#Freddy Dico
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Cerco quella ragazza che faccia l’amore solo ed esclusivamente con me. Che se ne freghi di Tik Tok e di Instagram, perché ci sono io a leccargliela, mica i reel della gente in cerca di visibilità.
Cerco quella ragazza che faccia quello che dico io. Che mi appartenga nell'anima e nel corpo, che viva solo per il nostro amore, immune alle distrazioni vuote del mondo moderno. Una fanciulla il cui sguardo si perda nei miei occhi, anziché nei freddi schermi illuminati da luci effimere.
Cerco quella ragazza che, nel silenzio delle notti stellate, ascolti solo la melodia del nostro respiro, sincronizzato come un'unica sinfonia di desiderio. Che non abbia bisogno di applausi digitali, perché troverà la sua gloria nell’adorarmi. Che scelga di essere la mia musa, di danzare con me sulle note di una passione eterna, di abbandonarsi a un amore che non conosce confini, in cui ogni tocco è un giuramento di fedeltà. Che faccia delle mie parole il suo vangelo, dei miei desideri il suo credo, che sappia perdersi nelle mie braccia e ritrovarsi, ogni volta, più vicina alla felicità.
Immagino quella ragazza che non abbia timore di abbandonare ogni maschera, di mostrarsi nella sua essenza più pura e vulnerabile, perché sa che nel mio abbraccio troverà rifugio e non giudizio. Cerco una compagna che, con la stessa devozione, mi stringa forte, come se fossi l’unico ancoraggio nel mare in tempesta. Una ragazza che non si perda nei riflessi ingannevoli del mondo, ma che si immerga nella verità del nostro legame, senza esitazioni, senza remore.
Desidero quella donna che non cerchi conferme altrove, ma che sappia che nel nostro amore c’è tutto ciò che le serve, tutto ciò che desidera, tutto ciò che sogna. Che sappia che le nostre anime si sono scelte non per caso, ma per una forza che va oltre il tempo e lo spazio, oltre i banali giochi delle apparenze. Una donna che sappia amare non solo con il corpo, ma con il cuore, con l’anima, con tutto ciò che è, in una comunione di intenti che ci renda inseparabili, invincibili.
Cerco quella ragazza che, nel nostro mondo, costruito solo per noi due, sappia che non esiste altro al di fuori, perché al di fuori non esiste nulla di più reale, di più intenso, di più vero di questo amore che brucia come un fuoco eterno, che illumina la nostra vita con una luce che nessuna tecnologia potrà mai eguagliare.
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Ieri sono andata di nuovo dalla mia amica giapponese.
Sono arrivata da lei nel pomeriggio di sabato e siamo andate insieme al 銭湯 (sentō), ossia i bagni pubblici giapponesi. Questa volta mi ha fatto meno effetto ma è sempre in qualche modo liberatorio essere letteralmente nuda assieme a tanta altra gente nella tua condizione. Ci si guarda però non c'è troppo giudizio, perché ci sono così tanti corpi diversi che il giudizio sembra perdere di senso.
Dopo essere stata a rilassarmi nella vasca super calda con le turbe idromassaggio (che relax madonna), la mia amica mi ha proposto di immergermi nella vasca fredda:"Vedrai che bella sensazione!". Io inizialmente le dicevo che avrei voluto evitare perché non mi sembrava troppo sensato far fare uno sbalzo di temperatura così forte al corpo; in più conosco la mia polla (ossia me stessa). Alla fine però mi sono lasciata convincere e l'ho fatto: Mix perfetto per un cazzo di capogiro che così forte penso di non averlo mai avuto nella mia vita. Fortuna che è passato dopo qualche minuto e quindi vabbè tutto a posto.
Poi mi chiede del lavoro e del perché ho cambiato: le spiego che ho il doppio delle ferie di prima e mi fa:"Vabbe ma 20 giorni di ferie sono normali no?". È la seconda volta che me lo ha detto e io ogni volta le dico, no, la normalità in Giappone è 10 e mi stupisce sempre che lei, giapponese, anche se anziana, viva così fuori dal mondo e mi rendo conto che chi lavora nella scuola pubblica è privilegiato non solo in Italia, ma pure qui.
A cena abbiamo mangiato 冷やし中華 (hiyashi chūka - foto 1) ovvero noodles freddi cinesi con verdure e carne e una salsa fatta di salsa di soia, aceto, zenzero e sesamo. Poi aveva preso anche dei salamini francesi: buoni, ma peccato fossero letteralmente dolci - poco sale e pochissimo pepe rispetto ai nostri. Da bere una lattina di birra e del vino bianco (scarso).
La notte un inferno: mi sono svegliata forse alle 4/5 con una nausea e un mal di testa fortissimo. Ho temporeggiato girandomi da un lato all'altro per ore e ore, svegliandomi e riaddormentandomi di continuo, finché non ho sentito la mia amica sveglia. Mi sono alzata e le ho detto:"Yuki che guaio, mi viene da vomitare...", mentre lei mi suggeriva di tornare a dormire, ho preso un sorso di acqua... tempo 2 sec e sono corsa al bagno a vomitare. La causa penso sia stata il fatto che sono stata troppo indulgente col vino, che secondo me era pure di scarsa qualità.
Sono tornata a dormire finché non era ora di pranzo, intorno alle 12.
Questa volta però non siamo andate a pranzo dai suoi genitori, ma la mia amica ha organizzato un pranzo a casa sua in cui ha invitato: la sua insegnante di italiano (che è di Salerno e io, quando l'ho saputo, le ho chiesto di presentarmela), suo marito giapponese, un suo compagno di classe (che frequenta la stessa insegnante), la moglie e una sua collega molto giovane che insegna inglese nella stessa scuola media dove insegna anche lei.
L'insegnante di italiano è simpatica, però è la tipica signora italiana con un carattere forte che sta sempre in mezzo a fare le cose al posto degli altri, un po' ignorante e banale (che cazzo mi vieni a dire a fare: che palle D'Annunzio, che palle Manzoni, che palle tutti - dì che non ti piace la letteratura senza fare sceneggiate, no?), insomma, tipica signora italiana. Però ha preparato la parmigiana di melanzane quindi un po' la perdono ahahah.
Il marito invece super tranquillo e straeuridito: prima della pensione era un professore di storia romana e ha vissuto in Italia per svariati anni. Conosce un sacco di aneddoti italiani che manco io sapevo (tipo sul palio di Siena, su Matera etc) ed è il tipo che una volta che parte non lo fermi più. Non ricordo come se n'è uscito con questo argomento, ma dopo aver detto che c'era stato un momento in cui era senza lavoro e senza soldi e che non poteva nemmeno tornare in Giappone, ha detto anche che mentre stava facendo un lavoro prendeva uno stipendio sia in Italia che dal Giappone, nello stesso momento. Io sempre più convinta che chi ha vissuto in quegli anni ha avuto un culo della Madonna perché i soldi si buttavano come non è mai più successo (esempio plateale: mio nonno baby pensionato che ha vissuto metà della sua vita in pensione... METÀ).
Detto questo, fortunatamente sono riuscita a godermi il pranzo nonostante la vomitata.
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Vivrò sempre per il domani guardo dentro me stesso e dico l'ho fatto per amore.
Freddie Mercury (Zanzibar, 5 settembre 1946 – Londra, 24 novembre 1991 )
Il 5 settembre 1946 nasceva un Grande Artista Freddie Mercury.
Nato a Zanzibar con ascendenze parsi e indiana, Freddie Mercury fu fondatore nel 1970 dei Queen, gruppo rock britannico di cui fece parte fino alla morte. È ricordato per il talento vocale e la sua esuberante personalità sul palco.
In una delle tante interviste disse : Anni fa ho pensato al nome Queen... È solo un nome, ma è molto regale e sembra splendido. È un nome forte, molto universale e immediato. Aveva un sacco di potenziale visivo ed era aperto ad ogni tipo di interpretazione. Ero certamente consapevole delle connotazioni gay, ma quello era solo uno dei suoi aspetti.
E poi fu... Leggenda❤
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Ho provato la perdita di persone a cui ho voluto infinitamente bene, dopo una malattia o all’improvviso.
Ho sentito dentro tutta la rabbia, lo sgomento e la nausea per l’ingiustizia della vita. Ho visto madri distrutte.
Ho scritto parole e pregato in silenzio baciando marmi freddi.
E sono diventata fredda anche io, così tanto da aver quasi paura. Non mi smuovono più certe notizie. Sono cinica, quasi quanto a quel padre che salendo le scale, mentre noi eravamo in lacrime, ha detto solo che vuole dire che il suo orologio era suonato.
Adesso lo penso anche io. Siamo qua. Questa è la vita. Destino.
Certi pensieri mi rimbombano nello stomaco e mi risalgono su, acidi, insieme alle parole lette e masticate, trite.
Non mi sento in diritto. Non mi sento nulla.
Quando ero bambina, mia mamma stava male ogni volta che sentiva dire che qualcuno era morto. Correvamo da una zia che stava vicino casa nostra e parlavano, mia mamma si distraeva e la dolcezza della zia era un balsamo per la sua ansia, una terapia.
Sarà anche per questo che minimizzo, di fronte alla morte adesso dico solo che è parte della vita stessa, toccherà a tutti prima o poi.
Giusto, non giusto, fuori più belli e angeli che insegnano a fare cose o brillano su di noi… nessuno sa.
Eppure sto qua, oggi non sono riuscita a pranzare. Ma nemmeno a commuovermi, stringermi o piangere.
Solo queste righe, per buttare fuori qualcosa che ho sepolto e mi rende così distante.
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Dagli sconosciuti sui social non si devono accettare:
caramelle (love bombing)
repliche ad hominem (non hanno alcun valore)
appellativi di ogni tipo (tipo quello di "troia" o misandrica, perché viene da soggetti inetti che non sanno stare in piedi da soli, ma si appoggiano sempre agli altri anche economicamente - credibilità e maturità pertanto pari a zero)
supposizioni (i "forse" non rappresentano la verità) - pseudoscienza (o hai prove di un fenomeno, tipo "dio", o stai zitto)
I social sono un ottimo strumento per imparare a gestire le situazioni difficili anche nella vita reale in cui hai a che fare con soggetti asociali verbalmente aggressivi: qui puoi capire l'importanza di non raccogliere mai una provocazione, qualunque essa sia, ma rimanere sereni, freddi, spiazzando l'interlocutore.
Le persone moleste desiderano attenzione: non offrirgliela li disorienta; impedirgli in ogni modo qualsiasi forma di dialogo, isolandoli, è la cosa migliore da fare.
La pazienza non è una virtù, ma un atto di moderazione che maturi con il tempo e l'esperienza che ti porta a dare più importanza a ciò che ha valore rispetto alle reazioni violente di chi non accetti l'Evoluzione, ma sia ancora fermo incrostato al creazionismo, agli usi, ai costumi, alle tradizioni, alla morale, alla pseudoscienza, ai pregiudizi, al "si fa così perché lo dico io".
La violenza subita, qualsiasi essa sia, non deve intimorirci, ma essere la benzina del nostro motore progressista.
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Comunemente si pensa che chi soffre di disturbi mentali e sta affrontando una terapia, le cose vadano sempre un po' meglio.
Eppure capita, capita di svegliarsi in una pozza di sangue e chiedersi cosa sia andato storto.
Capita di trovarsi confusi, persi tra le mura di casa propria senza riconoscere l'ambiente circostante.
Capita di non sapere cosa fare, andare in paranoia, strappare le lenzuola e piangere per paura di cosa possa succedere ancora.
Capita di crollare, davanti allo specchio che riflette un'immagine che non sembra propria.
Capita di lavarsi le mani e veder scorrere l'acqua sulle proprie mani tremanti, fredde e chiedersi perché il lavandino è pieno di millepiedi che cadono a picco dagli occhi, dalla bocca.
Capita di veder passare qualcuno dinanzi alla porta ed avere il terrore di uscire dalla stanza in cui ci si trova.
Capita di vedere le sagome ferme in mezzo al soggiorno o sedute sul proprio letto intente a fissare con insistenza i movimenti che si fanno.
Capita che la gola diventi secca in certi momenti, come se mani invisibili stringessero attorno al collo impedendo di deglutire o di fare spazio all'aria che riempa i polmoni.
Capita di vedere sottopelle masse in movimento ed il rumore diventa un fischio continuo, perpetuo fastidio che manda in tilt il cervello.
Capitano un sacco di cose a chi, come me, ogni giorno si sveglia in un letto che non riconosce, in una casa che sembra altrui, in un mondo che sembra surreale.
Eppure, sebbene sembri così fatiscente, questo mondo è reale.
Pregno di paure costanti, di figure sconosciute e psicosi incontrollate.
Pregno di pianti, urla, tremori.
E quando ti guardo, e ti dico che nel mio letto, accanto a me, la Morte dormiva serena ed al sicuro, tu credimi, perché la sento, la vedo arrivare nel cuore della notte, scansare le coperte ed avvolgermi nei suoi freddi abbracci che mi fanno tremare costringendomi all'immobilità più totale..
Tu, credimi, perché nemmeno io sono più in grado di credermi.
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Ciao A.,
Come stai? Ormai sono passati tre mesi dall’ultima volta che ti ho visto e dall’addio che ci siamo dati… purtroppo come già sapevo non ti ho dimenticato, non ho mai smesso di pensare a te e seppur facendomi del male, non ho mai smesso di amarti da lontano. È la prima volta in vita mia che in così poco tempo ho provato così tante emozioni per qualcuno, mi bastava solamente vederti per avere il battito accelerato, mi basta il pensiero di te del tuo viso dei tuoi occhi e del tuo sorriso per arrossire e sentirmi le farfalle nello stomaco. Queste cose non te le ho mai dette ma spero un giorno o l’altro di avere il coraggio di scrivertele (sperando non sia troppo tardi). Non so se anche tu provi lo stesso che provo io per te, però da come mi guardavi ho capito che anche tu eri fregato.
So che non puoi e che quindi hai preferito in doloroso addio tagliente come vetro piuttosto che mantenere un’amicizia con me.
Però ti dico solo che se riuscirai a trovare il coraggio di lasciare (solo io e te sappiamo cosa e non è un’altra donna) ti prometto di amarti ogni singolo giorno, di rispettarti, di cucinare per te, di aiutarti in tutti i tuoi problemi, di mettere assieme ogni singolo pezzo che nella vita hai perso o hai lasciato fuori posto, ti prometto che saremo felici.
Il futuro è sempre incerto lo so, ma io ti prometto un AMORE ETERNO.
Io non so fin quando ti aspetterò però da come mi sento purtroppo credo che potrei aspettarti anche tutta la vita, e non riuscirò mai più ad innamorarmi di nuovo.
Non avere paura di lasciare una strada che non ti sta rendendo così felice.
A volte il vero amore è quello provato in silenzio, è cercare di apparire freddi quando dentro tutto brucia.
Sono le lacrime versate in silenzio di notte nel letto, sono le parole mai dette.
L’amore non è mai sbagliato!
#amore #love #amorefinito #amoreimpossibile #delusione #cuore #amore
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“ Fuori continuano a sfilare, genitori e bambini. Ma perché diavolo B è venuto a trovarmi? “Perché non sfili anche tu?” chiedo. “È pure il tuo dovere.” Sogghigna. “Mi sono dato ammalato.” I nostri sguardi s’incontrano. Ci capiamo, dunque? “Non ti tradirò,” dico. “Lo so.” Che cosa sai? penso. “Non mi piace più sfilare e neppure mi va questa storia del comando. Il primo venuto ti riempie la testa di urla semplicemente perché ha due anni più di te. E quei discorsi... sempre gli stessi, pure stupidaggini.” Non posso fare a meno di ridere. “Spero che sarai il solo, in classe, a pensare così.” “Oh, no, siamo già quattro.” “Quattro di già? Da quando?” “Ricorda, professore, quando ha parlato dei negri, in primavera, prima di partire per il campo? Abbiamo tutti firmato che non la volevamo come professore, ma io l’ho fatto dietro comando. Perché lei aveva ragione, naturalmente, per i negri. E poi ce ne sono stati altri tre che si sono espressi nello stesso modo.” “Chi?” “Non lo posso dire, è proibito dal nostro codice.” “Quale codice?” “Abbiamo formato un club. Vi aderiscono altri due, ma non del liceo. Uno è apprendista fornaio, l’altro è un fantino.” “Un club?” “Sì, ci riuniamo settimanalmente, e leggiamo tutto ciò che è proibito.” “Ah, ah!” Che cosa diceva Giulio Cesare? Di nascosto si legge, ma soltanto per riderne. Il loro ideale è il dileggio. Andiamo verso tempi freddi. Domando a B: “Allora vi riunite per ridere di tutto, eh?” “No, l’ironia è severamente proibita dal paragrafo 3. Sì, ci sono dei ragazzi che ridono di tutto, per esempio T, ma noi non siamo di quelli, ci riuniamo per discutere su quello che abbiamo detto.” “E poi?” “E poi parliamo del mondo come dovrebbe essere.” Ascolto. Come dovrebbe essere? Guardo B e rivedo Z. Dice al presidente: “Il professore parla del mondo come dovrebbe essere, non come è.” “
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Ödön von Horváth, Gioventù senza Dio, traduzione di Bruno Maffi, Bompiani, Milano 2003. (Libro elettronico)
[ 1ª edizione originale: Jugend ohne Gott, Amsterdam, 1937 ]
#Ödön von Horváth#Gioventù senza Dio#letteratura tedesca#letteratura tedesca del '900#narrativa#leggere#letture#libri#narrative europea del XX secolo#antimilitarismo#militarismo#storia della Germania#anni '30#giovani#educazione#vita#seconda guerra mondiale#libero arbitrio#antifascismo#etica#citazioni letterarie#razzismo#libertà di parola#umanesimo#libertà di pensiero#umanità#Bruno Maffi#scrittori tedeschi#maestri#pacifismo
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Penso di aver riportato alla mente che la mia ex ha qualche problema... Per questo sto un poco meglio. Non ha senso soffrire per qualcuno che non se lo merita.
Quando stavamo insieme, è stata capace di non trovare un pomeriggio per stare insieme per due mesi. Poi ci lasciamo, avevamo un concerto insieme, ci andiamo, mi bacia e mi dice che si vede con un altro. Poi le dico che preferisco non vederla e sentirla più, lei si ri fa viva. Teniamo i rapporti un po' più freddi, mi dice che sono troppo freddo. Torniamo a sentirci di più un mese fa, ora mi dice che sta con una sua amica. Io le dico che non è normale fare così, che mi fa male, che sembra voglia tenermi e anche tenermi lontano. Eppure mi dice che no, non prova più niente.
Ma che cazzo vuole da me?
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cky crew but five nights at freddys …
obviously bam is freddy
rake is chica
raab is bonnie
dico is foxy
ryan is golden freddy
phil is the security guard
vito is purple guy
BOOM
#jackass#cky x reader#brandon dicamillo#cky crew#dico cky#cky4#brandon dicamillo x reader#cky2k#cky3#cky clip
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PIOVE FORTE (FEAT. STABBER, GEMITAIZ E YUNG SNAPP)
Uh, ah, ah-uh-uh Uh, uh-uh-uh
Ho un po' di gelato, sì, ma non è dolce La fumo e mi sale più delle gocce Dentro fin quando ti va via la voce Corro con dietro le guardie, fra', O. J. Per tutti i fra che stanno senza il POS Senza le banche, col cash nelle borse I cuori freddi come i Sigur Rós Tornano a casa quando il sole sorge (skrrt-skrrt)
Fra', non ho TikTok perché non ballo, non scrivo un libro, ma vivo un giallo Spendo il profitto qua a Montecarlo (cash, cash, cash) No, no, non sono ricco, ma punto a farlo Se mi dai un beat, bro, ti ci trafiggo come co' un dardo (piuh)
Prima non volavo, ora sì (no) Baby, lo sai, siamo ancora qui Sui marciapiedi, fra', nomadi (uh) None, non moriamo giovani (moriamo giovani) Musica per cuori storti A tempo con i pianoforti Per aprire i cuori ho gli accordi E non se ne sono mai accorti, no, no
E piango prima di dormire, accussì nun m'aggi"a arripiglià Oggi su 'sto letto piove, piove forte Ricomincio dalla fine, accussì nun m'aggi"a arripiglià Oggi su 'sto letto piove, piove forte (yeah)
Dico ca nn"o faccio cchiù tanto po 'o faccio 'o stesso ('o faccio 'o stesso) C'ammo jucato tutt"e sorde 'int'ê centre scommesse (spennimmo, spennimo, spennimmo) Me sto fumanno l'incenso, me pare 'e stà a messa Pe nu poco 'e pace mo che desse, ah 'Mmiez'â via parimmo 'e zingare (zingare) Ch"e miliune ma vestute a zingare (zingare) I' sto a mille comme 'int'a nu rave, baby 'O sto facenno pe'tté, baby
Giro dint'a n'astronave 'O sole che cade me fa penzà a te, baby Solo, sì, comme nu cane Core in porcellana, nn'può essere me, baby (nn'può essere me, baby) Ah, manco i' voglio essere me, baby (Ah) quanto costa a essere me, baby
'E strade me chiammano ('e strade me chiammano) L'estranei me parlano (parlano) Aumento 'e nu zero ogne seje mise, è 'o patto c"o diavolo (yeah) 'E schifo a 'sti troie ('e schifo a 'sti troie), me fanno vení 'e paranoie Se fa notte a Napule (skrrt), 'e droghe me calmano Eh (uh), ah (uh), mhm Mhm-mhm-mhm
E piango prima di dormire, accussì nun m'aggi"a arripiglià Piove, pio-piove
E piango prima di dormire, accussì nun m'aggi"a arripiglià Oggi su 'sto letto piove, piove forte Ricomincio dalla fine, accussì nun m'aggi"a arripiglià Oggi su 'sto letto piove, piove forte (ah, eh-eh-eh)
Continuo a parlare con tutti (a sorridere a tutti) Ho troppi presentimenti (sogni premonitori) e sento troppa pressione Troppi momenti che sembrano gli ultimi Quando mi parli, mi sento too young E la città di cappa, sembra Milano La notte prima spaccavamo casa
E poi, come niente fosse, ti preparo la colazione Io preparo buone intenzioni Ho paura di farmi male Con la legge dell'attrazione Scusa se ti ho tradito di nuovo E adesso di nuovo stai male E giuro che ci credevo Quando ti ho detto che ce la potevi fare, ma
Oggi sul mio letto piove, piove forte Piove forte
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Provo la Opel Astra Electric
Quando mi hanno detto che la prossima auto in prova sarebbe stata l’Astra Electric in versione Ultimate, ho provato immediatamente due pensieri, uno è durato un solo secondo “non ne ho mai guidate!” l’altro che è durato ore e ore “wow!”.
Si, perché a parte il test fatto con la Citroen AMI che potete trovare tra i miei articoli precedenti, non solo una macchina Full Electric non l’avevo ancora guidata, ma soprattutto, non una “sportiva” come sicuramente è la Opel Astra da 156 Cv con capacità batterie di 54 Kwh, che mi sta aspettando con quel colore blu denominato Kobalt blue, che a me tanto piace.
Prendo posizione nell’abitacolo, mi sistemo e premo start, ecco, per un attimo, il mio cervello ha dovuto resettare in un secondo l’attesa del rumore identificativo di un’automobile, qui il vero distinguo si chiama silenzio.
Freccia a sinistra, modalità di guida Drive e si parte, dopo pochi Km, ma che dico centinaia di metri, mi piace già.
Il silenzio che ti avvolge, ti permette di godere appieno di quanto ti circonda, che cerchi con lo sguardo come per attivare altri sensi - se hai persone a bordo, parli con loro senza alcun disturbo e il relax regna fin dai primi metri.
Ai primi semafori la mia curiosità sceglie di testare le partenze da fermo che risultano corpose e continue così come le riprese necessarie per districarsi nel traffico delle nostre aree urbane.
E su strade a scorrimento veloce saprà soddisfarmi? Avevo provato nelle settimane scorse la Suzuki Swift Sport portandola lungo la strada Doria -Creto, famosa per la sua lunga storia di competizioni in salita avvincenti e dal sapore di altri tempi e così decido che dopo aver sorriso e sorriso alla guida della piccola tuto pepe, quale miglior percorso avrei potuto nuovamente scegliere se non proprio la Doria -Creto, fatto di salite a volte anche ripide, curve e tornanti tra viste mozzafiato sul nostro territorio per mettere alla prova motori scoppiettanti di ogni dimensione. Dimenticavo! E’ elettrica.
L’accelerazione è significativa con dati 0-100 km/h in 9,2 secondi, allunga nei tratti rettilinei senza nessuna flessione, esce da ogni tornante con una coppia massima in grado di raggiungere i 270 Nm aggrappandosi tramite le sue gomme 215/45 su cerchi da ’18 ad ogni centimetro quadrato dell’asfalto, ha un assetto sportivo, piatto, pochissimo trasferimento di carico grazie al peso delle batterie ottimamente distribuito, freni dal mordente adeguato, forte e deciso se al comparto frenante si chiedono decelerazioni repentine.
Mi sta veramente divertendo, raccordo ogni uscita di curva con la prossima sfruttando tutta la sua erogazione, in men che meno la curva appena lasciata e quella che inizialmente vedo lontano, subito dopo è già lì - ma davvero è elettrica?
Sul belvedere, schiaccio stop. Sono entusiasta, volevo talmente guidarla che prima di partire non mi sono neanche soffermato a guardare troppo gli interni che come da tradizione Opel sono razionali, plastiche di buona fattura, design moderno e funzionale, tutto è facilmente raggiungibile.
Quando sono partito, il display segnava la possibilità di percorrere più di 400 Km, dopo una buona mezz’ora di guidato decisamente allegro, siamo certamente scesi con i numeri in riferimento alla percorribilità totale ma sono stupito dai consumi che non hanno sofferto della nostra insistente richiesta di energia e possono bastare anche 26 minuti per una ricarica fino all’80%.
Fa freddo, provo il riscaldamento abitacolo che in breve tempo senza alcuna incertezza raggiunge la temperatura selezionata, il sedile di ottima fattura, contenitivo, sportivo, riscaldabile con la selezione di vari livelli, regala comfort durante i climi freddi e se anche le mani avessero voglia di caldo, basta selezionare l’apposita funzione per il volante.
Con cinque porte, una lunghezza di 4374 mm, larghezza 2062 mm compresi i retrovisori, è comoda.
la seduta è bassa, spaziosa, omologata cinque posti, a bordo non si sente l’esigenza di maggiore spazio e grazie ad una velocità massima di 170 Km/h anche gli spostamenti autostradali diventano agevoli coadiuvati da un bagagliai di buona ampiezza e capacità.
Riporto l’auto soddisfatto di questo test che mi ha permesso di apprezzare un nuovo stile di guida, un approccio diverso a emozioni diverse ma tutte in un’unica direzione percorsa da questa Opel Astra elettrica: piacere di guida! Opel Astra Elettrica e tutti gli altri modelli disponibili, li potete trovare presso concessionaria Gecar del Gruppo GE che ringrazio per la collaborazione.
#scrivere#articolo#liguria#italia#genova#auto#cars#car#automobile#automotive#fast cars#electric cars#elettrico#opel astra
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Comunemente si pensa che chi soffre di disturbi mentali e sta affrontando una terapia, le cose vadano sempre un po’ meglio.
Eppure capita, capita di svegliarsi in una pozza di sangue e chiedersi cosa sia andato storto.
Capita di trovarsi confusi, persi tra le mura di casa propria senza riconoscere l'ambiente circostante.
Capita di non sapere cosa fare, andare in paranoia, strappare le lenzuola e piangere per paura di cosa possa succedere ancora.
Capita di crollare, davanti allo specchio che riflette un'immagine che non sembra propria.
Capita di lavarsi le mani e veder scorrere l'acqua sulle proprie mani tremanti, fredde e chiedersi perché il lavandino è pieno di millepiedi che cadono a picco dagli occhi, dalla bocca.
Capita di veder passare qualcuno dinanzi alla porta ed avere il terrore di uscire dalla stanza in cui ci si trova.
Capita di vedere le sagome ferme in mezzo al soggiorno o sedute sul proprio letto intente a fissare con insistenza i movimenti che si fanno.
Capita che la gola diventi secca in certi momenti, come se mani invisibili stringessero attorno al collo impedendo di deglutire o di fare spazio all'aria che riempa i polmoni.
Capita di vedere sottopelle masse in movimento ed il rumore diventa un fischio continuo, perpetuo fastidio che manda in tilt il cervello.
Capitano un sacco di cose a chi, come me, ogni giorno si sveglia in un letto che non riconosce, in una casa che sembra altrui, in un mondo che sembra surreale.
Eppure, sebbene sembri così fatiscente, questo mondo è reale.
Pregno di paure costanti, di figure sconosciute e psicosi incontrollate.
Pregno di pianti, urla, tremori.
E quando ti guardo, e ti dico che nel mio letto, accanto a me, la Morte dormiva serena ed al sicuro, tu credimi, perché la sento, la vedo arrivare nel cuore della notte, scansare le coperte ed avvolgermi nei suoi freddi abbracci che mi fanno tremare costringendomi all'immobilità più totale..
Tu, credimi, perché nemmeno io sono più in grado di credermi.
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SOGGETTO LYRICS 2 / 2
wishxanny wish fai presto, ho finito il gas bro wish fai presto, sta finendo l'X bro Charles Manson, sono bello preso preso un pacco ma non chiedo il reso quest'Inverno mi sveglio all'inferno faccio affari con il Padre Eterno Issey Miyake costa un palo e mezzo prendo un palo e dopo lo spendo woah mi si chiudono gli occhi ma son sempre sveglio bastardo ha il naso rotto non ha preso un destro salto sulla base dopo mi destreggio a volte alzo soldi per farti uno sfreggio di che mi sballo oggi? la metto a sorteggio questo non è niente aspetto ancora il peggio addosso c'ho designer certo che m'atteggio "smettete di copiarmi" questo è il mio appello sono un VIP entro dalla backdoor tu vendi il culo come una escort nuova giacca di Moncler, mi calza a pennello li sto alzando dal PC come gli Esports [...]
style libero x soda fa le bollicine e canta un jingle, Bubblè sono off dai Radar, non mi trovi Saddam Hussein ne ho fumate 13, nonstop, Freddy Krueger smetti di far musica ti prego non hai scuse incontro con i top player a porte chiuse WIshxanny dentro al backseat sta rollando, d'usse pillola color rosso passione mi seduce muoio su una croce al contrario come il duce bevo 10 birre sono in piena come un fiume sono spesso e volentieri in situazione brutte vecchio sporco bastardo ma non canto dentro ai Wu tang vesto tutto bianco e nero ma non tifo juve tu vuoi un feat con me attieniti alle procedure caso chiuso, senza prove cadono le accuse non vedo persone mo vedo solo figure vedo colori nuovi, + 50 sfumature maria de flippi, cazzo apri quelle buste dico solo cose strane, stranamente giuse sto fumando loud, sto alzando il volume faccio un parcheggio a S ma sbaglio le misure [...]
roma kapitale sono a roma kapitale mi sto cappottando voglio un quarto di milli solo sul mio braccio sto vestendo nero ma non sono un fascio minchia sono troppo forte come cazzo faccio ya sto pensando ai soldi, bombe, oppure al calcio nuovo re di caserta non mi chiamo Carlo tengo il tocco divino come Diego Armando brother mangiati qualcosa ti vedo un po' bianco come a scuola tengo soldi e droghe sotto al banco sto nel braccio della morte eppure sto pariando ya studio le schedine come un laureato sono a roma kapitale e sto cafonando loro dicono che stilo, beh, grazie al cazzo per quello che spendo ci mancherebbe altro sono un uomo semplice mi piace il calcio mentre alla scena italiana penso piaccia il cazzo sto in provincia, bevo Heineken, Campari e ghiaccio nella tua città sto fenomenando sono a Roma Kapitale capitalizzando per fare il fenomeno, bro, questo ed altro [...]
influencer faccio tracce che non hanno un senso faccio la storia in un minuto e mezzo tu fai storie come un influencer invece lo sanno tutti che sono un rapper per il modo in cui Big Loui consuma non pensa a quanto spende cosa faccio nella vita? il rap e mangio bene quand'è che ti sballi Big Loui? lo faccio sempre ed a farlo sempre sono uscito deficente però dalla pancia sono uscito Vincente Big Loui mette il cazzo in testa a questi rappers Big Loui non paragonarlo ad altra gente sanno tutti da dove io vengo l'accento si sente [...] stavo sulle X come un depresso stavo sotto al valium ero steso chi cazzo ti ha detto che mi fermo sono il main topic, il soggetto sono il CEO come Besos infatti penso solo ai soldi e al fashion entro nella stanza e fermo il tempo meglio morire povero che servo [...]
ke valore dai tu in Italia vogliono tutti il successo degli altri rappers sono solamente truffe e contratti veniamo da Giù siamo terroni e briganti dimmi che valore ai soldi e ai diamanti che valore dai tu ai soldi che valore dai tu ai sogni che valore dai ai tuoi homies piacere sono Loui sono iconic sono icona ya, sono icona ya 10 dentro ai jeans Maradona Loui come fabrizio non perdona prego ca riman è na jurnata bbona prendo tutto e vado via, anni che seguo la scia faccio corse in farmacia ma non tengo l'allergia pensano sia una pazzia, non è una trap è un abbazia prego la Vergine Maria, sto dribblando fra corsie [...]
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A volte sono convinta di avere almeno almeno ottant'anni: ho i piedi sempre freddi, mi lamento dell'umidità come faceva la buon anima di mia nonna, dico a tutti di regalarmi calzini e scatole di cioccolatini, sono un'accanita mangiatrice di Rossana.
Sono nata vecchia.
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18 Feb 23
Basically in un ristorante. C’era una festa di compleanno, forse un diciottesimo. A una certa servono delle… Mele? dolci? Erano ovali, rosso scarlatto brillantinato, e grandi come un uovo di struzzo. Ci viene detto che chi trova la chiave vince … Cosa? Non ricordo.
Tutti si affannano a cercare questa chiave. Io vedo una di queste “mele” a terra e la raccolgo, mi guardo intorno e vedo che potrebbe essere caduta da un tavolo di una coppia. Mi avvicino amichevolmente alla coppa e la restituisco. Loro sono freddi e sospettosi.
<<Non la volete, scusate? Volevo solo restituirla. Penso non sia giusto lasciarla lì atterra>>
Dico. Loro sono disinteressati. Allora inizio con un cucchiaino a scavare la “mela”/dolce e al suo interno trovo una chiave.
Tutto e tutti nel ristorante si animano. Mi dicono
<<Che cosa ne farai?>>
<<Che fortuna!>>
<<Oh che invidia>>
<<Congratulazioni>>
Guardo la giace tra le mie mani. È mia. Non nel senso possessivo. Proprio, è mia. Sento che mi appartiene. Non per una legge o altro. È mia. Come lo è un tuo braccio. O un tuo capello. È naturalmente mia. Non parte di me, ma quasi.
Poi guardo il frutto, e dico:
<<L’ho trovata io, si. Ma non mi appartiene. Perché il frutto da cui l’ho presa era di queste persone.>>
Porgo la chiave alla coppia, e proseguo.
<<Alla fine non ho fatto nulla. L’ho solo tirata fuori. Credo quindi che vi appartenga. Ecco.>>
I due esitano guardandosi in silenzio. Poi la donna allunga una mano e la prende. Si presenta. Non ricordo il cognome ma di nome era “Angela”. Io mi presento a mia volta // E uso il mio nome all’anagrafe reale. Cosa rarissima.
La donna mi aggiunge su Instagram e io mi congedo dopo averle accettato l’amicizia. Mi guardo intorno e vedo che Barbara, una mia compagna di classe è amica del passato, non c’è.
<<Scusate, avete visto Barbara?>>
<<Se ne è andata.>>
<<Ma come? Dovevamo andarcene insieme! Lei mi avrebbe dato un passaggio!>>
Mi affanno ad andare via dal locale e mentre esco vedo mio zio, Raffaele, intento a ubriacarsi come al solito o comunque a non far nulla. //Zio e io abbiamo un rapporto neutro e di indifferenza. Quello che sta per accadere nel sogno non l’avrei mai fatto nella vita reale.
Gli chiedo di darmi un passaggio fin sopra la scuola perché era lì che Barbara doveva farsi venire a prendere e forse ero ancora in tempo per il passaggio.
Lui esita ma io lo trascino via. Usciamo in strada: Non la conosco. Ma zio cammina. È una salita di città, c’è traffico. Fuori è buio e freddo.
<<Quanto dista la macchina?>> Chiedo, osservando che il tempo inizia a guastarsi.
<<Ma sta più avanti, non molto>> Risponde, le raffiche sempre più forti.
Camminiamo in un parcheggio. La sua macchina non è lì, e la tempesta è sempre più forte. A tal punto che camminare è difficile e sento io vento sul punto di portarmi via. Mio zio salta e si accuccia per usare la gravità come slancio per aderire al terreno.
Mi volto: Dietro di noi c’è un uragano. E’ grandissimo. E bellissimo. Sta distruggendo tutto. Passa proprio dove eravamo noi. E sta venendo nella nostra direzione. Che bello spettacolo.
Penso che voglio lasciarmi andare. Farmi inghiottire. Ma qualcosa di istintuale invece dice di non farlo. Non so cosa. Torno a girarmi e mi inclino con il busto per cercare di resistere al vento e infine con mio zio raggiungiamo la svolta di un angolo con alte mura.
Il vento li è attenuato. Proseguiamo. Le mura sono di villette e case di ricchi. Odiosi. Faccio un commento a tal riguardo // Anti capitalista anche nei sogni hahaha
ma noto passando un cimitero. È piccolo, un quadrato di terra, pieno di lapidi. Una sull’altra, alcune. In stile giapponese. È bellissimo.
<<Oh porca madonna sto sognando.>> Esclamo, perché il cimitero nei sogni è uno dei miei reality test ormai.
Mio zio scompare. L’uragano scompare. Tutto scompare. Restiamo solo io e io cimitero, su cui inizio a contemplare fra sogno e veglia.
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