#Arturo Cirillo
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Fotografia di scena Cyrano De Bergerac di Edmond Rostand al Teatro Petrarca di Arezzo adattamento e regia Arturo Cirillo
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Mario Perrotta porta in scena a Città di Castello e a Magione il suo spettacolo "Dei Figli" Sabato 16 marzo alle 20.45 al Teatro degli Illuminati di Città di Castello e domenica 17 marzo alle 18 al Teatro Mengoni di Magione, l'attore e dramma...
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Apre giovedì 26 ottobre la Stagione di Teatro Danza e Musical di Ancona
Apre giovedì 26 ottobre la Stagione di Teatro Danza e Musical di Ancona. Il cartellone alle Muse propone 21 titoli per 52 repliche da ottobre 2023 ad aprile 2024 tra grandi nomi, classici, testi contemporanei, compagnie di danza italiane e internazionali, musical tra i più premiati e rappresentati. Tra i protagonisti: Arturo Cirillo, Chiara Francini e Alessandro Federico, Anna Bonaiuto, Filippo Dini, Manuela Mandracchia, Alessandro Haber, Carrozzeria Orfeo, Massimo Lopez e Tullio Solenghi, Amanda Sandrelli e Gigio Alberti, Ugo Dighero e Mariangeles Torres, Andrea Pennacchi, Francesco Pannofino; poi ancora Arturo Brachetti e Diana Del Bufalo, Katia Follesa e Angelo Pisano, Roberto Ciufoli, Giò di Tonno, Max Angioni, il Balletto di Milano, il Circus-Theatre Elysium, Emanuel Gat Dance, Kor’sia e Sosta Palmizi. Tra i fuori abbonamento spiccano i musical Cabaret!, Peter Pan, Saranno Famosi-Fame e Christmas Carol. In cartellone anche due produzioni di Marche Teatro che provano in città e debuttano in prima nazionale ad Ancona per poi affrontare lunghe tournée nei più bei teatri italiani: Ferdinando di Annibale Ruccello con e regia di Arturo Cirillo (26/29 ottobre) e il nuovo spettacolo di Carrozzeria Orfeo Salveremo il mondo prima dell’alba (11/ 14 gennaio). Apre il programma Arturo Cirillo che porta in scena Ferdinando, capolavoro della drammaturgia di Annibale Ruccello (1956-1986). Con questo allestimento, Arturo Cirillo, dopo le fortunate prove dello stesso autore Le cinque rose di Jennifer e L’ereditiera (Premio Ubu), firma un altro classico e allo stesso tempo contemporaneo capolavoro. L’artista ha provato ad Ancona dove debutta dal 26 al 29 ottobre al Teatro delle Muse in prima nazionale, aprendo la Stagione Teatrale 2023 2024. In scena vedremo: Sabrina Scuccimarra (Donna Clotilde), Anna Rita Vitolo (Donna Gesualda), Arturo Cirillo (Don Catello), Riccardo Ciccarelli (Ferdinando), le scene sono di Dario Gessati, i costumi di Gianluca Falaschi, le musiche di Francesco De Melis, le luci di Paolo Manti, regia Arturo Cirillo, regista collaboratore Roberto Capasso, assistente alla regia Luciano Dell’Aglio. La produzione è di Marche Teatro in coproduzione con Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini. Dopo le date di debutto ad Ancona, Marche Teatro porterà lo spettacolo in scena a dall’1 a 5 novembre a Roma al Teatro Parioli, da 7 a 12 novembre Prato, Teatro Metastasio, 14 novembre Vigone (To), Baudi di Selve, 15 novembre Tortona al Teatro Civico, da 16 a 19 novembre sarà in scena a Milano al Teatro Carcano, poi ancora da 21 a 26 novembre al Teatro Gobetti di Torino, il 28 e 29 novembre a Sarzana al Teatro Impavidi, il 30 novembre a Follonica al Teatro Fonderia Leopolda, dall’1 a 3 dicembre a Monza al Teatro Manzoni, il 5 e 6 dicembre Oleggio al Teatro Civico, poi ancora dall’8 al 17 dicembre al Teatro Bellini di Napoli, il 9 gennaio 2024 al Teatro Feronia di San Severino Marche, dall’11 a 14 gennaio a Genova al Teatro Duse, e lo spettacolo chiude il primo anno di tournée il 16 e 17 gennaio al Teatro Fusco di Taranto. Agosto 1870: il Regno delle Due Sicilie è caduto e la baronessa borbonica Donna Clotilde nella sua villa vesuviana si è “ammalata” di disprezzo per il re sabaudo e per l’Italia piccolo-borghese nata dalla recente unificazione. A fare da infermiera all’ipocondriaca nobildonna è Gesualda, cugina povera e inacidita dal nubilato, ma segreta amante di Don Catellino, prete di famiglia corrotto e vizioso. I giorni passano tutti uguali, tra pasticche, decotti, rancori e bugie. A sconvolgere lo stagnante equilibrio domestico è l’arrivo di un sedicenne dalla sensuale bellezza che, rimasto orfano, viene mandato a vivere da Donna Clotilde, di cui risulta essere un lontano nipote. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, riaccendendo passioni sopite e smascherando vecchi delitti. Ma chi è davvero Ferdinando? Dalle note di regia di Arturo Cirillo: Logica ed inconsueta, allo stesso tempo, mi appare la mia decisione di portare in scena Ferdinando di Annibale Ruccello. Logica perché riconosco in Ruccello un mio autore, un autore sul quale sono tornato più volte, e con spettacoli per me importanti. Ma la scelta mi appare anche inconsueta, poiché per me Ferdinando è sempre stato legato allo spettacolo che curò l'autore stesso (nonché primo interprete del ruolo di Don Catellino), che ha girato per molti anni tutta l'Italia avvalendosi della grande interpretazione di Isa Danieli. Inoltre per me il testo è sempre apparso molto diverso da tutti gli altri di Ruccello, un testo più realistico, storico, un dramma con una struttura classica. Il desiderio per un inafferrabile adolescente, nato da un inconsolabile bisogno d'amore, matura nella mente di tre personaggi disperati (Donna Clotilde, Donna Gesualda e Don Catello), prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall'abitudine. Allora tutto l'aspetto storico mi è apparso una finzione, un teatro della crudeltà mascherato da dramma borghese, in cui anche la lingua, il fantomatico napoletano in cui si sostanzia Donna Clotilde, è esso stesso lingua di scena, lingua di rappresentazione, non meno del tanto "schifato" italiano. Una scena composta da un unico grande drappo che scende dall'alto e contiene il luogo dell'azione, un luogo claustrofobico in cui convivono tutti i personaggi, che vediamo spogliarsi, rivestirsi, incontrarsi (come in un film di Luis Bunuel). Personaggi rinchiusi in abiti scuri, monacali e preteschi, per devozione o lutto, ma forse solo per difesa. Illuminati da luci rivelatrici, come in un miracolo pagano, dove l'intimità delle note di un pianoforte convivono con quelle sontuose e barocche di un organo. Poi c'è Ferdinando, ragazzino normale di un tempo presente, portatore solo del proprio corpo giovane sul quale gli altri tre personaggi, di questo quartetto, disegnano le proprie visioni e i propri desideri. Trascendendo dalla persona in sé, come spesso avviene nell'innamoramento, si ingannano e si lasciano ingannare. Dopo gli resta solo la constatazione del proprio fallimento e della propria folle e disperata solitudine, in un luogo spettrale abitato dai morti e dai ricordi. Mi pare che con Ferdinando, ancora una volta e ancora di più, Ruccello faccia fuori i generi, sessuali e spettacolari, per mettere in scena l’ambiguo e il sortilegio Biglietteria 071 52525 [email protected] e su www.vivaticket.com L’attività di MARCHE TEATRO_Teatro di Rilevante Interesse Culturale è sostenuta da Comune di Ancona/Assessorato alla Cultura, Regione Marche/Assessorato alla Cultura, Ministero della Cultura, Camera di Commercio delle Marche in collaborazione con gli sponsor: Frittelli Maritime Group e Banco Marchigiano.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Weekend a teatro tra Cyrano, Cechov e Lisistrata - Teatro
Dal Cyrano in teatro-canzone di Arturo Cirillo alla Lisistrata contro la guerra di Amanda Sandrelli, fino a Renato Carpentieri e quell’ossessione di un attore per il Teatro. Sono alcuni degli appuntamenti teatrali in scena nel prossimo weekend. MILANO – Dopo “Orgoglio e pregiudizio”, Arturo Cirillo sceglie il “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand e, a trentacinque anni dal musical con le…
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Weekend a teatro tra Cyrano, Cechov e Lisistrata
(ANSA) – ROMA, 08 FEB – Dal “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand che Arturo Cirillo trasforma in teatro-canzone, tra le note di Edith Piaf e Fiorenzo Carpi, a Milano; a Renato Carpentieri e quell’ossessione per il Teatro ne “La stoffa dei sogni” che Massimiliano Civica dirige dal testo di Armando Pirozzi, a Roma. E poi la “Lisistrata” di Aristofane, manifesto femminista ma anche inno contro la…
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Il mio servizio sullo spettacolo "Orgoglio e pregiudizio" diretto e interpretato da Arturo Cirillo
#teatro#Teatro pubblico pugliese#orgoglio e pregiudizio#jane austen#pride and prejudice#foggia#arturo cirillo#teatro nazionale napoli#teatro delle marche
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Venerdì 21 febbraio, alle ore 19, presso gli spazi dell’ Atelier Alifuoco, a Napoli, inaugura la mostra di Metastasi#1, progetto artistico in forma di libro che vede il coinvolgimento di figure provenienti da svariati ambiti.
Succede che una cellula trovandosi in difficoltà, altera il suo patrimonio genetico e tenta di sopravvivere attraverso un processo di disseminazione. In un inspiegabile slancio autodistruttivo, porta il corpo da cui trae nutrimento al completo disfacimento. Ogni nuova metastasi è contemporaneamente un’ulteriore fonte di vita e un passo verso la fine, desiderio di espansione e finitudine. Metastasi vuole assecondare questo andamento: non possiamo prevedere fin dove si allungheranno le sue estremità. Metastasi è un progetto artistico che, sulla base di combinazioni accidentali, si rimodula di volta in volta. Metastasi#1 è interamente dedicato al tema del manifesto (politico, estetico, programmatico, artistico, ironico, dissacrante, ideologico, dogmatico, potenziale) e si propone di affiancare visioni e interpretazioni testuali e iconiche alle tipologie “storiche” di manifesto formulato per assiomi, dichiarazioni assolute e affermazioni escludenti. Metastasi#1 è una raccolta di fraintendimenti del concetto di manifesto e tentativi di giocare con un linguaggio che nel ‘900 ha trovato largo utilizzo e fortuna. Metastasi#1 si manifesta il 21 febbraio 2020 negli spazi dell’Atelier Alifuoco, a Napoli per terminare nella stessa serata. Metastasi#1 raccoglie gli interventi: Alessandro Armento, Chiara Arturo e Cristina Cusani, Luciana Berti, Black Napkin, Samuele Canestrari, Alessandro Coccorullo e Lorenza Langella, Marco Donisi, Simone Esposito, Gallerista Anonimo, Bogdan Hanganu, Ilfilodipartenope, Danilo Manzi, Viviana Marchiò, Vittoria Piscitelli, Calixto Ramirez Correa, Iacopo Seri, Mario Francesco Simeone, Emilio Visconti. Si ringraziano: Marco De Luca, Simone Foresta, Sofia Lobakina, Marco Mancini, MariaTeresa Palladino, Francesco Maria Sabatini, Lucia Schettino.
INFO
METASTASI #1 a cura di Alessandro Armento e Viviana Marchiò 21 febbraio 2020 h.19:00 Atelier Alifuoco Via Domenico Cirillo 18 Napoli
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Teatro Eliseo / Piccolo Eliseo di Roma. Cartellone teatrale 2017/2018
Teatro Eliseo / Piccolo Eliseo di Roma. Cartellone teatrale 2017/2018
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#Aldo Ottobrino#Alessandra Serra#Alessandro Federico#Alessandro Maggi#Alessandro Preziosi#Alessandro Tedeschi#Alessio Genghi#Alfredo Arias#Ambra Angiolini#Andrea Di Casa#Andrea Renzi#Andrée Ruth Shammah#Angela Ciaburri#Angela Pagano#Anna Teresa Rossini#Antimo Casertano#Armando Pugliese#Arnold Wesker#Arturo Cirillo#Aurora Peres#Beatrice Schiros#Carlo Caracciolo#Carlo Geltrude#Carmelo Rifici#Carmine Amoroso#Carrozzeria Orfeo#Chiara Baffi#Claudio Fava#Danilo Nigrelli#David Mamet
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Capri, mito infinito: dalle Sirene di Ulisse a Curzio Malaparte, da Pablo Neruda a Lenin, Churchill e Marinetti. Viaggio con scorta di libri (e molteplici occhi)
Quel genio futurista di Filippo Tommaso Marinetti voleva metterci un ascensore, sui faraglioni. E poi un bar lì, in cima. Il 14 luglio del 1914, su «Lacerba», aveva pubblicato il Manifesto dell’architettura futurista: “gli ascensori devono inerpicarsi, come serpenti di ferro e di vetro”. Forse non sarebbe stata una cattiva idea, mi suggerisce Luca, un mio amico architetto, in fuga anche lui, come me, sull’isola di Capri. Arrivare qui è già un miracolo, visto che persino il Frecciarossa fa ritardo, e l’ultimo aliscafo in partenza per l’isola è alle 20. Ma se c’è vento forte e il mare grosso, l’isola torna ad essere irraggiungibile. Un miraggio. Con i suoi faraglioni, privi di ascensore. Arrivarci resta un’avventura, come un tempo. E come racconta Jamie James nel libro, appena uscito in America, Pagan Light. Dreams of Freedom and Beauty in Capri (Farrar, Straus and Giroux, ancora inedito in Italia) che un amico mi suggerisce di leggere. Goethe tentò di visitarla nel 1787. “La promessa della libertà ha portato con sé la fantasia del piacere senza limiti” si legge. Ma certo, l’isola è ancora un simbolo di libertà, di amori sregolati (pure il marchese de Sade è passato di qui), ma anche di turismo di massa e lusso sfrenato. Basta allontanarsi dalla pazza folla e si aprono squarci di bellezza da togliere il fiato. Anzi, da uccidere.
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Nel libro di Jamie James, si parla di Norman Douglas e ancora prima, soprattutto, degli imperatori romani, da Giulio Cesare a Tiberio, passando per Ottaviano Augusto (l’ombra della sua morte che si allunga sui suoi ultimi giorni di villeggiatura sull’isola). Dalla residenza di Tiberio (che costruì diverse ville imperiali), Villa Jovis, costruita intorno al I secolo, si può gettare un ultimo sguardo al “salto di Tiberio”. Una bellezza che corteggia istinti da cupio dissolvi. Un salto di oltre duecentonovanta metri, a strapiombo sul mare: l’imperatore romano, secondo la leggenda, da qui gettava ospiti indesiderati e, forse, amanti non più graditi. Il vento sferza potente su questo punto roccioso che scorge il mare da tutte le parti, sembra difficile resistere al fascino dell’altezza. Guardare giù è già precipitare. Mentre osservi, da sopra, incerto, il volo dei gabbiani, il loro grido. Questa bellezza, così rischiosa da essere temeraria. Ma, primo in ordine cronologico, Omero parlò di Capri, quando scrisse delle sirene di Odisseo. Il canto di queste magnifiche assassine, donne-uccello dal verso che affascina, forse vivevano qui, sugli scogli di Marina Piccola, da dove puoi guardare quegli scogli da cartolina: Stella, Saetta e Scopolo. I nomi dei faraglioni. Quanti sguardi si saranno posati su di loro? “Vi sbarcai in inverno. La veste di zaffiro l’isola custodiva ai suoi piedi, e nuda sorgeva nel suo vapore di cattedrale marina”, scrive Pablo Neruda nella Chioma di Capri: era sbarcato anche lui qui, nell’inverno del 1952. Col basco in testa e in bocca la pipa, accanto a Matilde, la sua amante dai capelli rossi, sorridente e silenziosa (lui era sposato da sedici anni con Delia del Carril, la seconda moglie) e, insieme a loro, il cagnolino Nyon (Teresa Cirillo Sirri li descrive in Neruda a Capri. Sogno di un’isola, La Conchiglia). Mano nella mano, si vedevano i due amanti passeggiare per il mare o camminare verso il monte Solaro. Ospiti dell’ingegnere e naturalista Edwin Cerio, vivevano nella “Casa di Arturo”. Lei era cantante, Matilde Urrutia e lui, dal 1949, in esilio dal Cile, si vedevano bere il caffè in Piazzetta. Pare che un’anziana sarta dell’isola avesse cucito, con fili dorati, appositamente per Matilde, un abito a righe verdi e nere. Lei, la musa di Neruda, cucinava piatti cileni di pesce, con cipolle e olive e l’anatra all’arancia. Per lei, il poeta cileno scrisse Los versos del Capitán e Las uvas y el viento. Sembra che scrivesse con inchiostri diversi, a tutte le ore del giorno e della notte, su foglietti diversi che Matilde collezionava. La casa decorata con fiori di campo e rami di ginestre. Lui, nonostante fosse già impegnato, voleva sposarla. Aveva fatto incidere un anello con questa scritta: “Capri, 3 maggio 1952. El tuo Capitán”.
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In questo quadro idillico che ispirò Troisi per Il postino, c’era anche una domestica, da Neruda chiamata Olivito (perché assomigliava ad una piccola oliva) che si lamentava dei due ospiti disordinati e selvaggi. Imboccando la via Tragara, restano i suoi versi incisi sulla roccia: “Capri – reina de roca/en tu vestido/ de color amaranto y azucena/ vivi desarrollando/ la dicha y el dolor . la vin allena/ de radiantes racimos/ que conquisté en la tierra” (“Capri, regina di roccia/ nella tua veste/color giglio e amaranto/ vissi sviluppando/ la fortuna e il dolore, la vigna piena/ di grappoli radiosi/ che conquistai sulla terra”). Innamorato. Ma non solo Neruda. Gli scrittori sull’isola di Capri non si contano. E non solo scrittori. Alle spalle della Piazzetta, lungo il percorso che porta alla Villa Jovis, c’è una casa rossa, di un rosso pompeiano con un’epigrafe che ricorda: qui visse e lavorò dal marzo 1909 al febbraio 1911 lo scrittore russo Maksim Gor’kij e, nel 1910, “dimorò Vladimir Lenin fondatore dello Stato Sovietico”. Sull’isola del dolce far niente, “Apragopoli” come veniva chiamata, qualcuno riesce a lavorare. La figlia del duce, Edda Ciano, e suo marito erano venuti a Capri in luna di miele, nell’albergo più esclusivo dell’isola. Italo Balbo atterrava con l’idrovolante e passava di qui anche Bruno Bottai. Oltre a Moravia e alla moglie Elsa Morante (che a Procida, l’isola sorella di Capri, aveva ambientato appunto L’isola di Arturo), viveva appartato nella sua villa Alberto Albertini, il cofondatore del «Corriere della Sera». Giovanni Amendola e molti ebrei tedeschi e austriaci in fuga dalle leggi razziali trovarono riparo qui, gli scrittori Franz Werfel e Stefan Zweig. Ma l’isola piaceva anche ai gerarchi nazisti, come Goering e Rudolf Hess appassionato di un famoso cantante caprese, Scarola. Proseguendo per la via Tragara si arriva al Belvedere e all’hotel omonimo, secondo quanto riporta l’iscrizione incisa sulla facciata, progettato dall’architetto Le Corbusier, secondo le mie fonti capresi, progettato e costruito dall’imprenditore Vismara originario di Induno Olona, in provincia di Varese. In questo edificio color ruggine, sede del Comando Americano, durante la Seconda Guerra Mondiale soggiornò il generale Eisenhower, futuro presidente USA e Winston Churchill. Ma più poeticamente ne scrisse la grande poetessa Ada Negri, nel 1923: “Viandante, se vai fino a Punta Tragara,/ argentea d’ulivi,/ prendi a sinistra un viottolo a scaglioni nel sasso./ Aspro; ma verso il mare tutto oro di folli/ranuncoli./ Verso il monte tutto ombre di mirti, e pensoso amaranto di cardi./ Ti condurrà alla casa che risponde, marmoreo/ silenzio ai silenzi dell’aria”.
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Proseguendo lungo questo sentiero, la visione dei faraglioni è potente, immediata, sono così vicini da togliere il fiato. Il sentiero conduce quindi alla casa più affascinante dell’isola, Villa Malaparte, concepita e costruita da Curzio Malaparte, su Punta Massullo. Lo stesso Malaparte (pseudonimo di Kurt Erich Suckert) che aveva dato di Napoli, un potente affresco ai limiti della putrefazione, nel viaggio allucinato e infernale di La pelle, il romanzo scandalo, pubblicato nel 1949, aveva scelto l’isola più bella del golfo di Napoli. E la casa, progettata interamente da lui, non aperta ai visitatori, è un sogno di bellezza, costruita sul promontorio roccioso, come un enorme mattone, che ride delle tempeste e resiste negli occhi con quel suo sguardo che saluta i marinai. Il camino ha per fondo un vetro: quando era in casa, lo scrittore accendeva le fiamme, che si vedevano dal mare. Quando il mare è in tempesta, le onde lambiscono la casa, “La casa come me”. Quando parto dall’isola, l’isola torna ad essere un’isola: hanno cancellato gli aliscafi. Il mare è grosso. Non resta che prendere l’ultima corsa per Sorrento, costeggiando la terraferma. Villa Malaparte diventa un puntino rosso scuro in mezzo al mare, negli occhi lo sguardo dell’isola si allontana, come un miraggio, “una meringa”, qualcosa che non esiste più, se solo esce dagli occhi. Senti soltanto le onde. I faraglioni sono scomparsi. Ti chiedi se non sia solo un sogno. E ti torna alla mente l’ultima pagina dell’isola di Arturo, anche se l’isola che scompare è Capri: “Preferisco fingere che non sia esistita. Perciò, fino al momento che non se ne vede più niente, sarà meglio che non guardi là. Tu avvisami, a quel momento. (…) Intorno alla nostra nave, la marina era tutta uniforme, sconfinata come un oceano. L’isola non si vedeva più”.
Linda Terziroli
*In copertina: Pablo Neruda, tra gli illustri ospiti di Capri
L'articolo Capri, mito infinito: dalle Sirene di Ulisse a Curzio Malaparte, da Pablo Neruda a Lenin, Churchill e Marinetti. Viaggio con scorta di libri (e molteplici occhi) proviene da Pangea.
from pangea.news http://bit.ly/2Ikob9G
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Lo spettacolo di Arturo Cirillo, assieme alla sua compagnia si preannuncia sorprendente, lontano da ogni visione consolidata della storia delle sorelle Bennet
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#Ancona con #MarcheTeatro è riconosciuta a livello nazionale per la produzione di spettacoli. Tanti gli artisti prodotti negli anni, Carlo Cecchi, Arturo Cirillo, Marco Baliani, Alessandro Sciarroni, Lino Musella e ora Filippo Timi con Lucia Mascino. In scena in tutt'Italia, a Roma Milano Napoli Venezia. Con Sciarroni anche molto all’estero. MT riconosciuta come una delle realtà più interessanti del panorama italiano ...😊 (presso Ancona, Italy) https://www.instagram.com/p/CFjV4lJpzob/?igshid=1y0618j7okjm2
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Dal 16 al 19 novembre in scena Ferdinando di Annibale Ruccello, diretto e interpretato da Arturo Cirillo
Dal 16 al 19 novembre in scena Ferdinando di Annibale Ruccello, diretto e interpretato da Arturo Cirillo. Milano. Dopo le fortunate prove dello stesso autore Le cinque rose di Jennifer e L’ereditiera (Premio Ubu), Arturo Cirillo firma un altro classico e allo stesso tempo contemporaneo capolavoro. La vita della baronessa Donna Clotilde è sconvolta dall’arrivo di un sedicenne dalla bellezza efebica. Sarà lui a riaccendere passioni sopite e smascherare vecchi delitti.. Segnaliamo che le Edizioni di Storia e Letteratura, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, stanno pubblicando l'edizione critica delle opere teatrali del drammaturgo napoletano Annibale Ruccello. Sono stati pubblicati i primi due titoli, Notturno di donna con ospiti e Le cinque rose di Jennifer, e nel 2024 sarà pubblicato Ferdinando. Tutti i dettagli e possibilità di acquisto sul sito www.storiaeletteratura.it NOTE DI REGIA Logica ed inconsueta, allo stesso tempo, mi appare la mia decisione di portare in scena "Ferdinando" di Annibale Ruccello. Logica perché riconosco in Ruccello un mio autore, un autore sul quale sono tornato più volte, e con spettacoli per me importanti. Ma la scelta mi appare anche inconsueta, poiché per me "Ferdinando" è sempre stato legato allo spettacolo che curò l'autore stesso (nonché primo interprete del ruolo di Don Catellino), che ha girato per molti anni tutta l'Italia avvalendosi della grande interpretazione di Isa Danieli. Inoltre per me il testo è sempre apparso molto diverso da tutti gli altri di Ruccello, un testo più realistico, storico, un dramma con una struttura classica. Il desiderio per un inafferrabile adolescente, nato da un inconsolabile bisogno d'amore, matura nella mente di tre personaggi disperati (Donna Clotilde, Donna Gesualda e Don Catello), prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall'abitudine. Allora tutto l'aspetto storico mi è apparso una finzione, un teatro della crudeltà mascherato da dramma borghese, in cui anche la lingua, il fantomatico napoletano in cui si sostanzia Donna Clotilde, è esso stesso lingua di scena, lingua di rappresentazione, non meno del tanto "schifato" italiano. Una scena composta da un unico grande drappo che scende dall'alto e contiene il luogo dell'azione, un luogo claustrofobico in cui convivono tutti i personaggi, che vediamo spogliarsi, rivestirsi, incontrarsi (come in un film di Luis Bunuel). Personaggi rinchiusi in abiti scuri, monacali e preteschi, per devozione o lutto, ma forse solo per difesa. Illuminati da luci rivelatrici, come in un miracolo pagano, dove l'intimità delle note di un pianoforte convivono con quelle sontuose e barocche di un organo. Poi c'è Ferdinando, ragazzino normale di un tempo presente, portatore solo del proprio corpo giovane sul quale gli altri tre personaggi, di questo quartetto, disegnano le proprie visioni e i propri desideri. Trascendendo dalla persona in sé, come spesso avviene nell'innamoramento, si ingannano e si lasciano ingannare. Dopo gli resta solo la constatazione del proprio fallimento e della propria folle e disperata solitudine, in un luogo spettrale abitato dai morti e dai ricordi. Mi pare che con Ferdinando, ancora una volta e ancora di più, Ruccello faccia fuori i generi, sessuali e spettacolari, per mettere in scena l’ambiguo e il sortilegio -. Arturo Cirillo SCHEDA SPETTACOLO di Annibale Ruccello con Arturo Cirillo, Sabrina Scuccimarra, Anna Rita Vitolo, Riccardo Ciccarelli scene Dario Gessati costumi Gianluca Falaschi musiche Francesco De Melis regia Arturo Cirillo regista collaboratore Roberto Capasso produzione MARCHE TEATRO, Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellin Agosto 1870: il Regno delle Due Sicilie è caduto e la baronessa borbonica Donna Clotilde nella sua villa vesuviana si è “ammalata” di disprezzo per il re sabaudo e per l’Italia piccolo-borghese nata dalla recente unificazione. A fare da infermiera all’ipocondriaca nobildonna è Gesualda, cugina povera e inacidita dal nubilato, ma segreta amante di Don Catellino, prete di famiglia corrotto e vizioso. I giorni passano tutti uguali, tra pasticche, decotti, rancori e bugie. A sconvolgere lo stagnante equilibrio domestico è l’arrivo di un sedicenne dalla bellezza efebica che, rimasto orfano, viene mandato a vivere da Donna Clotilde, di cui risulta essere un lontano nipote. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, riaccendendo passioni sopite e smascherando vecchi delitti. Ma chi è davvero Ferdinando? DATE SPETTACOLO 16, 17, 18, 19 novembre Orari 16 e 17 ore 19.30 18 ore 20.30 19 ore 16.30 PREZZI Poltronissima Intero € 38,00 Ridotto under 30 / over 65 € 27,00 Ridotto under 18 € 19,00 Poltrona/balconata Intero € 27,00 Ridotto under 30 / over 65 € 24,50 Ridotto under 18 € 19,00 VENDITE ONLINE www.teatrocarcano.com... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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TEATRO SOCIALE DI CAMOGLI / TEATRI DEL PARADISO
STAGIONE 2019/20
(26 ottobre 2019 / 29 maggio 2020)
Inaugurazione sabato 26 ottobre con Nicola Piovani in “La musica è pericolosa – concertato”
“Un Teatro è la comunità dei cittadini che nel Teatro si riconosce, che del Teatro è attore protagonista e che in Teatro si racconta.” Sergio Maifredi – Sovrintendente e Direttore artistico – presenta la terza stagione del Teatro Sociale di Camogli come un viaggio “metaforico e reale” che artisti e pubblico devono percorrere insieme. E “se gli spettacoli sono la trama del percorso, i progetti ne sono l’ordito”. In queste parole c’è il cuore originale di un programma che, negli eventi firmati in prima persona dal direttore, prevede spesso la partecipazione attiva e creativa degli spettatori stessi e il coinvolgimento di tutto il territorio. Così è per il ciclo di incontri, teatro e musica dal vivo Capitani Coraggiosi (10 gennaio / 3 aprile) curato insieme a Gian Luca Favetto, con la partecipazione di Björn Larsson, Roberto Alinghieri (Il vecchio e il mare, con le musiche del premio Oscar Dimitri Tiomkin), Igor Chierici e Luca Cicolella (Ernest Shackleton l’eroe dei mari) e Massimo Minella (La Leggenda del Rex. Dal Nastro Azzurro A Fellini): un omaggio alla letteratura del mare da Melville a Hemingway, e ai naviganti che hanno fatto la storia della città e voluto nell’800 la costruzione del suo Teatro. Anche gli appuntamenti di Insieme a Teatro dedicati alle famiglie con Le Avventure di Pinocchio (26 gennaio / 29 marzo) il capolavoro di Collodi in sei puntate di lettura e disegno con Andrea Nicolini e Andrea Musso nascono con questo spirito, fino al ritorno del musical tout public Esopo Opera Rock (1 marzo) creato da Sergio Maifredi vent’anni fa ed ancora in scena ininterrottamente. In chiusura di Stagione (29 maggio 2020) sarà in scena Camogli><Gamiloc/ Atlante del Gran Kan – Autobiografie di una città, per raccontare l’identità del luogo grazie alla testimonianza viva degli abitanti, in un progetto che Maifredi e Favetto hanno già sperimentato con successo a Sori, Enna e Tirana, e che ora vedrà per la prima volta protagonisti i cittadini di Camogli.
Da questa attenzione particolare al territorio e alla comunità che lo abita – condivisa dalla Presidente Farida Simonetti e da tutto il consiglio di amministrazione – è nato il progetto “Teatri del Paradiso”, creato da Fondazione Teatro Sociale di Camogli e Teatro Pubblico Ligure per promuovere le stagioni – dirette da Sergio Maifredi – di Teatro Sociale di Camogli, Sori Teatro e Pieve Ligure Scali a Mare Art Festival, a cui hanno aderito i Comuni di Camogli, Recco, Sori, Pieve Ligure e Bogliasco. 5 palcoscenici per un totale di 1.500 posti a sedere nel Golfo Paradiso, situato nella più ampia area geografica che va da Sestri Levante a Genova e che supera i 135.000 abitanti. Al centro di tutto il pubblico.
Il cartellone del Teatro Sociale di Camogli sarà inaugurato ufficialmente sabato 26 ottobre dal premio Oscar Nicola Piovani in La musica è pericolosa, un viaggio in musica, parole e immagini che percorre le tappe della sua carriera cinematografica e teatrale al fianco di alcuni tra i più grandi artisti italiani. Si prosegue con un programma che va dalla musica classica e moderna alla prosa, dalla lirica alla danza. “Perché una stagione teatrale è un racconto, rivolto ad uno spettatore ideale che, pezzo dopo pezzo, componga le tessere del mosaico, scoprendone il senso”, scrive ancora Maifredi. Ma anche, nelle parole di Farida Simonetti, specchio di interessi diversi, rivolto a “un pubblico di cui si vogliono soddisfare le attese, così da essere un Teatro capace di attrazione forte, punto di riferimento per molti.”
La scelta si muove tra classico e contemporaneo, spesso riassumendoli all’interno del medesimo evento. Così è per La scuola delle mogli di Molière proposta da Arturo Cirillo (6 novembre), dove tra geometrie colorate, costumi pirotecnici e risate, si impara che l’istinto senza saperlo insegna più di qualsiasi scuola. Trappola per Topi di Agatha Christie (18 gennaio), nell’allestimento irresistibile di Attori & Tecnici, offre una miscela perfetta di suspense, thriller e comicità che vanta il record dello spettacolo più rappresentato nella storia del teatro mondiale. Fisicità e umorismo sono al centro di due delle proposte internazionali in stagione: per Insieme a Teatro, in collaborazione con Associazione Sarabanda / Circumnavigando Festival XIX edizione, la grande clown svizzera Gardi Hutter con La Sarta (8 dicembre) e, dalla Spagna, Chefs (14 marzo), spettacolare parodia targata Yllana dedicata alla nuova mania collettiva dell’alta cucina. Mentre favola e tradizione saranno protagonisti di un capodanno dedicato alla grande danza, con il Balletto di San Pietroburgo in uno dei suoi classici più famosi: La bella addormentata di di P. I. Tchaikovsky.
La musica dal vivo sarà uno dei fil rouge portanti di tutto programma. Si va dalla sinfonia di pace di United Together (10 dicembre) con i solisti della European Spirit of the Youth Orchestra, 30 giovani musicisti provenienti da tutta Europa, diretti da I. Coretti Kuret e accompagnati dal racconto dello scrittore Paolo Rumiz, alla grande Opera Lirica, con Il barbiere di Siviglia di Rossini (16 febbraio), sul palco l’Orchestra sinfonica delle Terre Verdiane e il Coro dell’Opera di Parma diretti da Stefano Giaroli. Sabato 21 marzo Paolo Fresu & Daniele Di Bonaventura in concerto: due musicisti dalle sonorità mediterranee che hanno contribuito a dare al nostro jazz una dimensione davvero popolare. Sabato 18 aprile è di scena l’operetta Cin Ci La, un cocktail di equivoci incalzanti, travolgenti duetti e scene appassionate, con l’Orchestra “Cantieri d’Arte” diretta da Stefano Giaroli, Corpo di Ballo e interpreti di Teatro Musica Novecento. Musiche di Puccini e Schubert per il concerto del Quartetto di Cremona, con Eckart Runge al violoncello, venerdì 8 maggio.
Partner istituzionali della stagione 2019/2020 sono Comune di Camogli, Comune di Recco e Regione Liguria. La stagione è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo in partenariato con il Teatro Pubblico Ligure nell’ambito dell’edizione 2019 del bando “Performing Arts”, con il contributo di MSC Crociere e in collaborazione con Trenitalia e in rete con Teatri del Paradiso.
Teatro Sociale di Camogli
Piazza Matteotti 5, Camogli (Ge) – tel. 01851770529
[email protected] – www.teatrosocialecamogli.it
Ufficio stampa
Marzia Spanu
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Teatro Sociale Camogli – Stagione 2019/20 TEATRO SOCIALE DI CAMOGLI / TEATRI DEL PARADISO STAGIONE 2019/20 (26 ottobre 2019 / 29 maggio 2020)
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Arturo Cirillo in #orfoglioeptegiudizio al Giordano di Foggia per la stagione di prosa del #tearropubblico pugliese (presso Teatro Umberto Giordano Official) https://www.instagram.com/p/CZfOOdTNJeI/?utm_medium=tumblr
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La scuola delle mogli di Molière. La comicità nella tragedia secondo Arturo Cirillo
La scuola delle mogli di Molière. La comicità nella tragedia secondo Arturo Cirillo
Foto di scena: La scuola delle mogli, Arturo Cirillo e Valentina Picello © Luca Del Pia
Il capolavoro del più celebre drammaturgo francese in una produzione di Marche Teatro, Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile di Napoli al Teatro Elfo Puccini di Milano fino a domenica 10 marzo
La scuola delle mogli è forse l’opera del Molière maturo più intensa, unitamente a Il Misantropo, un quadro rivelatore…
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