#Casale eventi
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pier-carlo-universe · 5 months ago
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"Arsenico e Altri Veleni": Un Viaggio Oscuro nel Medioevo con Beatrice Del Bo. Presentazione del libro a Casale Monferrato: il potere letale dei veleni medievali in un evento affascinante
Venerdì 8 novembre alle ore 18:00, il Salone del Senato della Biblioteca Civica “Giovanni Canna” di Casale Monferrato ospiterà la presentazione del libro di Beatrice Del Bo “Arsenico e altri veleni.
Venerdì 8 novembre alle ore 18:00, il Salone del Senato della Biblioteca Civica “Giovanni Canna” di Casale Monferrato ospiterà la presentazione del libro di Beatrice Del Bo “Arsenico e altri veleni. Una storia letale nel Medioevo”, edito da Il Mulino nel 2024. L’evento, organizzato dalla Biblioteca Civica in collaborazione con l’Associazione Arte e Storia, sarà a ingresso libero. L’autrice…
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personal-reporter · 17 days ago
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Mostra di San Giuseppe 2025 a Casale Monferrato
“Mostra nazionale, cultura territoriale e tradizioni dal mondo” è il motto della Mostra di San Giuseppe 2025 a Casale Monferrato, che, in occasione della 76esima edizione, avrà il titolo di fiera Nazionale. Quest’anno uno degli eventi fieristici pi�� attesi non solo a livello locale ma anche piemontese e dell’intero Nord Ovest, si terrà al Polo Fieristico Riccardo Coppo dal 14 al 23 marzo prossimi…
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agrpress-blog · 4 months ago
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MonFest 2024: la fotografia torna protagonista a Casale Monferrato Dal 30 novembre 2024 al 4 maggio 2025, ... #festivalfotografia #fotografiaCasaleMonferrato #MimmoCattarinich #MonFest2024 #mostreONSTAGE https://agrpress.it/monfest-2024-la-fotografia-torna-protagonista-a-casale-monferrato/?feed_id=8229&_unique_id=67410371a692a
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londranotizie24 · 6 months ago
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foodvaly · 1 year ago
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Il Casale di Federico – Agrigento
Ristorante- Pizzeria – Eventi – Ricorrenze – Bed and Breakfast
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storiearcheostorie · 1 year ago
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ARCHEOEVENTI / Il legionario, le famiglie romane, gli antichi mestieri: gli abitanti dell'antica Bononia rivivono grazie alle epigrafi
#ARCHEOLOGIA #EVENTI / Il legionario, le famiglie romane, gli antichi mestieri: gli abitanti dell'antica #Bononia rivivono grazie alle epigrafi. @bolognamusei #Bologna
Durante gli incontri di “Bononia racconta” a “parlare” saranno le iscrizioni, fonti preziose per ricostruire le vicende dell’antica città e dei suoi protagonisti. Lapide dei CorneliiFine del I secolo a.C.Pietra d’Aurisina, cm 268 x 142 x 48,5Provenienza: San Pietro in Casale (Bologna), località Gavaseto. Rinvenuta nel 1533.Bologna, Museo Civico Archeologico, inv. 19008 Tre appuntamenti per…
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kritere · 2 years ago
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I convocati di Spalletti per l’Italia contro Macedonia e Ucraina: novità Casale, out Verratti
DIRETTA TV Lo streaming in diretta di questo programma sarà visibile su KRITERE.COM Kritere.com è il servizio gratuito che permette di guardare anche all’estero tutti i canali TV italiani, film on demande e eventi sportivi. 1 Settembre 2023 La lista dei calciatori convocati da Luciano Spalletti in Nazionale per le due partite di qualificazione agli Europei contro Macedonia e Ucraina, le prime…
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micro961 · 2 years ago
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Blayk - “Transition”
Il singolo del rapper sui principali stores digitali e nelle radio
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“Transition” è un singolo di Blayk, rapper di origini campane ma cresciuto a Roma, sui principali stores digitali e nelle radio in promozione nazionale. “Transition”, oltre ad essere il titolo del brano in questione, è anche il titolo dell’album di Blayk uscito il 10 maggio del 2019. In questo pezzo vengono racchiusi gli argomenti ed i concetti espressi all’interno di tutto il disco. Anche “Transition” tratta molti argomenti e sensazioni che l'artista racconta in musica. In particolare, ci racconta la sua personale fase di transizione nella quale è venuto a patti con le conseguenze che hanno portato gli eventi del cambiamento. Racconta all'inizio della canzone che non si è ancora ritrovato con se stesso ma lo ha sempre espresso attraverso la musica, con i testi e che anche in compagnia di persone, nei rapporti umani, gli risulta difficile esprimersi e spesso si trova fuori contesto. L’artista però è sempre fiducioso e sa che può far di più per essere migliore mentre intorno c’è tanta indifferenza e cattiveria verso il prossimo. Il messaggio è quello di perseverare nei propri sogni ad ogni costo, soprattutto se si è soli. Sarebbe alquanto da vili rinunciare senza mai poter sapere come sarebbe andata.
“Mi spaventa tutta questa indifferenza che la razza umana manifesta nelle gesta di una convinzione ferrea che il suo prossimo sia prossimo a far guerra.” Blayk
Storia dell’artista
Blayk, vero nome Marco, è un rapper di origini campane che cresce a Roma nel quartiere Casal Bruciato. I primi approcci con la musica Hip-Hop risalgono al periodo adolescenziale; inizia ad ascoltare artisti americani quali, Tupac, Notorius B.I.G., Eminem, 50 Cent, Snoop Doog, Lil Wayne, Rick Ross, Kanye West e Ice Cube, per citarne alcuni. Si appassiona al genere e scopre in seguito il Rap italiano, principalmente quello Underground tramite i collettivi del TruceKlan, Brokenspeakers e Co’ Sang, che senza filtri raccontano la periferia. Le maggiori influenze derivano però dai Club Dogo, Fabri Fibra e Marracash. Di lì a poco inizia a scrivere i primi testi su basi americane, realizzando nel 2008 “Wild Coast mixtape”, un insieme di tracce registrato interamente nella sua cameretta, adibita a “studio” per l'occasione. Sin da subito i contenuti dei suoi pezzi sono caratterizzati da un senso di ribellione e malessere. Nel 2011 resta coinvolto in un incidente automobilistico e nei mesi a seguire, trova conforto nella scrittura; nel 2012 realizza “La Fenice”. Il titolo cita appunto l’uccello mitologico e la sua rinascita dalle ceneri. Il progetto è composto da 16 tracce nel quale si alternano testi riflessivi, in cui rielabora appunto gli stati d'animo provati in quei momenti, ad altri più leggeri, accompagnati da melodie orecchiabili. Negli anni a seguire incide altri pezzi, ma non ne pubblica nessuno. Per un periodo accantona la musica, dedicandosi ad altro. Inizia ad accostarsi al mondo del lavoro ma si rende conto ben presto che quei contesti non fanno per lui. Le varie esperienze di vita che lo hanno segnato, lo portano a tornare ad esprimersi con il Rap. Il 10 maggio 2019 esce così “Transition”, il suo primo album ufficiale, disponibile su tutte le piattaforme digitali! Un viaggio in musica che collega 13 brani l’uno con l’altro e racconta, nella sua spontaneità, la fase di transizione di Blayk, sia come persona che come artista. Nel 2022 pubblica due singoli, “Ci stavo per finire” e “Vivo o morto”, fino ad arrivare a “Senza destinazione” nel 2023. Per la scrittura trova ispirazione un po' dappertutto. Durante le sue giornate appunta idee, frasi o parole, che vengono spesso fuori da conversazioni o situazioni che vive. Questi sono gli input dai quali nascono i suoi testi che generalmente sviluppa di sera o la notte.
Instagram: https://www.instagram.com/therealblayk/
Facebook: https://www.facebook.com/people/Blayk/100063590065520/
Spotify: https://open.spotify.com/track/4KYjtEzEr8IrXPXvLf3qqx?si=2fa797a2d93a42a7
YouTube: https://www.youtube.com/@BLAYKOFFICIALCHANNEL
TikTok: https://www.tiktok.com/@therealblayk?lang=it-IT
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tarditardi · 2 years ago
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2/9 Circo Nero Italia emoziona Borgo Saverona - Casale Verona (Cirò Marina - KR)
Sabato 2 settembre '23 gli esuberanti personaggi di Circo Nero Italia regalano emozioni al Borgo Saverona di Casale Verona (Cirò Marina - Crotone) per l'Entotria Dinner Snow. Dalle  fino a tarda notte, con le loro performance colorano un pool dinner & after dinner tutto da vivere. Acrobati, equilibristi e coreografie scintillanti accompagnano gli ospiti in una serata incantata, dove tutto può accadere... perché l'energia e le arti degli artisti di Circo Nero Italia sono davvero uniche.
L'arte dei performer di Circo Nero Italia è  un mix di bellezza, meraviglia e riflessione. Li rende straordinari. Ma chi sono i performer di Circo Nero Italia? Ballerini, attori, effetti speciali, mangiafuoco e artisti di ogni genere, spettacolari e coinvolgenti. I loro show non si limitano alle feste, ma si allargano anche a eventi diurni e cene spettacolo. La loro abilità nell'unire arti circensi, con musica elettronica o altri sound, in eventi diurni e notturni, fanno di loro unici e sorprendenti. Non c'è contesto che possa tenere a freno la loro capacità di regalare emozioni con la loro eccezionale creatività. Le loro performance hanno conquistato il mondo e il loro stile è inimitabile. Circo Nero italia è senza dubbio uno degli artisti più spettacolari e sorprendenti presenti in Italia, e un nome che non si dimentica.
"Non metteremo mai in piedi spettacoli di semplice intrattenimento con qualche bella performance d'impatto a fare da cornice", racconta Duccio Cantini, che coordina la party crew. "E' e sarà sempre uno show evolutivo, ricco di emozioni e ispirato ai grandi spettacoli internazionali. Cerchiamo sempre di alzare l'asticella della bellezza e del coinvolgimento emotivo per portare il pubblico, per una notte, in altri mondi... siano essi interiori, inferiori o superiori."
Circo Nero Italia
392 069 5432
www.circoneroitalia.it
Special adv section by ltc - lorenzo tiezzi comunicazione
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sounds-right · 2 years ago
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2/9 Circo Nero Italia emoziona Borgo Saverona - Casale Verona (Cirò Marina - KR)
Sabato 2 settembre '23 gli esuberanti personaggi di Circo Nero Italia regalano emozioni al Borgo Saverona di Casale Verona (Cirò Marina - Crotone) per l'Entotria Dinner Snow. Dalle  fino a tarda notte, con le loro performance colorano un pool dinner & after dinner tutto da vivere. Acrobati, equilibristi e coreografie scintillanti accompagnano gli ospiti in una serata incantata, dove tutto può accadere... perché l'energia e le arti degli artisti di Circo Nero Italia sono davvero uniche.
L'arte dei performer di Circo Nero Italia è  un mix di bellezza, meraviglia e riflessione. Li rende straordinari. Ma chi sono i performer di Circo Nero Italia? Ballerini, attori, effetti speciali, mangiafuoco e artisti di ogni genere, spettacolari e coinvolgenti. I loro show non si limitano alle feste, ma si allargano anche a eventi diurni e cene spettacolo. La loro abilità nell'unire arti circensi, con musica elettronica o altri sound, in eventi diurni e notturni, fanno di loro unici e sorprendenti. Non c'è contesto che possa tenere a freno la loro capacità di regalare emozioni con la loro eccezionale creatività. Le loro performance hanno conquistato il mondo e il loro stile è inimitabile. Circo Nero italia è senza dubbio uno degli artisti più spettacolari e sorprendenti presenti in Italia, e un nome che non si dimentica.
"Non metteremo mai in piedi spettacoli di semplice intrattenimento con qualche bella performance d'impatto a fare da cornice", racconta Duccio Cantini, che coordina la party crew. "E' e sarà sempre uno show evolutivo, ricco di emozioni e ispirato ai grandi spettacoli internazionali. Cerchiamo sempre di alzare l'asticella della bellezza e del coinvolgimento emotivo per portare il pubblico, per una notte, in altri mondi... siano essi interiori, inferiori o superiori."
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pier-carlo-universe · 10 days ago
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"Roberta Repetto. Un caso ancora aperto"con Nero Crime
L’ incontro di approfondimento tra le iniziative collaterali della mostra “Criminis” Sabato 22 marzo 2025 alle ore 1 5 ,00 nel torrione del secondo cortile del Castello del Monferrato, si terrà l’incontro di approfondimento dedicato al caso di Roberta Repetto , organizzato da Nero Crime e Arte Criminologica nell’alveo delle iniziative collaterali legate alla mostra Criminis . L’evento, al quale…
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personal-reporter · 7 months ago
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Festa del Vino del Monferrato Unesco 2024
Venerdì 13 settembre parte la 63a Festa del Vino del Monferrato Unesco, con due fine settimana dedicati alle eccellenze del territorio proposte dalle Pro Loco e dai produttori di vino partecipanti. L’inaugurazione ufficiale, con la cerimonia di apertura alla presenza delle autorità cittadine e del territorio, sarà alle 18 con, subito dopo, l’apertura al pubblico. Sarà un’edizione particolare che…
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fedelando · 2 years ago
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MOTO VINTAGE E RADUNO: BELVEDERE DI CASERTA, MUSEO A CIELO APERTO
108 iscrizioni al motoraduno; 56 moto storiche in concorso; 8 vespe/lambrette storiche; 82 visite al Setificio; oltre 200 moto accorse e circa 700 presenze: sono i numeri dell’evento organizzato domenica 28 maggio al Belvedere di San Leucio dal MC Aquile su 2 Ruote in sinergia con il Co. Re. Campania FMI.
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Raduno “Città di Caserta” e mostra d’eleganza motociclistica a premi “Sulle strade della seta”, due eventi in uno: un esperimento che si è rivelato un vero e proprio successo con la soddisfazione degli organizzatori, degli sponsor e delle Istituzioni (Provincia, Comune e Camera di Commercio) che hanno patrocinato l’iniziativa.
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“E’ stato tracciato un solco – ammette il presidente del Moto Club di Casapulla Giuseppe Landolfi - un nuovo modo di vedere e raccontare la passione delle due ruote. Tutto questo in una magnifica cornice e partendo da una location patrimonio Unesco”. Tante persone, grandi e piccini, appassionati e non. Presenti, tra gli altri, anche il sindaco di Caserta Carlo Marino, il vicesindaco Emiliano Casale e il consigliere Gianni Comunale.
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Nel Cortile Ferdinando del Real Sito Borbonico una vera e propria mostra a cielo aperto, in esposizione moto degli anni 60-90, motociclette che hanno fatto la storia del mercato italiano e senza le quali non ci sarebbero quelle dei giorni nostri. Meraviglia, stupore, nostalgia.
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Emozioni contrastanti ma vere che hanno reso unico e ripetibile la manifestazione pensata da un Moto Club che fa della cultura motociclistica e dello spirito di aggregazione il “motore” dello stare insieme. “Non ci aspettavamo così tante presenze – conclude Landolfi – Ringrazio i soci della Aquile che tanto ci sono impegnati per la riuscita dell’evento e quanti hanno creduto al nostro progetto. Non possiamo fare altro che promettere di rimetterci presto in sella per conoscere posti e amici nuovi e, perché no, pensare di riorganizzare un futuro un’altra iniziativa”.
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houseofstreamers · 3 years ago
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Come ogni anno eccoci qui, tutti riuniti in questa casa di montagna tanto amata quanto polverosa.
Un vecchio casale che dagli anni quaranta si staglia nel bel mezzo del verde e che dalla sua posizione di dominio si affaccia scrutando tutta la vallata, fin giù, nel punto più profondo, dove il ruscello corre inesorabile come il destino di ognuno di noi.
Le montagne che circondano il tutto spiccano maestose e inamovibili, mentre io, dal canto mio, più le guardo più mi sento piccolo e insignificante, fuori contesto o addirittura inappropriato a cotanta grandezza e stabilità.
Privo della consapevolezza di chi voglio essere, non posso fare altro che sentirmi più vicino al fiumiciattolo e, perso tra le ripide di questa vita, vago nell'acqua gelida come un cucciolo che non sapendo nuotare cerca invano un appiglio al quale aggrapparsi.
Mi dimeno, mi sbraccio ma più lo faccio più vado a fondo e più mi manca l'aria.
Mi sembra quasi di soffocare ma, dopo un interminabile attimo, ricordo che forse non è tutto perduto, forse l'essere un po' trascinato dalle correnti e dagli eventi non è poi un così grande male.
Basterebbe solo lasciarsi andare, cullati dalle onde, e forse chissà prima o poi troverò anch'io il mio lido dove potermi sedimentare e, perché no, magari erigermi.
A modo mio, sarò anche io montagna.
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gennarocarrano · 6 years ago
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Dimenticare è un crimine Reposted from @accaddeoggi_in_storia - Accadde oggi. 19 marzo 1994. A Casal di Principe viene assassinato in chiesa don Giuseppe Diana, noto per il suo impegno nella lotta alla Camorra. #19marzo1994 #1994 #19marzo #anni90 #casaldiprincipe #principe #casal #assasinio #chiesa #dongiuseppediana #diana #giuseppediana #lotta #camorra #picoftheday #accaddeoggi #ricordistorici #eventi #firstpost #photography #follow #followforfollowback #storia #storiadelmondo #history - #regrann #naples #napoli #gennarocarranopoeta (presso Naples, Italy) https://www.instagram.com/gennaro_carrano/p/BvMJ5pSnkrM/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=jswmqr76lbkd
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fondazioneterradotranto · 4 years ago
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Surbo e la sua “Madonna vestita d’Oro”
Surbo e la sua “Madonna vestita d’Oro”: un patrimonio di fede e tradizioni
Il Martedì dell’Ottava di Pasqua, Surbo festeggia la Madonna di Loreto, sua celeste Patrona
di Vincenza Musardo Talò
  La Puglia, da sempre terra di incontro di luminose civiltà e naturale avanporta dell’Oriente, fin dal sec. XV vanta una consolidata tradizione del culto della Madonna di Loreto e dell’insigne reliquia della Santa Casa. In aggiunta, per il suo essere fin dall’alto medioevo meta di pellegrinaggio verso i numerosi santuari regionali (quello micaelico in primis) e luogo di raduno dei crociati in partenza per la Terra Santa, questa regione ha veicolato in numerosi centri demici del suo esteso territorio il suggestivo narrato della traslazione lauretana e dato testimonianza degli eventi prodigiosi ad essa afferenti. E così, più insistentemente lungo la costa adriatica (divenuta una sorta di baluardo contro i turchi frontalieri, soprattutto a partire dai fatti di Otranto del 1480), dalla Terra di Capitanata all’estremo lembo della Terra d’Otranto, da subito essa ha documentato momenti altissimi di devozione. Numerosi sono i santuari, gli altari di parrocchie o le cappelle urbane e rurali che riferiscono della dedicatio alla Vergine di Loreto, la cui diffusione non appare condizionata da mirate scelte insediative, tanto la rete di simili luoghi di culto mostra una sorta di omogeneità sull’intero territorio regionale, sia pure con una insistenza lungo i litorali dell’Adriatico, da Manfredonia a Santa Maria di Leuca. Il fenomeno cultuale tra i secoli XV e XVII si lega anche a una fioritura dei rituali del pellegrinaggio da parte dei devoti pugliesi.
Di tanto è dato sapere dai Registri dei Doni, conservati presso l’Archivio storico del Santuario lauretano, in cui si attesta un nutrito elenco di doni votivi, offerti dai pellegrini di Puglia o inviati da noti membri delle famiglie feudatarie del tempo, non escluse le commende dei cavalieri di Malta o le Domus dei templari, sommamente devoti alla Madonna di Loreto.
Tralasciando, per ovvi motivi, un più esteso e puntuale tracciato storico delle vicende pugliesi legate a tale indirizzo devozionale, ecco che nel primo Seicento, nei pressi dell’attigua cinta muraria a borea di Lecce, si origina il culto della Vergine di Loreto, praticato da quanti vivevano nel minuscolo casale di Surbo (suburbum), per secoli casale de corpore della città di Lecce.
Un culto che poi si è radicato e alimentato nel tempo; già nel 1724, è attestato che fosse il clero di Surbo e non quello di Lecce a festeggiare, il Martedì dopo Pasqua, presso il vicino santuario di S. Maria di Arurìo, la Gran Madre di Dio venerata non più sotto l’antico titolo di S. Maria di Aurìo ma come S. Maria di Loreto.
  Invece, per quel che attiene il titolo di patrona, pare che la comunità di Surbo abbia preso a invocare il suo patrocinio a partire dal 1838. Non a caso la sua prima solenne celebrazione nel casale di Surbo, si tenne all’indomani della ricomposizione di una contesa, sorta nel 1837 tra il clero della parrocchia di S. Maria del Popolo di Surbo e quello della Chiesa di S. Maria della Porta di Lecce (per inciso, proprio quest’anno ricorre il 180.mo anniversario di quella storica, prima festa della Vergine lauretana a Surbo).
Tuttavia, per trovare l’incipit di tale devozione dei surbini, bisogna rifarsi alla tradizione locale, la quale riferisce di un prodigioso rinvenimento in un fondo vicino alla chiesa di Santa Maria (sec. XI), ubicata nel diruto casale medievale di Aurìo, nato dopo l’arrivo di una comunità di monaci basiliani e spopolatosi intorno al sec. XVI. Il toponimo Aurìo rimanda al termine greco layrion, laura (proprio dei tanti minuscoli cenobi bizantini del Salento greco) e compare per la prima volta in un diploma di epoca normanna, quando nel 1180, Tancredi d’Altavilla ne fa donazione al monastero benedettino dei Santi Niccolò e Cataldo di Lecce.
Stando alla tradizione, ai primi del ‘600, proprio in un fondo limitrofo alla chiesa di S. Maria di Aurìo, un contadino di Surbo rinvenne, in un tronco cavo d’ulivo, una piccola statua in legno scuro, che effigiava una Madonna in apparenza priva delle braccia, col divino Infante. Senza indugio, l’uomo lasciò la campagna e tornò in paese, portando la statua nella chiesa matrice di S. Maria del Popolo, dove accorsero i fedeli, toccati da quell’evento straordinario. Ma con grande sconcerto del popolo, il giorno seguente il prezioso simulacro era scomparso, per poi essere ritrovato nel medesimo luogo, da cui era stato asportato il giorno precedente.
Da subito, le fattezze di quel simulacro richiamarono nei fedeli surbini una certa somiglianza con la Vergine lauretana, giù venerata in tutto il Salento. Ma a Surbo, il culto della Madonna di Loreto nasce – a dire di alcuni studiosi – dalla somiglianza e dalla commistione fonetica tra layrion e Loreto, generando così la successiva assimilazione del culto della Madonna di Aurìo a favore di quello della Madonna lauretana, pur mantenendone la festa nella data antica, il Martedì dopo Pasqua. Tanto, in considerazione del fatto che nel casale basiliano di Aurìo, secondo il Sinassario bizantino, la festa della Madonna cadeva il Martedì dell’Ottava di Pasqua. E parimenti i devoti di Surbo vollero mantenere – e mantengono – in quella data la festa della Madonna di Loreto, che nel tempo si è denominata “Madonna vestita d’Oro”.
Pur tenendo in debito conto queste ipotesi, da parte mia, invece, depongo a favore di un dato più probante, afferente al già consolidato culto lauretano nella cristianissima Lecce del primo ‘600, sotto la cui amministrazione municipale cadeva pure il casale di Surbo. Tra i suoi trenta conventi, erano attivi due monasteri di donne claustrali, che andavano sotto il titolo di Santa Maria di Loreto: quello delle Carmelitane scalze, fondato sul finire del ‘500, e l’altro più tardo delle Cappuccine francescane. In aggiunta, l’influenza devozionale che arrivava da Lecce e l’opera di un qualche zelante predicatore venuto a Surbo, potrebbero aver concorso più verosimilmente a mutare l’antico indirizzo del culto mariano di Aurìo in quello della Vergine di Loreto, di cui vi è traccia materiale anche nei seicenteschi Registri dei Battezzati della Matrice, col dato certo dell’imposizione alle nuove nate del nome Auritana, Auretana, Lauretana e Lauria.
E sempre intorno alla metà del ‘600 o appena dopo è da datarsi una anonima tela, conservata presso la chiesa della Madonna di Loreto in Surbo, il cui tema iconografico tratta del miracolo della traslazione della Santa Casa. Il dipinto, visionato da P. Giuseppe Santarelli – come riferisce O. Scalinci – è da ritenersi posteriore al 1638, anno in cui il re di Francia Luigi XIII donò alla Vergine del Santuario di Loreto una preziosa corona, simile a quella effigiata nella tela di Surbo; mentre in precedenza, la Vergine esibiva una corona a forma di triregno, donata nel 1498 dai devoti di Recanati e che compare sulle teste della Vergine e del Bambino di Loreto fino al 1642.
Ma è dal 1838, che a Surbo partono i primi festeggiamenti della Madonna di Loreto, curati dalla erigenda Confraternita della Beata Maria Vergine Lauretana, che fin dal ‘700 si era embrionalmente costituita con un gruppo di devoti, un Corpo morale. Questa viene giuridicamente istituita nel 1858, con il Regio placet di Ferdinando II, re di Napoli e approvata con la bolla dell’ordinario di Lecce, mons. Nicola Caputo, in data 22 maggio del 1858. Primo priore fu Pietro P. Paladini. In aggiunta, nel 1860, sempre con decreto di Francesco II, viene ordinato al Comune di Surbo di concedere gratuitamente alla Congrega della SS. Vergine di Loreto, un suolo pubblico, destinato all’ampliamento della chiesa-oratorio, che portava il medesimo titolo. Questo periferico edificio di culto, già dedicato a S. Stefano, è attestato fin dal 1610 nei verbali di Santa Visita di mons. Scipione Spina, vescovo di Lecce. Più volte chiusa e poi riaperta al culto, nell’Ottocento perde l’antica intitolatio e prende il titolo mariano. Tanto è certificato nel 1882, quando l’ordinario diocesano, mons. Luigi Zola, visita la chiesa, che si presenta con due altari: quello centrale dedicata alla Madonna di Loreto e l’altro, in cornu Epistulae, dedicato a S. Stefano, primo titolare della chiesa. Al suo interno si custodiva l’antica statua della Madonna bruna e la tela del ‘600, raffigurante il viaggio – da Nazareth a Loreto – della Santa Casa. La Vergine e il Bambino, incoronati, mostrano fattezze celestiali; la Madre appare vestita di un abito rosso con decori dorati e preziosi ricami floreali. Dopo la reale approvazione giuridica del 1858, la locale Confraternita mariana prenderà in custodia detta chiesa, in cui fissa anche il suo oratorio.
In questo luogo sacro abita la statua della bella Madonna vestita d’Oro. E a tal proposito va detto che questa è una riproduzione della statua storica del ‘600, che ebbe in sorte quella di bruciare, quasi un comune destino con quella lauretana, la quale venne pure distrutta nel 1921 da un incendio. Si era negli anni dolorosi della prima guerra mondiale e per l’insistenza di tante famiglie, che avevano i loro cari al fronte, la statua venne tolta dalla teca dell’altare ed esposta alla devozione dei fedeli. La presenza abnorme di candele e lumi votivi fu la causa dell’incendio che distrusse la venerata icona. La riproduzione di un primo manufatto non simigliante a quello distrutto, portò a una seconda statua, bella come l’antica ma di colore chiaro, come oggi è dato osservare. Non una foto rimane a ricordare le fattezze della statua delle origini; pare che una devota avesse messo in salvo sola una manina del Bambinello, che poi custodì sotto campana, ma di cui oggi non vi è traccia.
Venendo all’oggi, caleidoscopica e ricca di rituali segnici è la festa della Madonna vestita d’Oro, che si tiene, ab antiquo il Martedì dell’Ottava di Pasqua, una data simbolica, ricca di riferimenti storici, di fede e di consolidate tradizioni.
I festeggiamenti si aprono il Lunedì dell’Angelo con la spettacolare fòcara serotina, un rito che mi ricorda i falò lauretani della notte del 10 dicembre, accesi a memoria della Venuta della Vergine a Loreto. Nel passato, erano i confratelli che andavano alla questua della legna e accendevano il falò sullo spazio antistante la chiesa, ancora fuori dal centro urbano. Poi, prima dell’alba del Martedì (alle ore tre), i confratelli e alcune pie donne o delle religiose (perché mai avrebbero potuto farlo le mani di uomini), compiono il devoto rito della vestizione della Vergine e del Bambino, che si mostrano integralmente coperti del corredo di monili, mentre la presenza di alcuni carabinieri vigila il prezioso cofanetto degli ori votivi, ogni anno più ricco, perché segno di una consolidata e continua donazione dei devoti.
Dopo il rito quasi privato della vestizione, all’Angelus mattutino, la chiesa della Madonna di Loreto si apre dinanzi a una folla di fedeli in attesa di entrare e rivedere, dopo un anno, la Madonna vestita d’Oro. Con l’arrivo del vescovo, salutata da spari di mortaretti, inni e ovazioni corali e la musica delle bande, ha inizio la processione. Alla folla, alle autorità cittadine e alla Congrega, si uniscono i bambini “vestiti”, le donne devote – scalze e con un cero – che pubblicamente esprimono alla Vergine il loro bisogno di una grazia o di una intercessione; e non mancano segni o gesti di commossa pietà popolare. In questo particolare momento della giornata (bello o brutto che sia il tempo prima e dopo la processione), da sempre, quasi un prodigio, i surbini hanno testimoniato la presenza del sole, che mostra la straordinaria bellezza della Gran Madre di Dio, adorna di una sorta di dalmatica luccicante, fatta di ori, perle e pietre preziose di vario colore. Portata poi nella Chiesa parrocchiale, prima e dopo la celebrazione eucaristica, la Vergine riceve il filiale omaggio del popolo tutto; quindi, la sera del Mercoledì, giorno riservato ai festeggiamenti civili, la statua viene riportata nella sua Chiesa, dove si ripete il rito inverso a quello della vestizione. I confratelli, deposti in luogo sicuro gli ori della loro Madonna, pensano già alla festa dell’anno dopo.
Un ultima riflessione ci viene dal considerare il caso raro, se non unico, della spettacolare dote di gioielli votivi posseduta dalla Madonna lauretana di Surbo. Per noi resta un esempio il Gesù Bambino dell’Aracoeli a Roma (miseramente trafugato) o l’esempio di altre madonne dotate, ma mai in maniera tale da ricoprirle integramente e tanto riccamente di preziosi come la Madonna surbina.
E’ da credere che tali donativi debbano riferirsi a simbolismi profondamente stratificati nell’immaginario collettivo. Oltre che tributi di ringraziamento, questi – e a me sembra essere il caso di Surbo – sono fondamentalmente chiara manifestazione di una forma di preghiera materializzata, quasi il desiderio di ognuno e di tutti di accorciare le distanze col sacro, calandosi in un rapporto ravvicinato, di devozione diretta con la divinità stessa, tanto è forte il senso di intima appartenenza, a cui pure non è estraneo, ma non preminente, il rito dell’ex voto. Dunque, per il popolo di Surbo, simile corredo di preziosi donativi sarebbe il segno di un (conscio o inconscio) desiderio individuale e corale di stretta e materiale vicinanza con la sua Madonna.
Un atteggiamento collettivo che trova la sua legittima e più alta espressione nella continuità del suo prezioso e delicato omaggio alla Patrona, che si rende visibile nella plurisecolare devozione e soprattutto nella festa più attesa e più bella dell’anno. Ed è questo il momento in cui la devota Surbo condivide, rafforza e rivive i miti antichi delle sue radici, della sua storia e della sua granitica identità comunitaria civile e religiosa insieme.
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