#Julien Benda
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possil · 6 months ago
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HOW TO UNDERMINE A CULTURE
The French writer Julien Benda coined the phrase la trahison des clercs, meaning ‘the treason of the intellectuals’.  By this he meant that the intelligentsia had abdicated the proper standards of intellectual enquiry and argument in favour of political advocacy. He launched his attack on the intellectual corruption of the age in 1924. Today the West is faced by another treason: that of the…
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penguins-united · 3 months ago
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Books read in 2024 (rereads in italics, new favorites in bold):
Stormbreaker (Anthony Horowitz)
Clouds of Witness (Dorothy L. Sayers)
The Master and His Emissary: The Divided Brain and the Making of the Western World (Iain McGilchrist)
Hornblower and the Atropos (C.S. Forester)
Weep Not Child (Ngugi wa Thiongo)
It Can’t Happen Here (Sinclair Lewis)
Unnatural Death (Dorothy L. Sayers)
We Were Liars (E. Lockhart)
The Man Who Was Thursday: A Nightmare (G.K. Chesterton)
In the House of the Interpreter (Ngugi wa Thiongo)
For Whom the Bell Tolls (Ernest Hemingway)
Lord Peter Views the Body (Dorothy L. Sayers)
The Unpleasantness at the Bellona Club (Dorothy L. Sayers)
The Promised Land (Grace Ogot)
Point Blank (Anthony Horowitz)
Outlive: The Science and Art of Longevity (Peter Attia)
Strong Poison (Dorothy L. Sayers)
Song of Lawino (Okot p’Bitek)
The Sea of Monsters (Rick Riordan)
Darkness at Noon (Arthur Koestler)
The Five Red Herrings (Dorothy L. Sayers)
Things Fall Apart (Chinua Achebe)
The Ballad of Songbirds and Snakes (Suzanne L. Collins)
The Blue Castle (L.M. Montgomery)
Purple Hibiscus (Chimamanda Ngozi Adichie)
Naming What We Know (Linda Adler-Kassner)
A Wrinkle In Time (Madeleine L’Engle)
Have His Carcase (Dorothy L. Sayers)
Murder Must Advertise (Dorothy L. Sayers)
Cursed Bunny (Bora Chung)
The Luzhin Defense (Vladimir Nabokov)
The Goblin Emperor (Katherine Addison)
Stars in Your Eyes (Kacen Callender)
System Collapse (Martha Wells)
Skeleton Key (Anthony Horowitz)
The Whispering Skull (Jonathan Stroud)
The Titan’s Curse (Rick Riordan)
How to Get Filthy Rich in Rising Asia (Mohsin Hamid)
Brideshead Revisited (Evelyn Waugh)
The Thing Around Your Neck (Chimamanda Ngozi Adichie)
Persepolis (Marjane Satrapi)
The God of Small Things (Arundhati Roy)
The Nine Tailors (Dorothy L. Sayers)
Funny Boy (Shyam Selvadurai)
Sula (Toni Morrison)
Gaudy Night (Dorothy L. Sayers)
The Lies of Locke Lamora (Scott Lynch)
Frankenstein (Mary Shelley)
The Seeing Eye and Other Essays (C.S. Lewis)
The Mysterious Benedict Society (Trenton Lee Stewart)
The Battle of the Labyrinth (Rick Riordan)
The Goblin Emperor (Katherine Addison) (yes, again)
Busman’s Honeymoon (Dorothy L. Sayers)
2BR02B (Kurt Vonnegut)
The Pelican Brief (John Grisham)
The Darkness Outside Us (Eliot Schrefer)
The Extraordinary Education of Nicholas Benedict (Trenton Lee Stewart)
Poe’s Children: The New Horror (Peter Straub)
Master & Commander (Patrick O’Brian)
Red Rising (Pierce Brown)
Post Captain (Patrick O’Brian)
The Hands of the Emperor (Victoria Goddard)
Survive the Night (Riley Sager)
The Habit of Being: Letters of Flannery O’Connor (Flannery O’Connor)
The Spring of the Ram (Dorothy Dunnett)
The Treason of the Intellectuals (Julien Benda)
Poetry of the First World War: An Anthology (Tim Kendall)
Mere Christianity (C.S. Lewis)
The Library at Mount Char (Scott Hawkins)
The Caves of Steel (Isaac Asimov)
Dead Lions (Mick Herron)
False Alarm (Bjorn Lomborg)
Crown Duel (Sherwood Smith)
Howl, Kaddish, and Other Poems (Allen Ginsberg)
House of Secrets (Noel Sterling)
Real Tigers (Mick Herron)
Beat to Quarters (C.S. Forester)
No Longer Human (Osamu Dazai)
Ancillary Justice (Ann Leckie)
Spook Street (Mick Herron)
Ancillary Sword (Ann Leckie)
London Rules (Mick Herron)
Harry Potter and the Sorcerer’s Stone (J.K. Rowling)
A Deadly Education (Naomi Novik)
Ancillary Mercy (Ann Leckie)
Harry Potter and the Chamber of Secrets (J.K. Rowling)
Harry Potter and the Prisoner of Azkaban (J.K. Rowling)
The Last Graduate (Naomi Novik)
Harry Potter and the Goblet of Fire (J.K. Rowling)
Harry Potter and the Order of the Phoenix (J.K. Rowling)
Both Flesh and Not: Essays (David Fostsr Wallace)
Falling Free (Lois McMaster Bujold)
Salvation of a Saint (Keigo Higashino)
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alephsblog · 9 months ago
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Pur con tutte le sue ambiguità, abbagli, reticenze e velleitarismi ideologici, insomma, l’intellighenzia progressista italiana non esitò a “sporcarsi le mani” sulla questione vietnamita. Pensando al suo impegno odierno su quella ucraina, il paragone è impietoso. Complice la cassa di risonanza offerta dai talk-show televisivi, il palcoscenico mediatico è oggi calcato con successo anzitutto dall’intellettuale “neneista”. Coniato da Roland Barthes, il termine neneismo consiste nello stabilire due contrari e nel soppesarli l’uno con l’altro in modo da rifiutarli ambedue: non voglio né questo né quello. Si tratta di un procedimento magico, precisa il principe dei semiologi francese, attraverso cui si equipara quanto è imbarazzante scegliere per liberarsi di una realtà che non corrisponde ai propri pregiudizi.
Dal “né con lo stato né con le Br” di ieri al “né con la Nato né con Putin” di oggi, la nostra storia più recente è piena di neneisti. Pallide controfigure del Romain Rolland autore, poco dopo l’inizio della Grande guerra, di “Au-dessus de la mêlée” (“Al di sopra della mischia”), non hanno il coraggio di assumersi la prima responsabilità che Norberto Bobbio imputava agli intellettuali: quella di impedire che il monopolio della forza divenga anche il monopolio della verità.l
Nel tempo presente, dove sono in gioco i valori sommi della democrazia liberale, non c’è spazio per posizioni terziste (leggi: antioccidentali). Bisogna scegliere da che parte stare: o di qua o di là. Per riprendere una metafora cara a Julien Benda, tra Michelangelo che rinfaccia a Leonardo la sua indifferenza alle sventure di Firenze, e Leonardo che risponde che lo studio della bellezza occupa tutto il suo cuore, i sedicenti partigiani della pace non dovrebbero avere dubbi a schierarsi con lo scultore della Pietà. C’è un verso del Bellum Civile del poeta latino Lucano che recita: “Victrix causa deis placuit / Sed victa Catoni”. Il suo senso è: la causa di Cesare vinse perché appoggiata dagli dèi, mentre Catone l’Uticense perse per aver sposato la causa della libertà repubblicana. Significa che i vinti hanno sempre torto per il solo fatto di essere vinti? Ma il vinto di oggi non può essere il vincitore di domani?
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korrektheiten · 1 year ago
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Herzen der Finsternis
Tichy:»Von den Schriften Julien Bendas, der einmal zu den wichtigsten französischen Autoren des zwanzigsten Jahrhunderts gehörte, ragt nur ein Werk heraus, das auch heute noch Aktualität besitzt, ein sehr großes sogar, und dessen Titel sich als Zitat in unzähligen anderen Texten findet: „La Trahison des Clercs“ von 1927, ein Großessay, der auf deutsch erst 1978 Der Beitrag Herzen der Finsternis erschien zuerst auf Tichys Einblick. http://dlvr.it/SxsZW2 «
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leggerezza-dell-essere · 2 years ago
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Portate avanti le vostre idee, se ne siete convinti non demordete ma mantenetele fino alla fine! Julien Benda diceva "che le vostre risposte siano sì o no, e non cercate di spiegare il sì o il no perché ogni spiegazione è già un compromesso".
Andrea Camilleri
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gregor-samsung · 4 years ago
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“ Il calcio appariva come l'oppio, se non dei popoli, almeno delle domeniche. E la religione del calcio, che celebrava i suoi riti verbali durante la settimana, diventava una vacanza catastrofica delle masse. Ricordo il rammarico sgomento di un mio amico organico (non a me, ma al partito), quando mi aveva testimoniato una sua convinzione: che se in Italia non ci fosse stato il calcio, la situazione politica sarebbe stata diversa. La vittoria di Bartali al Tour, nel 1948, aveva distratto una sollevazione popolare dopo l'attentato a Togliatti. E il calendario del calcio domenicale assolveva, più che una funzione rituale, una funzione ipnotica. Non so che cosa direbbe oggi che la funzione si celebra alla televisione tutti i giorni. Ma non mi stupirei se, convertito, vi partecipasse anche lui. Gli intellettuali che si appassionavano al calcio venivano guardati - diciamo così - con delusione, tranne che dai compagni di vizio. E sembravano cooperare al Tradimento dei chierici, come Julien Benda aveva chiamato nel 1924 il progressivo laicizzarsi della religione dei valori: un libro che tutti gli intellettuali conoscono, ma quasi nessuno ha letto, me per primo. Naturalmente i transfughi sapevano reagire con allegria al ricatto del rigore, parola molto amata in quegli anni rigidi. Alcuni sottolineavano anzi la propria corruzione, con una sfrontatezza spavalda. Altri dedicavano maggior tempo alla propria droga, a conferma che le virtù si perdono rapidamente, ma non altrettanto i vizi. La risposta ambientale non era comunque confortante. E la diffidenza che li circondava induceva i tifosi a cercare la solidarietà dei pochi complici. Ricordo Vittorio Sereni che dell'Inter amava non solo la squadra, ma le bandiere. Lo riconosceva con la sua reticenza crucciata. Mi aveva confessato che una sconfitta della nostra squadra (io andavo allo stadio alle undici di mattina, per appollaiarmi nei posti migliori sulle gradinate) poteva cambiargli l'umore fino al mercoledì, quando cominciava a pensare al riscatto della domenica. E appariva ormai rassegnato a quel tratto infantile. La svolta degli intellettuali (ancora un tradimento?) è avvenuta all'epoca del campionato mondiale vinto dall'Italia, nel 1982. Ho visto editori che fino ad allora definivano il calcio come ventidue uomini in mutande a caccia di un pallone parlare improvvisamente - come avessero ricevuto il dono della glossolalia - di fasce laterali e di interdizione a metà campo. Ho visto scrittori che ignoravano che cosa fosse il fuori gioco discettare sulla linea invisibile dei difensori. Ho visto insegnanti cultori della civiltà nei rapporti (divinità invocata soprattutto dalle coppie che divorziano) accanirsi con epiteti infamanti sull'arbitro. Che cosa stavano vivendo gli innamorati dell'impegno? Forse l'amore nascente per un disimpegno che da allora non ha fatto che crescere, pur tra alibi, coperture e transfert. “
Giuseppe Pontiggia, Prima persona, 2002.
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sosoantih2o · 7 years ago
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A man's body has meaning by itself, disregarding of meaning without reference to the male. Men thinks himself without women, Woman does not think herself without man.
Julien Benda
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mayolfederico · 5 years ago
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ventisei dicembre
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Štěpán Zavřel, Illustrazione per “Il flauto del pastore”, ed. Arka, 2012
«Posai lo specchio a terra accanto al defunto; sulla sua superficie si riflettevano le stelle, tremolanti e ammiccanti, e io guardavo con animo scosso quello scintillante intreccio di luci, convinto di vedere l’anima del nonno volare verso il cielo. E mentre vegliavamo ancora su di lui, scorgemmo una sfera luminosa…
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bagdyernoke · 5 years ago
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A pszichológusok árulása | Magyar Nemzet
Orkírás orkkoknak orklapban
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collapsedsquid · 6 years ago
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The question is whether it is possible — in the atmosphere created in the United States by Trump and in Europe by the Italian, Austrian and Hungarian far right, among others — for intelligent people to build on the word “nationalism,” as opposed to “patriotism,” without becoming, in practice, the Heideggers to his Hitler, or the Webbs to his Stalin: philosophers working, whether they acknowledge it or not, to justify the instinctive racism and vulgarity seen in Greenville and thus help make a corrupt president palatable to the wider public. This is not a new problem. As far back as 1927, in “The Treason of the Intellectuals,” French essayist Julien Benda denounced the “scholars, philosophers and ‘ministers’ of the divine” who “share in the chorus of hatreds and political factions” on both the right and left, and in retrospect he was correct.
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pangeanews · 5 years ago
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“Ho ritrovato il celeste e il selvaggio”. Catherine Pozzi, la poetessa della notte
Un secolo fa, nel 1920, incontra Paul Valéry, non ne è l’amante né la musa, piuttosto, il totem. Lo incontra il giorno del suo trentottesimo compleanno, la sua è una bellezza trasparente, elfica, d’androgino. Gli occhi sembrano un espediente della notte. Famiglia abbiente, quella di Catherine Pozzi: il padre, Samuel, chirurgo d’alta fama, amico di Clemenceau, eletto in stima da Robert Proust, il fratello di Marcel – che era solito frequentare il salotto di casa Pozzi – è dipinto in una affascinante vestaglia rossa da John Singer Sargent, è ammazzato, il giorno del compleanno della prima figlia, Catherine, nel 1918, da un paziente, un malato psichico.
*
Figura di donna astratta, inflessibile e in fuga, Catherine: pratica la scrittura giovanissima, passa gli esperimenti poetici al vaglio del fuoco, studia a Oxford, si sposa nel 1909 con Édouard Bourdet, incerto drammaturgo, per noia, svogliatamente gli dà un figlio, Claude, preferendo la compagnia di Marcel Schwob. Destinata agli amori dispari, a stivare il corpo nella mandorla della mente, Catherine si fa incantare da André Fernet, letterato e ardito che nel 1916 muore durante un duello aereo. Nel 1921 pone fine al matrimonio con Bourdet, si unisce a Valéry – coniugato a Jeannie – ed è già rosa dalla tubercolosi che se la mangia, a Parigi, il 3 dicembre del 1934.
*
Scrittrice iperborea, esoterica, che inietta il verbo in atto magico – perciò nascosto –, ardente nel carisma dell’autodistruzione, l’opera di Catherine Pozzi, di traslucida violenza, è del tutto postuma, prima nei Poèmes, per Gallimard, nel 1959, poi nell’Oeuvre poétique curata da Lawrence Joseph nel 1989. Il primo dicembre del 1929 è pubblica sulla “NRF” la sola poesia edita in vita dalla Pozzi – nome che s’incardina nel caso di quell’altra Pozzi, Antonia. La poesia s’intitola Ave, ha porzioni di indifesa grandezza, come se dagli occhi si potesse mungere vetro:
Quando sarò per me stessa perduta E divisa nell’abisso infinito Infinitamente, quando sarò sconfitta Quando il presente di cui sono rivestita Avrà tradito,
Per l’universo in mille corpi frantumata Di innumerevoli istanti non ancora riuniti Di cenere setacciata nei cieli fino al nulla Rifarete per una strana stagione Un solo tesoro
Rifarete il mio nome e la mia immagine Con mille corpi portati alla luce Viva unità senza nome e volto Cuore dello spirito, oh centro del miraggio Altissimo amore.
*
Quindi va distillata come un arcano, da ispirati che leccano la provvisorietà della parola, Catherine Pozzi. Intorno ad Ave Michel de Certeau, concludendo Fabula mistica, scrive Ouverture a una poetica del corpo. Scrive, tra l’altro: “È mistico colui o colei che non può fermare il cammino e che, con la certezza di ciò che gli/le manca, sa di ogni luogo e di ogni oggetto che non è questo, che qui non si può risiedere né contentarsi di quello. Il desiderio crea un eccesso. Eccede, passa e perde i luoghi. Fa andare più lontano, altrove. Non abita da nessuna parte”. Per questo è appropriato che la poesia della Pozzi, specie di lamina orfica, lunare, non si faccia leggere, chieda di andare alla macchia – e cercarla.
*
Tre anni prima di Ave, la Pozzi, “Sotto influsso della morfina scrive Vale, la prima delle poesie maggiori. Rifiuta di pubblicarla perché prefigura la rottura con Valéry” (Marco Dotti).
Ho ritrovato il celeste e il selvaggio Il paradiso dove l’angoscia è desiderio. Il passato che cresce di tempo in tempo È il mio corpo e sarà la mia sorte, Dopo il morire.
Quando in un corpo, mia delizia obliata, Dove fu il tuo nome, prenderà forma di cuore Rivivrò il nostro grande momento E questo amore che ti avevo dato Per il dolore.
*
La pubblicazione della Correspondance tra la Pozzi e Valéry, La flamme et la cendre (Gallimard, 2006) fu un evento, stipato in un malloppo di oltre 700 pagine. “Distrutto? Perduto? Sequestrato negli abissi di una biblioteca pubblica? Per tre quarti di secolo si sono sommate voci, sono esplosi pettegolezzi intorno a questo epistolario solforoso… Sullo sfondo dei salotti parigini e delle opulente stazioni di villeggiatura popolate dal bel mondo delle teste pensanti degli anni Venti, si sviluppa una relazione turbata, turbolenta, di insondabile disperazione, di indicibile pienezza. Diciamolo: queste lettere costituiscono, nel loro campo, un capolavoro”, scrive il curatore, Lawrence Joseph.
*
In Italia, l’esigua opera poetica della Pozzi è stampata in due libri, Il mio inferno (Medusa, 2006; per la cura di Marco Dotti) e Nyx e altre poesie (Via del Vento, 2013; a cura di Claudia Ciardi). Legata a Rainer Maria Rilke, di lui più glaciale – la Correspondance 1924-1925 è edita nel 1990 da La Différence –, installata da Cristina Campo tra gli spettri santi, la vita letteraria della Pozzi, che chiede il culto tributato alle divinità del sogno, è relegata nelle lettere – vasta la corrispondenza pure con Jean Paulhan – e soprattutto nel diario (edito nel 1987 come Journal: 1913-1934), pieno di agnizioni, di ulcere, di devote fratture. Da alcuni frammenti del diario, sembra che sia lì il diamante nero del carisma: “Io sono uno di quei punti particolari attraverso cui si irradia la sofferenza del pianeta”. Qui, in Agnès: “Tutto l’amore che nessuno raccoglie, chi sa mai dove va a finire? Ma io, io vi costringo anzitempo… Quando l’ora verrà, quando sarò pronta, con il vestito e col cuore – quando dirò: ‘adesso, adesso’, e voi non verrete (come tante altre volte in cui non siete venuto), non lascerò quel che ho di migliore dissiparsi fino all’altra riva del mondo”. Qui scrive di Valéry: “Parla, parla della sua potenza: un’ambizione implacabile improvvisamente alzata come un grande vento dietro questo spirito di cristallo, questo sentimento insensibile, questa impotenza della volontà. Vedo l’estremità della sua intelligenza. Il resto: vuoto assoluto”. Da qui andrebbero estratti materiali, macerie epistolari, per un grande libro su Catherine Pozzi.
*
Fu adorata da tutti – da Julien Benda a Ernst Robert Curtius e Paulhan – come l’altro che viene a screziare la fiducia nel mezzogiorno, come il veleno che rende sfrenata la gioia, sfuggente, in adempimento ai lutti. (d.b.)
L'articolo “Ho ritrovato il celeste e il selvaggio”. Catherine Pozzi, la poetessa della notte proviene da Pangea.
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leggerezza-dell-essere · 2 years ago
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Portate avanti le vostre idee, se ne siete convinti non demordete ma mantenetele fino alla fine! Julien Benda diceva "che le vostre risposte siano sì o no, e non cercate di spiegare il sì o il no perché ogni spiegazione è già un compromesso".
Andrea Camilleri
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hadrianbagration · 5 years ago
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Cita a media tarde
Cita a media tarde
Tom Saunders: Matinée. Sin datación. Colección privada.
El intelectual es el hombre o mujer del matiz; no es imposible que lo sea también de la duda, la que, según Aristóteles, sólo acontece en personas educadas. La profunda enemistad que se prodigan el intelecto y el dogma suele zanjarse en favor de éste: las piras del nazismo y la Inquisición, los lentos barcos, el Oberbürgermeister Haken y el
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babaquotesweb-blog · 5 years ago
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And History will smile to think that this is the species for which Socrates and Jesus Christ died. Baba Quotes
Quote Topic : Smile Quotes Quote Author : Julien Benda Source link: https://babaquotes.com/julien-benda/and-history-will-smile-to-think-that-this-is-the-species-for-which-socrates-and-jesus-christ-died/ babaquotes.com (Baba Quotes) #Julien_Benda_sayings #Smile_quoets #babaquotes
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mikejryan · 8 years ago
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Switcheroo
So with the departure of Bill O’Reilly, Rachel Maddow’s show is now the #1 show in cable news.  I’ve watched both shows at different times, and Maddow at least breaks things down in a reasonable fashion, but she’s still missing the deeper points, as many out there in the big leagues do.  
How can she get there?  Well, read a few books and apply the perspectives to her continuing journey to advance intelligent progress and vision.
Suggestions?
The Origins of Totalitarianism, Hannah Arendt
Understanding Media, Marshall McLuhan
Propaganda, Jacques Ellul
Recovery of Confidence, John W. Gardner 
Propaganda, Edward Bernays
Power, Bertrand Russell 
Men in Dark Times, Hannah Arendt 
The Treason of the Intellectuals, Julien Benda
This should get the ball rolling...  Once done, and in order, the potential for greater advancement of the cause of intelligent thought and sharing...  
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aprilecchi · 6 years ago
Quote
Che le vostre risposte siano, sì – no. E soprattutto non cercate di spiegare il sì e il no, perché ogni spiegazione è già un compromesso
Julien Benda
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