#Giovanni Francesco Guerrieri
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Barbara van Beck (1629 – c. 1668)
The Guardian: 'High-status' portrait of bearded woman bought by Wellcome Collection
On 15 September 1657 the diarist John Evelyn had a conversation with an intelligent, cultured German woman, dressed in the height of fashion, who played beautifully to him on the harpsichord. She also had “a most prolix beard, & mustachios, with long locks of haire growing on the very middle of her nose, exactly like an Island Dog.” The Wellcome Collection in London has acquired a remarkable portrait painted a few years before their meeting, which shows Barbara van Beck exactly as Evelyn described her: composed, dignified, wearing a beautiful and expensive low-cut grey silk dress, with a lace collar tied with a scarlet bow, and more ribbons in her hair which was, Evelyn wrote, “neatly dress’d … of a bright browne & fine as well dressed flax”. “We dont know who painted the portrait, or where, when or for whom, but the point of it is Barbara’s dignity,” Angela McShane, Wellcome’s research development manager, said. “This is a beautifully executed high-status painting. She is not portrayed as a freak as the Victorians would have described her – as I often say when lecturing, you can blame the Victorians for most things – but as a woman with great self-possession and presence, painted at a time when she would have been viewed, as Evelyn saw her, as wonderful, a natural wonder.” “There is nothing titillating about her low-cut dress either, though we might now see it that way. She is dressed is in the highest fashion of the day and contemporary viewers would have recognised that.” Samuel Pepys, Evelyn’s contemporary and friend, also met a bearded woman in London in 1668. Some historians believe it was the same person, but McShane thinks this was another woman with a different condition. The diarist described her as “a little plain woman, a Dane, her name Ursula Dyan, about 40 years old, her voice like a little girl’s, with a beard as much as any man I ever saw, as black almost and grizzly”. Evelyn had been dragged in by friends to see a Turkish tightrope walker, and was surprised to meet Barbara, whom he described as “the hairy Maid, or Woman”. He had met her 20 years earlier when she was only eight, but already being exhibited by her parents. She was born Barbara Ursler in 1629 near Augsburg in Bavaria, one of several children but the only one with the condition – unlike the famous Gonzalez family a generation earlier who were all famously hairy – and spent periods living at the French and several Italian courts. Her parents exhibited her in travelling shows, but she clearly also acquired an education. By the time Evelyn met her, she was in London for at least the second time, and had travelled widely across Europe. She spoke several languages, and as she told Evelyn, had married a Dutchman called Michael von Beck. She told him she had “one child that was not hairy, nor were any of her parents or relations”. Evelyn compared her appearance to that of an Iceland dog, a fashionable shaggy lap dog of the day. “Her very Eyebrowes were combed upward, & all her forehead as thick & even as growes on any woman’s head, neatly dress’d. There come also two locks very long out of each eare … the rest of her body not so hairy yet exceedingly long in comparison, armes, neck, breast & back … & for the rest very well shaped, plaied well on the Harpsichord.” McShane said Evelyn’s description of the meeting was significant. “They had a proper conversation, he didn’t just stare at her. There is nothing of the cheap sideshow about it. This is an elegant entertainment for aristocrats.” [...]
#It took me so long to make a post about this painting and Tumblr didn't let me publish it.#Something about the last couple of paragraphs bothers the algorithms.#art#Barbara van Beck#Giovanni Francesco Guerrieri#Italian art#uncertain attribution#women in history#hypertrichosis#hirsutism#Ambras syndrome#1600s#17th century#Samuel Pepys#Ferdinand II#cabinet of curiosities#Wellcome Collection#Barbara Ursler#Bavaria#Austria#Germany#The Guardian#articles#Maev Kennedy#medical history
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Pino Rauti andò a fondare il Centro Studi Ordine Nuovo
Gli anni Cinquanta furono teatro di decisivi mutamenti, tanto da sfociare in una vera e propria ridefinizione dell’organigramma del partito [il Movimento Sociale Italiano]. Nel Congresso di Viareggio del 1954 venne eletto alla carica di segretario Arturo Michelini, il quale decise, d’accordo con la maggioranza che l’aveva sostenuto, di diminuire l’autonomia del RGSL, abolendo l’elezione dal basso…
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#1954#1956#Arturo Michelini#destra#Francesco Germinario#Giorgio Almirante#giovani#Giovanni Tassani#Giuseppe Parlato#Loredana Guerrieri#Luca Bellia#Marco De Troia#MSI#neofascismo#Nicola Rao#Ordine Nuovo#Pino Rauti#Simonetta Bartolini
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Pino Rauti andò a fondare il Centro Studi Ordine Nuovo
Gli anni Cinquanta furono teatro di decisivi mutamenti, tanto da sfociare in una vera e propria ridefinizione dell’organigramma del partito [il Movimento Sociale Italiano]. Nel Congresso di Viareggio del 1954 venne eletto alla carica di segretario Arturo Michelini, il quale decise, d’accordo con la maggioranza che l’aveva sostenuto, di diminuire l’autonomia del RGSL, abolendo l’elezione dal basso…
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Pino Rauti andò a fondare il Centro Studi Ordine Nuovo
Gli anni Cinquanta furono teatro di decisivi mutamenti, tanto da sfociare in una vera e propria ridefinizione dell’organigramma del partito [il Movimento Sociale Italiano]. Nel Congresso di Viareggio del 1954 venne eletto alla carica di segretario Arturo Michelini, il quale decise, d’accordo con la maggioranza che l’aveva sostenuto, di diminuire l’autonomia del RGSL, abolendo l’elezione dal basso…
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Pino Rauti andò a fondare il Centro Studi Ordine Nuovo
Gli anni Cinquanta furono teatro di decisivi mutamenti, tanto da sfociare in una vera e propria ridefinizione dell’organigramma del partito [il Movimento Sociale Italiano]. Nel Congresso di Viareggio del 1954 venne eletto alla carica di segretario Arturo Michelini, il quale decise, d’accordo con la maggioranza che l’aveva sostenuto, di diminuire l’autonomia del RGSL, abolendo l’elezione dal basso…
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Il Dipinto del giorno: la malinconica Cleopatra di Fossombrone
L’opera del giorno che vi propongo oggi è Cleopatra, dipinta a olio su tela da Giovanni Francesco Guerrieri, detto il Fossombrone, tra il 1630 e il 1640 circa. Cleopatra, l’ultima regina d’Egitto appartenente alla dinastia tolemaica, è senza dubbio uno dei personaggi più emblematici e noti della storia antica. Tanti gli scrittori che ne hanno narrato le gesta, attenendosi ai fatti storici o…
#antonietta bandelloni#art#artblogger#arte#artinfluencer#bellezza#english#Il dipinto del giorno#madeinitalt#Michelangelo Buonarroti
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Tra migliaia di libri e volumi dalle antiche legature, custodi di storia centenaria, la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli ha visto esultare tutti i presenti con un lungo affettuoso e caloroso applauso che hanno aperto la manifestazione per la cerimonia dei conferimenti ai nuovi “fieri guerrieri”del Premio Internazionale Bronzi di Riace. Il riconoscimento voluto dal patron Giuseppe Tripodi per celebrare quei fieri guerrieri che hanno concorso a fare l’Italia più grande, più unita e più importante. Un premio voluto per ricordare la scoperta delle due magnifiche statue che ancora oggi sono il vero simbolo di Reggio Calabria nel mondo. Ma un premio di tale levatura non poteva restare confinato nella magnifica Calabria ed è per questo, proprio per sottolineare la sua valenza unitaria ed unificante, che le cerimonie negli anni hanno toccato Lazio, Lombardia, Piemonte, Marche,Montecarlo, Parigi e così via. A moderare la serata c’era il giornalista Giovanni Lepre la cui presenza ha onorato i presenti. “Sono grata per il riconoscimento che mi è stato conferito ma anche per la scelta della Biblioteca Vittorio Emanuele III come sito per la cerimonia. Un momento importante che onora Napoli ed il suo contributo alla vita culturale dell’Italia” il commento della direttrice Dr.ssa Maria Iannotti. Entusiasta il presidente Tripodi: “Guardate che sala meravigliosa! Libri antichi, un’atmosfera tra passato e futuro, tanti premiati di grande livello. Sono commosso Napoli ha accolto, qui, non solo la sua gente ma tutta Italia con un grande abbraccio indimenticabile”.Felicissimo anche il presidente onorario Giuseppe Viceconte: “Come vedete il Premio Internazionale Bronzi di Riace si muove per l’Italia per onorarne i fieri guerrieri. Lo scopo, il pensiero, lo spirito originali del premio si concretizzano sempre più in questo esplorare la penisola alla ricerca di perle rare da onorare”. Quest’anno gli organizzatori hanno voluto gestire il premio con alcune categorie così da rendere ancora più percettibile il senso e lo scopo dello stesso come si evince dall’elenco dei premiati: Sez. Zeus (giustizia e legalità): Gen. Carlo Maria Magnani Presidente Istituto Nastro Azzurro, Dott. Francesco Stampacchia Vice Questore della Polizia di Stato, Dott. Michele Grillo Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dott. Serafino Sorrenti Chief innovation officer Presidenza del Consiglio dei Ministri, Orietta Muzzi General Manager, Sez. Ippocrate (Salute e medicina): Dr. Vincenzo Amodeo Direttore U.O.C. Cardiologia – UTIC e Cardiostimolazione Ospedale “Santa Maria degli Ungheresi” Polistena di Reggio Calabria, Dr. Roberto Moccaldi Presidente AIRM Associazione Italiana di Radioprotezione Medica, Dr. Michelino De Laurentiis Direttore Dipartimento di Oncologia Senologia e Toracica Polmonare del “Pascale di Napoli”, Sez. Biagi (giornalismo e cultura):Dr. Giuseppe Aprile giornalista, Dr.ssa Annamaria Terremoto Giornalista RAI Premio alla carriera, Dr. Aldo A. Mola Storico Saggista Scrittore, Duca Don Fabrizio Mechi di Pontassieve Rettore Accademia Internazionale Mauriziana, Cav. Alessandro Mella scrittore e divulgatore storico, Dr. Antonino Ballarati scrittore, Avv. Gennaro Famiglietti Presidente Istituto di Cultura Meridionale, Sez. Montessori (formazione e scuola):Prof. Achille Basile Professore del Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Dr.ssa Anna Rita Galletta Dirigente Scolastico, Dr.ssa Maria Iannotti Direttore Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli, Dr.ssa Adele Vairo Dirigente Scolastico, Sez. Versace (moda e costume): Gino Cimmino Sartoria Napoletana, Salvatore Argenio Stilista Identitario, Sez. Ermes (commercio e economia):Azienda acqua minerale Lete, Dr. Nunzio Puccio imprenditore, Dr. Luigi Gallo Manager, Dr. Raffaele Carlino Presidente Carpisa, Dr. Tommaso Dragotto Fondatore di Sicily By Car, Azienda Marinella Cravatte, Dr. Gianfranco Sciscione Editore Televisivo, Dr.
Antonio Beneduce imprenditore, Dr. Massimiliano Albanese Presidente dell'APICES (Associazione Professionisti ed Imprese per la Cooperazione Economica e Sociale), Sez. G. Paolo II (fede e carità) Sua eccellenza Monsignor Paolo Cartolari, Sez. Michelangelo (Scultura e pittura) Dr. Ivan Drogo Inglese Presidente Stati Generali del Patrimonio Italiano, Prof. Domenico Sepe Scultore, Sez. Lucullo (arte e gastronomia) Paolo Gramaglia Chef, Sez. Omero (storia etica) Avv. Diego Geria. Un sentito ringraziamento è stato rivolto al Comm. Enrico Martusciello, il vulcanico presidente del comitato tecnico organizzativo e responsabile delle pubbliche relazioni, nell'ambito del Premio. L'impegno del Dott. Martusciello è stato alquanto pregevole e determinante per lo svolgimento dell'evento. Grandi nomi per un’Italia che continua a crescere, sognare e guardare al futuro con spirito fraterno onorando i suoi cuori da “fiero guerriero” con le preziose pergamene del Premio Internazionale Bronzi di Riace. Congratulazioni, dunque, a tutte e tutti aspettando le sorprese del prossimo anno!.
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TÍTULO: Decapitación de San Juan Bautista
AUTOR: Giovanni Francesco Guerrieri, conocido como Fossombrone (?)
FECHA:
TÉCNICA: Óleo sobre lienzo
DIMENSIONES: cm 240 x 147
ORIGEN: Colorno, Palazzo Ducale, 1821
INVENTARIO: GN 193
Información e imagen de la web del Conjunto monumental de la Pilotta, Parma.
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DEITZ, vincitore di MINI Meets Music Contest 2020, pubblica "Court Song" e "One Time"
Il 7 maggio 2021 DVS Records pubblica "Court Song" e "One Time", due tracce del 23enne artista toscano DEITZ, il vincitore dell'edizione 2020 del MINI Meets Music Contest.
Il concorso legato a Meet Music, manifestazione che nel 2021 prenderà vita il 28 e 29 giugno, è già diventato un punto riferimento importante per giovani talenti che hanno voglia di crescere grazie al supporto di una community fatta anche di artisti e professionisti di grande esperienza. Per il 2021, MINI Meets Music Contest raddoppia: cerca due giovani talenti, un producer ed una songwriter. Le modalità di partecipazione sono già disponibili qui: https://www.meetmusic.it/contest/ insieme ad altri dettagli a questo link: bit.ly/MINImM2021.
"Avevo già prodotto musica e video e fatto serate come dj, ma grazie a MINI Meets Music Contest ho finalmente capito come lavorano i professionisti", racconta Giovanni Deidda, ovvero DEITZ. "Avere scadenze precise significa seguire il flusso creativo in modo produttivo, senza perdere tempo ed energie".
Grazie alla vittoria nel contest, DEITZ ha prima di tutto frequentato uno dei corsi base di Mat Academy. "Mi è servito molto come 'ripasso' della produzione musicale in generale", racconta. "Non facevo errori madornali, ma ho cambiato diversi dettagli del mio approccio, forse sinora troppo matematico. La community di MAT Academy è poi un valore aggiunto importante".
Subito dopo è iniziata la pre produzione di "Court Song" e "One Time" con Luca Guerrieri. "Avrò mandato centinaia di bozze a Luca, che non ha mai lesinato consigli e telefonate e pian piano i pezzi hanno iniziato a prendere forma", continua DEITZ.
Allo Studio Uno di Fucecchio (FI), con Federico Scavo DEITZ ha poi portato avanti la produzione e poi il mastering dei due brani. "Sono entrato in uno studio da cui stava uscendo un mito assoluto Franchino, non credo me lo dimenticherò mai", scherza.
L'esperienza al MINI Meets Music Contest avrebbe potuto essere diversa, per DEITZ. "La pandemia è stata e sarà ancora difficile per tutti. Per noi artisti, spesso fragili, forse ancora di più. Prima, a casa ci 'rimbalzavo' soltanto, tra i corsi all'università (DEITZ studia ingegneria e sta realizzando una interessante tesi sulla generazione di spartiti MIDI a partire da file audio, ndr), musica e serate. Tutto si è fermato di colpo", spiega DEITZ. "Dover portare avanti un progetto musicale così complesso per il contest, un lavoro durato oltre sei mesi, credo mi abbia aiutato molto".
Ma al di là del bel percorso di DEITZ, un artista che in futuro potrebbe davvero avere molto da dire, come sono le sue "Court Song" e "One Time"? Promosse su Instagram da divertenti video che l'artista toscano realizza con Federico Contini, sono canzoni tutte da ballare perfette per ricominciare a muoversi a tempo, se possibile con un cocktail in mano e il sorriso sulle labbra.
Le frequenze di "Court Song" mettono insieme una intensa voce femminile e un piano house che non dà respiro. Anche il beat di "One Time" è decisamente house, ma non mancano accenni jazz e una voce maschile ipnotica che dà energia.
https://www.meetmusic.it https://www.instagram.com/giovanni_deitz/
MINI Meets Music Contest nel 2021 raddoppia: cerca un producer ed una songwriter bit.ly/MINImM2021
Chi è DEITZ
Giovanni Deidda AKA Deitz, classe 1997, inizia il suo percorso musicale a Siena. Presto diventa una figura di riferimento nella sua area come dj. Dal 2015 è resident in Morositas, party simbolo della Club Culture toscana e porta il suo sound in locali come Tenax (FI), Tartana (GR), Figaroe (SI) e molti altri. Forte sostenitore della scena locale, con Morositas crea il format Du'Dischi, unico appuntamento fisso nel centro di Siena per quel riguarda la musica underground.
Studente di ingegneria, la sua passione per tutto ciò che è digitale lo fa crescere non solo come musicista e sound designer, ma anche come content creator: il suo stile unico lo porta a conoscere alcuni dei nomi più importanti della scena underground locale, come Marco Faraone, Luca Donzelli, Francesco Farfa. Vincitore di molte competizioni musicali, tra i suoi traguardi più recenti c'è il primo posto al MINI Meets Music Contest 2020 by MINI Italia. Grazie a questa vittoria, ha potuto produrre e pubblicare due tracce, "Court Song" e "One Time", su cd e in digitale, su DVS Records.
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EXXXTRA > 10 CANZONI - BOCCACCIO DECAMERON
E’ uscito lo scorso 3 settembre, Dieci canzoni. Boccaccio, Decameron, il disco nato in seno al reading collettivo delle cento novelle del grande autore fiorentino organizzato, nel periodo di quarantena, dalle Letture della Normale. Ad interpretare le dieci canzoni che chiudono le altrettante giornate del Decameron, la Normale ha invitato alcuni dei protagonisti della scena musicale indipendente italiana, dando vita ad un'opera collettiva che spazia fra generi, età e gusti musicali: dai ritmi enigmatici di Tommaso Novi alla voce cristallina di Ilaria Bellucci, dal rebetiko di Marina Mulopulos all’indie rock dei Campos e di Esterina, dal folk trascinante della Serpe d’Oro al jazz elegantissimo di Frida Bollani Magoni e Petra Magoni, dalla chitarra raffinata di Alessandro Fiori alla musica elettronica di Giancane.
L'operazione nasce dall’intuizione degli organizzatori e delle organizzatrici delle Letture della Normale, che allo scoppio dell’epidemia di coronavirus, hanno proposto a centinaia di lettori e lettrici di ripetere l’esperienza dei dieci giovani protagonisti del Decameron di Boccaccio. Una «allegra brigata» composta da oltre 450 tra lettori e lettrici da tutto il mondo ha letto, a distanza, le cento novelle del Decameron, per un totale di due mesi di eventi online, oltre 200 ore di lettura e decine di migliaia di visualizzazioni sul canale YouTube della Normale, per quella che è la prima lettura del Decameron fruibile interamente online.
La presentazione pubblica del disco si è tenuta il 3 settembre ad ArnoVivo (Lungarno Buozzi, 1): a condurre la serata Francesco Morosi e Giovanni Guerrieri dei Sacchi di Sabbia. Sul palco si sono esibiti molti degli artisti e delle artiste che hanno partecipato al progetto, in maniera divina. Il disco, curato da Davide Barbafiera e dai Sacchi di Sabbia, è distribuito online sulle principali piattaforme di streaming a partire dal 3 settembre, e potrà essere ascoltato gratuitamente.
ASCOLTA QUI http://diecicanzoniboccacciodecameron.bandcamp.com/album/dieci-canzoni-boccaccio-decameron
___ ▼ foto di Francesca Pucci
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Nuovo post su https://is.gd/vr7LMN
Celestino Cominale (1722-1785), l'uggianese che osò sfidare Newton
di Armando Polito
Isaac Newton in una stampa del XIX secolo (disegno di Joseph Théodore Richomme (1785-1849), incisione di Ephraïm Conquy (1809-1843) e Celestino Cominale in una incisione di P. Iore tratta da Domenico Martuscelli (a cura di), Biografie degli uomini illustri del Regno di Napoli, tomo IX, Gervasi, Napoli, 1822.
Probabilmente le giovani generazioni, salentine e non, di Newton (1642-1726) non conoscono nemmeno il famoso aneddoto della mela, e non per colpa loro …
Taglio la testa al toro ricordando solo che Isacco Newton godette ai suoi tempi di tanto prestigio che, riferito a lui, si può benissimo usare l’ipse dixit (l’ha detto lui), che aveva sancito prima l’autorità di Pitagora (VI-V secolo a. C.) e, poi, nel Medioevo, quella di Aristotele (IV secolo a. C.).
Forse, e ripeto forse …, la scienza è l’unico campo in cui il successo non suscita invidia e, con l’invidia, l’antipatia. Tutti, o quasi tutti, si rassegnano all’ipse dixit e si guardano bene dal dire la loro, anche quando, magari, sono attrezzati a farlo.
Con Newton, però, Celestino Cominale non si tirò indietro, attrezzato com’era, anche caratterialmente.
Nato a Uggiano la Chiesa (LE), Aveva iniziato gli studi letterari e filosofici a Lecce nel Collegio dei Padri Gesuiti. Continuò poi con la fisica, la matematica, la botanica, l’astronomia e la medicina, studi che perfezionò a Napoli. Esercitò la professione di medico con maestria tanto da essere chiamato anche a Roma per ragioni professionali. Insegnò nelle Università di Roma, Bologna, Padova e Pisa. Nel 1770 ritornò ad Uggiano continuando i suoi studi fino alla morte.
La poliedricità del suo ingegno e l’ampio spettro degli studi fatti si riflettono nelle sue pubblicazioni:
Anti-newtonianismi in quattro tomi pubblicati da Benedetto Gessari a Napoli nel 1754, nel 1756, nel 1769 e nel 1770.
Historia physico-medica epidemiae neapolitanae anni MDCCLXIV, Francesco Morello, Napoli, 1764
Nel frontespizio della prima, sulla quale torneremo subito, si legge Anti-newtonianismi pars prima, in qua Newtoni de coloribus sistema evertitur, et nova de coloribus theoria luculentissimis experimentis demonstratur opera ac studio Caelestini Cominale m(edicinae) D(octoris) in Regio Archi-gymnasio Neapolitano Philosophiae Professoris (Prima parte dell’Antinewtonianismo, nella quale a Newton in base alla geometria viene demolito a partire dai propri principi il sistema sui colori e una nuova teoria sui colori viene dimostrata con eccellenti esempi dall’opera e dallo studio di Celestino Cominale Dottore di Medicina, Professore di Filosofia nel Regio Archiginnasio napoletano).
In quello della seconda: Historia Phisico-medica e pidemiae neapolitanae an(no) MDCCLXIV opera ac studio Caelestini Cominale in Regio Archi-gymnasio neapolitano Philosophiae, et Matheseos Professoris elucubrata ( Storia fisico-medica dell’epidemia napoletana nell’anno 1764 elaborata ad opera e cura di Celestino Cominale Professore di Filosofia e Matematica nel Regio Archiginnasio napoletano).
Il lettore avrà già capito che connessa col titolo di questo post è la prima opera nella quale già dal titolo traspare una coraggiosa vis polemica nei confronti delle teorie dello scienziato inglese.
L’ugentino appartiene alla ristrettissima schiera di antinewtoniani1, ma è l’unico a dichiararlo senza mezzi termini a partire dal titolo. Dovette vedersela, fra l’altro, anche con un conterraneo, Oronzo Amorosi di Galatone, newtoniano sfegatato, come all’epoca erano, l’ho già detto, i più. Dello scontro tra i due nulla sapremmo, se nel 1821 Vincenzo Lillo non avesse copiato l’autografo del galatonese e se Gabriella Guerrieri non ne avesse curato la pubblicazione (titolo: Gara letteraria inedita tra i signori Oronzo Amorosi di Galatone e Celestino Cominale di Uggiano della Chiesa copiata dall’autografo di esso Amorosi da Vincenzo Lillo, 1821) per i tipi di Conte a Lecce nel 1999.
Bisogna dire, però, che pur nella marea di critiche2 al nostro basate sulla cieca fiducia nell’Anglo che tanta ala vi stese (Ugo Foscolo, Dei sepolcri, 163), si levò qualche voce più prudente, invocando per lui una sorta di beneficio d’inventario.
La più autorevole fu senz’altro quella dell’abate Giovanni Antonio Battarra3 di Rimini in una lettera del 22 luglio 16704: … Vengo in secondo luogo a dirvi, come nel Settembre del 1754 io mi ritrovava una mattina in Cagli presso Monsig. Bertocci Vescovo degnissimo di quella Città, e che, a dirvela senza adulazione, è uno di quei Vescovi , che mi piace, perché oltre molte belle sue doti , ha quella di esser molto portato per la buona letteratura, e stima molto le persone di lettere. Discorrendo pertanto insieme di cose erudite, in compagnia dell’Abate Agostini mio amicissimo, Prevosto di quella Cattedrale, presso del quale io mi trattenni alcuni giorni, esso Monsignore mi comunicò un articolo delle Novelle Letterarie di Venezia5, in cui si dava ragguaglio, che un certo Dottor Celestino Cominale Lettor di Fisica nell’Università di Napoli aveva pubblicato il primo Tomo d’una sua Opera intitolata Anti-Newtonianismi Pars prima, in qua Newtoni de Coloribus systema ex propriis principis geometrice evertitur, et nova de Coloribus historia luculentissimis experimentis demonstratur, etc.
In questo articolo si riferivano tutti i Capitoli dell’opera, dove con mia maraviglia veniva attaccato il Newton nelle dottrine più sode e più sublimi, e corroborate anche colle più decisive sperienze, che ha nell’opere sue. A tale avviso mi voltai a quel Prelato sorridendo e dissi: -Potrebbe il Cominale aver addentato un osso più duro de’ suoi denti? -. Due anni dopo l’Autore pubblicò la seconda Parte di questa sua opera spiritosa, e con un cambio della mia operetta de’Funghi6 feci acquisto fra altri libri anche di quest’opera da me cotanto desiderata. La lessi, e rilessi, con attenzione; e se debbo dirvela schietta, è vero che l’Autore si conosce che è un giovane intraprendente e pien di fuoco, e un po’ troppo Metafisico, che non lascia nemmeno sulle spalle del Newton fermar le mosche; tuttavia vi ho lette molte buone cose, et quidem7 molto ben ragionate, e se si fosse contentato di distruggere soltanto, e di non edificare altrimenti, avrebbe fatto miglior colpo. Io qui mi protesto in quanto al merito della causa di parlare in aria, perciocché, come sapete, io mi trovo in una Città, che è senza presidii di macchine fisiche,e non ho potuto aver il contento di rifar quelle sperienze, che son contrarie alle conclusioni del Newton. Ho tentato di farle rifare nelle più culte Università d’Italia, e toltone una, che a stento mi è riuscito di avere per la parte di Bologna, per cui il Cominale parmi che vada al di sotto, io non ho potuto aver altro. Anzi consultati vari Lettori primari di Fisica di queste più celebri Università d’Italia per opera de’ miei amici, quattro anni dopo che l’opera del Cominale era alle stampe, chi mi facea dire che il Cominale non l’avea incentrata, chi mi dicea che, avendo letto l’uno e l’altro Autore, non cessava d’esser Newtoiiano, e chi perfino ebbe il coraggio di asserire che ancorché le sperienze del Cominale fossero vere, tanto la dottrina del Newton non sarebbe a terra; ma a certi dubbi proposti a questa assertiva, da due anni in qua, ho ancora d’aver risposta.
Ora dico io: la nostra Italia, che è la madre della Letteratura Europea, che bella figura farà presso gli Oltramontani nel lasciar correre quest’opera ingiudicata? Io ho sempre creduto che fosse principalmente dovere de’ Professori delle Università nostre esaminare somiglievol causa, e riconoscendola trattata con imposture, e vaniloqui, castigarne l’Autore con la dovuta censura; e se il Sig. Cominale è veridico nelle sue sperienze, e non sono soggette a critica, perché non inalzarlo all’onor della palma8 sopra un Eroe, le cui dottrine vengono tanto venerate da tutto il mondo letterario? Vedete un poco di risvegliare questa premura in codesti vostri Fisici, che son quasi i soli, che mi restano da stimolare in Italia. Addio.
Ci fu pure chi stigmatizzò in versi l’audacia di Celestino. Di seguito un sonetto del salentino Leonardo Antonio Forleo9, con cui chiudo questo lavoro.
– L’Anglo paventia – ardito uomb dicea
– che leggi imporre all’universo ardisce:
vedrà, vedrà se il labbro mio mentisce
e il gran valor di mia sublime idea -.
– Ferma! – disse ragion. Ma quei volgea
la penna incauta, che sistemi ordisce;
ma credendo ferir ei non ferisce,
creduto vincitor vinto cadea.
Quest’inutili assalti espose al riso:
segni di suo valor furono allora,
ma d’un valor dalla ragion diviso.
Musac abbenchéd perditore l’onora,
che ad Annibale ugual vinto, e conquisof,
nelle perditeg sue fu grande ancora.
a Newton tema
b Celestino Cominale
c la poesia
d sebbene
e perdente
f conquistato, sconfitto
g sconfitte
__________
1 Prima di lui Giovanni Rizzetti aveva pubblicato il De luminibus affectionibus (Gli stati della luce) per i tipi di Bergamo a Travisio e di Pavino a Venezia nel 1726; dopo di lui Ignazio Gajone il Nuovo sistema fisico universale per i tipi della Stamperia Raimondiana a Napoli nel 1779 e Tommaso Fasano l’Esame della compenetrabilità della luce esposto in dialoghi, per i tipi di Raimondi a Napoli nel 1870. Una recensione dell’opera del Fasano è in Efemeridi letterarie di Roma, tomo IX, Zempel, Roma, 1780, pp. 299-301, dove alla fine si legge: Ci giova sperare che la nuova Reale Accademia delle scienze dissiperà finalmente tutti questi filosofici sogni, de’ quali sembra che siansi un po’ troppo finora pasciuti i belli, e vivaci, ma alcune volte un po’ troppo fervidi ingegni Partenopei, e che farà un po’ meglio rispettare nell’avvenire le sublimi scoperte dell’immortale Newtono (sic), troppo indegnamente state finora attaccate dall’Anti-Newtonianismo del Sig. Cominale, dal Nuovo Sistema Fisico del Sig. Gajone, dalla nuova penetrabilità della luce, e da altrettali filosofiche stravaganze.
Solo il Rizzetti era stato difeso a spada tratta dalla voce isolata di Iacopo Riccati in due sue lunghe lettere (Opere del conte Jacopo Riccati, Rocchi, Lucca, 1765, pp. 109-122).
2 In Storia letteraria d’Italia, Remondini, Modena, 1757, v. X, le pp. 143-153 sono dedicate ad un’analitica recensione dell’opera del Cominale. Fin dall’inizio appare chiara la posizione decisamente newtoniana: Noi ci congratuliamo col dotto Professore del Collegio romano [Carlo Benvenuti, convinto newtoniano, autore di Synopsis physicae generalis, e di De lumine dissertatio physica usciti entrambi per i tipi di Antonio de’ Rossi a Roma nel 1754], a cui però non è ne’ sentimenti a Newton favorevoli conforme un professore di Napoli, il quale, anziché ammirare e seguire il Newton, impugnalo con tutte le forze sue. Seguono gli estremi bibliografici della pubblicazione del Cominale del 1754 e, punto per punto, la contrapposizione tra le tesi del Newton e quelle del Cominale (con prevalenza assoluta delle prime ). Una nota (la 37 alle pp. 152-153), tuttavia, costituisce una sorta di riconoscimento delle potenziali (se indirizzate diversamente …) capacità del nostro: Preghiamo per ultimo il Nostro Autore che non voglia offendersi, se noi con filosofica libertà abbiamo alcune cose nel suo libro notate, e diciamo ingenuamente, essere presso noi di maggior peso le dottrine dei Newtoniani, che le sue impugnazioni, benché non siamo tra quelli, che credono impossibili gli errori del Newton. Se non altro varranno a meglio rischiarare la verità, e a dare al fervido ingegno del Nostro Autore campo d’esercitarsi. E Celestino nella prefazione della terza parte dei suoi Anti-newtonianismi (Morelli, Napoli, 1769) replicò allo Zaccaria (autore della Storia insieme con Leonardo Ximenes, Domenico Troili e Gioacchino Gabardi) dicendo che egli non poteva ergersi a giudice in questa materia e che non aveva letto neppure i titoli delle sue opere.
3 (1714-1789) Naturalista micologo, autore di Fungorum agri Ariminensis historia, Ballante, Faenza, 1755; Pratica agraria distribuita in vari dialoghi,Casaletti, Roma, 1778; Naturalis historiae elementa, Marsonerio, Rimini, 1789.
4 In Novelle letterarie pubblicate in Firenze l’anno MDCCLX, Albizzini, Firenze, 1760, tomo XXI, colonne 570-573.
5 Novelle della repubblica letteraria per l’anno MDCCLV, Occhi, Venezia, 1755, pp. 260-263. Fra l’altro vi si legge: Se tanto romore fece il nuovo sistema Neutoniano circa la luce ed i colori, non minor grido ottener dovrebbe la nuova confutazione data al medesimo dal Sig. Cominale, il quale nulla paventando la gran turba de’ ciechi seguaci dell’Inglese Filosofo, si protesta di atterrar colle stesse macchine o arme Neutoniane il preteso sistema de’ Colori.
6 È la prima opera citata nella nota n. 2.
7 certamente
8 vittoria.
9 Era nato a Francavilla Fontana (BR). Il sonetto è in Vari ritratti poetici storici critici di alcuni moderni uomini di lettere sul gusto di Agatopisto Cromaziano e per servire di prosieguo all’opera del medesimo di Leonardo Antonio Forleo, Raimondi, Napoli, 1816, p. 32. Agatopisto Cromaziano è il nome pastorale del monaco celestino Appiano Bonafede che fu socio dell’accademia romana dell’Arcadia a partire dal 1791. Il Forleo, che era socio dell’Accademia Pontaniana di Napoli, fu autore prolificissimo. Si riportano qui solo alcune delle altre pubblicazioni: Amenità dell’etica, Rusconi, Napoli, 1827; 1827; Ragionamento critico intorno alla moderna comedia, Rusconi, Napoli, 1830; La lira Iapigia, Società Filomatica, Napoli, 1831; I politici, Cataneo, Napoli, 1832; Il manoscritto di Sterne, Cataneo, Napoli, 1832; Manfredi, Rusconi, Napoli, 1833; Certamen ad cathedram archeologiae, poesis Romamaeque eloquentiae in Regio Neapolitano Archigymnasio obtinandam perfectum, Russo, Foggia, 1834; Il Colombo, ovvero l’America ritrovata, Russo, Foggia, 1834; La statua del grande, Russo, Foggia, 1835; Il racconto di una vedova, Agianese, Lecce, 1836; L’arpa cristiana, Agianese, Lecce, 1839; Cause e ragioni che fanno classico il poema di Dante, Cannone, Bari, 1842; Liceo dantesco, Petruzzelli, Bari,1844; Napoli nel XVI secolo. S. Sebastiano, Migliaccio, Cosenza, 1846.
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CHIESE DEL TERRITORIO DEDICATE ALLA MADONNA DEL CARMINE
Se vogliamo continuare a parlare dei luoghi dedicati alla Madonna del Carmelo o del Carmine, non possiamo esimerci dall'accennare l'Oratorio della Madonna del Carmine di Urbania (PU), una piccola Chiesa di circa m. 5,5 x 3,60, originaria del 1478, dapprima, come "edicola extra muros" e diventata, successivamente, nel 1499 cappellina con altare. L'Oratorio è stato restaurato da Vincenzina Tancini e Paola Zollia e inaugurato nel corso delle festività natalizie del 2013. Le pitture murali contenute, nel corso del tempo, anche a causa dell'umidità e di agenti atmosferici, andavano deteriorandosi e staccandosi, così la Parrocchia, il Comune e uno sponsor privato (Incom), hanno unito le forze per restituire alla comunità questo bene prezioso! In questa chiesa non si celebrano messe, tranne il 16 luglio, giorno consacrato alla Madonna del Carmine ed è anche il solo giorno in cui l'affresco sull'altare viene coperto da una tela con un'apertura circolare all'altezza dei visi della Vergine e del Bambino, opera di Giovanni Francesco Guerrieri (XVII sec.). Tanti sono gli artisti che hanno lavorato agli affreschi, come Ambrogio Barocci, nonno del grande Federico, Giuliano da Rimini, Giustino Salvolini detto Episcopi, Giorgio Picchi e Tommaso Amantini. Per saperne di più: https://edicoladelcarmine.suasa.it/Urbania.html Per aggiungere informazioni: [email protected]
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Lot and His Daughters
Giovanni Francesco Guerrieri (1589–1656)
Manchester Art Gallery
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•Da Giotto a De Chirico. I Tesori Nascosti• -Giusto Le Court - Allegoria dell'Inverno -El Greco - Ritratto di gentiluomo -Luigi de Luca - Saffo -Giovanni Francesco Guerrieri - Ercole e Onfale (detail)
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(Vanesas Beecroft, V74)
Il cammino delle Certose, da Padula passando per Napoli, fino a Capri, con uno sguardo all'arte contemporanea.
La certosa di San Lorenzo a Padula è una delle più grandi d’Europa: la costruzione venne avviata nel 1306 e completata nel 1779. Nel 1807, durante il decennio murattiano, l’ordine certosino fu soppresso e il complesso venne depredato. A cavallo delle due guerre mondiali fu usata come campo di prigionia. Adibita poi a sede museale, dal 2002 al 2004, con la rassegna Le Opere e i Giorni ideata da Achille Bonito Oliva, ha acquisito una collezione d’arte contemporanea allestita nelle celle, una volta abitate dai frati. Il complesso sarà ancora attraversato dall’arte contemporanea grazie al progetto Il Cammino delle certose. I percorsi dell’anima (fino al 21 ottobre), che mette in relazione San Lorenzo con la certosa di San Giacomo a Capri e San Martino a Napoli.
A Padula il percorso si snoda a partire dell’antica cucina dei monaci con la videoproiezione di Giovanni Anselmo Particolare (1972/1991), quindi la tela di Michele De Luca lungo il corridoio da cui si accede al chiostro grande. E ancora l’installazione di Lucilla Catania, in blocchi di terracotta, sistemata nel passaggio coperto tra il cimitero antico e il chiostro. Nel quarto del priore i moduli di Salvatore Emblema degli anni Settanta, i lavori di Ettore Spalletti e due tele di Claudio Palmieri. I dipinti di Sandro Sanna sul tema della luce sono nell’Archivium.
Nella corte dei granai l’installazione permanente di Maria Dompè Altum silentium, creata modellando lo spazio lungo le tonalità del verde, utilizzando il rumore dell’acqua e alcuni reperti lapidei appartenenti alla certosa. In occasione della mostra è stato ripristinato l’Orto dei semplici con essenze ed erbe officinali che riprendono la tradizione dell’ordine certosino. Infine, nella sala del Tesoro, il video girato da Vanessa Beecroft racconta la performance VB82 – Thirteen Christs, che si è tenuta lo scorso 14 luglio: nel refettorio tredici performers immobili su un tavolo mentre la processione di trecento interpreti hanno sfilato dall’ingresso della certosa fino al chiostro grande. Stasera, in occasione dell’inaugurazione della mostra, ci sarà il concerto di Markus Stockhausen.
A San Martino il filo conduttore è l’episodio biblico di Giuditta e Oloferne a partire dall’interpretazione che ne dà Luca Giordano nel 1704 nella volta della cappella del Tesoro. Di Luca Giordano sono esposti, per la prima volta nelle sale della certosa, tre studi preparatori: Giuditta e Rebecca, provenienti dagli Uffizi di Firenze, Abramo e Isacco salgono sul monte dalla Società napoletana di Storia patria. Le opere seicentesche (Carlo Saraceni, Artemisia Gentileschi, Guido Cagnacci, Jacopo Ligozzi, Giovanni Francesco Guerrieri) dialogano con i maestri del contemporaneo. La mostra, così, accosta Concetto spaziale di Lucio Fontana (1949) a Saraceni e Guerrieri, ragionando sul taglio come cesura e come fisicità del gesto. Femme Couteau di Louise Bourgeois (2002) evoca invece il tema della mutilazione ma ribaltata sul corpo femminile. La metafora del taglio torna anche nel Grande Ferro di Alberto Burri. Concludono il percorso le opere di Luca Maria Patella, Giacinto Cerone e Paolo Mussat Sartor.
Nella Certosa di San Giacomo a Capri al centro dell’esposizione c’è il dialogo tra spiritualità differenti: da un lato le istallazioni del grande volume Leviticusdi Hermann Nitsch, che riflette sulla ritualità e sui misteri dei culti religiosi; dall’altro le incisioni di Vittorio Pavoncello dai libri della bibbia ebraica. Infine in mostra due opere di Vettor Pisani, Isola d’oro e Isola d’argento, realizzate pensando ai dipinti di Karl Diefenbach, esposti a Capri.
Altro qui: http://www.artribune.com/arti-visive/2017/07/lestate-italiana-di-vanessa-beecroft-dalla-certosa-di-padula-a-firenze/
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