#Costumi teatrali
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fashionbooksmilano · 6 months ago
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Bozzetti di scena e costumi
Alexander Schouvaloff
Introduzione di Serge Lifar
Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1987, rilegato, 270 pagine, 56 tavole a colori fuori testo, 25x30cm,
euro 45,00
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«Il barone Thyssen-Bornemisza ha raccolto una collezione di disegni - in gran parte bozzetti di scena e costumi - che illustrano il teatro della prima metà del XX secolo e soprattutto il balletto, nel suo periodo più interessante e innovativo. Alexander Schouvaloff ha compilato un poderoso catalogo per la descrizione di queste opere. Nella sua introduzione descrive la particolare natura della bozzettistica teatrale, riassume la situazione del teatro in Europa e in Russia alla fine del XIX secolo per inquadrare i disegni in un più preciso contesto storico ed esamina brevemente la figura di ciascun artista».
In questo catalogo vengono descritte 56 opere, in particolare la bozzettistica teatrale, riassumendo la condizine del teatro in Europa e Russia alla fine del XIX secolo. Nel catalogo vero e proprio vengono esaminati nei dettagli i costumi e i bozzetti per i quali sono stati realizzati.
08/06/24
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unevaguedeprintemps · 2 years ago
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Léon Bakst
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Pittore e scenografo e costumista russo di origine ebraica .
Era un membro del circolo Sergei Diaghilev e dei Ballets Russes ,
per i quali ha disegnato scenografie e costumi esotici e riccamente colorati
Stampe artistiche di Léon Bakst (1866-1924)
Fonti wikipedia, Etsy, Canale Arte,
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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UCCELLINI: Uno Spettacolo Visionario al Teatro Vascello. Roma
Dal 9 al 13 ottobre 2024, la scena del Teatro Vascello accoglie "UCCELLINI", una creazione teatrale di Rosalinda Conti prodotta da lacasadargilla.
Dal 9 al 13 ottobre 2024, la scena del Teatro Vascello accoglie “UCCELLINI”, una creazione teatrale di Rosalinda Conti prodotta da lacasadargilla. Il progetto, che si distingue per la sua forte componente visiva e sonora, si avvale della regia di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni, e coinvolge attori del calibro di Emiliano Masala, Petra Valentini, e Francesco Villano. Un Viaggio Onirico…
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crazy-so-na-sega · 3 months ago
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mito->poesia->tragedia->metodo scientifico: uno sviluppo straordinario
Il genere tragico in Grecia: riproposizione ed evoluzione del mito arcaico.
La forma della tragedia classica greca è il punto di arrivo di un processo sviluppato a partire da un primitivo nucleo del coro, progressivamente ridimensionato a favore di uno spazio sempre maggiore riservato al dialogo dei personaggi. La tragedia ripropone e riplasma del materiale mitico ereditato dal mondo arcaico. Il suo appellativo si collega etimologicamente alla parola tragos con riferimento al capro, riferimento che è stato interpretato in vari modi quali: a) il sacrificio rituale celebrato alla fine della rappresentazione; b) la maschera indossata dal coreuta, c) il premio dato al vincitore. In ogni caso, si tratta di un riferimento a qualcosa di animalesco, ferino, primitivo, selvaggio (si veda ciò come traccia dell’animalesco selvaggio dionisiaco rispetto all’olimpico armonioso compositore delle passioni rappresentato da Apollo).
La struttura era articolata in un prologo sugli antefatti dell’azione, un parodo, canto di ingresso del coro, gli episodi costituiti da dialoghi con gli stasimi, i canti di stacco tra gli episodi, e l’esodo, canto di uscita. Il coro (12 coreuti ai tempi di Eschilo con uno di loro, il corifeo, dialogante a nome degli altri con gli attori) cantava in armonia con la musica e la danza ( infatti il verbo koreuein significa danzare). Gli attori, tutti di sesso maschile, indossavano maschere, coturni, ovvero alti calzari per essere più visibili agli spettatori e la scena era dotata di macchine teatrali. In genere le rappresentazioni avvenivano in occasioni di feste in onore di Dioniso, dio rurale patrono della fertilità. Erano dei veri e propri festival in cui gareggiavano i poeti tragici con la loro tetralogia (3 tragedie ed un dramma satiresco). C’era una commissione selezionatrice fatta da un arconte ed altri due membri che sceglieva i tre concorrenti per la gara finale, ogni tetralogia veniva rappresentata in una giornata intera e quindi il concorso durava 3 giorni. La giuria per assegnare la vittoria della corona di edera era formata da 1 rappresentante per tribù estratto a sorte da una lista fornita da ognuna delle 10 tribù, che dava una classifica dei concorrenti su una tavoletta, delle 10 poi ne venivano estratte 5 a sorte per avere il vincitore. I contenuti delle opere attingevano ad un patrimonio di racconti mitici tradizionali e la rappresentazione drammatica era fondata sul contrasto, la lacerazione tragica tra protagonista umano e divino e degli uomini tra loro. Tutto il popolo partecipava, lo stato finanziava i poveri con due oboli per indennizzo delle ore di lavoro perdute ed i costi degli spettacolo (scenografia, costumi, attori, coreuti, musicisti) che erano in parte sostenuti anche dalle famiglie ricche, c’era anche un servizio d’ordine dotato di robusti manganelli contro eventuali disturbatori. La partecipazione popolare al "RITO COLLETTIVO" funzionava da presa di coscienza, grazie a questa esteriorizzazione del dramma tragico reso nello spettacolo teatrale, che determinava una presa di distanza, una assunzione di responsabilità collettiva di fronte alle tensioni tremende dell’esistenza umana secondo una visione che affondava le sue radici nei sanguinosi rituali del mondo pre-greco. In questo consiste la CATARSI di cui parla Aristotele: LA RAPPRESENTAZIONE HA UN EFFETTO LIBERATORIO DALLE PASSIONI (i patemata = patemi di animo).
La tragedia si differenzia dal mito per un tratto sostanziale: se nel mito lo scontro è nel mondo divino, qui il piano si sposta sulla violenza tra dei e uomini e degli uomini tra di loro. Questo è testimoniato dal lessico tragico. Sono fondamentali alcune parole chiave ricorrenti nei dialoghi, che mostrano la inconciliabilità nella tragedia di polarità opposte di comportamento: parole da un lato come collera (che però è anche invidia!) (ϕθόνος),e accecamento divino (΄Άτη) , tracotanza (ύβρις), e violenza brutale (βία) , dall’altro legge (νόμος), diritto (δίκη), autorità legale (κράτος), timore (ϕóβος), e pietà (ʹΈλεος), parole che segnano nella loro opposizione il contrasto inconciliabile che caratterizza la tragedia. Viene bollata la tracotanza, si esibiscono i valori morali e le norme etico-sociali cui conformare i comportamenti dei cittadini della polis ed il ricorso al mito serve a rinsaldare il tessuto connettivo della convivenza. Nella trilogia più famosa, l’Orestea, formata da Agamennone, Coefore, Eumenidi, la tragedia si risolve con Oreste portato nella sede suprema della istituzione della polis, l’Areopago, dove Oreste è alla fine assolto e le furiose persecutrici Erinni si trasformano nelle benigne Eumenidi. Si impone la Giustizia, la DIKE, che si esplica nel NOMOS, nella Legge della città, a fronteggiare la violenza, ma ciò non sarà sufficiente se nell’Antigone la legge del cuore e degli affetti si scontrerà con la legge ufficiale della città stessa, che tuttavia prevarrà alla fine. Ma a questo punto, gli Dei c’entrano poco, il conflitto è tra gli uomini, gli Dei sono solo spettatori. I drammi umani riportano le scorie dei drammi divini. Più i conflitti "si umanizzano", più si perde la carica istintiva, travolgente dell’eros e della violenza primitiva e questo porta alla famosa tesi di Nietzsche che ne La nascita della tragedia (1871) vede nelle prime tragedie un equilibrio tra le parti del coro che rappresentano la potenza dionisiaca degli istinti e le parti del dialogo degli attori che moderano con la razionalità apollinea lo scatenamento degli istinti, fino ad arrivare ad Euripide che descrivendo con realismo delle vicende umane fa prevalere il distacco dello spirito superiore ed equilibrato apollineo in contemporanea all’avvento del razionalismo di Socrate in filosofia e la definitiva eclissi del dionisiaco, evento che il filosofo tedesco denuncia come la più grande perdita per tutta la cultura occidentale.
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Più i miti perdono valore di Verità, staccati dal culto dionisiaco, più i paragoni e le similitudini linguistiche, da "strati intermedi" tra il mondo degli dei e quello umano subiranno una trasformazione che costituirà i primi gradini delle deduzioni analogiche di cui il metodo empirico si servirà più tardi.
-Franco Sarcinelli (WeSchool)
-Bruno Snell (le origini del pensiero europeo)
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thedarkat · 1 month ago
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Ideal Life, 1950, Leonor Fini (Buenos Aires 1907 - Paris 1996)
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La vida ideal, 1950 Leonor Fini (Buenos Aires 1907 - Paris 1996)
(English / Español)
Talented, glamorous and ambitious, Leonor Fini was one of the most influential female artists of the 1930s. From her opulent, bohemian childhood in Italy to her debut in a group exhibition at the age of seventeen and her rise in the international art world, Fini was legendary for both her vivacious personality and her ethereal subjects. Fini’s figures—sphinxes, felines, nymphs, priestesses, nudes— are bold proclamations of female sexuality that convey a powerful feminine subconscious. Also renowned for her theatrical set-design, costumes and posters, the artist developed close relationships with other avant-garde Surrealists including Andre Breton, Salvador Dali, Man Ray, and Max Ernst, who became her lover.
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Talentuosa, affascinante e ambiziosa, Leonor Fini è stata una delle artiste più influenti degli anni Trenta. Dall'infanzia opulenta e bohémien in Italia al debutto in una mostra collettiva all'età di diciassette anni, fino all'ascesa nel mondo dell'arte internazionale, Fini è stata leggendaria sia per la sua personalità vivace che per i suoi soggetti eterei. Le figure di Fini - sfingi, felini, ninfe, sacerdotesse, nudi - sono audaci proclamazioni della sessualità femminile che trasmettono un potente subconscio femminile. Rinomata anche per le sue scenografie teatrali, i costumi e i manifesti, l'artista sviluppò stretti rapporti con altri surrealisti d'avanguardia, tra cui Andre Breton, Salvador Dalì, Man Ray e Max Ernst, che divenne suo amante.
Source text: Widewalls
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alessandro55 · 3 months ago
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Non Solo Erté Not Only Erté
Angelo Luerti
Saggio introduttivo di Vittoria Crespi Morbio
Costume Desogn for the Paris Music Hall 198-1940
Guido Tamoni Editore, Schio (Vi) 2006, 288 pagine, 24,5x34,5, ril. in cofanetto
euro 95,00
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Il volume intende illustrare l'attività di quei numerosi disegnatori per le riviste dei grandi music-hall di Parigi che, per snobismo artistico ed intellettuale, sono stati a lungo negletti a causa dell'impiego secondario cui erano destinati i loro modelli. Tra questi, Gesmar, un formidabile genio della grafica che impresse all'arte del costume un impulso pari a quello prodotto da Bakst pochi anni prima per i Balletti Russi; Ranson e Zinoview, due grandi eredi di quella tradizione, Czettel, allievo unico di Bakst divenuto più tardi capo disegnatore all'Opera di Vienna; Zig, degno successore di Gesmar anche nell'arte del manifesto; l'ungherese Gyarmathy, autore d'invenzioni sceniche adottate da molti teatri; l'olandese Wittop divenuto in seguito il primo disegnatore di Broadway; Halouze creatore dello "Stile 1925", l'inglese Dolly Tree, uno dei grandi talenti dell'epoca d'oro della creatività, Dessés divenuto più tardi un noto stilista e maestro di Guy Laroche e di Valentino, il milanese Montedoro subentrato in seguito a Vincente Minnelli come capo disegnatore del Radio City Music Hall, per citare solo alcuni. Lo stesso Erté fu vittima per 30 anni di questa tendenza all'emarginazione. Riscoperto nel 1965 in occasione del più generale recupero dell'Art Déco, ora è universalmente apprezzato per la qualità dei suoi disegni, nel frattempo assurti, per il loro valore storico, artistico ed estetico, al rango di vere opere d'arte. L'opera si propone di rendere omaggio ai suoi non meno creativi e qualificati contemporanei, che per obiettive carenze informative sul loro percorso e contributo artistico (ora in gran parte colmate), non furono pur meritandolo oggetto di analoghi studi e altrettanti onori. Va detto che nessuno di costoro visse a lungo quanto Erté, morto nel 1990 all'età di 98 anni: quando giunse il gran momento, il suo archivio era l'unico ricco di disegni originali e documenti a disposizione dei critici teatrali e degli storici. Degli altri grandi artisti, selezionati tra i migliori disegnatori europei, si era persa quasi ogni traccia essendo scomparsi quasi tutti prima della fine della Seconda Guerra Mondiale; di alcuni era noto solo l'acronimo, di altri s'ignorava persino la nazionalità e assai poco si sapeva sui teatri e sulle riviste cui avevano collaborato. A poco valse lo sforzo dei "volontari" ingaggiati da Charles Spencer, nota autorità in materia, e di altri, per saperne di più su questi fantasiosi creatori di scene e costumi. Pur prive di un adeguato supporto informativo molte delle opere dei citati artisti affiancano quelle di Erté nei principali musei, Metropolitan, Victoria & Albert Museum, Arsenal, nelle università di tutto il mondo e nelle collezioni di molti appassionati. Nuove e approfondite ricerche condotte per oltre sei anni hanno permesso di raccogliere un gran volume di dati sul percorso e sul contributo artistico di molti di questi artisti sino a ieri per nulla, o quasi, conosciuti. Il tutto è corredato da un ricco repertorio di opere (oltre 400 immagini a colori), così da permettere a storici e critici una più ampia valutazione dell'arte per il teatro del Novecento e del Déco in generale, periodo in cui si colloca la più parte dei disegni. Il volume comprende inoltre una ampia panoramica sulla storia del music-hall, dalle origini al suo declino, sui principali teatri e riviste in scena negli anni tra le due guerre e sui suoi protagonisti.
Tra gli illustratori, oltre naturalmente a Erté, Georges Barbier, Dany Barry, Umberto Brunelleschi, Fabio Lorenzi, Endré, Eduard Halouze, Dolly Tree, Jose De Zamora, Zig ...
07/09/24
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tarditardi · 6 months ago
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Racconti di Mare e Tradizioni: Il Nuovo Libro di Beppe Convertini
Beppe Convertini, noto conduttore di "Uno Mattina In Famiglia", programma del weekend che ottiene ascolti da record su Rai 1 e attore di fiction, spettacoli teatrali, programmi tv, radio e cinema, ha scritto il suo quarto libro.
Il suo nuovo libro "Il Paese Azzurro" è appena stato pubblicato da RAI Libri, e ci invita a scoprire le coste italiane e il nostro affascinante mare.
Cosa racconti in questo libro?
«"Il Paese Azzurro" è la narrazione dei luoghi che ho visitato viaggiando per l'Italia da nord a sud. Un viaggio nelle tradizioni, usi e costumi, riscoprendo mestieri antichi e tradizioni secolari, assaporando le eccellenze enogastronomiche e ammirando le bellezze paesaggistiche, artistiche, culturali e storiche del nostro Paese, il più bello al mondo. È un viaggio speciale lungo le nostre coste, in cui racconto anche la ricchezza umana delle Italiane e degli Italiani, con la loro generosità, ospitalità e amore per la nostra patria! Visito soprattutto i borghi marinari che non rientrano negli itinerari turistici classici, autentici gioielli preziosi da scoprire».
È una dedica al mare?
«Certamente, perché è l'elemento che mi dona pace interiore. Immergere la testa nell'acqua per me significa allontanare i cattivi pensieri, solo vedere e sentire le onde che si infrangono mi rilassa! Racconti, aneddoti, consigli per scoprire o riscoprire Gaeta e Taranto, Maratea e la Versilia, le Cinque Terre, la Laguna veneta e altre splendide località. Un'esplorazione nel segno dell'azzurro, di quel mare che è una risorsa inesauribile per il nostro Paese. Mi sono immerso in molti mari, scoprendo fondali incredibilmente belli e unici. Il mare è davvero essenziale per noi esseri umani e per il nostro pianeta».
Qual è il luogo di mare che ti ha colpito di più?
«È impossibile elencare tutti i luoghi affascinanti che ho visitato in Italia, ma tra questi, la baia di San Fruttuoso, in Liguria, è una vera perla con un mare spettacolare. Alicudi, gioiello delle Eolie in Sicilia, la più selvaggia tra le sette sorelle, dove la vita scorre lentamente, a contatto con la natura, come se il tempo si fosse fermato. Palmarola, nel Lazio, con il suo contrasto tra il verde del mare, l'azzurro del cielo e i colori delle rocce vulcaniche, un piccolo lembo di terra frequentato soprattutto d'estate, perlopiù dai Ponzesi che vi si rifugiano quando la loro isola viene invasa dai turisti. L'isola più selvaggia ed esotica dell'arcipelago Pontino. Infine, in Campania, Ischia, l'isola verde dove racconto la festa del mare agli scogli di Sant'Anna, la più importante dell'isola, molto sentita da tutti gli ischitani. Organizzata dai pescatori, si tiene ogni anno il 26 luglio nella baia di Cartaromana e inizia con una sfilata di imbarcazioni allegoriche, tutte decorate a festa, sulle quali viene portata in processione la statua della Santa. E Procida, piccola gemma del Mediterraneo, che ha ispirato quadri, libri, il più famoso "L'Isola di Arturo" di Elsa Morante, e film come "Il Postino" capolavoro di Massimo Troisi, di cui sarà celebrato il trentennale a settembre, al Procida Film Fest 2024».
Cosa si può fare per sensibilizzare sul rispetto per il mare?
«Il mare è una risorsa preziosa. Gli elementi inquinanti prodotti dall'uomo che finiscono in mare sono pesticidi, erbicidi, concimi, detersivi, petrolio, prodotti chimici industriali e acque reflue. Bisognerebbe coinvolgere tutti su tematiche fondamentali e farli partecipi nella pratica quotidiana: non gettare per terra i mozziconi di sigaretta, limitare il consumo e riciclare la plastica, preferire imballaggi di carta e materiale ecologico, avere un regime alimentare sano, ridurre le emissioni di anidride carbonica e sempre pulire le spiagge. Il mare è fonte di cibo, regola il clima, produce ossigeno».
Da molti anni sei un volto noto della tv. C'è un programma che vorresti condurre?
«Sono molto soddisfatto di condurre ogni fine settimana "Uno Mattina In Famiglia" su Rai 1, sotto la guida del Maestro Michele Guardì. Ringrazio la Rai e il direttore del daytime Angelo Mellone, che mi ha dato la possibilità di condurre programmi legati al territorio. Viaggiando, ho avuto modo di visitare tanti posti meravigliosi in ogni angolo di questa penisola. Il mio desiderio è continuare a scoprire il nostro Belpaese, raccontandone emozioni e suggestioni nei miei libri "Paesi Miei" e "Il Paese Azzurro", edizioni Rai Libri».
Sei sempre in viaggio. Cosa consigli per un viaggio perfetto?
«Non esiste il viaggio perfetto, esiste il viaggio fatto con il cuore. Con il mio libro "Il Paese Azzurro" potete prendere spunto per una bella gita fuori porta nel fine settimana o per una vacanza in alcuni dei luoghi più belli al mondo rimanendo nel nostro meraviglioso Paese».
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lamilanomagazine · 7 months ago
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Livorno. Proseguono anche a maggio le visite guidate sul contemporaneo: focus su Alberto Burri.
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Livorno. Proseguono anche a maggio le visite guidate sul contemporaneo: focus su Alberto Burri. Sabato 4 e domenica 5 maggio proseguono le visite guidate a partenza garantita (ogni sabato e domenica alle ore 17.30) per conoscere lo straordinario patrimonio dei Musei civici livornesi: il protagonista di questa settimana è Alberto Burri, che verrà presentato attraverso la Combustione del 1973, esposta nel percorso di visita dopo una lunga permanenza nei depositi. La sezione contemporanea riallestita nell'ex chiesa del Luogo Pio ospita infatti una rinnovata selezione di opere ingressate tramite le edizioni storiche del Premio Modigliani e le attività del Museo Progressivo d'Arte Contemporanea di Livorno, che vede emergere, tra gli altri, nuclei di approfondimento su artisti come Bruno Munari, Gianfranco Baruchello, Giulia Napoleone e altri protagonisti della ricerca italiana. Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995) è uno degli artisti più importanti della corrente informale. La sua ricerca è legata alla materia: con grande impatto comunicativo l'artista tifernate trasfigura sacchi, ferro, argilla, catrami, plastiche bruciate, legni e cellotex. Dopo essersi laureato in medicina nel 1940 Burri fu arruolato nell'esercito come medico e inviato in Africa settentrionale. Venne imprigionato in Texas dove cominciò a dipingere. Rientrato in Italia aderì al gruppo Origine con Ballocco, Capogrossi e Colla, partecipando all'unica mostra del collettivo nel '51. Nella prima metà degli anni '50 lavora alla serie dei Sacchi, che suscita polemiche e rifiuti, tuttavia '53 raggiunge la fama internazionale con la sua prima personale americana Alberto Burri: paintings and collages. Nello stesso anno Burri conosce a Roma James Johnson Sweeney direttore del Guggenheim Museum di New York che colpito dai suoi lavori presso la fondazione Origine decide di includerlo nelle attività espositive del museo. Nel '55 sposa la coreografa e poetessa americana Minsa Craig, con cui instaura un legame solido che durerà per tutta la vita. Nel 1963 debutta come scenografo, progettando anche costumi teatrali. Dal 1973 al '76 Burri crea poi i Cretti: superfici quadrate o rettangolari ricoperte da crepe che ricordano le terre argillose nei periodi di siccità. Per ottenere questo effetto Burri applica su una superficie di cellotex (un materiale usato come isolante nell'edilizia) un impasto composto da bianco di zinco e colle viniliche, a volte con aggiunta di terre. Tra questi, è noto il Cretto di Gibellina, una grande opera site specific di land art che copre circa 80 000 metri quadri, realizzata tra il 1984 e il 1989 in Sicilia dove sorgeva la città vecchia di Gibellina distrutta dal terremoto del '68. L'artista si spegne a Nizza nel 1995. Domenica 5 maggio ingresso gratuito al Museo della Città per la prima domenica del mese. Calendario visite guidate a partenza garantita, ogni sabato e domenica alle 17:30 - sabato 4 e domenica 5 maggio visita della sezione contemporanea con focus su Alberto Burri - sabato 11 e domenica 12 maggio visita della sezione contemporanea con focus su Bruno Munari - sabato 18 e domenica 19 maggio visita della sezione contemporanea con focus su Giulia Napoleone - sabato 25 e domenica 26 maggio visita della sezione contemporanea con focus su Gianfranco Baruchello Orari Museo della Città di Livorno dal martedì alla domenica al venerdì 10.00-19.00 chiuso il lunedì Biglietti Intero 5 euro, ridotto 3 euro ridotto scuole 3 Visita guidata gruppi (max 25 persone) costo 30 euro Visita guidata scuole costo 2 euro Visite guidate a partenza garantita Sezione contemporanea Museo della Città costo 2 euro (oltre al biglietto di ingresso)... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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casinononaamseu · 8 months ago
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Intrattenimento in Germania: Un'Avventura Senza Limiti
Benvenuti in un viaggio attraverso il mondo affascinante dell'intrattenimento in Germania! In questo articolo, ti guiderò attraverso un viaggio pieno di divertimento, emozione e sorprese. Dai casinò più eleganti ai festival più stravaganti, la Germania ha qualcosa per tutti i gusti. Quindi, preparati a immergerti in un'esperienza unica!
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I Casinò: Glamour e Emozione alla Tedesca
Iniziamo la nostra avventura nei lussuosi casinò tedeschi. Immagina una notte piena di sofisticazione, dove la fortuna e la strategia si uniscono per creare un'esperienza indimenticabile. I casinò in Germania sono più di un semplice luogo per scommettere; sono una destinazione di intrattenimento a sé stanti.
Il Casinò di Baden-Baden, per esempio, è un vero e proprio simbolo di eleganza e glamour. Situato in un bellissimo edificio storico, questo casinò offre un'esperienza unica, combinando l'architettura classica con l'emozione dei giochi d'azzardo. Ma non preoccuparti, non è necessario essere un esperto per divertirsi! I casinò tedeschi sono noti per il loro ambiente accogliente e il loro personale amichevole, sempre pronto ad aiutare i principianti.
Parchi Tematici: Divertimento per Tutti
Se stai cercando un'opzione più familiare, i parchi tematici tedeschi sono la risposta! Europa-Park, il secondo parco tematico più grande d'Europa, è una destinazione imperdibile. Con più di 100 attrazioni e spettacoli, questo parco offre un'esperienza unica e indimenticabile.
Ma Europa-Park non è l'unico. Phantasialand, situato a Brühl, è un altro parco tematico che vale la pena visitare. Con le sue attrazioni emozionanti e i suoi spettacoli impressionanti, Phantasialand promette una giornata piena di divertimento e adrenalina.
Festival: Celebrazione della Cultura Tedesca
I festival sono una parte integrale della cultura tedesca e offrono un modo unico per immergersi nella tradizione e nell'intrattenimento locale. L'Oktoberfest, celebrato a Monaco, è probabilmente il più famoso. Ma ci sono molti altri festival che vale la pena esplorare.
Il Carnevale di Colonia, per esempio, è una celebrazione unica nel suo genere. Con sfilate colorate, costumi stravaganti e molta musica, questo festival è una vera e propria festa della cultura tedesca.
Sport: Lo Spirito Competitivo Tedesco
I tedeschi sono noti per la loro passione per lo sport e l'intrattenimento sportivo è una parte importante della cultura del paese. Che ti piaccia il calcio, l'automobilismo o il basket, troverai un evento sportivo emozionante da goderti.
L'Allianz Arena di Monaco, casa del Bayern Monaco, è una destinazione imperdibile per gli amanti del calcio. Ma se preferisci gli sport motoristici, il Gran Premio di Germania di Formula 1 è un'esperienza indimenticabile!
Musica e Teatro: Una Serata d'Arte
Infine, ma non meno importante, la scena musicale e teatrale tedesca è vibrante e diversa. Dai concerti di musica classica alle opere teatrali d'avanguardia, c'è qualcosa per tutti i gusti.
L'Opera di Stato di Baviera a Monaco e la Filarmonica di Berlino sono due dei luoghi più prestigiosi per godersi la musica classica. Ma se preferisci qualcosa di più contemporaneo, ci sono molti club e bar che offrono musica dal vivo!
In conclusione, l'intrattenimento in Germania è tanto diverso e vibrante quanto il paese stesso. Dai casinò eleganti ai parchi tematici emozionanti, ai festival culturali, agli eventi sportivi e alle scene musicali e teatrali, c'è un'avventura che aspetta ad ogni passo! Quindi, prepara le tue valigie e preparati per un'esperienza indimenticabile!
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fashionbooksmilano · 30 days ago
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Donazione Tirelli
La vita nel costume, il costume nella vita
a cura di Umberto Tirelli e Maria Cristina Poma
fotografie di Mario Carrieri
Arnoldo Mondadori Ed. , Milano 1986, 240 pagine, 24,6x32cm, ISBN 9788804300274
euro 40,00
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Presentazione - La Donazione Tirelli e la Galleria del Costume - Abiti storici - Abiti - Cappelli - Scarpe - Costumi: La Ditta Tirelli. - I costumi nella 'bottega'Tirelli - Costumi cinematografici, lirici, teatrali. televisivi 
23/10/24
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agrpress-blog · 10 months ago
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Debutterà in prima assoluta venerdì 2 febbraio 2024 alle ore 20.00 all’Altrove Teatro Studio - via Giorgio Scalia, 53 - lo spettacolo di Federico Malvaldi Tre giorni, regia di F. Malvaldi ed interpretato da Daniele Paoloni, Francesca Astrei, Veronica Rivolta e Renato Civello. In prima assoluta all’Altrove Teatro Studio, da venerdì 2 a domenica 4 febbraio 2024 Tre giorni, spettacolo scritto e diretto da Federico Malvaldi. Tre giorni. E dopo? Dopo si vedrà. Rob, un ragazzo di ventotto anni malato di cancro alla spina dorsale, non può sapere come andrà a finire. L’intervento ha un 50% di possibilità di riuscire ed il rimanente 50% di… Tre giorni per fare i conti con se stessi e con tutti i fantasmi del passato, per accettare che tutto potrebbe finire entrando in quella maledetta sala operatoria. Tre giorni per dire l’ultimo ti voglio bene a una madre rimasta sola, o per ricordare le bravate di gioventù insieme al proprio migliore amico. Tre giorni di paure e di incubi, ma anche di sorrisi e momentanee speranze. Perché proprio a me? Perché la vita è così: si diverte a fregarti. Ma a volte capita che in mezzo alle fregature accada qualcosa di bello. Una parola, uno sguardo, un gesto: Emanuela. Tre giorni per innamorarsi. E dopo questi tre giorni chissà, si vedrà. Divertente, grottesco, a tratti commovente e vero come la vita. Tre giorni affronta la paura di morire con ironia e irriverenza, sbattendoci in faccia tutto il cinismo della vita, così brava a prenderci in giro. Cosa proverò? Si chiede Rob. Non proverai nulla, risponde Emy, senza però saperlo davvero. Perché nessuno sa veramente cosa accadrà dopo. Semplicemente, a un certo punto, tutto si spegne. Il cuore smette di battere, il cervello si ferma, gli organi non lavorano più e la nostra coscienza sprofonda in un sonno senza sogni. Tre giorni racconta l’attesa. Quella di una stanza d’ospedale: un luogo senza tempo che ha confini spazio-temporali a sé stanti, contaminati da un realismo magico che mescola tra loro ironia, cinismo, paura e disperazione. L’attesa altera lo scorrere del tempo, lo deforma fino a dilatarlo o a restringerlo. Un secondo diventa un giorno, un giorno diventa una vita. Non è più il tempo esteriore - scandito solo dalle visite dei parenti e dai pasti improponibili dell’ospedale - a scorrere, ma il tempo interiore. Un tempo che non ha regole, confini e che per ognuno di noi è mutabile e differente. Tre giorni, in fondo, non parla che di amore e di morte. Della possibilità di provare speranza grazie a uno sguardo che sa di futuro. Ma sperare significa anche affrontare le nostre paure più oscure. Così restiamo lì, vulnerabili e indifesi, ma con la consapevolezza che non si muore mai domani, si muore sempre oggi e allora, oggi, dobbiamo anche vivere. Tre giorni di Federico Malvaldi - regia: F. Malvaldi; co-ideazione scenica: Veronica Rivolta; aiuto regia: Rossella E. Scarlato; interpreti: Daniele Paoloni, Francesca Astrei, V. Rivolta, Renato Civello; suono: Leonardo Raspolli; costumi: Marta Montanelli; illustrazioni e grafica: Bernardo Anichini -, testo finalista al CENDIC Segesta, al bando di drammaturgia del Teatro Stabile di Catania ed al premio PaT - Passi Teatrali per la drammaturgia italiana contemporanea; Menzione speciale al bando di nuova drammaturgia Prosit! istituito da Altrove Teatro, vincitore del Premio “Pubblicazione” Silvano Ambrogi e del Premio SIAD Calcante, rimarrà in scena all’Altrove Teatro Studio fino a domenica 4 febbraio 2024 (orario: venerdì 2 e sabato 3, ore 20.00; domenica, ore 17.00)
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silviascorcella · 1 year ago
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Renato Balestra, Celeblueation: l’arte della couture in mostra a Firenze
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“Celeblueation”, appare quasi un enigma fonetico, una parola  a suo modo elegante che sprigiona grazia intrigante: ma, se la contempli con l’orecchio ben agganciato al gusto, ne sciogli facilmente l’incastro per scoprire l’indizio prezioso che racchiude lì al centro, nel cuore. Proprio come uno scrigno che svela il suo tesoro.
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Proprio come fosse uno splendente ricamo di suoni applicato a impreziosire il tessuto straordinario che si dipana nell’evento di cui è a titolo: “Celeblueation” è la mostra antologica di Renato Balestra, un viaggio intenso nella sua vita di couturier allo stesso tempo profondamente italiano e brillantemente internazionale. Lì, nel cuore del titolo, c’è infatti il richiamo al celeberrimo “Blu Balestra”: la sfumatura speciale divenuta firma inconfondibile della maison, nonché fil-rouge d’amore spontaneo dello stilista per questa tinta e le sue suggestioni, che in tante forme han costellato le esperienze e le creazioni.
E che, per l’occasione, diviene luce splendente con cui la mostra dipinge i luoghi in cui è ospitata: ora è il turno di Firenze, dove l’iconico Blu Balestra illuminerà la facciata della Fondazione Zeffirelli dal prossimo 8 gennaio, fino al 2 febbraio 2020. La mostra “Celeblueation” è, infatti, un evento itinerante: ha già distribuito la sua bellezza nelle tappe di Domodossola (Museo Civico di Palazzo San Francesco), Monza (Villa Reale), Napoli (Certosa e Museo di San Martino) e Forte dei Marmi (Fortino lorenese), ed ora, in occasione di “Pitti Immagine Uomo 97”, “Celeblueation” è accolta nella suggestiva sede della Fondazione Zeffirelli, più precisamente è immersa nella meraviglia della Sala della Musica, ovvero l’oratorio del complesso monumentale di San Firenze risalente alla seconda metà del Seicento, l’unica architettura completamente barocca di Firenze.
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Un allestimento site specific prova di vera complicità tra moda e arte, un’alchimia che sublima l’esposizione che si compone di circa 300 pezzi tra bozzetti, disegni e abiti: ma che qui si amplia con un’inedita selezione di elementi che raccontano gli esordi di Renato Balestra, quando la sua grande passione per la pittura era ancora parte integrante dell’espressione creativa da cui nasceva la sua moda.
E che si unisce ad un’altra profonda passione, quella dedicata al teatro: in mostra saranno anche i disegni che Renato Balestra ha realizzato per le celebri opere teatrali come “La Cenerentola” di Gioacchino Rossini, “Il Cavaliere della Rosa” di Richard Strauss, “La Turandot” di Giacomo Puccini, arricchita ora dalla sezione con le creazioni dei costumi disegnati per “Il lago dei cigni” messo in scena dal Teatro dell'Opera di Belgrado, una produzione per la quale, per la prima volta, Renato Balestra ha posto la sua talentuosa firma creativa anche sulle scene.
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Moda e teatro, Balestra e Zeffirelli, un’alchimia che è stata anche un’onorevole amicizia tra loro: «Annuncio con grande entusiasmo – dice Renato Balestra - che la mia Celeblueation sarà esposta durante la 97a edizione di “Pitti Uomo” nella prestigiosa Fondazione Zeffirelli, a Firenze. Franco Zeffirelli è stato un grandissimo artista e anche un grande uomo. Ho avuto l'onore di essergli amico e la gioia di aver collaborato ai costumi di scena di Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello. Ricordo quanta passione metteva nel suo lavoro e i suoi risultati così eclatanti. Grazie a “Pitti Uomo” quindi, e alla Fondazione del più grande Maestro del teatro, della cultura, vera gloria italiana; e un grazie particolare a Pippo Zeffirelli che ha creduto e collaborato a questa prestigiosa iniziativa».
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“Celeblueation” è dunque la celebrazione di una vita dedicata all’arte della moda: un percorso nell’unicità raffinata dello stile Renato Balestra che nel tempo ha plasmato l’essenza raffinata del gusto Made in Italy riconosciuto e amato nel mondo, ha abbigliato anche grandi realtà italiane come Alitalia e il Senato della Repubblica, ha vestito di straordinarie opere sartoriali donne altrettanto straordinarie, regine, principesse, first lady, attrici e celebrità, tutte preziose amanti e testimoni dell’esclusiva arte della bellezza e alta sartorialità italiana creata da Renata Balestra. 
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Un omaggio al suo poliedrico talento creativo e all’eclettica personalità artistica che sin dagli esordi lo hanno reso un generoso creatore di bellezza vera, quella allacciata alle emozioni: e di quel lusso che, con la modestia delicata e colta che lo contraddistingue, secondo Renato Balestra nulla ha a che fare con il mero sfarzo, bensì è questione di buon gusto e glamour, di saper indossare il bell’apparire e le buone maniere come in una sinfonia che aspira alla perfezione. Di dar vita al sogno attraverso la moda e vestirne la realtà ogni giorno. Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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personal-reporter · 1 year ago
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Palio dei Terzieri 2023 a Città della Pieve
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Sarà una cinquantesima edizione del Palio dei Terzieri nel segno del Perugino, quella che Città della Pieve si appresta a vivere, in onore al suo cittadino più illustre. Infatti le opere di Perugino saranno il suggestivo tema del Corteo Storico di quest’anno, dove ogni Terziere allestirà carri rievocativi, i nobili e le monne sfileranno nei loro sontuosi abiti, gli sbandieratori e i tamburini accompagneranno i loro passi. Così popolani, contadini, buoi, cavalli, falchi e falconieri, gli armati con le loro spade e balestre, i cannoni in azione faranno sognare per una rievocazione storica tra le più ricche e curate d’Italia tra le ambientazioni delle taverne, cuore della manifestazione, con i loro menù e i loro costumi tradizionali, per degustare sapori di un tempo, come le Lumache al pizzico”del Casalino, lo Stinco dell’arciere del Borgo Dentro, gli Gnocchi del Priore  del Castello e molti altri. Dall’8 agosto, ogni sera il pubblico verrà intrattenuto con spettacoli, rappresentazioni teatrali, botteghe artigiane, fiere, musici e giocolerie in pieno stile rinascimentale. Nella giornata conclusiva del 20 agosto il grande Corteo Storico sfilerà nelle vie della città, introdotto da una voce che descrive costumi, figure e gruppi. Anche questa edizione ci sarà l’assegnazione del prestigioso premio Masgalano per il costume più bello e del premio Valerio Bittarello in palio per il terziere che realizzerà il miglior carro allegorico. Raggiunto il campo dei giochi, i terzieri schiereranno i musici per suonare l’inno del Palio, subito dopo prenderà avvio la sfida tra i terzieri con la Caccia del Toro in cui tre arcieri per ogni squadra cercheranno di colpire la sagoma roteante. Nel 1250 i terzieri del Palio sono nominati per la prima volta nell’atto di sottomissione a Perugia quando dopo un brevissimo intervallo di autonomia e libertà grazie alla protezione dell’imperatore Federico II di Svevia, Citta della Pieve fu  soggiogata dalla città del Grifo. L’impianto urbanistico della città  risale all’epoca comunale ed è giunto immutato fino ai nostri giorni, caratterizzato da una sagoma che ricorda per certi versi quella di un’aquila che avanza minacciosa verso Roma. Gli stessi Terzieri hanno  la loro origine legata alla suddivisione della città medioevale in tre zona, le parti dell’aquila si identificano con i terzieri, che si riferiscono a tre classi sociali, alla testa corrisponde il terziere Castello o Classe dei Cavalieri(Aristrocrazia), alla pancia il Terziere Borgo Dentro(Borghesia), all’ala-coda il Terziere Casalino o classe dei Pedoni(Contadini). Oggi i cavalieri del Palio dei Terzieri ogni anno rievocano la Caccia del Toro, sfidandosi nell’arte del tiro con l’ arco, colpendo delle sagome rappresentanti la razza dei tori chianini che sono  fissate su pedane mobili. Il terziere Castello, che è stato il vincitore dell’edizione 2022, consegnerà il Palio storico nelle mani del Podestà, che ne diverrà custode fino alla proclamazione del vincitore della Caccia del Toro. Read the full article
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carmenvicinanza · 2 years ago
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Olga Petrova
https://www.unadonnalgiorno.it/olga-petrova/
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Sono una femminista. Con ciò non intendo dire che le donne dovrebbero cercare di fare il lavoro degli uomini. Dovrebbero semplicemente imparare a fare il proprio lavoro, vivere la propria vita, essere se stesse, con tutta la forza che è in loro.
Olga Petrova è stata un’attrice, commediografa e sceneggiatrice che ha promosso un ideale di donna che ha cercato, da sola, la sua realizzazione e indipendenza.
Nata in Inghilterra, a Tur Brook, il 10 maggio 1884, con il nome Muriel Harding, si trasferì negli Stati Uniti dove diventò una diva del vaudeville usando lo pseudonimo di Olga Petrova.
Nel suo libro di memorie, Butter with My Bread (1942) ha raccontato che, da ragazzina, si sentiva soffocata dalle rigide regole di suo padre che le diceva che mentre viveva a casa sua e mangiava il suo pane, era lui a stabilire le regole.
Determinata a guadagnare da sola il pane che avrebbe mangiato, era andata via di casa, facendo ogni tipo di lavoro. L’incontro con un agente teatrale segnò la sua carriera che si è dipanata tra teatro, musical e cinema, prima a Londra e poi a New York. Decise di usare un nome d’arte che faceva credere che avesse origini russe.
Ha iniziato la sua carriera cinematografica in The Tigress del 1914, diretto da Alice Guy Blaché, la prima donna della storia a dirigere un film.
Ha scritto molte delle sue sceneggiature, la prima è stata per il film The Vampire del 1915, sempre diretto da Blaché. Molto critica nei confronti dei ruoli che le facevano interpretare, in un’intervista, aveva affermato che non le piaceva la parte dell’ingenua smorfiosa e sfacciata preferendo interpretare la donna di oggi: una donna moderna, veloce e del tutto umana.
Ha scritto, ad esempio, la sceneggiatura di More Truth Than Poetry (1917), che sosteneva un unico standard sessuale per uomini e donne.
Ma, la maggior parte dei film in cui ha recitato, una ventina in tutto, culminavano sempre col trionfo dell’amore. Il ruolo di femme fatale non le piaceva affatto, tanto che, nel 1917, aveva fondato la sua società di produzione, Petrova Pictures, per poter avere maggiore controllo sui suoi personaggi.
Ha lasciato il cinema per tornare al suo primo amore, il teatro, nel 1918, con solo un’altra singola apparizione, dieci anni dopo.
È stata anche autrice di spettacoli teatrali. The White Peacock del 1922, Hurricane dramma rappresentato per la prima volta l’anno successivo e What Do We Know? del 1927.
Aveva il mito della donna professionista e autosufficiente che ha interpretato in More Truth Than Poetry, il suo ruolo preferito.
Molto brava ad auto promuoversi mostrava alla stampa e ai fan la sua immagine di donna in carriera che aveva impegni quotidiani con avvocati, commercialisti e modiste, occupandosi di tutto, dalla scrittura delle sceneggiature ai costumi.
Ha dimostrato a suo padre, a se stessa e al mondo intero che il pane e il burro se li comprava da sola, come il titolo della sua autobiografia.
Ha anche una stella sulla Hollywood Walk of Fame.
È morta in Florida, a Clearwater, il 30 novembre 1977 all’età di 93 anni.
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tarditardi · 1 year ago
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ManoLand al No'hma Milano
ManoLand, in cartellone a No'hma i prossimi 21 e 22 giugno, è il penultimo appuntamento della XIV edizione del Premio Internazionale "Il Teatro Nudo" di Teresa Pomodoro. B-Floor Theatre, pluripremiata compagnia di performance contemporanea con sede a Bangkok, porta a Milano la sua pièce di teatrodanza sui toni dell'assurdo e della critica sociale. 
È proprio vero che l'immaginazione è più importante della conoscenza? Cosa accadrebbe se ognuno di noi vivesse solo secondo le proprie ipotesi e teorie, al punto da trasformare la società e i rapporti in un sistema eretto solo sulle base di credenze personali, dove tutto è relativo e ciascuno vive nella propria realtà? Cosa facciamo quando la nostra immaginazione ci porta a ferirci a vicenda? ManoLand si ispira al comportamento umano sui social media, in cui le persone condividono una quantità esorbitante di informazioni senza verificare i fatti e usando il pregiudizio come metro della verità. 
Teerawat 'Ka-ge' Mulvilai, coreografo e regista dello spettacolo, è un regista teatrale veterano con oltre due decenni di esperienza nella creazione di spettacoli teatrali socio-politicamente consapevoli. ManoLand ha debuttato nel 2015 ed è stato nominato per Best Movement-based Performance, Best Direction of a Play/Performance/Musical e Best Performance dall'Ensemble dall'International Association of Theatre Critics (IATC) Thailand Center 2015. 
LA RASSEGNA
Ogni anno il Premio Internazionale dedicato a Teresa Pomodoro, fondatrice di No'hma, ospita a Milano quattordici compagnie da tutto il mondo, valutate dalla Giuria degli Spettatori e dalla Giuria Internazionale degli Esperti. Nel corso delle sue quattordici edizioni, a partire dal 2009, il Premio Internazionale è progressivamente cresciuto in termini di risonanza, raggiungendo numeri sempre più considerevoli: ad oggi si contano oltre 60 Paesi partecipanti e 150 spettacoli per un totale di più di 85.000 spettatori, che grazie allo streaming e all'Online sono sparsi in tutto il mondo. 
Spettacoli mercoledì 21 e giovedì 22 giugno, ore 21.
L'ingresso sarà come sempre gratuito e lo spettacolo sarà trasmesso in diretta streaming. La prenotazione è obbligatoria ed effettuabile tramite il sito Eventbrite, oppure mandando una mail a [email protected] o chiamando il numero 02/45.48.50.85.
ManoLand
B-Floor Theatre
regia e coreografie di 
Teerawat Mulvilai
con 
Wayla Vawynn, Thanakit Karamad, Thongchai Pimapunsri, Paopoom Chiwarak, Waywiree Ittianunkul
compagnia 
B-Floor Theatre
assistente alla regia 
Sarut Komalittipong
musiche 
Kamonpat Pimsarn
lighting Design 
Palita Sakulchivanich
costumi
Nicha Buranasamrit
stage manager 
Thongchai Pimapunsri
touring manager
Sasapin Siriwanij
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lamilanomagazine · 8 months ago
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San Casciano in Val di Pesa, Firenze. Il 7 aprile torna il Carnevale Medievale Sancascianese
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San Casciano in Val di Pesa, Firenze. Il 7 aprile torna il Carnevale Medievale Sancascianese. Il Carnevale Medievale torna ad animare domenica 7 aprile vie e piazze del centro storico di San Casciano in Val di Pesa, comune del Chianti tra i più suggestivi. Un omaggio alla nascita trecentesca del castello. Programma ricco, quello della dodicesima edizione, presentata nel Media Center Sassoli di palazzo del Pegaso. Il momento più atteso sarà quello della grande parata che vedrà sfilare circa 800 figuranti in costume medievale e accenderà i riflettori sulle originali rappresentazioni teatrali, scritte, dirette e messe in scena dalle cinque contrade Gallo, Cavallo, Giglio, Leone e Torre. "Si tratta di una tradizione che è diventata un'attrazione – spiega la consigliera segretaria dell'Ufficio di presidenza dell'Assemblea legislativa Federica Fratoni – e per il Consiglio regionale è motivo d'orgoglio ospitare la presentazione di questo evento". "È una bellissima occasione di partecipazione corale della comunità, un momento irrinunciabile della vita sociale – ha proseguito la consigliera Fratoni –. Un evento importante e ben organizzato e come Consiglio regionale lavoriamo per tenere alta la forza delle nostre tradizioni e della nostra cultura". "Per noi è una grandissima soddisfazione vedere questa dodicesima edizione con un numero sempre crescente di figuranti – racconta il sindaco di San Casciano in Val di Pesa Roberto Ciappi – creando così il più grande carnevale medievale d'Italia. Avremo un alto livello artistico e di preparazione dal punto di vista teatrale, coreografico e scenografico. La sfida tra le contrade sarà a suon di teatro di strada, con costumi e allestimenti straordinari". Roberto Ciappi ha poi voluto ricordare che a volere per primo il Carnevale Medievale a San Casciano nei suoi anni da sindaco è stato il consigliere regionale Massimiliano Pescini. L'assessora alla cultura del Comune, Maura Masini, ricorre a un'immagine per fare capire l'importanza dell'evento per San Casciano in Val di Pesa: "È come un uncinetto che tiene unite le maglie della nostra comunità, creando legami e motivazioni. Il momento più suggestivo sarà quello della restituzione della chiave del castello reale che poi verrà riconsegnata alla contrada vincitrice". Ilena Cappelli, è la presidente dell'Associazione Contrade Sancascianesi: "Sono mesi che le contrade si stanno preparando per portare in scena delle vere e proprie opere teatrali e dietro c'è il lavoro di tantissimi contradaioli di ogni età. Quest'anno è stato molto arricchito anche il programma delle attività nel centro storico di San Casciano, senza dimenticare le tante attività didattiche per i più piccoli". In rappresentanza delle contrade è intervenuto alla conferenza stampa Andrea Castrucci: "Dopo tutti questi anni possiamo dire che conta il risultato, ma conta soprattutto il percorso per arrivarci. La nostra è una comunità che coopera e coinvolge persone di tutte le età. C'è un grande valore di radicamento sul territorio e a dare una mano sono sia i più giovani che le persone più anziane e questo dà il senso della nostra comunità". Di altissimo livello la giuria, come sottolineato della consigliera Fratoni, che avrà come presidente l'ex ministro Valdo Spini e che vedrà membri arrivare da tutta Italia. In quella tecnica ci saranno docenti universitari e storici, in quella popolare i rappresentanti dei carnevali più importanti da Venezia a Viareggio. Tra le novità di questa edizione la presenza e la partecipazione attiva di un gruppo di studenti delle Università Sagas di Firenze e Dams di Bologna, impegnato a realizzare a titolo formativo un progetto storico-culturale digitale sulla manifestazione sancascianese. Tra i gruppi storici e i carnevali d'Italia che la manifestazione ospiterà in apertura della sfilata ci sono le delegazioni del Carnevale di Venezia, Viareggio, San Ginesio, Castrovillari e Verona. L'iniziativa è promossa e organizzata dall'Associazione delle Contrade Sancascianesi in collaborazione con il Comune di San Casciano in Val di Pesa, il sostegno di ChiantiBanca, il contributo di Rotary San Casciano Chianti, RicciBus e la Pro Loco San Casciano in Val di Pesa.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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