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#xilella
elcultivodelapatata · 1 month
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Aunque son cultivos diferentes, aquí tenemos un ejemplo de lo que puede suponer para una zona, comarca, provincia, región, e incluso nación, la aparición de una plaga o de una enfermedad de cuarentena, contra la que no hay métodos eficaces de lucha. En el caso de la patata/papa, es lo que nos podría pasar con la polilla guatemalteca o con la punta morada. Deberíamos aprender con lo sucedido con la Xilella fastidiosa a los almendros y olivos de: Italia, Baleares, o a la provincia de Alicante.
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Tutto bene
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Anna Lombroso per il Simplicissimus
Tutto bene. Adesso che il ridicolo bestione ebbro di mojito si è fatto fuori da solo, lui che  per più di un anno ha impersonato con entusiasmo l’unica incarnazione contemporanea del Male Assoluto, riconquistato lo status di umani e antifascisti,  possiamo finalmente dormire sonni tranquilli al sicuro nelle nostre tiepide case.
Tutto bene. In attesa che si…
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ricmaffioli · 5 years
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Ancora protagonista il nostro #thegoodremedy.lo potete vedere sul mio sito ufficiale. Grazie. #riccardomaffiolivideo #filmaker #filmaker #filmmaking #films #videoarte #videomaker #videoart #director #regia #puglia #ulivi #xilella #filmfestival #filmmusic #monopoli #eurofilmfestival #festival #artcurator #curatoredarte (presso Roma, Italia / Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/B9LnZfyIZFp/?igshid=1pwptrrhadoe1
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ivanschenamaker · 3 years
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🙏🏼✌🏼Sono onorato di partecipare a questo evento speciale sulla sensibilizzazione dell’epidemia “xilella”, che colpisce i nostri preziosi ulivi; vi aspetto domenica 22 con tanti altri artisti e scultori in Piazza Cesare Battisti a Conversano! 😁 (presso Piazza Cesare Battisti (o Piazza del Mercato)) https://www.instagram.com/p/CSrawGJN8Ml/?utm_medium=tumblr
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Nuovo post su https://is.gd/cUdLnW
Lettera aperta a San Cristoforo al tempo del Coronavirus
  di don Santino Bove Balestra
  Caro San Cristoforo,
non so se tu ti ricorderai di me come io di te. Ero un ragazzo che ti vedeva dipinto all’esterno di tante piccole edicole votive – le “cuneddhe” – di campagna del nostro Salento. Affreschi spesso sbiaditi, ma ben riconoscibili. Tu – omone grande e grosso, robusto, barbuto e vecchio – trasportavi il bambino sulle tue spalle da una parte all’altra del fiume, e si capiva che quella era per te suprema fatica e suprema gioia.
Mi feci raccontare tante volte la storia da una mia zia materna, che aveva frequentato la terza elementare agli inizi del Novecento, il secolo breve, e che non era poi chissà quale esperta di santi né tua devota, ma sapeva affascinarci, quali indomiti nipoti, con i suoi racconti.
Così non ho mai saputo il tuo vero nome né la tua collocazione ufficiale tra i santi della chiesa (temo che tu sia stato vittima di una recente epurazione, che ti ha degradato a santo minore o di dubbia esistenza). Ma la tua storia me la ricordo bene, almeno nel nocciolo. Poi, per un disegno della Divina Provvidenza, circa nove anni fa mi chiesero di venire a Parabita, prima come collaboratore parrocchiale e poi parroco della Chiesa Matrice, dove, appena arrivato in un arido e afoso pomeriggio di luglio, avvicinandomi al tempio mi accorsi di un grande affresco, sbiadito dal tempo, della tua “ciclopica” immagine dipinta sulla parete esterna destra dell’edificio sacro. Mi sembrò francamente un po’ esagerata! Ma tant’è!
Ebbene in questi giorni di pandemia e di forzata vita domestica ho ripensato a Te. Tu eri uno che sentiva dentro di sé tanta forza e tanta voglia di fare, che dopo aver militato – rispettato e onorato per la tua forza e per il successo delle tue armi – sotto le insegne dei più illustri e importanti signori del tuo tempo, ti sentivi sprecato. Avevi deciso di voler servire solo un Padrone, il Cristo, che davvero valesse la pena seguire, una Grande Causa che davvero valesse più delle altre. Forse eri stanco di falsa gloria e ne desideravi di quella vera.
Non ricordo più come ti venne suggerito di stabilirti sulla riva di un pericoloso fiume per traghettare – grazie alla tua forza fisica eccezionale – i viandanti che da soli non ce la facessero, né come tu abbia accettato un così umile servizio che non doveva apparire proprio quella “Grande Causa” della quale – capivo – eri assetato. Ma so bene che era in quella tua funzione, vissuta con modestia, che ti capitò di essere richiesto di un servizio a prima vista assai “al di sotto” delle tue forze: prendere sulle spalle un bambino per portarlo dall’altra parte, un compito per il quale non occorreva certo essere un gigante come te e avere quelle “gambone” muscolose con cui ti hanno dipinto.
Solo dopo aver iniziato la traversata ti accorgesti che avevi accettato il compito più gravoso della tua vita e che dovevi mettercela tutta, con un estremo sforzo, per riuscire ad arrivare di là. Dopo di che comprendesti con chi avevi avuto a che fare e che avevi trovato il Signore, che valeva la pena servire, tanto che ti rimase per sempre quel nome che ora ti porti addosso e che significa “portatore di Cristo”.
Perché mi rivolgo a te, in quest’anno 2020? Perché penso che oggi in molti siamo in una situazione simile alla tua e che la traversata che ci sta davanti richieda forze impari, non diversamente da come a te doveva sembrare il tuo compito in quella notte, tanto da dubitare di farcela. E che la tua avventura, oggi, possa essere una parabola di quella che sta dinanzi a noi. Ormai pare che tutte le grandi cause riconosciute come tali, molte delle quali senz’altro importanti e illustri, siano state servite, anche con dedizione, e abbiano abbondantemente deluso. Quanti abbagli, quanti inganni e auto-inganni, quanti fallimenti, quante conseguenze non volute (e non più reversibili) di scelte e invenzioni ritenute generose e provvide. I veleni della chimica, gettati sulla terra e nelle acque per “migliorare” la natura, ormai ci tornano indietro: i depositi finali sono i nostri corpi. Ogni bene e ogni attività è trasformata in merce, e ha dunque un suo prezzo: si può comperare, vendere, affittare. Persino il sangue (dei vivi), gli organi (dei morti e dei vivi) e l’utero (per una gravidanza in “leasing”). Tutto è diventato fattibile: dal viaggio interplanetario alla perfezione omicida di Auschwitz, dalla neve artificiale alla costruzione e manipolazione arbitraria di vita in laboratorio.
Il motto dei moderni giochi olimpici è diventato legge suprema e universale di una civiltà in espansione illimitata: citius, altius, fortius, più veloci, più alti, più forti, si deve produrre, consumare, spostarsi, istruirsi… competere, insomma. La corsa al “più” trionfa senza pudore, il modello della gara è diventato la matrice riconosciuta ed enfatizzata di uno stile di vita che sembra irreversibile e incontenibile. Superare i limiti, allargare i confini, spingere in avanti la crescita, ha caratterizzato in misura massiccia il tempo del progresso dominato da una legge dell’utilità definita “economia” e da una legge della scienza definita “tecnologia” – poco importa che tante volte di necro-economia e di necro-tecnologia si sia trattato.
Che cosa resterebbe da fare ad un tuo emulo oggi, caro San Cristoforo? Qual è la Grande Causa per la quale impegnare oggi le migliori forze, anche a costo di perdere gloria e prestigio agli occhi della gente e di acquattarsi in una capanna alla riva di un fiume? Qual è il fiume difficile da attraversare, quale sarà il bambino apparentemente leggero, ma in realtà pesante e decisivo da traghettare?
Il cuore della traversata che ci sta davanti è probabilmente il passaggio da una civiltà del “di più” a una del “può bastare” o del “forse è già troppo”.
Dopo secoli di progresso, in cui l’andare avanti e la crescita erano la quintessenza stessa del senso della storia e delle speranze terrene, può sembrare effettivamente impari pensare di “regredire”, cioè di invertire o almeno fermare la corsa del citius, altius, fortius. La quale è diventata autodistruttiva, come ormai molti intuiscono e devono ammettere (e sono lì a documentarlo l’effetto-serra, l’inquinamento, la deforestazione, l’invasione di composti chimici non più domabili, la xilella… e un ulteriore lunghissimo elenco di ferite della biosfera e dell’umanità, fino al maledetto virus covid19 di questi ultimi mesi che ha imposto a tutti i sapiens e a noi italiani soprattutto delle norme governative obbligatorie e coercitive per il bene della salute pubblica).
Bisogna dunque riscoprire e praticare dei limiti: rallentare (i ritmi di crescita e di sfruttamento), abbassare (i tassi di inquinamento, di produzione, di consumo), attenuare (la nostra pressione verso la biosfera, ogni forma di violenza).
Un vero “regresso”, rispetto al “più veloce, più alto, più forte”. Difficile da accettare, difficile da fare, difficile persino a dirsi. Tant’è che si continuano a recitare formule che tentano una contorta quadratura del cerchio parlando di “sviluppo sostenibile” o di “crescita qualitativa, ma non quantitativa”, salvo poi rifugiarsi nella vaghezza quando si tratta di attraversare in concreto il fiume dell’inversione di tendenza. E invece sarà proprio ciò che ci è richiesto, sia per ragioni di salute del pianeta, sia per ragioni di giustizia: non possiamo moltiplicare per 5-6 miliardi l’impatto ambientale medio dell’uomo bianco e industrializzato, se non vogliamo il collasso della biosfera, ma non possiamo neanche pensare che 1/5 dell’umanità possa continuare a vivere a spese degli altri 4/5, oltre che della natura e dei posteri. La traversata da una civiltà impregnata della gara per superare i limiti a una civiltà dell’autolimitazione, della frugalità sembra tanto semplice quanto immane. Basti pensare all’estrema fatica con cui il fumatore o il tossicomane o l’alcolista incallito affrontano la fuoriuscita dalla loro dipendenza, pur se magari teoricamente persuasi dei rischi che corrono se continuano sulla loro strada e forse già colpiti da seri avvertimenti (infarti, crisi…) sull’insostenibilità della loro condizione. Il medico che tenta di convincerli invocando o fomentando in loro la paura della morte o dell’autodistruzione, di solito non riesce a motivarli a cambiare strada, piuttosto convivono con la mutilazione e cercano rimedi per spostare un po’ più in là la resa dei conti.
Ecco perché mi sei venuto in mente tu, San Cristoforo: sei uno che ha saputo rinunciare all’esercizio della sua forza fisica e che ha accettato un servizio di poca gloria. Hai messo il tuo enorme patrimonio di convinzione, di forza e di auto-disciplina al servizio di una Grande Causa apparentemente assai umile e modesta.
Ti hanno fatto – forse un po’ abusivamente – diventare il patrono degli automobilisti (dopo essere stato più propriamente il protettore dei facchini): oggi dovresti ispirare chi dall’automobile passa alla bicicletta, al treno o all’uso dei propri piedi! E il fiume da attraversare è quello che separa la sponda della perfezione tecnica sempre più sofisticata da quella dell’autonomia dalle protesi tecnologiche: dovremo imparare a traghettare dalle tante alle poche kilowattore, da una super-alimentazione artificiale a una nutrizione più equa e più compatibile con l’equilibrio ecologico e sociale, dalla velocità supersonica a tempi e ritmi più umani e meno energivori, dalla produzione di troppo calore e troppe scorie inquinanti a un ciclo più armonioso con la natura.
Passare, insomma, dalla ricerca del superamento dei limiti a un nuovo rispetto di essi e da una civiltà dell’artificializzazione sempre più spinta a una riscoperta di semplicità e di frugalità. Non basteranno la paura della catastrofe ecologica o i primi infarti e collassi della nostra civiltà (da Cernobyl alle alghe dell’Adriatico, dal clima impazzito agli spandimenti di petrolio sui mari, e oggi del killer silente covid19) a convincerci a cambiare strada. Ci vorrà una spinta positiva, più simile a quella che ti fece cercare una vita e un senso diverso e più alto da quello della tua precedente esistenza di forza e di gloria.
La tua rinuncia alla forza e la decisione di metterti al servizio del Bambino ci offrono una bella parabola della “conversione ecologica” oggi necessaria.
Trasportando, o San Cristoforo, «il Bambino sulle tue spalle da una parte all’altra del fiume si capiva che quella era per te suprema fatica e suprema gioia». È li, al limite, che si deve stazionare: “Restiamo tutti a casa!” perché: “Nulla sarà più come prima!” (cf. premier Giuseppe Conte).
  (Liberamente ispirato dalla lettura di un articolo di Alex Langer, 1.3.1990, Per “Lettere 2000”, ed. Eulema)
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12endigital · 5 years
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Ciudadanos pide al Consell que intervenga "para impedir que los puertos europeos con menos inspecciones sean puerta de entrada de enfermedades como la Xilella"
Ciudadanos pide al Consell que intervenga “para impedir que los puertos europeos con menos inspecciones sean puerta de entrada de enfermedades como la Xilella”
“Nuestra agricultura perecerá si se sigue permitiendo que campen a sus anchas productos que no compiten en las mismas condiciones e incumplen la normativa europea medioambiental y en materia fitosanitaria”. Así lo ha reclamado el diputado autonómico de Ciudadanos (Cs), Emigdio Tormo, tras la presentación de una proposición no de ley sobre mejora de la competitividad en el sector agrario ante la…
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fili777 · 7 years
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Un #viaggiatore che sta cercando l'#albero giusto #mgla #Salento #lecce #campagna #country #olivi #xilella #olive #tramonto #sunset #sassi #stone #instagram #instagood #live #puglia #tavoliere #mare#sea #love #blackmetal #cielo #clouds #nuvole (presso Presicce)
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elvito77 · 7 years
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#ulivosecolare del #salento #lecce #Italia salviamoli dalla #xilella #puglia #regionepuglia svegliati #vacanzenelsalento #provinciadilecce #forzalecce (en Surano)
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paoloxl · 6 years
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La grande balla delle penali per TAV, TAP, ecc.
Ogni giorno viene sparata dalla grande stampa una cifra nuova per le presunte penali da pagare in caso di interruzione dei lavori per il TAV o l’oleodotto TAP. Non è una novità, ad esempio l’argomento era stato usato da decenni ogni volta che si discuteva se fermare il Ponte sullo Stretto, e aveva un minimo di fondamento, dato che nei contratti di appalto era previsto sempre un indennizzo in caso di non completamento dei lavori (che per giunta era facilmente prevedibile e probabilmente preventivato, essendo poco verosimile che si portasse a termine un’opera così insensata e pericolosa in zona soggetta a terremoti catastrofici). Ma quella penale non era così enorme come quella annunciata da Di Maio e gonfiata poi da Conte, che è assurdamente superiore al costo dichiarato dell’opera, e non era prevista da nessuna gara d’appalto. Ma non è tutto, dall’informazione sulla necessità dell’opera sono spariti molti “piccoli particolari”: ad esempio che Trump aveva fatto a Conte una richiesta formale di sostituire petrolio e gas russi (già più che sufficienti per le necessità italiane) con quelli dell’Azerbaigian. Anche alla Merkel Trump ha chiesto – nel quadro della trattativa sui dazi - di acquistare gas statunitense invece di quello russo, indipendentemente dal costo e come “prezzo da pagare” per migliorare i rapporti. Un governo molto servizievole, quindi, che a torto era sospettato di “sovranismo”...
Ancor meno si è detto che la richiesta dei NO TAP (appoggiati in questo anche dal governatore della Puglia) non era la soppressione dell’oleodotto, ma lo spostamento del suo terminale di una cinquantina di chilometri, portandolo cioè all’interno della zona industriale di Brindisi, dove non modificherebbe la destinazione dell’area: il gas arriverebbe direttamente via mare anziché via terra (come accadrebbe comunque col progetto attuale, che dovrebbe avere anche una deviazione – via terra – per Taranto e un’altra per Cerano, alle porte di Brindisi). La variazione di costo sarebbe insignificante, e la zona più bella del litorale adriatico del Salento sarebbe salva.
Strano che nessuno abbia notato un assurdo: non ci sarebbe affatto bisogno di altro gas se fosse vero che ci s’impegna a ridurre drasticamente i combustibili fossili nei prossimi anni, come promettono quasi tutti i governi europei soprattutto in occasione di catastrofi “naturali” attribuibili al riscaldamento globale. Non si capisce comunque perché tanto accanimento nel voler imporre a una popolazione intera lunghi lavori che sconvolgerebbero un ambiente naturale bellissimo e già minacciato dalla crisi degli ulivi secolari attaccati dalla Xilella (che secondo l’UE dovrebbero essere semplicemente estirpati e non curati come sostengono invece molti coltivatori locali). O si deve pensare che dietro ci sia altro, cioè ci sia qualcosa di analogo a quanto emerso già un paio d’anni fa, con la scoperta di tangenti milionarie pagate dal governo di Baku a politici italiani per tutelare la sua immagine? [https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/25/corruzione-tangente-da-due-milioni-dallazerbaijan-indagato-a-milano-ex-udc-volonte/2859414/ ]
Il movimento NO TAP aveva appoggiato ingenuamente il M5S e ora pensa di essere stato tradito. In realtà sulla questione dell’oleodotto come su gran parte delle misure adottate dal governo il M5S paga il prezzo dell’alleanza pericolosa e asimmetrica con un partito ben strutturato e ben inserito nelle istituzioni come la Lega, che sta vincendo facilmente ogni conflitto con la pattuglia di dilettanti allo sbaraglio che credono di poter contrastare l’influenza crescente della abile propaganda di Salvini con le ridicole esaltazioni della “portata storica” di qualsiasi modesta misura annunciata, senza capire che la viscosità del potere reale potrà vanificarla facilmente. L’inconsistenza e la debolezza della maggior parte dei rappresentanti dei cinque stelle dipende dalla loro insufficiente analisi della società italiana, che ha visto come nemico solo la “casta”, a cui è stato magari facile fare il dispetto del taglio dei vitalizi (utile propagandisticamente ma insignificante come ricavato), mentre i nuovi inquilini dei palazzi del potere erano del tutto impreparati a fare i conti sia con la continuità dello Stato borghese indipendentemente da chi occupa le poltrone ministeriali, sia con la rappresentanza diretta dei cosiddetti “poteri forti” all’interno dello stesso governo. Le alte grida contro i presunti “complotti” di Mario Draghi o di Tito Boeri quando preannunciano pressoché automatiche reazioni dei “mercati” a misure sgradite sono rivelatrici di questa incapacità di comprensione delle regole del gioco incautamente accettate.
Ovviamente non ho dubbi che la casta sia nociva, ma lo è soprattutto perché è funzionale al capitalismo, che è responsabile dell’appropriazione e del saccheggio dei beni comuni, ma questo sfugge totalmente al M5S. E le giustificazioni date da Di Maio o dalla Lezzi sulla vicenda dell’oleodotto degli ulivi, al di là delle tenaci proteste dei cittadini interessati, prefigurano una rinuncia totale a qualsiasi cambiamento, una volta accettate le regole del gioco, fingendo che non siano truccate. Infatti ogni atto di un nuovo governo o di una nuova maggioranza in un comune o in una regione sarebbe condannato a ricalcare quelli della maggioranza precedente, che ovviamente aveva già agito e predisposto contratti e appalti, sulla cui intoccabilità è già pronta a sentenziare gran parte della magistratura. Solo con un’impostazione radicalmente anticapitalista è possibile sfuggire a questa morsa mortale: se c’è sempre un giudice pronto (magari anche in buona fede) a dichiarare nullo un esproprio o la rescissione di un contratto con un’impresa che ha lasciato senza manutenzione un ponte da anni logorato, e che per giunta pretende una penale che si è premunita di far inserire in una clausola segreta del contratto, l’unica risposta è la mobilitazione della popolazione sdegnata intorno alla denuncia politica del crimine permesso da un uso iniquo di una legge ingiusta, senza accettare come sacra ogni decisione delle istituzioni, magistratura inclusa. Senza riuscire a concepire questo gesto di rottura, il M5S finirà stritolato in poco tempo dall’alleanza tra la Lega (che non è solo la propaganda razzista di Salvini), la Confindustria e i boiardi delle partecipate. Sulla questione del Ponte Morandi si è già visto l’aperitivo, con l’affidamento di compiti di commissari straordinari a Toti e Bucci, entrambi difensori dell’ordine e dei capitali Benetton, e anelli di congiunzione con quanto rimane intorno a Berlusconi, che non è molto ma sufficiente a preparare una bella sorpresa elettorale agli sprovveduti grillini. Lo sbilanciamento pressoché unanime della grande stampa che concentra in ogni occasione il fuoco sul M5S, ed è sempre più silenziosa o benevola verso la Lega, fa capire qual è l’obiettivo: arrivare a un governo di unità nazionale che garantisca la continuità con le politiche consolidate da almeno tre decenni e che una parte dell’elettorato aveva creduto di poter respingere con un voto di protesta.
(a.m.)
PS Una ulteriore conferma: l’esitante tentativo del M5S di mantenere l’appoggio promesso ai NO TAV con una delibera del consiglio comunale di Torino, è stato bombardato oggi da uno schieramento compatto di stampa e di TV, con livelli di faziosità paragonabili ai peggiori esempi del passato: ad esempio dando voce solo ai sostenitori del TAV, intervistati a bizzeffe e sostenuti anche da una dichiarazione del leghista Giorgetti, mentre della contemporanea manifestazione dei NO TAV non si riportava neppure una parola.
http://antoniomoscato.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=3017:la-grande-balla-delle-penali-per-tav-tap-ecc&catid=20:ipocrisie-e-dimenticanze&Itemid=31
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alessiadublin · 6 years
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Mika at Wired Next Fest 2018
Interview at Wired Next Fest 2018 in Florence.
45 minutes interview in italian: https://www.facebook.com/wireditalia/videos/155709895368996/
Main topics covered:
- new technologies are making it easier to make music, however there is a risk for over doing it; for his album, lots of layers are created and then subsequently removed 
- his new album will be happy and very pop, but very personal and truthful; Mika mentioned that some topics in the album have never been discussed, not even in interviews.
- his neighbour’s olive trees have a disease (xilella) so he is preparing to cut the trees as soon as the disease starts transferring to his garden. He also tested 7 different types of wood to see which one burns best in his fireplace: turns out, it’s oak. (random I know, but very Mika!)
- Lastly, Mika sang “Billy Brown”, with a commentary about how this song was about a past boyfriend of his sister Yasmine; he knew the boy was gay as he saw himself in him, so wrote the song; it was not meant as a mean song, rather as a reckoning that faking your real identity is not a good plan. He spoke about it with tenderness.
The album should be out in 2019 :)
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crossroad1960 · 3 years
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italianaradio · 5 years
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Sara Cunial espulsa dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle
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Sara Cunial espulsa dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle
Sara Cunial espulsa dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle
Quando Sara Cunial organizzò l’evento dell’associazione NO-Vax Corvelva presso la sala stampa del Parlamento, si rese conto che il Movimento 5 Stelle non la sosteneva. Eppure la deputata veneta ha deciso di forzare ancora la mano: non ha nemmeno votato la legge di Bilancio, e quando è stata richiamata ha risposto con una lettera di insulti in cui provocava «se non vi sta bene mandatemi via». E dopo l’intervento in aula, è arrivata la massima pena: espulsa.
Sara Cunial espulsa dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’intervento in aula in cui ha accusato il suo gruppo di voler fare «uno scempio a favore della agromafie». E quando è troppo, è troppo: il direttivo si è riunito e ha votato decretando la sua espulsione dal Movimento e la segnalazione ai Probiviri. «Questa sera abbiamo avviato ufficialmente la procedura di espulsione della deputata Sara Cunial dal gruppo parlamentare della camera del M5S» fanno sapere i pentastellati in una nota nella serata di ieri.
«Ha assunto posizioni antiscientifiche su tutto, anche sulla Xilella» ha commentato il capogruppo Francesco D’Uva. Cunial inoltre «portava in aula emendamenti senza discuterne con nessuno» e come se non bastasse «in commissione Agricoltura poi, prendeva in giro i colleghi» continua D’Uva. E sull’intervento che le è stato galeotto, il capogruppo dice: «HA detto in aula che il M5S favorisce le agromafie, l’ultimo di tanti episodi e comportamenti scorretti. Cose che non vanno bene in un gruppo democratico in cui bisogna collaborare».
(credits immagine di copertina: ANSA/CLAUDIO PERI)
L’articolo Sara Cunial espulsa dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle proviene da Giornalettismo.
La deputata veneta aveva più volte innervosito i vertici del movimento, esasperato dall’intervento sulle «agromafie»
L’articolo Sara Cunial espulsa dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle proviene da Giornalettismo.
Gaia Mellone
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12endigital · 7 years
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Por el sur, sequía; por el norte, Xylella
La provincia se encuentra en jaque. Si por el sur la sequía endémica que sufrimos durante décadas y que se ha vuelto insostenible desde que en mayo nos cerrasen el trasvase Tajo-Segura, tiene en vilo a miles agricultores, que pueden perder 35.000 hectáreas de cítricos y hortalizas, por el norte, la plaga de la Xylella Fastidiosa, bacteria que está afectando a la variedad del almendro, hace que…
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calabriawebtvcom · 6 years
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Concessioni demaniali e sviluppo aziende balneari: se ne è discusso all'assemblea dei balneari calabresi
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Concessioni demaniali e sviluppo aziende balneari: se ne è discusso all'assemblea dei balneari calabresi
Si è svolta a Catanzaro l’assemblea dei balneari calabresi per l’esame della questione balneare alla luce delle novità normative ad iniziare dalla nuova durata di quindici anni delle concessioni demaniali marittime. Sono intervenuti il presidente regionale e vice presidente nazionale Antonio Giannotti, il vice presidente della Regione Calabria Franco Rossi, il Presidente dell’ANCI Calabria Gianluca Callipo, il Presidente della Confcommercio della Calabria Klaus Algeri, il Presidente della Confcommercio Catanzaro Pietro Falbo e il presidente nazionale del Sib FIPE Confcommercio Antonio Capacchione, Antonio Giannotti presidente Sib Calabria e Roberto Talarico presidente Sib Catanzaro. Nel corso dell’incontro il presidente Capacchione ha sottolineato che la nuova scadenza delle concessioni è solo un piccolo passo nella giusta direzione di mettere in sicurezza questo importante segmento del nostro Made in Italy. La messa in sicurezza della balneazione attrezzata italiana comporta non solo l’eliminazione dei molteplici fattori di precarietà giuridica (facile e difficile amovibilità, le devoluzioni delle opere, le cause di revoca e decadenza, ecc.) e l’adozione di un programma e piano nazionale straordinario di contrasto del fenomeno erosivo ma anche e soprattutto la riduzione della insostenibile pressione fiscale. Le aziende balneari sono le uniche imprese turistiche alle quali si applica l’aliquota dell’IVA al 22 % rispetto a tutte le altre che è al 10 %. In Grecia non diretto competitor l’aliquota IVA del settore è il 6,5% : meno di un terzo. Per non parlare del IMU pur non essendo proprietari del suolo o della TARI anche per aree non produttive di rifiuti fin dove ci sono le telline! Anche i canoni demaniali sono profondamente ingiusti: c’è chi paga tantissimo e chi pochissimo. E questo va superato perché non è possibile che si paghi la stessa tariffa a mq indipendentemente dalla sua ubicazione. Ma sui canoni demaniali proprio in queste ore si è consumata l’ennesima ingiustizia. È davvero sconcertante che nei 90 emendamenti e nei 57 articoli aggiuntivi che il Governo ha tentato di inserire nel decreto semplificazione da ieri in aula al Senato per la sua approvazione non si sia trovato posto ad alcun provvedimento in favore dei cd pertinenziali. Si tratta di alcune centinaia di famiglie che in questi lunghi e interminabili dieci anni sono state costrette a sopportare canoni demaniali ingiusti e insopportabili. È la parte più sofferente di un mondo, quello dei balneari, che merita un rispetto che in questi anni non ha avuto essendo stato stupidamente precarizzato e criminalizzati. L’intervento del Quirinale e la decisione sull’ammissibili degli emendamenti da parte del Presidente del Senato Casellati ha messo in luce il tentativo del Governo e del Parlamento di inserire tutta una serie di norme e problematiche persino estranee al decreto legge in discussione (dalle trivelle alla xilella; dalla sanatoria del fotovoltaico al limite alle ipoteche; dalla riapertura della rottamazione ter al noleggio con conducente). Amareggia constatare che purtroppo fra questi tentativi non sono rientrati i pertinenziali la cui problematica era certamente omogenea all’oggetto della semplificazione. Insomma è mai possibile che tra queste molteplici e variegate problematiche non si è ritenuto di prevedere neppure una semplice sospensione temporanea dei pagamenti e delle decadenze che come dovrebbe essere ormai noto a tutti sono frutto di una scellerata norma del 2006? È mai possibile che lo Stato deve continuare ad accanirsi verso queste poche centinaia di famiglie? Si è trattato di una ignobile vigliaccata di una politica, nella migliore delle ipotesi, ignara del problema e nella peggiore solo preoccupata esclusivamente del consenso elettorale. Comunque incapace di svolgere correttamente le funzioni a cui è chiamata. Il SIB non si rassegna e continuerà nella battaglia intrapresa per la messa in sicurezza giuridica, fisica ed economica di questo settore: senza sosta e senza concedere un attimo di respiro a interlocutori istituzionali per troppo tempo assenti, silenti o inerti. Antonio Giannotti Presidente regionale dopo aver ribadito le novità per i balneari che ci sono all’interno della finanziaria a partire dal comma che prevede la possibilità anche delle strutture stagionali di permanere per l’intero anno un segnale che finalmente vuole ribadire che la precarietà e quindi il montaggio e lo smontaggio delle strutture sicuramente non può portare alla qualità delle offerte turistica balneare pertanto è giunto il momento di mettere mano ad una legge quadro che tutelando l’aspetto ambientale delle Coste dia la possibilità con procedura snelle di realizzare quelle strutture che sposandosi con l’ambiente circostante diano dei servizi che possono contribuire al rilancio delle aziende e dei servizi balneari. Inoltre assoluta urgenza di recepire il primo obiettivo ottenuto nella legge finanziaria e cioè l’allungamento delle concessioni fino al 2034 Questo è il primo obiettivo per dotare i concessionari di un atto formale che consenta finalmente l’accesso a mutui bancari e quindi alla possibilità di investire nelle proprie aziende un altro urgenza che è stata chiesta di essere affrontata dalla politica regionale è quella di dare immediata risposte In alcune zone in alcuni paesi della Calabria Ormai in piena emergenza dovuta alla forte erosione del mare emergenza kimina persino il centro abitato oltre che le spiagge dove Ormai è quasi impossibile accogliere e realizzare attività balneare questi sono i punti su cui partire per realizzare quel futuro di sviluppo turistico balneare sul litorale calabrese che coinvolge un ampio raggio di imprese che insistono sul Demanio marittimo . Roberto Talarico ha sottolineato l’assoluta mancanza di attenzione al settore turistico da oltre dieci anni senza programmazione e senza neanche un assessore al ramo.
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inasoop · 6 years
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El sector del aceite de oliva en España lanza una ambiciosa investigación sobre la xilella
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La Xylella fastidiosa es una grave preocupación para el sector del aceite de oliva en España y su organismo interprofesional está apoyando los esfuerzos de investigación para combatirla.
La Asociación Interprofesional Española del Aceite de Oliva se ha asociado con varias instituciones para llevar a cabo un ambicioso proyecto de investigación que estudiará cómo controlar y erradicar la Xylella fastidiosa, un patógeno emergente que se ha convertido en una de las principales preocupaciones del sector del aceite de oliva.
El Instituto Nacional de Investigación y Tecnología Agroalimentaria (INIA) de España está colaborando con el Interprofesional en este esfuerzo.
El INIA actúa como enlace entre varios grupos de investigación que investigan la Xylella fastidiosa. Esto ha dado lugar a la apertura de seis nuevas líneas de investigación que abordan el problema desde muchos ángulos, con el objetivo de desarrollar una estrategia integrada que pueda proporcionar una respuesta de amplio espectro para minimizar los riesgos que el patógeno plantea para los olivares españoles.
Este enfoque integral propone generar conocimiento sobre el comportamiento de Xylella fastidiosa, sus variables, su propagación a través de vectores y el control de los insectos responsables de su diseminación para diseñar estrategias efectivas que puedan detener su expansión. Esto incluye la identificación de las variedades de olivos que parecen ser más tolerantes o resistentes a la Xylella.
La Xylella fastidiosa se propaga a través de insectos que se alimentan del xilema en las plantas. Se multiplica dentro del sistema vascular hasta el punto de obstruirlo y obstruir el flujo de savia cruda, principalmente agua y sales minerales, provocando síntomas relacionados con el estrés hídrico y la falta de nutrientes que van desde la marchitez hasta la muerte de la planta.
Diferentes tipos de plantas, en su mayoría leñosas como el olivo, el nogal, el café o el almendro, pueden hospedar Xylella fastidiosa, una bacteria con muchos genotipos que se manifiesta de manera diferente dependiendo de la planta que la hospeda. Todavía no se han identificado tratamientos eficaces, excepto el control y la erradicación de las plantas infectadas y de los insectos que las propagan. Esto hace de Xylella fastidiosa una amenaza muy impredecible, sin mencionar que también es difícil aislarla y reproducirla en los laboratorios, lo que dificulta su investigación.
El proyecto de investigación de tres años de duración cuenta con seis líneas de investigación y con instituciones responsables:
Análisis de riesgos basado en el comportamiento regional de Xylella fastidiosa en diferentes zonas de olivar de España, considerando diferentes climas, variedades y sistemas de cultivo. Esto ayudará a crear guías para optimizar los programas de erradicación y control de vectores potenciales (Instituto Valenciano de Investigaciones Agrarias – IVIA.) Diagnóstico, estructura genética y plantas hospederas de Xylella fastidiosa encontradas en España, principalmente en zonas con olivos, para desarrollar nuevas técnicas de diagnóstico (Consejo Superior de Investigaciones Científicas – CSIC.) Patogénesis de los genotipos de Xylella aislados en España con el objetivo de conocer mejor los efectos de las infecciones del olivo y su grado de agresividad (Universidad de Gerona.) Caracterización del proceso infeccioso y cómo actúa cada genotipo de Xylella en las principales variedades de olivos y acebuches, con el objetivo de crear un banco de germoplasma de olivo y explorar el comportamiento in situ de cada variedad (Instituto de Investigación Agroambiental y de Economía del Agua (INAGEA) de la Universidad de las Islas Baleares). Biología y ecología de los vectores potenciales transmisores de Xylella fastidiosa para determinar su papel en la epidemiología y control de enfermedades en olivos (Instituto de Investigación y Tecnología Agroalimentaria (IRTA.) Bases científicas para la transferencia y comunicación de enfermedades causadas por Xylella fastidiosa en el olivo (Instituto de Investigación y Formación Agraria, Pesquera, Alimentaria y de la Producción Ecológica de la Junta de Andalucía (IFAPA.)
En Europa, Xylella fastidiosa apareció por primera vez en 2013 en el sur de Italia, donde ha demostrado ser muy difícil de controlar. En España, se detectó por primera vez en 2017 en las Islas Baleares, donde se ha identificado su presencia en olivares de Mallorca, Menorca y, principalmente, Ibiza.
Alicante fue la primera provincia de la España continental donde se identificó a Xylella en junio de 2017. En abril de 2018 Xylella fastidiosa fue identificada por primera vez en olivos de la España continental, en Madrid, donde se han eliminado trescientos árboles. Según Blanca Landa, una de las principales expertas españolas en Xylella, estos brotes no parecen estar relacionados.
Teresa Pérez, directora de Interprofesional, ha afirmado que la organización siempre ha mostrado un fuerte compromiso con el avance de la innovación en todos los temas en los que el conocimiento es crítico para el sector del aceite de oliva en España.
“Una media del 11 por ciento de nuestro presupuesto se dedica a I+D”, dijo Pérez a Olive Oil Times, añadiendo que Xylella ha sido una prioridad para el sector del aceite de oliva en España y la razón por la que el Interprofessional ha estado durante algún tiempo en la búsqueda de proyectos de investigación sólidos como éste.
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