#Carlo Bagno
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@thealmightyemprex @themousefromfantasyland @the-blue-fairie
The Adventures of Pinocchio. (1972)
Director - Luigi Comencini, Cinematography - Armando Nannuzzi
"Once upon a time, there was..."
#The Adventures of Pinocchio#Luigi Comencini#Armando Nannuzzi#Andrea Balestri#Mario Scaccia#Carlo Bagno#Riccardo Billi#Jacques Herlin#Domenico Santoro#vittorio de sica#Ugo D'Alessio#Orazio Orlando#Bruno Bassi#nino manfredi#gina lollobrigida#Franco Franchi#ciccio ingrassia#Lionel Stander#mario adorf
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Una strage ~ 4. I Tedeschi: Alarmkompanie o corpi speciali?
Dobbiamo a Carlo Gentile la probabile individuazione delle truppe responsabili delle stragi di Civitella e di Cavriglia. Secondo lo storico, consulente prima della procura militare di Dortmund e poi di quella di La Spezia che istruì il processo per i fatti di Civitella della Chiana, nel periodo a cavallo di giugno e luglio, ci troviamo di fronte ad un ampio ed unico complesso di operazioni…
#Alarmkompanie#Bagno a Ripoli#Carlo Gentile#Castelnuovo dei Sabbioni#Divisione Hermann Göring#Emilio Polverini#fascisti#Kesserling#Le Màtole#LXXVI Panzerkorps#Massa dei Sabbioni#Meleto#Nachschub-Trupp Hermann Göring#partigiani#Pionieren HG#Rudi Groner#San Martino di Pianfranzese#Tenente Wolf#Terranuova Bracciolini
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Il bagno di folla di Carlo e Camilla: Londra rende omaggio ai sovrani
Decine di migliaia di persone a Londra per la cerimonia dell'incoronazione. La capitale inglese invasa da cittadini, turisti e curiosi
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Il Criptoportico della Reggia di Caserta Secondo un progetto del 1787, Carlo Vanvitelli concepì il Criptoportico, in modo da illudere gli ospiti dei regnanti, di trovarsi in un’area di scavi archeologici. Sotto una volta a cassettoni, squarciata da finte crepe e falsi crolli, sono esposte statue d’origine realmente archeologica, provenienti dalla Collezione Farnese e dalla Villa Farnesina di Roma. La galleria si affaccia sul Bagno di Venere, dando vita a una delle più affascinanti vedute del Giardino Inglese. Foto di @mimmo.schiavo
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Umberto Eco: “Come va?”
Icaro: “Uno schianto”
Proserpina: “Mi sento giù”
Prometeo: “Mi rode…”
Teseo: “Finché mi danno corda…”
Edipo: “La mamma è contenta”
Damocle: “Potrebbe andar peggio”
Priapo: “Cazzi miei”
Ulisse: “Siamo a cavallo”
Omero: “Me la vedo nera”
Eraclito: “Va, va…”
Parmenide: “Non va”
Talete: “Ho l’acqua alla gola”
Epimenide: “Mentirei se glielo dicessi
Demostene: “Difficile a dirsi”
Pitagora: “Tutto quadra”
Ippocrate: “Finché c’è la salute…”
Socrate: “Non so”
Giobbe: “Non mi lamento, basta aver pazienza”
Onan: “Mi accontento”
Sheherazade: “In breve, ora le dico…”
Boezio: “Mi consolo”
Carlo Magno: “Francamente bene”
Dante: “Sono al settimo cielo”
Giovanna d’Arco: “Si suda”
San Tommaso: “Tutto sommato bene”
Erasmo: “Bene da matti”
Colombo: “Si tira avanti”
Lucrezia Borgia: “Prima beve qualcosa?”
Giordano Bruno: “Infinitamente bene”
Lorenzo de’ Medici: “Magnificamente”
Cartesio: “Bene, penso”
Berkeley: “Bene, mi sembra”
Hume: “Credo bene”
Pascal: “Sa, ho tanti pensieri…”
Enrico VIII: “Io bene, è mia moglie che…”
Galileo: “Gira bene”
Torricelli: “Tra alti e bassi”
Desdemona: “Dormo tra due guanciali…”
Newton: “Regolarmente”
Leibniz: “Non potrebbe andar meglio”
Spinoza: “In sostanza, bene”
Hobbes: “Tempo da lupi”
Papin: “Ho la pressione alta”
Montgolfier: “Ho la pressione bassa”
Franklin: “Mi sento elettrizzato”
Robespierre: “Cè da perderci la testa”
Marat: “Un bagno”
Casanova: “Vengo”
Goethe: “C’è poca luce”
Beethoven: “Non mi sento bene”
Schubert: “Non mi interrompa, per Dio”
Novalis: “Un sogno”
Leopardi: “Sfotte?”
Foscolo: “Dopo morto, meglio”
Manzoni: “Grazie a Dio, bene”
Sacher-Masoch: “Grazie a Dio, male”
Sade: “A me bene”
D’Alambert e Diderot: “Non si può dire in due parole”
Kant: “Situazione critica”
Hegel: “In sintesi, bene”
Schopenhauer: “La volontà non manca
Paganini: “L’ho già detto”
Darwin: “Ci si adatta”
Livingstone: “Mi sento un po’ perso”
Nievo: “Le dirò, da piccolo…”
Nietzsche: “Al di là del bene, grazie”
Mallarme’: “Sono andato in bianco”
Proust: “Diamo tempo al tempo”
Henry James: “Secondo i punti di vista”
Kafka: “Mi sento un verme”
Musil: “Così così”
Joyce: “Fine yes yes yes”
Nobel: “Sono in pieno boom”
Larousse: “In poche parole, male”
Curie: “Sono raggiante”
Dracula: “Sono in vena”
Picasso: “Va a periodi”
Ungaretti: “Bene (a capo) grazie”
Fermi: “O la va o la spacca”
Camus: “Di peste”
Matusalemme: “Tiro a campare”
Lazzaro: “Mi sento rivivere”
Giuda: “Al bacio”
Ponzio Pilato: “Fate voi”
San Pietro: “Mi sento un cerchio alla testa”
Nerone: “Guardi che luce”
Maometto: “Male, vado in montagna”
Savonarola: “E’ il fumo che mi fa male”
Orlando “Scusi, vado di furia”
Cyrano: “A naso, bene”
Alice: “Una meraviglia”
Verga: “Di malavoglia”
Heidegger: “Quante chiacchiere!”
Grimm: “Una favola!”
Umberto Eco - "Il Secondo Diario Minimo"
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Ma dov’è finita la Grande Bellezza, quella che ha illuminato il mondo? C’è chi parla ormai di grande monnezza. Perché non comprendiamo l’immenso patrimonio che Roma è per l’Italia e per l’umanità Con il Giubileo – che inizia fra quattro mesi – sarà sotto i riflettori di tutto il pianeta e potrebbe mostrarsi in tutto il suo splendore. Invece… Quando Carlo Verdone, nei giorni scorsi, ha dichiarato a un giornale che “Roma sembra il bagno a cielo aperto di un autogrill”, ha detto quello che moltissimi pensano.
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#genova 2001#g8#genova#carlo giuliani#fanpage#italia#silvio berlusconi#politica#mailmiocuoredipietratremaancora
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22/05/23
non ho niente di quella sera.
non ho foto, non ho scontrini, non ho biglietti.
ho solo ricordi: nella mente, nel cuore, nella pancia, sulla pelle.
e scriverli su un pezzo di carta mi aiuterà a tenerli vivi.
20:27, viale d'Annunzio 48, fermata dell'autobus, sto aspettando il 23.
eccola, l'ansia, è arrivata.
21:09, ancora viale d'Annunzio 48, ancora alla fermata dell'autobus, ancora aspettando il 23.
l'ansia è ancora qui.
in più è arrivata la decisione di raggiungerla a piedi, 20 minuti, ce la posso fare, no? si.
la luna è così piccola.
21:30, arrivata, piazza Oberdan.
vedo una ragazza, no non è lei.
più avanti ce n'è un'altra, forse un po' le somiglia, ma non tanto.
forse non la riconosco.
21:32, "io attraverso adesso".
mi giro, eccola, la vedo, il cuore sta per scoppiarmi.
faccio pochi passi per andarle incontro.
ce l'ho davanti, la guardo negli occhi per la prima volta, sorrido.
"tu vai di là e io vado di qua"
e poi l'abbraccio.
e il cuore invece di esplodere si tranquillizza.
d'altronde erano 6 anni che aspettava questo momento, il cuore.
d'altronde è sempre stato questo l'effetto.
ci incamminiamo, andiamo a prendere il gelato.
Gelateria Zampolli, via Carlo Ghega.
la guardo negli occhi per la seconda volta.
"ma a me non piace il gelato"
"come non ti piace il gelato? giura"
"giuro"
"e allora perché mi hai detto di si?"
"sto scherzando, ovvio che mi piace il gelato"
e poi all'uscita
"me lo ricordavo che ti piaceva il gelato".
camminiamo mentre mangiamo il gelato e nel mentre parliamo di come mi sembra trieste, dell'università, del lavoro.
Canal grande, statua di James Joyce.
"aspetta aspetta"
"devi fare la foto, giusto, tu sei turista"
prendo la reflex, cade la mia scimmietta portafortuna.
volevo che la scattasse lei la foto.
avrei avuto un suo ricordo, avrei avuto una foto da riguardare nel tempo sapendo l'avesse fatta lei.
niente, non ha voluto.
"domani devi farmi tornare qui per scattarla?"
la guardo per la terza volta negli occhi.
si, la sera dopo sono tornata lì per scattarla.
continuiamo a camminare, mi sto sporcando tutta col gelato.
sapevo sarebbe successo.
succede sempre.
"ti passo un fazzoletto, aspetta"
"ce l'ho ce l'ho, eccoli, no non volevo questi, eccoli, si, questi"
"perché questi?"
"sono più profumati"
"mi piace questa cosa"
pulisco la coppetta del gelato.
"me la tieni un attimo? è pulita ora"
"avrei potuto tenertela anche prima"
mi pulisco anche le mani.
riprendo la mia coppetta.
riprendiamo a camminare.
"non ho un bel ricordo di roma"
"come non hai un bel ricordo di roma, me ne hai sempre parlato benissimo"
ho sbagliato.
non tutti i ricordi associati a roma sono belli.
poi lo esprimo meglio dopo, mentre siamo sedute al molo.
verso il Molo Audace.
"guarda c'è una fontana se vuoi sciacquarti"
apro.
mi sciacquo.
mi bagno.
"sono impedita nel fare determinate cose"
mi avvicino a lei con le mani bagnate come se volessi lanciarle l'acqua addosso.
"no no no, lo sapevo"
cerca di allontanarsi.
cammina dietro di me.
"dai suu che ormai sono asciutte"
molo Audace, ci sono delle scale.
"per me possiamo sederci qua"
scende uno scalino.
"ma perché l'acqua è così alta?"
si siede, mi siedo.
la guardo per la quarta volta negli occhi.
nave da crociera, abitanti di trieste, biglietti che loro studenti non comprano per davvero.
si è fatto tardi, andiamo via.
"mi aiuti ad alzarmi?"
le porgo la mano.
non mi piace chiedere aiuto.
ma mi è piaciuta la sua mano che mi ha tirato su.
mi accompagna fino a quasi metà strada, ci abbracciamo, ci salutiamo.
mi allontano.
"ora quando ci vedremo un'altra volta? tra altri sei anni?"
non risponde, consapevoli, entrambe, che probabilmente sarà stata la prima e l'ultima.
mi giro un'ultima volta.
la guardo negli occhi l'ultima volta.
"ciao"
"ciao"
sono nell'autobus e penso, in ordine:
mi è sembrato di conoscerla da una vita.
beh ovvio, è così, è come se fosse una vita.
sono riuscita a guardarla negli occhi solamente 5 volte.
è l'unica persona al mondo con cui mi è successo.
di solito guardo tanto le persone negli occhi, mi piace.
con lei non riuscivo.
incrociavo i suoi occhi.
troppo forti.
dovevo per forza distogliere lo sguardo.
il mio primo amore.
quel cerchio si è chiuso.
e si è chiuso lì davanti al mare.
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Fare la lavandaia e la tessitora nel 1800 significava fare lavori faticosi e usuranti,
a cui si riteneva fossero naturalmente adatte le donne, anche molto giovani. I nomi Silvia e Nerina hanno un identico significato, ovvero "abitatrice dei boschi" - in quanto Nerina è nome contratto da Nemorina - nel senso di ninfa al seguito della divinità che amava frequentare i boschi per cacciare, Artemide. Ella spesso, insieme alle sue ninfe, si bagnava nelle acque di placidi laghetti riparati da discrete fronde, e si adirava se un essere di sesso maschile capitava nei paraggi e "buttava un occhio" sulle divine nudità. Silvia, la cui "man veloce", nella prima stesura del canto a lei dedicato, "percotea" (percuoteva) la faticosa tela e non "percorrea", morì di tisi, aggravata dalle polveri sottili di fibre che si levavano come un'invisibile nube dal telaio, e dall'abitudine di farsi asciugare indosso le calze e le scarpe - quando non andasse a piedi nudi - che aveva bagnate al lavatoio pubblico.
Altra frequentatrice del lavatoio era Nerina
(che non aveva "negre chiome" come Silvia, ma era bionda e bianca come un cigno): un'altra "ninfa al bagno", che morì, anch'essa, di tisi, sebbene all'età di 28 anni e non di soli 21 come Silvia. Il fratello di Giacomo, Carlo, le ricorda come "due povere diavole" (sic); dovevano però essere benevole e non animose per sotterranea lotta di classe nei confronti dei signori contini che stavano bel belli a palazzo se, sempre secondo la testimonianza del fratello, esse parlavano "a gesti", attraverso le finestre, con loro. In particolare, Giacomo parlava con Silvia dalle finestre della biblioteca che dà sull'odierna piazzuola del Sabato del Villaggio, e con Nerina dalla finestra della propria stanza, che dà s'un giardino interno, oltre il quale si vedeva la finestra della ragazza. In alcuni studi biografici è detto che Nerina morì per un ascesso dentale mal curato, fra lunghe e atroci sofferenze (mentre, comunque, la tisi stava già minando il suo organismo); c'è di più: un biografo riferisce una diceria popolare secondo la quale
questa ragazza ebbe un figlio, chiamato, non si sa se per celia o con fondamento, "il figlio del poeta".
Ma un altro biografo insorge, a difesa della probità di Giacomo, affermando che egli non avrebbe mai potuto lasciare una donna, incinta e madre del proprio figlio, per poi andarsene in giro per l'Italia "come un superuomo qualunque". È possibile che la ragazza, che proveniva da un paese limitrofo e viveva a Recanati senza famiglia, godesse di una certa libertà e questo, unito al fatto che parlasse a gesti con Giacomo, abbia dato luogo alla salace diceria. Certo è che Giacomo, per quanto molto "abbottonato" nelle questioni personali di sesso e di amore, a un certo punto nello Zibaldone scrive che l'amore lo lascia sempre insoddisfatto, con un desiderio di "qualcosa di più", e questo anche quando l'amata conceda tutti i "favori", anche gli "estremi". Giacomo aveva una grande capacità immaginatIva e previsionale, quindi è possibile che, esattamente come il suo primo bacio, in cui la sua anima tutta si trasfuse - secondo le sue parole - che ebbe luogo in sogno, anche gli "estremi favori" femminili furono da lui sperimentati oniricamente. E al de Sinner scrive che vale infinitamente di più un momento di estasi amorosa spirituale che un amore volgare.
Le "basse voglie" gli ispiravano repulsione soprattutto quando le scorgeva in sé stesso;
pativa che il sentimento d'amore fosse "torbido" e non luminoso e puro come aveva immaginato che fosse. E soffriva indicibilmente nell'essere costretto a guardare altri che godessero sensualmente: gli uomini dei cibi gustosi, e persino gli animali nell'accoppiamento. Perciò, mi spiace deludervi, ma Giacomo non avrebbe mai guardato un film porno con voi.
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RFZ / Madonna di Campiglio
Progetto di ristrutturazione di un appartamento in un edificio degli anni ’70 vicino a Campo Carlo Magno a Madonna di Campiglio. Il progetto parte dalla ridefinizione degli spazi interni ricollocando i servizi e dando una nuova configurazione agli spazi della zona giorno. Dove prima si trovava la cucina a vista, l’idea è stata quella di creare un nuovo volume nella zona giorno, che contenesse i servizi, il nuovo bagno e un angolo cottura separato dal soggiorno ma che contemporaneamente desse ordine e ridefinisse la zona giorno. Il nuovo volume è rivestito in legno lamellare di larice con finitura naturale per rendere visibili le venature calde del legno, scandito da listelli verticali della stessa essenza. La sfida è stata quella di ripensare le classiche “perline” da montagna mantenendo il materiale ma rivedendone la tecnologia e la finitura. La zona giorno è ora delimitata dal nuovo cubo di legno servizi e dalla parete vetrata con vista sulle dolomiti del Brenta. L’uso di materiali naturali sia per il pavimento che per gli arredi su misura riscalda l’ambiente e lo rende accogliente e montano allo stesso tempo. La zona pranzo è caratterizzata dal disegno lineare di una nuova panca su misura che si accosta al tavolo e alle sedie esistenti, in stile tirolese. Sono stati ridisegnati anche i copricaloriferi in larice con fori rotondi CNC. Il corridoio è scandito dagli stessi listelli verticali, presenti sulle pareti della zona giorno, posizionati equidistanti, per dare ritmo alle pareti intonacate bianche e sono intervallati da piccoli appendini in legno di larice. Le pareti intonacate hanno una finitura materica in intonaco d’argilla per contribuire col legno al ritmo di luci e ombre. I faretti e le placche sono nere opache per enfatizzare il nuovo intervento e per creare un contrasto col legno di larice. Le maniglie IKI sono un prodotte DND anche loro scelte in nero opaco. Il corridoio porta alla zona notte: due camere doppie e un bagno, la nuova divisione dello spazio permette di avere una camera con bagno all’interno. Un’apertura quadrata con vetro flutes multirighe verso dalla camera dà luce naturale al bagno esistente, prima cieco. Per i rivestimenti dei bagni è stato usato Cosmo di 41zero42 un brand nuovo che fa ricerca sui materiali coinvolgendo i designer, uscito quest’anno nel 2021, nei colori cotto e grigio verde, dato che col suo puntinato ricorda i fiocchi di neve. Per i pavimenti di tutta la casa abbiamo scelto il larice di Fiemme 3000, materiale certificato bio a tutti gli effetti, l’azienda descrive così l’effetto benefico del materiale all’interno dello spazio: Per garantire in casa lo stesso habitat del bosco, le emissioni rilasciate dai pavimenti, sono le stesse che si ritrovano in una foresta incontaminata e, proprio come queste, agiscono in maniera benefica sulla salute delle persone. Basti pensare che si trovano l’olio essenziale di cirmolo e di abete rosso che da soli emettono nell’aria l’Alfa-Pinene, sostanza terapeutica per eccellenza, tipica dell’aria di montagna. Arredi / Furnishing CUCINA SU MISURA in LEGNO DI CIRMOLO Boiserie, armadi e pareti in legno su disegno di co.arch studio Maniglie IKI di DND design by Alessandro Stabile e Mario Scairato Luci / Lights Wall lamp TEN by FARO Barcellona Faretto da soffitto nero opaco Flos Kap80 Paralume cilindro Alpi Ganzaie by La Corallina Paralume ventola a parete Alpi Lagoria by La Corallina Paralume ventola a parete Alpi Misurina by La Corallina Architetti co.arch studio / Giulia Urciuoli e Andrea Pezzoli https://www.coarchstudio.it/ https://www.instagram.com/co.arch.studio/ Photos by Riccardo Giancola https://www.instagram.com/riccardo_giancola/ Molto felici di essere sulla homepage gi DnD Hangles https://www.dndhandles.it/projects/rio-falze-campiglio/
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C'era una volta Pescara
Pescara (Piscara) il nome della città deriva dall'abbondanza nel fiume di pesce particolarmente buono (peschiera), prima prendeva il nome dal fiume Alterno (ostia aterni e aternum).
Il fiume Pescara nella storia fece molte volte da confine per i regni che si sono succeduti ed era navigabile.
Quando la città venne distrutta rimase solo la fortezza (piazzaforte) costruita dai bizantini che cercavano di riconquistare la penisola via costa.
Sono state trovate le mura bizantine da un lato crollate per via di un maremoto probabilmente a seguito di un terribile terremoto, mentre le mura bizantine ritrovate all'interno della caserma sono ancora in piedi.
L'imperatore Carlo V creò una serie di fortezze tra le quali la fortezza di Pescara proprio adiacente al porto di Pescara (la cosiddetta "serratura del regno")
Dal bastione San Vittorio, detto anche bastione bandiera, Re Vittorio Emanuele II si affacciò andando incontro a Garibaldi.
Re Vittorio Emanuele II affermò riferendosi a Pescara "Oh che bel sito se si abbattono le mura della fortezza Pescara diventerà una grande città commerciale" e così è stato.
Qui c'erano delle prigioni terribili "il sepolcro dei vivi" era chiamati il carcere (bagno penale) borbonico.
La caserma di cavalleria comprensiva di una chiesetta (quella della Madonna del Carmine) era una zona molto estesa tanto da raggiungere la necropoli di Rampigna situata fuori città.
Per realizzare la ferrovia venne utilizzato il muro della fortezza.
Venne costruito sotto il regime fascista il ponte Littorio sotto il quale si teneva il mercato galleggiante delle arance.
Ennio Flaiano tra le altre cose fu grande sceneggiatore in particolare de "La dolce vita".
Inventò anch'egli come D'Annunzio alcuni termini ad esempio il termine paparazzo utilizzando il vero nome del fotografo di moda de "La dolce vita" inoltre non è un caso che le paparazze in dialetto pescarese siano le cozze che ricordano appunto il vecchio obiettivo della macchina fotografica.
Lungo l'attuale via delle Caserme al lato opposto delle caserme c'era la fanteria e le osterie.
Clemente De Caesaris salvò la fortezza di Pescara dalle truppe borboniche corrompendole con il suo oro.
Era un forte repubblicano ma per salvare la situazione chiamò i Sabaudi come reali d'Italia, però successivamente dopo aver visto come i prigionieri venivano torturati li rinnega a Torino pubblicamente in Parlamento.
Pavimento originale del '500 solo nell'attuale via Luigi D'Amico
In Piazza del mercato (piazza Garibaldi) si facevano le prove delle bande, questa fu la vera prima Piazza Salotto per via dell'acustica che ricorda quella di un salotto.
Un pasticcere si inventa qui il "ritrovo del parrozzo"
Pescara viene distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
In piazza mercato si trova il cosiddetto "Monumento ai caduti" di Pietro Cascella che in realtà è il "monumento della distruzione e alla ricostruzione".
La Cattedrale di San Cetteo presenta un soffitto in legno, i pilastri sono di pietra così come i capitelli e vetrate colorate. Viene realizzata così a seguito di un patto con Gabriele D'Annunzio che voleva far seppellire la madre nella chiesa in un mausoleo. Ma invece di denaro dona un quadro del '600 del Guercino enorme e prezioso a Don Brandano, raffigurante San Francesco che riceve le stigmate. Ora questo quadro è posto accanto al mausoleo della madre di D'Annunzio, mentre la chiesa è stata finanziata interamente dai pescaresi.
La Chiesa Santa Maria di Gerusalemme era a forma circolare con 2 campanili. Forse era il riadattamento di un tempio preesistente comunque i resti ritrovati sono medievali e di stile circestense.
È questa la chiesa che venne aperta rimuovendo l'abside e che divenne Porta Nuova alla quale comunque rimaneva un solo campanile, ora invece nessuno.
Teatro Vincentino Michetti al cui fianco costruisce casa sua in stile liberty con decori di arance.
Attorno a lui molti architetti pescaresi studiando questo stile (liberty) fanno di Pescara e di Castellammare quelle che furono le due città liberty famose in tutto il mondo.
La parte più antica della città è dov'era Porta Sala e il convento di Sant'Agostino.
Nonostante la vicinanza con questo luogo di culto quella era via dei bordelli e non solo nel nome.
Sotto le mura della fortezza ci sono ancora dei sotterranei da esplorare.
Sotto lo strato di erba c'è un mosaico romanico
Il Ponte della ferrovia fu l'ambientazione nell'immaginazione del poeta D'Annunzio nella sua opera "Terra Vergine" al passo in cui descrive il tramonto visto dal ponte.
In mezzo alla strada sono state posizionate delle pietre del ponte romano.
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#reportage#reportage fotografico#sintesi della giornata#c'era una volta Pescara#Pescara#città#cultura#alla scoperta del territorio#storia#ennio flaiano#fiume#cambiamenti#tempo#ponte#curiosità#reporter#foto#fotografie#riflesso#resti#ritrovamenti#fortezza#bagno penale borbonico#caserme#teatro#arance#chiesa#guida turistica
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"È un vero shock, no?" dice lui.
"Cosa?" dice lei, spaventata all'idea che lui possa avere intuito i suoi pensieri nel bagno.
"Questo" dice lui. "Quando passi dall'immaginarti con qualcuno in un posto all'esserci. I due piani non si sovrappongono mai nel modo magico che vorresti, mai. Ci sono mille dettagli che non avevi anticipato, troppe cose che non corrispondono. Il peso dei dati di fatto ti arriva addosso come un carico di cemento."
— Leielui, Andrea De Carlo
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Da Marco Corrini:
La chiusura di Radio Veronica mi dà lo spunto per raccontare nuovamente la storia di Radio Aquila International, un misto tra gioco e goliardia.
Nel 1975 il fenomeno del momento erano le radio private. Una sentenza della Corte Costituzionale dell'anno prima infatti, aveva demolito il monopolio di Stato sulle radiodiffusioni aprendo ai privati la possibilità delle trasmissioni via cavo. Quella sentenza fu presa a pretesto per violare anche il monopolio dell'etere, così iniziarono a nascere le prime emittenti radiofoniche indipendenti.
Si trattava di iniziative, per lo più goliardiche, realizzate artigianalmente da gruppi di ragazzi intraprendenti che utilizzavano vecchi trasmettitori militari dismessi, reperiti a quattro soldi nei mercatini dell'usato. Erano apparecchi che funzionavano sulle frequenze dei radioamatori, ma bastava sostituire il quarzo e lavoravano benissimo anche sulla banda FM.
Fu una specie di colpo di fulmine, rovistai tra i condensatori e i transistor che avevamo nel banchetto di Porta Palazzo e assemblai un perfetto e funzionante piccolo trasmettitore FM. Aveva una potenza ridicola, ma allora l'etere era libero e un segnale debole si poteva captare in tutta la città.
Ovviamente, però, serviva un'antenna efficiente oppure un punto di trasmissione molto alto. Avevo una mansarda ciulerina in via Carlo Alberto 18, che affittavo da una coppia di vecchietti ricchi sfondati, senza figli, che vivevano come dei poveracci, ed era proprio in pieno centro, di fronte alla Rinascente.
Quella mansarda non aveva nulla dello studio radiofonico, era un'alcova, rivestita di moquette e con tanto di luci rosse soffuse, al quinto piano senza ascensore in modo che quando ci portavo le ragazze, giunte davanti alla porta d'ingresso, erano talmente stanche che la prima cosa che vedevano una volta entrate era il letto.
Era un monolocale piccolissimo, ma attrezzato di tutto, con frigorifero, tavolo, lavello, televisore e letto matrimoniale proprio sotto un ampio lucernario. Quel tetto era uno dei punti più alti del centro di Torino e fu proprio da lì che testai il mio trasmettitore.
Il segnale aveva davvero una buona diffusione e dal centro copriva quasi tutta la città. Quel trasmettitore peccava un po' di stabilità, era minuscolo e d'aspetto faceva davvero ridere, ma era costato 3500 lire di componenti, il prezzo di un biglietto in una sala cinematografica di prima visione, e nel complesso funzionava egregiamente.
La radio poteva nascere e sarebbe stata la terza emittente privata di Torino.
Era tutto davvero spartano, non avevamo neppure un microfono, che sostituimmo con una capsula microfonica da 200 lire, collegata all'ingresso del trasmettitore tramite un cavo volante, e manualmente la trasferivamo dalla cassa acustica del giradischi alla bocca dello speacker a seconda se in trasmissione c'era musica o voce.
Nel gruppo di scellerati, c'era anche Pippo, al secolo Filippo Scalea. Io e Pippo ci conoscevamo da anni, lui abitava proprio di fronte a me, sul mio stesso pianerottolo, ed era un grandissimo collezionista di dischi, possedeva oltre 5000 vinili, alcuni dei quali erano pezzi rarissimi. In termini di musica eravamo, quindi, anche più attrezzati della stessa RAI. Restava solo da scegliere un nome e trovare un luogo abbastanza alto, ma più comodo della mansarda, dal quale trasmettere.
Il nome fu la parte più facile: quale nome più appropriato per una emittente radiofonica, di RAI? Ovviamente non Radio Audizioni Italiane, ma Radio Aquila International. Anche il problema della location fu risolto, i genitori di Pippo abitavano in un piccolo alloggio al quinto piano del condominio di fianco al mio. Purtroppo l'unico spazio libero era il bagno, ma ci adattammo ed è da lì che iniziammo la nostra avventura.
Fortunatamente eravamo in onda solo di sera, per 3-4 ore e se a qualcuno scappava la pipì riusciva a trattenerla fino al termine della trasmissione.
La resa del trasmettitore era inferiore rispetto ai test. Trasmettere dal centro permetteva di coprire quasi tutta Torino, ma via Barletta era in Santa Rita, nella parte a sud ovest della città, e la parte nord ne restava inevitabilmente esclusa. A noi, però, non importava, perché il nostro obiettivo era divertirci e anche una piccola emittente di quartiere, un quartiere dove, peraltro, ci conoscevano tutti, andava benissimo. Inoltre, non era affatto riduttivo, perché Santa Rita con i suoi 50000 abitanti aveva le dimensioni di una media cittadina e quella scelta obbligata, si rivelò azzeccata.
Erano i tempi di Alto Gradimento, quel nuovo modo ironico e goliardico di fare radio inaugurato da Arbore e Boncompagni, contagiò tutti gli speacker e i DJ in erba dell'epoca, e noi non fummo certo da meno. Ne uscì una programmazione divertente ed accattivante, che trascinata dal vento della novità divenne in brevissimo tempo un autentico fenomeno a livello locale.
In televisione spopolava il Rischiatutto di Mike Bongiorno, era un appuntamento quasi obbligato per tutti e se allora ci fosse stato l'Auditel avrebbe certamente registrato percentuali bulgare. Ebbene, alle nove di sera a Torino, c'era tutto un quartiere che spegneva il televisore per ascoltare la radio, la nostra radio, e lo faceva anche quando in tv c'era Mike. L'appartamentino dei genitori di Pippo, ogni sera era pieno di gente, sopratutto ragazze, che mosse dalla curiosità venivano agli "studi", e ridevano come matte vedendo che la Rai trasmetteva da un gabinetto con una attrezzatura ridicola. Il telefono era bollente per gli ascoltatori che ci facevano richieste di dischi o dediche, e quando, raramente, capitava che un brano non lo avevamo, lo fischiavamo tutti insieme in diretta facendo ridere tutto il quartiere.
Ogni sera, passata la mezzanotte, il panettiere di via Gorizia, un amico, ci mandava le brioches appena sfornate, e così iniziammo per scherzo a fargli pubblicità. In breve ricevemmo proposte di contratti pubblicitari da tantissimi negozi di quartiere. Senza rendercene conto, avevamo inaugurato un modello vincente. In pochi mesi, infatti, nacque un numero incredibile di emittenti, anche sostenute da investimenti importanti e programmi ambiziosi. Sfruttavano ponti radio all'Eremo di Pecetto che gli permettevano una diffusione molto ampia, arrivando fino alla Valle d'Aosta. Noi però, forti del nostro piccolo radicamento territoriale riuscimmo a mantenere e fidelizzare i nostri ascoltatori e fummo anche di esempio per la nascita di emittenti divenute poi vere e proprie istituzioni.
Ricordo ancora quando i ragazzi che avevano appena fondato Radio Veronica, vennero in visita ai nostri studi per vedere come facevamo radio e capire i motivi del nostro successo: restarono letteralmente impietriti e poi scoppiarono a ridere, ma alla fine ci dissero che avevamo compiuto un vero miracolo.
Fu un'esperienza bellissima, ma durò solo qualche mese. Da un lato i genitori di Pippo si stancarono di non poter disporre del loro gabinetto ogni sera dalle nove all'una e ci sfrattarono, dall'altro comprendemmo che per continuare avremmo dovuto fare un salto di qualità, sia in attrezzature tecnologiche, sia in location, con investimenti di denaro che nessuno di noi aveva.
Così, pur avendo in pectore diverse proposte di contratti pubblicitari, la Rai chiuse i battenti, e in fondo é stato meglio così perché era nata per divertimento e trasformarla in un lavoro ne avrebbe distrutto la magia.
Quella breve esperienza però ebbe un impatto fortissimo sulla mia vita, perché mi fece capire che in qualunque situazione ci si trovi, qualsiasi cosa accada, l'importante é pensare sempre con la propria testa ed é questo il monito, l'insegnamento, che vorrei impartire alla mia progenie e a tutti coloro che leggeranno questa mia storia.
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Saremo noi: Giorno 1
Così, all'improvviso, ho deciso di tornare. Se mi seguite sui miei vari canali forse saprete che ho messo da parte Instagram per dedicarmi alla scrittura e al mio blog personale. Quando è arrivato il momento di decidere dove postare questi aggiornamenti giornalieri però il mio sito ufficiale non mi è sembrato il luogo adatto: preferisco riservare il mio blog personale a contenuti più a lungo termine. Perciò eccomi qua! Ho iniziato un nuovo libro. Avevo deciso di riprendere ufficialmente a scrivere a novembre, ma novembre è arrivato così all'improvviso che stamattina ammetto di essermi trovatɘ in difficoltà. I miei piccoli rituali però mi hanno aiutato e qualcosa ho finito con lo scriverlo.
Quante parole ho scritto: 983 // 983 (totale)
Quando ho scritto: dalle 9:00 alle 11:00.
Che musica ho ascoltato: Brani dalla mia playlist del romanzo. In particolare ricordo Nella vasca da bagno del tempo di Erica Mou; Writer in The Dark di Lorde; xanny di Billie Eilish; What Was I Made For? di Billie Eilish; Carlo di Celeste Gaia; You Keep Me Crawling di AURORA.
Osservazioni: Come al solito i miei personaggi secondari prendono vita nel momento in cui li metto sulla pagina. Le zie di Cielo sono fantastiche e non vedo l'ora di farle venire fuori ancora di più.
Estratto di oggi: Vi lascio l'incipit provvisorio dal punto di vista di Cielo, una delle due protagoniste.
La lista appesa al mio armadio mi guida nella sequenza di gesti quotidiani che ho ripetuto decine di volte da quando sono arrivata alla villa di zia Ebe, ma che ogni volta mi richiedono la stessa fatica. Oggi non è un giorno come gli altri, ma lo faccio cominciare esattamente allo stesso modo. Sveglia. Accendi la lampada di sale rosa. Metti la maschera per gli occhi e i tappi per le orecchie a loro posto sul comodino. Scendi dal letto. Vai in bagno. Lavati. Vestiti con gli abiti che hai preparato la sera prima. Fai colazione. Al tavolo della cucina mia zia Ebe sfoglia un quotidiano e mi lancia di soppiatto occhiate allarmate da dietro le lenti quadrate dalla montatura spessa e la sua tazza di caffé quando pensa che non la stia guardando, ma me ne accorgo sempre. Zia Clara inspira i vapori della sua tisana alla malva con gli occhi chiusi. Ha già il volto macchiato di giallo navone e verde petrolio. Ogni giorno cambia l’ora della sua sveglia seguendo l’oscillazione delle albe e dei tramonti per poter dipingere con la prima luce del mattino. «Oggi sarà una bella giornata.» Fuori dalla finestra il cielo è quasi indaco, senza nuvole. «Non dovrebbe piovere per tutta la settimana.» Zia Clara sbircia da un’occhio e sorride. «Voglio dire che quando mi sono alzata stamattina ho sentito delle forti energie positive. Oggi succederà qualcosa di bello. Di importante.»
Per il momento è tutto. Ci si vede domani!
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2024 olympics Italy roster
Archery
Federico Musolesi (Bologna)
Mauro Nespoli (Voghera)
Alessandro Paoli (Torino)
Chiara Rebagliati (Savona)
Athletics
Riccardo Orsoni (Asola)
Chituru Ali (Albate)
Lamont Jacobs; Jr. (Rome)
Eseosa Desalu (Casalmaggiore)
Filippo Tortu (Milan)
Diego Pettorossi (Bologna)
Luca Sito (Milan)
Davide Re (Milan)
Simone Barontini (Ancona)
Cătălin Tecuceanu (Savona)
Pietro Arese (Turin)
Ossama Meslek (Vincenza)
Federico Riva (Rome)
Lorenzo Simonelli (Rome)
Alessandro Sibilio (Naples)
Yassin Bouih (Reggio Nell'Emilia)
Osama Zoghlami (Bracciano)
Yeman Crippa (Trento)
Eyob Faniel (Venice)
Daniel Meucci (Pisa)
Francesco Fortunato (Andria)
Massimo Stano (Palo Del Colle)
Matteo Melluzzo (Syracuse)
Vladimir Aceti (Giussano)
Edoardo Scotti (Lodi)
Mattia Furlani (Marino)
Stefano Sottile (Borgosesia)
Gianmarco Tamberi (Civitanova Marche)
Claudio Stecchi (Bagno A Ripoli)
Andrea Dallavalle (Piacenza)
Andy Díaz (Azzurri)
Chiebuka Ihemeje (Verdellino)
Leonardo Fabbri (Bagno A Ripoli)
Zane Weir (Westville, South Africa)
Zaynab Dosso (Rome)
Anna Bongiorni (Pisa)
Dalia Kaddari (Cagliari)
Alice Mangione (Niscemi)
Elena Bellò (Schio)
Eloisa Coiro (Rome)
Ludovica Cavalli (Genoa)
Federica Del Buono (Vicenza)
Sintayehu Vissa (Bertiolo)
Nadia Battocletti (Cles)
Ayo Folorunso (Fidenza)
Alice Muraro (Vicenza)
Rebecca Sartori (Bassano Del Grappa)
Giovanna Epis (Venice)
Sofiia Yaremchuk (Rome)
Eleonora Giorgi (Milan)
Antonella Palmisano (Mottola)
Valentina Trapletti (Magenta)
Arianna De Masi (Milan)
Irene Siragusa (Poggibonsi)
Ilaria Accame (Savona)
Anna Polinari (Verona)
Gia Butler (Los Angeles, California)
Roberta Bruni (Rome)
Elisa Molinarolo (Soave)
Larissa Iapichino (Borgo San Lorenzo)
Dariya Derkach (Pagani)
Ottavia Cestonaro (Vicenza)
Daisy Osakue (Turin)
Sara Fantini (Fidenza)
Sveva Gerevini (Cremona)
Badminton
Giovanni Toti (Chiari)
Boxing
Diego Lenzi (Bologna)
Salvatore Cavallaro (Catania)
Aziz Mouhiidine (Campania)
Sirine Charaabi (San Prisco)
Giordana Sorrentino (Rome)
Irma Testa (Torre Annunziata)
Alessia Mesiano (Rome)
Angela Carini (Rome)
Breakdancing
Anti Sandrini (Livorno)
Canoeing
Raffy Ivaldi (Cazzago-Ex Polo)
Giovanni De Gennaro (Brescia)
Nicolae Craciun (Rome)
Carlo Tacchini (Verbania)
Gabriel Casadei (Turin)
Marta Bertoncelli (Ferrara)
Stefanie Horn (Sabaudia)
Climbing
Matteo Zurloni (Cassano d'Adda)
Camilla Moroni (Genoa)
Beatrice Colli (Sondrio)
Laura Rogora (Rome)
Cycling
Pietro Bertagnoli (Verona)
Alberto Bettiol (Castelfiorentino)
Luca Mozzato (Arzignano)
Elia Viviani (Isola Della Scala)
Filippo Ganna (Verbania)
Simon Consonni (Ponte San Pietro)
Francesco Lamon (Mirano)
Jonathan Milan (Tolmezzo)
Simon Avondetto (Moncalieri)
Luca Braidot (Gorizia)
Sara Fiorin (Desio)
Elisa Balsamo (Cuneo)
Elena Cecchini (Udine)
Elisa Longo-Borghini (Verbania)
Silvia Persico (Alzano Lombardo)
Miriam Vece (Crema)
Chiara Consonni (Ponte San Pietro)
Martina Fidanza (Ponte San Pietro)
Letizia Paternoster (Cles)
Vittoria Guazzini (Pontedera)
Martina Berta (Turin)
Chiara Teocchi (Bergamo)
Diving
Andreas Sargent-Larsen (Copenhagen, Denmark)
Riccardo Giovannini (Rome)
Lorenzo Marsaglia (Rome)
Giovanni Tocci (Cosenza)
Maia Biginelli (Rome)
Elena Bertocchi (Milan)
Chiara Pellacani (Rome)
Sarah Di Maria-Jodoin (Rome)
Equestrian
Emiliano Portale (Rome)
Giovanni Ugolotti (Parma)
Pietro Sandei (Parma)
Emanuele Camilli (Rome)
Evelina Bertoli (Rome)
Fencing
Federico Vismara (Milan)
Michele Gallo (Rome)
Pietro Torre (Livorno)
Davide Di Veroli (Rome)
Andrea Santarelli (Foligno)
Gabriel Cimini (Pisa)
Guillaume Bianchi (Frascati)
Filippo Macchi (Pontedera)
Tommaso Marini (Ancona)
Alessio Foconi (Terni)
Luca Curatoli (Naples)
Luigi Samele (Foggia)
Chiara Mormile (Rome)
Rossella Fiamingo (Catania)
Giulia Rizzi (Udine)
Alberta Santuccio (Catania)
Mara Navarria (Carlino)
Arianna Errigo (Monza)
Martina Favaretto (Camposampiero)
Alice Volpi (Siena)
Francesca Palumbo (Potenza)
Michela Battiston (Palmanova)
Martina Criscio (Foggia)
Irene Vecchi (Livorno)
Golf
Guido Migliozzi (Vicenza)
Matteo Manassero (Verona)
Alessandra Fanali (Alatri)
Gymnastics
Yumin Abbadini (Ranica)
Lorenzo Casali (Offagna)
Mario Macchiati (Fermo)
Carlo Macchini (Fermo)
Nicola Bartolini (Milan)
Alice D'Amato (Genoa)
Manila Esposito (Boscotrecase)
Giorgia Villa (Brescia)
Angela Andreoli (Brescia)
Elisa Iorio (Brescia)
Millie Baldassarri (Fabriano)
Sofi Raffaeli (Chiaravalle)
Alessia Maurelli (Rivoli)
Martina Centofanti (Rome)
Agnese Duranti (Spoleto)
Daniela Mogurean (Padua)
Laura Paris (Rho)
Judo
Andrea Carlino (Torino)
Matteo Piras (Torino)
Gennaro Pirelli (Naples)
Manuel Lombardo (Turin)
Antonio Esposito (Naples)
Christian Parlati (Naples)
Veronica Toniolo (Trieste)
Savita Russo (Ragusa)
Asya Tavano (Udine)
Assunta Scutto (Naples)
Odette Giuffrida (Rome)
Kim Polling (Leek, The Netherlands)
Alice Bellandi (Brescia)
Pentathlon
Matteo Cicinelli (Rome)
Giorgio Malan (Turin)
Elena Micheli (Rome)
Alice Sotero (Asti)
Rowing
Matteo Sartori (Rome)
Davide Comini (Lecco)
Giovanni Codato (Saronno)
Nicholas Kohl (Sorengo, Switzerland)
Matteo Della Valle (Como)
Jacopo Frigerio (Como)
Salvatore Monfrecola (Naples)
Emanuele Capponi (Latina)
Nicolò Carucci (Milan)
Stefano Oppo (Oristano)
Gabriel Soares (Sabaudia)
Giacomo Gentili (Cremona)
Luca Chiumento (Padua)
Andrea Panizza (Lecco)
Luca Rambaldi (Ferrara)
Giuseppe Vicino (Naples)
Matteo Lodo (Terracina)
Giovanni Abagnale (Gragnano)
Vincenzo Abbagnale (Scafati)
Gennaro Di Mauro (Massa Di Somma)
Emanuele Gaetani-Liseo (Palermo)
Leonardo Pietra-Caprina (Milan)
Davide Verità (Angera)
Alessandra Faella (Naples)
Veronica Bumbaca (Turin)
Alice Codato (Saronna)
Linda De Filippis (Varese)
Alice Gnatta (Udine)
Elisa Mondelli (Como)
Giorgia Pelacchi (Lecco)
Silvia Terrazzi (Pisa)
Stefania Gobbi (Padua)
Clara Guerra (Verona)
Aisha Rocek (Erba)
Sailing
Nicolò Renna (Rovereto)
Lorenzo Chiavarini (Rome)
Bruno Festo (Brescia)
Riccardo Pianosi (Pesaro)
Ruggero Tita (Rovereto)
Chiara Benini-Floriani (Riva Del Garda)
Jana Germani (Trieste)
Giorgia Bertuzzi (Fraglia Vela Malisine)
Marta Maggetti (Cagliari)
Maggie Pescetto (Genoa)
Elena Berta (Rome)
Caterina Banti (Rome)
Shooting
Edoardo Bonazzi (Novi Ligure)
Danilo Sollazzo (Casorate Sempione)
Paolo Monna (Fasano)
Federico Maldoni (Bologna)
Riccardo Mazzetti (Busto Arsizio)
Massimo Spinella (Reggio Di Calabria)
Mauro De Filippis (Taranto)
Giovanni Pallielo (Vercelli)
Tammaro Cassandro (Capua)
Gabriel Rossetti (Florence)
Barbara Gambaro (Silandro)
Martina Bartolomei (Laterina)
Silvana Stanco (Winterthur, Switzerland)
Jessica Rossi (Cento)
Diana Bacosi (Città Della Pieve)
Skateboarding
Alessandro Sorgente (Lake Worth Beach, Florida)
Alessandro Mazzara (Erice)
Surfing
Leonardo Fioravanti (Rome)
Swimming
Giovanni Caserta (Catanzaro)
Carlos D'Ambrosio (Valdagno)
Leonardo Deplano (Florence)
Lorenzo Zazzeri (Florence)
Alessandro Miressi (Turin)
Alessandro Ragaini (Castelplanio)
Filippo Megli (Firenze)
Marco De Tullio (Bari)
Luca De Tullio (Bari)
Matteo Lamberti (Brescia)
Michele Lamberti (Brescia)
Greg Paltrinieri (Carpi)
Thomas Ceccon (Thiene)
Matteo Restivo (Udine)
Nicolò Martinenghi (Varese)
Ludovico Viberti (Turin)
Giacomo Carini (Piacenza)
Alberto Razzetti (Lavagna)
Paolo Conte-Bonin (Thiene)
Manuel Frigo (Cittadella)
Domenico Acerenza (Potenza)
Marta Iacoacci (Rome)
Sofia Mastroianni (Desio)
Giulia Vernice (Rome)
Linda Cerruti (Savona)
Lucrezia Ruggiero (Rome)
Enrico Piccoli (Castelfranco Veneto)
Isotta Sportelli (Rome)
Francesca Zunino (Savona)
Emma Menicucci (Torino)
Chiara Tarintino (Corato)
Giulia D'Innocenzo (Rome)
Matilde Biagiotti (Bagno A Ripoli)
Viola Scotto-Di Carlo (Pozzuoli)
Sara Curtis (Savigliano)
Simona Quadarella (Rome)
Ginerva Taddeucci (Lastra A Signa)
Margherita Panziera (Montebelluna)
Lisa Angiolini (Poggibonsi)
Benedetta Pilato (Taranto)
Francesca Fangio (Livorno)
Costanza Cocconcelli (Bologna)
Sara Franceschi (Livorno)
Sofia Morini (Reggio Nell'Emilia)
Giulia Gabbriellescchi (Pistoia)
Table tennis
Giorgia Piccolin (Bolzano)
Debora Vivarelli (Bolzano)
Taekwondo
Vito Dell'Aquila (Mesagne)
Simon Alessio (Livorno)
Ilenia Matonti (Salerno)
Tennis
Matteo Arnaldi (Sanremo)
Luciano Darderi (Villa Gesell, Argentina)
Lorenzo Musetti (Monte Carlo, Monaco)
Andrea Vavassori (Pinerolo)
Simon Bolelli (Monte Carlo, Monaco)
Lucia Bronzetti (Anzio)
Elisabetta Cocciaretto (Ancona)
Sara Errani (Bologna)
Jasmine Paolini (Bagni Di Lucca)
Triathlon
Alessio Crociani (Rimini)
Gianluca Pozzatti (Trento)
Bianca Seregni (Milan)
Alice Betto (Cavaria Con Premezzo)
Verena Steinhauser (Brexen)
Volleyball
Samuele Cottafava (Formia)
Paolo Nicolai (Ortona)
Alex Ranghieri (Pordenone)
Adrian Carambula (Rome)
Alessandro Michieletto (Desenzano Del Garda)
Simon Giannelli (Bolzano)
Fabio Balaso (Camposampiero)
Riccardo Sbertoli (Milan)
Giovanni Sanguinetti (Bologna)
Mattia Bottolo (Bassano Del Grappa)
Gianluca Galassi (Trento)
Daniel Lavia (Cariati)
Yuri Romanò (Monza)
Roberto Russo (Palermo)
Alessandro Bovolenta (Rome)
Luca Porro (Genoa)
Valentina Gottardi (Formia)
Marta Menegatti (Ariano Nel Polesine)
Marina Lubian (Moncalieri)
Carlotta Cambo (Montopoli In Val d'Arno)
Ilaria Spirito (Albisola Superiore)
Monica De Gennaro (Piano Di Sorrento)
Alessia Orro (Oristano)
Caterina Bosetti (Busto Arsizio)
Anna Danesi (Brescia)
Myriam Syllo (Lecco)
Paola Egonu (Cittadella)
Sarah Fahr (Piombino)
Oghosasere Omoruyi (Lodi)
Kate Antropova (Sassuolo)
Gaia Giovannini (Bologna)
Water polo
Marco Del Lungo (Tarquinia)
Francesco Di Fulvio (Pescara)
Alessandro Velotto (Naples)
Tommaso Gianazza (Legnano)
Andrea Fondelli (Genoa)
Francesco Condemi (Catania)
Vincenzo Renzuto-Iodice (Naples)
Gonzalo Echenique (Rosario, Argentina)
Nicholas Presciutti (Rome)
Lorenzo Bruni (Prato)
Edoardo Di Somma (Genoa)
Matteo Iocchi-Gratto (Berane, Montenegro)
Gianmarco Nicosia (Rome)
Giuseppina Condorelli (Catania)
Giuditta Galardi (Prato)
Silvia Avegno (Genoa)
Sofia Giustini (Arenzano)
Dafne Bettini (Bentivoglio)
Domitilla Picozzi (Rome)
Valeria Palmieri (Catania)
Claudia Marletta (Catania)
Agnese Cocchiere (Lavagna)
Giulia Viacava (Genova)
Caterina Banchelli (Firenze)
Chiara Tabani (Prato)
Roberta Bianconi (Rapallo)
Weightlifting
Sergio Massidda (Ghilarza)
Antonino Pizzolato (Castelvetrano)
Lucrezia Magistris (Pavia)
Wrestling
Frank Chamizo (Ostia)
Aurora Russo (Turin)
Emanuela Liuzzi (Giugliano In Campania)
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Per meditare non è necessario alcun rituale
Name: Carlo Subject: dubbi Quesito Salve, sto seguendo un metodo d’iniziazione alla “Vecchia Religione” che prevede, come base, la meditazione. Il libro su cui sto leggendo dice che prima di meditare bisognerebbe farsi una doccia o un bagno o in alternativa rilassarsi per 15 minuti. (…) Chiedo se a parer vostro non sia necessario lavarsi prima di meditare. (…) Il suddetto libro consiglia anche di…
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