#Giovanni Fasanella
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De peperbus van nonkel Miele (70): de moord op Aldo Moro (9 mei 1978)
Het was Koude Oorlog. Het kapitalistische blok van het Westen stond lijnrecht tegenover het blok o.l.v. de Sovjet-Unie. Desondanks ondernam Aldo Moro als christendemocratisch eerste minister in de jaren zestig-zeventig initiatieven naar een meer soeverein Italië, los van de blokken. Het kostte zijn leven. Aldo Moro (1913-1978), zes keer eerste minister, werd deze maand, 46 jaar geleden, op 9 mei…
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#Alan Hugh Campbell#aldo moro#Benito Mussolini#enrico berlinguer#Enrico Mattei#Gilberto Trombetta#Giovanni Fasanella#Giulio Andreotti#Jimmy Carter#Licio Gelli#Roberto Calvi
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GIOVANNI FASANELLA - LE MENTI DEL DOPPIO STATO - VIDEO
Dagli archivi angloamericani e del Servizio segreto del Pci il perché degli anni di piombo “Questo non è un libro cospirazionista o complottista.Piuttosto è un libro che indaga il fuoriscenadella politica italiana, cioè la dimensione invisibiledella storia costituita dall’attività dell’intelligencee della diplomazia, basandosi sui documentiufficiali rinvenuti negli archivi dei Servizi…
#anticomunismo#fascismo#infiltrazione#italia#MI5#MI6#Repubblica sociale italiana#Resistenza#servizi segreti OSS#strategia della tensione#terrorismo
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Il 13 settembre 1940 le truppe italiane guidate dal generale Rodolfo Graziani entrarono in Egitto e conquistarono immediatamente el sollum e sidi al barrani, la spedizione italiana numericamente era di gran lunga inferiore alle truppe inglesi, per cui Graziani si rifiutò di proseguire verso Marsa matru'h sino a che Badoglio non gli avesse inviato i giusti rinforzi.
Il Duce promise 30.000 camion blindati e una nutrita schiera di uomini, ma poi li mando' in Grecia e nell'inutile Jugoslavia, nel frattempo gli inglesi si erano rinforzati di nuovi arrivi dal regno di Albione che il 9 dicembre scatenarono la controffensiva polverizzando in tre giorni 5 guarnigioni italiane, a quel punto Graziani mandò un telegramma al comando polemizzando "continuerò le manovre quando la patria mi metterà in condizioni di agire" e ripiegò in quel di Tripoli.
Quello stesso anno, precisamente il 24 maggio a Dunkerque, dopo aver circondato l'esercito alleato Anglo Francese, Hitler ordinò la ritirata invece di dare l'assalto finale e vincere così la seconda guerra mondiale definitivamente, per poi suicidarsi con il successivo attacco alla Russia di Stalin il 22 giugno dell'anno successivo.
Ora mi porrei una domanda; è mai possibile che due statisti che sino allora hanno dimostrato tanta lungimiranza nelle politiche interne, risollevando l'economia di Italia e Germania e azzerando in toto la disoccupazione possano essersi bevuti il cervello con due distinti suicidi militari? I modi trionfalistici con i quali questi si sono fatti conoscere e rispettare dai rispettivi popoli, sembrano escludere il tradimento e far ricondurre il tutto a dei semplici errori di valutazione bellica, ma possibile che dei capi di stato circondati da generali esperti possano commettere simili errori? A volte la verità sta' innanzi agli occhi e ci si rifiuta di guardarla, per cui nel 2016 è passata quasi del tutto inosservata la notizia della desecretazione di parte degli archivi inglesi.
La notizia però non è sfuggita al bravissimo saggista Giovanni Fasanella, il quale unitamente a Mario José Cereghino si è precipitato a spulciare nei succitati archivi scoprendo come i servizi segreti inglesi abbiano creato, finanziato e guidato il fascismo e il fascista Mussolini, i risultati delle loro ricerche unitamente a copie delle documentazioni consultate hanno dato vita al libro edito da chiarelettere "nero di Londra" tuttora acquistabile. Ma in effetti qualche dubbio doveva sorgere sin dalla ridicola marcia su Roma, fatta in treno, senza sparare un petardo, annunciata in gran fanfara da tutti i giornali dell'epoca e culminata col Re prono ad accogliere al portone di palazzo Venezia, la delegazione di sovversivi e affidargli solo tre giorni dopo il governo dell'Italia. Facciamo un attimo di chiarezza, non molti anni (6/9 maggio 1898) prima un certo Bava Beccaris plurimedagliato dava ordine di sparare sulla folla lasciando a terra 81 morti e 450 feriti, due anni dopo i reali vennero uccisi in quel di Monza alimentando uno stato di allerta per l'incolumità dei sovrani, tale, che a rigor di logica, l'esercito avrebbe dovuto fare tabula rasa dei fascisti sin dalla stazione di Faenza, invece gli si è lasciata spalancata la porta; errore anche in questo caso o ordini superiori? A tal proposito rimando a chi mi segue la questione anglo Savoia, con la creazione del giornale Serbo "pijemont" (Piemonte ) grazie al quale vennero reclutati tutti i personaggi - era il periodo degli anarchici - che dapprima cambiarono la posizione geopolitica della Serbia, poi diedero il là alla prima guerra mondiale con l'uccisione dell'arciduca Ferdinando in quel di Sarajevo, una cosa talmente ben studiata che gli attentatori e gli attentati progettati furono 7 distinti nello stesso giorno; poche ore prima che Gavilo Princip sparasse all'arciduca, una molotov sbaglio mira colpendo l'auto della scorta, l'attentatore fu' linciato dalla folla.
Tornando per un attimo agli archivi inglesi, nel 2017 il Daily mail ha dato notizia della vendita all'asta del primo documento firmato da Chamberlain nel quale la Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania: ebbene, è datato 25 agosto 1939, ovverosia una settimana prima che i tedeschi entrassero in Polonia, però attenzione, non dimentichiamo che Hitler posticipò la data di invasione, appunto di una settimana, cioè sembra quasi che tutte le parti in gioco sapessero.
In Germania qualcuno aveva capito il tradimento di Hitler, difatti organizzarono il famoso attentato fallito che costò la vita tra gli altri alla mitica volpe del deserto, il generale Ervin Rommel, e se qualcuno si stia chiedendo per quale oscura ragione Rudolf Hess fece il mitico volo su Londra nel maggio 1941, beh collegate tale data con quella dell'attacco alla Russia di Stalin. A proposito di quest'ultimo, sapete come reagì alla notizia dell'attacco tedesco? Si chiuse per 10 giorni nella sua Dacia a riflettere, ovverosia non se lo aspettava minimamente.
A questo punto la domanda è "cui prodest?"
Chissà perché, chissà percome, da ogni manovra i primi a trarne vantaggio sono sempre gli inglesi.
Facendo notare che se un esperimento funziona lo si replicherà ogni qualvolta lo si ritiene opportuno e vantaggioso, mi sposterei ai giorni nostri. Da circa un ventennio nel vecchio continente, a est, regna incontrastato un grande statista lungimirante che ha risollevato le sorti della sua nazione, quintuplicando stipendi e pensioni, quasi azzerando la disoccupazione, questo statista qualche anno fa' è entrato in guerra contro una piccola nazione e facendo esattamente il contrario di quanto sta' scritto in un manuale di tattica militare, è riuscito sinora nell'improbabile impresa di dilatare all'infinito un conflitto che avrebbe potuto vincere in pochi giorni: si è dimenticato di avere un aviazione, non distrugge le strade di accesso dei rifornimenti del nemico, ha mandato in prima linea gli istruttori distruggendo così il proprio stesso esercito, non salvaguarda le proprie postazioni strategiche, ha lasciato in bella mostra facendola distruggere la nave ammiraglia della sua marina, ha lasciato venissero distrutte le sue strutture logistiche, ha creato divisioni tra le sue stesse truppe creando presupposti per degli ammutinamenti, ma niente, non è bastato per far si che - al pari degli altri due statisti citati- la fiducia del proprio popolo venisse meno e qualcuno cominciasse a pensare che tali "errori" bellici siano in realtà un tradimento.
Veniamo al Mali, quarto produttore di uranio al mondo e unico fornitore per le centrali nucleari francesi; se la Francia dovesse perdere tali forniture dovrebbe ripiegare su altre fonti, amplificando l'attuale crisi energetica europea. La Francia - per chi avesse la memoria corta- è quella nazione che non ci ha pensato due volte a radere al suolo la Libia per impossessarsi del petrolio altrimenti destinato all'italia, ma in questo caso sembra che non abbia intenzione alcuna di muoversi.
Al tempo stesso la Russia ha allargato le sue manovre in Africa disperdendo ulteriormente le proprie forze belliche.
Avete ancora dei dubbi? Temete possa esserci una catastrofe nucleare? Tranquillizzatevi, nessun ordigno nucleare verrà mai utilizzato ( a meno che non si voglia provocare la Corea) e tra parentesi, la Russia amicissima dell'Iran mai si è sognata di fornire loro arsenale nucleare, sarà forse perché non sono allineati al sistema? Stesso discorso per la Siria, eppure Putin e Assad sono amiconi per la pelle.
In tutto questo ho una sola domanda; qual è il vero nome di Putin?
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Benito Mussolini’s seizure of power in Italy in 1922 was secretly assisted by the British government, which bet on the fascist dictator to protect its interests in the Mediterranean, a new book claims.
Backed by violent gangs of black shirts, Mussolini set up a fascist regime in Italy in the 1920s, banned Jews from public life in the 1930s and sided with Hitler in the Second World War before he was lynched by partisans in 1945.
Although he battled the British in Africa during the war, archives show that Mussolini partly owed his rapid rise to British officials who helped to organise his 1922 march on Rome, according to Giovanni Fasanella, co-author of Nero di Londra.
British officials hoped to use Mussolini to give them a strategic edge over rival powers in the Mediterranean.
According to recently released documents, Sir Samuel Hoare, who knew Mussolini when he was head of British intelligence in Rome between 1917 and 1918, later claimed that British money had been used to “form the Fascist Party and to finance the march on Rome”.
Nero di Londra will be published in Italy this week before the 100th anniversary of the march and as Mussolini returns to the spotlight after the election victory last month of the Brothers of Italy party, which evolved from Italy’s postwar fascist MSI party.
After the 1922 march Graham met Mussolini and sent London a glowing report, saying he was impressed by his “discipline”.
Mussolini’s secret relationship with Britain had started five years earlier in 1917, when he was working as a journalist and Hoare put him on the payroll of British intelligence, paying him £500 in five months. Italy at the time was fighting alongside the UK, France and the US in the First World War but Britain was afraid it would pull out of the conflict, just as revolutionary Russia did in 1918.
Flush with British money, Mussolini, then 34, urged his newspaper readers to keep up the war effort and sent his gang of violent veterans to break up peace protests.
Hoare, who later became Lord Templewood, revealed in 1954 that he had recruited Mussolini, before the British historian Peter Martland found evidence of payments in Hoare’s papers, which were made public in 2001.
Nero di Londra adds new details to those years, claiming Hoare used the codename The Count for Mussolini and worked with senior Italian freemasons to aid the dictator’s rise. British intelligence officers also used the Rome correspondent of The Times, William Kidston McClure, as middleman for communicating with pro-war groups.
Fasanella said Hoare brought to Rome his experience of working in the UK with the Anti-Socialist Union, which broke up left-wing meetings. “Hoare had specialised in the use of violence and propaganda in Britain and he brought that method to Italy,” he said. Cereghino added: “Mussolini’s career between 1917 and 1922 would not have taken the path we know without the influence of the British conservative establishment.”
3 Oct 22
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25 aprile 2021 - Proprio oggi ho finito di leggere questo libro di Giovanni Fasanella che ha colmato gravi mie lacune che mi portavo dietro dal lontano 1984 ossia quando in terza media portai Storia come materia a scelta e come argomento l’intero programma a partire dai moti rivoluzionari. “Non è possibile che la storia finisca con la fine della seconda Guerra Mondiale” ingenuamente mi son sempre chiesto...rimandando colpevolmente per eccessiva pigrizia il momento in cui tale vuoto avrei dovuto colmare. Ecco oggi posso finalmente dire che non tutto ma un bel passo avanti in questa direzione l’ho finalmente fatto. Anche se nella lettura ho trovato tante preziose risposte ma anche inquietanti domande che da tempo alimentano e continueranno ad alimentare i miei dubbi, ansie ed angosce sul dicibile e l’indicibile di uno Stato “libero” (forse).
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Ma la cosa interessante è che sul conto di Simioni giunsero a conclusione analoghe anche esponenti politici dalle vedute molto meno estremistiche: intendo riferirmi ai socialisti milanesi che Simioni frequentava agli inizi degli anni Sessanta. Perché Simioni iniziò la sua carriera politica proprio nel Psi.
A tale riguardo fece scalpore una dichiarazione rilasciata a suo tempo da Bettino Craxi e che lo storico, anche lui socialista, Massimo Pini rievoca nel modo seguente:
“Bettino Craxi, che sapeva di essere nel mirino del terrorismo, aveva lanciato fin dal 1980 l’ipotesi del «grande vecchio»: «Bisognerebbe andare indietro con la memoria, ripensare a quei personaggi che avevano cominciato a fare politica con noi, che avevano mostrato di avere qualità, doti politiche, e che poi all’improvviso sono scomparsi…Ci sarà pure chi invece ha continuato nella clandestinità, magari oggi starà a Parigi, a lavorare per il partito armato…». Sembrava il ritratto di Corrado Simioni, il quale aveva militato, autonomista come Craxi, nella Gioventù Socialista. Trasferitosi a Parigi, Simioni vi aveva fondato l’istituto di lingue Hyperion, considerato dal giudice Carlo Mastelloni il centro ipersegreto del terrorismo”[16].

La sede parigina dell’Hyperion
A tale proposito, bisogna ricordare che Simioni venne espulso dal partito nel 1965 per “indegnità morale”. Non si era mai capito bene che cosa avesse fatto di preciso. Lo ha svelato infine due anni fa Paolo Corallo, figlio di Salvatore Corallo, l’uomo che cacciò Simioni dal partito. Lo ha raccontato al giornalista Giovanni Fasanella che ha riportato la sua storia nel libro Il puzzle Moro:
“La storia è questa. A cavallo tra la fine dei Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, all’interno del Psi milanese si era formato un «gruppo socialista strano» che agiva quasi come un corpo separato e di cui faceva parte anche l’«inglese» [Simioni]. Un gruppo analogo, tra l’altro, si era costituito anche all’interno del Psi padovano, su iniziativa di Toni Negri. La cosa puzzava. E nel clima un po’ paranoico dell’epoca, al partito subito pensarono che ci fosse di mezzo un servizio segreto straniero: per credenze popolari, allora non poteva essere che la Cia. Salvatore Corallo voleva vederci chiaro. Sapeva che Simioni era amico di un giovane di belle speranze che si chiamava Bettino Craxi, con cui faceva coppia fissa. Ma, di Bettino, Corallo si fidava ciecamente. Gliene parlò, e lui si offrì di aiutarlo a scoprire che cosa fosse quel «gruppo socialista strano». I sospettati avevano una loro associazione in piazza della Scala. Craxi, con il carattere irruente che già allora ne faceva un politico votato all’azione, preparò il suo piano. Una sera, disse ad alcuni compagni di invitare a cena «quelli della Scala», per tenerli lontano dall’appartamento in cui erano soliti riunirsi. Mentre gli altri gozzovigliavano, lui con un piede di porco forzò la serratura della loro sede incustodita. Entrò, prese tutti i documenti che trovò nei cassetti e li portò a Corallo. Il quale, dopo averli esaminati, giunse alla conclusione che i suoi sospetti erano fondati: Simioni era un «agente della Cia» o, comunque, di servizi segreti anglo-americani. E lo cacciò dal partito, senza spiegarne pubblicamente il vero motivo, per evitare imbarazzi”[17].
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{A.H.? UN SANTO RAGGIRATO... di Simone Paliaga Dagli archivi la dichiarazione difensiva del poeta dopo l'arresto: "Mai antisemita. Duce e Hitler? Volevano bene del popolo" «Hitler e Mussolini erano uomini semplici provenienti dalla campagna. Ritengo che Hitler fosse un Santo, e non brigasse per alcun tornaconto personale. Credo che fosse stato trascinato nell’antisemitismo. E questo lo ha rovinato». A sostenerlo è «Ezra Loomis Pound, residente temporaneamente a Sant’Ambrogio 60, - recita burocraticamente un verbale - un piccolo villaggio vicino a Rapallo, Italia». Si tratta delle dichiarazioni scritte rilasciate dal grande poeta americano a Frank L. Amprim, agente speciale dell’Fbi a Genova l’8 maggio 1945 a completamento dell’interrogatorio rilasciato qualche giorno prima alle autorità alleate. Questo supplemento di deposizione si trova negli Archivi nazionali britannici di Kew Gardens, da poco desecretati, che risultano ora a disposizione di storici e ricercatori. Sono gli stessi documenti che Mario Cereghino e Giovanni Fasanella hanno messo a frutto per il loro libro il Golpe inglese (Chiarelettere), di cui «Libero» ha già parlato. Della deposizione aggiuntiva di Pound ne ha dato l’annuncio «il Piccolo» di Trieste traendoli dal ricco sito di Giuseppe Casarrubea, dove sono riprodotti e scaricabili gli originali dei documenti. Ezra Pound è il poeta americano che oltre a rivoluzionare la lirica del Novecento si industriò a fornire agli americani con i suoi Cantos quel poema epico che essi non conoscevano. Ma il suo curriculum è segnato da una macchia. Aveva infatti sostenuto, durante il secondo conflitto mondiale, Benito Mussolini, perché considerato erede delle politiche agrarie e populiste del presidente americano Jefferson.Alla fine della guerra però è costretto a fare i conti con la giustizia americana. La sua posizione giuridica, dinanzi ai vincitori, è difficile da districare. Per gli americani Pound è, semplicemente, un traditore. E quando il 3 maggio del 1945 si trova in ceppi tenendo in tasca i detti di Confucio, che s’accingeva a tradurre, ignora quanto difficili sarebbero stati gli anni immediatamente successivi alla fine delle ostilità.Non} copia fb https://www.instagram.com/p/CA1p-OXiD8Q/?igshid=16k189lhudg9b
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Dark side, dal 7 maggio la webserie sulla Storia segreta d’Italia – VIDEO
Un viaggio articolato in 8 puntate sui misteri italiani, in diretta ogni giovedì sera, alle 21, dal 7 maggio al 25 giugno, trasmesse sulla pagina Facebook Gianluca Zanella Editing, in collaborazione con Radio Radicale. Con alcuni tra i più noti giornalisti d’inchiesta italiani, esperti di intelligence, magistrati e avvocati. Nella prima puntata, il 7 maggio, Stefania Limiti dialoga con Enzo Ciconte sui Poteri occulti Il progetto Dark side nasce sostanzialmente dal mio personalissimo interesse verso il lato oscuro della nostra storia recente e, perché no, della nostra quotidianità. Cronaca nera, criminalità organizzata, terrorismo, anni di piombo, eversione, servizi segreti. Non c’è un intento voyeuristico, ma l’interesse di sviscerare a fondo singoli episodi o fenomeni più ampi con la volontà di fornire chiavi di lettura, possibili spiegazioni, o semplicemente porre domande. I NOMI Avvalendomi dei contatti stretti in molti anni di lavoro nel campo editoriale e con il supporto imprescindibile di Marcello Altamura, giornalista e scrittore che mi aiuta a mettere in piedi questo palinsesto, l’idea è stata quella di dare vita a un format dove ad essere protagonisti sono grandi conoscitori dei temi affrontati: giudici come Guido Salvini, esperti d’intelligence come Aldo Giannuli, avvocati come Valter Biscotti e bravi giornalisti, tra cui Monica Zornetta, Edoardo Montolli, Giovanni Fasanella e altri. LA PRIMA EDIZIONE In questa prima edizione (spiegherò poi perché parlo di prima edizione) si spazia da un focus sulle Nuove BR, alla strage di Erba, dall’unico caso italiano di serial killer “di coppia” come Ludwig a casi controversi e divisivi come la strage di Piazza Fontana. Un viaggio articolato in 8 puntante, in diretta ogni giovedì sera, alle 21, dal 7 maggio al 25 giugno, trasmesse sulla pagina Facebook Gianluca Zanella Editing. Un viaggio dove, accanto ai relatori di altissimo spessore, ad essere protagonista è il pubblico. Sì, perché l’intento primario di questo format – e la caratteristica che lo rende unico nel suo genere – è quello di rendere parte attiva delle singole puntate le persone da casa, che possono commentare in diretta, fare domande, talvolta anche intervenire, in un’ottica di dinamismo e confronto che manca in trasmissioni canonicamente televisive come Blu Notte, Chi l’ha visto? Quarto Grado e simili. Un format, questo, su cui lavoriamo da tempo, ma che siamo stati costretti a realizzare in modo veloce per non vederci sottratta l’idea. La nostra forza, quella che ci ha permesso di realizzare il progetto nell’arco di una settimana, è di essere un team ristretto ma collaudato e con un obiettivo in comune: quello di realizzare qualcosa di valido, interessante, riconoscibile per qualità. Oltre a me, Gianluca Zanella, giornalista, editor e agente letterario, c’è il già citato Marcello Altamura, giornalista delle Cronache di Napoli, autore dell’unica monografia sul capo brigatista Giovanni Senzani (Il professore dei misteri, Ponte alle Grazie, 2019), e Andrea Piras, grafico, web designer, videomaker ed esperto di comunicazione. Senza alcun tipo di sostegno esterno, ci siamo rimboccati le maniche sicuri di fare qualcosa di apprezzabile e con l’intento dichiarato – se la risposta del pubblico sarà buona – di replicare l’esperienza a partire da settembre/ottobre, stavolta in modalità ancora più strutturata, con nuovi ospiti e, possibilmente, con partnership importanti e sponsor che ci permettano di sostenere le spese che inevitabilmente stiamo affrontando di tasca nostra. I MISTERI L’idea è di mantenere anche in futuro il format online, senza rinunciare – non appena sarà possibile – a incontri, seminari, vere e proprie lectio magistralis aperte al pubblico. Già adesso stiamo delineando il futuro palinsesto. Batteremo strade che ora non abbiamo avuto il tempo di percorrere, come il mondo del dark web, con i suoi pericoli e le sue degenerazioni; tenteremo di mettere a fuoco entità misteriose con sede all’estero – come la scuola di lingue Hyperion e l’Aginter press – ma che hanno avuto un profondo impatto sul nostro Paese; affronteremo casi di cronaca nera recenti, come il delitto di Perugia e l’ingerenza degli Stati Uniti nella vicenda; ma soprattutto, stiamo cercando di delineare dei focus su singole Regioni e, ancora più nello specifico, su singole città. Ecco che allora sarà inevitabile, giusto per fare un esempio, dedicare una o più puntate di Dark side – storia segreta d’Italia a Roma, concentrandoci sul fenomeno Mafia Capitale, sul clan dei Casamonica e sul diffuso fenomeno dell’usura in tutte le sue sfaccettature. Allo stesso modo ci concentreremo su Napoli, Milano, Torino, Palermo, sempre cercando di dare alle nostre puntate un taglio originale, mai scontato, con la volontà – se possibile – di aprire serie riflessioni sui casi e i fenomeni raccontati senza limitarci al gossip di basso livello. Se è poi vero che molte puntate prendono spunto o ruotano attorno a uno o più libri, non si tratterà di “presentazioni” in senso stretto. Certo, il riferimento alle pubblicazioni sarà sempre presente, ma l’intento è quello di andare oltre, di raccontare anche – anzi soprattutto – il lavoro di inchiesta che ha portato alla realizzazione di un libro, i retroscena, l’accoglienza presso il pubblico, gli eventuali “effetti collaterali”. RADIO RADICALE Attualmente il progetto – che si profila con un vero e proprio banco di prova – ha riscosso un notevole interesse da parte dei media. In particolare, forse uso un termine improprio, sarà partner di questa fase Radio Radicale, che ci seguirà passo dopo passo, caricando sul suo sito ogni singola puntata a poche ore dal termine, con l’intera sbobinatura della registrazione annessa. Inutile dire che per noi è non solo una grande soddisfazione, ma un importante incoraggiamento per andare avanti. *** LA PRIMA PUNTATA Giovedì 7 maggio ore 21.00 Poteri occulti
Stefania Limiti dialoga con Enzo Ciconte “Il tema dei poteri occulti è essenziale per la comprensione del nostro Paese, sfuggente e inafferrabile per natura, l’argomento lascia smarriti, un po’ persi tra le nuvole di ciò che esiste ma non è”. È l’incipit del libro pubblicato da Stefania Limiti con Rubbettino a offrire il quadro più esaustivo dell’argomento di questo interessante appuntamento. L’autrice di best seller come L’Anello (Chiarelettere) e Doppio livello (Chiarelettere), racconta il lato oscuro del potere in tutte le sue forme e in tutte le sue inquietanti implicazioni. Ad accompagnarla in questo excursus Enzo Ciconte, consulente dal 1997 al 2008 presso la Commissione parlamentare antimafia, docente universitario e autore di numerosi libri in cui esplora e analizza il mondo della criminalità organizzata, con particolare riferimento al fenomeno della ‘Ndrangheta. Poteri occulti, di Stefania Limiti, Rubbettino editore - GUARDA Read the full article
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Curiosità: ecco i cognomi più diffusi in Cilento e Vallo di Diano (Quarta parte)
Curiosità: ecco i cognomi più diffusi in Cilento e Vallo di Diano (Quarta parte)
Ecco l’elenco dei comuni dalla S alla V
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LE MENTI DEL DOPPIO STATO
Giovanni FasanellaMario José Cereghino “Questo non è un libro cospirazionista o complottista.Piuttosto è un libro che indaga il fuoriscenadella politica italiana, cioè la dimensione invisibiledella storia costituita dall’attività dell’intelligencee della diplomazia, basandosi sui documentiufficiali rinvenuti negli archivi dei Servizi segreti.”Mario J. Cereghino e Giovanni Fasanella“Il libro di…
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Mario José Cereghino, Giovanni Fasanella TANGENTOPOLI NERA 2016 Sperling & Kupfer *Il noto ristorante è il Cinzano!
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Pozioni tranquillanti e anticomunismi viscerali
Difficile interpretare certe interviste se nn come tentativo dell’autore di resuscitarsi da un dorato dimenticatoio con le sue pozioni tranquillanti… Se cercava – ancora! – qualche verità nn dicibile, Veltroni avrebbe potuto far riferimento alle dichiarazioni dei più stretti collaboratori dello statista assassinato o alla ricostruzione che del caso fa Giovanni Fasanella nel suo “Il puzzle Moro”.
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Lo sostiene con efficacia il giornalista Giovanni Fasanella, ex firma di punta dell'Unità e di Panorama nel suo recentissimo libro "Il puzzle Moro": le Br non agirono da sole, dietro il tragico sequestro dello statista ci furono forti interessi internazionali Con un po’ di malignità si potrebbe dire che Giovanni Fasanella, già cronista di punta...
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SAN BENEDETTO – Giovanni Fasanella presenterà domani sabato 4 Agosto alle ore 21,30 al Palazzo Vannicola in via Mare Porto d’Ascoli( Ex Istituto Commerciale) il libro”Il puzzle Moro“. Conversa con l’autore Maria Teresa Rosini. Evento organizzato dall’Associazione culturale “ I Luoghi della Scrittura” dalla Libreria “La Bibliofila” con il patrocinio ed il sostegno dell’Amministrazione Comunale e della Regione Marche
Giovanni Fasanella, giornalista, sceneggiatore e documentarista, da molti anni impegnato a ricostruire il contesto geopolitico della storia italiana, per Chiarelettere già autore con Mario José Cereghino di “Colonia Italia” (2015, 2 edizioni) e “Il golpe inglese” (2011, 3 edizioni, 5 ristampe in edizione tascabile), e con Rosario Priore di “Intrigo internazionale” (2010, 3 edizioni, 2 ristampe in edizione tascabile), ha condotto una nuova, approfondita ricerca a Londra, scoprendo molti documenti inediti, che sono alla base di questo suo nuovo libro-inchiesta.
La vicenda Moro costituisce un caso internazionale per eccellenza. Ancora da raccontare nei suoi risvolti più oscuri. Tra gli anni Sessanta e Settanta la politica estera morotea, soprattutto quella mediterranea, e il disgelo nella politica interna tra Dc e Pci rappresentarono un pericolo gravissimo per gli equilibri mondiali. L’Italia andava fermata. A tutti i costi.
Sulla base di documenti desecretati a Londra e a Washington (e delle recenti acquisizioni dell’ultima commissione d’inchiesta parlamentare sul caso Moro), Giovanni Fasanella dimostra che una parte delle amministrazioni Usa, con gli inglesi e la complicità a vari livelli e in fasi successive di Francia, Germania e Unione Sovietica insieme con Cecoslovacchia e Bulgaria, avevano interessi convergenti a fermare Moro. Come confermano anche le testimonianze di ambasciatori e politici dell’epoca riportate in questo libro.
L’autore riesce a saldare in un racconto avvincente testimonianze e documenti inediti, offrendoci per la prima volta la ricostruzione completa del contesto internazionale e delle complicità interne in cui maturò il delitto Moro. Solo così possiamo capire davvero le cause che stanno alla radice di molti episodi terroristici e individuare chi aveva interesse a destabilizzare la nostra democrazia.
Le verità che mancavano sul più importante delitto politico del dopoguerra “Dobbiamo scoraggiare le iniziative indipendenti del governo italiano nel Mediterraneo e in Medio Oriente.” Nota interna del Foreign Office, 1970
“Azione a sostegno di un colpo di Stato in Italia o di una diversa azione sovversiva.” Titolo di un documento top secret del governo britannico contro la politica di Aldo Moro, 1976
“Le ingerenze sono, sempre e comunque, di parte.Tuttavia, nel caso dell’Italia, dobbiamo fare qualcosa di concreto e non limitarci a discutere.” Reginald Hibbert, sottosegretario del Foreign Office con delega alle questioni europee, 1976
“L’influenza di Moro e Berlinguer sulla politica estera italiana è forte e potrebbe avere serie ripercussioni… Il governo italiano va mantenuto sulla giusta via.” Rapporto dell’ambasciatore britannico a Roma Alan Hugh Campbell, 1977
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