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AOU di Novara: Intervento di Chirurgia Toracica Innovativo Riuscito con Successo
Un complesso intervento toracico salvavita per un tumore al polmone è stato eseguito con successo presso l’AOU Maggiore della Carità di Novara dal professor Ottavio Rena. Una tecnica rara è stata utilizzata per la prima volta in Piemonte.
Un complesso intervento toracico salvavita per un tumore al polmone è stato eseguito con successo presso l’AOU Maggiore della Carità di Novara dal professor Ottavio Rena. Una tecnica rara è stata utilizzata per la prima volta in Piemonte. Novara, 21 ottobre 2024 – Un paziente cinquantenne affetto da un tumore al polmone ha potuto beneficiare di un complesso intervento di chirurgia toracica…
#anastomosi tracheo-bronchiale#AOU Novara#centri di eccellenza Piemonte#chirurgia d’eccellenza#chirurgia polmonare#Chirurgia toracica#circolazione extracorporea#complessi interventi chirurgici#cura del tumore#Dipartimento CardioToracoVascolare#ECMO#ECMO veno-venoso#Emergenza sanitaria#Francesco Della Corte#Giovanni Casali#Giuseppe Patti#Innovazione medica#interventi salvavita#intervento innovativo#Maggiore della Carità#Ospedale di Novara#Ottavio Rena#sanità italiana#sleeve pneumonectomy#successo chirurgico#tecniche chirurgiche innovative#trattamento chirurgico#Tumore al polmone#tumori polmonari#Università del Piemonte Orientale
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Studio su diabete mellito di tipo 1, microinfusore più efficace di iniezioni multiple di insulina
Nei pazienti con diabete di tipo 1 si conferma la superiorità, rispetto alle iniezioni multiple giornaliere di insulina, del sistema MiniMed, uno dei più avanzati microinfusori per insulina e sensore glicemico, dotato di un sistema di monitoraggio continuo dell’insulina a scansione intermittente. Lo dimostrano i risultato dello studio Adap diffusi oggi in una nota da Medtronic, azienda leader mondiale in heatlhcare technology . Tali risultati - presentati, recentemente alla conferenza Advanced Technologies & Treatments for Diabetes (Attd) di Berlino - aprono la strada a una gestione del diabete di tipo 1 che abbandona il cosiddetto paradigma ‘Cgm- first’. Attualmente, infatti, la terapia standard prevede un approccio iniziale con Cgm (monitoraggio continuo del glucosio) per il dosaggio dell’insulina, per arrivare a soluzioni automatizzate solo in una fase successiva: è questo il cosiddetto paradigma Cgm-first. Alla luce delle nuove evidenze, è invece possibile sottoporre sin da subito il paziente a un trattamento con un sistema automatico di insulina (Aid) e non dover attendere che questi diventi ‘idoneo’ nel tempo. “Oggi la maggior parte dei pazienti con diabete tipo 1 inizia la terapia con un Cgm per poi passare gradualmente a una terapia con un sistema integrato automatizzato - spiega Ivana Rabbone, docente di pediatria presso la Scuola di medicina dell’Università del Piemonte Orientale e direttore della Struttura complessa di pediatria della Aou Maggiore della Carità di Novara -. I risultati dello studio Adapt, ma anche di altri studi clinici su popolazioni pediatriche, dimostrano invece che l’utilizzo di una soluzione tecnologica avanzata fin dall’esordio della malattia offre vantaggi significativi non solo sul compenso metabolico e sul raggiungimento dei risultati attesi, ma anche sulla qualità di vita dei pazienti”. “Le evidenze scientifiche - aggiunge Rabbone - ci dicono che l’adozione di un sistema automatico di insulina già dall’età pediatrica costituisce la migliore opzione di trattamento attualmente disponibile, soprattutto se si considera che è proprio in questa fascia d’età che viene prevalentemente diagnosticato il diabete di tipo 1: grazie alla tecnologia, possiamo oggi semplificare significativamente il percorso di cura aiutando i bambini – e ovviamente anche gli adulti -a convivere da subito con questa condizione, evitando lo stress di continui cambiamenti nella terapia e mitigandone per quanto possibile l’impatto nella quotidianità”. Lo studio Adapt - continua la nota - è stato condotto su adulti (di età pari o superiore a 18 anni) che non raggiungevano gli obiettivi glicemici. I risultati iniziali a 6 mesi, pubblicati su The Lancet Diabetes & Endocrinology, hanno dimostrato che gli utilizzatori del sistema Ahcl1 hanno registrato un aumento assoluto del 27,6% del time in range (Tir, ovvero la percentuale di tempo che il soggetto diabetico trascorre all’interno del periodo glicemico ottimale) e una riduzione dell'1,4% dell'HbA1C (emoglobina glicata) rispetto a coloro che utilizzavano Mdi + isCgm, senza un aumento del tempo di ipoglicemia. Questi risultati sono stati ancora maggiori durante la notte, con un aumento del Tir del 30,2%. Al termine del periodo di studio di 6 mesi, tutti i partecipanti in terapia con Mdi + isCgm sono passati al sistema ibrido avanzato ad ansa chiusa MiniMed™ 780G. A un anno, questi miglioramenti significativi sono stati riprodotti in questo gruppo di cross-over e sostenuti in quelli che hanno iniziato la terapia con Ahcl all'inizio dello studio. “Siamo molto orgogliosi dei risultati presentati - afferma Luigi Morgese, direttore Divisione diabete di Medtronic Italia - Esiste un numero sempre crescente di evidenze cliniche che dimostrano la superiorità dell'uso dei sistemi automatici di somministrazione dell'insulina come trattamento di prima linea per il diabete di tipo 1, in alternativa all'approccio graduale standard che prevede di iniziare i pazienti con un Cgm. Il sistema MiniMed™ 780G è un esempio concreto del nostro impegno nel supportare e affiancare i pazienti nella loro sfida quotidiana contro il diabete di tipo 1”. A questi i dati - continua la nota - si aggiungono quelli di un secondo studio randomizzato e controllato sponsorizzato dalla Juvenile diabetes research foundation (Jdrf), denominato Clver Trial e pubblicato sul 'Journal of the american medical association' (Jama), che ha dimostrato che nei giovani - dai 7 ai 17 anni - con diabete di tipo 1 appena diagnosticato, la gestione intensiva precoce, che include l'uso di un sistema Aid, ha portato a un tempo di autonomia superiore del 78% rispetto al 64% del gruppo di cura standard dopo un anno. Come indicato dalle recenti Raccomandazioni di Consenso Aid degli Stati Uniti e come dimostrato dai due studi clinici controllati randomizzati presentati all’Attd, i sistemi di somministrazione automatica di insulina presentano per il paziente con diabete di tipo 1 più vantaggi rispetto alla terapia standard con iniezioni multiple giornaliere di insulina attraverso Cgm. Un paziente con diabete di tipo 1 ha una lista infinita di regole da seguire, accortezze da tenere in considerazione e molte decisioni da prendere - almeno 180 secondo una ricerca di Stanford - nella propria quotidianità. La decisione più difficile da prendere è al momento dei pasti: quanti carboidrati ci sono, la quantità di insulina necessaria per coprire i carboidrati, come il corpo reagirà quel giorno a un pasto ricco di carboidrati, a dove si deve dosare e quando. Il sistema MiniMed™ 780G - conclude la nota - è stato progettato con l’obiettivo di eliminare l'onere di prendere molte di queste decisioni: è l'unico sistema chefornisce correzioni automatiche in 5 minuti - 24 ore su 24, 7 giorni su 7 - in modo che quando gli utenti dimenticano il bolo o sottostimano i carboidrati, il sistema fornisca automaticamente l'insulina di cui hanno bisogno. Read the full article
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Accordo Asl Novara e AOU Maggiore della Carità di Novara
Accordo Asl Novara e AOU Maggiore della Carità di Novara
E’ stato siglato l’accordo, tra l’Asl Novara e l’Azienda Ospedaliero Universitaria Maggiore della Carità di Novara, per l’utilizzo in comodato d’uso gratuito per 20 anni di una porzione della palazzina “ex Maternità” del Presidio Ospedaliero San Rocco di Galliate (in via Cottolengo, 2) destinati alla Centrale Operativa Territoriale (COT) in attuazione del PNRR. (more…)
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- Infermiera D0 si cede ASL 2 Savonese PO S.Paolo SV per Lazio, Campania e Toscana. (2801)
- Infermiere, cedo AOUI Verona (presidio di Borgo Trento) per Taranto o per la Puglia in generale!
- Infermiere, cedo Ospedale Magalini di Villafranca di Verona per Marche o Abruzzo! (2701)
- Infermiere, Cambio Bologna S.Orsola per provincia di Torino/Cuneo
- Infermiera, cedo Vercelli ospedale Sant'Andrea per Novara ospedale Maggiore della Carità.
- Infermiera, cedo Piemonte, Vercelli per Emilia Romagna
- Infermiere cat.D0 cede Verona per Taranto o Puglia in generale!!!
- Infermiere cat. D2 con 15 anni di anzianità presso PS/DEA AOU Meyer, cede PS/DEA, per esclusivamente reparti area critica (PS, terapia intensiva o 118) Ospedali fiorentini dell'area centro Santa Maria Nuova, OSMA, Careggi.
- Infermiera, cede policlinico Umberto 1 per tutta la Campania e la Puglia. Infermiere D0 Tempo indeterminato (2501)
- Infermiera categoria D0 tempo indeterminato cede Asl Città di Torino preferibilmente per Salerno, ma anche per Napoli, Benevento o Avellino.
- Infermiere, Cedo Asl Foggia per salerno o Asl O per cambio a 3 chi da teramo d1 pescara o Chieti sia disposto a spostarsi in puglia
- Infermiere, Cedo Roma per Puglia, preferibilmente Lecce
- ss cat. BS indeterminato cede asl di Caserta distretto 12 “Palazzo della salute” h 12 per ospedale di Frattamaggiore, Marcianise, Aversa e valuto anche zona ospedaliera di Napoli.
- Infermiere, Cedo asl roma 1 San Filippo Neri per policlinico umberto I. Cat. D0 disponibile da subito
-Infermiera, cedo Cesena (ausl Romagna) per Pisa
- INFERMIERA TURNISTA CAT. DO CEDO ASL4 PER VILLA SCASSI GENOVA
- Infermiera D0 cedo OSpedale Maggiore di Bologna, per Empoli, Pisa, Pontedera, Firenze, Disponibile anche per cambi a tre
- Infermiere cat. D0 cede ASL AT (ospedale Cardinal Massaia di Asti) per ASL CITTÀ DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO, ASL CITTÀ DI TORINO, ASL TO 5 (presidio ospedaliero di Chieri) o per SAN LUIGI DI ORBASSANO.
- Infermiera D1 cede Asl Umbria 1 per Lazio o Terni.
- Inf. D0 cedo Casale Monferrato per Biella
- Infermiera cat D0 cede l'aquila per cassino, Frosinone, sora
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Coronavirus: i rischi e le soluzioni per i pazienti in dialisi
(di Fulvio Oscar Benussi, pubblicista e socio AIDR) In questi giorni di pericolo pandemico è emerso un problema specifico per chi soffre di insufficienza renale cronica: il problema di non potere restare a casa perché obbligato a recarsi, accompagnato dai soggetti addetti al trasporto, a svolgere regolari trattamenti dialitici negli Ospedali o nei Centri di Assistenza Limitata del proprio Comune di residenza. Ogni singola terapia dura solitamente per tre-quattro ore consecutive e viene effettuata per tre volte alla settimana in stanze dove effettuano la terapia dialitica anche numerosi altri malati. Invece per molti dei malati che soffrono di insufficienza renale si sarebbe potuta offrire una soluzione a questo problema, che avrebbe consentito una maggiore serenità e la possibilità di ridurre in modo significativo gli altissimi rischi di contagio dovuti all’elevato numero di persone con cui è necessario entrare in contatto per effettuare i trattamenti di dialisi ospedaliera. Infatti molti malati non hanno sofferto di questo problema in quanto effettuano la dialisi peritoneale. Questa modalità di effettuare la terapia dialitica però non è una soluzione per tutti. Non è, infatti, praticabile per coloro che, per precedenti interventi chirurgici addominali, non posseggono i requisiti per poterla praticare. Una alternativa alla dialisi peritoneale è offerta dalla metodologia della emodialisi extracorporea domiciliare. Anche se l’innovazione tecnologica da alcuni anni ha reso disponibili delle innovative macchine digitali che consentono, in modo agevole e senza modifiche all’impianto elettrico e idraulico domestico, di effettuare la dialisi presso il proprio domicilio, questa modalità terapica non si è diffusa. Come mai? Sulla base delle testimonianze raccolte da pazienti e dai post del gruppo facebook “Emodialisi Domiciliare: questa sconosciuta!”(https://www.facebook.com/groups/179655329766113).la scarsa diffusione dell’emodialisi extracorporea domiciliare è da imputare innanzitutto alla mancanza di informazione su questo tipo di terapia. Vantaggi dell’emodialisi extracorporea domiciliare, i vantaggi sociali e personali Tra i vantaggi sociali che l’apparecchio per effettuare la dialisi nel proprio appartamento consente è quello di agevolare, rendendola più flessibile, la gestione dei tempi da dedicare al lavoro e quello da dedicare alla terapia. Relativamente alla qualità della vita personale non è irrilevante la possibilità di effettuare la dialisi domiciliare anche in trasferta: durante le vacanze estive o per viaggi anche di minore durata. I vantaggi per la salute dei pazienti Ai vantaggi relativi alla qualità della vita vanno assommati i vantaggi in termini di miglioramento complessivo della salute nei pazienti che la praticano. A tale riguardo nella ricerca coordinata dalla Dott.ssa Chiara Brunati pubblicata nel 2017 e relativa a 12 pazienti dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano i risultati sono stati i seguenti. In 10 pazienti su 12 con il passaggio a NxStage, apparecchio utilizzato per la emodialisi domiciliare, si è avuta una riduzione dei farmaci antipertensivi assunti. Vi è stato un miglioramento segnalato da parte di tutti i pazienti, tranne che in un caso, del senso generale di benessere. Si è constatato un netto miglioramento della capacità di recupero delle attività usuali dopo la seduta dialitica. Dieci pazienti su 12 con la emodialisi domiciliare hanno presentato un incremento del senso di appetito.” Segnalo che il reparto di nefrologia dell’ospedale Niguarda Ca’Granda è uno dei centri italiani che negli anni hanno seguito un numero significativo di pazienti in emodialisi extracorporea domiciliare Una ricerca internazionale pubblicata nel 2016 (https://academic.oup.com/ndt/article/31/suppl_1/i294/2224684) che ha riguardato 127 pazienti su 7 centri in 4 paesi europei (Regno Unito, Francia, Italia e Spagna) ha evidenziato che l’emodialisi breve e frequente effettuata a casa usando il sistema NxStage® One™ ha dimostrato di essere un'ottima terapia per questa popolazione di pazienti, preparati con un breve addestramento in ospedale (una media di 17 incontri), dando buoni risultati biochimici e di riduzione del carico terapeutico. I vantaggi economici Va infine segnalato che vari studi svolti hanno dimostrato che l’emodialisi extracorporea domiciliare è significativamente meno costosa della dialisi effettuata in Ospedale e, sebbene in misura minore, risulta meno costosa della dialisi effettuata nei C.A.L. (Centri di Assistenza Limitata). Dati sui costi e sull'efficacia dei principali trattamenti dialitici possono essere reperiti nella Delibera della Giunta Regionale del Piemonte -8-12316-del-12.10.2009; pag. 14 e ss.(http://www.nefropiemonte.info/Normative/Docs/01e%20Contrib%20x%20dial%20domic%20DGR%208-12316%20del%2012ott09%20global%20con%20allegati.pdf) e anche nell’articolo “Storia dell'emodialisi domiciliare e della sua probabile rinascita”: Un aspetto da considerare a parte è quello economico, dal momento che la dialisi è uno tra i trattamenti salvavita più costosi. Nella Regione Toscana, il rimborso offerto per l’emodialisi domiciliare in bicarbonato (125€) corrisponde al 60% dello stesso trattamento in Centro (208 €) e al 75% di quello nei Centri ad Assistenza Limitata (155€). (https://www.researchgate.net/publication/305720000_Storia_dell'emodialisi_domiciliare_e_della_sua_probabile_rinascita) La Regione Piemonte , visto il risparmio che la dialisi domiciliare consente alle AST, ha deciso che: Per quanto attiene l’Emodialisi domiciliare, il “Contributo economico” è finalizzato alla remunerazione del caregiver (Familiare), che partecipa attivamente al trattamento del paziente secondo un contributo fisso di 250,00 € mensili . Della emodialisi extracorporea domiciliare si parla poco e della sua esistenza non si informano gli interessati. I malati affetti da insufficienza renale cronica probabilmente non ne avranno mai sentito parlare, in quanto solitamente, a chi soffre di tale malattia, vengono proposte esclusivamente la terapia ospedaliera o in alternativa la dialisi peritoneale. Visti i riscontri sociali, sanitari ed economici risulta incomprensibile la motivazione di una così scarsa diffusione di tale metodica. In particolare non è chiaro perché in occasione dei precedenti interventi di spending review non si sia puntato sul potenziamento e la diffusione della emodialisi extracorporea domiciliare come possibile percorso di cura per i malati che necessitano di una regolare terapia dialitica. Segnaliamo il documento della Ministero della salute “Piano Nazionale Cronicità, Accordo tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano del 15 settembre 2016” http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2584_allegato.pdf che, a pag. 16, nel paragrafo Le cure domiciliari, indica: “Obiettivo fondamentale dei sistemi di cura della cronicità è quello di mantenere il più possibile la persona malata al proprio domicilio e impedire o comunque ridurre il rischio di istituzionalizzazione, senza far ricadere sulla famiglia tutto il peso dell’assistenza al malato.” Se negli anni tale obiettivo fosse stato davvero perseguito oggi ci troveremmo a fronteggiare un rischio di contagio estremamente ridotto per quei pazienti che fossero passati alla dialisi domiciliare. Ci sono però, finalmente, buone notizie Il ministero della salute il 22 aprile ha emanato la circolare , rivolta agli Assessori regionali e delle provincie di Trento e Bolzano, ad oggetto: “Prevenzione COVID-19: implementazione dialisi domiciliare e peritoneale per i pazienti attualmente in emodialisi extracorporea”. Nella circolare Il Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del ministero sottolinea l'importanza, ai fini del benessere del paziente, della emodialisi domiciliare e peritoneale ed invita gli Assessori a incrementare il ricorso all'emodialisi domiciliare e peritoneale, previo percorso di educazione terapeutica. In Blu scuro le regioni con più centri in azzurro via, via più chiaro le regioni con un numero minore di centri dove è possibile effettuare emodialisi extracorporea domiciliare, in grigio le Regioni che non hanno risposto alla richiesta di accesso civico generalizzato.
Indicazioni per i malati interessati a passare alla dialisi extracorporea domiciliare Appena questa fase di emergenza passerà, sarà possibile per i malati interessati valutare la possibilità di scegliere la emodialisi extracorporea domiciliare. Ecco alcune indicazioni a riguardo che abbiamo ottenuto dalla Regioni e dalle Provincie che hanno risposto alla nostra richiesta di accesso civico generalizzato. In Emilia Romagna è possibile fare emodialisi extracorporea domiciliare in tutti i centri ospedalieri della regione. Ci sono attualmente 10 pazienti in emodialisi extracorporea domiciliare al Policlinico di Modena, all’Ospedale saliceto di Piacenza. Nella regione Lazio è possibile fare emodialisi extracorporea domiciliare presso: Presidio ospedaliero Giovan Battista Grassi, Presidio Columbus – Gemelli, Ospedale Coniugi Bernardini, Ospedale San Giuseppe, Ospedali riuniti Anzio Nettuno, Casa della Salute di Pontecorvo, Ospedale San Giovanni Evangelista. I pazienti in emodialisi extracorporea domiciliare sono 12 Nella regione Marche i centri che seguono i 12 pazienti in emodialisi extracorporea domiciliare sono: Urbino, Fabriano, Tolentino, Jesi, S. Benedetto del Tronto, Azienda ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti” di Ancona In Piemonte hanno circa 30 pazienti in emodialisi extracorporea domiciliare: AOU Novara, AOU CSS-Molinette, AO Cuneo, AO Alessandria, TO”-S. G. Bosco (17 pazienti), CN2-Alba, TO1-Martini, TO5-Chieri, AOU Orbassano In Provincia di Bolzano fanno emodialisi extracorporea domiciliare: 3 pazienti a Bolzano, 1 paziente a Merano e 1 paziente a Brunico In Valle d’Aosta hanno intenzione di riattivare la possibilità di fare emodialisi extracorporea domiciliare presso la struttura complessa di nefrologia dell’azienda USL. In Liguria fanno emodialisi extracorporea domiciliare presso la ASL 5. In Lombardia la suddivisione delle ASST presso le quali è effettuata la prestazione è: ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda 16 pazienti; ASST di Monza 7 pazienti; ASST della Valtellina e dell'alto Lario 6 pazienti; ASST di Bergamo OVEST 5 pazienti; ASST di Cremona 4 pazienti; ASST Santi Paolo e Carlo 3 pazienti; ASST del Garda 2 pazienti; ASST di Pavia 2 pazienti; ASST dei Sette Laghi 2 pazienti; ASST di Lecco 1 paziente; ASST Lariana 1 paziente; ASST Papa Giovanni XXIII 1 paziente; ASST degli Ospedali Civili di Brescia 1 paziente. Read the full article
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Gruppo di lavoro DCA, Clinica Psichiatrica & SC Nutrizione Clinica, AOU Maggiore della Carità, UPO Novara, Italy
#ShowUsYourPurple #WeDoActNow #EatingDisordersCantAffordToWait
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