#Gothic Fantastico
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Lady Morgan's Vengeance (1965) [Blu-ray review]
In the realm of cinema, certain films possess an eerie allure that continues to haunt audiences long after the credits roll. Lady Morgan’s Vengeance, a cinematic gem released in 1965, stands as a chilling testament to the power of gothic horror. Directed by the visionary Massimo Pupillo, this Italian masterpiece not only terrified audiences of its time but also left an indelible mark on the…
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Digital Noise Episode 313: The Usual Avatars DIGITAL NOISE EPISODE 313: THE USUAL AVATARS Our theme this week is Avatar. I mean, no, not really, but we do have some fun at its expense along the way. What we’re really here is to review some new home releases like two classic thrillers on 4k, the biggest movie of 2022, Arrow introducing us… Read More »Digital Noise Episode 313: The Usual Avatars read more on One of Us
#4k#Arrow#At Close Range#Audrey Rose#Blu-Ray#Cohen#Digital Noise#Dressed to Kill#DVD#Gothic Fantastico#Home Releases#Kino Lorber#Lady Morgan's Vengeance#The Blancheville Monster#The Good Boss#The Third Eye#The Usual Suspects#The Witch#Top Gun: Maverick#Blu-ray#film#Home releases#Movie Review#podcast
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Mother è universalmente riconosciuto come il disco più completo e maturo dei Luna Sea. Un album fantastico che racchiude ancora il passato rock della band, malinconico ed epico. Ma che ora si proietta al grande pubblico… ma grande davvero, facendo sold-out nelle arene più grandi del paese fra cui quella di Yokohama. Devo ammettere che ancora oggi quando parte "Loveless" mi ricordo di quando nel 2010 andai da solo a Bochum per vederli dal vivo e avevo sempre nelle orecchie i loro brani.
Comunque la produzione di questo disco è davvero pazzesca: le chitarre sono tre, a volte quattro e Sugizo ha sperimentato un modo di suonare che poi sarà diventato suo: psichedelico nella sua chitarra solista e sempre appoggiato agli arpeggi portanti di Inoran. "Rosier" è probabilmente il singolo trainante dei Luna Sea, i fischi pazzeschi di Sugizo sembrano esser presi dai My Bloody Valentine ma messi nell'acceleratore e ti vanno da un orecchio all'altro: il suo assolo, il suo modo di suonare la chitarra è unico. "Face to Face" è una gothic ballad con qualche inserto electro che forse strizza l'occhio all'omonima traccia dei Banshees. Si sentono diverse influenze dei The Mission sopratutto quelli di Carved in Sand, o dei Sisters of Mercy dei primissimi anni '90. Insomma quel post-punk che si stava bruciando col sole rivelando psichedeliche visioni lisergiche. "Civilize" è una frenetica electro-post-punk song dove la voce è filtrata e dove gli effetti electro sono tutti lasciati uscire dalla pedaliera di Sugizo. Anche se la batteria ha velocissime tendenze punk, le chitarre meravigliose e acquatiche di Inoran (altro elemento fondamentale e di riconoscibilità dei Luna Sea) lasciano i brani sempre su una superficie pop-rock. Questo album aprirà la strada - per quello che riguarda le sonorità - a tantissimi album di altrettante band che si erano a loro volta formate perché i Luna Sea avevano rilasciato il primo debut. Luna Sea (e in qualche modo kuroyume) hanno creato almeno due o tre mode all'interno del visual-kei decidendo quando era giunto il momento di cambiare stile, di ammorbidirsi, di cambiare citazioni. "Civilize" e "In Future" detteranno lo stile proprio per Fake Star di kuroyume o in genere il nagoya-kei del 96-97 (Pierrot, Hakuei, Lareine…). "True Blue" è una versione un pelino più dozzinale di "Rosier" ma la successiva "Mother" è uno dei picchi più alti delle creazioni dei Luna Sea. Ballad romantica, con violini e arpeggi, suonata praticamente in ogni set-list; una sorta di versione gemella dell'opener. Per quanto io sia tremendamente legato a Image e ad Eden, ci sono tracce che in Mother non posso più ascoltare perché sono diventate stucchevoli; ma facendo un passo indietro è importante capire che questo album ha una maturità davvero unica, soprattutto per quegli anni.
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Aetherna, in cammino verso il V HellFest
Gli Aetherna sono una alternative goth band romana con diversi anni di esperienza alle spalle. Dopo i classici cambi di formazione stabilizzano la line up che dà vita al primo disco. In questa intervista si raccontano, spiegano il loro concetto di underground, cosa significa per loro suonare dal vivo. Una chiacchierata che li porta verso l’esibizione del 1 luglio a Velletri in occasione del V Hellfest in una edizione il cui ricavato verrà devoluto completamente in beneficienza.
Una presentazione per chi non vi conosce
Ciao, siamo Marianna (Voce), Enzo e Vittorio (chitarre), Marco (basso), Giovanni (batteria) e insieme diamo vita agli AETHERNA, band Alternative gothic metal. La band nasce nel 2015 con un’altra formazione, nel 2019 pubblica il suo primo disco Darkness Land. Nel 2021 entrano nella Band Giovanni e Marianna e con la loro nuova influenza, possiamo dire oggi che siamo prontissimi all’uscita del nostro secondo Album che avverrà entro l’anno (attualmente è in fase di produzione). Purtroppo non possiamo dire molto a riguardo, tranne che sarà un album che rispecchierà le influenze di tutti: il risultato è un album con brani talvolta eterogenei tra loro, perché in ognuno emerge un pezzo di ognuno di noi. Siamo particolarmente soddisfatti del risultato, provare per credere!!!
Entriamo subito nel merito dell’intervista: per qualcuno la musica live sta morendo. Cosa ne pensate? Domanda complessa. Tralasciamo al momento la distinzione tra cover band e band che fanno inediti (perché per entrambe la risposta ha delle differenze). Escludiamo anche i gruppi Mainstream (i quali grazie al cielo riempiono ancora gli stadi). Per i gruppi appartenenti alla scena Underground a causa dell’avvento dello streaming che ha ridotto drasticamente la vendita dei dischi, l’attività live è diventata la principale (se non l’unica) forma di sovvenzione dell’attività musicale. L’offerta nel panorama musicale resta alta e il più delle volte qualitativamente eccellente, essendoci tantissime band degne di nota attive, che per passione (e si badi solo quella) continuano a portare avanti i loro progetti malgrado le enormi difficoltà. Basti pensare alle ore di studio e di prove, ai fondi necessari per la strumentazione, alla fatica del settaggio e allestimento del palco (talvolta per pochi minuti di esibizione). E tutto questo il più delle volte al solo scopo di portare la propria musica all’attenzione del pubblico. Inoltre va preso atto che ci sono pochi spazi per esibirsi e molti locali non hanno cura di agevolare e facilitare il compito dei musicisti (i quali talvolta si sentono più degli ospiti sgraditi che degli artisti invitati). Un giorno speriamo di poter rispondere a questa domanda con un secco no!!! La musica live è l’unica possibilità che le persone hanno per avere un legame diretto con le band e con la musica viva, Live appunto!! Ma al momento anche se non crediamo stia morendo, siamo consapevoli che sta diventando molto difficile da attuare.
Che cosa vuol dire per voi suonare dal vivo? Significa appunto dare VITA al nostro mondo attraverso la musica; esprimere le nostre idee, mostrare le nostre anime, il nostro lavoro che altrimenti, resterebbe solamente un sogno inespresso. Creare un legame con il pubblico e renderli partecipi della nostra essenza. e con molta umiltà diciamo che fino ad oggi tutto ciò è piaciuto molto a chi ha avuto la curiosità di affacciarsi.
Perché avete deciso di prendere parte ad un festival? In primis perché amiamo i festival. Ci danno l’occasione per conoscere nuove band e creare legami ed interazioni musicali. Quello che avviene dietro le quinte tra band che condividono lo Stage è qualcosa di fantastico. Nello specifico poi abbiamo abbracciato fin da subito la causa dei questo festival in particolare; la beneficienza è sempre un tema che merita ascolto e partecipazione ed il nostro lo avrà sempre!! Siamo fermamente convinti che uniti possiamo cancellare la parola impossibile dal vocabolario.
Secondo la vostra esperienza, come è cambiato il pubblico? Il pubblico cambia, e cambierà sempre. Ma non nel senso di attenzione nei confronti della musica stessa, quanto piuttosto nei confronti del genere musicale. Nuove sonorità, nuovi temi, nuovo tutto. Il Pubblico segue generi e stili musicali in eterna evoluzione, e questo dà vita ad un moto di cambiamento della musica stessa, che oggi deve correre alla stessa velocità di quel cambiamento. E’ inevitabile, il mondo in generale è in continua evoluzione ed è bene che sia così, permette a noi band di avere sempre stimoli nuovi su cui lavorare.
Vedete un cambio generazionale? Lo vorremmo tanto. Le nuove generazioni sono purtroppo influenzate da generi musicali “modaioli” dove la musica lascia lo spazio a testi accattivanti e ridondanti. Tuttavia confidiamo che con il passare del tempo possano scegliere davvero cosa è di loro gusto andando a cercare anche altro, non solo quello che viene propinato da algoritmi e simili. Infondo quello che notiamo è anche chi si trova “casualmente” ad un concerto live (magari per supportare un amico) ne rimane folgorato e amplia i propri gusti. Torniamo all’estrema importanza della musica live, unico veicolo per toccare il cuore del pubblico.
La difficoltà maggiore del suonare dal vivo? Le uniche vere difficoltà sono spesso le modalità di gestione degli eventi; insomma noi siamo una band! Dovremmo avere come unico pensiero quello di suonare e fare una performance eccellente… ed invece spesso le condizioni in cui dobbiamo esibirci sono estreme. Palchi piccoli senza ricicli d’aria, operazioni di scarico e ricarico strumentazione non agevolate. Tempi ristretti per montaggio e smontaggio dell’attrezzatura. Potremmo elencarne un’infinità, che comprendono la scarsa qualità delle set list presente nei locali, all’incompetenza dell’addetto audio che talvolta è improvvisato (con tutto ciò che ne consegue in termini di resa audio del concerto).
Cosa manca ai concerti, pubblicità, supporto del pubblico o cosa? Sarebbe bello ci fossero sempre entrambe le cose, che tra loro sono collegate ovviamente, ma il discorso è molto più ampio. Da un lato il pubblico spesso ha bisogno di buoni motivi e stimoli per andare ad un concerto. Dall’altro bisognerebbe più soffermarsi sulla logica del rendere invitante l’esperienza e non scoraggiarla con biglietti esosi. Per noi basterebbe che il pubblico fosse sufficientemente curioso di conoscere e conoscersi attraverso la musica. Catturare e stimolare il loro supporto poi è compito della band. Infine mancano spazi e opportunità per poter anche solo far ascoltare quello che si ha da dire (in termini musicali si intende). Se non hai un’ottima base finanziaria questo mondo è proibitivo.
Una band per cui vi piacerebbe aprire? Se la vogliamo proprio sparare in alto … Nightwish, Epica, Evanescence.
Una che vorreste aprisse per voi? Abbiamo molte band amiche e sono tutte validissime. Non riusciamo a sceglierne una soltanto … ahahahah
Il vostro concetto di underground? Beh se la vediamo in senso letterale Underground, con movimento sotterraneo, intendiamo tutte quelle realtà, come la nostra, che vive nel sotterraneo dove non arrivano troppe luci ma che molto spesso regala bellissime soddisfazioni. Come l’esser stati opener dei Lacuna Coil (15/06/2019) o per aver partecipato ai Rockin’ 1000 allo Stadio dei Marmi a Roma il 06/06/2023 (Giovanni e Marianna).
La sua ‘malattia’ peggiore? La cura? La sua malattia è l’estrema difficoltà nell’emergere. Molti investono tanto in termini di energie e passione e il più delle volte le aspettative che ne derivano vengono tradite. Pochi spazi, poche possibilità poca cura e rispetto per qualcosa che invece andrebbe protetto e costruito. Tutti i grandi della storia, dai Beatles ai Nirvana, passando per i Queen e Guns N’ Roses hanno iniziato nell’underground; se qualcuno non li avesse notati oggi mancherebbero pezzi di storia intramontabile. La cura sta proprio tutta la. Agevolare l’emersione dei talenti morti assopiti nell’Underground.
Una band underground che consigliereste? La nostra ahahahaha… tornando seri, senza dubbio i Neurasty
Una mainstream che ancora vi stupisce? Da dove iniziamo l’elenco? Ahahahah sicuramente gli Epica e gli Arch Enemy, Lacuna Coil, Stone Sour, Disturbed…. bastano? .
Una domanda che non vi hanno mai posto ma vi piacerebbe vi fosse rivolta? Ma quanti MI stoppati deve fare Vittorio in Inside? Ahahaha scherzi a parte, cosa c’è dietro la creazione della vostra musica? Quanto è difficile, quanta passione richiede e dove trovate la forza di andare avanti?
Se foste voi ad intervistare, ipotizzando di avere a disposizione anche una macchina del tempo, chi intervistereste e cosa gli chiedereste? Ai Lacuna Coil e gli chiederei quanto è stata dura la scalata al successo, così per capire come anni fa hanno potuto crearsi l’enorme fama che hanno, senza l’aiuto dei social e dei mezzi moderni. A Freddy Mercury, se si è mai sentito incompreso come artista. Agli Slipknot come hanno fatto a creare in un silos un fenomeno ad oggi di portata mondiale.
Un saluto e una raccomandazione a chi vi legge Siamo molto felici dello spazio che ci è stato dedicato e delle bellissime domande. La raccomandazione che facciamo è di andare ai concerti, il sostegno per tutte le band underground e che fanno brani originali è fondamentale. GRAZIE A TUTTI !!
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Screenshots from Arrow Video's Gothic Fantastico boxset, including Lady Morgan's Vengeance, The Blancheville Monster, The Third Eye, and The Witch. Find more at the link!
#gothic fantastico#arrow video#bluray#cult films#horror movies#movies#horror#horror film#screenshots#the blancheville monster#the witch#the third eye#lady morgan's vengeance#film stills
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Preview- Gothic Fantastico: Four Italian Tales of Terror (Limited Edition Bluray)
Preview- Gothic Fantastico: Four Italian Tales of Terror (Limited Edition Bluray)
While Mario Bava remains the best-known purveyor of Italian Gothic horror, many other filmmakers tried their hand at the form throughout the 1960s. Gothic Fantastico presents four titles from this classic period, all of which demonstrate Italy’s ability to expand genre beyond the classic literary monsters that dominated elsewhere. Gaslighting abounds in Massimo Pupillo’s Lady Morgan’s Vengeance –…
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#Alberto De Martino#Damiano Damiani#Gothic Fantastico#Lady Morgan’s Vengeance#Mario Bava#Massimo Pupillo#Mino Guerinni#The Blancheville Monster#The Third Eye#The Witch
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THE BLANCHEVILLE MONSTER aka HORROR (1963) Reviews and Blu-ray news
THE BLANCHEVILLE MONSTER aka HORROR (1963) Reviews and Blu-ray news
The Blancheville Monster is being released on Blu-ray by Arrow Video as part of the four-film limited edition Gothic Fantastico box set which is due out on October 17, 2022. “While groundbreaking director Mario Bava (Black Sunday, Black Sabbath) remains the most well-known purveyor of Italian Gothic horror, many other filmmakers tried their hand at the form throughout the 1960s as part of a…
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#1963#Alberto De Martino#Blu-ray#Edgar Allan Poe#Gérard Tichy#Helga Liné#horror#Italian#movie film#review reviews#Spanish#The Blancheville Monster#trailer
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The Sunnydale Herald Newsletter, Tuesday, May 11
BUFFY You know, one of these days I'm just gonna put you two in a room and let you wrestle it out. SPIKE No problem at this end. BUFFY There could be oil of some kind involved.
~~Chosen~~
[Drabbles & Short Fiction]
Living the Dream (Spike/Buffy, background Angel/Buffy, R) by Holly
One-Eyed Feels (Xander, Teen) by madimpossibledreamer
The Crowns of Snowdonia (Giles/Buffy, M) by froxyn
Choosing My Confessions (Spike/Buffy, M) by frankie_bell
In a Manner of Speaking (Spike/Buffy, G) by lafillesauvage
A kitty teaches a creep a lesson (Miss Kitty Fantastico vs. Andrew, T) by Aragorn_II_Elessar
[Chaptered Fiction]
Choices, Chapter 1-3 (eventual Spike/Buffy, temporary Angel/Buffy and Spike/Other, M) by lafillesauvage
Return of The Key, Chapter 1-2 (crossover with Lord of the Rings, Dawn/Rumil, Buffy, Scoobies, T) crossposted by curiouswombat
Child of Shadow, Chapter 19 (Spike/Buffy, R) by Sigyn
Dead Ringers, Chapter 3 (Spike/Buffy, Buffybot, NC-17) by AlloSpoike
How Anya Became a Fairy Godmother, Chapter 4 (Spike/Buffy, Anya, PG-13) by maryperk
High and Mighty, Chapter 2 (Spike/Buffy, NC-17) by MillenialCryBaby
Bereft, Chapter 6 (Spike/Buffy, NC-17) by Twinkles
2187 Days, Chapter 6 (Spike/Buffy, NC-17) by Irishrose
Lil' Ripper Makes a Friend, Chapter 31 (Spike/Buffy, Spike&Giles, NC-17) by Soulburnt
Embers, Chapter 5 (Spike/Buffy/Angel, NC-17) by Dusty
Marked, Chapter 17 (crossover with Supernatural, Faith/Dean, FR21) by Holly
Death Is Buffy's Next Great Adventure, Chapter 44 (crossover with Harry Potter, Buffy/Tom Riddle, FR15) by Sharie
England, here I come, Chapter 8 (crossover with Harry Potter, Xander, Faith, FR15) by Hawklan
[Images, Audio & Video]
Drawing: Buffy in "When She Was Bad" (worksafe) by h3llmouth
Drawing: kendra lives au (Buffy & Kendra, Mr. Gordo, worksafe) by sunnyhellcalifornia
Manip: Spike (worksafe) by drulovesspike
Manip: Edit of my two favourite lovers (Spike/Drusilla, worksafe) by drulovesspike
Comic strip: The Hero of Three Faces (Illyria, Xander, Buffy, Dawn, worksafe) by Paul Gadzikowski
[Reviews & Recaps]
Thoughts on s7: part 1, part 2 (Kennedy/Willow), part 3 (Spike) by emmathompsonegot
Buffy 9.07 "On Your Own - Part 2" (Dark Horse) by Stake fodder
Buffy 9.08 "Apart (Of Me) - Part 1" (Dark Horse) by Stake fodder
BOOM! Buffy The Vampire Slayer # 25 by BAF and others
[Fandom Discussions]
[The sexual things Buffy does with Spike are dealt with really weirdly] by yourfriendlysunnydalebimbo, slay-gal
[Headcanons about Spike and Drusilla interacting with Connor as a new family member] by yourfriendlysunnydalebimbo, fuckyeah-i-read-blog
Parallel between Angel/Spike and Hannibal/Will Graham by randomhannibalarchive, idabbleincrazy
imagine if a side effect of the magic in chosen resurrected all past slayers by thegrimmgrimm
[The line betwen main character and recurring character; Clem; himbos] by buffy-thoughts, earhartsease
Why did Spike stay in Sunnydale the summer after season 4. by gothic-buffy
listen i love angelus….. by wanderingsuns
me on TedTalk talking about people hating dawn and faith by faithlehaneapologist
What keeps you here chatting about Buffy and Co.? by ILLYRIAN and others
Which one of these dead characters would you bring back to life? hosted by sunestellar
Buffy gets names wrong (malapropisms) by 71 Avalon, TriBel, and others
Do you remember the first time you saw a Buffy episode and which one it was? by 71 Avalon and others
The Tree Scene in AYW (continued) by MikeB and others
Crossovers and ties: what worked, what didn’t and what do you wish we’d seen? (continued) by PuckRobin and others
Anya appreciation thread hosted by Toxic_Wasteland
Favorite moment by chemeli8
Who would you rather be your ally? (Illyria, Glory, Jasmine, or The First?) hosted by Animedjinn
Do you like Xander? hosted by Eggo999
Favorite Feminist Moments from Buffy the Vampire Slayer by PsychologicalFilm130
Do you prefer Buffy (the character) in season 1-4 or 5-7? hosted by Shiloh_Moon
[Articles, Interviews, and Other News]
A Cameo video from James Marsters (what song Spike would have picked in karaoke and Marsters' opinion on Buffy fans) via laurensshitpost
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BLUEBLOODS -- a psychedelic horror story by MACKIE
(the wip introduction)
THE ARCHAMBAULT ESTATE stood solemnly amongst the sprawling Beverly Hills mansions. At one point, the façade had to have been glistening white stucco, though after years of neglect, smog had stained the house an unattractive brownish gray. It was no wonder why the locals called it the haunted house: it didn't just look uninviting, it looked uninhabitable.
status | lore building, outlining
genre | horror, gothic horror, elements of giallo-fantastico, elements of horror comedy
content warnings | substance use, language, toxic lgbt relationships, manipulation, altered mental states, medical issues, graphic violence, murder, blood, body horror, death
inspirations | daphne du maurier's REBECCA, guillermo del toro's CRIMSON PEAK, sheridan le fanu's CARMILLA, shirley jackson's THE HAUNTING OF HILL HOUSE, sergio martino's ALL THE COLORS OF THE DARK
pov | third person limited
playlist | on spotify, will be updated regularly.
SUMMARY
October, 1971. Moira Vance's life is changed forever when she recieves a telegram informing her of the death of an ultra-wealthy ancestor. As the sole descendant of silent film star-turned-oil magnate Gilda Archambault, Moira inherits not only her forty million dollar fortune -- but the decaying Archambault Estate.
After moving into the Estate with her best frined, Alex Basetti, and beginning renovations, the two oncover a locked door hidden behind a layer of wallpaper in the basement. Moira quickly becomes obsessed with the house, with the architects involved in building the house, and with the history of the Archambault family. Alex stages an intervention when Moira's health begins to slip, but Moira rejects her. Alex, angry, leaves Moira to be consumed whole by her ancestry. literally.
CAST OF (known) CHARACTERS
Moira Vance (25, she/her) Orphaned at a young age and raised by her aunt, Moira is preparing for her final semester of law school when she learns that she inherited forty million dollars.
Alex Basetti (24, she/her) - As Moira's best friend and roommate, she spends most of her time when she's not juggling shifts at the bar down the street helping loosen some of Moira's strings.
David Berkhauer (20, he/him) - A part-time struggling musician, part-time weed dealer pursuing a teaching degree he doesn't want. He, Moira, and Alex are neighbors on friendly terms, but he considers them too old to be his friends.
TAG LIST
No one yet, but if interested, drop me a message/ask/reply!!
#wip: bluebloods#there are some twists i already have mapped out and im so excited to share them with you#writeblr#writeblr wip
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The Blancheville Monster (1963) [Blu-ray review]
Gothic cinema gets its moment to shine in Gothic Fantastico. “The Blancheville Monster” (1963), a haunting Gothic horror that continues to captivate audiences with its eerie atmosphere and timeless themes. Directed by Alberto De Martino, this Italian-Spanish co-production delves into the depths of family curses, ancient legends, and the terrors that lurk within the walls of an old mansion. One…
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CALTAGIRONE - MUSEO DI VILLA PATTI
La curiosità dei siciliani verso il mondo al di la del mare è sempre stata molto forte anche quando non si usava la parola emigrazione. I nobili ed i ricchi borghesi siciliani amavano infatti esplorare quel mondo strano senza mare e con molto verde che era la penisola e le terre ad essa collegate. Nel tornare nel grembo della loro terra, raccontavano le bellezze e le stranezze di quelle terre. Così nel 1700 un ricco possidente di Caltagirone, dovendosi costruire una villa in campagna dove passare le giornate sciroccose e calde dell’estate, decise di costruirsela in mezzo ad un bellissimo parco in quello stile gotico che aveva visto a Venezia. Nasce così Villa Patti, che restaurata nel 1800 e riammodernata recentemente è diventata un bellissimo museo dell’arte ceramica che a Caltagirone ha una delle sue patrie più importanti. Non vi sono solo ceramiche ma arredi, quadri, dettagli della vita del 1800, il tutto immerso in un parco bellissimo, pieno di piante locali ed esotiche per adattare anche il giardino a quel sogno fantastico che l’ideatore della villa aveva avuto sognando, nel mezzo delle colline argillose locali, una bella casa eguale a quella del Canal Grande di Venezia.
The curiosity of the Sicilians towards the world beyond the sea has always been very strong even when the word emigration was not used. The nobles and the rich Sicilian bourgeois loved to explore that strange world without sea and with a lot of green that was the peninsula and the lands connected to it. On returning to the womb of their land, they told the beauties and the strangeness of those lands. So in 1700 a wealthy owner of Caltagirone, having to build a villa in the countryside where to spend the hot days of summer, decided to build it in the middle of a beautiful park in the Gothic style he had seen in Venice. This is how Villa Patti was born, which was restored in 1800 and recently refurbished. It has become a beautiful ceramic art museum that has one of its most important homelands in Caltagirone. There are not only ceramics but furnishings, paintings, details of the life of 1800, all immersed in a beautiful park, full of local and exotic plants to also adapt the garden to that fantastic dream that the creator of the villa had dreamed of, in the middle of the local clay hills, a beautiful house equal to that of the Grand Canal of Venice.
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Det Som Engang Var è stato il primo album di Burzum che abbia ascoltato e, in un certo senso, è stato il primo “vero” album black metal che mi ha portato alla ricerca e all’amore verso quello che oggi è considerato old-school. Prima di questo disco avevo sommariamente ascoltato solo Dimmu Borgir e Cradle of Filth ed era sicuramente settembre-ottobre del 1999. Riuscii a mettere le mani pure su Damned in Black degli Immortal e, benché non fosse (e non è tutt’ora) un disco di puro black metal norvegese, era qualcosa di diverso rispetto alle sinfonie estreme appena citate. Tutt’ora rimango impressionato dal timbro dello screaming di Varg e lo riallaccio ad uno stralcio di intervista che tenne Euronymous nel 1992 descrivendo il debut di Burzum come “il disco black metal più estremo mai sentito”. L’estremismo di Burzum non è sicuramente la velocità, la capacità di sfornare dei riff killer né l’aggressività. È qualcosa indissolubilmente connesso al suo monicker “oscurità” in linguaggio orchesco. E per quanto ci siano tutti i rigurgiti adolescenziali di un ragazzino che amava Tolkien e il mondo fantastico della Terra di Mezzo, la malinconia sprigionata dalle sue note rientra in un nuovo panorama di musica estrema; nuovo ma che lo stesso Burzum contribuisce a costruire.
Le dissonanze presenti nei semplici riff di “Key to the Gate” sono un esempio; “En Ring til Aa Herske” e “Lost Wisdom” saranno forse i brani che caratterizzeranno più questo genere di black metal, uno stile successivamente detto “burzumiano”. Alcune atmosfere del primo death metal inglese vengono prese e suonate con le accordature standard; l’utilizzo del tremolo sarà la matrice fondamentale che separerà black metal da death metal anche se in queste tracce appena analizzate si sente ancora un modo di suonare metal che si può dire “classico”. C’è tanto di death quanto di thrash; sicuramente non con l’acceleratore premuto come in questi generi padri ma parliamo di ragazzi, di personaggi che erano cresciuti con questi generi e se ne stavano distaccando; e il distacco arriva sempre per gradi. Se si analizzano le parti di chitarra o di batteria in sé probabilmente non si vedrà niente di nuovo, ma è l’insieme del songwriting a rivelare la novità del black metal. “Det Som Engang Var” è sicuramente l’album più malinconico del Conte; quasi tutto si sorregge su arpeggi che poi centinaia di band riutilizzeranno. La porta verso una decadente malinconia è appena stata aperta e oltre questo sentiero si formeranno gruppi come Bethlehem, Judas Iscariot, Nargaroth, Shining, Xasthur, Leviathan, Nortt e tanti altri. Ma questo tipo di malinconia, di scarnificare il suono rendendolo essenziale ma monumentale e melodico modificherà anche l’approccio compositivo di band già esistenti (tipo Transilvanian Hunger o Panzerfaust dei Darkthrone). “Naar Himmelen Klarner” suona di gothic tanto quanto i Paradise Lost, ma è il contesto dark-fantasy appena accennato che porta l’album in un’altra dimensione. Le dissonanze pazzesche in “Snu Mikrokosmos Tegn” mi lasciano ancora una certa impressione; in questa traccia e, in modo quasi paradossale nella sua violenza, sono già nati i germi del Burzum più psichedelico e caotico, quello dei due album successivi. Questo è il brano più aggressivo, l’unico in cui compare il blast-beat, e l’impressione è questo impercettibile aumento di tempo che poi piano piano regredisce e aumenta ancora in modo irregolare. Il modo incredibile di creare questi riff, che si abbracciano e divergono, è tipico del black metal; influenzeranno Immortal, Enslaved, Ulver e tutti gli altri; il modo in cui il brano va in pausa per poi ripartire col classico 4/4 è qualcosa che si può descrivere solo col termine “classico”; i lamenti in voce pulita sulla coda del brano (e anche in “En Ring Til Aa Herske”) saranno quei tasselli in più che hanno sempre spostato Burzum nel lato più malinconico e introspettivo del black metal.
#Burzum#1993#Cymophane#Misanthropy#Norway#black metal#melancholic#Mayhem#Enslaved#Immortal#Shining#Judas Iscariot
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"A través de la opacidad de la naturaleza y del alma" (Nota: luego de unos arreglos, este diseño quedo fantastico). #diseño #design #costura #modismo #confeccion #tejido #bufanda #tapado #darkfashion #gothicclothing #gothicfashion #fashion #model #boystyle #moda #mode #argentina #dark #gothic #disegno #kleidung #alternative https://www.instagram.com/p/BxtfDOjF1Hr/?igshid=m1rw7jtndkel
#diseño#design#costura#modismo#confeccion#tejido#bufanda#tapado#darkfashion#gothicclothing#gothicfashion#fashion#model#boystyle#moda#mode#argentina#dark#gothic#disegno#kleidung#alternative
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Lisbon city guide: where to eat, shop, stay and more
Once a trading port city at the mouth of the Tagus river, Portugal’s Lisbon has grown (and to this day, still carries on growing) into a fantastically diverse hotspot, with plenty more tricks up its sleeve than its custard tarts. For a break brimming with vibrant colour, relaxing mornings and even more chilled-out nights, set your sights on this city, where living like a laid-back Lisbonite is both affordable and dangerously easy.
Lisbon, Portugal. Image: iStock/SeanPavonePhoto
What to see and do
Seek out secret viewpoints
The popular panoramas from Amoreiras, the Elevador de Santa Justa and Miradouro das Portas do Sol may be iconic, but make it your mission to seek out the city’s lesser-known viewpoints for an even more marvellous landscape minus the usual crowds. Located in front of a pretty rose-hued palace, the Jardim das Necessidades offers up the best views of the Ponte 25 de Abril bridge; Miradouro da Senhora do Monte is another quiet spot, and one of the city’s highest and most enchanting come sunset; elsewhere, the layered views across the city, castle and river beyond are well worth the walk up to the top of Parque Eduardo VII.
Explore São Jorge Castle for a fill of Moorish history
Sat on a hilltop overlooking the city, this landmark is perhaps Lisbon’s most iconic and noticeable. Set in the heart of the historic centre, and surrounded by winding roads, the grounds of this 11th-century castle are also home to a Black Chamber room for 360-degree snapshots of the city, an archaeological exhibition area, a garden with native forest species, and the ruins of the former Royal Palace of the Alcáçova – and of course, the views are second-to-none. The walk up towards the castle is certainly rewarding if you’re looking for friendly watering holes, small alleyways filled with character, and photogenic tiled facades with which to fill your Instagram feed – but should the walk prove too steep, hop on board a tram for a sweat-free and no less scenic journey.
Ride an old tram through the enchanting Bairro Alto
Whether or not you’re walking Lisbon’s tourist path, you’ll likely wind up on Rua da Bica de Duarte Belo, a steep stretch near Bairro Alto which a highly-photographed funicular has travelled up and down since the late 1800s. Hop onto this yellow tram for a chance to experience the city from a unique and old-school vantage point – to your left and right, catch glimpses of local life (from the rainbow-hued graffiti-clad buildings to the laundry hung out to dry from petite balconies), and look ahead to spot the glimmering river in the horizon.
Rua da Bica de Duarte Belo in Lisbon, Portugal. Image: iStock/RossHelen
Soak up the sardine craze
You may have already heard of Lisbon’s sardine obsession – and once there, you’ll soon realise the city’s affection for this slim fish knows no bounds. Visit in the summer (June being the usual time of year) to catch the fun-spirited Lisbon Sardine Festival, a religious event otherwise known as the Feast of St. Anthony. Stock up on tinned sardines from the quirky O Mundo Fantastico da Sardinha Portuguesa and the Conserveira de Lisboa, or invest in a handful of colourful ceramic alternatives – the perfect souvenir with which to adorn your walls back home. Take a break from shopping or seafood-quaffing and make a beeline for the Rua dos Correeiros Archaeological Nucleus – a treat for history buffs, offering free and insightful underground tours of a former sardine factory (you’ll need to book your time slot in the building next door).
Discover the city’s tiles, tiles and more tiles
Without doubt one of its most distinctive features, Lisbon’s tiles are world-renowned and give the city its truly beautiful, signature appeal. Known locally as azulejos and loved for lining building facades with plentiful patterns and colours (Alfama is your go-to for brilliant displays of tiles and graffiti), they also form elaborate murals across historic landmarks and public sites: the Church and Convent of Madre de Deus showcases fine blue-and-white examples (this 16th-century structure also houses the Museu Nacional do Azulejo, established in the 1960s), while underground Metro stations, such as Oriente and Olaias, offer a visually-appealing, contemporary and artistic take.
Take a day trip further afield
While you’ll never tire of Lisbon’s high streets and tiny cobblestone alleyways, staying a little longer will give you time to explore a handful of unmissable day-trip destinations, located within easy reach by train. With its quaint town centre, toy-like Pena Palace, brilliant white National Palace and the Quinta da Regaleira (a UNESCO World Heritage Site known for its Gothic architecture and surreal gardens), Sintra is a touristy yet fascinating chart-topper. During warmer months, Cascais is a fine option for those who’d prefer to do nothing more than flop onto soft sands and sun themselves silly. Wherever you choose, just remember to pre-book your train and admission tickets or arrive at the station with plenty of time to spare – Lisbon’s stations are small, ticket booths are usually scarce, and the queues are lengthy.
National Palace of Sintra, Portugal. Image: iStock/SeanPavonePhoto
Where to eat and drink
Tapisco
For a tapas-style experience rich in Mediterranean character and flair, take a 15-minute stroll from Rossio Square to find this bright and bustling spot on Rua Dom Pedro V. Grab yourself a bright red stool at the vermouth bar (the first of its kind in Lisbon) or kick back in a booth, to enjoy a Portuguese-meets-Spanish menu by Chef Henrique Sá Pessoa and his team. Dishes are wide-ranging and include marinated salted cod with red onion pickle, Iberian charcuterie boards, squid ink paella, and coal-braised delicacies.
Park Bar
Couple a drink or three with those unforgettable vistas for which Lisbon is known, on a late afternoon-cum-evening jaunt to this hip, seventh-floor bar above a car park on Calçada do Combro. Warm, welcoming and informal, it serves up great drinks and snacks, views for as far as the eye can see towards the river and Ponte 25 de Abril bridge, and an entertaining events programme that ranges from DJ performances to outdoor film screenings.
Páteo at Bairro do Avillez
Simplicity meets sophistication at Chef José Avillez’s most stunning Lisbon outpost, where the foliage-filled, two-tiered interiors are truly sensational – and the varied menu of Portuguese fare is pretty impressive, too. Start your culinary journey off with Bulhão Pato clams, followed by Prawn Açorda or blue lobster on coals with Bairro’s special sauce. For something a little more low-key, try one of Avillez’s numerous other venues: Pizzaria Lisboa for a generously-sized take on the classic Italian pie, Taberna at Bairro do Avillez for rave-reviewed food in a market-style space, or Cantinho do Avillez for informal gastronomic dining amid colourful antiques.
Páteo – Bairro do Avillez, Lisbon. Image courtesy of Grupo José Avillez
O Prego
Located in a corner building near São Jorge Castle, this restaurant will offer welcome respite on your steep uphill climb towards this historic landmark. Head here for the photogenic bruschetta platters, topped with spiced sausages, cheese, fish and fruit, and be sure not to leave without your fill of fantastic local wine. For those with bigger appetites, the traditional Portuguese seafood soup is a flavourful treat you’ll not want to miss. Nab yourself a spot on the small outdoor terrace on sunny days, or enjoy the warmth of the restaurant’s rustic indoor dining area.
Time Out Market’s food hall
If you’re a ravenous traveller who simply can’t settle on just one eatery (and why should you?), make for the Time Out Market’s food hall. Since its opening in 2014, it has been a hit amongst tourists and locals alike, who flock here for more than 40 stalls serving up the dreamiest of flavours – from messy burgers and ice-cold lagers, to expertly-mixed cocktails and refined fare by Michelin-starred names. Sample the freshest oysters at Marisqueira Azul, before sinking your teeth into traditional Portuguese snacks with a sophisticated twist at Balcão da Esquina – but leave enough room for the carefully curated cakes at Nós é mais Bolos, and don’t forget to grab a bag of Croqueteria’s much-loved croquettes for the road.
Casa dos Ovos Moles em Lisboa
For sweet pastries heightened to a whole new level, head straight to this hotspot’s two branches in either Estrela or Chiado – the former for a signature experience packed full of colour and kitsch fun, or the latter for a decidedly more rustic yet equally charming atmosphere. Line your stomach with their speciality, ovos moles – a 500-year-old Portuguese pastry born in convent kitchens back in the 16th century, and offering up a tasty slice of history today. You’ll find a huge variety of confections to choose from, including the conical tocha do monge and the cute, crescent-shaped pasteis de Santa Clara turnovers.
Image courtesy of Casa dos Ovos Moles em Lisboa
Quiosque Ribeira das Naus
Take the riverside stroll from Comércio Plaza towards the Ponte 25 de Abril bridge, and you’ll come across this al fresco café-bar, offering loungers and a shaded seating area for a drinking experience that’s as relaxing as can be. Whether you’re stopping by for a quick drink or hanging around a little longer to catch the sunset across the river (a remarkable sight on warmer days), you’ll soon find yourself slipping back a few gears, as you soak up the chilled-out atmosphere and slow-sip a cold beer.
Leopold
You won’t find any cooked dishes at this small and intimate restaurant, where Chef Tiago Feio uses his fiery wit rather than a stove to create a tasting menu of balanced and incredibly thoughtful regional dishes, made using locally-sourced ingredients. Set in a former bakery near São Jorge Castle, it provides an ultra-refreshing culinary thrill paired, but of course, with delicious wines and quality service – all traits which have earned it top TripAdvisor ratings and reviews.
A Taberna da Rua das Flores
Prepare yourself for a feast at this traditional taverna, where the dining area is so small and the reputation is so great that you’ll need to arrive early (and mostly likely queue) for a table. Convivial, buzzing and informal, it offers a set menu, presented by waiters to each table alongside recommended wine pairings – an attention to detail that’s showcased across the sharing dishes, too, each bursting with authentic Portuguese flavours, fresh ingredients and eye-catching presentation.
A Taberna da Rua das Flores, Lisbon. Image courtesy of A Taberna da Rua das Flores
Where to shop
Embaixada
Based in Ribeiro da Cunha Palace, a beautiful and iconic 19th-century building, Embaixada is one of Lisbon’s most sought-after and popular shopping galleries. Find independent boutiques and artists selling high-end accessories, homeware and craftwork, and head to the open dining area on the ground floor to refuel after a spot of retail therapy. If you’re a lover of architecture and design, it’s worth paying this hotspot a visit simply to marvel at the intricate detailing across the palace’s doors, walls, pillars and ceilings.
Mercado da Ribeira
Forming one half of the expansive Time Out Market – the largest in Lisbon – this traditional spot is your go-to for long-standing stalls selling piles of fresh seafood, meat, fruit, vegetables and flowers. Head to this historic venue early, as the produce market opens from 6am until 2pm only. For edible treats from lunchtime until much later in the day, the adjacent food hall (reviewed above) provides plentiful chances to line your stomach with hearty food and drink.
LX Factory
History meets contemporary cool at this creative island and shopper’s haven, located on a sprawling, 23,000-square-metre industrial site. There’s a little something for everyone here, and the plethora of artist-run shops and eateries make the 20-minute train journey (or hour-long riverside walk, if you’re so inclined) worth it – whether you’re after your fill of fashion, music, fine art or finger-licking-good food. Stock up on wall art at Bairro Arte and realise your vintage homeware dreams at muitomuito, before sitting down for a bite to eat – we have a soft spot for LXeeseCake by Madame Cheeselova, where the coulis-topped cheesecake is melt-in-your-mouth spectacular.
LX Factory, Lisbon. Image courtesy of LX Factory/Ricardo Junqueira
Garrafeira Nacional
No visit to Portugal would be complete without a taste of the local wine and port, and you’d be foolish not to want to take a few bottles of the country’s finest back home with you. Located on Rua de Santa Justa, just steps from the Elevador that offers magical vistas, Garrafeira Nacional is your go-to for a seemingly never-ending range of wines, ports, whiskies and more. The service is on point, too, with knowledgeable staff on hand to help you navigate the maze of options.
Feira da Ladra
Antiques obsessives and junk collectors should head to this gem of a gypsy flea market and stock up on all matter of trinkets, from books and ceramics to military objects and clothing. Hop on board Tram 28 to reach the market, which is spread across Alfama’s Campo de Santa Clara from dawn to dusk on Tuesdays and Saturdays. You’ve the National Pantheon just around the corner for an impressive spot of post-shopping sightseeing.
Solar Antiques
If you can’t get enough of the city’s incredible tiles, scattered across its building facades in a flurry of patterned colour, you could always opt to take some home with you. Head to this marvellous shop on Rua Dom Pedro V, to find genuine tiles, elegant furnishings and more gorgeous decorative pieces, spread out across its three floors. Classified by the New York Times as one of the 12 Treasures of Europe, this shop sells a wide range of tiles dating as far back as the 15th century – even history buffs will find their slice of heaven here, as each tile offers a unique display of ancient styles and traditions.
Image courtesy of The 8 – Downtown Suites
Where to stay
The 8 – Downtown Suites
For a true like-a-local experience, snap up a stay at The 8 – a hip hotel in a great location between Bairro Alto, Alfama, São Jorge Castle and the riverfront, all no more than a 15-minute stroll away. Behind its bold tiled blue façade, expect to find hip yet understated guest rooms where wood floors and furnishings go hand-in-hand with monochrome colour palettes and design-led touches – from the geometric patterned rugs to the 1960s-inspired chairs you’ll love kicking back on after a day of sightseeing.
York House Lisboa
For something a little more sophisticated, book yourself in for a stellar stay at York House Lisboa, a truly charming and historic hotel near Santos station. Set in an old Carmelite convent dating back to the 17th century, its individually-decorated guest rooms and suites combine modern features, refined colour schemes, clean lines and plenty of natural light. Bask in the sunshine on the leafy outdoor terrace, before dining in a chic and classic setting at the on-site restaurant.
Hotel Valverde
If you’re looking to pamper yourself, this five-star stunner promises all the suave style, confidence and upscale character you could need. Poised by Avenida station, within easy reach of central sights, it favours relaxation by way of elegant yet sober décor – treat yourself to the Valverde suite for an aquarium window looking out onto Lisbon’s rooftops and São Jorge Castle. Should you wish to escape the city’s bustle for a few hours, the hotel’s outdoor terrace, Pateo, offers a swimming pool plus cocktails and 5pm tea service.
Image courtesy of Hotel Valverde
Palácio Belmonte
Located near the riverfront in Alfama, this hotel combines traditional Portuguese decor and old-world sophistication with current-day art and lifestyle – picture blue-and-white tiles from the 1700s sitting pretty alongside photographic art prints, contemporary decorative pieces and a cultural club showcasing music, modern art and history. Visit the on-site Leopold restaurant (reviewed above) for minimalist decor and the purest of fine dining experiences, or nab yourself a poolside lounger to top up your tan amid pretty gardens.
1908 Lisboa Hotel
Cutting-edge cool is the order of the day at 1908 Lisboa Hotel, which fills an award-winning 20th-century building with fun design-forward statements. The guest rooms here are simple yet stylish affairs, but the real show-stealer is its Restaurant Infame: open for brunch, lunch, dinner and bar treats until late, it serves a refreshing, internationally-inspired menu within a striking, industrial-themed space.
Memmo Príncipe Real
Putting style at the forefront, this five-star Design Hotel near Rossio Square emphasises smart urban living, with an ultra-modern facade hiding ultra-sleek interiors. Try contemporary fare followed by a craft cocktail at the restaurant and bar, ascend to the terrace for a dip in the pristine outdoor pool with spectacular city vistas, or simply retreat to the calm, modern elegance of your guest room – it’s all about fine lines and upscale elements in these, from the faux-fur throws to the smooth colour schemes. ■
Image courtesy of Palácio Belmonte/Sivan Askayo
Written for Secret Escapes’ blog, The Great Escape, published 20 April 2018.
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anoown replied to your post: Comunque nella padania gothic ci siamo dimenticati...
Bresciani Cacciatori di Vampirla…dun dun duuuunnnn!!!
I Vampirla mi mancavano, fantastico!
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