mi parlò di lei con un sorriso sincero, lasciandosi andare a un «chissà cosa poteva essere»... fantasticò un po' con gli occhi fissi e poi aggiunse «lei adesso sta bene... e questo per me è abbastanza».
mi disse che a metà della bottiglia, ieri sera, aveva chiamato R. per ridere come scemi, e l'aveva sentita serena, rifiorita e libera, finalmente. erano stati importanti l'uno per l'altra, più amici che amanti, ed era bello avere una persona con cui non avere vergogne, ridere e potersi confidare.
poi si fermò un attimo e notai subito un cambiamento nella sua voce, ma quasi come a volersi togliere un peso dal cuore, subito mi parlò di C., la sua principessa guerriera che è infine uscita dal suo buio e che adesso ha trovato il coraggio di andarsene. e anche se lui adesso si sente buttato via, come una candela che non serve a nulla alla luce, in verità ne è davvero felice, perché la vede finalmente camminare nel sole dopo tanta pioggia. e anche se sono condannati ad una eterna danza in punta di spada, danzano insieme, sanguinano insieme, ma ridono, perchè stare vicini vale il dolore.
gli versai un altro bicchiere e restai ad ascoltare in silenzio poi chiesi
«… e quale di queste hai amato?»
«tutte» rispose senza esitazione, «un me diverso, in un diverso tempo, ha amato ognuna di loro, anzi, ama ancora ognuna di loro. Le ama pacatamente, nell'unico modo in cui sono capace, con un cuore senza eccessi. ma amico mio, non passa giorno in cui io non ringrazi il destino per tutte le occasioni che mi ha dato, anche per quelle che non ho avuto la forza o il coraggio di cogliere, e soprattutto per tutti i sorrisi che mi ha fatto scoprire...
...per le donne speciali, che il fato ha messo sul cammino di un uomo ordinario.»
detto questo, vidi di sfuggita i suoi occhi lucidi, finì il vino nel bicchiere con un grande veloce sorso, e prima che potessi controbattere si avviò fuori, zittendomi con un secco «grazie».
tutto sembrava irreale in quel pomeriggio, mi fermai un attimo, come rapito dalle ombre che si allungavano. quindi rassettai e misi a posto i bicchieri e poi... poi guardai in alto, sullo scaffale.
era rimasta solo una bottiglia. forse per me.
@alessandrom76
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crazy-so-na-sega · 21 days ago
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"IL MASSACRO DI WOUNDED KNEE
Nel Dicembre 1890 la neve del South Dakota si tinse di rosso... In quelle terre gelide, un popolo già ferito cercava solo di sopravvivere. I Sioux Lakota viaggiavano in cerca di rifugio quando il destino, nelle vesti del Settimo Reggimento di
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Cavalleria statunitense, li raggiunse con la sua falce spietata. Fu una carneficina premeditata, mascherata da operazione militare. Quattro squadroni circondarono oltre trecento nativi, principalmente anziani, donne e bambini. Con l'inganno della pace, li disarmarono.
Con la promessa della sicurezza, li radunarono in un accampamento. Con la scusa dell'ordine, prepararono il massacro. Ma l'orrore non si fermò qui. In un atto di indicibile crudeltà, un distaccamento dell'esercito tornò sul campo di battaglia per completare l'opera. Trovarono 51 sopravvissuti - 47 erano donne e bambini. Li giustiziarono tutti, proprio accanto a una chiesa che, con amara ironia, esponeva il messaggio "Pace in terra agli uomini di buona volontà".
Oggi... questi "maestri di civiltà" contemporanei, che guidano le sorti politiche economiche di gran parte del mondo, sono gli eredi di chi ha scritto una delle pagine più vergognose della storia con il sangue degli innocenti. La vera tragedia non è solo nel ricordo di quel massacro, ma nel fatto che i suoi perpetratori non hanno mai veramente pagato per i loro crimini."
-Weltanschauung Italia
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angelap3 · 10 months ago
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Dipinto "Il gile' rosso" 1955
di Françoise Gilot
L’unica donna che lasciò Picasso
Era il 1943 e Françoise Gilot stava pranzando insieme a un’amica. Pablo Picasso la vide e rimase folgorato dalla sua bellezza. Le offrì un cestello pieno di ciliegie rosse. La giovane Françoise aveva quarant’anni meno di Picasso (lei ne aveva 21, lui 61), ma s’innamorò di lui e divenne la sua amante e musa. Rimase accanto al pittore per dieci anni, ne ebbe due figli, Claude e Paloma, ma alla fine decise di averne abbastanza del suo ego smisurato e lo lasciò. Fu l’unica delle donne di Picasso ad avere il coraggio di troncare la relazione. Nel 1953 Gilot se ne andò, ma prima il pittore le rivolse una minaccia: «Se pensi che la gente avrà interesse per te, ti sbagli di grosso: nessuno si curerà di te in quanto tale, saranno solo curiosi della persona che ha condiviso la mia vita». In realtà Picasso si sbagliava: Gilot è, tutt’ora, una pittrice nota negli ambiente artistici. E ha pure raccontato gli anni trascorsi insieme a Picasso in un libro, La mia vita con Picasso, libro di cui il pittore cercò in tutti i modi di bloccare l’uscita
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viendiletto · 1 year ago
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Quel garofano rosso infilato nell’occhiello
Nel maggio del 1945, quando nel mondo intero, nelle strade e nelle piazze di tutte le città liberate, si festeggiava la fine della guerra e si esultava per la Liberazione, ho vissuto i momenti più tragici e dolorosi della mia adolescenza. Avevo 14 anni.
Una cappa di terrore e di angoscia era calata sulla mia italianissima città e sulla sua italianissima gente. Ho visto colonne di finanzieri, carabinieri, soldati di tutte le armi, uomini e donne, transitare laceri, sporchi, affamati e assetati, avviati verso chissà quale destino. Erano scortati da soldataglia rozza e ignorante, con la stella rossa sul berretto e armata fino ai denti che sbraitava urlando in una lingua che non conoscevo, ma sapevo essere slava. Erano le avanguardie dell’esercito di Tito che, a marce forzate, avevano raggiunto Fiume combattendo. Tito aveva spinto le sue truppe a occupare il più presto possibile quanto più territorio italiano possibile, in quanto le sue mire espansionistiche ipotizzavano il confine tra l’Italia e la sua Jugoslavia, sull’Isonzo. Voleva Trieste, Udine, Gorizia e tutta quella parte di Venezia Giulia che lui definiva impropriamente “Slavia veneta”.
Ho saputo di “giudici popolari” semi-analfabeti che decidevano, a guerra finita, della vita e della morte di persone il cui unico delitto, molto spesso, era solo quello d’essere italiani. Condannati da tribunali del popolo costituiti in fretta e furia e composti da gente qualsiasi, purché di provata fede comunista.
I primi giorni dopo l’occupazione della mia città (il 2 maggio del 1945) con le liste di proscrizione già preparate, iniziava il calvario degli italiani. Arresti, deportazioni, infoibamenti. Anche nella mia famiglia si piange uno scomparso, prelevato la mattina del 4 maggio da casa e di cui non si è saputo più nulla. Probabilmente, come tanti altri infelici, avrà vissuto gli ultimi istanti della sua vita soffocato dall’angoscia sull’orlo di una foiba.
La guerra era finita, ma vivevamo ancora nella ristrettezza e nel terrore: parlare, lamentarsi era pericoloso, criticare il regime poteva costare la vita o la deportazione. Essere italiano era una colpa e molti, anche da me conosciuti, amici di mio padre, vicini di casa, ex questurini, impiegati pubblici, professionisti, insegnanti, vigili urbani, dipendenti comunali ecc., erano considerati èlite e quindi fascisti e nemici del popolo.
Il 1.mo maggio del 1948 mio padre decise di scendere al bar sotto casa, per trascorrere qualche momento di svago. Fu avvicinato da un individuo, palesemente ubriaco e conosciuto da tutti come uno sbandato, che gli infilò un garofano rosso nell’occhiello. Mio padre (che non volle mai iscriversi al partito fascista) non gradì il gesto di quell’individuo che fino a pochi giorni prima aveva scondinzolato dietro ai tedeschi, raccattando i loro avanzi e facendo il buffone, qual’era. Si tolse, quasi di nascosto il garofano e lo appoggiò sul tavolo. Questo gesto gli costò una denuncia e un mese di lavori forzati (denominati “lavoro rieducativo”) che scontò nel carcere cittadino, segando legna da ardere in coppia con un altro detenuto, muniti di un segaccio da boscaiolo di grandi dimensioni per dieci ore al giorno. Seppe dopo, da un vicino di casa, ufficiale della milizia popolare in quanto studente di scuola superiore, che il tribunale lo aveva accusato di “scarsa simpatia per il partito”. Se l’accusa fosse stata “nemico del popolo” avrebbe corso il rischio di finire in una foiba.
A settembre riaprirono le scuole. Avevo finito in modo fortunoso la terza d’avviamento commerciale e non potevo continuare la scuola in lingua croata. L’autorità cittadina escogitò, per noi italiani, una forma insolita: al mattino a scuola, al pomeriggio in fabbrica a lavorare. Fui mandato al Siluruficio Witheead, (vanto della mia città e del mio paese) al reparto meccanici, aggiustaggio, revisione motori, fonderia e torneria. Alla fine dell’anno 1947/48, non ebbi documento ufficiale. Solo un libro il cui retro di copertina riportava una semplice dichiarazione di frequenza.
Nevio Milinovich, esule da Fiume
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Tra Stereotipi e Realtà: Un Incontro per Combattere la Violenza di Genere
Un evento a Novi Ligure in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
Un evento a Novi Ligure in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne Il 23 novembre 2024, alle ore 18:00, presso la sede del Partito Democratico in Largo Valentina, Novi Ligure, si terrà l’incontro intitolato “Tra stereotipi e realtà”, organizzato dalle Democratiche del Circolo PD di Novi Ligure. L’evento è parte delle iniziative per la Giornata…
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susieporta · 3 months ago
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POST SEMISERIO SULLE RELAZIONI.
La donna cerca e spera di trovare nell’uomo e nell’unione con lui due cose soprattutto:
Protezione e sicurezza.
Ella sa che percependosi protetta e sicura, potrà esprimere il suo Yin, cioè dolcezza, accoglienza, sensibilità, amorevolezza.
Quando entra nella coppia, ci entra con queste “aspettative”.
L’uomo entra nella coppia perché anela a qualcuno che si prenda cura di lui, si pone in relazione come un bambino, o un adolescente.
Uno psicologo ha affermato che le donne più felici, sono single, e gli uomini più felici, sono sposati.
Queste dinamiche all’inizio vengono mascherate dai fumi suadenti dell’energia ses*uale, la quale impedisce di vedere davvero cosa si sta realmente muovendo nella relazione che sta nascendo.
Ecco che quando la donna scopre che il cavaliere dall’armatura scintillante è in realtà un adolescente viziato e prepotente, anch’ella si trasforma da principessa a matrigna e ferma la sua ascesa al divenire Regina.
Bel guaio.
Nulla esiste al mondo di più letale di una donna che rinuncia alla relazione rimanendo nella relazione come matrigna o come “sguattera”.
Povero il disgraziato che dovrà fare i conti con la sua ira funesta a volte manifesta a volte passiva, ma attenti entrambi sono in uno stato di totale frustrazioni come due debuttanti che si ritrovano a servire il te al ballo.
Allora la donna si sente costretta a scegliere tra due possibilità: o chiude la relazione o continua e gliela fa pagare cara, invece l’uomo permane in quello stato di soddisfazione adolescenziale anche tutta la vita non provando mai o quasi mai ambizione altra.
Oggi, moltissime donne hanno rinunciato al proprio femminile a causa di questo guaio immenso che chiamerei guaione, tragedia, infima condanna.
Si sono travestite da uomo e hanno messo sulle spalle la croce di dover prendersi cura del marito 14 enne, dei figli di 2,3 anni, del gatto, della casa, del lavoro e spesso anche delle finanze del marito o comunque di gestire la sua vita come se egli fosse e di fatto è un pubero immaturo.
Ce ne sono migliaia di donne così o anche di donne che per schivare il suddetto mega proiettile, decidono di tenersi solo cane, gatto, casa e lavoro, rinunciando al compimento della relazione di della maternità (Parthenope in fondo parla di questo, piccola parentesi cinematografica).
Ora care mie possiamo trasformare questo flagello in una grande possibilità quella di diventare davvero Yin e Yang e ricomporre la nostra identità spezzata in due.
E lo stesso i cari fratelli, che privati della sostituta materna o evolveranno nutrendo il loro femminile o rimarranno sposati con la madre fino alla sua morte e oltre (come in psycho, altra parentesi cinema).
L’era della coppia zoppa è finita, questi antichi giochini della matrix si sono rotti.
È tempo di ricomporre i cocci personali e donarsi solo ad un altro o altra interi scivolando all’abbisogna da una polarità all’altra senza restare rigidamente ancórati al ruolo e rimanendo così perpetuamente delusi e frustrati.
Senza queste premesse non solo non parlerei di relazione ma sarebbe da preferisci persino un criceto o un pesce rosso o un bambolo o bambola gonfiabile, almeno da risparmiare i denari per gli avvocati, le ulcere, le coliti, i mutui e dei figli poli traumatizzati che a 16 anni vi insulteranno come degli Hooligans con la squadra avversaria.
ClaudiaCrispolti
Adesso non vi sperticate a puntare l’indice contro le donne o contro gli uomini e dire io non sono così. Non ce ne frega niente.
Qui si parla in generale e sei tu sei l’eccezione, bravo, brava, ok ma mi raccomando tientelo per te.
Polemiche, messaggi aggressivi che denotano solo il livello di frustrazione e altre noiosità verranno esposte al pubblico ludibrio con mio grande giubilo. 😋👍
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canesenzafissadimora · 6 months ago
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Scegliete amici, amanti e amori che siano ali forti con cui spiccare il volo, che vi aiutino a nascere, pure quando nascere fa male, per scoprire chi siete davvero, per rendervi persone migliori. Scegliete chi vi rimprovera per troppo affetto, invece di chi vi consola per convenienza. Chi vi affronta a muso duro, vi urla a dosso e alla fine resta. Scegliete chi non vi incatena all'immobilità del suolo, ma disegna per voi un altro pezzo di cielo. Chi non fa promesse e poi le mantiene. Chi tradisce le aspettative, perché non c'è altro modo di onorare la vita, nella sua magnifica imperfezione. Chi vi cambia gli occhi, o ve li restituisce per la prima volta, mostrandovi un modo diverso di guardare. Scegliete chi vi spinge a lottare, a combattere, a crescere, a sperimentare. Chi inventa ogni giorno colori nuovi, e ha incoscienza abbastanza da accostare il verde col giallo, il blu cobalto col rosso rubino, perché nulla ci fa più coraggiosi come la capacità di rompere gli schemi e sovvertire l'ovvio. Scegliete chi vi fa paura. E poi, scegliete chi vi fa venire voglia di vincere quella paura.
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"Donne al quadrato" - Antonia Storace
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lunamarish · 7 months ago
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Scegliete amici, amanti e amori che siano ali forti con cui spiccare il volo, che vi aiutino a nascere, pure quando nascere fa male, per scoprire chi siete davvero, per rendervi persone migliori.
Scegliete chi vi rimprovera per troppo affetto, invece di chi vi consola per convenienza. Chi vi affronta a muso duro. [...]
Scegliete chi non vi incatena all'immobilità del suolo, ma disegna per voi un altro pezzo di cielo. Chi non fa promesse e poi le mantiene. [...]
Chi vi cambia gli occhi, o ve li restituisce per la prima volta, mostrandovi un modo diverso di guardare. Scegliete chi vi spinge a lottare, a combattere, a crescere, a sperimentare.
Chi inventa ogni giorno colori nuovi, e ha incoscienza abbastanza da accostare il verde col giallo, il blu cobalto col rosso rubino, perché nulla ci fa più coraggiosi come la capacità di rompere gli schemi e sovvertire l'ovvio.
Antonia Storace, Donne al quadrato
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seduction-fatale78 · 3 months ago
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Ho sentito dire spesso che le donne sono come il vino: invecchiando migliorano.
Ma non basta.
Le donne sono come il vino, perché se non te ne intendi, ti sembrano tutte uguali.
Perché riesci solo a distinguere una bionda da una bruna, come un rosso da un bianco.
Perché ti fidi di una frizzante e leggera come di uno spumantino, ma poi ti taglia le gambe.
Perché fai fatica a mandar giù una complessa e rompipalle come un rosso strutturato, ma al secondo sorso, ti accorgi che ti scalda la bocca e il cuore.
Le donne sono come il vino e io sono un rosso barricato.
S. C. Bonomi
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Gentilissima dottoressa Anna…
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Quando al lavoro ricevo un'email che inizia così, mi viene sempre da sorridere. Sapessero quale perverso e irrefrenabile 'folletto del sesso' possiede totalmente la mia psiche! Lavoro da tre anni in un nuovo ufficio con due mie care colleghe: Lina, la più anziana, prossima alla pensione e Rossana, mia coetanea di circa trentacinque anni e che è anche mio Capo. Con Ros ormai siamo migliori amiche da diverso tempo e lei mi confida sempre tutto. Io a lei… be': 'quasi' tutto.
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Rossana è, manco a dirlo, una rossa esplosiva. Alta e slanciata: una quarta di reggiseno. Una femmina florida e piena di curve mozzafiato. Sempre vestita in modo molto sensuale. È oggettivamente un gran bel pezzo di figliola e l'oggetto di cupidigia di chiunque abbia a che fare con lei: uomini e donne. La riempiono sempre di attenzioni, cortesie e caffè.
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E invidie da parte delle donne che non possono averla o essere come lei. La corteggiano tutti, più o meno esplicitamente. Lei è la star del piano. Quanto a me invece, vesto sempre in modo classico, poco appariscente e, a parte i rapporti di lavoro, con me generalmente buongiorno e buonasera: nessuno osa andare mai troppo oltre. E così io posso essere libera di volare sotto i radar e farmi gli affari miei.
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Certamente, arrivata a trentacinque anni, ho avuto anch’io le mie belle storielle: il mio primo fidanzato l’ho avuto a diciott'anni. Era gentile e piccolino, come me. È con lui che ho fatto l'amore la prima volta. C'è da dire che per mia parte sono magra, alta 1,60 e con una prima scarsa di reggiseno. Però ho un bel culetto alto, sodo e un visino d'angelo. Gambe nervose e perfette. Faccio regolare esercizio fisico in palestra e corro ogni domenica.
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E comunque la donna più bella mai apparsa sulla terra - Jane Birkin - aveva il seno tra il piccolo e l'inesistente, proprio come il mio! Ho lasciato il mio primo amorino dopo un anno per un ragazzo più grande sia di età che fisicamente; incidentalmente ho scoperto che alla maggior altezza e robustezza fisica corrisponde in genere una… 'attrezzatura' maschile di calibro altrettanto superiore. E questa cosa mi ha mandata fuori di testa. Ho avuto molti altri uomini, li ho cercati sempre soltanto molto più grandi di me: sia di età che fisicamente. Mai comunque qualcosa che fosse duraturo o di emotivamente troppo impegnativo.
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Mi piaceva troppo solo il fatto di farmi riempire e scopare da loro. Godevo dei loro grossi membri dentro il mio corpo: amavo sentirmi occupata e poi farcita dal loro seme. Adoravo quel contrasto sulla carta impossibile tra me e l’uomo alto e grande. Quindi progressivamente ho imparato a farmi elastica, sotto ai loro corpi, mentre mi sbattevano a destra e sinistra, spesso facendomi volare sul letto come un fuscello. Sebbene mi promettessero tutti mari e monti, non appena sentivo puzza di innamoramento, di legame o di matrimonio, tagliavo di netto. Soffrivano. Moltissimo; tornavano alla carica. A volte disperati. Io dicevo di no e basta.
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Un anno fa Ros mi ha invitata di venerdì sera a una cena tra colleghi. E lì ho conosciuto finalmente Pietro, suo marito. Descrizione di questo capolavoro della natura: alto 1,95 per 120 kg. Un fascio di muscoli, istruttore di Mixed Martial Arts. In sostanza, un gigante forte e gentile. Molto sexy, ma spassosissimo e cortese. C'è da dire che quando il Folletto del Sesso mi si risveglia io non guardo in faccia nessuno. Dopo un rapido scambio di battute, senza farmi troppo notare dalla mia amica intima, gli ho dato il mio numero: “sai: in caso ti servisse, se magari non riesci a parlare con Ros o per qualsiasi altra cosa…” e glielo dicevo guardandolo fisso negli occhi. Lui era rosso di vergogna. Tenerissimo: me lo sarei scopato lì.
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Durante la serata abbiamo anche ballato un po’ e io mi stringevo a lui in modo vergognoso. Da seduti, tra noi due: giù battute, frasi e via via discorsi sempre più seri, sino a uno sbottonarsi a riguardo di cose anche molto personali. La stessa sera, da casa mia gli ho chiesto io con un messaggio di vederci per un caffè e due chiacchiere in libertà. Così: solo perché mi stava simpatico. Sullo smartphone lui, dapprima un po’ esitante, ha infine accettato. Ci siamo visti all'indomani, sabato, in mattinata in un bar del centro e dopo nemmeno un'ora dal caffè eravamo a casa mia… a letto. L'ho conquistato letteralmente. Mi prendo chi voglio. Mi ha detto che ama moltissimo sua moglie, ma anche che lei purtroppo lo fa sempre venire fuori, che il suo culo se lo può scordare e la bocca neppure a pensarci. Al massimo quando lei è indisposta lo sega.
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E’ rimasto stupito quando l’ho incitato a spaccarmi la fica senza troppi complimenti: un bestione del genere, che però ho accolto sino alla radice, senza fare neppure un urletto di dolore. Quando stava per venire me l’ha detto e sarebbe voluto uscire, perché era abituato così. Io invece l’ho trattenuto dentro di me incrociando le gambe sulla sua schiena. E tenendo le mie mani sulle sue chiappe. Gli ho anche detto di non preoccuparsi, perché prendo le mie precauzioni. Lui allora s’è indurito completamente all’idea e ha iniziato letteralmente a sfondarmi: sembrava un vero selvaggio! Mugolava, grugniva e mi diceva cose all’orecchio che mi facevano arrapare ancora di più. Mi chiamava puttanella, troia senza vergogna.
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Al culmine, mi ha urlato infoiato: “sei una piccola cagna, mi stai facendo tradire mia moglie, la madre di mio figlio… voglio vedere proprio quando strillerai... e dai: strilla, maledetta puttana…” Ma per me queste erano solo parole di miele. Gli ridevo in faccia, godendo come una cagna, appunto. Dopo la nostra prima volta, la settimana successiva l’ho fatto entrare. Ero in vestaglia trasparente, nuda e mi sono messa subito sul letto: pancia sotto e a culo ben aperto, in posa inequivocabile. Lui mi ha chiesto: “ma sei sicura?” e io provocandolo gli ho detto: “ma... lo sai fare o ti devo fare un disegnino?” Per tutta risposta ha puntato il suo membro enorme contro la mia rosellina, che si è aperta magicamente e pian piano lo ha accolto completamente. Oggettivamente mi faceva un po' male, ma solo l’idea di avere un palo del genere dentro mi faceva venire!
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Va detto che m’ero ben preparata, tenendo nell’ano tutta la settimana il mio fido plug di belle dimensioni. Ed eccoci qua, nel mezzo di questa storia segreta. Adoro essere il suo chiodo fisso sessuale, vedere la sua espressione sorpresa ogni volta che glielo prendo tutto in bocca senza fiatare e mi piace troppo essere la ragione delle corna della mia migliore amica, mio Capo e gran pezzo di gnocca, soprattutto se confrontata con me, donnetta slavata, insignificante e totalmente anonima. Amo i racconti che mi fa Ros di come secondo lei lui è innamoratissimo, di come lei lo tenga legato con la sua preziosa fica. Che non oserebbe mai tradirla, perché dove la trova un’altra gnocca come lei. Lo so: il mio Folletto del Sesso prima o poi mi porterà alla perdizione. Ma intanto nella mia vita, di un maschio come Pietro, timido gentiluomo ma selvaggio, enorme bestione nel sesso, non posso fare a meno.
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RDA
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