#Fausto Lorenzi
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Il furto della Divina Commedia - Dario Crapanzano: Un’indagine di Fausto Lorenzi tra libri rari e misteri. Recensione di Alessandria today
Un giallo avvincente che mescola cultura, storia e intrighi nella Milano degli anni ’50
Un giallo avvincente che mescola cultura, storia e intrighi nella Milano degli anni ’50 Recensione: Dario Crapanzano torna con Il furto della Divina Commedia, un nuovo capitolo delle avventure di Fausto Lorenzi, un personaggio affascinante e ben delineato che si muove nella Milano degli anni ’50. Questa volta, l’ispettore Lorenzi si trova ad affrontare un caso singolare: la scomparsa di una…
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graphicpolicy · 5 years ago
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Preview: Uncle Scrooge #51
Uncle Scrooge #51 preview. It's the continuation of how Uncle Scrooge earned his first millions with the first of four new stories! #comics #comicbooks #disney
Uncle Scrooge #51
Fausto Vitaliano, Pietro B Zemelo (A) Paolo De Lorenzi, Roberto Vian (CA) Marco Mazzarello, Giorgio Cavazzano In Shops: Nov 27, 2019 SRP: $4.99
It’s the continuation of how Uncle Scrooge earned his first millions with the first of four new stories! In ��My Fifth Million,” find out how Scrooge became a pentamillionaire through luck, hard work, and unquestioning vision.…
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levysoft · 6 years ago
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Dal 7 gennaio a Cremona quattro musicisti stanno suonando per diverse ore al giorno due violini, una viola e un violoncello di alcuni secoli fa e preziosissimi. Lo stanno facendo – e lo faranno fino al 9 febbraio – per permettere la registrazione di quei suoni, e renderli così disponibili anche quando quegli strumenti non potranno essere più suonati. Per rendere quei suoni il più precisi possibile serve molta pazienza e soprattutto molto silenzio: non solo nella stanza in cui si suona, ma anche nelle vie e nei palazzi circostanti.
Per questo motivo il comune di Cremona ha emesso un’ordinanzache, per tutto il periodo delle registrazioni, vieta il traffico nelle aree circostanti all’auditorium. Sono anche state spenti gli impianti di ventilazione ed eliminati tutti i possibili rumori: per esempio quello delle lampadine, che se accese emettono un piccolissimo ronzio. Durante una conferenza stampa il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti – che è anche presidente della Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari – ha invitato la cittadinanza a evitare ogni rumore forte e non indispensabile.
Gli strumenti suonati in questi giorni a Cremona furono realizzati nel Diciassettesimo e nel Diciottesimo secolo da Antonio Stradivari, Andrea Amati e Guarneri del Gesù, tre dei più grandi liutai di sempre. Si tratta di un violino Vesuvius 1727, un violino Principe Doria 1734, una viola Andrea Amati del 1615 e un violoncello Stauffer 1700. I quattro musicisti sono Wim Janssen, Andrea Nocerino, Antonio De Lorenzi e Gabriele Schiavi. Stanno suonando gli strumenti in modo molto tecnico, probabilmente anche noioso: perché devono suonare ogni nota possibile in ogni modo possibile, facendo anche scale e arpeggi.
Con il passare dei secoli, infatti, violini, viole e violoncelli diventano più fragili; il loro suono cambia e prima o poi arriva un momento in cui non possono più essere usati. Fausto Cacciatori, curatore del Museo del violino di Cremona, ha detto che ogni violino Stradivari ha «la sua personalità» ma che con il passare degli anni «cambia inevitabilmente». Ha anche aggiunto, parlando con il New York Times, che nonostante si provi a preservare e restaurare violini, viole e violoncelli, a un certo punto «diventano troppo fragili per essere suonati e vengono “mandati a dormire”». Lo scopo del progetto è quindi creare una “Banca del Suono”, un archivio digitale grazie al quale in futuro si possa sapere con esattezza che suono facevano quegli strumenti. Una volta completato, l’archivio – a pagamento – permetterà a chi lo vorrà di suonare una sonata con le note di un violino di Stradivari, anche senza averlo tra le mani.
Delle registrazioni si sta occupando la società Audiozone Studios, che ha posizionato 32 microfoni ultrasensibili nell’auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino, nel quale i quattro musicisti stanno suonando i preziosi strumenti. Thomas Koritke, un ingegnere del suono tedesco che si sta occupando del progetto, ha detto al New York Times: «Per i musicisti è una sfida sia fisica che mentale. Devono suonare centinaia di migliaia di note individuali e di transizioni tra una nota e l’altra, otto ore al giorno, per sei giorni la settimana».
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bergamorisvegliata · 2 years ago
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DITTATURA SANITARIA E MODERNA RESISTENZA (presentazione libro - 2^ e ultima parte)
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“Mami ma non è che tutto questo è solo una grande prova per l’umanità?”. Con questa domanda da figlio a madre si è chiusa la prima parte dedicata al libro della scrittrice e mamma consapevole, Emanuela Lorenzi, "Dittatura sanitaria e moderna resistenza (la strategia della rana liberata).
MARCO: “Leggendo il tuo libro, scorgo qualche assonanza con “Capitalismo e sorveglianza” di Shoshana Zhubov: e qui faccio l'esempio dell'auto che nei primi del '900 veniva definita “la carrozza senza cavalli”. Agli albori del XX secolo le persone non conoscevano quello strano oggetto metallico. Mi vengono in mente le affermazioni di Bill Gates quando disse che la prossima guerra la si sarebbe combattuta “non con i missili ma con i batteri”. Ecco, oggi siamo in guerra, ed è questa la carrozza senza cavalli. Vorrei leggere alcune frasi “shock” pronunciate da personaggi pubblici di un certo spicco che non dobbiamo dimenticare e che riporti nell’introduzione parlando dell’ ”indifferenza dei buoni”:
“Campi di sterminio per chi non si vaccina” (Fausto Di Marco, medico presso Ospedale di Palermo)
“Mi divertirei a vederli morire come mosche” (Andrea Scanzi, opinionista/giornalista)
“I cani possono entrare, solo i no-vax restino fuori” (Sebastiano Messina, giornalista “La Repubblica).
Credo che la nostra lotta sia quella di coinvolgere più persone, senza essere mai stanchi delle nostre convinzioni, e il fatto di aver portato solo una di queste persone dalla nostra parte, sarà un successo...
EMANUELA: "Queste frasi le ho riportate per non dimenticare il periodo che stiamo vivendo, per denunciare l’ignavia di coloro che non a caso Dante poneva nel Canto Terzo del suo Inferno:
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i giusti che non hanno fatto nulla, i buoni che pure hanno reso possibile questa discriminazione che è partita come fu con le leggi di Norimberga con un noi e un loro, come disse Primo Levi non iniziò coi campi di sterminio, il parallelo con quel periodo storico legittimo e necessario come hanno potuto ben sottolineare nella giornata della ‘memoria corta’ due sopravvissute all’Olocausto come Vera Sharav e Barbara Wojciechowska. Fra i semi di libertà coltivata che cominciano a germogliare proprio sul tema in questi giorni c’è una giudice a Firenze che ha emesso una sentenza importantissima riguardo a una psicologa sospesa facendo un raffronto molto lineare con il nazismo. Come è stato possibile tutto ciò? Qui torniamo alla metafora chomskiana della “Rana bollita”, quel processo lento e graduale che apre continue finestre di Overton rendendo accettabile ciò che non lo era affatto. Ma se i piani delle oligarchie planetarie che si rifanno al paradigma malthusiano dell’uomo parassita (ripreso dal nostro ministro Cingolani) sono vecchi di almeno qualche decennio, l'acqua nella nostra pentola della dittatura sanitaria è stata gettata 5 anni fa nel 2017, in realtà nel 2014, con la nomina dell’Italia a capofila della strategia vaccinale globale per il quinquennio successivo dalla GHSA (Global Health Security Agenda) con la legge 119 (“legge Lorenzin”)".
MARCO : “Emanuela, in un altro incontro avvenuto tempo fa ti chiesi come potremmo uscire da questa situazione: ora invece ti chiedo qual è stata l'importanza delle manifestazioni di piazza e se hanno inciso in qualche modo.
EMANUELA: "Secondo me sì, hanno avuto molta importanza fondamentale per ritrovarci e vederci intanto fra esseri rimasti umani e pensanti, oltre che per condividere informazioni e cercare di farle arrivare dall’altra parte, tornare nella caverna a mostrare il trucco. Ricordo in particolare il bel corteo di ottobre a Bergamo, che era riuscito davvero a coinvolgere anche la popolazione ancora dormiente, ma anche altri eventi molto partecipati.
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Le piazze non devono essere solo di protesta, servono a portare luce, alzare le vibrazioni, farci risuonare certo, ma anche come base per costruire, poi la resistenza diventa individuale, capillare, e si concretizza nello sforzo quotidiano di gettare semi di consapevolezza laddove è più scomodo per noi, con i nostri fratelli che ancora delegano pensieri e azioni confidando ingenuamente nei “poteri buoni” delle istituzioni, che ancora non sono usciti dalla caverna e credono ancora alle ombre".
MARCO: “Ritrovarsi è sempre valido: ricordiamo che la “App Immuni” fu uno strumento divisivo e il siero “magico” idem...Se i nostri compatrioti, se avessero avuto maggior coraggio, avrebbero trovato il modo di far “scemare” questo diabolico meccanismo che ci ha portato fin qui.
EMANUELA: "Assolutamente. Ed è stata usata la classica tecnica manipolatoria del "divide et impera" per frantumare ed atomizzare cuori e menti, per darci da un lato la percezione dell’impotenza e dall’altro evitare che potessimo compattarci e fossimo consapevoli della nostra forza di dire "NO". Perché esiste sempre una scelta, sempre, anche se con una “pistola puntata alla testa”. Ricordiamo che la servitù è sempre volontaria e, come disse don Milani, “l’obbedienza non è ormai più una virtù ma la più subdola delle tentazioni”. Ma come dice Aleksandr Solzenicyn la vera Resistenza, la chiave della nostra liberazione è proprio qui: anche se la menzogna ricopre ogni cosa, su un punto siamo inflessibili: che non operi in mio nome.
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PUBBLICO: “Secondo me non è quello il percorso, parlare a loro non serve. Sono una bancaria, sono stata spesso presente in piazza e sono stata rimproverata più volte nel contesto lavorativo per la critica alle restrizioni. Ad ottobre ho scioperato contro l'introduzione del “green pass” nei luoghi di lavoro e vedere molti bergamaschi in coda per il GP alla rassegna dei “Mercatanti” nonostante l'evento fosse all'aperto ha rappresentato un'assurdità folle, non so se nel mio piccolo ho lasciato un segno con le mie scelte”
EMANUELA: "Dobbiamo dare tempo al tempo, anche se ora ci è richiesto un salto quantico, ma dobbiamo continuare a seminare, ad esporre il piano, mostrare i bug della Matrix, come hai fatto tu: tu sei rimasta integra e questo non ha prezzo. Non credo che molti ora andranno a farsi fare la quarta dose (forse quelle sarebbero persone perse, non tanto a livello di coscienza quanto di nuda vita, purtroppo), se non per conformismo e per fasce d'età più ricattabili (vedi la rivolta degli over 50 e per contro l’anestesia dei giovani zombizzati)
PUBBLICO: “Cosa ne pensi dell’idea dell’ipnosi collettiva? Pensi ci sia stata? Gira questa analisi sul fatto che oltre agli ipnotizzati e allo zoccolo duro di chi resiste c’è un 30% circa di persone che segue uno schema di cose che devono vedere e far vedere, questi sono sotto ipnosi o obbediscono alla dittatura per conformismo?”
EMANUELA: "La frammentazione è pianificata e ...sì diversi esperti hanno parlato di tecniche di ipnosi di massa, ricordiamoci la shock and awe la strategia del colpire con l’immagine delle bare etc…semmai la differenza è tra il totalitarismo e la dittatura, questione indagata da Desmet, esperto di ipnosi di massa: se la dittatura è obbedienza per paura del dittatore al vertice, il totalitarismo è più subdolo, ti entra gradualmente, si insinua nelle pieghe più profonde senza che tu te ne accorga e ti rende schiavo. Poi ci sono quelli che chiamo i malvagi per pigrizia. Ma per me, come dicevo, vale sempre la pena tentare, in molti stanno cominciando a vedere, pur nella diffusa negazione della correlazione, gli effetti del siero attorno a loro, il telo del Truman show ha troppe fessure per tenere ancora a lungo.
PUBBLICO: “Le manifestazioni contro l'uso delle mascherine, in che modo hanno contribuito a convincere a non farsi vaccinare? Avremmo dovuto usare la mascherina per essere ascoltati da loro!”
EMANUELA: "Non credo di avere ben capito l’osservazione. Intanto la mascherina è un simbolo di oppressione, oltre alla negazione del volto che rende schiavi, negazione della parola e delle emozioni, al di là dei danni fisici e neurologici su cui c’è ormai ampia letteratura, è stata proprio definita dal New England Journal of Medicine niente più che un “talismano”. I piani delle élite mondialiste e transumaniste non sono fantasie complottiste, bensì libri e scenari messi nero su bianco dalle stesse, a partire dai tre libri di Klaus Schwab (ultimo “The Great Narrative" appunto,
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tornando alle parole e alle narrazioni), ma anche molto prima ed è importante mostrare questi documenti a queste persone, ad esempio lo scenario “Lockstep” pubblicato nel 2010 dalla “Rockfeller Foundation” dove si inscenava una pandemia da salto di specie, restrizioni quali lockdown, misurazione delle temperature e il controllo verticale delle persone…mostrare loro che la realtà supera il complottista".
VINCENZO "Combat": "A mio parere la soluzione è quella di interagire con 119.000 bergamaschi convinti ancora adesso che le vaccinazioni siano la sola risposta. Da qualche tempo si stanno creando molte realtà che si attivano per la costruzione di una società migliore, anche se concretamente ancora non è abbastanza. Peraltro, a fronte di un impegno sociale e civile encomiabile, le risposte e le considerazioni spesso sono del tenore “o hai soldi in banca o ti vaccini”; personalmente sono in attesa del quarto figlio, a riprova che la gente come noi non ha mai mollato. Non si tratta tanto di capire le dinamiche che hanno portato all'attuale situazione, ma le questioni concrete e materiali, quali alternative diamo al lavoro inteso come sinora è stato; come dotarsi di strutture per delle alternative scolastiche e di aiuto a chi ne ha bisogno, rispetto a quello che è la scuola di oggi.
EMANUELA: "Pur condividendo le motivazioni dietro alle comunità cosiddette parallele, tuttavia io non sono tanto per la separazione, che è comunque sempre una enclave artefatta. Lo era già nella fuga obbligata dalla scuola causata dalla legge Lorenzin, anche se oggi c’è molta più consapevolezza pedagogica. Mi spiego, parto da un concetto montessoriano “per prima cosa, offritegli il mondo”, per cui più che creare delle bolle, io voglio e devo poter offrire a mio figlio il mondo, tutto il mondo, come è, ciò che posso fare è fornire gli strumenti per poterlo attraversare e, magari, cambiare. Detto ciò è chiaro che il sapere non è a scuola, intesa nel senso tradizionale (ti sei riferito alle scuole parentali), ma altrove. Da anni l'istruzione è oggetto di pianificazione verticale (ne parla molto Pietro Ratto)
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che ad esempio toglie la filosofia dai curricola spagnoli (io invece imporrei filosofia e lettura dei distopici per favorire la capacità di argomentare il pensiero, di creare pensiero divergente e difendersi quindi come cittadino). La scuola tradizionalmente intesa come tale è una sorta di tritacarne pinkfloydiano (The Wall ndr), che considera il bambino una testa vuota da riempire (instruere)piuttosto che un fuoco da tenere acceso e tirare fuori (ex-ducere).
Ndr: la serata non termina qui, altre riflessioni e domande sono state affrontate in un fertile dibattito, ma il senso è ciò che è emerso nelle righe sopra. Personalmente ringrazio anche l'associazione “Combat” di Bergamo e Marco Locatelli per aver allestito l'incontro con una scrittrice che credo farà ancora moltissima strada grazie alla sua coerenza e alla sua personalità. E grazie anche all’accoglienza del gestore del locale interno alla location davvero graziosa. Insomma, è stato un incontro sicuramente non noioso, interessante ed incisivo e per comprendere molti meccanismi del “potere” e che ha senz'altro fornito ai presenti altri strumenti per affrontare ciò che ci attende nel futuro immediato.
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(FINE)
NB: per chi volesse seguire Emanuela Lorenzi, al seguente link, la pagina facebook del libro:
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pier-carlo-universe · 25 days ago
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Il furto della Divina Commedia di Dario Crapanzano: Un giallo nella Milano degli anni '50 con l'ispettore Fausto Lorenzi. Recensione di Alessandria today
Dario Crapanzano ci trasporta nella Milano vintage degli anni '50 con un giallo intrigante e un nuovo, affascinante investigatore.
Dario Crapanzano ci trasporta nella Milano vintage degli anni ’50 con un giallo intrigante e un nuovo, affascinante investigatore. “Il furto della Divina Commedia” di Dario Crapanzano è un romanzo che ci riporta nella Milano degli anni Cinquanta, un’epoca in cui il mistero e il fascino delle vecchie librerie, dei cinema fumosi e degli antichi vicoli milanesi offrono lo sfondo perfetto per un…
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