#Bambino 44
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Il richiamo del freddo di Tom Rob Smith: Sopravvivere e rinascere nel gelo dell’Antartide. Recensione di Alessandria today
Un thriller apocalittico firmato da Tom Rob Smith
Un thriller apocalittico firmato da Tom Rob Smith Un ultimatum glaciale: il destino dell’umanità si gioca al Polo Sud Con Il richiamo del freddo, Tom Rob Smith, autore del celebre Bambino 44, torna a sorprendere i suoi lettori con un thriller apocalittico capace di unire la tensione narrativa al dramma umano. Pubblicato il 12 novembre 2024, il romanzo racconta una storia che si snoda tra il…
#Evoluzione umana#Alessandria today#Antartide#Antartide nel romanzo#autori bestseller#Bambino 44#crisi globale#drammi morali#esodi umani#Fantascienza#futuro dell&039;umanità#Google News#Il richiamo del freddo#italianewsmedia.com#letteratura internazionale#letteratura post-apocalittica#libri di fantascienza 2024#libri distopici#libri emozionanti#mistero alieno#narrativa ambientale#narrativa contemporanea#narrativa d&039;autore.#narrativa sul cambiamento globale#narrativa sul futuro#Pier Carlo Lava#racconti sulla sopravvivenza#romanzi che ispirano riflessione#romanzi di tensione#romanzi di Tom Rob Smith
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100 domande curiose
1. Libro preferito?
2. Autore preferito?
3. Poesia preferita?
4. Ti piace scrivere?
5. Ti piace leggere?
6. Disegni?
7. Ti piace l'arte?
8. Sei mai stato/a ad un museo?
9. Artista preferito?
10. Film preferito?
11. Attore/attrice preferito/a?
12. Regista preferito?
13. Colonna sonora preferita?
14. Saga preferita?
15. Personaggio preferito di Harry Potter?
16. Personaggio preferito di un libro?
17. Personaggio preferito di un film?
18. Serie tv preferita?
19. Canzone preferita?
20. Cantante preferito/a?
21. Band preferita?
22. Hai mai scritto una canzone?
23. Hai mai scritto una lettera a mano?
24. Hai mai ricevuto una lettera scritta a mano?
25. La pazzia più grande che hai fatto?
26. Ti piacciono le sorprese?
27. La sorpresa migliore che hai ricevuto?
28. La sorpresa più bella che hai fatto?
29. Quale pianeta visiteresti?
30. Preferiresti essere una sirena o una fata?
31. Quale decade preferisci?
32. Sei una persona creativa?
33. Quale lavoro vorresti esistesse?
34. Quali animali vorresti si unisserero per dare vita ad una nuova specie?
35. Pic nic al mare o in montagna?
36. Ti piace il teatro?
37. Hai mai visto un balletto?
38. Sei mai stato/a ad un concerto?
39. Hai mai cantato in pubblico?
40. Hai mai ballato in pubblico?
41. Adotteresti un bambino?
42. Adotteresti un animale?
43. Moto o auto?
44. Preferisci nuotare o volare?
45. Quale personaggio Disney pensi di essere?
46. Quale villain Disney ti rappresenta?
47. Quale cultura ti affascina?
48. Se potessi condividere un senso (tatto, vista,olfatto, gusto,udito) con la tua anima gemella quale condivideresti?
49. Vampiro o licantropo?
50. Credi nella fiamma gemella?
51. Temporale o arcobaleno?
52. Musica classica o rock?
53. Ti piace recitare?
54. Hai mai suonato in pubblico?
55. Hai mai recitato in pubblico?
56. Sai leggere i silenzi?
57. Sai rispettare i silenzi?
58. Soffri il solletico?
59. Riesci a fare ridere gli altri?
60. Sai ascoltare?
61. Ti fidi?
62. Ti piace fare foto?
63. Sei fotogenico/a?
64. Musica in streaming, Spotify, CD o vinile?
65. Anime preferito?
66. Manga preferito?
67. Meglio i manga/anime di ieri o quelli di oggi?
68. Cartone animato preferito?
69. Il tuo cavallo di battaglia in cucina?
70. Il piatto che proprio non ti riesce?
71. Quale colore non sopporti?
72. Cosa non può mancare in casa tua?
73. Quale tua caratteristica vorresti avessero anche gli altri?
74. Cosa "rubesti" da un altra persona?
75. Come organizzeresti il primo appuntamento?
76. Come vorresti fosse il tuo prima appuntamento?
77. Faresti il primo passo?
78. Amicizia uno a uno o gruppo di amici?
79. Le parole che vorresti sentirti dire?
80. Cosa vorresti dire agli altri?
81. Credi nel destino?
82. Credi nella fortuna?
83. Pratichi la gratitudine?
84. Ti senti cambiato rispetto a 10 anni fa?
85. Cosa cambieresti di questi ultimi 10 anni?
86. Come ti vedi tra 10 anni?
87. La famiglia è solo quella di sangue?
88. Gli amici sono una seconda famiglia?
89. Si deve sempre perdonare chi si ama?
90. Cosa non ti perdoni?
91. Vorresti tornare bambino/a o diventare adulto/a?
92. Vorresti essere del sesso contrario al tuo?
93. Balletto preferito?
94. Ballerino/a preferito?
95. Conosci il messaggio dei fiori?
96. Giorno o notte ?
97. Alba o tramonto?
98. Freddo o caldo?
99. Sole o pioggia?
100. Scegli tu questa domanda
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Bio of Hunter Robbertson
Name: Hunter Robbertson
Age: 44
Gender: Male (GNC)
Height: 185 cm
Birthday : 7 June, 1915
Occupation: Prime Asset
Favorite Flower : White Lily
Favorite Color : Gold
Animal Symbol : Ram
Personality: Confident, Sly, Natural Leader, Narcissistic, Generous, Caring
Short Backstory: A former Poacher and Hitman who fall under the experiment of Murkoff, Hunter lived a miserable life as a Reagent. After proving he deserved his freedom, Murkoff monitored his outside life and found that he was a suitable candidate for additional Prime Asset. Gaining his high life again, Hunter taught those Reagents the power of freedom Murkoff had promised.
Relationships:
Leland Coyle (Complicated, Romantic)
He had a complicated thing with the cop, mixed with anger, lust, conflict, and romance. Most of the time he took the dominating role against Coyle, toying around until he lost his temper and fought back to Hunter. But sometimes, they enjoy the soft romance they had with each other. Coyle loved the way Hunter kissed him (even though he hates him doing it in public), while Hunter enjoys Coyle’s Sweet Nothing.
Mother Gooseberry (Close Friend)
A nice lady that was treated with respect by Hunter. They often had tea time together, and duet sang for her children. She loved how elegant his look and how good he is with art. They both also shared the same hobby; Taxidermy. Overall, they are fond of each other’s companion
Franco Barbi (Close Acquaintance)
While Franco liked Hunter’s dogs and his outfits, Hunter himself was not quite sure how to feel around him. While he still respected him, he avoided his anger and had disgust towards Franco’s milk obsession. This got worse after he knew what he did to the female big grunts, making him protective of Alvin and not letting her meet the bambino often.
Dr. Easterman (Unknown)
No one was really sure what things they had, but rumor said they had slept with each other more than once. Some said it was due to reasons of sexual frustration and confusion, priviledge, and of course, lust.
Danny The Big Grunt (Close Acquaintance, Friend’s Lover)
Overall Hunter didn’t mind Danny in his place. However, he did wish Danny would tidy up his appearance even just a little bit and clean up the blood on his body especially whenever he came to pick up Apin on a date. If anything happened to Hunter’s little big grunt, Danny would be the one he could trust the most.
Arlivin Wijayakusuma (Close Friend, Most Trustworthy)
Fellow reagents that turned into expop, they had known each other since the earliest they were in Sinyala. They had the opposite personality, yet completed each other. Hunter provided most of Apin’s necessity, including extra food and clothes. She lived under his care and in return, she guarded his place.
Trap and Bullet (Pets, Loyal Guards)
Hunter’s hunting dogs. They were once his hunting mate after he was released. Failed protecting Hunter from a bear attack, which resulting on half of his face being mauled with several scars on his body, Hunter decide to punish them and taught them how to be a proper guard. Murkoff found about this and they were more than interested.
#outlast#outlast trials#the outlast trials#OC askblog#OC : Hunter Robbertson#OC : Arlivin Wijayakusuma#Leland Coyle#Mother Gooseberry#Danny Big Grunt#Dr. Easterman#Franco Barbi#OC : Trap and Bullet
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La storia dei regali sta lentamente degenerando. In risposta alla penna della morte multicolore di qualche post fa, un altro bambino, l’altro giorno, ha ritenuto legittimo e doveroso portarmi in dono un’altra penna, simile alla prima, ma col tappo di zucca.
Accettandola con fulgido ardore (mio grande sbaglio), non sapevo ancora d’aver dato allora inizio alla disfida dei regali. Così improvvidamente, ho iniziato a prediligere la penna zucca per registrare nomi e compiti sull'agenda e, notandolo, il primo bambino s’è rabbuiato, scuotendo il capo. Quando ho inteso ciò che stava per accadere era ormai troppo tardi. Il giorno dopo infatti, il piccolo Daniele s’è presentato con un gigantesco evidenziatore, esclamando: “Perché questa storia dei regali devo vincerla io!”
La cosa ha cominciato ad assumere contorni più inquietanti, quando, il giorno dopo, non pago, Daniele m’ha fissato birbone, dicendo: “Mmh… sto già pensando al prossimo regalo da farti… uhm, per Natale vorrei regalarti degli scarpini. Quanto calzi?”
Ha trascorso l’intero pomeriggio a sparare numeri, tormentando me e i compagni con domande ossessive sui miei piedi: “44?”, “42?”, finché gli ho detto, un po’ seccato: “Guarda, Daniè, per l’ultima volta. Non voglio niente. Non regalarmi più niente. Se vuoi farmi un regalo, studia. Stai attento in classe e portami un bel voto. Poi sarò io a farti un regalo, non devi farlo tu a me, capito?”
“Sì, ma a me piace fare i regali”.
“OK. Ma non azzardarti a comprarmi nulla. Mi basta l’intenzione”. Spero abbia capito. Ma so già che presto tornerà alla carica con qualcosa di, che so, completamente inutile. Che poi "scarpini", Daniè, col 47 che porto, manco su misura li trovi.
#scarpini#da ballo probabilmente#o forse intendeva da calcio#anche peggio#fortunatamente non ha indovinato#ma era difficile#penso dovrò appendere il cartello: QUI NON SI ACCETTANO REGALI
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part 44 🖤 AO3 link
part 43 in the reblog @winterspiderpurrs 🖤🖤
The next few days are a blur to Peter. He wakes up every now and then, but only briefly before giving into his pain meds and exhaustion. However, every time he does wake up, Stephen or Tony are always by his side.
“It’s okay, you’re okay.”
“Just sleep, Bambino. You’re safe.”
“You just relax. Sleep, we’re right here.”
Slowly, but surely, Peter gets out of his hazy state. His injuries from being captive have healed a bit, but his face still feels swollen and sore. His left thigh feels the worst though and it throbs uncomfortably. There is only so much muscle can be sown together, and the body will have to fix the rest in it’s own time. Moving his toes even a tiny bit hurts like hell.
“Don’t do that. The muscle is torn, but it’s healing.” Stephen shushes.
Peter has been awake for a few minutes, so Stephen sees the opportunity to help the young man into being more awake than asleep now.
“How you feeling, baby?” Stephen asks. Peter wonders if it his drugged mind that is making Stephen’s voice so soft in his ears, or if the doctor really can sound like this.
“I’m- okay. I think. For getting shot.” Peter chuckles weakly.
Stephen’s eyes harden a bit, but not at Peter. He looks more sad when their eyes meet.
“It was a stupid fucking mistake. Again.” Stephen sighs.
“Hey… hey.” Peter says, swatting lightly at Stephen. “I don’t blame you. Nor Tony. I mean- I’m not glad I was shot, but I’m glad you weren’t hurt.”
Stephen smiles sadly at that, but still leans over to kiss Peter on his forehead. He tries his best to avoid hurting him with all the healing cuts and bruises on his face. To Peter, it feels like a kiss from heaven.
“You wanna see Tony?” Stephen asks softly.
Peter nods his head, a big dopey smile on his lips.
“And the puppies too.”
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Alma Couture Collezione Autunno/Inverno 1991/1992
Fotografie di Ellen Von Unwerth
Gruppo Alma, Bareggio 1991, 44 pagine, 30x32 cm
euro 35,00
Collezione disegnata da Maurizio Pecoraro, modella Susan Holmes , Foto copertina di Carlo Paggiarino
euro 35,00
email if you want to buy : [email protected]
Maurizio Pecoraro (1961) è uno stilista italiano. Nato a Palermo, si interessa alla moda fin da bambino. Giovanissimo, si trasferisce per un anno a Parigi, dove collabora con Thierry Mugler. Tornato in Italia entra nel team creativo di Gianni Versace, di cui eredita nell’89 la direzione creativa della linea Alma.
27/08/23
orders to: [email protected]
ordini a: [email protected]
twitter:@fashionbooksmi
instagram: fashionbooksmilano
designbooksmilano
tumblr: fashionbooksmilano
designbooksmilanoillustration books
#Alma Couture#Ellen Von Unwert#Maurizio Pecoraro#Susan Holmes#Autunno Inverno 1991/92#fashion collection catalogue#fashion books#fashionbooksmilano
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NUEVO MIX ! 🙌
Hola mi gente les comparto un nuevo mix con los mejores edits actualizados hasta el momento.
Descargar aquí: https://t.me/+1Yq_Azcbj9o0NjBh
Track List:
01. Luna - Feid &Jacob.
02. Moscuw Mule - Bad Buny.
03. Baila Baila - Intro Ozuna.
04. Hawai - Habana - Intro Salsa.
05. Subele el Volumen - Daddy Yankke.
06. No te enamores - JayWheeler.
07. Hecha para mi - Boza.
09. Hasta que se saque el Malecon - Farruko.
10. Te va bien - Arcangel & Becky G.
11. La jeepeta - Bata Bata Intro Vocal.
12. Las Solteras - Mach & Daddy Yanke.
13. Mi niña - Wisin , Myke Towers.
14. Muevelo (Remixes).
15. Hip Dont Lie - Shakira.
16. La tortura - Shakira.
17. Agua - Tainy & J Balvin.
18. En la disco - Tito el Bambino.
19. Gyal You a Party Animal - Charly Black.
20. Que más pues - J Balvin & Maria Becerra.
21. Queda - Andy Rivera.
22. Se te nota Intro Live - Lele Pons.
23. La triple M - Mawell.
24. Mamacita - Ozuna & Black Eyed Peas.
25. Papi - Alejandro Armes.
26. La Old Skul - Rauw Alejandro.
27. Ten cuidado - Farruko & Pitbull.
28. Tocarte toa - Calle 13 Intro.
29. Traductor - Tiago PPzk & Mayke towers.
30. Permitame - Tony Dize.
31. Sexy Movimiento & Que tengo que hacer (Mashup).
32. Pa que la pases bien - Arcangel.
33. Me Rehuso - Danny Ocen (Mashup).
34. Salió el Sol - Don Omar.
35. De Carolina - Raw Alejandro.
36. Fulanito - BeckyG & El Alfa.
37. Singapur - El Alfa.
38. Tarot - Bad Bunny.
39. Virtual Diva & Muevelo (Mashup).
40. Se acabó la cuarentena - Jowell & Randy.
41. La Despedida - Daddy Yankke.
42. El Merengue - Manuel Turizo.
43. Felina - Tito el Bambino.
44. Hay otro en mi vida - Factoria.
45. Zundada (Remix) Out Acapella.
46. Fin
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Il divano su cui è cambiato tutto
🇮🇹 ("The sofa on which everything changed" Italian Version)
Il divano nuovo era rigido, la stoffa era tesa come una corda di violino, era come sedersi su una panca di legno. A Riccardo non sembrava di essere una persona seduta su un divano, pensava di essere più simile a un giocattolo appoggiato lì, dove qualche bambino sbadato l'aveva appoggiato e dimenticato.
Una tazza di tè, i piedi sul tavolino, un po' di musica...
Riccardo ascoltava la radio avvolto nella sua felpa in pile bianchissima, morbida e profumata. Aveva provato a mettersi comodo su quel divano nuovo, stava provando a sentirsi a casa nell'appartamento in affitto partendo dalle cose più semplici a cui riusciva a pensare. Il modo in cui era arrivato su quel divano però era tutt'altro che semplice, da qualche settimana la vita di Riccardo era stata completamente rivoluzionata.
Il padre di Riccardo, un uomo burbero e molto religioso, aveva insistito perché il figlio iniziasse a lavorare nel piccolo ferramenta di famiglia a Saronno. Riccardo invece voleva andare all'università, non sapeva nemmeno cosa volesse studiare ma era certo di non voler passare la sua esistenza tra brugole, sifoni e catenacci. "So io cos'è meglio per te " ripeteva il padre con tono secco e autoritario; Riccardo le aveva provate tutte per convincerlo, ma con la gran testa dura che aveva, l'uomo restava inamovibile sulla sua decisione.
Una sera Riccardo decise di giocare l'ultima carta che aveva a disposizione e dopo aver fatto accomodare i genitori sul divano prese coraggio e annunciò: "Papà, Mamma, mi piacciono i ragazzi". Il padre rispose con una risata, seguita solo dal silenzio. Resosi conto che non si trattava di uno scherzo, un velo di incredulità passò davanti ai suoi occhi, per poi esplodere in una rabbia feroce. L'avrebbe strozzato, quel figlio ingrato, come si era permesso? Le mani dell'uomo sarebbero state già strette attorno al gracile collo del giovane, se non fosse intervenuta la madre, che di rado faceva valere le sue opinioni. Mezz'ora dopo Riccardo era fuori dalla porta di casa e camminava curvo sotto il peso di un grosso zaino, trascinando due valige più grandi di lui. Dentro c'era tutta la sua vita, buttata alla rinfusa. Paradossalmente Riccardo non si era mai sentito tanto leggero e seppur ferito nell'animo, sorrideva al pensiero che il giorno successivo sarebbe andato a vedere l'università statale di Milano. Riccardo passò la notte in bianco alla stazione di Saronno; prese il primo treno per Milano alle 5:44 e poi puntò dritto all'università.
Giunto davanti al grosso edificio, dovette aspettare un’ora e mezza, perché il grosso portone veniva aperto alle 7:30. Nel piazzale quasi deserto i suoi occhi si posarono su un volantino arcobaleno appeso al muro: indicava gli appuntamenti del collettivo LGBTQ+ dell'università. Riccardo ci fece una foto con il cellulare pensando che forse tra i membri di quel gruppo qualcuno avrebbe potuto ospitarlo qualche giorno. Quando la guardia aprì le porte, Riccardo tentò di raggiungere il cortile interno, ma venne subito fermato: "dove va con tutte queste valige?" Chiese la guardia, “Servono per una lezione, sono qui preso perché devo montare tutto l'equipaggiamento. Mi han detto che siamo all'ultimo piano" mentì Riccardo. La guardia indicò con aria perplessa la strada per raggiungere un ascensore che portasse all'ultimo piano, e Riccardo ringraziò e si avviò con passo deciso, prima che la guardia potesse chiedere altro. Giunto nel bagno dell'ultimo piano, il povero ragazzo sfinito chiuse a chiave la porta si addormentò.
mezzogiorno era passato da un pezzo quando Riccardo si svegliò e si diresse alla riunione del collettivo LGBTQ+. Ovunque andasse tutte quelle valige lo facevano sentire come un marziano appena sceso sul pianeta terra. Riccardo individuò l'aula della riunione senza problemi, era quella più chiassosa di tutte. L’allegro vociare dei presenti non si fermò quando il ragazzo entrò nell'aula, ma qualche occhiata malcelata volò rapidamente dal viso del ragazzo, al suo corpo, ai pesanti bagagli.
Come di consueto, prima di iniziare la riunione ogni ragazzo a turno si alzò in piedi ripetendo a voce alta il nome, la facoltà, da quanti anni studiava e da quanti frequentava il collettivo. Quando fu il suo turno, Riccardo si alzò e disse "Sono Riccardo, ho 19 anni, non sono uno studente e mi hanno appena cacciato da casa". Poiché i presenti lo fissavano con sgomento e non accennavano a prosegue con le presentazioni, Riccardo continuò il suo racconto ricapitolando ciò che gli era successo nelle ultime ore.
Quella sera Riccardo dormì sul divano di un gruppo di coinquilini membri del collettivo, il giorno successiva i ragazzi del collettivo avevano diffuso la storia di Riccardo a mezza comunità LGBTQ+ milanese. Per tre settimane Riccardo rimbalzò da un divano all'altro, rapidamente trovò un lavoro come maschera al Carcano, il celebre teatro Milanese; infine si trasferì più o meno definitivamente affittando una stanza in un appartamento in periferia. Ora divideva la casa con Simone, un trentenne dal fisico massiccio, senza capelli, poco virile nei modi, che lavorava come assistente e ricercatore in università. I due andavano d'accordo, ma i loro orari erano talmente diversi che si incrociavano di rado nell'appartamento.
Quel giorno Simone doveva tenere una lezione in università, quindi Riccardo era solo in casa. Riccardo sedeva su quel divano rigido con la tazza in mano e mentre la bustina di tè colorava l'acqua, le dita del giovane rigiravano lo strano pacchetto di carta colorata dove la busta era conservata poco prima. "Ma Silvia dove le recupera ste cose?" pensò. Silvia era un'amica di Simone, una di quelle ragazze che si credono un po' streghe e collezionano cristalli e oggetti presunti magici; dove passava Silvia lasciava una scia di ninnoli e fesserie che lei credeva prodigiosi e Simone la lasciava fare, per farla contenta. La bustina aveva dei caratteri illeggibili sopra, ma per Riccardo era come se ci fosse scritto "Questo l'ha portato Silvia".
Il fumo si alzava silenziosamente dalla tazza di acqua calda, ed un aroma dolce si diffuse per la stanza. "...Vaniglia? ...Caramello? …Nocciola?" Si chiese Riccardo mentre inalava la fragranza intensa sprigionata dalla tazza. Era un profumo tanto corposo che sembrava penetrare nella pelle e scaldare il corpo come un bagno caldo. Ecco, forse per la prima volta dopo settimane Riccardo stava riuscendo a rilassarsi. "Se solo questo pile non prudesse tanto" pensò, ed iniziò a spogliarsi. Era un capo davvero strano, fino a qualche momento prima sembrava morbido e confortevole, ora invece pizzicava in modo insopportabile.
Stando a torso nudo sul divano Riccardo avvicinò la tazza alle labbra, soffiò, e poi ne bevve un piccolo sorso: era il the più buono che avesse mai bevuto, dolce ma non stucchevole, sembrava quasi il sapore di... Un bacio. Anche questo era un pensiero strano, Riccardo non aveva mai baciato le labbra di un uomo, eppure quello era il sapore a cui lo associava. Riccardo pazientò per far raffreddare un poco la bevanda, poi mandò giù alcuni sorsi. Il calore della bevanda si diffuse in ogni angolo del suo corpo, donando una profonda sensazione di benessere. Era una vita che Riccardo non si sentiva così bene, si sentiva vivo, aveva voglia di prendere e andare a fare una corsa fuori, di uscire e guardare il cielo, di iniziare un nuovo capitolo della sua vita…
"Devo chiedere a Silvia dove ha preso questa roba" pensò grattandosi la barba.
L'ennesimo avvenimento insolito: Riccardo non aveva mai avuto la barba, eppure ora c'era, fitta e nera, quasi come quella del suo coinquilino. Riccardo, in preda alla sensazione quasi orgasmica donata del tè colorato, non diede peso alla barba, né ai peli che iniziavano a crescere sul resto del suo corpo. La barba dava a Riccardo un'aria distinta, dimostrava qualche anno in più ma gli stava proprio bene. Con quei peli poi sembrava più muscoloso, ma era un’illusione o erano muscoli veri? Com'era possibile una cosa del genere? Ecco spiegato il desiderio di muoversi e correre, la sua nuova muscolatura era calda e pronta, come una moto da gara appena uscita dal concessionario. Ma correre per cosa? Correre da chi? Riccardo decise di rivestirsi e uscire, ma prima terminò il contenuto della sua tazza a grandi sorsi.
Il desiderio di uscire svanì immediatamente e Riccardo rimase seduto esattamente come prima, Imbambolato e incredulo. Un senso di improvvisa rilassatezza permeava il suo corpo, che progressivamente iniziò a sprofondare nel divano. I cuscini si piegarono e deformarono, sotto il peso improvviso della massa di Riccardo, che cominciò ad aumentare in modo impressionante. Il corpicino pelle e ossa che Riccardo aveva fino a pochi minuti prima non era che un lontano ricordo, ricoperto com'era di muscoli, carne e pelo.
La trasformazione che stava avvenendo avrebbe lasciato sbigottito chiunque, un omino di nemmeno vent'anni ora ne dimostrava tranquillamente più di trenta, ed aveva moltiplicato le sue dimensioni come mai avrebbe potuto fare in vita sua, nemmeno se avesse iniziato vivere di abbuffate e sollevamento pesi. Riccardo era satollo, rilassato e felice, un po' come ci si sente dopo un pranzo di Natale.
Quando quella sensazione si dissipò, raggiunse uno specchio e si osservò compiaciuto: Era proprio un bell’uomo. Nonostante l'assurdità della situazione, Riccardo restava calmo, come se tutto ciò fosse perfettamente sotto controllo, come se fosse stato lui a voler essere un'altra persona. Più si guardava nello specchio e più realizzava che la sua corporatura sembrava la copia identica di quella di Simone. Chissà cos'avrebbero detto i vicini? Con quei due gorilla nell'appartamento di fianco (uno dei quali probabilmente s'era mangiato quel ragazzo magrolino che non si vede più). A proposito di Simone, come avrebbe potuto spiegargli che quella bustina l'aveva trasformato in un bestione del genere? Alla parola "bestione" a Riccardo passò per la testa l'idea di controllare una parte del corpo importantissima, a cui non aveva ancora pensato. Ancora prima di mette la mano, non poté fare a meno di percepire un certo movimento nelle sue mutande, ma un rumore improvviso interruppe il delicato momento: erano le chiavi di Simone nella toppa della porta. Il cuore di Riccardo iniziò a battere tanto forte che sembrava essere cresciuto anch’esso. Per la prima volta un senso di preoccupazione permeò quel corpo nuovo e massiccio, che si diresse goffamente davanti alla porta d'ingresso.
La porta si spalancò rivelando una figura minuta ricoperta da una maglietta blu decisamente troppo grande. Un grazioso e accigliato ragazzetto biondo fissava Riccardo. "Simone?" Chiese Riccardo sbigottito.
Simone aveva bevuto lo stesso tè quella mattina, ma a lui era sembrato un tè normalissimo ed era andato a tenere la sua lezione. Durante il viaggio di ritorno in tram, aveva avvertito un capogiro improvviso e deciso di scendere, temendo che viaggiare sui mezzi peggiorasse la situazione. Mentre camminava verso casa aveva iniziato a rimpicciolire e ringiovanire, e mentre il suo corpo prendeva la forma di quello di Riccardo, sulla testa crescevano morbidi capelli biondi, la sua barba invece svaniva senza lasciare la minima traccia. Simone non poteva credere a ciò che stava succedendo, come poteva fermare questa cosa? Più il suo corpo si trasformava e più si accendeva in lui il desiderio di correre a casa, cosa che risultava abbastanza difficile con scarpe e vestiti decisamente troppo grandi, tanto da doverli necessariamente tenere su saldamente con le mani per non perderlo per strada. Il poveretto correva reggendo con due mani quei pantaloni enormi, sembrava quasi che stesse partecipando ad una corsa coi sacchi. Poiché i pantaloni cadevano da tutte le parti e non nascondevano nulla, erano ormai solo un intralcio e Simone decise di abbandonarli per strada. Correre in mutande gli permise di andare più veloce, dopotutto mancava solo l’ultimo pezzetto di strada.
Raggiunse la porta di casa ripetendo nella sua testa il discorso che voleva fare a Riccardo per spiegare cosa gli era successo, ma lo shock più grande doveva ancora arrivare.
Aprendo la porta Simone rimase esterrefatto, ma capì subito che quell'omone grande grosso a torso nudo con una visibile erezione nei pantaloni altri non era che Riccardo.
Non fu necessario dire una parola in più, i due sapevano esattamente cos'era successo all'altro, anche se non avevano idea del perché fosse successa una cosa simile. Poi sentirono più forte che mai quell'impulso a scattare, a correre, a raggiungere... L'altro. Era per quello che Riccardo voleva correre fuori, lo stesso motivo che spingeva Simone a correre a casa: Una forza magnetica li attirava l'uno all'altro. Simone deglutì, i suoi occhi si spostavano dal Viso di Riccardo al suo pacco gonfio, mentre i suoi piccoli piedi si muovevano portandolo verso l'omone. Mentre Simone camminava lasciò cadere anche le mutande, ormai fuori misura. Riccardo liberò Simone anche dalla la maglietta (che arrivava quasi alle ginocchia) e vide che anche Simone era molto eccitato. Mentre Simone tentava di ricambiare il favore e sbottonava la cintura del coinquilino, Riccardo non poté fare a meno di guardare il corpicino che aveva davanti, con la sua piccola erezione pulsante: "sei la cosa più carina che abbia mai visto" disse.
Simone arrossì e una volta sfilata la cintura dai pantaloni di Riccardo lo spinse verso la camera da letto e chiuse la porta d'ingresso.
Riccardo sollevò Simone e lo mise sul letto, pensò che fosse davvero carino ridotto così, poi senza esitare si tolse i pantaloni e le mutande.
Simone non fece nemmeno in tempo a realizzare che il membro di Riccardo era persino più grande di quello che aveva lui prima di trasformarsi. Riccardo raggiunse il coinquilino trascinando le ginocchia sulle lenzuola e si abbassò per dargli un bacio: era un bacio dal sapore dolce, forse perché le labbra di Riccardo sapevano ancora di The. Simone non aveva mai ricevuto un bacio del genere, avrebbe voluto che il tempo si fermasse lì. La pelle calda di Riccardo a contatto con quella di Simone era la sensazione più bella che avessero mai provato.
Riccardo si spostò, fece sdraiare Simone a pancia in su e gli aprì gambe, per infilare la faccia barbuta sotto sue le palle: era un punto talmente sensibile che Simone ebbe paura di venir subito, solo per essere toccato lì dalle labbra di Riccardo, che invece iniziò a leccare il piccolo buco del ragazzo. Simone fremeva di piacere (da quando era così sensibile?) mentre si aggrappava alle lenzuola nella sua testa si faceva spazio il desiderio di afferrare con entrambe le mani la virilità gigantesca di quell'omone.
Quando Riccardo sollevò la testa, Simone si spostò e lasciò il posto a Riccardo, notando che nella fretta aveva dimenticato di togliere i calzini. Mentre l'omone stendeva la sua larga schiena sul letto, Simone gli sfilò a fatica i calzini grigi, ormai deformati perché coprivano dei piedi che avevano appena moltiplicato la loro misura. C'era un che di eccitante in questa azione, Simone pensò che era strano, non aveva mai avuto gusti simili, in genere i piedi lo lasciavano indifferente, ora invece non poteva lasciare cadere la gamba pesante di Riccardo. Avvicinò invece il piede alle labbra e baciò la pianta del grosso piede, per poi farlo scorrere sulla pelle del torso, sino al pube. Riccardo sorridendo divertito solleticava con le dita dei piedi l'erezione di Simone che ora più che mai sembrava sul punto di esplodere. Eccitatissimo, Simone abbassò la faccia sul pube villoso di Riccardo e lo baciò ripetutamente. Anche l'erezione di Riccardo pulsava, Simone l'afferrò con una mano, mentre l'altra reggeva con delicatezza le due grosse palle. Riccardo improvvisamente si sentì totalmente succube di quell'audace biondino, ora che il suo poderoso nuovo attrezzo era interamente nelle sue mani. Simone avvicinò la faccia al prezioso bottino e lo prese in bocca, mettendo in pratica tutta l'esperienza che aveva in questo genere di cose. Riccardo di fronte a quella sensazione del tutto nuova, fu più volte sul punto di venire, ma prima di farlo c'era almeno un'altra cosa che voleva provare.
Simone si spostò e si mise a cavalcioni di Riccardo, come se fosse la risposta di un messaggio telepatico. Dopo aver lubrificato la zona a dovere ed avere messo il preservativo più grande che c’era nel cassetto di Simone, Riccardo infilò con delicatezza il suo membro nella sottile apertura di Simone, che in genere era versatile, ma ormai erano anni che non trovava un partner attivo che avesse rapporti con lui. Fu uno dei rapporti più intensi della sua vita, e pensò che qualsiasi cosa fosse successa era stata necessaria per portare li loro due, in quel momento, con quella forma, in quel letto. Vennero a pochi secondi di distanza l'uno dall'altro, poi si spostarono in bagno per pulirsi.
Con la mente un po' più lucida Riccardo chiese: "...e ora che si fa con questa faccenda?". Simone, seduto sul bidet, dava le spalle al coinquilino e senza alzare gli occhi rispose: "che vuoi che si faccia? Ora chiamo Silvia e le chiedo se questa cosa è temporanea o permanente, se serve staremo qualche tempo a casa aspettando che passi".
Il viso di Riccardo si rabbuiò, senza sapere perché non voleva che le cose tonassero come prima. "Se fosse solo una cosa provvisoria ti va di berci un'altra tazza di quel tè ogni tanto?" Chiese Riccardo con una timidezza che addosso ad un omone del genere faceva ancora più tenerezza. "Rifarlo? E se fosse permanente?" Replicò Simone con tono stupito e preoccupato. Riccardo si accovacciò dietro a Simone e gli diede un bacio sulla spalla, poi disse: "Se fosse permanente, ti andrebbe di uscire con me?"
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𝘓𝘦 𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘪 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘱𝘰𝘴𝘵 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘦𝘯𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘭 𝘸𝘦𝘣 𝘦 𝘢𝘭𝘵𝘦𝘳𝘢𝘵𝘦 𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘦 𝘢𝘭𝘭'𝘪𝘯𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪𝘨𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘢𝘳𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘢𝘭𝘦. 𝘚𝘦 𝘴𝘦𝘪 𝘪𝘯𝘧𝘢𝘴𝘵𝘪𝘥𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘯𝘶𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘵𝘪𝘦𝘯𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘦𝘵à, 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘵𝘵𝘢𝘮𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘳𝘪𝘮𝘶𝘰𝘷𝘦𝘳𝘭𝘰. 𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘦.
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𝘛𝘩𝘦 𝘪𝘮𝘢𝘨𝘦𝘴 𝘪𝘯 𝘵𝘩𝘪𝘴 𝘱𝘰𝘴𝘵 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘧𝘳𝘰𝘮 𝘵𝘩𝘦 𝘸𝘦𝘣 𝘢𝘯𝘥 𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘭𝘵𝘦𝘳𝘦𝘥 𝘵𝘩𝘢𝘯𝘬𝘴 𝘵𝘰 𝘢𝘳𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘢𝘭 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪𝘨𝘦𝘯𝘤𝘦. 𝘐𝘧 𝘺𝘰𝘶 𝘢𝘳𝘦 𝘣𝘰𝘵𝘩𝘦𝘳𝘦𝘥 𝘣𝘺 𝘵𝘩𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘤𝘦 𝘰𝘧 𝘢𝘯𝘺 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘯𝘵 𝘵𝘩𝘢𝘵 𝘺𝘰𝘶 𝘣𝘦𝘭𝘪𝘦𝘷𝘦 𝘵𝘰 ��𝘦 𝘺𝘰𝘶𝘳 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘦𝘳𝘵𝘺, 𝘱𝘭𝘦𝘢𝘴𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘤𝘵 𝘮𝘦 𝘵𝘰 𝘳𝘦𝘮𝘰𝘷𝘦 𝘪𝘵. 𝘛𝘩𝘢𝘯𝘬 𝘺𝘰𝘶.
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PARROCCHIA SAN CRISOGONO - (5.000x14.000 pixel) da Annalisa Giuseppetti Tramite Flickr: Storia L’edificio non sembra di origine cristiana e può attribuirsi ai primordi del secolo IV. La nuova basilica è stata costruita sull’antica dal Card. Giovanni da Crema nel 1123. Il Card. Scipione Borghese la ampliò e la restaurò nel 1625 dandole l’aspetto che attualmente presenta. La parrocchia vi fu eretta, secondo una lapide vicina alla sacrestia, nel 1127, ma risale certamente a prima della metà del secolo V: i suoi presbiteri infatti si trovano tra i sottoscrittori dei sinodi romani del 499 e del 595. Il papa Gregorio III (731-741), come narra il "Liber pontificalis", vi instituì un monastero che mantenne distinto dal "titulus", i cui presbiteri erano addetti alla cura d’anime. Il Card. Giovanni da Crema, come dalle due lapidi vicine all’ingresso della sacrestia, vi costruì nel 1128 un oratorio con chiostro (V. Forcella, "Iscrizioni", iII, 169 nn. 486-487). Calisto II, il 17 aprile 1121, ed Innocenzo III, il 23 luglio 1199, intervennero per risolvere i problemi di amministrazione parrocchiale di S. Salvatore della Corte nei confronti di quelli di S. Crisogono. Innocenzo III sostituì i monaci con i Canonici regolari del Salvatore i quali vi rimasero fino al 1480 quando Sisto IV affidò la parrocchia ai Carmelitani. Pio IX, il 1 giugno 1847, insediò nella basilica i Trinitari, i quali tuttora l’amministrano. Lo stato attuale architettonico si deve al card. Scipione Caffarelli Borghese, nipote di Paolo V che lo commise a Giovanni Battista Soria (1581- 1651). Nell’abside, Madonna con il Bambino tra i santi Crisogono e Giacomo, mosaico della scuola di Pietro Cavallini (c. 1290). La proprietà, per la legge del 19 giugno 1873 n. 1402 è passata al demanio del Regno d’Italia. NOTIZIE: PARROCCHIA SAN CRISOGONO Basilica Minore Piazza Sonnino 44 - 00153 ROMA Settore Centro - Prefettura III - Rione Trastevere - 1º Municipio Affidata a: Ordine della Santissima Trinità (Trinitari) (O.SS.T.) ___________________________________________________________________________ History The building does not seem to Christian origin can be attributed to the beginning of the fourth century. The new basilica was built on the Cardinal Giovanni by Cream in 1123. Cardinal Scipione Borghese enlarged and restored it in 1625 giving the appearance of which is at present. The parish was erected, according to a plaque close to the sacristy, in 1127, but it certainly dates from the first half of the century V: her priests are in fact among the subscribers of the Roman synods of 499 and 595. Pope Gregory III (731-741), as recounted in the "Liber pontificalis" we instituted a monastery that kept distinct from the "titulus", whose priests were involved in the care of souls. Cardinal John of Crema, as the two tombstones nearby the entrance to the sacristy, built there in 1128 a chapel with cloister (V. Fork, "Subscriptions", III, 169 nn. 486-487). Calisto II, April 17, 1121, and Innocent III, July 23, 1199, intervened to solve the problems of administration Parish Church of St. Savior of the Court in relation to those of S. Krševan. Innocent III replaced the monks with the Canons Regular of the Savior which you remained until 1480 when Pope Sixtus IV entrusted the parish to the Carmelites. Pius IX, June 1, 1847, settled in the basilica, the Trinitarians, who still administer it. The current state of architecture is due to the card. Scipione Caffarelli Borghese, nephew Paul V, who committed it to Giovanni Battista Soria (1581-1651). In the apse, Madonna and Child with Saints James and Grisogono, mosaic of the school of Pietro Cavallini (c. 1290). The property, by the law of 19 June 1873 no. 1402 has gone to the State the Kingdom of Italy. NEWS: PARISH SAN CRISOGONO Minor Basilica Piazza Sonnino 44-00153 ROMA Central Sector - Prefecture III - Trastevere district - 1st Hall Entrusted to: Ordine della Santissima Trinità (Trinitari) (O.SS.T.)
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1. Nome? Fortunato 2. Soprannome? Tato, Fofò, Fortu 3. Altezza? 1.76 4. Colore occhi? Verdi 5. Colore capelli? Castano chiaro/biondo scuro 6. Hobby? Videogiochi, lettura, film e serie TV 7. Lavoro dei sogni? Non lo so ancora 8. Sogno nel cassetto? Non lo so ancora 9. Hai degli animali domestici? No 10. Che genere di musica ascolti? Di tutto, dipende dal periodo 11. Mai stato innamorato/a? Si 12. Relazione più lunga mai avuta? Mai avuta 13. Hai mai pianto per amore? Si, un bel po' 14. Piercing? No 15. Tatuaggi? No 16. Fumi? No 17. Ti sei mai ubriacato/a? No 18. Ti piace cantare? Si, ma per divertimento 19 . Serie TV preferita? Difficile... guardo fin troppe cose 20. Cibo preferito? Pizza 21. Canzone a cui sei legato/a? True Faith di Ashley Johnson 22. Pizza o pasta? Entrambe 23. Che genere di persone odi? Quelle bugiarde e non ricambiano l'affetto 24. Che genere di persona sei? Fin troppo buona e tranquilla 25. Meglio rimorsi o rimpianti? Difficile questa.. 26. Preferisci i baci o gli abbracci? Dipende dalla persona 27. Delusione più grande? Il non avere sogni 28. Si è avverato il tuo sogno? Non lo conosco ancora 29. Difetto più grande? Essere troppo buono e dare il mio cuore a chiunque 30. Pregio migliore? Oddio non lo so, il non essere stronzo vale? 31. Ti piaci? Nì, nella norma 32. Mare o montagna? Mare 33. Segno zodiacale? Ariete 34. Di cosa hai paura? Rimanere da solo 35. Hai un amico/a a cui tieni molto? Perché? No 36. Cosa ti attrae in una persona? La simpatia 37. Che qualità credi di avere? So ascoltare e dare un sacco di consigli 38. Credi nell'amore a distanza? Si, con la persona giusta 39. Credi al “per sempre”? Si, con la persona giusta 40. Hai mai dato un bacio a qualcuno del tuo stesso sesso? No 41. Se potessi cambiare qualcosa del tuo passato, cosa cambieresti? Nulla, sono proprio dove dovrei essere 42. Ricordo più bello? Sempre in famiglia nei periodi festivi 43. Ricordo più brutto? Aver trattato male mia madre quando ero un bambino, ci rimase male e ho ancora quelle scene davanti agli occhi... 44. Quando hai dato il tuo primo bacio? Mai dato 45. A che età la prima volta? 23 46. Di cosa ti sei pentito/a? Della mia prima volta. 47. Che scuola frequenti/hai frequentato? Diplomato in Turismo 48. Sei felice? Naaah, la felicità sono attimi, mai periodi 49. Cosa cambieresti di te? Nulla 50. Ti piace viaggiare? Certo! 51. Cosa conta in una relazione? Sincerità e fiducia 52. Come mai su Tumblr? So dove dare forma ai miei pensieri 53. Credi in Dio? Si 54. Hai mai rubato qualcosa? No 55. Blog preferiti? Non lo so 56. Da quanto hai Tumblr? 2012 mi pare 57. Hai fatto amicizia con qualcuno qui su Tumblr? Certo 58. Ultimo messaggio inviato? Ora, 01:51 59. Ti manca qualcuno? Si 60. Di cosa vai fiero/a? Di avere una buona famiglia 61. Cosa non rifaresti mai? Niente, anzi 62. Desiderio più grande? Non saprei 63. Hai mai tinto i capelli? No 64. Film preferito? Non saprei, fin troppi onestamente 65. Attore preferito? Andrew Garfield 66. Qual è la più grande pazzia che hai fatto? Ehm... nulla in verità 67. Hai perso un amico/a di recente? Si, spero sia in un luogo migliore 68. Cosa ti piace fare nel tempo libero? Videogiochi 69. Disegni? Qualche volta 70. Estate o inverno? ESTATEEEE 71. Libro preferito? Shadowhunters (e tanti altri) 72. Citazione preferita? Da umili origini, verso grandi imprese. 73. Hai un posto speciale? No 74. Sai mantenere i segreti? Si 75. L'ultima volta che hai pianto? Qualche giorno fa 76. Pratichi qualche sport? Si, restare immobile sul letto 77. Sei mai stato/a ad un concerto? Nì 78. Che genere di persone detesti? Bugiarde, manipolatrici e stronze 79. Preferisci stare da solo/a o in compagnia? Da solo, soltanto perché non ho compagnia 80. estroverso/a o introverso/a? Introverso! 81. Oggetto importante per te? Nulla in particolare 82. Qual è la persona a cui tieni di più? La mia famiglia 83. Persona ideale? Non saprei.. mh 84. Credi in te? No.. 85. Cosa credi che pensino gli altri di te? Sono fin troppo buono 86. Ti ritieni fortunato/a? Assolutamente NO. 87. Ti ritieni soddisfatto/a della tua vita? Non del tutto 88. Posto più bello mai visto? La mia camera 89. Parli un'altra lingua? Inglese, discretamente ma non tanto 90. A cosa pensi in questo momento? Qualcuno leggerà mai tutta sta roba? 91. Suoni qualche strumento? No, il flauto lo suonavo da piccolo 92. hai fratelli/sorelle? Vai d'accordo con loro? Un fratello, si 93. Ti vorresti sposare? Si 94. Tipo di persona che ami? Ironica, simpatica, sorriso solare 95. Ti sei mai dichiarato/a a qualcuno? Certo 96. Hai mai scritto una lettera a qualcuno? No 97. Hai mai mentito a qualcuno per il suo bene? Si 98. Hai mai tradito? No 99. Sei mai stato/a tradito/a? No 100. Scrivi la prima cosa che ti viene in mente. Adìosssss
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➡️🌹🙏Giovedì 15 Agosto 2024
👉❤️❤️🌹ASSUNZIONE B.V. MARIA (s); S. Tarcisio; S. Stanislao Kostka
19.a del Tempo Ordinario
Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal 44; 1Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56
Risplenda la Regina, Signore, alla tua destra
👉🕍📖❤️VANGELO
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
+ Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore.❤️🙏
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Obesità infantile: come stiamo in Italia
Obesità infantile: che situazione vive l'Italia? Ce lo dicono gli ultimi dati pubblicati da OKkio alla SALUTE, il sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e Promozione della Salute (CNaPPS) dell’ISS che è parte dell’iniziativa della Regione Europea dell’OMS “Childhood Obesity Surveillance Initiative-COSI”, resi noti nel corso di un convegno nella sede dell’Iss. Obesità infantile in Italia: i dati del 2023 Il progetto dell'ISS ha interessato, come tutti gli anni, tutte le Regioni e Provincie Autonome coinvolgendo oltre 50mila bambini e le loro famiglie. La raccolta dati ha evidenziato che nel nostro Paese, i bambini e le bambine di 8-9 anni in sovrappeso sono il 19% e con obesità il 9,8%, inclusi bambine e bambini con obesità grave che rappresentano il 2,6%. Se si considera che la prima raccolta dati è avvenuta nel 2008/9, le rilevazioni eseguite in questi anni ci dicono che il sovrappeso mostra un andamento significativo in diminuzione mentre l’obesità, dopo una prima fase di iniziale decremento, è risultata tendenzialmente stabile per qualche anno per registrare un leggero aumento nel 2023. Le abitudini dei più piccoli Una parte dello studio è dedicato alle abitudini, non solo alimentari, dei bambini monitorati. Dalle dichiarazioni dei loro genitori è emerso che: - quasi 2 bambini e bambini su 5 non fanno un'adeguata colazione al mattino - più della metà consuma un'abbondante merenda a metà mattinata - 1 bambino o bambina su 4 beve bevande zuccherate o gassate quotidianamente e mangia frutta e verdura meno di una volta al giorno - il 37% delle bambine e dei bambini mangia legumi meno di una volta a settimana - più della metà dei bambini intervistati consuma snack dolci più di 3 giorni in una settimana. Quanto ad altre abitudini, sempre dalle dichiarazioni dei genitori è emerso che: - 1 bambino su 5 non aveva fatto attività fisica il giorno precedente l'intervista - più del 70% dei bambini monitorati non si reca a scuola a piedi o in bicicletta - quasi la metà dei bambini trascorre più di 2 ore al giorno davanti alla TV, al tablet o al cellulare. I dati confermano grosso modo le abitudini sia alimentari che quelle legate all'attività fisica registrate nel 2019. L'Italia meridionale si conferma la zona con una maggiore prevalenza di eccesso ponderale nei bambini e nelle bambine. Le condizioni socio economiche influiscono sull'eccesso ponderale e sullo stile di vita. La pandemia da Covid 19 In occasione del convegno sono stati resi noti anche i risultati dello studio EPaS-ISS-“Effetti della pandemia da COVID-19 sui comportamenti di salute e sullo stile di vita di bambine, bambini e delle loro famiglie residenti in Italia”. La ricerca ha sondato su quelli che sono stati gli effetti della pandemia da Covid-19 sugli stili di vita e sul benessere di bambini e bambine del terzo anno della scuola primaria e delle loro famiglie. L'indagine è quantitativa e qualitativa dal 2021 al 2023. I dati raccolti ci dicono che durante la pandemia, i bambini e le bambine hanno consumato il 24% di snack salati e il 25% in più di cibi dolci. Hanno, inoltre, diminuito il consumo di frutta dell'8 e di verdura del 9%. Il dato positivo è rappresentato dall'aumento del 39% dei pasti consumati in famiglia e dell'aumento del 42% di cibo cucinato in casa insieme a figli e figlie. I genitori hanno segnalato, inoltre, un peggioramento del benessere fisico e psicosociale dei loro figli rispetto al periodo precedente la pandemia. Nello specifico hanno segnalato un aumento dei sentimenti di tristezza e solitudine, una diminuzione di vitalità ed energia. In quel periodo il tempo dedicato ai giochi attivi e alle attività all'aperto è diminuito del 44% mentre quello trascorso davanti a un dispositivo elettronico è aumentato del 53%. Lo studio ha, infine, evidenziato un aumento delle disuguaglianze educative con la didattica a distanza che ha colpito maggiormente i bambini e le bambine più vulnerabili. In copertina foto di Victoria da Pixabay Read the full article
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[✎ ITA] 032c : Intervista - La rivisitazione di RM | 24.11.2023
🗞 032c #44 Inverno 2023/24
La Rivisitazione di RM
__di FIONA BAE
Quando incontro il rapper, cantautore e produttore K-pop RM, avverto una certa urgenza nel suo modo di fare. È appena uscito dallo studio di registrazione, dove sta ultimando il suo nuovo album solista, il secondo dopo Indigo (2022), prima di dover partire per il servizio militare obbligatorio – che durerà 18 mesi. Da bambino, RM – Kim Namjoon, per gli amici – voleva scrivere poesie e ha iniziato a rappare a 15 anni, in un locale della scena underground di Seoul. In quell'occasione, c'erano solo 18 persone nel pubblico. Oggi, invece, i BTS – il gruppo di cui RM (29 anni) è il leader – sono la band K-pop più nota in Corea – e probabilmente nel mondo. Come menzionato in un articolo di Forbes, i BTS (acronimo che originariamente stava per Bangtan Sonyeondan – Boyscout a prova di proiettile in inglese/italiano, ma che ora significa Beyond the Scene) sono l'unico gruppo nella storia della Billboard Global 200 ad aver guadagnato la pos. n.1 di questa classifica ogni anno fin dalla sua istituzione nel 2020. Il New York Times ha descritto il gruppo – formatosi nel 2010 e attualmente in pausa – come una “potenza mastodontica”.
Mentre mi dirigo al luogo dell'intervista, in una calda giornata di fine agosto, mi imbatto in un gruppetto di giovani fan asiatiche mentre scendono al volo da un van scuro e corrono a mettersi in posa di fronte all'insegna della HYBE, presso il quartier generale della multinazionale di intrattenimento. Originariamente nota come Big Hit Entertainment, la Hybe ha fatto costruire il nuovo edificio a marzo 2021. Il grattacielo, dall'aspetto piuttosto minimalista, è diviso in tre parti – con i suoi 19 piani a vista e 7 interrati: la sezione dedicata “ai dipendenti e al welfare”, corredata di palestra, si trova in cima, poi ci sono 9 piani di uffici e 6 preposti alla produzione musicale e di contenuti.
C'è anche un museo dedicato ai BTS, uno spazio adibito ad attico e tantissima sorveglianza.
Vengo accompagnata in un'ordinata sebbene ordinaria sala riunioni - invece che nell'elegante studio di registrazione mansardato di cui ho tanto letto – ed incontro RM. Ha i capelli corti ed indossa una maglietta estiva marrone dal buffo motivo. RM sembra calmo e cordiale, ma c'è anche quell'urgenza.
FIONA BAE: Il tuo ultimo album, “Indigo”, era basato sulla ricerca di un'identità. Come sei cambiato e ti sei evoluto negli... 8 mesi successivi al suo rilascio?
RM: Sono successe un sacco di cose. Sia umanamente che professionalmente, ho accusato colpi , sono caduto e poi mi sono rialzato tantissime volte. E ho realizzato che la persona che credevo d'essere in realtà non esiste.
F.B: Come ti descriveresti?
RM: Bella domanda. Non sono un narcisista e mi sono sempre lasciato sopraffare dalle mie insicurezze. Ho talmente tanto sporco, marcio, amore, affetto e considerazione, dentro me, che credo finirei per impazzire, se non li esternassi così candidamente. Se non svelassi questi miei lati al mondo. In un modo o nell'altro. E ci tengo a fare la differenza, a cercare di cambiare le cose, sia che si tratti di me stesso, delle persone attorno a me, dell'industria o del mondo. Credo il mio scopo sia portare un qualche cambiamento e penso di averlo già fatto, in parte, insieme ai BTS.
F.B: Sembra quasi questa sia una missione ed una vocazione, per te.
RM: C'è chi critica e mette in dubbio le mie ragioni per tutto ciò, ma, in fin dei conti, quando il peso di questa “corona” (responsabilità) non grava sulle tue spalle, è difficile capire. Non è una corona e un fardello che ho chiesto io. Ma cerco di essere ottimista e di usare al meglio la mia influenza. Quel che dovrei e voglio fare è prendere ciò che di bello c'è nella mia arte e fare della mia individualità qualcosa di universale. Trovo bellissimo che la gente possa ridere, piangere e commuoversi grazie al lavoro degli artisti, i/le quali sanno come rendere le loro storie personali qualcosa di universale e cosmico. Quando sono andato al concerto di Kim Yuna, la leader della band Jaurim, ho sentito un/a fan, in lacrime, gridare “Se non mi sono toltə la vita, è merito tuo!”. In precedenza, ho già ricevuto anche io diversi bei messaggi su come la mia musica ha avuto effetti positivi sulle persone, ma sentire questa cosa dal vivo, lì vicino a me, mi ha colpito nel profondo. Una volta di più, ho realizzato che la musica può davvero salvare vite. Ed è ciò che voglio fare. Se non avessi questo tipo di vocazione, non sarei potuto sopravvivere nei BTS. Se non avessi uno scopo ed una vocazione in generale, la mia vita non avrebbe senso.
F.B: Come ti approcci e gestisci il tuo status di superstar?
RM: Mi sono messo per tempo a studiare la metacognizione. Cerco di intercettare e decifrare i messaggi e simboli che mi si presentano. Ho imparato a destreggiarmi tra lo stress dell'essere sempre sotto i riflettori ed i lati positivi di tutta questa fama. L'altro giorno, mi è capitato di imbattermi in un post riguardo “Le 4 buone abitudini per essere felici”, su Instagram. Solitamente, detesto quel tipo di contenuti auto-motivazionali. Ma poi mi sono reso conto che io stesso sono già solito dire/pensare tutte e 4 le frasi positive lì menzionate. Forse allora sono felice.
Inoltre, cerco di tagliare fuori il più possibile, e penso d'essere migliorato in questa pratica. Ma la cosa più difficile da gestire è l'atmosfera che si vive e respira nell'industria K-pop. Mi spiace ammetterlo, è piuttosto triste, ma si fa molta attenzione alle apparenze e la gente è sempre concentrata su ciò che fai. Molte persone vedono solo ciò che vogliono vedere. Ma ormai sono in questo settore da 10-11 anni, e credo sia la giusta direzione – la stessa di tuttə coloro che, come me, hanno una certa influenza e decidono di sfruttarla per essere più apertə, onestə. Credo l'onestà, oggigiorno, sia da encomiare.
F.B: In che modo ti stai svelando, ora?
RM: Il modo migliore, ovviamente, è attraverso un album o altri contenuti. Cerco anche di condividere molto della mia vita su Instagram. In un certo senso, mi rendo vulnerabile. Vengo anche criticato perché certe persone pensano un idol non dovrebbe mostrare così tanto di sé. Ma questo è il mio modo di dire "vi voglio bene". Cioè, per quanto credete io possa ancora tenere la bocca chiusa e parlare solo delle cose positive, nelle interviste? Quando non si fa che accumulare e tenere tutto chiuso, pressato dentro, alla fine non si può che esplodere. Con questo non voglio dire che gli ultimi 10 anni siano stati una menzogna. Semplicemente, la mia vita è stata talmente intensa da non avere neppure il tempo materiale di pensare ad altro, se non all'impegno o progetto successivo.
F.B: Credo che liberandosi dalle norme sociali coreane, opprimentemente tradizionaliste, moltə artistə abbiano ora abbracciato uno stile di vita più deciso e coraggioso, che è particolarmente vicino a moltə giovani, in tutto il mondo, impegnatə ad opporsi al sistema.
RM: Sono sicuro sia così per diversə artistə, ma non direi sia necessariamente il mio caso. Cioè, non ho mai pensato “Devo parlare di libertà e amore attraverso il mio hip-hop perché la vita è dura” o “Che forza lo spirito d'opposizione dell'hip-hop!”. No. Semplicemente, l'ho sempre trovato bello e divertente.
F.B: Mi piacerebbe parlare un po' con te dell'ascesa della cultura coreana contemporanea, dato che sei l'apogeo della cultura pop di questa nazione. Intervistando vari/e artistə per il mio libro [Make Brake Remix : The Rise of K-style (2022)], sono giunta alla conclusione che la popolarità della cultura coreana a livello globale sia anche merito della sicurezza e spirito di iniziativa con cui questə giovani coreani si sono lanciatə come pionierə con la loro musica, remixando di tutto e di più, con zero inibizioni. Credi esista un approccio o modo di fare caratteristico, qui in Corea, e che sia quello ad aver portato la cultura coreana ad essere così famosa?
RM: L'unico frangente della cultura coreana su cui posso effettivamente esprimermi credo sia quello musicale. Non posso farmi portavoce per altri aspetti della nostra cultura.
Credo ci siano tanti pregiudizi sul nostro conto, come l'idea che i coreani siano stacanovisti all'eccesso. Non dovremmo guardare alle culture straniere attraverso il nostro personale metro di giudizio. Sarebbe bello potessimo guardare le persone, i paesi e le varie culture senza alcun pregiudizio, a mente trasparente.
F.B: Ma la gente sembra essere curiosa di capire se c'è effettivamente un qualche tratto o una caratteristica della cultura coreana che le permette di esercitare una tale fascinazione a livello globale. Tu che ne pensi, credi esista qualcosa del genere?
RM: È tanto che mi trovo nell'occhio di questo ciclone [del K-pop, della cultura coreana e del loro successo], e credo di aver fatto più interviste come questa di chiunque altro. La risposta che mi viene più spontanea è “Non lo so e se non lo so io, immagino nessun altro lo sappia”. Se lo sapessi, credo sarebbe un po' come cercare di spiegare perché si ama una persona in un dato momento. Sono talmente calato nella nostra cultura che se qualcuno di estraneo al nostro contesto mi chiedesse cosa significa essere coreano, non saprei come spiegarlo. È innegabile che in Corea ci sia una certa atmosfera, però. Abbiamo quel qualcosa, senza dubbio. Ma non è alla portata di tutti, solo di coloro che sono natə e cresciutə qui. Se cercassimo di definire cos'è che ci rende coreani, finiremmo nell'astratto e metafisico.
Ma se effettivamente esiste un modo di fare e porsi tipicamente coreano, credo Seoul sia il luogo dove è più facile farsene un'idea. Vediamo moltissime cose disintegrarsi e riassemblarsi costantemente, e questo processo è estremamente rapido ed intenso. I coreani sono velocissimi nell'assorbire, digerire e fare proprie le cose. È ciò che mi piace chiamare dinamismo. Ma come hanno detto anche alcunə artistə nel suo libro, Seoul può diventare troppo intensa, alle volte, e soffocante. Talvolta, è troppo anche per me e mi sembra la città mi consumi. Ci sono persone che non ce la fanno e vorrebbero scappare. Ma se si tiene duro, c'è così tanto che questa città così dinamica può tirar fuori dalle persone.
F.B: Che effetto ha avuto su di te l'essere cresciuto qui in Corea?
RM: Io sono cresciuto in una cittadina relativamente nuova, vicino a Seoul, Ilsan. Dopo tutto il tempo trascorso all'estero, però, ho realizzato che ciò che mi permette di stare a galla sono le mie origini coreane. La nostra infanzia non ci abbandona mai. O si finisce per emularla o si prende la direzione opposta, cercando di distanziarsene. La mia infanzia è stata piuttosto felice. Ho ricevuto tantissimo amore e alcuni dei miei migliori amici sono persone conosciute in quel periodo. L'affetto, la nostalgia ed il senso di attaccamento che nutro per la Corea è qualcosa di essenziale, per me. Il K-Pop è estremamente intenso e dinamico, perché unisce la K (Corea) ed il Pop. E la gente sembra rispondere bene a quest'acceleratore quantico, a quell'energia e fusione. In tutto ciò, io mi sento come un salmone che risale la corrente in senso inverso. È l'unico modo per sopravvivere in questo mondo K-Pop senza impazzire.
F.B: Che cosa ne pensi di quella etichetta, della 'K'? Personalmente, trovo che il governo ed i media coreani ne siano piuttosto ossessionati, perché estremamente fieri di ciò che la nostra piccola nazione – schiacciata tra il Giappone e la Cina – è riuscita ad ottenere.
RM: È un'etichetta che arriva principalmente dall'esterno. Per comprendere ciò con cui siamo poco familiari, cerchiamo di trovare definizioni in cui inquadrare la cosa. È un istinto naturale per il genere umano. Alla gente piace pensare ci sia un qualcosa in questo paese che stia portando alla crescita della nostra e di altre culture simili. Però non ho nulla contro quest'etichetta. Anzi, sono molto grato che si stia cercando di dare un nome a ciò che è coreano. Ma capisco anche che moltə creativə non apprezzino essere categorizzatə così. Penso stia ad ogni singolə artista trovare la propria identità. Ma questo processo di individualizzazione e possibile solo grazie a quella 'K'.
F.B: Il K-Pop unisce tanti generi differenti. Credi abbia sviluppato una sua espressività ed un significante sonoro?
RM: Sì, senza dubbio. Ha sviluppato un'identità sonora piuttosto corposa, e molti paesi stanno cercando di copiarla. Io non sono entrato nei BTS perché volevo fare K-Pop. Inizialmente, i BTS erano un gruppo fondamentalmente hip-hop, come i Run-DMC o i Beastie Boys, e poi ci siamo evoluti in ciò che vedete ora. Mi piacerebbe la gente imparasse a considerare il K-Pop nelle sue tante sfaccettature, nella sua tridimensionalità. Innanzitutto, si tratta fondamentalmente di musica ballabile. Ma il K-Pop non è solo musica, è anche coreografia, video musicali e tanti altri contenuti ad esso collegati. È un pacchetto completo. Ho visto molte persone che disprezzavano il K-Pop, diventare fan dopo averne approfondito la conoscenza. Ciò che vorrei dire alla gente è “Non denigrate il K-Pop, prima di averlo provato”.
F.B: E cosa mi puoi dire delle sotto-culture? Che influenza hanno su di te? Mentre lavoravo al mio libro, mi ha intrigato molto scoprire che la scena underground è strettamente legata a quella K-Pop e alla moda coreana mainstream.
RM: Personalmente, sono sempre circondato da queste sotto-culture e ne sono un grandissimo fan. Sebbene la mia immagine di idol sia estremamente curata, molto più spesso sono attratto da tutto ciò che è grezzo e parossistico.
F.B: E cosa ne pensi della moda in genere? Bottega Veneta ha saputo riconoscere il tuo impatto a livello culturale e ti ha nominato suo unico ambasciatore a livello globale.
RM: L'idea di diventare ambassador per marchi di lusso, inizialmente, non mi entusiasmava più di tanto. Ma il direttore creativo di Bottega, Matthieu Blazy, mi ha spiegato che gli piacciono i contenuti di stile ed arte che condivido sul mio profilo Instagram. Semplicemente, mi ha detto “Cerchiamo di conoscerci meglio e parliamo di questi tuoi interessi”. Mi è piaciuto il suo approccio, l'ho trovato intrigante e alla fine ho accettato.
La moda è uno dei contenuti più seducenti nella mia vita. Quando ho iniziato a fare musica, ne ero piuttosto ossessionato, e mi piace tutt'ora. Ho attraversato diverse fasi stilistiche, come quando indossavo streetwear, abiti gothic, quando vestivo Rick Owens o Damir Doma. Pensavo fosse fighissimo vestirmi all black. Poi, però, ho pensato mancasse un po' di colore, proprio come è successo nel passaggio dal mio album Mono (2018) ad Indigo (2022). Grazie al mio lavoro, sono sempre sotto i riflettori. C'è questa cosa chiamata airport fashion [*stile da aeroporto]. La gente si aspetta che io indossi sempre qualcosa di nuovo e diverso, quindi volevo trovare qualcosa che non avesse età. Tipo, qualcosa del 2015 che potessi indossare anche nel 2023. Cercavo qualcosa di classico e comodo che non fosse ancora uscito di moda, e ho trovato l'American Casual. Questo era circa 6 anni. Ora mi piacerebbe provare qualcosa di un goccio più kitsch, più stravagante, insolito e bizzarro, perché trovo che la moda sia come lo stato su KakaoTalk [*l'equivalente coreano di Whatsapp]. È il modo più 스근 [*seu-geun: naturale, sottile, non forzato] di esprimere me stesso e come mi sento in un dato giorno. È davvero uno dei modi più indiretti ma attivi per esprimere la mia personalità.
F.B: Ti piacerebbe creare un tuo brand di moda?
RM: Beh, la moda non mi ispira tanto quanto fa l'arte, da quando mi ci sono appassionato.
F.B: L'arrivo di Frieze Seoul, l'anno scorso, ha elevato il prestigio della Corea, dimostrando che non sono solo il K-Pop o i K-drama, ma anche la scena artistica coreana ad attrarre l'attenzione globale. E la tua visita alla fiera ha generato più entusiasmo di quanto avrebbe potuto fare la stampa da sola. So che hai iniziato a collezionare opere d'arte fin dal 2018, ma sono rimasta comunque molto colpita quando [*il gallerista] Thaddaeus Ropac mi ha detto quanta influenza hai tra i/le giovani collezionistə. Dice che moltə giovani collezionistə coreanə come te hanno abbracciato la causa artistica, spendendo conoscenze e passione a beneficio di una vasta gamma di artistə appartenenti ai periodi più disparati. E ha anche detto che non aveva mai visto nulla del genere in altri paesi.
Perché collezioni opere d'arte?
RM:Durante i nostri tour mondiali, ho sviluppato una certa passione per i musei e le opere pittoriche che avevo studiato a scuola. Ma poi ho avuto questa realizzazione: certo, conoscevo Monet e Van Gogh, ma non sapevo nulla degli artisti coreani. Ora amo particolarmente l'arte coreana moderna e contemporanea. Questi artisti erano impegnati a spremere vernice sulle loro tavolozze persino durante l'occupazione giapponese e la guerra di Corea. Mi conforta sapere che le difficoltà e le prove che devo affrontare nella mia vita non sono nulla, rispetto a ciò che hanno vissuto loro. Per loro era questione di vita o di morte.
Ma credo la gente, in un certo senso, abbia una concezione sbagliata di me. Ad esempio, non mi piacciono proprio tutti gli artisti della Dansackhwa [la corrente pittorica monocromatica nata in Corea negli anni '50, nel tentativo di accettare ed incorporare le influenze del modernismo occidentale nella cultura coreana]. Yun Hyong-keun è l'unico che ammiro effettivamente. E non credo sia possibile trovare legami concreti e farli ricadere tutti in una stessa categoria. In un certo senso, la Dansackhwa è un po' come l'etichetta 'K' o il K-Pop.
Sono andato a trovare moltə dei/lle galleristə storici/che e le famiglie degli artisti per capire ed imparare di più. Rispetto il fatto che questi artisti fossero buoni compagni d'arme, tra loro, a dispetto delle differenze che potevano esserci e nonostante fosse considerato ridicolo che dei coreani si dedicassero all'arte astratta d'impronta occidentale, ma ci sono anche stati molti contrasti all'interno della loro cerchia.
F.B: Ho saputo da un/'altrə collezionista che recentemente hai iniziato ad interessarti anche all'arte coreana antica. Come mai?
RM: Mi incuriosiva scoprire quali fossero le influenze degli artisti che ammiro, quindi mi è venuto naturale spostare la mia attenzione sull'arte antica. Il modo più semplice per imparare a conoscere l'arte antica, è spendervi soldi, continuare ad osservarla e toccarla, cercando di capirne la struttura e la forma. Preso dalla cosa, mi è capitato anche di comprare un falso. O almeno credo, me l'hanno detto dei professori e studiosi – che sono ben più esperti del sottoscritto, in questo – Ma anche se è un falso, non importa. Fa sempre parte di questo processo di conoscenza, io pago per imparare. Ormai sono dentro, non posso tirarmi indietro.
Toccando con mano questi oggetti ossidati, queste opere che hanno visto giorni migliori, mi sembra quasi che un po' della loro anima entri a far parte di me.
I pittori più famosi dell'epoca Joseon [1392 – 1897], come Gyeomjae, Danwon, Chusa e Neunghokwan, hanno avuto vite e traiettorie esperienziali piuttosto diverse tra loro. Alcuni erano pittori di corte, altri sono diventati ritrattisti per l'aristocrazia e altri ancora hanno rinunciato a tutto e si sono trasferiti in campagna dove cercavano di dar forma ai loro pensieri, dipingendo pini. Trovo tutto questo così affascinante.. perché sembra quasi ciò che ho di fronte sia la risposta a come dovrei vivere io in quanto artista.
F.B: Cosa puoi dirci del nuovo progetto cui stai lavorando?
RM: Sostanzialmente, ho preso la direzione opposta rispetto ad Indigo. Ma non è solo leggero e divertente. La gente mi vede e pensa che io sia una persona molto seriosa, dolce e garbata, ma non sono solo quello. Ho anche molti lati decisamente meno seri. Mi piace molto far ridere la gente.
⠸ Ita : © Seoul_ItalyBTS | Scan Eng : © jungkkyu ; © loopsofnj
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Clara Immerwahr
Sono convinta che la vita valga la pena di essere vissuta solo se si fa pieno uso delle proprie capacità e si cerca di godere di ogni tipo di esperienza che l’esistenza umana ha da offrire.
Clara Immerwahr è stata la prima donna a ottenere un dottorato in chimica in Germania, pacifista durante la Grande Guerra e attivista per i diritti delle donne in una società che considerava superflua l’educazione femminile, è stata una scienziata appassionata a cui la mentalità del tempo e un marito egocentrico e indifferente, il premio Nobel Fritz Haber, l’inventore dei gas asfissianti, hanno impedito di esprimersi appieno.
Profondamente sconvolta e in dissenso col lavoro del coniuge sulle armi chimiche, si è sparata un colpo al petto a 44 anni, spirando tra le braccia del figlio adolescente.
Nata in una famiglia ebrea il 21 giugno 1870 a Polkendorff, vicino Breslavia, in Polonia che, ai tempi, faceva parte della Prussia orientale, è stata istruita in casa perché nel villaggio la scuola era solo per i maschi. Dopo la morte della madre, si è trasferita col padre a Breslavia e ha potuto studiare in un istituto superiore femminile, manifestando una grande passione per la chimica.
Dopo il diploma, ha provato ad accedere all’Università che all’epoca non ammetteva studentesse. Grazie alla sua tenacia e al sostegno di un padre illuminato, a partire dal 1896, ha ottenuto il permesso di frequentare dei corsi come uditrice e a superare il difficile test di selezione per accedere ai corsi postuniversitari. Il 12 dicembre 1900, è stata la prima donna in Germania a conseguire, col massimo dei voti, il dottorato in chimica.
Ha lavorato come assistente del supervisore della sua tesi, Richard Abegg, che la stimava molto e con cui ha scritto alcuni articoli scientifici. Insieme hanno pubblicato uno studio sulla dissociazione del fluoruro d’argento e uno sulle emulsioni di bromuro d’argento.
Nell’agosto del 1901 ha sposato Fritz Haber, chimico conosciuto per il suo lavoro sulla sintesi dell’ammoniaca, che ne ha sfruttato le capacità e conoscenze, trasformandola in una sorta di segretaria. Le ha fatto tradurre i suoi testi in inglese e, nonostante, fosse stata coautrice di un libro tratto dalle sue lezioni, il suo nome compare solo nella dedica.
Quando nel 1902 è diventata madre, il marito le ha intimato di mollare le sue ricerche per dedicarsi esclusivamente alle faccende domestiche e alla crescita del bambino. La donna ha iniziato a creare progetti come attivista per i diritti delle donne, tenendo un corso chiamato “Fisica e Chimica in famiglia” in diversi istituti femminili per sensibilizzare le ragazze sulle ambizioni e sul ruolo da occupare nella società, spingendole alla passione per la scienza e alla ricerca di una propria indipendenza.
Relegata al ruolo di moglie di un uomo ambizioso e concentrato esclusivamente sulla sua carriera, quando, nel 1902, è diventata madre, le sue ambizioni di ricerca sono state totalmente disilluse. Il ruolo di “consorte del professore”, con funzioni di rappresentanza e accudimento, le procurarono una profonda depressione, mentre, allo stesso tempo, decollava la carriera del marito, che aveva trovato il modo di ottenere l’ammoniaca a livello industriale.
Convinto sostenitore degli sforzi militari tedeschi, durante la prima guerra mondiale, ha ottenuto l’incarico di consulente scientifico presso il Ministero della Guerra, dove ha svolto un ruolo cruciale nella decisione di utilizzare i gas tossici sul fronte. Ha progettato e supervisionato la prima arma chimica di distruzione di massa della storia. Il 22 aprile 1915, nella cittadina belga di Ypres, i tedeschi hanno rilasciato quasi 170 tonnellate di un gas a base di cloro che colpisce i polmoni e gli occhi, causando cecità e problemi respiratori. Nell’arco di dieci minuti sono morte circa 5.000 persone.
Clara Immerwahr si è scagliata apertamente contro l’attività del marito, che definiva “una perversione degli ideali della scienza” e “un segno di barbarie, che corrompe in modo irreparabile una disciplina il cui scopo dovrebbe essere unicamente quello di elaborare e proporre nuove idee”.
Il 2 maggio 1915, quando questi è rientrato a Berlino per festeggiare il successo ottenuto in Belgio, dopo una furiosa litigata, la donna si è uccisa sparandosi un colpo al cuore con una delle pistole del marito che, il giorno dopo, è ripartito per supervisionare il primo attacco con i gas contro i russi sul fronte orientale, senza nemmeno partecipare al funerale della moglie. Prima di compiere quel gesto estremo, aveva scritto alcune lettere, andate subito distrutte, e non c’è prova che ci sia stata un’autopsia, di fatto la sua morte è avvolta nel mistero.
Tre anni dopo, nel 1918, Haber ha ricevuto il premio Nobel per la chimica per i suoi lavori sulla sintesi dell’ammoniaca.
Lo zelo nell’industria bellica lo aveva portato a produrre anche lo Zyklon, un agente fumigante che sarebbe stato usato ad Auschwitz. Ironia della sorte, essendo ebreo, non è stato risparmiato dalle leggi razziali naziste. Costretto all’esilio in Svizzera, è morto d’infarto a Basilea nel 1934.
Il loro unico figlio, Hermann Haber, è morto suicida nel 1946, alla stessa età della madre.
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Missile russo a Kostiantynivka, ferite 3 persone e 1 bambino
Le forze di occupazione russe hanno colpito la città di Kostiantynivka, nell’Oblast’ di Donetsk, con il sistema missilistico Iskander, ferendo 4 persone, tra cui un bambino di 9 anni. Le truppe russe hanno colpito un’area residenziale. Nell’esplosione sono rimasti feriti quattro civili: una bambina di 9 anni e sua madre di 44, una donna di 64 anni e suo figlio di 41. Ai feriti sono state…
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