#Corso Vittorio Emanuele
Explore tagged Tumblr posts
philoursmars · 6 days ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Avec Christine, on a fêté nos 40 ans d'amitié en faisant un voyage de 15 jours en Sicile. Nous voilà à Palermo (Palerme).
Ici, le long du Corso Vittorio Emanuele, artère commerçante. Des popes discutant à une terrasse, un élégant vieux monsieur à la grande classe italienne et un vendeur de jus de grenade à 1 € (dont le prix se trouve ensuite doublé mystérieusement, au grand dam de Christine !)
2 notes · View notes
filmap · 6 months ago
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
L’avventura / The Adventure Michelangelo Antonioni. 1960
Bell Tower Corso Vittorio Emanuele, 140, 96017 Noto SR, Italy See in map
See in imdb
46 notes · View notes
colonna-durruti · 14 days ago
Text
🛑12 DICEMBRE 1969:
IL PERCORSO DELLA BOMBA
CHE FECE LA STRAGE
GLI ULTIMI DUECENTO METRI🛑
Si è soliti dire che persista più di un mistero riguardo alla strage del 12 dicembre 1969 in piazza Fontana. Nulla di più falso. Sappiamo moltissimo, quasi tutto, di questa tragica vicenda. Non ci si lasci ingannare dalle sentenze. Nelle attività di indagine sono state acclarate le ragioni che ispirarono la strage in funzione di un salto di qualità nel percorso della “strategia della tensione” e messo a fuoco il complesso dei mandanti, tra vertici militari e ambienti Nato, complici ampi settori delle classi dirigenti e imprenditoriali, tentati da avventure eversive. Sono anche stati individuati gli esecutori materiali, ovvero gli uomini di Ordine nuovo, con il riconoscimento delle responsabilità personali di Franco Freda, Giovanni Ventura e Carlo Digilio.
Sulla base delle carte che si sono accumulate, interrogatori, confessioni, incrocio di indizi, sarebbe addirittura possibile ricostruire il percorso compiuto dalla bomba collocata all’interno della Banca nazionale dell’agricoltura. Ne riassumiamo i passaggi fondamentali, omettendo doverosamente alcuni nomi che pur sono emersi. Sono mancati, infatti, quei riscontri inoppugnabili che altrimenti avrebbero determinato dei rinvii a giudizio. Personaggi comunque ad oggi non tutti più processabili, dato il venir meno delle loro esistenze negli anni precedenti le indagini.
DALLA GERMANIA IN ITALIA
Sulla provenienza dell’esplosivo siamo in possesso di due versioni diverse. La prima è stata fornita dal generale Gianadelio Maletti, ex capo dell’Ufficio D del Sid, che in più occasioni (sia nel 2001 a Milano nel corso del dibattimento di primo grado nell’ultimo processo e sia in una lunga intervista nel 2010) ha sostenuto che fosse «esplosivo di tipo militare» e provenisse da una base Nato della Germania, poi transitato con un tir dal Brennero per essere alla fine consegnato a una «cellula» di neofascisti del Veneto. Questa versione è stata in parte ribadita dall’allora vice presidente del Consiglio Paolo Emilio Taviani che nelle sue memorie scrisse testualmente «un americano […] portò dell’esplosivo dalla Germania in Italia».
La seconda versione la fornì Carlo Digilio, l’armiere di Ordine nuovo, che parlò di un esplosivo prodotto in Jugoslavia, il Vitezit 30. Come noto un foglio di istruzioni per l’utilizzo di questo esplosivo fu rinvenuto nell’abitazione di Giovanni Ventura.
DA MESTRE A MILANO
L’esplosivo che sarà alla fine rinchiuso in una cassetta metallica Juwel (poco meno di tre chili), trasportato da due esponenti di Ordine nuovo nel bagagliaio di una vecchia 1100, venne periziato qualche giorno prima del 12 dicembre in un luogo tranquillo ai bordi di un canale a Mestre dall’esperto in armi della stessa organizzazione, Carlo Digilio. Il timore era che potesse deflagrare lungo il tragitto verso Milano. L’esperto li rassicurò a patto che venisse utilizzata un’altra vettura, con sospensioni adeguate. I due gli fecero presente che già si era pensato a una Mercedes di proprietà di un camerata di Padova. Una figura nota nell’ambiente, protagonista di azioni squadriste, con anche un ruolo pubblico nella federazione del maggior partito cittadino di estrema destra. La notte prima del viaggio, destinazione Milano, la Mercedes, di color verde bottiglia, venne posteggiata sotto la casa di un ancor più noto dirigente ordinovista.
L’esplosivo doveva essere consegnato in un luogo sicuro, un ufficio in corso Vittorio Emanuele II con un’insegna posta all’esterno che all’imbrunire si accendeva di un color rosso. Qui la bomba, meglio le bombe (una era destinata alla Banca Commerciale Italiana di piazza Della Scala), vennero assemblate. I temporizzatori che dovevano innescarle, acquistati da una ditta di Bologna, davano un margine di un’ora. Gli uffici in questione offrivano un riparo sicuro, bisognava percorrere solo qualche centinaio di metri per raggiungere i posti prescelti per gli attentati. Nel caso di un qualche intoppo o contrattempo si poteva tornare velocemente sui propri passi e disinnescare gli ordigni. Un’operazione di questo genere non poteva essere certo affidata all’improvvisazione. Non si poteva neanche lontanamente pensare alla toilette di un bar o l’interno di una vettura posteggiata. Troppo rischioso.
DA CORSO VITTORIO EMANUELE II
ALLA BANCA NAZIONALE DELL’AGRICOLTURA
La bomba per la Banca Nazionale dell’Agricoltura venne portata a mano. Chi la trasportava non era solo. Uno di loro se ne sarebbe in seguito anche vantato in una festicciola tra camerati e con l’armiere del gruppo.
Provenienti da corso Vittorio Emanuele II, attraversata la Galleria del Corso, in piazza Beccaria, al posteggio dei Taxi, uno degli attentatori metterà in opera una delle più grossolane operazioni di depistaggio per incastrare gli anarchici. Rassomigliante a Pietro Valpreda farà di tutto per farsi riconoscere dal taxista Cornelio Rolandi. Si farà portare per 252 metri fino in via Santa Tecla, distante 117 metri a piedi dalla banca, per poi tornare al taxi, percorrendo in totale 234 metri a piedi, per non farne 135, ovvero la distanza da piazza Beccaria all’ingresso della Banca nazionale dell’agricoltura. Si farà infine scaricare in via Albricci, dopo soli 600 metri, a soli 465 metri dalla banca.
Forse sappiamo tutto, anche cosa accadde negli ultimi duecento metri o poco più. Sarebbe possibile anche fare i nomi, ma siamo costretti a far finta di non saperli e a raccontare le mosse e gli atti di costoro come in un film o in un romanzo.
SAVERIO FERRARI
7 notes · View notes
italiasparita · 3 months ago
Text
Tumblr media
San Giovanni Valdarno. Corso Vittorio Emanuele
8 notes · View notes
oldsardens · 3 months ago
Text
Tumblr media
Unknown Artist. Scuola lombarda del secolo XIX - Nevicata su Corso Vittorio Emanuele
7 notes · View notes
charlesreeza · 2 years ago
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Quatro Canti - Palermo, Sicily
Photos by Charles Reeza
At the intersection of Via Maqueda and Corso Vittorio Emanuele, Piazza Vigliena was laid out by the Spanish Viceroys between 1608 and 1620. The four matching Baroque facades mark the corners of the four ancient Cantons that make up the historic center of Palermo.
35 notes · View notes
postmodernmulticoloredcloak · 8 months ago
Note
hi there ! very random question, but do you have any recommendations for one visiting milan ?
Hello there! Absolutely! Now I don't know how long you'll be there so I cannot quantify how much time you have (feel free to drop by my chat if you want some extra tips!). You'll find lists of the main things to visit anywhere on the internet so I def recommend starting from there, but here's my two cents too:
the roof of the Cathedral is worth the visit. Get the ticket in advance. There's an elevator option and a stair option, pick what you are more comfortable with. I took the stairs, it's not a big effort if you're abled bodied and healthy.
do not eat in the very center of town (like via Dante etc), look up on the internet the kind of place you want to go and go there. I can give you some recs if you want! No pizza, Milan is not the place for pizza.
if you ask me, Chinese food in Milan is traditional, there's places in the town center (those are okay) or just go to the Chinatown, which is worth a visit too.
for bubble tea, pick the ones where the menu is written in Chinese (like Toccartè in the town center)
pay attention to the buildings!! walk with your eyes a little raised above the level you'd normally keep them lol. go around the streets of the town center and check out the buildings, a lot have decorations like statues, balconies etc.
both Citylife and Porta Garibaldi neighborhoods are worth a visit. The latter has a garden/park that is lovely, esp if you're visiting in spring!
starting from Piazza Duomo, take via Torino and then Corso di Porta Ticinese - it will bring you to the Navigli (area with little restaurants and bars and places for the Youth(TM) to meet up) passing through the spot where the Roman ruins are, which is also a lively area with restaurants, bars etc.
speaking of which, go to the Navigli by evening/night!
also starting from Piazza Duomo but in a different direction, head towards the Castle. From there visit the neighborhood of Brera, the artsy area. The art gallery of Brera is definitely worth a visit. (The restaurants will be overpriced though.) Inside the Brera academy there's a small cute botanical garden too if you want to take a break and chill.
In Piazza Cordusio (between Piazza Duomo and the Castle) there's a Starbucks that's prettier than all other Starbucks and also you won't find the same stuff as normal Starbucks. Get inside (pick a moment where there's no queue) to see the coffee machinery. Don't buy anything though, maybe just a regular coffee.
depending on the day and time you visit, Galleria Vittorio Emanuele might be crowded. Go there anyway. It's so beautiful. You'll see tourist doing the touristy thing on the mosaic bull on the floor (standing with a foot on the balls of the bull and twirling on the spot I think three times?). I won't stop you if you do it, but locals will think 'lol tourists'.
Church of San Maurizio al Monastero Maggiore. Just go.
I can't give you tips about fashion shopping lmao I don't have that kind of money. Probably you neither if you're on tumblr instead of shopping in Milan right now
mmm nothing else comes to my mind right now but please feel free to ask me anything!!!
3 notes · View notes
jiannguo · 2 years ago
Text
Xiao Zhan Big Screen at Corso Vittorio Emanuele II 7, Milan!
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
13 notes · View notes
oliverodomenico · 1 year ago
Text
USB Dead Drop
Tumblr media
L’artista Domenico Olivero ha realizzato presso l’edificio del Qi, in Corso Vittorio Emanuele 33 a Cuneo, un punto USB Dead Drop, per la diffusione di informazioni libere.
Venerdì 29 Marzo alle ore 18,30, presso il Qi, si svolgerà la presentazione del progetto.
L’artista per dare avvio a questo progetto ha inserito in una memoria flash usb, cementata nel muro, tutto il materiale del gruppo artistico PH2O Arte che in questi ultimi anni ha realizzato, sul territorio cuneese, diverse azioni artistiche.
Questo spazio virtuale è a disposizione per tutti gli artisti locali e in transito come "luogo" di scambio e di incontro.
Così questo punto di condivisione è ora accessibile a tutti i device. L’intento è di dare impulso al concetto di partecipazione e condivisione diretta dei singoli individui appartenente ad una collettività sociale, in questo caso con una declinazione artistica.
L'USB dead drop è un sistema di file sharing offline, peer-to-peer e anonimo che si basa sulla condivisione pubblica di una chiave USB. Tipicamente la chiave USB viene inserita in un muro e fissata con il cemento. Inizialmente è vuota eccetto che per il filereadme.txt che ne spiega l'utilizzo, e chiunque la può utilizzare per caricare e scaricare files. Il nome deriva dal metodo dead letter box usato nello spionaggio.
Luogo Qi Corso Vittorio Emanuele II n 33 Cuneo
Presentazione Venerdì 29 Aprile ore 18,30
fruizione libera
2 notes · View notes
marquise-justine-de-sade · 2 years ago
Text
LA VERGOGNA ALTRUI
Ci sono due tipi di vergogna: quella che si avverte per fatto proprio e quella che si avverte per fatto altrui. Poi il genere umano si divide in due parti: quello che avverte il senso della vergogna e quello che non lo avverte.
Appartengo alla prima categoria e oggi, con la passerella di un comico cocainomane che con l’immancabile maglietta verde da paramilitare, ormai rende palese la sua volgare recita, ho avvertito un profondo senso di vergogna per fatto altrui.
Per fatto del Capo dello Stato che non avrebbe dovuto in nessun modo incontrare questo individuo.
Vergogna per fatto della Signora Giorgia Meloni che ha ormai salito tutti i gradini del vertice della spudoratezza politica.
Per fatto di un Papa che non è il Papa ma un pampero argentino (anche lui un burattino in mani altrui) che ha più volte offeso il Santo Patrono d’Italia del quale ha assunto indegnamente il nome, e che pure ha ricevuto il comico ucraino.
Penso che anche molti cittadini abbiano avvertito il senso della vergogna: la vergogna di essere cittadini di questa Repubblica, la vergogna di essere rappresentati da chi mai si è curato dei legittimi interessi nazionali, della dignità personale di ciascuno di noi e della difesa dei lavoratori.
Credo che dal 3 settembre 1943, oggi si sia toccato il punto più basso della storia nazionale sul piano politico, etico, dell’immagine, del prostrarsi agli ordini dello straniero curandone servilmente gli interessi in pregiudizio degli italiani.
Non voglio ancora ricostruire i fatti pur documentati che hanno portato alla situazione presente e che, con la complicità dei nostri cosiddetti “politici”, rischia di tramutarsi nel terzo ed ultimo conflitto mondiale. La situazione è ormai chiara e viene disconosciuta solo da chi mente sapendo di mentire: in Ucraina, e a spese del Popolo ucraino, è in corso la guerra scatenata dagli USA/NATO contro la Federazione Russa.
Vi è però un elemento positivo e di speranza: l’immonda bestia è ferita a morte e si dibatte nel vano tentativo di evitare il suo fallimento. Occorre aspettare ancora poco.
Tutto è ricostruibile e sarà ricostruito ma il maggiore impegno dovrà essere rivolto a ricostruire le coscienze individuali e la coscienza collettiva nazionale devastate dalla menzogna, dall’ingiustizia, dal ricatto e dalla violenza.
Diceva il grande Presidente della Vittoria: “cupidigia di servilismo”, ma finirà questa cupidigia di godimento della autodissoluzione.
Il grande Presidente Vittorio Emanuele Orlando proveniva dagli stessi luoghi dai quali proviene il figlio del grande Bernardo Mattarella.
Anche questo è un segno di riscatto.
AUGUSTO SINAGRA
8 notes · View notes
philoursmars · 6 days ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Avec Christine, on a fêté nos 40 ans d'amitié en faisant un voyage de 15 jours en Sicile. Nous voilà à Palermo (Palerme).
Ici, le long du Corso Vittorio Emanuele, artère commerçante avec fabricant de pupi (marionnettes traditionnelles) - j'en ai acheté une petite, de chevalier..., puis chapelier avec les classiques casquettes Coppola (j'ai acheté la turquoise, en haut à droite !)..;, et des mini-crèches (il y a toutes les cultures, tous les pays. Il y a même celle de Marseille, avec la marchande de poisson devant la Bonne Mère et le gabian en guise de bœuf ! Bon, elles étaient trop chères...
2 notes · View notes
rosefrancaise8 · 2 years ago
Text
MILAN
Flying Premium Economy, we emerged slightly saner from our long trip around the globe than what we have before, but walking the streets of Milan for four hours while we waited for our hotel room to be ready really put us to the test. We thought we had just about pulled it off when David tripped over some raised pavement only metres from home and fell gracefully into the path of oncoming pedestrians. One kind man stopped to see how he was and exhorted him to be careful - advice that is always well meant but completely gratuitous after the event. Thankfully the wrist and knee that took the brunt of the fall held no grudges and all was well.
The next day we took the ever-faithful Hop On Hop Off tourist bus to explore further afield. With the exception of the historic Corso Vittorio Emanuel shopping precinct and the astonishing Duomo, nothing seemed to be quite where we had left it when we were there in 2019. Not a day goes by when I don’t look out our living room window on the intersection below dominated by the Spreadeagle Hotel and think of the view of the roundabout we had from our hotel in Milan. That roundabout was nowhere to be found.
Our Linea B bus did however get us to the Zona dei Navigli, a very different neighbourhood that centres on the two remaining canals that once encircled Milan - the Naviglio Pavese and the Naviglio Grande. It is the place for vintage shopping, pizzas, cafes, clubs, gelato and street art, with the odd gondola ride thrown in. We opted for pizzas (mine with mortadella and pistachio pesto was particularly good) and coffee gelati. The bus also took us past the Palazzo Lombardia and other sleek, futuristic looking buildings of the more recently designed Garibaldi - Repubblica- Veresine district. The stories we listened to this time through our little red earpieces were of architects making a difference in the world, which was in stark contrast to those about weddings between wealthy families and fortunes restored by the random addition of dried fruit into bread dough (Panettone) and saffron into Risotto (Risotto Milanese). As usual, we missed many of the landmarks pointed out by our audio guide but it was a comfortable way to get around this big city.
Later that night we went to a family-run Osteria a few blocks from the hotel called Mamma Rosa that lived up to its recommendation for good, honest Italian food. Their through-put was admirable also. Those waiters moved fast to accommodate never-ending groups of diners arriving through the night but never made you feel that you were on a timeline.
We packed our bags afterwards, ready for a quick exit in the morning as we had a 10.05am train to Trieste. Standing below the digital timetable at Milano Central, David thought it an itinerary to die for.
7 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 1 year ago
Text
Tumblr media
Friedrich Nietzsche in compagnia della madre Franziska (1892)
2 aprile 1888: Friedrich Nietzsche era un viaggiatore un po’ distratto. Doveva arrivare a Torino, eppure si ritrovò a Sampierdarena, non lontano da Genova; aveva sbagliato treno, ecco tutto…ma un piccolo mistero rimane ancora oggi, visto che la sua valigia lo stesso giorno s’imbarcò educatamente sul vagone per il Piemonte.
Tre giorni dopo, comunque, il professore ritentò l’impresa sulla linea Alessandria-Asti-Torino e, questa volta, giunse a destinazione: gli apparve una città ammantata di luce purissima, dai viali silenziosi e splendidamente lastricati.
Proprio dietro Palazzo Carignano, l’edicolante Davide Fino vide il forestiero, tutto contento con la valigia in mano, e cercò di vendergli una guida turistica; si ritrovò, invece, ad affittargli una stanza nella sua stessa casa, all’ultimo piano di Via Carlo Alberto n.6, dove oggi si trova la lapide che ricorda il soggiorno torinese del filosofo.
Nietzsche rimase due mesi in città; in estate partì per la Svizzera e poi, a settembre, tornò qui per un soggiorno più lungo, che si rivelò fatale.  
Tumblr media
La targa che ricorda il soggiorno torinese del filosofo tedesco in via Carlo Alberto 6
Dodici anni prima, poco più che trentenne, la salute malferma lo aveva costretto a congedarsi dall’università di Basilea, dove insegnava lingua e letteratura greca; fu l’inizio di un’intensa attività di scrittura e peregrinazioni sempre più sofferte, in un “Gran Tour” europeo di cui rimane solamente un taccuino insignificante, con appuntati i prezzi di frutta e verdura.
Eppure, Torino gli apparve splendida:“…è l’unica città che mi piaccia. Un qualcosa di calmo e di superstite lusinga i miei istinti. Percorro con estasi queste vie dignitose…Un paradiso per i piedi, anche per gli occhi…Non avrei mai creduto che una città, grazie alla luce, potesse diventare cosi bella”.
Diverse lettere, indirizzate alla madre, al musicista Peter Gast e al teologo Overbeck, mostrano l’entusiasmo per Torino che, persa la corona da capitale, rimaneva comunque vivacissima: cinque quotidiani, venti giornali scientifici e quattordici letterari, oltre a numerose biblioteche internazionali.
A questa effervescenza culturale, però, Nietzsche prendeva raramente parte. Preferiva passeggiate solitarie lungo i viali di Corso Casale; pensava, forse, a Richard Wagner, il celebre compositore con cui si era interrotto, misteriosamente, il sodalizio spirituale; o pensava ancora a Lou Salomé, l’affascinante russa che avrebbe anche sposato se questa non avesse ammaliato, prima il suo migliore amico, Paul Rée, poi un giovane poeta, Reiner Maria Rilke, e successivamente persino Sigmund Freud.  
Conduceva una vita riservata: di amici forse solo Carlo Clausen, editore tedesco che portò in Italia le dottrine orientali, quando erano ancora sconosciute.
Curiosamente, gli avvenimenti che lo interessavano di più erano gli stessi che entusiasmavano quella borghesia da lui tanto criticata: pare che alla fine dell’estate, trascorsa tra le montagne di Sils Maria, desiderasse tornare a Torino proprio per assistere, insieme ad oltre 70.000 persone, al matrimonio fra il duca Amedeo di Savoia e la principessa Letizia Bonaparte.
Curioso, per un personaggio ritenuto da tutti anticonformista; ma Nietzsche non era mai stato un “bohémien” ed, anzi, aveva sempre tenuto tantissimo a titoli, blasoni e frequentazioni altolocate.
Arrivò l’autunno: monotono, ma prolifico. C’era la sua scrivania, dove scrisse “Ecce Homo”, e c’era il pianoforte, che condivideva con Irene, la figlia dei suoi affittuari.
Poi, giorno dopo giorno, la sua grafia divenne sempre più nervosa e illeggibile; mentre nel suo cestino i coniugi Fino trovavano banconote stracciate, dalla vicina posta centrale, il filosofo cominciò a spedire biglietti in cui si considerava l’incarnazione di Vittorio Emanuele II, dell’architetto Antonelli o di altre celebrità dell’epoca; firmava le lettere come “il Crocifisso” o “l’Anticristo”.
Cominciò a confondere le notizie che apparivano sui giornali con quelle della sua vita quotidiana: vaneggiò che i sovrani d’Italia sarebbero andati a trovarlo nella sua stanza e poi, quando su “La Gazzetta Piemontese” apparve la notizia che uno spagnolo, accusato di omicidio, veniva condannato a morte, pensò di essere il carcerato stesso.
Il 3 gennaio 1889 avvenne la fine, forse un episodio più leggendario che veritiero.
Vedendo un vetturino che frustava a sangue un cavallo, Nietszche abbracciò e baciò l’animale, cadendo a terra e urlando di essere il nuovo Dioniso.
Lasciò Torino con la papalina di Davide Fino sulla testa, come pegno di un futuro incontro che mai avvenne. Morì il 25 agosto 1900 a Weimar, prigioniero della pazzia, presto trasformato in un mito.
I suoi scritti, rimaneggiati dalla sorella Elisabeth, conobbero un enorme successo e colpirono negli anni successivi Adolf Hitler.
Si convinse di essere l’ubermensch invocato dal filosofo per una nuova era. E, cosa ancor più folle, tanti lo seguirono. Ma non era il superuomo; era, anzi l’ultimo uomo, il peggior nichilista che avrebbe distrutto il mondo. L’ubermensch vagheggiato dal filosofo era diverso; il suo oltreuomo, avendo scoperto che Dio era morto, con la Filosofia del Martello avrebbe distrutto quei valori in cui l’Occidente faceva ancora finta di credere, libero di creare, come un fanciullo, nuovi valori.
“Ma chi sono i pazzi?”
-Fonte: Nietzsche a Torino
---------
L'uomo e il suo pensiero raramente coincidono...(cit)
5 notes · View notes
lamilanomagazine · 2 years ago
Text
Crotone: l’11 giugno le “Luci d’Autore” dedicate a Rino Gaetano
Tumblr media
Crotone: l’11 giugno le “Luci d’Autore” dedicate a Rino Gaetano. Domenica 11 giugno via Raimondi e via Vittorio Emanuele si trasformeranno in un palcoscenico all’aperto per ospitare l’omaggio della città ad uno dei suoi figli migliori: Rino Gaetano. Nel corso della settimana prossima saranno installate le “luci d’autore” dedicate al cantautore crotonese i cui testi sono stati scelti direttamente da migliaia di cittadini attraverso un sondaggio lanciato dall’amministrazione Comunale sulla pagina ufficiale “Città di Crotone” e sulla pagina Instragram. Scelta che è caduta su “Il cielo è sempre più blu”, arcinoto brano che celebra Rino Gaetano autore, e “A mano a mano”, splendido brano composto da Riccardo Cocciante e Marco Luberti, reso ancora più famoso con la celebre versione edita dal cantautore crotonese. In occasione dell’evento inaugurale previsto per domenica 11 giugno, un ulteriore omaggio al cantautore crotonese sarà reso attraverso il concerto della Khatmandu Band con le note delle più belle canzoni di uno dei più grandi poeti moderni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
2 notes · View notes
italiasparita · 3 months ago
Text
Tumblr media
San Giovanni Valdarno. Corso Vittorio Emanuele
9 notes · View notes
isoleminori · 2 years ago
Text
La Maddalena, Harry Weber, 1958
Corso Vittorio Emanuele
Dall'archivio della Biblioteca Nazionale Austriaca (Österreichische Nationalbibliothek).
Foto trovata grazie al lavoro di ricerca del signor Domenico Melia.
#lamaddalena #lamaddalenaisland #HarryWeber #pescatori #fishermen #isoleminori #isoleitaliane #mare #isole #island #sea #isola #mediterraneo #photography #vintagephoto #vintagephotography #oldphoto #foundphoto #lostmemories #antiquephoto #oldphotos #oldphotograph #isoleminorifoto #blackandwhite #bn
instagram
2 notes · View notes