#Alessandria centro storico
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Alessandria: modifiche alla viabilità per lavori al complesso monumentale di San Francesco e potatura lungo il Tanaro San Martino
Interventi programmati per migliorare il patrimonio storico e la sicurezza ambientale
Interventi programmati per migliorare il patrimonio storico e la sicurezza ambientale Interventi di riqualificazione e tutela del territorio dal 16 al 23 dicembre 2024 La città di Alessandria si prepara a una serie di interventi che interesseranno la viabilità e il patrimonio storico e ambientale. I lavori includono l��installazione di vetrate esterne presso il Complesso Monumentale dell’Ex…
#Alessandria centro storico#Alessandria cultura#Alessandria dicembre 2024#Alessandria today#ambiente e sicurezza#Architettura storica#Città di Alessandria#complessi monumentali Alessandria#divieto di sosta#ex Chiesa di San Francesco#Google News#interventi urbani#interventi viabilità dicembre.#italianewsmedia.com#lavori in corso Alessandria#Lavori pubblici Alessandria#lavori sul Tanaro#manutenzione alberi#manutenzione verde pubblico#Modifiche traffico Alessandria#Modifiche viabilità#opere pubbliche Alessandria#patrimonio culturale#patrimonio storico#Pier Carlo Lava#potatura alberi Alessandria#Progetti Alessandria#progetti di riqualificazione#Protezione ambientale#Provvedimenti viabili Alessandria
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Novi Ligure (Alessandria), arrestato dai Carabinieri l’uomo che ha accoltellato un conoscente al culmine di un diverbio. Ancora ignoti i motivi della violenta aggressione Tutto ha avuto inizio nella tarda mattinata di qualche giorno fa, nel centro storico, quando personale della Polizia Municipale ha richiesto l'ausilio di una pattuglia a piedi dei Carabinieri per un uomo gravemente ferito al torace.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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Alessandria: una città dalla storia millenaria
Alessandria è una città situata nel Piemonte, precisamente a sud del fiume Tanaro, ed è il capoluogo dell'omonima provincia. La città deve il suo nome al suo fondatore, il generale Napoleone Bonaparte, che la volle dedicare alla sua consorte, la regina d'Egitto Cleopatra Alessandria. La città ebbe origine nel 1168 quando, secondo la leggenda, il Comune di Tortona decise di edificare un nuovo centro abitato per difendersi dalle truppe dell'imperatore Federico Barbarossa. Il centro storico di Alessandria è caratterizzato da strette vie e piazze dove il tempo sembra essersi fermato. La città in questione è conosciuta anche per la presenza di un monumento simbolo, ovvero la Torre Ghiaia, un'antica torre medioevale costruita dai genovesi per difendere il territorio. Tra le tante attrazioni turistiche presenti ad Alessandria, si può annoverare il Museo Civico di Alessandria, dove è possibile ammirare importanti opere d'arte e archeologiche. Il museo ospita inoltre importanti affreschi di Bernardino Luini e un dipinto attribuito a Leonardo da Vinci, ovvero "La Vergine e il bambino con il giovane San Giovanni Battista". Sempre in ambito culturale si può visitare il Museo della Battaglia di Marengo, nel quale è possibile rivivere l'epopea napoleonica, sperimentare la vita militare dell'epoca e ammirare oggetti d'arte, armi e uniformi d'epoca. Non lontano dal centro cittadino di Alessandria si trova il Santuario della Madonna della Guardia, meta di pellegrinaggi di oltre duecento anni. La chiesa custodisce all'interno importanti opere d'arte come l'affresco della Madonna della Guardia, sulla cui superficie si può ammirare un'antica lapide romana che testimonia l'esistenza di un tempio pagano in epoca antica. La fortezza di Alessandria rappresenta una delle attrazioni più apprezzate dei turisti per la sua storia e architettura particolare. La fortificazione venne costruita a partire dal 1728 e le sue mura lunghe circa 12 chilometri furono edificate per difendere la città in caso di attacco. Un'altra importante attrazione di Alessandria è l'Orto Botanico dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale, situato nei pressi della fortezza di Alessandria. L'orto botanico vanta un patrimonio floristico unico al mondo, composto da oltre 3.000 specie di piante, tra cui antiche varietà di rose, erbacee perenni, alberi, arbusti e piante tropicali. Infine, per gli amanti dello shopping, il Centro Commerciale Al Centro è la meta ideale per gli acquisti. Situato a pochi minuti dal centro cittadino, il centro commerciale propone oltre 70 negozi, cinema multisala, ristorazione, parcheggio gratuito e tanto altro ancora. Read the full article
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Casale colorata di rosso Ferrari con il raduno delle auto
Esposizione in piazza Castello, sfilata e corteo (ANSA) – CASALE MONFERRATO, 18 GIU – Domenica in rosso per Casale Monferrato (Alessandria) in occasione del raduno Scuderia Ferrari Club. In piazza Castello esposizione di una ventina di modelli; sfilata nel centro storico e corteo tra vie viali, corsi. “Si tratta di un marchio automobilistico iconico per la sua storia e il fascino. Oggi è…
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La logica binaria che sottende la divisione degli umani in generi distinti implica uno iato tra il più ed il meno, il pieno e il vuoto, il vaso e il seme, lo spazio dei sentimenti e quello della ragione. Questa logica, che si pretende naturale, fonda l’ordine patriarcale. L’universale umano nasce e resta a lungo saldamente maschile. Un maschile cui vengono iscritte le qualità “naturali” che “spiegano” la gerarchia tra i generi, all’interno della gabbia normativa familiare. La “famiglia” come nucleo etico rappresenta l’elemento normalizzatore delle anomalie, che le lotte delle donne, delle persone omosessuali, asessuali, transessuali, hanno reso visibili e pericolose per ogni pretesa di socializzazione autoritaria dei bambini, delle bambine, dei bambinu. A sua volta il binarismo tra etero e omo sessualità ripropone maschere rigide cui le persone sono chiamate ad adeguarsi. Le famiglie arcobaleno sono la mimesi delle famiglie eterosessuali, sia nel rapporto tra coniugi, che nella loro relazione con i bambin*, che per legge vivono con loro. La storia della libertà delle persone le cui identità non sono conformi all’universale maschile nell’ultimo secolo ha tracciato nuovi sentieri dell’umano. Tuttavia il mero afflato paritario sul piano dei diritti si limita a riempire il vuoto, inserire l’eguale, dare corpo al vaso, attenuare la dicotomia tra ragione e sentimento, ma non spezza la logica binaria, che, anzi, si insinua anche dove le differenze sono l’humus culturale in cui cresce la possibilità di passare dal genere all’individuo. La pratica in cui ciascuno approda, transitoriamente, a se stesso in un divenire fluido di continua sperimentazione. Sul piano teorico è nodale l’apporto pionieristico di Foucault, che considera le “identità sessuali”, anche nel loro farsi storico, non un conglomerato concettuale da cui partire, ma semmai la questione stessa. Il costruzionismo queer riprende da Foucault la strategia di decostruire le identità che passano come naturali considerandole invece come complesse formazioni socio-culturali in cui si intrecciano discorsi diversi. Un approccio libertario deve e può andare oltre la decostruzione delle narrazioni che costituiscono le identità di genere, perché vi innesta l’elemento di rottura rappresentato dall’agire politico e sociale di soggetti, che si costituiscono a partire dalle proprie molteplici alterità, rivendicate ed esperite sul piano della lotta. Soggetti capaci di una autonoma produzione di senso, di relazioni, di pratiche sovversive rispetto all’ordine patriarcale, alla logica binaria, alla naturalizzazione delle relazioni sociali. A Foucault il merito di aver riconosciuto l’importanza delle relazioni di potere e la necessità di riconoscerle come tali per poterle spezzare. L’ordine patriarcale non si fonda solo sulla pretesa che la gerarchia sia biologicamente fondata ma anche sulla prospettiva culturale di identità costanti, fisse, socialmente definite. Questa pretesa consente alla gerarchia di riprodursi in ogni relazione umana. L’attacco frontale alle identità rigide ed escludenti attuato da chi vive al di là e contro i generi, i ruoli, le maschere ha una forza dirompente. La critica all’essenzialismo si nutre della decostruzione dell’identità di genere. Concepire l’identità, ogni identità, come costruzione sociale, confine mobile tra inclusione ed esclusione, è un approdo teorico che si alimenta della rottura operata dai movimenti transfemministi ed lgtbtq. All’interno delle nostre società questi percorsi fanno paura. Per le destre la riconquista dell’identità, o la difesa dell’identità minata, diviene il centro nevralgico dell’azione politica e di governo. Ogni locuzione, ogni motto si regge su un piedistallo “identitario”. Il lutto per le identità forti, smarrite e da ritrovare, attraversa anche certa sinistra, orfana di una narrazione che dia senso al proprio mondo. La deriva identitaria non è mero patrimonio delle destre sovraniste, localiste, fasciste, misogine, omofobe, razziste, perché sfiora anche ambiti di movimento, che si pretendono distanti dall’approccio essenzialista della destra. La reazione alla violenza del capitalismo, all’anomia della merce, alla feroce logica del profitto, alla paura dell’onnipotenza della tecnica rischiano di produrre mostri peggiori di quelli da cui si fugge. L’anarchismo si sta confrontando con un mondo dove, in pochi decenni, si sono dati cambiamenti epocali. La mia generazione è stata catapultata dal pallottoliere al web, dalla macchina fotografica alle immagini satellitari, dalle lettere alle chat, dai sorveglianti umani agli occhi elettronici, dal posto fisso alla incertezza strutturale, dal lavoro alla catena alle catene del telelavoro. Un lungo processo di straniamento. Il moloch tecnologico, assunto come nemico totale, ha aperto la strada ad un anarchismo che fugge in un passato immaginario, dove germogli un futuro che nega l’umano, così come si è costruito nel processo di civilizzazione, identificato tout court con la nascita e il consolidarsi della gerarchia, del dominio, della violenza dei pochi sui molti. Il futuro diviene “primitivo”, nel senso etimologico del termine, un tempo-spazio dove si torna al primus, ad una dimensione in cui l’umano si (ri)naturalizza, in una concezione essenzialista e non culturale della “natura”. Una fuga nichilista che riflette l’impotenza di fronte ad una complessità che non si riesce a capire, né a controllare: il moloch può essere distrutto solo a prezzo di rinunciare alla libertà, per rifugiarci tra le braccia esigenti e soffocanti della natura-madre. Il processo di rinaturalizzazione dell’umano operato da queste correnti nega i percorsi costruiti dalle identità fluide, disancorate, in viaggio che si reinventano fuori e contro la logica binaria dei generi. Fuggire al dominio della merce, al controllo dello stato, alla paura della tecnica che non si immagina di poter controllare, porta quest’approccio a negare la diversità e pluralità dei percorsi individuali. Manca la gerarchia formale ma non c’è traccia di libertà. L’unica libertà è quella di adeguarsi ad essere quello che “spontaneamente” saremmo, se le incrostazioni della “civiltà” non si avessero snaturat*. Da qui a negare l’aborto, le tecniche contraccettive non “naturali”, l’utilizzo di ormoni e tecniche chirurgiche per modificare il proprio corpo, il passo è stato breve. La negazione dei percorsi di decostruzione del genere conduce ad approdi non troppo distanti da quelli di preti e fascisti. Le questioni di genere vengono relegate ai margini di un discorso di trasformazione sociale, che, nella migliore delle ipotesi, le considera inessenziali. Eppure. I corpi fuori norma, i corpi fuori luogo, che scientemente si sottraggono alla logica identitaria, per fare i conti con le cesure che il genere, la classe, la razza hanno imposto ai singoli, sono pericolosamente sovversivi. Le dislocazioni, i transiti e le ricombinazioni che rompono con qualsiasi pretesa di pietrificare le identità, frantumano l’essenzialismo ed aprono una sfida su più fronti. Sfida allo Stato (etico), al patriarcato reattivo e al capitalismo. Una sfida che, non è mera astrazione o suggestione filosofica, ma si attua in pratiche di intersezione delle lotte, delle prospettive e degli immaginari capaci di dar vita ad una prospettiva inedita. Una sfida che a tutte le latitudini del pianeta si deve confrontare con la violenta reazione del patriarcato, che si traduce sia in gabbie normative, sia in violenza sistemica nei confronti delle identità mobili, irriducibili ad ogni logica binaria. L’intersezionalità tra diverse cesure identitarie, che spesso coincidono con varie forme di esclusione, permette una contestazione permanente di ogni forma di privilegio. Nessuna posizione può pretendere di riassumere in se l’oppressione e i relativi percorsi di liberazione, se non divenendo, a sua volta, escludente. In questa prospettiva il relativismo dei posizionamenti, viene superato dall’universalismo della spinta ad una radicale trasformazione della società. Maria Matteo (articolo uscito sull’ultimo numero di Umanità Nova)
Nè dio.né stato, né patriarcato
Venerdì 5 marzo Femministe, anarchiche, rivoluzionarie Incontro online con Eulalia Vega, storica e autrice di Pioniere e rivoluzionarie – Donne anarchiche in Spagna dalla rivoluzione sociale alla resistenza al franchismo, edizioni Zero in condotta Meeting alle 21 in Zoom al link: https://us02web.zoom.us/j/89085856759
Evento curato da La Miccia di Asti, Perlanera di Alessandria, Federazione Anarchica Torinese, Wild C.A.T. Torino
Domenica 7 marzo Ruoli in gioco. Rappresentazione De-Genere in piazza Carlo Alberto dalle 15,30 manifestazione antisessista Interventi, azioni performanti, musica Lunedì 8 marzo Né dio, né stato, né patriarcato giornata di lotta in giro per la città Contatti:
Wild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese corso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem
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La Nuova Cronologia - Teoria del Complotto #5
È una teoria elaborata da Anatolij Timofeevič Fomenko che punta a riscrivere la storia del mondo, sostenendo che quella attualmente conosciuta sia sbagliata.
Secondo questa teoria la storia dell'Antico Egitto, quella romana e quella greca risalgono al Medioevo. La storia dell'uomo, secondo lui, ha una durata minore rispetto a quella conosciuta universalmente. Sostiene che tutti i fatti storici che noi conosciamo siano avvenuti tra il 1000 e il 1500. Infatti secondo Fomenko non esistono fonti scritte che precedono quel periodo storico. In questo periodo nasce la Prima Roma e si trovava in Egitto. La civiltà Egizia, invece, nasce tra il 1300 e il 1400. L'impero romano ricopre l'Egitto, l'Europa e la Russia. La capitale era Alessandria d'Egitto. In seguito la capitale viene spostata nell'attuale Istanbul. Sempre in Turchia, nelle zone di Istanbul (se non ho capito male) sarebbe situata la vecchia Gerusalemme e quindi Gesù sarebbe nato a Roma. Gesù venne crocifisso nel 1185. Secondo Fomenko, i tre re magi erano lo zar, la zarina e l'atman, che poi in seguito avrebbero preso i nomi Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Siccome ai russi non stava bene la crocifissione di Gesù, fecero una crociata, nel 1204, contro la città di Troia. In seguito l'impero si divide e la Russia invade l'Europa nel 1261. Nel mentre che facevo le ricerche per la teoria ho trovato questa foto e non posso non metterla.
Dice che Gengis Qan non è mai esistito, che era in realtà il sovrano Yuri II che morì a Giza, in Egitto. Il grande impero di cui ho parlato prima, si sgretola formando vari imperi, come l'Impero Mongolo, l'impero Inca e Maya (palesemente nati in europa, ovvio) e solo in questo periodo appare l'Impero Babilonese. Dimenticavo di dire che secondo questa teoria la Russia è il centro del mondo. Ad esempio: quando si sviluppavano delle epidemie, l'esercito russo andava a debellarle, come gli anticorpi di "esplorando il corpo umano". Intorno al XV secolo il cristianesimo si frammenta e nascono gli ortodossi, i cattolici, buddisti, musulmani, induisti, ebrei e qualsiasi altra religione. Fomenko sostiene che il cristianesimo sia la religione più antica e che non si può sapere se sia nato prima il vecchio testamento o quello nuovo. Secondo Fomenko se a noi sono arrivati fatti storici differenti è perché i Romanov ce li hanno trasmessi così. Inventano anche tutte le lingue del mondo che derivano, ovviamente, dal russo. Qui il link con l’elenco di tutte le teorie che ho pubblicato nel blog.
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Il periodo storico che più mi attrae, quello in cui vorrei vivere insomma, è l'Atene di Pericle, la Grecia Classica al culmine della sua potenza politica, eocnomica e intellettuale, un periodo straordinario e senza eguali in cui vennero forgiati i principi che ancora oggi sono le basi del concetto di civiltà; poi sono molto attratto anche dal Periodo Tolemaico in Egitto quando Alessandria era un centro fondamentale per lo scambio libero di idee ed infine dalla Grande Bisanzio dei Comneni insomma sempre periodi con una matrice decisamente greca. #atene #greciaclasica #greciaclassica #pericle #civiltà #civiltàclassica #civiltaclassica #alessandria #alessandriadegitto #alessandriadegitto📖🐪🚢✨ #scambiodidee #bisanzio #cistantinopoli #comneni #periodostorico #periodostoricopreferito https://www.instagram.com/p/CVNjNR9Mz8c/?utm_medium=tumblr
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Una decina di giorni prima dal ricevimento come regalo di Natale della Storia di Dodici Manoscritti un’altra persona diversamente ma ugualmente importante nella mia vita in una meravigliosa giornata romana mi ha regalato questo libro. Che condivide con quello dei Manoscritti alcune cose: anche in questo caso un accademico inglese intraprende un viaggio spazio temporale per parlare di una disciplina particolare, la cartografia; anche in questi viaggio ci sono 12 tappe, in questo caso 12 mappe, e come per il libro di De Hamel la lettura, entusiasmante come quella di un romanzo fatto bene, lascia la propria visione del mondo cambiata. Brotton parte dal primo manufatto cartografico esistente, e cioè una piccola terracotta babilonese che si presume rappresenti una mappa della Terra. Da quel piccolo oggetto di 7000 anni fa, Jerry Brotton, che insegna storia rinascimentale alla Queen Mary University di Londra, arriva fino a Google Earth. In mezzo un viaggio avvincente che da Atene arriva alla Palermo normanna del XII secolo, da Alessandria d’Egitto alla Cina, dall’Olanda del 1600 alla Gran Bretagna Imperiale del 19° secolo. Brotton sostiene in tutto questo meraviglioso viaggio una tesi interessante: che in ogni epoca una mappa rappresenta solo una visione parziale dello spazio in quanto intimamente legata ai poteri del periodo in cui quella mappa nasce. Per questo le mappe cristiane del X° secolo mettono al centro del Mondo Gerusalemme, mentre quelle Spagnole e Portoghesi del Cinquecento si concentrano sulla descrizione delle Molucche, centrali per la divisione del Mondo dovuta al famoso trattato di Tordesillas, dove le mappe furono centrali nella costruzione del documento (quelle pagine sono eccezionali).
Brotton sottolinea alcuni problemi comuni nella storia della cartografia:
1. I problemi tecnici legati alla impossibilità di trasferire perfettamente la superficie di una sfera su un piano e le tecniche di correzioni adottate. In maniera davvero sorprendente, in principio le stesse da Tolomeo agli algoritmi del 3D;
2. Che nessuna ha mai avuto il fine di riprodurre una visione neutra del mondo, frutto sempre di negoziazioni tra i creatori e i suoi utenti;
3. Una carta è per definizione mai finita: una delle storie più avvincenti riguarda la dinastia dei Cassini, italiani arrivati in Francia e per 4 generazioni cartografi e geografi;
4. Per quanto siano legate e coerenti con una certa visione del mondo, tutte le mappe hanno tentato di creare una visione più complessiva del mondo: nelle parole di Brotton “ciascuna non è soltanto sul mondo, ma anche del mondo” (pag.465);
5. In ognuna ci sono anche istanze di tipo artistico, legate ovviamente alla possibilità di fare delle mappe un oggetto simbolico di prestigio, ricchezza e potere, da cui una generazione di cartografi e tipografi olandesi dette spunto con la creazione dei primi Atlanti, idea che è arrivata fino a noi.
Brotton scrive nelle prime pagine, seguendo un filone storico filologico preciso, che uno dei primi esempi di geografia è la leggendaria descrizione omerica dello Scudo di Achille. Presente nel 18° libro, è la descrizione dello scudo magico che Efesto fa al Pelide su ordine di Teti, madre dell’eroe. È comunemente considerata la prima ekphrasis, la prima descrizione letteraria di un’opera d’arte. Per Brotton è allo stesso tempo una cosmologia, cioè una rappresentazione morale e simbolica dell’universo dei Greci, rappresentata dalle meraviglie di quello Scudo. Perchè quella di Omero è una geo-grafia, una descrizione grafica della terra, “che fornisce una rappresentazione, in questo caso simbolica, delle origini dell’universo e del posto occupato dall’umanità al suo interno” (pag. 43). Concettualmente, è la stessa cosa che accade quando apriamo uno stradario, un Atlante o digitiamo un percorso su Google Maps. E questo è davvero emozionante.
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Medieval Piedmontese cities and their cultural relevancy
*This thing’s fantastic. I’ve never seen the like. Especially in a website devoted to “future cities.”
L`aristocrazia militare del territorio di Asti: i signori di Gorzano, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LIX (1971), pp. 357-447; LXX (1972), pp. 489-543.
Un`attiva minoranza etnica: gli Alamanni del comitato di Asti, in "Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken", LIV (1974), pp. 1-57.
Una valle di transito nel gioco politico dell`età sveva. Le trasformazioni del potere e dell`insediamento nel comitato di Serralonga, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIII (1975), pp. 109-179.
Società e potere in Asti e nel suo comitato fino al declino dell`autorità regia, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIII (1975), pp. 357-349.
Per una`archeologia medievale in Piemonte: un insediamento bassomedievale a Piea (Asti), in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIII (1975), pp. 223-234.
Paesaggio, possesso e incastellamento nel territorio di Asti fra X e XI secolo, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIV (1976), pp. 457-525.
L`"erudito avvocato" De Canis e la sua opera innovatrice: un contributo del primo Ottocento al progresso degli studi sul medioevo astigiano, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIV (1976), pp. 239-309.
Lo storico G.S. De Canis e la sua "Descrizione statistica della provincia di Asti, Asti, Cassa di Risparmio di Asti, 1976.
Andar per castelli. Da Asti tutto intorno, Torino, Milvia, 1976.
La città e il suo "districtus" dall`egemonia vescovile alla formazione del comune di Asti, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXV (1977), pp. 535-625.
Proposta per una lettura della "Corografia astigiana" dell`avv. G.S.De Canis, Asti, Cassa di Risparmio di Asti, 1977.
Una metodologia per le storie locali, in Atti del I convegno sul Canavese, Ivrea, 1979, pp. 97-100.
La genesi della classe politica del comune di Asti, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXVII (1979), pp. 33-151.
Lo sviluppo delle relazioni personali nell`aristocrazia rurale del Regno Italico, in Structures féodales et féodalisme dans l`Occident mediterranéen (Xe-XIIe siécles). Atti del Colloquio intern. dell`Ecole Française di Roma (10-13 ottobre 1978), Roma, Ecole Française, 1980, pp. 241-249.
Assestamenti del territorio suburbano: le "diminutiones villarum veterum" del comune di Asti, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXVIII (1980), pp. 127-177.
Città e territorio nell`alto medioevo. La società astigiana dal dominio dei Franchi all`affermazione comunale, Torino, Deputazione subalpina di storia patria, 1980 (Biblioteca storica subalpina, CC).
Spunti archeologici nelle descrizioni erudite fra Sette e Ottocento, in Medioevo rurale. Sulle tracce della civiltà contadina, a cura di V. Fumagalli, Bologna, Il Mulino, 1980, pp. 139-154.
Lo sviluppo delle relazioni personali nel territorio del comitato di Bredulo: "domini, milites, pagenses", in “Bollettino della Società per gli studi storici, architettonici e artistici della provincia di Cuneo”(= Atti del Convegno "Agricoltura e mondo rurale nella storia della provincia di Cuneo", Fossano 23-24 maggio 1981), 1981, pp. 315-323.
Tema cittadino e "ritorno alla terra" nella storiografia comunale recente, in "Quaderni storici", XVIII (1982), 52, pp. 255-277.
Medioevo americano. Modelli iconografici e modelli mentali, in “Quaderni medievali”, 13 (1982), pp. 130-150.
Introduzione a Torino nel basso medioevo: castello, uomini, oggetti, a cura di R. Bordone e S. Pettenati, Torino, Musei civici di Torino, 1982.
Il "famosissimo marchese Bonifacio". Spunti per una storia delle origini degli Aleramici detti del Vasto, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXXV (1983), pp. 587-602.
La società urbana nell`Italia comunale, Torino, Loescher, 1984 (ried. 1998)
Medioevo all`inglese. L`esperienza pre-raffaellita tra neogotico e art nouveau, in "Quaderni Medievali", 18 (1984), pp. 82-112.
"Già parrocchiale, ora campestre e minacciante rovina..." Tracce romaniche per una storia del popolamento dell`Astigiano medievale, ne Le chiese romaniche delle campagna astigiane. Un repertorio per la loro conoscenza, conservazione, Tutela, a cura di L. Pittarello, Asti , Provincia, 1984, pp. 7-11.
Un problema di memoria collettiva, ne "Il Platano", IX (1984), pp.228-233.
"Civitas nobilis et antiqua". Per una storia delle origini del movimento comunale in Piemonte, in Piemonte medievale, forme del potere e della società. Studi per Giovanni Tabacco, Torino, Einaudi, 1985, pp. 29-61.
La "convenientia" tra Novi, Genova e Pavia del 1135 alla luce dei più recenti orientamenti di storia comunale. Alcune considerazioni preliminari, in "In novitate", I (1985), pp. 2-6.
Medioevo illustrato. Carlo Nicco e il revival medievale torinese, in "Quaderni medievali, 20 (1985), pp. 150-190.
Nascita e sviluppo delle autonomie cittadine, ne La Storia, II, Il Medioevo, a cura di N. Tranfaglia e M. Firpo, Torino, UTET, 1986, pp. 427-460.
La riscoperta di una scoperta. Vent`anni di storiografia subalpina sul revival neomedievale ottocentesco, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXXIV (1986), pp. 559-568.
Storia urbana e città medievale: prospettive di ricerca, ne La storiografia contemporanea. Indirizzi e problemi, a cura di P. Rossi, Milano, Il Saggiatore, 1987, pp. 303-321.
I comuni italiani nella I Lega Lombarda: confronto di modelli istituzionali in un`esperienza politico-diplomatica, in Kommunale Bündnisse Oberitaliens und Oberdeutschlands im Vergleich (Atti dell`incontro di Reichenau, 11-14 ottobre 1983), Sigmaringen, Thorbecke, 1987, pp. 45-61.
Il controllo imperiale del castello di Gavi, ne Il Barbarossa e i suoi alleati liguri-piemontesi (Atti del convegno di Gavi, 8 dicembre 1985), Gavi 1987, pp.29-40 (rist. anche in Luoghi di strada nel medioevo fra il Po, il mare e le Alpi occidentali, a cura di G. Sergi, Torino 1996, pp.93-102).
La città comunale, in Modelli di città. Strutture e funzioni politiche, a cura di P. Rossi, Torino, Einaudi, 1987, pp. 347-370.
La società cittadina del Regno d`Italia. Formazione e sviluppo delle caratteristiche urbane nei secoli XI e XII, Torino, Deputazione sub. di storia patria, 1987.
L`aristocrazia: ricambi e convergenze ai vertici della scala sociale, ne La Storia, I, Il Medioevo, a cura di N. Tranfaglia e M. Firpo, Torino, UTET, 1987, pp. 145-175.
Introduzione, ne L`evoluzione delle città italiane nell`XI secolo (Atti della Sett. di studi di Trento, 8-12 settembre 1986), a cura di J.Jarnut e R.Bordone, Bologna, Il Mulino, 1988, pp. 15-24.
Memoria del tempo negli abitanti dei comuni italiani all`età del Barbarossa, ne Il tempo vissuto: percezione, impiego, rappresentazione (Atti del seminario di Gargnano, 9-11 settembre 1985), Milano, Cappelli, 1988, pp. 47-62.
Equilibri politici e interessi familiari nello sviluppo dei monasteri urbani del Piemonte, in Dal Piemonte all`Europa. Esperienze monastiche nelle società medievali (Atti del Congresso storico subalpino, Torino 27-29 maggio 1985), Torino, Dep. subalp. di stori patria, 1988, pp. 229-248.
Le élites cittadine nell`Italia comunale, in "Mélanges de l`Ecole française de Rome", 100 (1988), pp. 47-53.
Le città italiane e l`impero nell`XI secolo. Spunti per una riflessione, in Cultura e società nell`Italia medievale. Studi per Paolo Brezzi, Roma 1988, pp. 131-147.
Affermazione personale e sviluppi dinastici del gruppo parentale aleramico: il marchese Bonifacio "del Vasto", in Formazione e strutture dei ceti dominanti nel medioevo (Atti del I convegno di Pisa: 10-11 maggio 1983), Roma 1988, pp. 29-44.
Il castello di Belotto: processi di trasformazione del territorio del comune di Asti nel basso medioevo, in "Rivista di storia arte archeologia per le prov. di Alessandria e Asti", XCVI-XCVII (1988), pp. 47-89.
L`istituzione del Comune, in Civiltà di Lombardia. La Lombardia dei Comuni, Milano, Electa, 1988, pp. 7-32.
Fonti relative alle fabbriche medievali: riferimenti e metodologia di analisi, ne Il restauro architettonico per le grandi fabbriche, a cura di C. Bartolozzi e M.G. Cerri, Torino 1989, pp. 91-98.
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Il romito del Cenisio, i Longobardi e Carlo Magno alla Chiusa: spunti romantici di un itinerario in Valle di Susa, ne I Longobardi e le Alpi, Atti della giornata di studio “Clusae Longobardorum, i Longobardi e le Alpi”, Chiusa di San Michele, 6 marzo 2004, Susa, Segusium, 2005, pp. 67-84.
Mangiare al castello. Fonti scritte e fonti archeologiche sull’alimentazione al castello di Moncalieri tra medioevo ed eta’ moderna. Prime considerazioni, ne Il sapere dei sapori. Cuochi e banchetti nel castello di Moncalieri, a cura di G. Pantò, Torino, Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte 2005, pp. 41-67.
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Sopravvivenza medievale e innovazione nella cucina piemontese tradizionale, ne La cucina medievale tra lontananza e riproducibilità, a cura di B.Garofani e U. Gherner, Torino, Musei Civici, 2006, pp. 66-8.
Chiese di villaggio nel paesaggio medioevale astigiano, ne Il paesaggio del Romanico Astigiano, a cura di F. Garetto e M. Devecchi, Asti, Cassa di Risparmio di Asti, 2006, pp. 12-18.
“Promiscuità territoriale” e delimitazione del confine in Piemonte. Il caso di Piovà Massaia e Cerreto d’Asti, in Distinguere, separare, condividere. Confini nelle campagne dell’Italia medievale, a cura di Paola Guglielmotti, "Reti Medievali - Rivista ", VII, 2006, 1
Un principato difficile: il marchesato di Monferrato tra comunità soggette e fedeltà personali, in Cartografia del Monferrato. Geografia, spazi interni e confini in un piccolo Stato italiano tra Medioevo e Ottocento, a cura di B.A. Raviola, Milano, Franco Angeli, 2007, pp. 75-88.
Olio e vino nell’alimentazione italiana dell’alto medioevo, in Olio e vino nell’Alto Medioevo, Spoleto, CISAM, 2007 (Settimane di Studio della Fondazione Centro Italiano di studi sull’Alto Medioevo, LIV), pp. 497-537.
Genesi e ragioni di un progetto, ne Lo spazio politico locale in età medievale, moderna e contemporanea, Atti del Convegno internazionale di studi (Alessandria, 2-27 novembre 2004), a cura di R. Bordone, P. Guglielmotti, S. Lombardini, A. Torre, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2007, pp. 399-402.
(Con P. GUGLIELMOTTI, S. LOMBARDINI e A. TORRE), Lo spazio politico locale in età medievale, moderna e contemporanea e Lo schedario storico-territoriale dei comuni piemontesi: problemi di metodo e lettura delle fonti, in Lo spazio politico locale in età medievale, moderna e contemporanea. Pratiche di ricerca, problemi di metodo, esperienze di gestione. Atti del convegno internazionale di studi, Alessandria 26-27 novembre 2004, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2007, pp. 9-47 e pp. 283-293.
Bianca Lancia di Agliano e i suoi parenti, in “Tabulae del Centro studi federiciani”, XIX (2007), pp. 87-119.
Moasca nel medioevo. Le singolari vicende di un castello di confine, in Moasca tra Medioevo e Ottocento, Moasca, Comune di Moasca, 2007, pp. 21-41.
Cavalleria e romanticismo, ne La civiltà cavalleresca e l’Europa. Ripensare la storia della cavalleria, a cura di F. Cardini e I. Gagliardi, Atti del I Convegno internazionale di studi, San Gimignano, 3-4 giugno 2006, Pisa/S. Gimignano, Pacini/Comune di S. Gimignano, 2007, pp. 243-256.
Carlo Magno dopo Carlo Magno. La fortuna alpina di un mito, in Carlo Magno e le Alpi, Atti del XVIII Congresso internazionale di studi sull’alto medioevo (Susa-Novalesa, 19-21 ottobre 2006), Spoleto, CISAM, 2007, pp. 413-439.
Colline e castelli, campi e vigneti nell’iconografia dell’Astigiano fra il Basso Medioevo e la prima Età Moderna, ne Il paesaggio dipinto. Astigiano, Monferrato e Langhe, a cura di Osservatorio del Paesaggio-O. Coffano, Asti, Cassa di Risparmio di Asti, 2007, pp. 59-71.
“Per lancia e spada a ogni sangue, su campo franco”. Tradizione e storicità nell’ Ettore Fieramosca di Blasetti, in Ettore Fieramosca. Segreti e passioni secondo Blasetti, a cura di F.Prono e E.Nicosia, Torino 2007 (I quaderni degli archivi, 4), pp. 37-42.
I confini della comunità. Incertezza territoriale e assetto insediativo tra medioevo ed età moderna in Piemonte, in Città e territori nell’Italia del Medioevo. Studi in onore di Gabriella Rossetti, a cura di G.Chittolini, G. Petti Balbi, G. Vitolo, Napoli, GISEM-Liguori, 2007, pp. 55-73.
Carlo Giambattista Cacherano Malabaila d’Osasco. Un aristocratico muratoriano alle origini della storiografia astigiana moderna, ne “Il Platano”, XXXII (2007), pp. 82-94.
Cinema e medioevo, in Lezioni sul Medioevo, a cura di D. Romagnoli, Guastalla, Comune di Guastalla, 2007, pp. 79-84.
Postfazione, in Neomedievalismi. Recuperi, evocazioni, invenzioni nelle città dell’Emilia-Romagna, a cura di M.G. Muzzarelli, Bologna, CLUEB, 2007, pp. 287-296.
Un`effimera ‘villanova’ duecentesca. Nascita e decadenza della prima Villafranca d`Asti nel riordino del territorio politico astigiano, in “Bollettino storico-bibliografico subalpino”, CV (2007), pp. 393-458.
Una Lobby finanziaria internazionale?, introduzione a Dal banco di pegno all’alta finanza. Lombardi e mercanti-banchieri fra Paesi Bassi e Inghilterra nel Trecento, a cura di R. Bordone, Asti, Centro studi sui Lombardi, sul credito e sulla banca, 2007 (= “Quaderni/Cahiers del Centro Studi sui Lombardi, sul credito e sulla banca”, II), pp. 9-25.
Rapport de synthèse: Les mémoires dwa villes, in Villes de Flandre et d’Italie (XIIIe-XVIe siècle). Les enseignements d’une comparaison, ed. E. Crouzet-Pavan/E. Lecuppre-Desjardin, Tournhout, Brepols, 2008, pp. 165-172.
La nobiltà e l’Impero nello sviluppo del pensiero dantesco, in Gerione - Incroci danteschi. Dante e la storia medievale, Milano, Unicopli, 2008, pp. 49-84.
“Asta facta est quasi nova”. Il rinnovamento edilizio di fine Duecento e i “benefattori” della nuova Cattedrale gotica, in Ricami di pietra. Una scultura medievale del museo lapidario di Asti, Asti, Rotary Club Asti, 2008, pp. 31-46.
“Hic me aportavit Bonefacius Rotarius civis Astensis”. Bonifacio Roero tra il Piemonte e le Fiandre, in Rocciamelone. Il gigante di pietra, a cura di A. Zonato, Susa, Centro Culturale Diocesano, 2008, pp. 37-60.
I Roero in Europa, in Piemonte e in valle di Susa, in Alpi da scoprire. Arte, paesaggio, architettura per progettare il futuro, a cura di A.De Rossi, G. Sergi, A. Zonato, Borgone Susa, Edizioni del Graffio, 2008, p. 49.
“Une tres noble jouste”, in TOMMASO III DI SALUZZO, Il Libro del Cavaliere Errante (BnF ms. fr. 12559), a cura di M. Piccat, Boves, Araba Fenice, 2008, pp. 27-35.
Un paesaggio da mangiare. Incidenza degli usi alimentari sulla formazione storica del pasaggio dell’ Astigiano, ne Il paesaggio astigiano. Identità, valori, prospettive, a cura di M. Devecchi e M. Volpiano, Asti, Cassa di Risparmio di Asti, 2008, pp. 61-73.
Una “villanova” di frontiera fra Asti e il Monferrato, in Castell’Alfero. Otto secoli di arte e storia, Castell’Alfero, Comune, 2008, pp. 23-43.
«La forest de longue actente ». Maria di Clevès, duchessa d’Orléans e signora di Asti (1465-1482), ne “Il Platano”, XXXIII (2008), pp. 201-223.
La battaglia di Cossano (24 Marzo 1274), in Trasformazioni di una comunità di Langa. Cossano Belbo, a cura di R. Grimaldi, Canelli, Fabiano Editore, 2008, pp. 75-88.
La medievalizzazione del tempo festivo, ne Il Teatro della Vita. Le feste tradizionali in Piemonte , a cura di L. Nattino-P. Grimaldi, Torino, Omega Edizioni, 2008, pp. 97-106.
Il tempo e il denaro, in Tempus mundi umbra aevi. Tempo e cultura del tempo tra medioevo e età moderna, a cura di G. Archetti e A. Baronio, Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana, 2008, pp. 339-346.
Trasformazioni della geografia del potere tra Piemonte e Liguria nel basso medioevo, in "Bollettino storico-bibliografico subalpino", CVI (2008), pp. 445-463.
1500 anni di invasioni e dominazioni straniere. Dai territori costruiti dai comuni al 1861, ne La cultura italiana, diretta da L.L. Cavalli Sforza, I, Terra e popoli, a cura di L.L. Cavalli Sforza e A. Piazza, Torino, UTET, 2009, pp. 426-433.
(con G. SERGI), Dieci secoli di medioevo, Torino, Einaudi, 2009.
The Lady of Shalott. Di telai e di tele, di amore e di morte nel medioevo vittoriano, ne Dal mito alla contemporaneità. Tessere la vita. Telai e arte della tessitura a 360o. Per un percorso interattivo interdisciplinare, a cura di C. Gutermann, M.G. Imarisio, D. Surace, Moncalieri 2009, pp. 160-166.
L`attivita` tessile nel medioevo, ibidem,pp. 27-30.
Caratteristiche sociali e attività economiche del primo gruppo dirigente comunale, in Storia di Fossano e del suo territorio , I, Dalla preistoria al Trecento, a cura di R. Comba, R. Bordone, R. Rao, Fossano, Co.re Editrice, 2009, pp. 134-149.
"Ius primae noctis" alle origini di Fossano?, ibidem, pp. 175-178.
Commenda di Santa Maria del Salice, ibidem, pp. 214-217.
I cavalieri di San Giovanni dalle origini a Malta, in Cavalieri. Dai Templari a Napoleone. Storie di crociati, soldati, cortigiani, a cura di A. Barbero e A. Merlotti, Milano, Electa, 2009, pp. 91-103.
Le pretese di Bonifacio, in Bonifacio di Monferrato e il Comune di Asti. Scontri e confronti alla fine del secolo XII, a cura di E.C. Pia, Asti, Comune di Asti, 2009 (Atti della Tavola Rotonda, Asti, 6 ottobre 2007), pp. 35-51.
Attività e presenza territoriale dell`Ordine Gerosolimitano in Piemonte, in Cavalieri di San Giovanni in Liguria e nell`Italia settentrionale. Quadri regionali, uomini e documenti, a cura di J. Costa Restagno, Genova-Albenga, Istituto intern, di Studi Liguri, 2009 (Atti del Convegno, Genova, 30 settembre-2 ottobre 2004), pp.313-330.
La difficile attribuzione del santo Patrono: il caso di Villafranca d`Asti, ne “Il Platano”, XXXIV (2009), pp. 106-131.
The survival of medieval knighthood over the centuries: a journey through the culture and taste of the Occident in reverse, in"Imago Temporis Medium Aevum", 3 (2009), pp. 293-309.
Suggestioni neomedievali alla Mandria. Rosa Vercellana e il Castello dei Laghi, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", CVIII (2010), pp. 143-155.
Chieri nel medioevo: insediamento e organizzazione politica, in Archeologia a Chieri. Da Carreum Potentia al Comune bassomedievale, a cura di G. Pantò, Torino, Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte, 2010, pp. 33-37.
http://win.cittafutura.al.it/web/_pages/detail.aspx?GID=32&DOCID=5457
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Natale Sicuro: Alessandria intensifica i controlli per le festività natalizie. Prefettura e Forze dell’Ordine collaborano per garantire sicurezza e tranquillità durante le celebrazioni natalizie.
Una strategia congiunta per la sicurezza di Alessandria
Una strategia congiunta per la sicurezza di Alessandria Il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica si è riunito questa mattina, 11 dicembre 2024, presso Palazzo Ghillini per delineare il piano operativo di “Natale Sicuro”, volto a garantire la sicurezza dei cittadini durante le prossime festività natalizie. Alla riunione, presieduta dal Prefetto di Alessandria, dottoressa…
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Piacenza, al via il festival “Venerdì Piacentini”
Piacenza, al via il festival “Venerdì Piacentini”. Boccata d’ossigeno per i commercianti dopo 2 anni di restrizioni. Si tratta di uno dei pochi casi in cui una lunga coda di auto rende felice un intero comparto economico. L’altra sera, guardando i tanti turisti che dal casello autostradale attraversavano il ponte sul Po per raggiungere il centro storico di Piacenza, in tanti hanno finalmente sorriso. I “Venerdì Piacentini” sono il più importante festival di Piacenza, un evento studiato fin dal 2011 dagli esperti di marketing e comunicazione dell’agenzia Blacklemon per portare un indotto economico al commercio locale. Per una città da 100.000 abitanti, i numeri di queste notti bianche sono straordinari: ogni venerdì si registrano circa 60.000 presenze che generano un indotto di quasi 2 milioni di euro a serata, distribuiti nel “centro commerciale naturale” della città emiliana al confine con la Lombardia. Dopo 2 anni di stop dovuti alla pandemia, i "Venerdì Piacentini” sono ripartiti seppure con qualche difficoltà. Gli organizzatori non hanno potuto muoversi fino agli inizi di giugno, un po’ per i dubbi sulle restrizioni, un po’ per le elezioni amministrative che hanno congelato i rapporti con il Comune di Piacenza. «Di solito iniziamo a lavorare al festival in febbraio - ha spiegato Nicola Bellotti, direttore artistico della manifestazione - ma questa volta abbiamo avuto tre settimane per fare tutto. Trovare gli sponsor, dal momento che il festival si paga esclusivamente con espositori e partner privati, ingaggiare gli artisti, progettare un piano di sicurezza aggiornato e ripensare alla logistica». Un’impresa apparentemente impossibile. Eppure nelle prime due serate del festival la magia si è ripetuta. Un fiume di persone si è riversato nelle piazze e nelle vie dello shopping della città emiliana vestita a festa. Bar, ristoranti e chioschi dello street food sono stati in grado di accogliere in poche ore decine di migliaia di turisti e i negozi aperti fino a mezzanotte hanno reso ancora più bello il centro storico di una città che già di per sé è un gioiello da scoprire, e conserva il fascino di quando fu capitale del Ducato di Parma e Piacenza dai Farnese, durante il Rinascimento. I “Venerdì Piacentini” funzionano e attirano turisti per un insieme di ragioni. Piacenza è una città lambita dal Po, al confine con la Lombardia, vicinissima a Milano, Lodi, Cremona, Pavia e Brescia, ma già in grado di offrire quel calore tipicamente emiliano che tanto piace ai lombardi perché sa di vacanza. Nelle strade del festival i turisti - accompagnati da decine di spettacoli musicali, sfilate, eventi sportivi, iniziative culturali e da numerose proposte gastronomiche, davvero per tutti i gusti – si sentono “in riviera”. Tanta gente arriva anche da Parma, Reggio-Emilia, Alessandria e Genova. «Piacenza ha la fortuna di essere una città facilmente raggiungibile - ha spiegato Susanna Pasquali, di Blacklemon - in un’ora è raggiungibile da Milano, Parma, Cremona, Brescia, Reggio-Emilia, Lodi, Pavia, Alessandria, un bacino di milioni di persone che si spostano volentieri il venerdì sera per una buona proposta gastronomica o di intrattenimento». Venerdì 15 luglio si terrà la serata conclusiva dei “Venerdì Piacentini”, con un programma davvero ricco. In piazza Cavalli si terrà una grande festa dedicata al pugilato e alle arti marziali, con incontri e spettacolari dimostrazioni di tecniche. In piazza Duomo i maestri della Milestone School of Music si alterneranno sul palco in un concerto che durerà tutta la notte; in piazza Borgo si ricorderanno i moti di Stonewall con il ritorno di “Borgo Rainbow”, i dj set dal terrazzo e lo spettacolo di Drag Queen. Lungo tutto il Corso Vittorio Emanuele II si alterneranno momenti di intrattenimento musicale e proposte gastronomiche. Sul Pubblico Passeggio andrà in scena un concerto jaz. In via San Siro (oltre all’apertura notturna della mostra dedicata a Klimt alla galleria Ricci-Oddi) si tornerà indietro nel tempo con un dj set con i vinili, come una volta; la festa continuerà anche ai giardini Merluzzo, in via XX Settembre, in via Mazzini, in via Calzolai, in via Garibaldi e in tutte gli angoli del cuore antico della città, all’interno delle mura farnesiane, con musica, artisti di strada e street food. Per riuscire ad organizzare questa edizione del festival, Blacklemon ha potuto contare sulla stretta collaborazione delle associazioni di categoria che compongono la cabina di regia degli eventi cittadini legati al commercio: Confesercenti, Unione Commercianti e CNA hanno ottenuto la collaborazione del Comune di Piacenza e posto le condizioni per riuscire a mettere in moto la macchina. IREN e Banca di Piacenza, come main sponsor, hanno risposto alla chiamata e così hanno fatto che aziende come TRS Ecologia e Terrepadane, sostenitori del festival fin dalla primissima edizione. Il contributo economico di questi partner e l’adesione degli espositori (in particolare le concessionarie di auto e moto) ha fatto il resto. Per ulteriori informazioni: www.venerdipiacentini.it... Read the full article
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La Fortezza di Alessandria
La Fortezza di Alessandria, situata nella città di Alessandria, nel Piemonte settentrionale è una fortezza militare storica costruita nel XVIII secolo. Questa imponente fortezza è stata eretta alla fine del 1600 in un'area strategica per il controllo del Piemonte, ed è stata un punto di grande importanza per la difesa del regno sabaudo durante il periodo delle guerre di successione spagnola. La fortezza, situata al centro della città, è stata costruita su cinque punti di croce e opera di protezione del fiume Tanaro, sulla sponda destra, insieme alla linea di trincee. La sua posizione era di grande strategica importanza nel 1746, quando la città venne assediata dalla flotta austriaca. La fortezza di Alessandria comprende alcuni edifici storici come la cappella di San Carlo Biblioteca Civica ed il Museo Storico. L'edificio principale, noto come la "Cittadella", è circondato da un grande fossato e dalle mura perimetrali, con corpo di guardia e caserme per le truppe che si trovavano a difesa. All'interno della fortezza è possibile visitare il Museo Storico della Fortezza, che racchiude una vasta collezione di oggetti risalenti all'epoca delle guerre di successione, inclusi armi, uniformi, bandiere e documenti storici. Uno dei punti più interessanti del Museo è sicuramente la Sala del Trattato di Parigi, dove sono conservati numerosi documenti relativi alla fine della Guerra d'Indipendenza Americana. Questa sala ospita anche un'altra grande opera, ovvero il busto in bronzo del comandante francese Lafayette, con la firma del Presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson. La Biblioteca Civica della Fortezza è anche un punto di grande interesse turistico. Fondata nel 1964, la biblioteca ospita una vasta collezione di libri storici e testi riguardanti la storia militare della fortezza dal XVII al XIX secolo. In alcune zone della fortezza sono spesso organizzati eventi speciali come spettacoli teatrali, concerti e mostre temporanee. Parole chiave: Fortezza di Alessandria, Museo Storico della Fortezza, Sala del Trattato di Parigi, Biblioteca Civica, Guerra d'Indipendenza Americana. La Fortezza di Alessandria, oltre ad essere un luogo storico di grande importanza culturale, è anche una meta turistica popolare per gli amanti dell'architettura militare e le famiglie alla ricerca di una giornata culturale in un luogo suggestivo. La fortezza rappresenta un'attrazione particolarmente adatta ai bambini, che si divertiranno a scoprire la storia del posto, cercare di imitare i gesti dei soldati e risalire alle trincee e alle mura perimetrali del sito. Inoltre, i visitatori possono acquistare prodotti tipici locali presso i negozi di souvenir all'interno della Fortezza, dove si possono trovare anche oggetti d'antiquariato rari e particolari. La Fortezza di Alessandria è aperta al pubblico tutto l'anno e offre una vasta gamma di servizi e attività per i visitatori di tutte le età. Gli orari di apertura variano stagionalmente, e prima di organizzare la visita è consigliabile verificare gli orari di apertura sul sito ufficiale delle località turistiche della città. Rappresenta un luogo di grande interesse storico e culturale che offre ai visitatori una straordinaria esperienza di viaggio a contatto con la storia e la cultura del Regno Sabaudo. Un luogo imperdibile per chiunque voglia conoscere la bellezza e la storia di questo spettacolare luogo del Piemonte. Read the full article
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Sette arresti in 6 giorni per droga, rapine, resistenza
I controlli dei carabinieri ad Alessandria (ANSA) – TORTONA, 11 MAG – Controlli da parte dei carabinieri della compagnia carabinieri di Tortona (Alessandria) sono stati effettuati nel centro storico e nell’area della stazione ferroviaria. Dal 27 aprile al 2 maggio sono stati effettuati sette arresti per spaccio di droga, rapine e resistenza a pubblico ufficiale. Due uomini, di 35 e 38 anni,…
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CENTRO DEL MATERASSO “ASTOR CASA” IL NEGOZIO DORSAL DEL MESE È IN PIEMONTE E RICHIAMA CLIENTI PURE DALLA LIGURIA
Consulenza mirate con Massimo e Barbara Ravera
Il consiglio attento, la consulenza mirata, lo sguardo professionale. Sono questi i segreti di Massimo e Barbara Ravera, titolari del negozio che Dorsal ha scelto questo mese di raccontarvi: Centro del Materasso “Astor Casa” di Ovada in provincia di Alessandria. Il grande punto vendita è specializzato nel consigliare il sistema letto migliore per ciascuna persona, anche con la consulenza di fisioterapisti esperti nella fisiologia del sonno. Entriamo quindi nello showroom dei coniugi Ravera per farci raccontare la loro storia e la lunga collaborazione con Dorsal.
Buongiorno Massimo, ci faccia conoscere meglio il suo negozio. Il nostro è uno dei negozi specializzati nel bedding più grandi del Piemonte. La superficie espositiva è di circa 600 mq. Ci troviamo in provincia di Alessandria, ma il nostro showroom viene molto frequentato anche da persone che provengono dalla Liguria. È un punto vendita storico, possiamo vantare ormai oltre 30 anni di attività. Siamo io e mia moglie Barbara a gestire tutto, con grande passione e attenzione alla nostra clientela.
Da quanti anni conoscete Dorsal? Sono oltre 15 anni che lavoriamo con Dorsal. Ci troviamo molto bene. Abbiamo frequentato diversi corsi di aggiornamento in azienda e abbiamo visitato la fabbrica diverse volte. Possiamo dire di essere in sintonia con Dorsal rispetto all'attenzione che pone alla salute dell'uomo e all'ambiente.
Pensate quindi che siano importanti le recenti certificazioni ambientali ottenute, i premi e riconoscimenti per il suo impegno sia in campo ambientale sia in quello dell’ergonomia? Sì certamente, si tratta di argomenti molto importanti per la vendita. La nostra clientela si dimostra molto attenta al discorso della naturalità dei prodotti Dorsal, come anche al fatto che utilizzi solo legno certificato FSC per la produzione delle sue reti a doghe. Inoltre, riteniamo davvero importante la collaborazione ultradecennale che Dorsal ha intessuto con l'Associazione Italiana Fisioterapisti.
Anche voi avete avviato collaborazioni con fisioterapisti locali? Sì, abbiamo ospitato in negozio i fisioterapisti per parlare dei prodotti Dorsal ma soprattutto abbiamo, in questi anni, attivato uno stretto rapporto di collaborazione. Diversi fisioterapisti e anche un chiropratico, consigliano ai loro pazienti il nostro negozio per acquistare un nuovo sistema letto, merito anche della qualità dei prodotti Dorsal oltre che della nostra competenza nel consigliare i sistemi letto più adatti a ciascuna persona.
Qual è la vostra filosofia? Noi crediamo nell'importanza di far acquistare al cliente un sistema letto completo: materasso più rete letto, che lavorino in sinergia tra di loro. Inoltre, quando accogliamo i clienti, per prima cosa facciamo loro una specie di intervista: età, peso, patologie, abitudini del sonno… Per noi è importante conoscere meglio il cliente, per consigliare i prodotti più giusti. Ad esempio se mi trovo davanti una persona in avanti con l'età non consiglierò un materasso e una rete letto rigidi o con portanza sostenuta, ma prodotti più accoglienti per contrastare le rigidità dovute all'età.
Quali prodotti Dorsal tenete in showroom? Teniamo un po’ tutti i prodotti Dorsal. In particolare amiamo molto il materasso Greener della linea I Contemporanei, che è uno dei materassi Dorsal più apprezzati dalla nostra clientela. Un evergreen per noi è poi Grand Soleil Antares. E per quanto riguarda le doghe, vendiamo sempre bene: Ergo, la rete Super che è sempre la numero uno e Human, in particolare nel modello Balance.
Cosa contraddistingue il vostro negozio? L'attenzione continua verso i clienti, la nostra disponibilità a prendere le misure personalmente, a venire incontro ad eventuali esigenze particolari di personalizzazione. E poi abbiamo una sala prova molto grande e anche adesso, che dobbiamo affrontare l'emergenza Covid-19, abbiamo attuato tutti i protocolli di sicurezza: dal gel mani agli ingressi scaglionati, dai telini prova usa getta all'obbligo di mascherine per tutti. Massima sicurezza, massima attenzione alla nostra clientela, sempre.
Si ricorda di qualche cliente che ha scelto un materasso Dorsal e ha risolto o migliorato un problema legato alla salute? Ho diversi aneddoti da raccontare, ma uno particolarmente emblematico è quello di una signora che doveva operarsi per un problema alla spalla. L’ortopedico che l'aveva in cura le consiglia, prima di affrontare l'operazione, di dotarsi di un buon sistema letto e la signora col marito vengono a scegliere un nuovo materasso e rete letto qui da noi. Io consiglio un sistema letto Dorsal. Ebbene, dopo un po’ di tempo è tornato il marito in negozio da noi, per ringraziarci del suggerimento, perché la moglie addirittura non aveva più dovuto operarsi, in quanto, sostituito il vecchio materasso e la rete letto con quelli nuovi, finalmente i dolori alla spalla durante la notte erano migliorati. Vi è poi un altro caso, di una signora che dormiva sempre a pancia in giù, noi le abbiamo suggerito di scegliere un materasso più accogliente e una rete meno rigida che certamente questo le avrebbe permesso di non dormire più prona, che è sempre sconsigliato. La signora si è fidata del nostro consiglio, ha acquistato i prodotti Dorsal suggeriti da noi e dopo qualche tempo è tornata a dirci che effettivamente ora dormiva meglio, non stava più prona e aveva risolto diversi problemi legati alla schiena.
Astor Casa si trova in via Voltri 27 L a Ovada (Alessandria).
Il numero di telefono è 0143833448 e la email è: [email protected]
Il negozio è aperto dal martedì al sabato dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.00.
Chiuso: domenica e lunedì.
Il lunedì è aperto su appuntamento. Per maggiori informazioni: www.astorcasa.it
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Morciano di Leuca in Puglia è un comune del Salento noto per la produzione dell’olio di oliva di alta qualità. In questa località però ci sono tanti monumenti da visitare e attività da fare, grazie anche all’ottimo clima che tutto l’anno garantisce temperature mai troppo fredde. Il paesaggio meraviglioso attira tanti turisti ogni anno su tutto il territorio e questo paese è uno dei punti da non perdere. Morciano di Leuca: cosa vedere A Morciano di Leuca le cose da vedere sono tante. Sorto sui resti dell’antica città di Vereto incendiata dai Saraceni nel IX secolo, il centro storico ha un bellissimo castello fatto erigere da Gualtiero VI di Brienne, una fortezza imponente con alte mura merlate e un poderoso torrione circolare. Su via Roma si erge la facciata principale della matrice dedicata al vescovo di Alessandria e all’angolo di piazza Chiesa una grossa mola di pietra è la testimonianza della produzione di olio d’oliva. Sono, invece, celate dal basolato le 72 tombe databili tra il XII e il XIV secolo. Il Castello di Marciano Il castello di Morciano, attualmente denominato Castello Valentini dal nome dell’ultima famiglia che lo ha abitato, è un esempio imponente di architettura civile risalente alla seconda metà del XIV secolo. Si sviluppa su due piani e, intorno alla metà del 1500, le vecchie mura sostituirono le mura posteriori per difendere al meglio la popolazione dagli attacchi dei pirati. Attraverso il portone si accede ad un ampio cortile interno intorno al quale sono distribuiti grandi stanzoni adibiti a fienili, scuderie, legnaia, cucine, officine, botteghe artigianali, forno e deposito d’armi. Madonna del Carmine a Morciano di Leuca La Chiesa della Madonna del Carmine è nota anche come “de lu cumentu” o chiesa del Rosario, in quanto è la sede dell’omonima Confraternita. Dalle lastre di vetro della piazza si intravedono il frantoio ipogeo e le fosse granarie. Fu costruita intorno al 1486 per volontà del Barone di Morciano Ruggero Sambiasi, così come documenta un’iscrizione incisa su pietra e sistemata in alto sul lato nord della chiesa. La Chiesa del Rosario conserva un antico organo e statue in legno e in cartapesta di varie epoche, che è possibile ammirare . Barbarano del Capo Barbarano del Capo è una frazione di Morciano di Leuca, in Puglia, che deve il suo nome alla distruzione del vicino Casale di Vereto, avvenuta nel IX secolo per mano dei saraceni, i “barbari’. Nel centro storico di questa caratteristica frazione salentina, si erge una grande torre cinquecentesca, sulla quale spicca la scultura dello stemma nobiliare della famiglia Capece. Inoltre è possibile visitare la Chiesa Madre dedicata a San Lorenzo che risale al XVI secolo. La Cappella di Santa Maria di Leuca del Belvedere, invece, risale al XVII secolo che fu edificata come punto di sosta per i fedeli che si recavano in pellegrinaggio alla Chiesa di Santa Maria di Leuca. Barbarano però è famoso per le cosiddette “vore”, degli enormi buchi nel terreno dovuti a fenomeni carsici. Sul territorio ve ne sono due, Vora Grande e Vora Piccola, la cui profondità massima è rispettivamente di 34 e 25 metri e che, secondo la leggenda, venivano considerati dei punti di passaggio tra la terra e gli inferi. Torre Vado e il mare di Morciano di Leuca Torre Vado è una delle numerose torri di avvistamento costiere fatte costruire nel XVI secolo da Carlo V d’Asburgo per difendere il territorio salentino dalle invasioni dei pirati saraceni. La torre di guardia si trova a pochi metri dal mare ed è circondata da edifici costruiti in epoche più recenti. Data la sua vicinanza con il centro abitato, era stata adibita a torre cavallara, cioè era dotata di un messaggero che in caso di pericolo partiva a cavallo per avvertire i paesi dell’entroterra. Con il disarmo delle torri costiere, avvenuto intorno 1846 su disposizione di Ferdinando II sovrano delle Due Sicilie, la torre è stata adibita a stazione di controllo doganale. Nel 1930 venne acquistata da privati e poi restaurata nel 1935. A Morciano di Leuca il mare è quello cristallino del Salento e si trova a 3 km dal centro abitato. La spiaggia più vicina è quella che si trova a Torre Vado, sullo Ionio. Nella zona antistante il porto turistico di Torre Vado, infatti, si trova una piccola baia, una cala di sabbia bianca con fondale basso e frequentata soprattutto da famiglie con bambini perché i fondali sono bassissimi per tanti metri. https://ift.tt/2zddowx Cosa vedere nel borgo di Morciano di Leuca Morciano di Leuca in Puglia è un comune del Salento noto per la produzione dell’olio di oliva di alta qualità. In questa località però ci sono tanti monumenti da visitare e attività da fare, grazie anche all’ottimo clima che tutto l’anno garantisce temperature mai troppo fredde. Il paesaggio meraviglioso attira tanti turisti ogni anno su tutto il territorio e questo paese è uno dei punti da non perdere. Morciano di Leuca: cosa vedere A Morciano di Leuca le cose da vedere sono tante. Sorto sui resti dell’antica città di Vereto incendiata dai Saraceni nel IX secolo, il centro storico ha un bellissimo castello fatto erigere da Gualtiero VI di Brienne, una fortezza imponente con alte mura merlate e un poderoso torrione circolare. Su via Roma si erge la facciata principale della matrice dedicata al vescovo di Alessandria e all’angolo di piazza Chiesa una grossa mola di pietra è la testimonianza della produzione di olio d’oliva. Sono, invece, celate dal basolato le 72 tombe databili tra il XII e il XIV secolo. Il Castello di Marciano Il castello di Morciano, attualmente denominato Castello Valentini dal nome dell’ultima famiglia che lo ha abitato, è un esempio imponente di architettura civile risalente alla seconda metà del XIV secolo. Si sviluppa su due piani e, intorno alla metà del 1500, le vecchie mura sostituirono le mura posteriori per difendere al meglio la popolazione dagli attacchi dei pirati. Attraverso il portone si accede ad un ampio cortile interno intorno al quale sono distribuiti grandi stanzoni adibiti a fienili, scuderie, legnaia, cucine, officine, botteghe artigianali, forno e deposito d’armi. Madonna del Carmine a Morciano di Leuca La Chiesa della Madonna del Carmine è nota anche come “de lu cumentu” o chiesa del Rosario, in quanto è la sede dell’omonima Confraternita. Dalle lastre di vetro della piazza si intravedono il frantoio ipogeo e le fosse granarie. Fu costruita intorno al 1486 per volontà del Barone di Morciano Ruggero Sambiasi, così come documenta un’iscrizione incisa su pietra e sistemata in alto sul lato nord della chiesa. La Chiesa del Rosario conserva un antico organo e statue in legno e in cartapesta di varie epoche, che è possibile ammirare . Barbarano del Capo Barbarano del Capo è una frazione di Morciano di Leuca, in Puglia, che deve il suo nome alla distruzione del vicino Casale di Vereto, avvenuta nel IX secolo per mano dei saraceni, i “barbari’. Nel centro storico di questa caratteristica frazione salentina, si erge una grande torre cinquecentesca, sulla quale spicca la scultura dello stemma nobiliare della famiglia Capece. Inoltre è possibile visitare la Chiesa Madre dedicata a San Lorenzo che risale al XVI secolo. La Cappella di Santa Maria di Leuca del Belvedere, invece, risale al XVII secolo che fu edificata come punto di sosta per i fedeli che si recavano in pellegrinaggio alla Chiesa di Santa Maria di Leuca. Barbarano però è famoso per le cosiddette “vore”, degli enormi buchi nel terreno dovuti a fenomeni carsici. Sul territorio ve ne sono due, Vora Grande e Vora Piccola, la cui profondità massima è rispettivamente di 34 e 25 metri e che, secondo la leggenda, venivano considerati dei punti di passaggio tra la terra e gli inferi. Torre Vado e il mare di Morciano di Leuca Torre Vado è una delle numerose torri di avvistamento costiere fatte costruire nel XVI secolo da Carlo V d’Asburgo per difendere il territorio salentino dalle invasioni dei pirati saraceni. La torre di guardia si trova a pochi metri dal mare ed è circondata da edifici costruiti in epoche più recenti. Data la sua vicinanza con il centro abitato, era stata adibita a torre cavallara, cioè era dotata di un messaggero che in caso di pericolo partiva a cavallo per avvertire i paesi dell’entroterra. Con il disarmo delle torri costiere, avvenuto intorno 1846 su disposizione di Ferdinando II sovrano delle Due Sicilie, la torre è stata adibita a stazione di controllo doganale. Nel 1930 venne acquistata da privati e poi restaurata nel 1935. A Morciano di Leuca il mare è quello cristallino del Salento e si trova a 3 km dal centro abitato. La spiaggia più vicina è quella che si trova a Torre Vado, sullo Ionio. Nella zona antistante il porto turistico di Torre Vado, infatti, si trova una piccola baia, una cala di sabbia bianca con fondale basso e frequentata soprattutto da famiglie con bambini perché i fondali sono bassissimi per tanti metri. Dal Castello alle storiche chiese, fino alle bellezze naturali del posto: Morciano di Leuca è un borgo pugliese ricco di sorprese tutte da scoprire.
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Luca Giurato papere video
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Luca Giurato papere video
Luca Giurato conferma da sempre la sua simpatia; anche durante una delle sue ultime visite al giornale il Fatto Quotidiano si è complimentato con tutta la redazione del giornale, alla quale ha mosso i suoi elogi.
Ha definito Il fatto Quotidiano come uno dei migliori giornali italiani; un giudizio sicuramente attendibile.
Infatti Giurato può vantare un’esperienza di lungo corso per quanto riguarda i giornali e le televisioni italiane.
Fin dagli anni 80 e per tutti gli anni 90 è stato uno dei protagonisti più apprezzati di questo settore.
Ma sono le papere video che lo hanno fatto apprezzare di più dal pubblico; infatti grazie alla sua capacità di far ridere ha ricevuto il “Premio simpatia”.
Anche la trasmissione Mai dire gol, attraverso la Gialappa’s Band e il programma Striscia la notizia lo hanno nominato più volte.
La sua spontaneità lo ha sempre contraddistinto durante le dirette dei suoi programmi.
In particolare nella rubrica “Luca Giurato Show” di Striscia la notizia si sono registrati degli ascolti molto alti.
Al contrario, nella sua vita privata non è mai stato al centro delle cronache di gossip o altre notizie poco serie.
In compenso, grazie alle sue “figuracce” in tv è diventato un vero e proprio personaggio televisivo.
È apparso anche in un’altra rubrica di Striscia la notizia, “Ci avrei Giurato”, dove abbiamo potuto vedere il meglio e il peggio delle sue performance televisive.
Ci sono molte frasi famose che lo hanno fatto diventare un vero e proprio cult per quanto riguarda le papere televisive; tra queste troviamo:
“Buongiorno al pubblico maschile e a quello femminile. Anzi prima a quello femminile e poi a quello… femminile!“ –
Questa è solamente una delle tante che si possono trovare nei social, come ad esempio su facebook, dove spopolano le fan page a lui dedicate.
Tra le sue caratteristiche ci sono sicuramente l’imprevedibilità e la simpatia, soprattutto durante la diretta dei programmi che l’hanno visto protagonista.
Luca Giurato frasi
Ci sono alcuni momenti rimasti memorabili, come ad esempio quando è stato ospite al programma La vita in diretta.
In quell’occasione non si è smentito e si è dimostrato un’intrattenitore di tutto rispetto; all’epoca il programma era condotto da Cristina Parodi che lo stava intervistando.
Luca Giurato ha fatto delle domande alla Parodi, andando fuori dalle righe, prima che la conduttrice ristabilisse l’ordine.
Nel corso dell’intervista poi si è continuato a parlare delle papere televisive che hanno caratterizzato la carriera di Luca Giurato.
Nella chiacchierata con il conduttore Cristina Parodi aveva fatto notare la sua ricerca di notizie sui social.
Infatti prima dell’intervista si era documentata a proposito delle frasi più celebri che Giurato aveva pronunciato nel corso della sua carriera televisiva.
Proseguendo, la Parodi ha domandato a Giurato quale delle sue frasi famose gli fosse rimasta più impressa.
Lui ha risposto che non aveva una preferenza e che tutte le frasi erano belle e le ricordava con affetto.
Tuttavia a volte erano studiate a tavolino per divertire il pubblico; dunque non xempre si trattava di gaffe involontarie.
Con queste dichiarazioni ha confermato quanto molti telespettatori sospettavano e cioè che non sempre le papere televisive di Luca Giurato erano non volute.
In alcune occasioni Giurato aveva trascinato le sue gaffe per un periodo più lungo, anche perchè si era accorto del successo che avevano.
Successivamente ha parlato anche un po’ della sua vita privata; in particolare ha risposto a questa dichiarazione della moglie, su di lui:
“Luca è la fantasia della mia vita, l’ho sposato perchè credo nelle missioni impossibili”, cosi dichiarava Daniela Vergara.
La risposta di Giurato: “Chissà se la pensa veramente così, l’importante è che non sono il suo incubo”.
Proseguendo: “Con mia moglie ci vediamo poco, ma bene…in fondo io sono uno zuzzerellone”.
youtube
Luca Giurato e le sue colleghe
Sicuramente con Luca Giurato come partner non ci si annoia, visto il personaggio; in seguito Cristina Parodi ha anche posto una domanda più seria al conduttore.
Che cosa ne pensava del Presidente della Repubblica Mattarella; del quale Giurato ha detto: “Ho avuto modo di intervistarlo in passato”.
Proseguendo: “mi ha fatto una buona impressione, penso bene di lui, mi sembra una persona concreta”.
Alla fine dell’intervista non è mancato il tempo per scherzare ancora; del tempo in diretta molto allegro passato insieme a dato brio alla trasmissione.
In altre occasioni ha parlato anche delle sue co-conduttrici: “io sono stato un uomo fortunato, a parte per aver avuto autori molto bravi, ho avuto partner favolose con le quali sono sempre andato d’accordo”.
Ha rivelato anche qualche particolare curioso: “Di una sono sempre stato innamorato, Livia Azzariti, ormai dopo 20 anni posso dirlo. A parte questa debolezza personalissima, anche tutte le altre meravigliose”.
Ha parlato anche dei rapporti tra conduttori in generale: “E’ veramente una cazzata quella di litigare tra conduttori, è un’offesa verso i telespettatori, non ce lo possiamo permettere”.
Proseguendo: “Come si fa a litigare con la Clerici, con la Saluzzi, con Maggioni, con Capua? Tutte donne straordinarie, belle, intelligenti e capaci. Mi vanto spudoratamente di aver lanciato Eleonora Daniele, che ora sta facendo molto bene”.
Ha parlato anche del suo pubblico: “Il pubblico ti segue, ma tutto può vedere tranne che litighi con la tua partner”.
Ha precisato: “anche politici e giornalisti super politicizzati litigano per forza e si devono scontrare per forza perché fa audience. Prima di tutto non è vero che fa audience e anche se fosse che bell’audience quando si urla e non si capisce nulla”.
In seguito ha avuto anche occasione di parlare dei recenti fatti di cronaca legati alle molestie sessuali di Holliwood:
“E’ molto triste perché nessuno ha certezze al 100%; nessuno era lì a vedere le storie orrende di Weinstein”.
Ha precisato: “Però credo che Asia Argento, con tutte le sue intemperanze comportamentali, abbia ragione, credo che sia un vero mascalzone che approfitta del suo potere”.
Concludendo: “Anche guardando alla cronaca si vedono delle cose bestiali. Menomale che è nato questo movimento Metoo, almeno confrontiamoci. Io poi sono un filo-donne spudorato”.
Luca Giurato biografia
Luca Giurato è un giornalista e conduttore di programmi televisivi, che da qualche anno si è dedicato alla professione di opinionista e ospite nei programmi televisivi.
È nato nel ’39, figlio di Giovanni Giurato, diplomatico siciliano che lavorava come console in Uruguay.
Ha due fratelli, Blasco, che ha lavorato nel cinema, in particolare con Giuseppe Tornatore per il film Nuovo Cinema Paradiso, come direttore della fotografia.
L’altro fratello, Flavio, è un cantautore; ha anche una sorella, Claudia, che lavora come geologa.
Luca ha studiato al liceo classico, dove dopo il diploma era stato indirizzato da padre per seguire la sua professione.
Al contrario, iniziò a lavorare per il giornale di Roma Paese Sera, seguendo le notizie di cronaca nera.
Proprio con questo primo lavoro è iniziata la sua carriera nel mondo del giornalismo; ha lavorato con La Stampa.
Negli anni 80 ha ricoperto il ruolo di direttore del Giornale Radio di Radio Rai; nel corso degli anni, grazie al suo impegno professionale è riuscito ad arrivare alla direzione del Tg1.
Luca Giurato proviene da una famiglia borghese; suo nonno materno era Gioacchino Forzano.
Drammaturgo, regista, avvocato e giornalista, Gioacchino aveva lavorato con Giacomo Puccini, Pietro Mascagni e Ruggero Leoncavallo.
Delle illustri origini per Luca Giurato, che a dispetto delle su famose gaffe televisive è stato un giornalista molto professionale.
La sua famiglia è stata da sempre protagonista nel mondo della drammaturgia e del cinema, oltre che del giornalismo.
Per quanto riguarda il suo persorso professionale, continua negli anni 90, con la conduzione del famoso programma Rai Domenica in.
La sua conduzione con Mara Venier lo ha fatto diventare il personaggio che tutti conosciamo.
Grazie all’esperienza a Domenica in, che comunque riscuote un successo forse inaspettatto, riesce ad approdare alla trasmissione “Unomattina” su Rai uno.
Diventerà un conduttore storico di quella trasmissione fino al suo addio nel 2008.
Luca Giurato moglie
la sua carriera televisiva parla per lui; ha da sempre amato il piccolo schermo e ha provato diverse esperienze in questo senso.
Recentemente ha anche partecipato a un talent, “Let’s dance”; da sempre presente in diversi programmi della televisione italiana.
Anche negli anni 2000 è stato spesso presente in diversi programmi tv, anche come ospite e opinionista.
In particolare si ricordano le sue partecipazioni a “I raccomandati” e a “L’Isola dei famosi”.
Per quanto alla sua vita privata, si è sposato con Gianna Furio e hanno avuto un figlio; successivamente però si sono separati.
Luca Giurato ha poi sposato Daniela Vergara, una giornalista Rai; anche conduttrice, ha lavorato al Tg2 per diversi anni.
La Vergara è nata ad Alessandria D’Egitto ed è diventata famosa per aver intervistato Craxi nel 1992.
Di li a poco sarebbe scoppiato il caso Tangentopoli e Daniela Vergara ebbe il merito di ascoltare le dichiarazioni dell’allora leader politico.
Luca Giurato a livello social non è attivo ed è difficile avere sue notizie in questo senso, sia su facebook che su Instagram.
Infatti le sue maggiori notizie ci arrivano dalle interviste nelle quali è protagonista nelle radio, tv e giornali.
Il mondo dei social non l’ha mai attirato più di tanto, piuttosto preferisce continuare di tanto in tanto il suo lavoro di opinionista in trasmissioni televisive.
Giurato ha continuato a partecipare anche come ospite all’interno di reality e trasmissioni di punta della televisione italiana.
Nel corso delle trasmissioni, la sua presenza assicura degli ascolti molto alti, anche grazie alla sua ormai famosa capacità di suscitare l’ilarità del pubblico.
Qualche anno fa si è reso protagonista in questo senso nel corso di una sua visita alla redazione de Il fatto Quotidiano.
Ha fatto visita alla redazione e si è complimentato con tutti i colleghi giornalisti, regalando momenti di simpatia e siparietti tipici del suo repertorio.
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