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[1] 22nd September 2019 Singapore Grand Prix Post-race
[2] 8th July 2018 British Grand Prix Pre-race*
[3] 31st March 2019 Bahrain Grand Prix Post-race Parc Ferme
[4] 4th April 2010 Malaysian Grand Prix Podium
[5] 14th November 2010 Abu Dhabi Grand Prix Post-race
[6] 3rd July 2022 British Grand Prix Post-race Parc Ferme
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vintagebiker43 · 2 months ago
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“Cosa salveresti della scuola italiana?” Nulla. La rivoluzione si fa in un solo modo: decapitando il re.
Farò imbestialire una marea di persone con questo scritto. Così sia. Qualcuno deve dirlo.
Questi sono i dati, le statistiche e le fonti che dimostrano perché la scuola italiana debba crollare - e crollerà - prima di poter rinascere.
SALUTE MENTALE:
1. La scuola italiana è infelice. Solo il 26% delle ragazze e il 17% dei ragazzi si dice contento di andare a scuola, contro una media europea del 56%. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è impopolare. A 15 anni, il 92% dei ragazzi e il 90% delle ragazze risponde: “No” alla domanda “Ti piace la scuola?” (Fonte: OMS)
3. La scuola italiana è insalubre. Il 51,4% dei ragazzi soffre in modo ricorrente di stati di ansia o tristezza prolungati. Il 49,8% lamenta un eccesso di stanchezza. (Fonte: Agia)
4. La scuola italiana è la più stressante del mondo. Il 46,5% degli studenti dichiara di provare nervosismo costante sui banchi di scuola. La media mondiale è del 37%. (Fonte: WeWorld)
5. La scuola italiana mette a rischio la stabilità psichica degli insegnanti. Quasi la metà degli educatori è a rischio di burnout, o stress lavorativo cronico. (Fonte: Osservatorio sul Benessere dei Docenti dell’Università di Milano-Bicocca)
6. La scuola italiana è insoddisfacente. Meno del 50% degli insegnanti, degli alunni e dei genitori si dice soddisfatto della scuola italiana. È la terzultima in Europa. (Fonte: Save the Children)
INCLUSIONE:
1. La scuola italiana è esclusiva. È al terzo posto in Europa per tasso di dispersione scolastica (9,4%), dietro solo a Germania (12,8%) e Spagna (13,7%). Uno studente su dieci non si diploma. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è discriminatoria. Il 32,5% - uno su tre - degli studenti stranieri non completa il percorso di studi, contro una media europea del 22,2%. (Fonte: MIUR)
3. La scuola italiana è iniqua. Solo sei su dieci tra gli studenti considerati “eccellenti” ma aventi difficoltà socioeconomiche riportano di ambire alla laurea, contro nove su dieci dai contesti più privilegiati. (Fonte: OCSE)
4. La scuola italiana è classista. Ancora oggi i licei, in particolare il classico, rimangono appannaggio dei ceti benestanti. Chi li frequenta proviene da famiglie i cui genitori sono laureati o diplomati e tendenzialmente ottiene i risultati scolastici migliori. Gli altri, spesso provenienti da realtà socioeconomiche più depresse, sono relegati agli istituiti tecnici o professionali, costituendo dei veri e propri “ghetti educativi”. (Fonte: AlmaDiploma)
INSEGNANTI:
1. La scuola italiana è inaccessibile. Il 90% degli insegnanti che hanno partecipato al concorso per l’abilitazione alla docenza di scuola secondaria ha fallito. (Fonte: La Stampa)
2. La scuola italiana è sotto organico. Secondo le stime elaborate da ANIEF, nell’anno scolastico 2024/2025 gli insegnati precari saranno circa 250 mila.
3. La scuola italiana è imprevedibile. Sono solo lo 2,99% gli insegnanti a tempo indeterminato con meno di 35 anni. (Fonte: Openpolis)
4. La scuola italiana è vetusta. Più del 53% degli insegnanti ha superato i 50 anni, contro una media europea del 37%. (Fonte: OCSE)
5. La scuola italiana è datata. Solo il 50,4% degli insegnanti under-35 in Italia ha svolto una formazione completa, contro una media UE del 75%. Inoltre, il 75% dei docenti italiani non ha frequentato corsi di formazione nella scuola in cui insegna dopo l’abilitazione. La media europea è del 58%. (Fonte: OCSE)
6. La scuola italiana è irriconoscente. Gli insegnanti italiani sono i più sottopagati dell’area OCSE e hanno visto una perdita del 6% del potere d’acquisto tra il 2015 e il 2023. (Fonte: OCSE)
7. La scuola italiana non è meritocratica. In molti Paesi europei, se dalla valutazione emerge che un insegnante registra un rendimento insoddisfacente, si applicano misure correttive. Solo in Spagna, Italia e Slovacchia non sono previsti interventi. (Fonte: la Repubblica)
INVESTIMENTI:
1. La scuola italiana è sottofinanziata. La spesa pubblica per l’istruzione è pari al 4% del PIL, contro una media europea del 4,9%. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è inadeguata. Sei strutture su dieci sono prive di agibilità. Ogni tre giorni in una scuola italiana si verifica un crollo di calcinacci da soffitti e pareti di aule, laboratori e palestre. L’80% delle scuole è ubicato in edifici non adeguati. Il Ministro Valditara ha dichiarato l’edilizia scolastica “un’emergenza nazionale”. (Fonte: Avvenire)
3. La scuola italiana è sovraffollata. Più di 5000 aule, le cosiddette “classi pollaio”, ospitano oltre 27 alunni ciascuna su base giornaliera, per un totale di 165 mila studenti costretti a trascorrere l’anno in condizioni di sovraffollamento. (Fonte: MIUR)
RISULTATI:
1. La scuola italiana non aiuta a capire. Un quindicenne italiano su quattro fatica a comprendere testi di complessità elementare, e solo uno su venti riesce a distinguere i fatti dalle opinioni leggendo un testo su un argomento sconosciuto. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è insufficiente. La metà dei maturandi non raggiunge il livello minimo accettabile di competenze in matematica (oltre il 50%) o in italiano (sotto il 50%). (Fonte: Il Sole 24 Ore)
3. La scuola italiana è nozionistica. Gli studenti italiani hanno totalizzato 31 punti su 60 nella risoluzione di problemi in maniera innovativa con il pensiero laterale e divergente. (Fonte: OCSE)
4. La scuola italiana insegna l’individualismo, a scapito del lavoro di gruppo. Gli studenti italiani hanno totalizzato 478 punti contro una media OCSE di 500 punti nella “risoluzione collaborativa dei problemi”, ovvero la capacità di interagire con altri, condividendo sforzi e conoscenze per raggiungere la soluzione. L'Italia si classifica al 26° posto su 32 Paesi. (Fonte: OCSE)
5. La scuola italiana causa avversione al rischio. L’85% dei quindicenni italiani ha paura di prendere brutti voti, contro una media europea del 66%. (Fonte: OCSE)
FUTURO:
1. La scuola italiana è incostante. Mentre alle elementari gli studenti registrano risultati pari, se non superiori, a quelli dei coetanei europei, alle medie e alle superiori le metriche crollano.
2. La scuola italiana non orienta. Solo il 35,8% dei quindicenni italiani ha accesso a servizi di orientamento professionale nel contesto scolastico, contro una media dell’80-90% in Paesi come la Danimarca e Finlandia, per esempio. (Fonte: OCSE)
3. La scuola italiana non prepara al mondo del lavoro. L’Italia registra il periodo più lungo tra i Paesi del Nord Globale in quanto a transizione dalla scuola al lavoro, un attesa di 5,9 anni nel 50% dei casi. (Fonte: OCSE)
4. La scuola italiana produce analfabeti funzionali. L’Italia è in cima alle classifiche mondiali per analfabetismo funzionale. Il 27% delle persone tra i 16 e i 65 anni non è in grado di leggere un testo e rielaborarlo, capirlo a fondo e usare il proprio pensiero critico per distinguere ciò che è vero da ciò che è falso. (Fonte: OCSE)
5. La scuola italiana non combatte la disoccupazione. L’Italia è il primo Paese di giovani che non studiano né lavorano (NEET) con un tasso del 27,4% contro la media europea del 14%. (Fonte: ISTAT)
La scuola italiana va smantellata fino al suo nucleo e ricostruita da zero.
E credo che accadrà, che ti piaccia oppure no.
Non perché un bel giorno la politica si sveglierà capace e disposta a fare il proprio lavoro in modo adeguato. Ma perché l’intero sistema scolastico collasserà entro il 2050. La natalità in Italia parla chiaro: di questo passo, metà delle scuole in funzione oggi - circa 20.000 - chiuderà entro il 2030. E da lì si è in caduta libera. La disoccupazione e il precariato tra gli insegnanti sarà dilagante. I sistemi a cui ci siamo strenuamente aggrappati verranno abbandonati, e non per scelta, ma per obbligo. Non sarà piacevole. Ma è inevitabile. E questo darà inizio a un’era più prospera per la scuola e i suoi abitanti. E noi saremo lì a raccogliere i cocci. Saremo anche lì a crearli, appena prima.
Siamo in tanti ad aspettare quel giorno. Milioni di insegnanti, genitori, presidi e alunni che, come me, non criticano la scuola perché la odiano, ma perché la amano troppo per accettare il suo disfacimento standosene impalati a guardare.
Saranno proprio queste persone a ricostruirla. Saranno gli insegnanti che rifiutano i suoi limiti. Saranno gli insegnanti che non si danno per vinti. Saranno gli insegnati che ci credono, nonostante tutto. E sono tanti. Siamo tanti. Siamo molti di più noi che la critichiamo amandola di chi, magari difendendola a parole, poi se ne frega. Siamo la maggioranza silenziosa di chi non ne può più ma, nonostante tutto, continua a credere in un domani migliore.
Un domani possibile.
Sogno un domani non lontano in cui tutti noi, insegnanti e cittadini, ci riuniremo attorno al tavolo da disegno e congegneremo la Scuola dei Sogni: una Scuola più umana, felice e migliore.
Dunque, mi correggo: della scuola italiana salvo chi resiste.
P.s. Non critico MAI i singoli individui o le singole realtà. So bene che ce ne sono a migliaia, di insegnanti e Scuole che già incarnano la nostra rivoluzione nella loro esistenza quotidiana. Sono i nostri più grandi alleati sul territorio, infatti. La mia critica è rivolta solo ed esclusivamente al SISTEMA. Un sistema che, anziché valorizzare l’innovazione, la creatività e l’amore per la professione, nel migliore dei casi li ignora, e nel peggiore li penalizza, li sminuisce e li svilisce. Ma il suo tempo è scaduto.
Nicolò Govoni - Fondatore di "Still I rise"
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compneuropapers · 3 months ago
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Interesting Papers for Week 38, 2024
Computational Mechanisms Underlying Motivation to Earn Symbolic Reinforcers. Burk, D. C., Taswell, C., Tang, H., & Averbeck, B. B. (2024). Journal of Neuroscience, 44(24), e1873232024.
Rule-based modulation of a sensorimotor transformation across cortical areas. Chang, Y.-T., Finkel, E. A., Xu, D., & O’Connor, D. H. (2024). eLife, 12, e92620.3.
Abstract deliberation by visuomotor neurons in prefrontal cortex. Charlton, J. A., & Goris, R. L. T. (2024). Nature Neuroscience, 27(6), 1167–1175.
Synapse-specific structural plasticity that protects and refines local circuits during LTP and LTD. Harris, K. M., Kuwajima, M., Flores, J. C., & Zito, K. (2024). Philosophical Transactions of the Royal Society B: Biological Sciences, 379(1906).
Neural Correlates of Crowding in Macaque Area V4. Kim, Taekjun, & Pasupathy, A. (2024). Journal of Neuroscience, 44(24), e2260232024.
Neurocomputational model of compulsivity: deviating from an uncertain goal-directed system. Kim, Taekwan, Lee, S. W., Lho, S. K., Moon, S.-Y., Kim, M., & Kwon, J. S. (2024). Brain, 147(6), 2230–2244.
The hippocampus dissociates present from past and future goals. Montagrin, A., Croote, D. E., Preti, M. G., Lerman, L., Baxter, M. G., & Schiller, D. (2024). Nature Communications, 15, 4815.
Memory for space and time in 2-year-olds. Mooney, L., Dadra, J., Davinson, K., Tani, N., & Ghetti, S. (2024). Cognitive Development, 70, 101443.
Synergistic information supports modality integration and flexible learning in neural networks solving multiple tasks. Proca, A. M., Rosas, F. E., Luppi, A. I., Bor, D., Crosby, M., & Mediano, P. A. M. (2024). PLOS Computational Biology, 20(6), e1012178.
Two- and three-year-olds prefer mastery-oriented over outcome-oriented help. Raport, A., Ipek, C., Gomez, V., & Moll, H. (2024). Cognitive Development, 70, 101462.
Making precise movements increases confidence in perceptual decisions. Sanchez, R., Courant, A., Desantis, A., & Gajdos, T. (2024). Cognition, 249, 105832.
Equal levels of pre- and postsynaptic potentiation produce unequal outcomes. Savtchenko, L. P., & Rusakov, D. A. (2024). Philosophical Transactions of the Royal Society B: Biological Sciences, 379(1906).
Memory Reactivation during Sleep Does Not Act Holistically on Object Memory. Siefert, E. M., Uppuluri, S., Mu, J., Tandoc, M. C., Antony, J. W., & Schapiro, A. C. (2024). Journal of Neuroscience, 44(24), e0022242024.
Spatial summation for motion detection. Solomon, J. A., Nagle, F., & Tyler, C. W. (2024). Vision Research, 221, 108422.
Training enables substantial decoupling of visual attention and saccade preparation. Topfstedt, C. E., Wollenberg, L., & Schenk, T. (2024). Vision Research, 221, 108424.
Development and organization of the retinal orientation selectivity map. Vita, D. J., Orsi, F. S., Stanko, N. G., Clark, N. A., & Tiriac, A. (2024). Nature Communications, 15, 4829.
Unsupervised restoration of a complex learned behavior after large-scale neuronal perturbation. Wang, B., Torok, Z., Duffy, A., Bell, D. G., Wongso, S., Velho, T. A. F., … Lois, C. (2024). Nature Neuroscience, 27(6), 1176–1186.
Feature-selective responses in macaque visual cortex follow eye movements during natural vision. Xiao, W., Sharma, S., Kreiman, G., & Livingstone, M. S. (2024). Nature Neuroscience, 27(6), 1157–1166.
Natural scenes reveal diverse representations of 2D and 3D body pose in the human brain. Zhu, H., Ge, Y., Bratch, A., Yuille, A., Kay, K., & Kersten, D. (2024). Proceedings of the National Academy of Sciences, 121(24), e2317707121.
Negation mitigates rather than inverts the neural representations of adjectives. Zuanazzi, A., Ripollés, P., Lin, W. M., Gwilliams, L., King, J.-R., & Poeppel, D. (2024). PLOS Biology, 22(5), e3002622.
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identifying-f1-in-posts · 6 months ago
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[1] 20th March 2022 Bahrain Grand Prix Podium
[2] 25th October 2015 United States Grand Prix Post-race Conference
[3] 13th November 2010 Abu Dhabi Grand Prix Post-qualifying Top 3 Photo
[4] 31st October 2009 Abu Dhabi Grand Prix Post-qualifying Top 3 Photo
[5] 3rd July 2022 British Grand Prix Podium
[6] 25th November 2017 Abu Dhabi Grand Prix Post-qualifying Top 3 Photo
[7] 10th September 2011 Italian Grand Prix Post-qualifying Top 3 Photo
[8] 25th August 2018 Belgian Grand Prix Post-qualifying Top 3 Photo
[9] 27th June 2010 European Grand Prix Podium Champagne Celebrations
[10] 27th October 2012 Indian Grand Prix Post-qualifying Top 3 Photo
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sempreilmeglio · 9 months ago
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FIESTA ALBA
presentano il singolo e video BURKINA PHASE..
elettronica e arabeschi di chitarra..
e tra le trame musicali ammalianti, la voce di Thomas Sankara, il leader africano assassinato per aver lottato contro le logiche spietate del neo colonialismo
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Presentazione band
I Fiesta Alba sono 4 lottatori che condividono una passione: lottano una vita intera contro la banalità del male declinata secondo il conformismo musicale, lo strapotere dei signori della discografia, il declino del rock, la dittatura dell’heavy rotation. Abbattono le frontiere tra il nord e il sud del pianeta, tra la musica colta e quella del popolo, tra l'acustico l'elettrico e l'elettronica. Salgono sul ring delle piattaforme digitali rivelando le loro vere maschere, e alzando il pugno gridano "Lucha libre!" Gli incontri sono truccati, gli avversari insostenibili, sanno di essere perdenti in una moltitudine immensa, in un pianeta in cui nessuno vince davvero, con una sola, quieta certezza nel cuore: non può perdere chi non ha nulla da perdere.
Fiesta Alba viene alla luce con un primo lavoro omonimo costituito da 5 brani eterogenei nella forma ma omogenei nella sostanza. Ispirato dal math rock di matrice anglosassone e spogliato di inutili virtuosismi il lavoro subisce le influenze dell’afrobeat minimalista, dell’elettronica ispirata agli anni ‘90, del post-punk chitarristico, del dub e del rap per arrivare a una formula contemporanea e originale. I 5 brani possiedono un respiro internazionale che dall’Europa arriva in Africa attraverso i ghetti di New York. Gli intarsi chitarristici sono supportati dal groove ritmico e digitale, disegnando geometrie colorate e traiettorie geografiche negli emisferi musicali di questo scorcio di millennio.
Riferimenti musicali:
Talking Heads - King Crimson - Fela Kuti - Steve Reich - Battles - Tera Melos
Da questo primo lavoro viene tratto il secondo video della band:
Burkina phase
Un’elettronica minimalista abbraccia arabeschi di chitarre. Steve Reich sonnecchia all’ombra di un baobab, mentre la voce di un fiero leader di un mondo scomparso grida inconfessabili verità ai mostri del nostro millennio.
Il videomaker Guido Ballatori interpreta il brano in una cifra stilistica che richiama da vicino la Videoarte. Attraverso l’utilizzo della grafica digitale si manifestano i concetti di contaminazione e colonizzazione, elementi naturali e artificiali si interfacciano senza alcuna soluzione logica.
Tra l’arcaico e il contemporaneo viene evocato Thomas Sankara, il leader africano assassinato, che diventa icona nella sua trasfigurazione elettronica, mentre denuncia l’occidente e le sue relazioni aggressive.
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bethereorbedquare · 9 months ago
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FIESTA ALBA
presentano il singolo e video BURKINA PHASE..
elettronica e arabeschi di chitarra..
e tra le trame musicali ammalianti, la voce di Thomas Sankara, il leader africano assassinato per aver lottato contro le logiche spietate del neo colonialismo
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Presentazione band
I Fiesta Alba sono 4 lottatori che condividono una passione: lottano una vita intera contro la banalità del male declinata secondo il conformismo musicale, lo strapotere dei signori della discografia, il declino del rock, la dittatura dell’heavy rotation. Abbattono le frontiere tra il nord e il sud del pianeta, tra la musica colta e quella del popolo, tra l'acustico l'elettrico e l'elettronica. Salgono sul ring delle piattaforme digitali rivelando le loro vere maschere, e alzando il pugno gridano "Lucha libre!" Gli incontri sono truccati, gli avversari insostenibili, sanno di essere perdenti in una moltitudine immensa, in un pianeta in cui nessuno vince davvero, con una sola, quieta certezza nel cuore: non può perdere chi non ha nulla da perdere.
Fiesta Alba viene alla luce con un primo lavoro omonimo costituito da 5 brani eterogenei nella forma ma omogenei nella sostanza. Ispirato dal math rock di matrice anglosassone e spogliato di inutili virtuosismi il lavoro subisce le influenze dell’afrobeat minimalista, dell’elettronica ispirata agli anni ‘90, del post-punk chitarristico, del dub e del rap per arrivare a una formula contemporanea e originale. I 5 brani possiedono un respiro internazionale che dall’Europa arriva in Africa attraverso i ghetti di New York. Gli intarsi chitarristici sono supportati dal groove ritmico e digitale, disegnando geometrie colorate e traiettorie geografiche negli emisferi musicali di questo scorcio di millennio.
Riferimenti musicali:
Talking Heads - King Crimson - Fela Kuti - Steve Reich - Battles - Tera Melos
Da questo primo lavoro viene tratto il secondo video della band:
Burkina phase
Un’elettronica minimalista abbraccia arabeschi di chitarre. Steve Reich sonnecchia all’ombra di un baobab, mentre la voce di un fiero leader di un mondo scomparso grida inconfessabili verità ai mostri del nostro millennio.
Il videomaker Guido Ballatori interpreta il brano in una cifra stilistica che richiama da vicino la Videoarte. Attraverso l’utilizzo della grafica digitale si manifestano i concetti di contaminazione e colonizzazione, elementi naturali e artificiali si interfacciano senza alcuna soluzione logica.
Tra l’arcaico e il contemporaneo viene evocato Thomas Sankara, il leader africano assassinato, che diventa icona nella sua trasfigurazione elettronica, mentre denuncia l’occidente e le sue relazioni aggressive.
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tagomago-ita · 9 months ago
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FIESTA ALBA
presentano il singolo e video BURKINA PHASE..
elettronica e arabeschi di chitarra..
e tra le trame musicali ammalianti, la voce di Thomas Sankara, il leader africano assassinato per aver lottato contro le logiche spietate del neo colonialismo
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Presentazione band
I Fiesta Alba sono 4 lottatori che condividono una passione: lottano una vita intera contro la banalità del male declinata secondo il conformismo musicale, lo strapotere dei signori della discografia, il declino del rock, la dittatura dell’heavy rotation. Abbattono le frontiere tra il nord e il sud del pianeta, tra la musica colta e quella del popolo, tra l'acustico l'elettrico e l'elettronica. Salgono sul ring delle piattaforme digitali rivelando le loro vere maschere, e alzando il pugno gridano "Lucha libre!" Gli incontri sono truccati, gli avversari insostenibili, sanno di essere perdenti in una moltitudine immensa, in un pianeta in cui nessuno vince davvero, con una sola, quieta certezza nel cuore: non può perdere chi non ha nulla da perdere.
Fiesta Alba viene alla luce con un primo lavoro omonimo costituito da 5 brani eterogenei nella forma ma omogenei nella sostanza. Ispirato dal math rock di matrice anglosassone e spogliato di inutili virtuosismi il lavoro subisce le influenze dell’afrobeat minimalista, dell’elettronica ispirata agli anni ‘90, del post-punk chitarristico, del dub e del rap per arrivare a una formula contemporanea e originale. I 5 brani possiedono un respiro internazionale che dall’Europa arriva in Africa attraverso i ghetti di New York. Gli intarsi chitarristici sono supportati dal groove ritmico e digitale, disegnando geometrie colorate e traiettorie geografiche negli emisferi musicali di questo scorcio di millennio.
Riferimenti musicali:
Talking Heads - King Crimson - Fela Kuti - Steve Reich - Battles - Tera Melos
Da questo primo lavoro viene tratto il secondo video della band:
Burkina phase
Un’elettronica minimalista abbraccia arabeschi di chitarre. Steve Reich sonnecchia all’ombra di un baobab, mentre la voce di un fiero leader di un mondo scomparso grida inconfessabili verità ai mostri del nostro millennio.
Il videomaker Guido Ballatori interpreta il brano in una cifra stilistica che richiama da vicino la Videoarte. Attraverso l’utilizzo della grafica digitale si manifestano i concetti di contaminazione e colonizzazione, elementi naturali e artificiali si interfacciano senza alcuna soluzione logica.
Tra l’arcaico e il contemporaneo viene evocato Thomas Sankara, il leader africano assassinato, che diventa icona nella sua trasfigurazione elettronica, mentre denuncia l’occidente e le sue relazioni aggressive.
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identifying-f1-in-posts · 6 months ago
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[1] 29th September 2002 United States Grand Prix Post-race Parc Ferme
[2] 23rd June 2002 European Grand Prix Post-race Parc Ferme
[3] 24th September 2000 United States Grand Prix Post-race Parc Ferme
[4] 18th June 2000 Canadian Grand Prix Post-race Parc Ferme
[5] 2004 Chinese Grand Prix Post-race Parc Ferme
[6] 1st September 2002 Belgian Grand Prix Post-race Parc Ferme
[7] 31st August 2002 Belgian Grand Prix Post-qualifying Parc Ferme
[8] 29th September 2002 United States Grand Prix Post-race Parc Ferme
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Rubens Barrichello + Michael Schumacher + Pit Hugs
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Striscia, Brumotti entra con le telecamere al Parco Verde di Caivano
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Striscia, Brumotti entra con le telecamere al Parco Verde di Caivano. Stasera, a Striscia la notizia, Vittorio Brumotti torna in missione e, dopo aver ricevuto numerose segnalazioni da cittadini esasperati, entra con le telecamere del tg satirico al Parco Verde di Caivano, periferia nord di Napoli, dove era già stato nel 2018, quello che è considerato uno dei ghetti dello spaccio organizzato più violenti e inaccessibili d'Italia. «È la piazza di spaccio più grande d'Europa, una roccaforte in cui sono attivi diversi clan camorristici che smerciano ogni tipo di droga», racconta Brumotti, le cui telecamere riescono ad accedere nei locali attrezzati per spacciatori e clienti, dove i pusher maneggiano impressionanti quantità di cocaina. L'inviato assiste in prima persona al blitz dei reparti speciali dei Carabinieri – che mettono fuori uso la fitta rete di telecamere installata dai pusher per tenere sotto controllo tutto il territorio – e alla fuga degli spacciatori, che tentano invano di disfarsi della merce. Le Forze dell'Ordine recuperano cocaina, bilancini e addirittura una pistola gettata da una finestra. Il servizio completo sarà trasmesso stasera a Striscia la notizia (Canale 5, ore 20.35).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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corallorosso · 3 years ago
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In ricordo di Becky Moses, morta bruciata viva, per un diniego dello Stato 5 anni fa, il 28 gennaio 2017!🌹❤️ Becky Moses aveva 26 anni quando è morta carbonizzata, nella notte tra il 27 e il 28 gennaio 2018, a causa di un rogo scoppiato nel ghetto di San Ferdinando, vicino Rosarno, in Calabria. Era arrivata in Italia nel 2016 dalla Nigeria. Voleva solo lavorare. Era stata accolta a Riace da Mimmo Lucano e nel piccolo paese in provincia di Reggio Calabria stava mettendo radici ma la commissione territoriale le aveva negato la richiesta di asilo politico. Quindi, avendo ricevuto il diniego e non poteva essere trasferita in uno Sprar, Becky aveva fatto ricorso, ma non era riuscita a vincerlo. Lasciava Riace, sola e con in mano un diniego della prefettura. Decise di spostarsi a San Ferdinando, dove c’erano altri nigeriani suoi conoscenti. Lì, in uno dei ghetti più grandi d’Italia, Becky Moses trovò la morte dopo essere stata avvolta dalle fiamme di un braciere rimasto accesso per scaldarsi in una fredda notte d’inverno. Becky a Riace abitava in un alloggio, condiviso con altre sue coetanee. La sua carta d’identità portava ancora la firma del sindaco Domenico Lucano, che all’epoca aveva voluto riconoscerle la dignità di essere umano. San Ferdinando era un ammasso di baracche dove i migranti stagionali cercavano di sopravvivere come potevano. Quel giorno i migranti, vedendo il corpo di Becky incenerito e portato via dentro un sacco blu, non andarono a raccogliere le arance. Dopo il diniego alla richiesta d’asilo, Becky era diventata una “lungo-permanente” e non poteva restare a Riace. Secondo i protocolli ministeriali, i migranti non possono rimanere presso le strutture di accoglienza per più di sei mesi. Per di più Becky aveva avuto il diniego dell’asilo politico e aveva perso anche il ricorso. Questo la rendeva a tutti gli effetti un’irregolare. Come facilmente prevedibile, per tutti ma non per la Commissione asilo, era finita nel ghetto di San Ferdinando-Rosarno. Pochi giorni per passare da un possibile percorso di inserimento al girone infernale dello sfruttamento. Il giorno della sua morte Mimmo Lucano andò fuori di sé. Chiese di seppellire Becky a Riace. Era arrabbiato perché nell’inchiesta giudiziaria che lo coinvolgeva gli contestavano un prolungamento dell’accoglienza. Esattamente ciò che avrebbe salvato la vita a Becky. “L’accoglienza degli esseri umani non ha scadenza”, diceva. A maggio finalmente si riuscì a dare degna sepoltura alla 26enne. “Era stata qui a Riace, ma per la legge non poteva più restare e adesso le autorità si dispiacciono. Troverà sepoltura qui da noi”, disse Lucano. Michi Caravelli
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[1] 23rd August 2013 Belgian Grand Prix Friday Practice
[2] 22nd July 2023 Hungarian Grand Prix Saturday*
[3] 24th August 1997 Belgian Grand Prix Post-race
[4] 28th June 2023*
[5] 8th September 2015 GQ Men Of The Year Awards
*Date posted to Instagram
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someone please take the bleach away from f1 drivers
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stardomyx · 5 years ago
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I see what that anon said bout ghetti being a theater nerd and loving Shakespearean monologues and I rise it to that he doesn't practice with a skull, he practices with his Fallen angel. Sometimes the FA just stares at him being confused like "Wtf are you talking about" and other the FA just interrupts him every 5 minutes by bitting him or tugging at his arm bc "I'm hungry hooman, feed me now!".
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Bad shit.
Spaghetti you know that Fallen Angels are essentially humans who have been corrupted, right? Not all humans like Shakespeare.
Also are we sure his FA is lunging at him because they’re hungry orrrr because they want this fucking pretentious ass theatre snob to shut the hell up.
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spinebookstore · 5 years ago
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#FUORIFASE è un gruppo di lettura online creato insieme ad Hamelin associazione culturale @hamelinassociazioneculturale / @bilbolbulfestival di Bologna. Si chiama "Fuori Fase" perché è così che ci sentiamo in questo periodo, e ne parliamo a partire da #libri, #fumetti, #film e da tre #verbi che raccontano il presente: abitare, uscire, aspettare. 3 incontri online su Zoom, per 5 titoli selezionati sulle tre parole. Ogni incontro costa 20 euro, e c'è uno sconto per chi li segue tutti e tre e sui libri che fanno parte delle bibliografie. ✎ Info e dettagli sulla nostra pagina Facebook (LINK IN BIO) ✎ Qui trovi il modulo di iscrizione: https://bit.ly/3gmb0UI Progetto grafico di Lorenzo Ghetti @il.ghetti . . 🗨️ HAMELIN Associazione Culturale. Creata a #Bologna nel 1996, Hamelin è un’associazione culturale che mette in relazione promozione culturale e vocazione pedagogica, lavorando in particolare con bambini e adolescenti attraverso la letteratura, il fumetto, l’illustrazione e il cinema. Hamelin organizza percorsi di lettura e laboratori di fumetto per le scuole, conferenze e corsi di aggiornamento per insegnati, bibliotecari e genitori, mostre e progetti didattici. Cura inoltre il progetto nazionale di promozione della lettura “Xanadu. Comunità di lettori ostinati”, la rivista “Hamelin. Storie figure pedagogia” e BilBOlbul Festival internazionale di fumetto. via Zamboni, 15 40126 Bologna (BO) . . ##spinebookstore #Spine #Bari #Puglia #Italia #libri #fumetti #autoproduzioni #smallpress #albiillustrati #microproduzioni #editoria #edizioni #italiane #estere #stampe #graphicnovel #illustrazione #arte #poster #bookshop #booklovers #illustratedbooks #indipendente (presso SPINE Bookstore) https://www.instagram.com/p/CAwz4yFAaBI/?igshid=tcstkse2lv8w
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identifying-f1-in-posts · 6 months ago
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[1] 11th May 2013 Spanish Grand Prix Post-qualifying Top 3 Photo
[2] 2nd March 2024 Bahrain Grand Prix
[3] 21st May 2022 Spanish Grand Prix Pre-qualifying
[4] 7th April 2022 Austrian Grand Prix Saturday
[5] 23rd October 2010 Korean Grand Prix Post-qualifying Top 3 Photo
[6] 26th August 2021 Belgian Grand Prix Thursday Track Walk
[7] 7th November 1993 Australian Grand Prix Podium
[8] 21st December 2021 “The 2021 Drivers’ Studio Outtakes!” FORMULA 1 on Youtube
[9] 9th July 2022 Austrian Grand Prix Post-practice
[10] 21st February Preseason Testing Barcelona
[11] 2020/2021 Renault Contract Announcement*
*My best guess
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soldan56 · 5 years ago
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Pubblichiamo di seguito l'intervento di Moriba alla conferenza stampa che si è tenuta questa mattina dopo il taglio del nastro. Che mille Case don Gallo nascano! Che mille resistenze e alternative avanzino!
👇🏿👇🏿 Un saluto a tutti e a tutte, mi chiamo Moriba e sono un ex abitante di casa Don Gallo, uno dei primi occupanti di Casa Madiba, oggi sono un operatore sociale di questo spazio che inauguriamo ufficialmente ma dentro il quale abbiamo vissuto dal 24 dicembre 2015 fino all'11 marzo 2019 ed essere ritornati, il 15 ottobre scorso, dopo la fine deii lavori di ristrutturazione. Oggi prima di tutto il nostro pensiero va a Bafode, il piccolo Bafode, abitante di casa Don Gallo deceduto all’età di 22 anni insieme ad altri 11 braccianti, nella strage del 6 agosto 2018 a Foggia, strage e vittime che abbiamo ricordato durante la Dalle radici alle stelle.Marcia per i diritti contro lo sfruttamento Rimini di questa estate nell'anniversario della strage attraverso la testimonianza di Alagie uno dei due superstiti. "Mi chiamo Alagie Saho e ho vissuto nei campi di Lesina un anno e cinque mesi. In camera mia eravamo 3: Alagie Cisse, io e Romanus. In casa con me abitavano anche Bafode, Ebere, Moussa Toure, Alieu e Pap. Abitavamo tutti insieme, mangiavamo insieme, lavoravamo insieme, dormivamo insieme. Nella casa non c’era elettricità ne acqua corrente. Se volevamo fare la doccia, dovevamo camminare fino alla casa più vicina e chiedere di darci l’acqua del pozzo. Per mangiare facevamo una colletta di soldi, e a turni ogni settimana andavamo a comprare da mangiare. Sempre tutti insieme. E il tetto, il tetto era un problema. Quando pioveva, la casa si riempiva di acqua. Ogni mattina ci veniva a prendere un caporale. Di solito alle 4 di mattina, perché i campi da raggiungere sono molto lontani. Ogni giorno caricavano 10 o 15 di noi, non importava quanto grande fosse la macchina. E’ difficile dire quanto si guadagna, il guadagno va a cassone. Ogni cassone è 3,50 euro. Se raccogli i pomodori grandi il cassone si riempie presto e allora puoi farne anche 10. Se invece i pomodori sono piccoli, non riesci a farne più di 5. La sera si lavora fino alle 18, a volte tornavamo a casa che era già buio. La mattina dell’incidente sono venuti a prenderci, e in una macchina che poteva tenere 7 persone ne hanno messe 14. Della mia casa su quel camion eravamo 6: io, Bafode, Romanus, Ebere, Alagie Cisse e Moussa Toure. Le altre persone erano delle case vicine, ci conoscevamo tutti. Quella mattina, sono salito in macchina davanti con l’autista. Stavo stretto stretto, e allora gli ho chiesto se potessi cambiare posto. Mi ha mandato dietro negli ultimi posti e davanti a me c’era Khadim. Mi sono messo le cuffie nelle orecchie e mi sono addormentato ascoltando musica. Non mi ricordo niente dell’incidente, forse sono svenuto. Mi ricordo che quando mi sono svegliato, ero sul ciglio della strada. Ho aperto gli occhi e ho sentito che stavano contando i morti. Ho sentito dire “Sei morti” e così ho capito che erano morte sei persone. Solo in ospedale ho saputo che tutti erano morti, tranne me e Khadim. Ci siamo salvati perché eravamo gli ultimi. Sono stato 14 giorni in ospedale. Il mio corpo è guarito dopo molti mesi, ma quando dormo la notte ancora mi sveglio con i ricordi di quel giorno. Erano i miei fratelli. Erano i miei amici. Mangiavamo insieme, dormivamo insieme, la domenica, quando non andavamo al lavoro, stavamo seduti insieme a bere l’ataya. Io non posso dimenticare. Non voglio".
Casa don Andrea Gallo è nata anche per contrastare queste forme di grave sfruttamento lavorativo e precarietà di vita, ad aiutare le potenziali vittime di queste forme di sfruttamento a prendere coscienza della propria condizione perché queste condizioni sono piuttosto generalizzate e presenti anche in svariati settori del nostro territorio, in particolare quello turistico e i recenti dati dei controlli dell’ispettorato, della ausl, della guardia di finanza nonché le recenti azioni repressive nel contrasto alle forme di infiltrazioni della malavita organizzata, sono li a ricordarcelo. Il problema abitativo e della crescita del numero di homeless che colpisce la nostra come le altre città è strettamente connesso al tema dei working poors, del lavoro povero. Senza un lavoro degno, una salario degno, senza dignità nei luoghi di lavoro non può esserci il diritto alla casa, il diritto alla vita. Oggi è anche la giornata di sciopero generale di svariati settori produttivi, ci uniamo ai lavoratori e alle lavoratrici in sciopero in particolare con quelli del sociale: educatori, operatrici dell’accoglienza che lavorano per 8 euro lordi allora, con una laurea!! Circa due terzi degli attuali abitanti presenti nella casa hanno lavorato questa estate ma nessuno è in grado di andare in autonomia abitativa, molti difficilmente avranno accesso agli ammortizzatori sociali e alla disoccupazione, alcuni di loro si sono rivolti alle istituzioni preposte per denunciare situazione di sfruttamento lavorativo in questo caso parliamo di 2, 3 euro all’ora. Casa don Gallo è allora un approdo sicuro non solo perché da un tetto a chi non ce l’ha, ma anche per imparare a vivere in contesti spesso ostili esacerbati da un razzismo e da forme di sfruttamento feroce ma anche per attivare la città degna che intorno a questo progetto si è organizzata: dal vicinato al centro anziani, da casa madiba alla casa dell’intercultura. Questo perché casa don gallo è molto più di un progetto di accoglienza abitativa innovativo basato sull’autogestione realizzata dagli stessi abitanti che sono così responsabilizzati nella gestione della casa rompendo con modalità gerarchizzanti della relazione di aiuto ma anche perché rappresenta  un progetto politico di città da costruire, a misura dei bisogni di tutti e tutte, dove al centro ci sono prima le persone e non gli interessi di una parte. Dove la sicurezza per essere tale deve produrre diritti e condivisione della nostra vita in comune e non paura e clandestinità, ghetti e stigma sociale. A differenza di quanto sta accadendo con le recenti  leggi sulla sicurezza, i cui effetti, visibili anche in questo quartiere  ci   preoccupano molto per i conflitti che potrebbero produrre e per la manovalanza a basso costo che cresce sia per arricchire la malavita organizzata che le filiere del lavoro sfruttato. Invece che guardare al  passato, oggi vogliamo guardare al futuro e siamo convinti che di tutte le opere realizzate, l’apertura di questo spazio rimarrà nella storia di RIMINI. Abbiamo una casa, che mille case don Gallo nascano a Rimini come altrove. A tutti e tutte quelli che per svariati motivi, impegni, incarichi, tempo dedicato, si sono attivati per Casa Don Andrea Gallo dobbiamo dei ringraziamenti collettivi per aver riconosciuto, sostenuto, incoraggiato questo progetto e aver ridato a questi luoghi la dignità che meritavano. Una casa per tutt* Avanti Rimini! Che mille case Don Gallo aprano! che mille resistenze e alternative conquistino spazi e vincano la battaglia. ABBIAMO UNA CASA!
Una Casa Per Tutt*
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paoloxl · 5 years ago
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I primi mesi del 1977 furono caratterizzati, in tutta Italia, da numerose rivolte all’interno delle carceri e da un consistente numero di evasioni da parte di militanti politici.
24 gennaio 1977: Evasione Nap
Tra queste si annovera quella di Franca Salerno e Maria Pia Vianale, militanti dei Nuclei Armati Proletari, avvenuta nella notte tra il 22 e il 23 Gennaio; grazie ad un’azione coordinata tra l’interno e l’esterno dell’edificio, le due militanti riuscirono infatti ad evadere dal carcere femminile di Pozzuoli in cui erano rinchiuse in attesa del processo.
Il progetto di fuga comprendeva inizialmente anche la terza compagna di cella delle due Nappiste, Rosaria Sansica, la quale decise però di rinunciare perché aveva ottenuto qualche tempo prima la libertà provvisoria per motivi di salute.
In quel periodo l’azione dei NAP era rivolta soprattutto alla liberazione dei militanti arrestati e a far sì che i processi in cui erano coinvolti non potessero aprirsi (obiettivo che veniva perseguito creando difficoltà a formare la giuria popolare e tramite una serie di proclami e ricusazioni volti a vanificare l’intero procedimento processuale), motivo per cui l’evasione fu programmata in concomitanza con il primo processo ai NAP che si stava svolgendo a Napoli, in cui erano imputate anche Franca Salerno e Maria Pia Vianale.
Questa linea d’azione venne tra l’altro ribadita nel comunicato diffuso dall’organizzazione subito dopo la fuga dal carcere di Pozzuoli, in cui si legge: “La nostra libertà come è dovere di ogni rivoluzionario ce la riprenderemo da soli evadendo. Dalle carceri dai ghetti dove ci costringe la società borghese usciremo con le nostre forze. L’evasione è un momento della nostra lotta alla repressione di Stato”.
Il ciclo di evasioni e rivolte mise in difficoltà le autorità carcerarie che, nel caso di Pozzuoli, licenziarono il Direttore del carcere nel tentativo di ricondurre a una negligenza della direzione quella che in realtà era un’azione politica su scala nazionale che non poteva non destare preoccupazione in chi quotidianamente si affannava a garantire un ordine ormai ampiamente compromesso.
Il 24 Gennaio, in sede processuale, la fuga delle due Nappiste venne rivendicata tramite la lettura del seguente comunicato:“Sabato 22 Gennaio, alle ore 4, l’organizzazione comunista combattente NAP ha attaccato il carcere-lager di Pozzuoli. L’azione tendente alla liberazione delle compagne Franca Salerno e Maria Pia Vianale, militanti dell’organizzazione, si è sviluppata con un attacco coordinato interno-esterno ed ha raggiunto in pieno l’obiettivo fissato...il terreno reale dello scontro si sviluppa ora totalmente all’esterno dell’aula...è solo sulla parola d’ordine “portare attacco al cuore dello Stato” che si supera la parzialità delle esperienze di lotta armata e si ricompone l’unità della classe delle sue avanguardie armate nel partito combattente”.
Il processo si protrasse fino al 16 Febbraio, data nella quale la Corte inflisse 289 anni e 11 mesi di carcere a 22 nappisti (nonostante molti degli imputati si fossero dichiarati non appartenenti all’organizzazione).
Al dato delle condanne va però affiancato il percepibile clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni che permeò l’aula per l’intera istruttoria: l’evasione di Franca Salerno e Maria Pia Vianale, infatti, non aveva certo contribuito a ristabilire la certezza dell’ordine e della legge.
Le due militanti, sfuggite alle condanne di Febbraio, furono però nuovamente catturate il 1 Luglio, a Roma, assieme ad Antonio Lo Muscio, che rimase ucciso durante l’arresto in seguito ad una pallottola sparata a bruciapelo dalla polizia che lo raggiunse alla testa mentre si trovava già a terra.
Franca Salerno e Maria Pia Vianale furono invece rispettivamente condannate a 7 anni e 5 mesi ed a 13 anni e 5 mesi.
Il clima di tensione, di “caccia all’uomo” e di violenza gratuita da parte degli agenti che caratterizzò le circostanze del loro arresto (nonché altri episodi) è ben descritto in un’intervista rilasciata da Franca Salerno alcuni anni dopo:
“Sì, loro ti cercano, ti pedinano e quando ti catturano ti massacrano di botte. Per quei tempi era normale. Gridavano: “Ammazziamole, facciamole fuori”. Se non ci fosse stata la gente a guardare dalle finestre sarebbe stata un’esecuzione. A Pia hanno sparato perché si era mossa. Ricordo i loro occhi, dentro c’era rabbia e eccitazione; erano fuori di sè perché eravamo donne. Averci prese, per loro, era una vittoria anche dal punto di vista maschile“.
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