#AUTOSTRADE PER L’ITALIA
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Rimangono intrappolati nell’auto in fiamme: salvati dall’intervento dei Carabinieri. Cremona
Cremona – Autostrada A21, Km. 206 direzione Piacenza, due persone a bordo di un’autovettura in panne. Il veicolo ha improvvisamente iniziato a fumare dal vano motore e a singhiozzare. Il conducente accosta sul margine della carreggiata, dove fortunatamente c’è un’ampia banchina erbosa.
Cremona – Autostrada A21, Km. 206 direzione Piacenza, due persone a bordo di un’autovettura in panne. Il veicolo ha improvvisamente iniziato a fumare dal vano motore e a singhiozzare. Il conducente accosta sul margine della carreggiata, dove fortunatamente c’è un’ampia banchina erbosa. Piove. Gli occupanti richiedono l’intervento di un carro attrezzi e rimangono a bordo per proteggersi dalla…
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AREE DI SERVIZIO ALIMENTATE DAI PASSAGGI DELLE AUTO
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L’area di servizio Arno Est sull’autostrada A1, tra Firenze e Arezzo, è diventata la prima al mondo ad utilizzare l’energia cinetica dei veicoli in decelerazione, per generare energia elettrica in grado di alimentare la stazione.
Una nuova tecnologia prodotta dal centro per la ricerca e l’innovazione del Gruppo Autostrade per l’Italia Movyon, è una piattaforma tecnologica capace di trasformare il passaggio di ogni veicolo che transita su un apposito modulo installato nell’asfalto, in elettricità, attivando un generatore elettromeccanico che alimenta un convertitore elettronico. L’energia prodotta può essere utilizzata in un’area di servizio per alimentare l’illuminazione, la cartellonistica e i generatori di ricarica dei veicoli elettrici, nel casello per far funzionare le casse, le sbarre e illuminazione. In questo modo è possibile far rendere invece che disperdere l’energia termica prodotta dall’utilizzo dei freni delle auto.
La tecnologia ‘Kinetic energy harvesting from vehicles’ che rende possibile questa innovazione si basa sull’impianto LYBRA sviluppato da una startup di Spoleto, la 20energy. Con un passaggio medio giornaliero di 9mila veicoli, un unico modulo produce 30 Megawattora all’anno pari a una riduzione di 11 tonnellate di CO2, equivalente al consumo annuo di elettricità di un condominio di 10 famiglie. In una barriera autostradale come Firenze Ovest verrebbe azzerato il fabbisogno energetico di circa 60 MWh/anno con solo due di questi impianti mentre l’utilizzo di questo sistema nelle barriere di Milano Nord e Milano Sud garantirebbe un risparmio di 70 tonnellate di CO2 ogni anno.
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Fonte: Movyon; 20energy; foto di Araf Khan
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🔌 Colonnine di ricarica: partnership tra Autostrade per l’Italia e Renault per il futuro della mobilità elettrica #autoelettriche #Automotoelettriche #colonninediricarica ⤵️
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Turismo e infrastrutture in Italia: sviluppi chiave da seguire
L'Italia continua ad essere una delle mete turistiche più ambite a livello globale, accogliendo milioni di visitatori ogni anno. Oltre al suo patrimonio culturale, storico e gastronomico di fama mondiale, le recenti notizie sul turismo in Italia mostrano un’attenzione crescente verso nuove iniziative che stanno cambiando il modo in cui i turisti vivono il Paese. Contemporaneamente, le infrastrutture italiane sono in fase di ammodernamento per supportare la crescita del turismo e migliorare la vita quotidiana, potenziando i trasporti, gli alloggi e l’accessibilità per tutti.
Una rinascita del turismo: la strategia italiana per la crescita
L'Italia sta puntando sul rilancio del settore turistico dopo la crisi pandemica. Con la riapertura dei confini e la ripresa dei viaggi internazionali, le notizie sul turismo in Italia mettono in luce gli sforzi del governo per rilanciare l'economia con campagne che promuovono mete meno conosciute e fuori dai circuiti turistici più affollati. Sebbene città iconiche come Roma, Firenze e Venezia continuino a essere grandi attrazioni, regioni come la Basilicata, l’Umbria e i laghi del nord stanno guadagnando popolarità, offrendo esperienze uniche ai visitatori. Inoltre, il turismo sostenibile sta diventando una priorità. Strutture ricettive eco-friendly e viaggi responsabili sono sempre più diffusi, fornendo alternative ai tradizionali modelli di turismo di massa. Questi sforzi mirano a ridurre l'affollamento nelle città principali e a preservare le risorse naturali e culturali, in linea con le richieste di un pubblico sempre più attento all’ambiente.
Progetti infrastrutturali che stanno ridisegnando il futuro dell'Italia
La base dell'industria turistica italiana è costituita da infrastrutture solide e moderne. Le ultime notizie sulle infrastrutture in Italia mostrano una serie di miglioramenti, in particolare l’espansione delle reti ferroviarie ad alta velocità con i servizi Frecciarossa e Italo, che collegano le principali città italiane. Questi collegamenti non solo rendono i viaggi più rapidi, ma offrono un’alternativa ecologica ai voli interni. Oltre ai treni, l’Italia sta investendo nei suoi aeroporti, strade e porti. La modernizzazione degli scali principali come Roma Fiumicino e Milano Malpensa mira ad aumentare la capacità di gestione dei passeggeri, migliorando al contempo l’esperienza grazie a procedure di sicurezza più efficienti, una maggiore offerta commerciale e check-in automatizzati. Anche le nuove autostrade intelligenti, dotate di stazioni di ricarica per veicoli elettrici, riflettono l’impegno del Paese nella riduzione delle emissioni e nella promozione di modalità di viaggio sostenibili.
Gli sforzi per promuovere il turismo sostenibile in Italia
Nell’ambito della ripresa turistica, l’Italia non si limita a promuovere nuove destinazioni, ma incoraggia anche pratiche di viaggio sostenibili. Le notizie sul turismo in Italia riportano che il governo sta offrendo incentivi per chi esplora il Paese in modo responsabile, ad esempio in treno, in bicicletta o a piedi, soprattutto nelle aree rurali e nei parchi nazionali. Questa strategia mira a ridurre l’impatto ambientale del turismo di massa e allo stesso tempo supportare le economie locali. Le città costiere e le località di montagna stanno vedendo benefici concreti grazie a progetti infrastrutturali che migliorano l'accessibilità. L'introduzione di autobus elettrici e navette ecologiche consente ai turisti di scoprire le meraviglie naturali dell'Italia senza aumentare il traffico e l'inquinamento. Questi interventi sono particolarmente cruciali per località molto visitate come la Costiera Amalfitana, dove il sovraffollamento è diventato un problema crescente.
Infrastrutture e turismo: una relazione simbiotica
Il legame tra infrastrutture e turismo è cruciale. La capacità dell’Italia di accogliere un numero sempre maggiore di turisti dipende dagli investimenti in trasporti, alloggi e accessibilità. Le recenti notizie sulle infrastrutture in Italia evidenziano l’importanza di progetti come la modernizzazione delle stazioni ferroviarie e l’adozione di sistemi di trasporto intelligenti, che rendono più agevoli gli spostamenti per residenti e visitatori. Questi interventi garantiscono che l’Italia possa soddisfare le esigenze dei turisti moderni, senza compromettere il suo patrimonio storico e culturale. Allo stesso tempo, il Paese sta investendo nella creazione di nuovi hub culturali, restaurando siti storici e musei, aggiungendo così nuovi motivi per visitare l’Italia oltre le destinazioni tradizionali.
Conclusione
Con un impegno continuo sia nel turismo che nelle infrastrutture, l’Italia sta diventando una destinazione sempre più attraente e sostenibile per i visitatori. Che si tratti dell'espansione della rete ferroviaria, delle opzioni di viaggio ecologiche o degli aeroporti rinnovati, tutti questi sforzi mirano a migliorare l’esperienza dei viaggiatori. Per rimanere aggiornati su tutte le novità del turismo e delle infrastrutture in Italia, visita stradenuove.net e scopri come questi sviluppi stanno trasformando il futuro del Paese.
Per maggiori informazioni:-
Notizie sul turismo in Italia
Notizie sui trasporti in Italia
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Oltre 500 milioni di euro per la manutenzione delle autostrade allocati in modo non corretto
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Un’indagine della procura di Roma si concentra sullo stato patrimoniale di Autostrade per l’Italia. Al centro dell’inchiesta un presunto falso in bilancio. Questa è l’accusa principale mossa dai pubblici ministeri, che hanno iscritto sette nomi nel registro degli indagati. Tra questi figurano l’amministratore delegato Roberto Tomasi e il suo predecessore Giovanni Castellucci, che guidava la società durante il crollo del ponte Morandi. Il falso in bilancio non è l’unico reato contestato dai magistrati della Capitale. Altri capi d’imputazione includono, infatti, l’aggiotaggio, l’ostacolo alla vigilanza e la manipolazione del mercato. La questione è complessa, ha radici che risalgono ai primi anni Duemila e ruota attorno a una classificazione errata di una voce nel bilancio della società. Per questo motivo, i 500 milioni di euro contestati dagli inquirenti non possono essere attribuiti solo all’attuale gestione della società. Questa risponderà di fronte agli investigatori solo per la sua parte e per gli anni in cui è in carica. Inoltre, i reati commessi prima del 2017 non possono più essere puniti, perché prescritti. Ma partiamo dall’inizio. Autostrade per l’Italia finanzia gran parte delle sue opere attraverso i pedaggi. Una parte di questi ricavi deve essere destinata a questo scopo. Aspi determina le risorse necessarie per realizzare un progetto specifico e queste devono essere accantonate in un fondo specifico e dedicato. Tuttavia, se un progetto viene revocato, le risorse devono rimanere disponibili nel fondo per eventuali nuovi progetti. Ma secondo il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e i pubblici ministeri Fabrizio Tucci e Lorenzo Del Giudice, questo fondo non sarebbe stato correttamente collocato nei bilanci della società. Anche il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma della Guardia di Finanza condivide questa opinione e ha avviato verifiche approfondite sulla questione. La falsa rappresentazione dei conti ha generato, come si diceva prima, delle ulteriori contestazioni, come l’aggiotaggio e la manipolazione del mercato. La situazione è estremamente delicata visto che Autostrade per l’Italia è una delle più importanti società del Paese. Di conseguenza, è probabile che alcuni degli indagati siano convocati dai magistrati della Capitale per essere interrogati nei prossimi giorni, per chiarire la loro posizione e stabilire eventuali responsabilità. Insomma l’attuale governance di Aspi è sotto esame mentre si attende di comprendere quali possano essere le conseguenze delle accuse formulate dalla procura di Roma. Read the full article
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Pedaggi: in Francia caselli autostradali e dispositivi diventano superflui (ma con multe oltre fino a 375 euro)
La Francia sta sostituendo alcuni caselli autostradali con scanner che registrano la targa del veicolo (péage en flux libre), in modo simile a quanto Autostrade per l’Italia e Tangenziale di Napoli stanno sperimentando col sistema TargaGo. Gli altri automobilisti hanno 72 ore per pagare registrando la targa sul sito www.sanef.com o in una tabaccheria aderente, altrimenti la multa va dai 10 ai…
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Autostrade per l’Italia sta testando la luce radente per migliorare sicurezza e sostenibilità
http://dlvr.it/T7wPVX
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Atlante si aggiudica il primo bando di Autostrade per l’Italia con oltre 90 punti di ricarica ultra-rapida sul territorio nazionale
🔴 🔴 Atlante si aggiudica il primo bando di Autostrade per l’Italia con oltre 90 punti di ricarica ultra-rapida sul territorio nazionale
Atlante, la società del Gruppo NHOA dedicata alla rete di ricarica rapida e ultra-rapida per veicoli elettrici si è aggiudicata il primo bando di gara in Italia per la progettazione, realizzazione e gestione di oltre 90 punti di ricarica ultra-rapida per veicoli elettrici (EV) di Autostrade per l’Italia (ASPI). (Iscriviti gratuitamente al canale Telegram di Rally Time per ricevere le notizie sul…
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Il premio "Piccolo comune amico"
Ventuno comuni della Campania si contendono quest’anno il premio “Piccolo comune amico”, progetto realizzato da Codacons in collaborazione con Coldiretti e sostenuto da Aci, Anci, Enac, Intesa Sanpaolo, Fit, Poste Italiane, Touring Club Italiano, Autostrade per l’Italia, Symbola, Uncem, con lo scopo di valorizzare i piccoli Comuni italiani, far conoscere le eccellenze locali e favorire il turismo. Premio "Piccolo comune amico", la quarta edizione Una iniziativa, giunta alla quarta edizione, che premia le eccellenze italiane nelle categorie agroalimentare, artigianato, innovazione sociale e cultura, arte e storia. Oltre alle categorie tradizionali ci saranno i Premi Speciali: “Piccolo aeroporto amico", dedicato alla riqualificazione dei piccoli centri aeroportuali, “Aria, acqua, terra”, sulla bellezza naturalistica del territorio, “Comuni contro il caro energia”, dedicato ai Comuni che si sono distinti per le politiche di contrasto al caro-bolletta tramite l'istituzione di comunità energetiche o altri strumenti, “Comuni per la disabilità”, dedicato ai Comuni che si sono caratterizzati per politiche di inclusione di particolare efficacia, “Comuni per l’apicoltura”, che premia i Comuni che hanno realizzato iniziative di valorizzazione e tutela dell’apicoltura. In Campania sono 21 i comuni che si contendono il premio nelle varie categorie: - Prignano Cilento - Aquilonia - Buccino - Ceppaloni - Cerreto Sannita - Corleto Monforte - Furore - Galluccio - Mignano Monte Lungo - Morcone - Padula - Perito - Pietramelara - Ponte - Postiglione - Riardo - Sant’Angelo a Cupolo - Savignano Irpino - Summonte - Roccabascerana - Vitulano Come votare? I cittadini possono votare il proprio comune preferito entro e non oltre il prossimo 15 giugno, secondo una delle modalità indicate alla pagina https://codacons.it/pca-2024-vota/. I comuni che partecipano al concorso possono contare su un sito internet interamente dedicato e su una mappa interattiva delle realtà comunali in gara, con gli eventi e le eccellenze delle varie categorie selezionate. Il progetto è ampiamente promosso sui maggiori canali mediatici, come Facebook e Instagram, dando visibilità alle bellezze delle realtà comunali vincitrici nelle varie categorie, e vedrà campagne promozionali gratuite, sia nelle aree di servizio della rete autostradale sia sui social e sulla stampa. Foto di copertina: Codacons Read the full article
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Alessandro Mazzi: Autostrade del Mare Settore Chiave per Sviluppo Economico
Alessandro Mazzi: “in questo contesto, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dell’Italia pone l’accento sullo sviluppo di infrastrutture per la mobilità sostenibile, includendo la logistica e l’intermodalità. Tuttavia, per capitalizzare appieno le opportunità offerte dalla crescita del traffico marittimo e dall’espansione africana, è fondamentale che l’Italia elabori e implementi una strategia portuale e infrastrutturale marittima coerente, che tenga conto delle esigenze del settore Ro-Ro e delle autostrade del mare, promuovendo al contempo la sostenibilità, la digitalizzazione e la riduzione delle emissioni”
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Quando sono in atto importanti piani di sviluppo complessivi all’interno di un’azienda, il capitale umano ne diventa protagonista e sta a chi lo gestisce alimentare il fuoco del cambiamento. Parliamo di questo ed altro con Gian Luca Orefice, Director Human Capital & Organization di Autostrade per l’Italia SpA. Buona visione! https://www.colazionedilavoro.com https://www.improovo.com
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Auto a fuoco in A1 dopo tamponamento, conducente si allontana
I vigili del fuoco sono intervenuti questa mattina alle 6 per un incidente stradale in A1, avvenuto al chilometro 284 nel comune di Sesto Fiorentino (Firenze) in direzione nord, nel quale un’autovettura ha preso fuoco dopo aver tamponato un furgone di Autostrade per l’Italia che stava allestendo un cantiere sulla carreggiata. Il conducente dell’auto che ha provocato l’incidente si…
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Ci risiamo. Rischio attentati: l’Italia sospende Schengen. Blindato il confine sloveno. Ljubljana farà lo stesso con Croazia e Ungheria. Dalla rotta balcanica potrebbero infiltrarsi terroristi. Come l’attentatore di Bruxelles e quelli che prima di lui sono riusciti a passare le frontiere italiane senza visto per poi colpire. Parliamone.
In effetti il 45enne tunisino ‘Abdessalem Lassoued, era sbarcato a Lampedusa nel gennaio del 2011. Quell’anno, nei tre mesi di anarchia seguiti alla caduta del regime di Bin ‘Ali, dalla Tunisia presero il largo 25 mila senza-visto. A quasi tutti il governo Berlusconi IV concesse un permesso umanitario con relativo titolo di viaggio per incoraggiarli a disperdersi legalmente nel resto d’Europa. Lassoued era uno di loro. Lasciata l’Italia chiese asilo in Svezia, in Norvegia e infine in Belgio, ricevendo ovunque un diniego. Poi la svolta radicale e, dopo dodici anni in Europa, l’attacco nella capitale belga costato la vita a due svedesi.
Ora, Lassoued non è il primo lupo solitario ad aver viaggiato sulle rotte del contrabbando. Prima di lui i tunisini Anis Amri, che nel 2016 a Berlino investì la folla ai mercatini di Natale provocando 13 vittime, e Brahim Aoussaoui, che nel 2020 uccise tre persone a Notre-Dame, erano transitati da Lampedusa. Mentre gli algerini Khaled Babouri, che il 6 agosto del 2016 aggredì a colpi di machete due poliziotte a Charleroi, in Belgio, e Lakhdar Benrabah, che nel 2021 accoltellò tre poliziotti a Cannes, erano sbarcati senza-visto sulle coste sarde.
Con Lassoued fanno cinque casi. A fronte di 138 attentati terroristici di matrice islamista eseguiti in Europa dal 2014 al 2020. Il centro di ricerca Startinsight – citato da Youssef Hassan Holgado sul Domani – li ha analizzati tutti scoprendo che solo 22 attentatori su 138 erano immigrati irregolari. Il 16%. Tutti gli altri erano nati o cresciuti in Europa. Convertiti compresi. Il che ci dice essenzialmente due cose.
La prima è che al netto delle nostre paure, facilmente strumentalizzabili dalla politica, la minaccia viene dall’interno e non da fuori. Qualunque organizzazione terroristica voglia compiere un attacco in Europa non ha che da reclutare tra i tanti candidati al martirio disponibili sulle piazze europee.
La seconda è che se a fronte dei 3,5 milioni di passeggeri del contrabbando degli ultimi 32 anni soltanto 22 hanno compiuto attentati, la possibilità di fermarne uno sulla rotta è pari allo 0,0006%. In teoria. Perché in pratica è 0, tondo, dal momento che quei 22 si sono radicalizzati a distanza di anni dal loro ingresso in Europa, solitamente dopo il classico percorso di illegalizzazione, emarginazione, miseria, criminalità e carcere. Laddove il carcere rimane la principale palestra ideologica del salafismo jihadista in Europa.
Insomma sigillare le frontiere – ammesso che ci si riesca - servirebbe a poco. Anche perché concretamente sospendere Schengen significa ripristinare i controlli ai posti di blocco. Ovvero chiedere i documenti ai comuni cittadini in viaggio su strade, autostrade ed aeroporti. Mentre i viaggiatori senza visto continueranno a passare di nascosto nei boschi. Compreso l’insospettabile potenziale attentatore ogni 150 mila, di cui sopra. E gli altrettanto insospettabili ex combattenti ISIS in fuga di cui non abbiamo ancora parlato.
Breve flashback: nei dieci anni passati ne sono arrivati centinaia in tutta l’UE. Chi con passaporti falsi e chi battendo le rotte del contrabbando. Via terra e via mare. Specie dopo il fuggi fuggi generale seguito alla disfatta in Siria, Iraq e Libia. Tipo i nazisti in Sudamerica dopo la caduta del Reich. Nessuno sa con certezza quanti siano né dove si trovino, per il semplice fatto che non esistono banche dati con le impronte dei soldati dell’internazionale jihadista. Ne parlavo già in «Dawla». Sono soprattutto siriani e iracheni. I più hanno cambiato vita, spesso dopo aver avuto asilo sotto falsa identità. Quanti di loro invece siano ancora in contatto con le cellule dormienti della vecchia organizzazione islamista, mai così debole ma viva, è impossibile da stabilire. Ne arriveranno altri? Probabile. Ma ancora una volta il solo modo per intercettarli sono le indagini dell’intelligence e lo scambio di informazioni.
L’unica prevenzione possibile è quella: infiltrare, intercettare e smantellare una ad una le cellule jihadiste condividendo le informazioni di intelligence tra i vari paesi. Già avviene ma evidentemente non abbastanza. Almeno a giudicare dal caso di Lassoued che fu oggetto di un’allerta dell’antiterrorismo italiana di cui evidentemente i servizi belgi non tennero conto.
Dopodiché l’amara verità è che l’opzione zero rischi non esiste. Finché ci saranno atrocità impunite e sponsor del terrore, ci sarà qualcuno che nutrendosi all’ideologia del salafismo jihadista si sentirà legittimato a versare il sangue dei presunti nemici per vendicare i morti della propria comunità idealizzata. Ma questo è un altro discorso.
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