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#volantino spesa
enrico66m · 8 months
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PRENDI DUE PAGHI TRE – Le tragiche avventure del commesso Leopoldo Canapone
Una satira sul consumismo
Scarica da Strade Bianche Libri
La recensione
La spesa resistente
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s-memorando · 4 months
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La spesa sbagliata
Stamattina sono andata alla Coop con la mia brava listina della spesa, avevo guardato il volantino che era arrivato a casa nella cassetta della posta e mi ero segnata le cose che mi servono tenendo presente gli sconti, le offerte, da brava donnina di casa risparmiosa e felice. Quando sono stata fra i banchi del supermercato mi sono accorta che non c’era nessuna delle offerte che mi ero appuntata…
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notiziariofinanziario · 11 months
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Risparmio al supermercato con piccole accortezze
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L’inflazione e il continuo aumento dei prezzi sugli alimenti, anche quelli di prima necessità, costringono ai consumatori a confrontare i prezzi dei vari supermercati in modo da poter risparmiare qualcosa o ancor peggio cercare di arrivare a fine mese. L’aumento dei costi energetici record porta i supermercati a loro volta ad aumentare i prezzi dei prodotti. Nel 2021 è stato registrato un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari del +31%, fino alla fine del 2022 si è registrata un’ ulteriore crescita, fino ad un +23%, a causa dei maggiori costi delle materie prime come il gas, l’elettricità e i fertilizzanti. Si stima che i consumatori italiani, spenderanno 229 euro in più per la spesa alimentare rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio osservando i dati sull’inflazione si vedono già nell’ultimo anno incrementi eclatanti, come nel caso di oli e grassi (53%), della pasta (19%), della farina (28%). Anche la frutta è aumentata in modo significativo. Luca Burrafato, responsabile Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa Allianz Trade dichiara: “In Italia, tutti i principali beni alimentari acquistati dalle famiglie sono in aumento. La pasta, dal 2021 a oggi, ha segnato il maggior incremento con un +12,5%, olii e grassi sono a +10,3% e le verdure +10%. Seguono, con incrementi appena al di sotto la doppia cifra, la frutta, la carne e le bevande”. Per abbattere un po’ i costi, sono molti i consumatori che confrontano i prezzi dei generi alimentari nei vari supermercati. In quest’ultimo periodo, è apparsa un’insegna commerciale ben conosciuta in quasi tutta Italia dove si possono acquistare tantissimi prodotti al prezzo di 1 euro. In questo supermercato si può fare la spesa e pagare per ogni prodotto acquistato un euro. Questa strategia politica commerciale pianificata in questo ultimo periodo, ha avuto un grande successo da parte dei consumatori. Ti sei mai chiesto quanto spendi per la spesa a settimana o al mese? Se sei single e vivi da solo questo è svantaggioso: a dirlo è la Coldiretti. Infatti un single spende in media circa 70 euro alla settimana per fare la spesa rispetto ai 50 euro (a testa) spesi da una famiglia costituita da almeno due persone. Come mai succede questo? Se si pensa alle promozioni 3X2 e gli sconti dei supermercati pensati ed indirizzati soprattutto alle famiglie numerose, la risposta vien da sé. E se invece fosse possibile acquistare tutto ad un euro? Si risparmierebbe sulla spesa? Vediamo! E’ già da qualche tempo che c’è un’insegna commerciale di un noto supermercato italiano dove è possibile fare la spesa e acquistare molti prodotti alimentari ad 1 euro. Basta dare un’occhiata all’ultimo volantino delle offerte e potrai renderti conto di quanti alimenti freschi e confezionati è possibile acquistare solo ad un euro. Il supermercato che ha messo a punto questa strategia commerciale è Todis, una società nata nel 1994 con la formula del discount che si trova soprattutto nel Nord Italia e centrale. Nei punti vendita Todis è possibile scegliere una vasta gamma di prodotti freschi, anche di buona qualità e con dei prezzi convenienti. Cosa puoi acquistare da Todis con un solo euro? La lista è abbastanza lunga: prosciutto crudo, mozzarella, condimento e sughi per il riso e per la pasta, gelati, sugo di pomodoro, pasta, biscotti, vino bianco e rosso, funghi, bevande gassate, birra, detersivo per i piatti e per i pavimenti, tonno, salmone, filetti di sgombro, granfritto di mare, frutta e verdure: tutto questo ad un euro. Hai capito bene! Da Todis se fai attenzione ai prezzi, puoi spendere alla settimana 20 euro e fare la spesa completa. Read the full article
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tecnoandroidit · 1 year
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scontomio · 2 years
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😍 "Sui Giocattoli il 50% in buoni sconto sulla tua prossima spesa” sfoglia il volantino Bennet Valida fino al 25 novembre. Scopri tutti i dettagli su ➡️ https://www.scontomio.com/spesa/sui-giocattoli-il-50-in-buoni-sconto-sulla-tua-prossima-spesa-sfoglia-il-volantino-bennet/?feed_id=30426&_unique_id=63650e71df424&utm_source=Tumblr&utm_medium=social&utm_campaign=Poster&utm_term=%22Sui%20Giocattoli%20il%2050%25%20in%20buoni%20sconto%20sulla%20tua%20prossima%20spesa%E2%80%9D%20sfoglia%20il%20volantino%20Bennet #offertasullaspesa #infanzia #cashback #bennet #scontomio
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ecommercevolution · 2 years
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3nding · 3 years
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RIACE
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Per la gestione dei migranti, per questo suo famoso sistema di accoglienza diffusa, un sistema ammirato in tutto il mondo, e su cui è venuto a girare un cortometraggio persino Wim Wenders, qui sono arrivati fino a 3 milioni di euro l'anno. E però, colpisce. Provi a capire come era Riace, ora che è tutto finito, cosa era, cosa non ha funzionato: e non trovi un numero. Quanti abitanti effettivi ha, per esempio, a prescindere dal dato formale dei residenti? Cioè, quale era realmente la proporzione tra italiani e stranieri? E gli italiani, che età hanno, in media? E che reddito? Quanti migranti sono stati qui? Più di 6mila, dicono. Ma che significa? Per quanto tempo? E ora, dove sono? Riace gli è stata utile? Hanno imparato, tipo, un po' di italiano? E queste associazioni a cui era affidato tutto, che bilancio avevano? E quanti dipendenti? Selezionati come? Quante spese organizzative rispetto alle spese sostanziali?
In tutti questi anni, è stato rendicontato poco o niente.
E spesso, in modo solo generico.
L'unico numero certo qui è quello che il 26 maggio, quando è stato eletto il nuovo sindaco, è stato battuto dalle agenzie di stampa di mezzo mondo. 24. I voti per Mimmo Lucano.
Ed è un numero sbagliato.
24 sono i voti che ha avuto la lista di Fratoianni alle Europee.
Eppure, Riace non ha che 2.313 abitanti. La stazione è un binario e basta, senza biglietteria né niente. Poi c'è una farmacia, e di fronte, un bar e un tabaccaio. Fine di Riace Marina. Che è una delle due parti di cui si compone Riace, ed è sostanzialmente una fila di villette strette tra il mare e la statale. 300 metri più su, a sette chilometri, c'è Riace Superiore. Con la piazza del municipio, la chiesa, un bar, una salumeria e un piccolo alimentari, altri due bar e il tabaccaio. Sono collegate da due corriere al giorno. E cioè, dall'autostop.
Il primo che si ferma ha un fuoristrada da oltre 40mila euro. E quando gli dico che sono una giornalista, mi dice subito: L'ho comprato a rate. Fa il muratore.
Sono quasi tutti operai, qui. E, curioso: molti hanno un SUV. Moltissimi.
E hanno tutti lavorato nell'accoglienza.
Tra progetti ordinari e progetti di emergenza, tra SPRAR e CAS, Riace aveva circa 300 posti. Ma a tratti, in base agli sbarchi, in base a guerre e carestie, i migranti erano più del doppio. Gestiti da Città Futura, l'associazione fondata nel 1999 da Mimmo Lucano, e altre sei associazioni minori. Ma capire come, è complicato. Google non ha molte informazioni. E quindi, l'unica è telefonare alle associazioni. Una a una. Inizio dal Girasole. Da Maria Taverniti, la sua presidente. Mi hanno detto che è a casa, vorrei chiederle se posso passare un momento. Ma mi dice: Non sono a Riace. Dico che sto qui tutta la settimana, mi dice: Non so quando torno. Chiedo allora se posso passare in sede. Mi dice che è chiusa. Se posso parlare con uno degli operatori. Mi dice che non c'è più nessuno. Chiedo se c'è un sito web da cui avere un'idea delle attività. Non c'è. Un documento, un volantino, un vecchio articolo di cronaca locale: niente.
Non trovi un pezzo di carta, qui.
In compenso, trovi le intercettazioni della Guardia di Finanza. Che ha indagato su Riace per 18 mesi. Il 2 settembre 2017 Mimmo Lucano è con Cosimina Ierinò, la sua segretaria. Ed è inferocito. Sono arrivati i fondi da Roma, e ha girato al Girasole 95mila euro: ma i fornitori continuano a chiamarlo, perché non sono stati pagati. E anche gli operatori. 95mila euro. E non bastano? "Sono dei ladri matricolati!", dice.
Dal Girasole si difendono, dicono che hanno pagato quello che hanno potuto. Che quella è solo parte dei fondi. Che quando da Roma arriverà il resto, pagheranno il resto. Ma Cosimina Ierinò è lapidaria. "Si sono fregati tutto", dice.
E la Guardia di Finanza ha decine di intercettazioni così.
Secondo la Procura di Locri, guidata tra l'altro da una toga rossa, Luigi D'Alessio, che ha ripetuto più volte alla stampa che su Riace spera davvero di essersi sbagliato, nei tre anni esaminati quasi il 30 percento dei fondi è stato usato per tutto tranne che per i migranti. Per intestarsi case. Per ristrutturare e arredare immobili estranei ai progetti di accoglienza, per concerti e festival vari. E dai conti correnti delle sette associazioni mancano all'appello 2 milioni di euro: prelevati senza giustificazione contabile. Di certo, parte sarà stata spesa per i migranti. E sarà dimostrato in aula. Ma altrettanto di certo, molte delle fatture in archivio sono, diciamo, discutibili. Per una delle case risultano comprati 87 materassi e 131 cuscini, un cartolaio ha venduto mobili. E una Fiat Doblò ha avuto rimborsi benzina per 695 km al giorno.
Il 30 agosto 2016 una 32enne del Ghana ha incassato un assegno di 10.591 euro per due mesi di lavoro. Fa treccine ai capelli.
Il 22 agosto 2017 Tonino Capone, presidente di Città Futura, parla con un amico, e spiega che preferisce spendere i fondi che avanzano, piuttosto che restituirli a Roma a fine anno. "Se si deve trovare qualcosa andiamo, e troviamo un po' di fatture [...] Che so, ci sono 3mila euro, ci sono 10mila euro che devono ritornare indietro. Andate, e vi scegliete una camera per i ragazzi [...] Ma mica gli torno i soldi indietro".
Si sente Mimmo Lucano dire: "Quello che ho scoperto è devastante".
Con altri 26 imputati, è accusato ora di associazione a delinquere per reati contro la pubblica amministrazione. Il processo è iniziato l'11 giugno.
Bahram Acar aveva 32 anni, quando è sbarcato sulla spiaggia di Riace. E ricorda ancora quella notte. In cui al buio, cercava la strada per Roma. Era il 1998. All'epoca, non esistevano SPRAR e CAS, CIE e CARA, e quindi, semplicemente, si è trovato un lavoro. "Negli ultimi tempi", ammette, "Riace non era che un parcheggio. I migranti avevano tutto pagato. Anche le sigarette. E quindi, ciondolavano tutto il giorno", dice. "Ma anche le associazioni. Assumevano amici e parenti, invece di operatori qualificati. Erano in 10 per 10 migranti. Non aveva più senso", dice. Dicendo quello che ti dicono tutti, qui. Ma proprio tutti. Delineando una parabola che inizia nel 1998. Inizia con quel primo peschereccio alla deriva. E per dieci anni, tutto viene gestito in modo artigianale. Ma inappuntabile. Di quei 2.313 residenti, 470 sono stranieri che si sono fermati qui. Di 38 diverse nazionalità. "Poi, però, i numeri sono cambiati", dice Adelina Raschellà, l'edicolante. "Ed è saltato tutto", dice. E per numeri, non intende i numeri dei migranti: intende i fondi. I fondi pubblici. Perché sono aumentati i migranti, sì. Ma il denaro: è quello che ha sfasciato tutto. Qui che così tanto denaro non si era mai visto. Era il 2011. Era la Primavera Araba. "Si era sparsa la voce che a Riace aprivano la porta a tutti, e telefonavano da tutta Italia, magari alle due di notte, chiedendo: possiamo inviarvene altri duecento, domani?", dice. E qui nessuno si tirava indietro. "Perché qui siamo tutti migranti noi per primi", dice.
"Ma è stato un disastro".
Anche perché i fondi, qui come altrove, arrivavano con mesi di ritardo. E quindi Mimmo Lucano ha rimediato con i cosiddetti bonus: i migranti ricevevano delle banconote con Marx e Mandela che i commercianti poi convertivano in euro quando Roma, infine, pagava. "Ma era insostenibile", dice Maria Chillino, della macelleria. "Un conto è se sei la Conad, coperto da una sede centrale. Ma noi intanto dovevamo saldare la merce. Le bollette". Tira fuori scatole e scatole di banconote colorate. Ha ancora 16mila euro di crediti. "E mentre, sostanzialmente, era tutto a nostro carico, per il resto era come non avere un sindaco. I migranti assorbivano ogni energia. Spesso, per esempio, qui manca l'acqua: ma nessuno veniva neppure a domandarci se avevamo bisogno di aiuto. Si limitavano ad affittare case, e stiparci dentro magari dieci ventenni che non avevano mai vissuto prima da soli. E lì, o sei africano, o sei italiano, è uguale: è ovvio che avrai problemi", dice. "Chiamavamo le associazioni, e non rispondevano mai". Giuro, dice. Domanda ai carabinieri. Domanda agli avvocati. Qui protestavano tutti.
I carabinieri, in effetti, hanno ricevuto decine di segnalazioni.
E il Comune, decine di richieste di risarcimento. Entra un cliente. Si chiama Cosimo Romano. Gli pagavano 300 euro al mese per un appartamento di 140 metri quadri. La ristrutturazione gli è costata 15mila euro. I danni superano i 10mila.
"Non abbiamo votato contro i migranti", dice Maria Chillino. "Ma contro chi gestiva i migranti". "Contro chi fingeva di gestirli".
E colpisce. Perché quello che racconta, e che racconta come fosse normale, è drammatico. Tre, quattro volte al giorno entravano in macelleria. E chiedevano un po' di carne, o degli spiccioli per un biglietto di treno. Il significato di un certo documento. Di tutto. "E tu aiutavi il primo, aiutavi il secondo, il terzo. Il quarto. Ma poi, eri costretto a dire no", dice. "E magari era poco più di un bambino. E ti restava lì, fuori dalla porta. Senza sapere dove andare e... e..." - le si spezza la voce. "Giuro. Giuro", dice. "Abbiamo dato più del possibile".
La sconfitta della sinistra è stata tutto, qui, tranne che una vittoria della destra. E non solo perché Claudio Falchi, il segretario della Lega eletto in consiglio comunale, migrante anche lui per 24 anni in Venezuela, è stato eletto con 25 voti: i numeri sono questi, a Riace - più che il partito con cui ti candidi, conta quanti amici hai. Ma soprattutto, perché tutti vogliono indietro i migranti. Ed è anche per questo che hanno scelto la Lega. Perché è al governo: è dalla Lega che ora dipendono i fondi da Roma. Perché per il resto, nessuno ha dubbi, qui: i migranti sono una ricchezza. E l'unica di Riace. Persino il nuovo sindaco, Antonio Trifoli, 49 anni, vigile urbano, uno che tra l'altro, è stato tra i fondatori di Città Futura, non ha che parole belle per Mimmo Lucano. Nessuno, qui, contesta il suo valore. Ha rianimato Riace. Solo che oltre alle parole belle, nel suo nuovo ufficio Antonio Trifoli ha anche faldoni e faldoni di debiti. 3 milioni di euro. "Per anni, il Comune non ha pagato l'acqua, la luce. Ma anche cose minime. Tipo l'impianto di aria condizionata. Nessuno si occupava più dei cittadini", dice. E per cittadini, intende tutti: italiani e stranieri. "Perché alla fine, eravamo tutti senz'acqua", dice.
Riace è stata capofila della battaglia per l'acqua bene pubblico. E gratuito. Per questo l'acquedotto, alla fine, ha ridotto la pressione. Perché il Comune ha 850mila euro di arretrati.
Qui anche la sinistra, dice, ha le sue responsabilità. E lo dice dopo una vita a sinistra. "Non avendo più leader, ha trasformato Mimmo Lucano in un simbolo. E ha finito per chiedere a Riace troppo rispetto a quello che Riace, realisticamente, era".
Perché in questi anni sono venuti tutti, qui. Registi, musicisti, scrittori. Artisti. Ma anche semplici attivisti: che ora, nelle intercettazioni, compaiono qui e lì, mentre chiedono se per caso una delle case per i migranti è libera per un weekend. Erano tutti incantati dai laboratori di artigianato. Dal vetro, le ceramiche. Le stoffe. Senza pensare, come hanno contestato più volte gli ispettori, che se sei un ingegnere iracheno, imparare a usare un telaio ti è completamente inutile. Non ha senso definirla, e soprattutto, finanziarla, come attività di "formazione professionale". Mimmo Lucano ha sempre ribattuto che la Calabria è questa. Che non c'è lavoro, qui. Non c'è niente. Ma allora, evidentemente, bisognava ricalibrare il sistema, gli hanno risposto. E per esempio, inviare qui i migranti appena sbarcati, per poi smistarli altrove. Il dibattito, è ovvio, è aperto. Anche perché in Italia, l'alternativa a Riace sono spesso i campi di pomodori in cui si è pagati 3 euro l'ora per 12 ore al giorno. "Ma alla sinistra non è mai interessato niente di tutto questo", dice Antonio Trifoli. "Ancora oggi, è vietato criticare. Anche se nessuno neppure sa dove siano ora i migranti che sono stati qui. Nessuno gli ha mai chiesto se Riace gli sia stata utile o meno".
E ora, dopo averci usato, ci hanno dimenticato, dice.
Ora stanno tutti sulla Sea Watch. Ora si sono trovati un'altra icona.
Nel momento difficile, sono spariti tutti.
Perché poi, per dieci anni qui ha funzionato tutto. Fino a quando prima lo stato, e poi la destra e la sinistra, non hanno deciso che i migranti erano un problema. Il problema.
E hanno sfasciato tutto.
E se Riace parla, ora, se racconta infine quello che tutti sapevano, ma tutti, per interesse, tacevano, incluso, appunto, lo stato, che poteva inviare qui tutti i migranti che non aveva idea di dove altro inviare, è proprio per difendere Mimmo Lucano. Che non si è intascato un euro, giurano. Mai. Di altri, noti un tenore di vita incompatibile con il reddito. Fuoristrada. Viaggi. Case nuove. Ma Mimmo Lucano no, giurano. Quello che aveva, ha. E cioè, niente. Quando il tribunale, a ottobre, gli ha vietato di stare a Riace, i primi giorni ha dormito in auto. Profugo tra i profughi. Sotto una pioggia a dirotto. Solo. E non è giusto, dicono. Non è giusto che paghi per tutti. E quando spiego che sì, mi ripetono tutti le stesse cose, la stessa storia, e però poi vogliono restare anonimi, e così sono non sono che voci di paese, dico, quando dico che ho bisogno di nomi e cognomi, si avvicina un uomo. "Scrivi", dice. "Mi chiamo Cosimo Nisticò. Lavoravo per la cooperativa L'Aquilone. Busta paga di 1200 euro, effettivi 300". Ora basta, dice. "Non è giusto".
"Non è giusto che paghi per tutti".
Perché la tesi di Mimmo Lucano, è nota. Con il costo della vita di Riace, i famosi 35 euro al giorno a migrante ricevuti dallo stato erano più che sufficienti: e quindi, era possibile investire anche in altro. Senza togliere niente a nessuno. Anzi. Perché aprire, per esempio, botteghe di artigianato, significava rilanciare l'economia. Per tutti. Anche per gli italiani. Il problema è che il laboratorio del cioccolato alla fine non solo non è stato aperto che per l'arrivo di una delegazione dell'ONU: la cui grigliata di carne, in più, è stata pagata con i fondi per i minori non accompagnati - per anni, il sistema ha funzionato, sì: ma poi, complice uno stato che fino a poco tempo fa non imponeva molti obblighi di rendicontazione, né molti vincoli di spesa, questo "altro" coperto dai 35 euro, questo extra, è diventato anche, per dire, tre appartamenti e un frantoio che ora risultano intestati a Città Futura. Comprati con scritture private non registrate. E 360mila euro di fondi pubblici. Come anche Palazzo Pinnarò. La sede di Città Futura. Il 10 luglio 2017, Mimmo Lucano parla con il suo presidente. Ha mezza Riace che gli domanda in che senso un frantoio benefici i migranti, a cosa serva, e ammette: "Non serve a niente".
Ma è tardi, ormai. Il sistema è fuori di ogni controllo.
Perché poi, anche se i presidenti delle associazioni non parlano, è sufficiente parlare con i pochi migranti che sono ancora qui. O meglio: provare a parlarci. Tento prima con un'eritrea, poi con tre nigeriane, altri due nigeriani. Due siriani. E sono qui da mesi, a volte da anni: ma non parlano una parola di italiano.
Che poi è la vera ragione per cui alla fine è saltato tutto. Quando a Riace si è capito che i primi a essere danneggiati, erano i migranti stessi. Perché qui, in realtà, a nessuno importa quello di cui discute la stampa. Le carte di identità rilasciate anche ai clandestini. I profughi ospitati anche a termini scaduti. Sono illeciti che avrebbero compiuto tutti. E per cui sono orgogliosi di Mimmo Lucano. Non sono visti come illeciti: ma come forme di disobbedienza civile. Se gli hanno votato contro, è per tutto il resto. O più esattamente: per tutti gli altri. Domenico Arcadi, il ragioniere del Comune, mi riporta giù a Riace Marina con la sua auto da 540mila chilometri. Sa meglio di chiunque altro come è andata, ma a inchiesta in corso, non può dirmi niente. Mi dice solo, amaro: Però intanto altri, altrove, trattavano con la Libia. "Qui risponderanno di abuso d'ufficio, magari. Di truffa. Ma altrove, di crimini contro l'umanità".
"Che follia", dice. "Sprecare tutto per un SUV. E ora che le indennità di disoccupazione finiranno, come camperanno? I migranti erano il solo modo per non diventare anche noi migranti".
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[Agosto 2019]
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cutulisci · 3 years
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"Guarda! Che ne pensi? Leggi!" Nello non sembrava sentirmi, prese distrattamente il foglio che gli avevo passato poi, guardando fuori dalla finestra, lo appallottolò per tentare un clamoroso centro dalla ragguardevole distanza di tre metri dal cestino. "Che cazzo fai?" urlai. Era un intero pomeriggio che tentavo di scrivere quel volantino. “Ho bisogno di uscire” rispose. Nora, circondata dalle compagne, continuava a parlare di cose che non capivo. Camera Dei Deputati (seduta del venerdì 23 aprile 1982) "È iscritto a parlare l'onorevole Catalano. Ne ha facoltà." "[...]L'obiettivo dei nostri ordini del giorno è di condizionare nel merito la spesa militare, sottolineando innanzitutto che non una lira deve essere spesa per armi nucleari, batteriologiche o chimiche o per infrastrutture destinate ad ospitare in qualsiasi modo queste armi. Questo è l'impegno del movimento per la pace, l'impegno preso dalle 500 mila persone che hanno manifestato il 24 ottobre 1981 a Roma, ed anche successivamente con la manifestazione di Comiso del 4 aprile scorso." "E' stato incredibile! Ad un certo punto dal palco hanno detto che anche noi eravamo arrivati, solo che qualcuno ha storpiato il nome! Boggilori, così ci hanno chiamato, capisci? Boggilori, quelli del Collettivo Studentesco del liceo Boggilori di Catania hanno detto, e noi lì tutti contenti che però volevamo salire e dirglielo a quelli del palco che si erano sbagliati" L'erba era di quelle buone, lentamente arrivava a svolgere il suo lavoro, il suo compito. Nora giocava con la chitarra mentre Umberto le raccontava tutto stringendola alle spalle. Io e Nello ridacchiavamo guardando le foto in bianco e nero della manifestazione. Un vento terribile spingeva contro il nostro striscione. Rosso e senza parole, che lì, a Comiso, bastava solo esserci. Radio uno (26 Aprile 1982) Battiato "Gli uccelli" “Volano, gli uccelli volano nello spazio tra le nuvole, con le regole assegnate a questa parte di universo, al nostro sistema solare. Aprono le ali, scendono in picchiata e atterrano meglio di aeroplani, cambiano le prospettive al mondo. Voli imprevedibili ed ascese velocissime, traiettorie impercettibili: codici di geometria esistenziale. Migrano, gli uccelli migrano con il cambio di stagione. Giochi di aperture alari che nascondono segreti di questo sistema solare. Aprono le ali, scendono in picchiata e atterrano meglio di aeroplani, cambiano le prospettive al mondo. Voli imprevedibili ed ascese velocissime, traiettorie impercettibili: codici di geometria esistenziale. Volano, gli uccelli volano nello spazio tra le nuvole, con le regole assegnate a questa parte di universo, al nostro sistema solare.” "Guardate che questo non è un posto sicuro" Le bombolette erano già pronte, ma a due passi dalla centrale dei carabinieri scrivere su quel muro un gigantesco "No alle basi" era proprio una gran cazzata. Rimasi a controllare mentre Umberto iniziava, Nello continuava ad agitare la seconda bomboletta per quella che era ormai la sua firma, un pugno chiuso con una chiave inglese. Una maestria degna del miglior Giotto. Me li trovai alle spalle, riuscii solo a vedere il No che gocciolava e le bombolette a terra, poi vi fu solo la macchina, con Umberto, e il maresciallo. Vincenzo Vasile (sull'Unità) “Violo dopo tanti anni il vecchio comandamento del cronista: non apparire. Per dire che qualche ora dopo ci sarei stato anch’io su quella macchina. La Fiat 131 che vidi sforacchiata e zuppa di sangue alle 9,30 del 30 aprile 1982 in piazza generale Turba, a Palermo. La gamba di Pio penzolava dal finestrino, e pensai: almeno li ha presi a calci. E Rosario alla guida sembrava dormisse a bocca aperta, il capo sul poggiatesta e un buco rosso.[...] “ La mattina è ancora un po' fredda. Prima della scuola e dopo la lunga nottata passata a dialogare con i caramba mi fermo per un involtino ripieno di crema. Scotta. Da lontano i giornali sembrano riportare un'unica notizia. Pago alla cassa poi attraverso la strada e mi avvicino per leggere meglio. "Ucciso il dirigente comunista Pio La Torre e l'autista Rosario Di Salvo" La crema densa scivola sulla mia mano e cade a terra con uno strano rumore. Mi ritrovo a correre verso la scuola. Ecco qui a destra, ci siamo quasi. Poi mi blocco. Sul muro, dove ieri ci hanno fermato, una scritta, enorme: "Nora ti amo"
https://dariodangelo.blogspot.com/2007/10/come-eravamo-aprile-1982.html
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paoloxl · 5 years
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(via Torino. Salta il tornello! – anarres-info) In giro per Torino da un mese si susseguono iniziative di informazione e lotta per un trasporto pubblico gratuito per tutt*. Si salta su un tram, si parla con al gente a bordo, si blocca al volo e si va subito via. Di seguito il volantino che stiamo distribuendo:“Niente tornelli, basta controllori Trasporti pubblici gratuiti per tutti Ogni giorno chi non può permettersi il lusso di viaggiare in auto spera di pescare per caso la carta giusta, spera nell’arrivo di un bus poco affollato, di trovare un posto a sedere, un angolo per le sporte della spesa, una breve pausa, prima di correre al lavoro, a scuola, a casa, a prendere i figli o ad assistere gli anziani. Il gioco è truccato e le carte buone sono rare. Gli autobus e i tram sono sempre più affollati, sporchi, privi di manutenzione. Ma il peggio è stato, anno dopo anno, il diradarsi dei passaggi alle fermate, il ridursi delle linee, l’aumento del costo dei biglietti. Tanti non pagano. Non ce la fanno a trovare 1 euro e 70 per una corsa. Paiono pochi ma sono molti per chi vive di lavori precari, malpagati e ha bisogno di soldi per il fitto, la luce, il gas. Il biglietto di tram, bus e metro sale, aumentano i controlli per stanare i viaggiatori clandestini, quelli che non hanno i soldi per il biglietto, ma si devono spostare per mettere insieme il pranzo con la cena. I nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero. Appendino fa la guerra ai poveri. Caccia dal Balon il Barattolo, il mercato della roba vecchia, che per tanti è un’importante, se non l’unica, fonte di reddito. Ci raccontano che stanno riqualificando le periferie, che i nostri quartieri saranno più belli da vivere. Non ci dicono però che in queste periferie per turisti, studenti, ricchi professionisti, non c’è più posto per chi ci abita ora. Si moltiplicano i bed & breakfast e diminuiscono le case, aumentano i fitti e i prezzi nei negozi. La chiamano riqualificazione, ma ha il sapore amaro dell’occupazione militare, del controllo, dei posti di blocco, delle retate di senza documenti. Torino si è trasformata da città dell’auto a vetrina di grandi eventi, un grande Luna Park per turisti. Fanno festa per le gare di tennis che arricchiranno i commercianti del centro, mentre noi aspettiamo stanchi autobus e tram stracolmi. Puntano sui grandi eventi, mentre le scuole cadono a pezzi e noi non abbiamo i soldi per pagare la mensa ai nostri figli e nipoti. Scommettono sul turismo, mentre noi aspettiamo mesi per una visita medica o un esame. È la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli. Appendino e i suoi raccontano di voler tutelare l’ambiente, ma si limitano a far cassa tra ztl allargata e zone blu a pagamento dappertutto. Per i tram e i bus non spendono un euro: eppure solo un trasporto realmente pubblico, gratuito ed efficiente, potrebbe scalfire il trasporto privato individuale, incentivare, riducendo il traffico, l’uso della bicicletta. Solo così potrebbe migliorare un pochino l’aria che respiriamo, avvelenata dai tanti impianti nocivi, che si guardano bene dal controllare e chiudere.Bus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.Riprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. Con la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.Salta il tornello!”
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soldan56 · 6 years
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“Oltre a far soffrire gli operatori agricoli, le aste online, il sottocosto e il 3x2 danneggiano gli stessi consumatori. Siamo sicuri che il prezzo più basso vada veramente a suo beneficio? Per vendere a quei prezzi, alla fine bisogna abbassare i costi di produzione e quindi la qualità”, conclude De Castro.  
Il non detto del volantino che propone il sugo a 39 centesimi per “una spesa intelligente” è proprio questo: dietro a quei prezzi, ci potrebbero essere sfruttamento nei campi e riduzione al minimo degli standard qualitativi.  
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theophagie-remade · 3 years
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"No raga allora l'altro giorno ho fatto la spesa alla coop e visto che il latte che beviamo di solito non c'era ho preso quello che hanno iniziato a vendere da poco, ma è un sacco buono, è dolce" "No ma davvero" "Ma lo sai che pure io volevo provarlo, l'ho visto nel volantino"
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lamilanomagazine · 3 years
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Lecco, è ancora possibile richiedere i buoni spesa
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Lecco, è ancora possibile richiedere il buono spesa destinato all’acquisto di generi alimentari e prodotti di prima necessità messo a disposizione dall'iniziativa “Lecco solidale”, che si inserisce nell’ambito delle “Misure urgenti di solidarietà alimentare” introdotte dal DL 154/2020, con un’attenzione particolare ai negozi presenti nei vari rioni della città. Per tutto il mese di maggio, infatti, i cittadini in possesso dei requisiti che non lo avessero ancora fatto possono richiedere il buono. Ci sarà tempo fino alla fine del mese di giugno, per spenderlo. I buoni spesa sono erogati sotto forma di voucher cartacei da 20 euro e possono essere spesi per l’acquisto di generi alimentari e prodotti di prima necessità, farmacie e parafarmacie incluse, in tutti i punti vendita che dal mese di gennaio hanno aderito alla proposta “Lecco solidale”. Nella busta che verrà consegnata, insieme al voucher, si troverà anche un volantino con l'elenco degli esercizi commerciali che aderiscono all'iniziativa, in virtù della quale, per l'attenzione particolare nei confronti delle piccole attività che la caratterizza, il 40% dovrà essere speso nei negozi di vicinato. "L'iniziativa Lecco Solidale - sottolinea l'assessore al Welfare del Comune di Lecco Emanuele Manzoni -, oltre a rispondere a bisogni urgenti dei cittadini lecchesi, è stata capace di attivare energie importanti nei rioni, in stretto raccordo con le associazioni. Grazie a tutti i soggetti coinvolti a vario titolo in questa iniziativa, si è potuto dare un sostegno concreto a chi ne aveva bisogno. I cittadini che ne hanno beneficiato sono riusciti facilmente a fare richiesta ed hanno ricevuto i buoni spesa direttamente al domicilio. Inoltre, quasi la metà dei buoni sono stati utilizzati nei negozi di vicinato sostenendo queste attività. Lecco Solidale ha dunque generato un circolo virtuoso attivando il tessuto solidale storicamente presente in città". Per fare richiesta per ottenere il buono spesa "Lecco Solidale" è necessario seguire le indicazioni riportate sul sito internet del Comune di Lecco a questo collegamento. Read the full article
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A causa dell'inflazione, gli italiani tornano a risparmiare
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Gli italiani di fronte all’incertezza rispolverano le loro storiche abitudini e tornano a risparmiare o, almeno, a desiderare di risparmiare. Ce lo racconta Valentina Quaglietti, senior project manager di Nomisma che nel suo intervento “Il paradigma dei nuovi modelli di consumo alimentari”, al convegno dedicato al mondo pane e pasticceria, organizzato da Puratos, in collaborazione con Mark Up, sottolinea come da un lato le possibilità di spesa siano già diminuite a causa dell’inflazione; e dall’altro che il 2023 per il 39% si annuncia più difficile e complicato del 2022, mentre per il 32% sarà più facile arrivare a fine mese rispetto all’anno precedente. Nell’incertezza dunque si risparmia, un risparmio senza troppe rinunce per il 54%, che però focalizzandosi sul Sud Italia scende al 48%. I motivi? Per il 38% vale il “non si sa mai”, per il 23% gli imprevisti possono sempre accadere mentre specchio del nostro tempo è quell’11% che pensa alle spese familiari future come l’università per i figli o i badanti per i genitori, e il 7% per eventuali spese sanitarie future. Risparmiare però non è tranquillizzante, infatti, per un italiano su due è motivo di ansia e stress e per uno su quattro il timore è di non riuscire a mettere da parte nulla nell’anno in corso.  Il problema è dove tagliare, il peso dell’energia si fa sentire e così, per il 54%, si punta a ridurre i consumi di gas e elettricità, ma anche al taglio del fuoricasa con il 52% che ridurrà i consumi in bar e ristoranti, il 48% dirà addio alla shopping therapy e comprerà meno abbigliamento e accessori, e il 41% taglierà su viaggi e vacanze. Andando a guardare il carrello della spesa, vediamo che la strategia di risparmio che va per la maggiore è quella antispreco, che vale per il 58% e per il 51%, invece, si fa la cernita di sconti e promozioni, si passa al 45% per trovare chi rinuncia a qualcosa e il 40%, rincara la dose, limitando allo stretto necessario i propri acquisti. Primi prezzi o comunque il prezzo più basso conquistano il 34%.  Sul versante gdo, vediamo che l’inflazione si fa sentire per cui salgono i fatturati con un +6,6% ma scendono i volumi (-6%), l’Italia è seconda solo al Regno Unito che registra un -6,9% mentre il risultato migliore, seppure sempre con segno meno, lo ottiene la Francia con un -2,8%. La media del +6,6% italiana però ha al suo interno parecchie disparità, rimanendo sempre al paragone tra 2021 e 2022, vediamo che ad aumentare di più è stato il mondo del confezionato con un +7,6%, a seguire i freschi con un 6%.  Cosa finisce nel carrello? Offerte e promozioni sono sicuramente uno stimolo importante per il 39%, molto meno i prodotti a basso costo o di primo prezzo che interessano solo il 16%; invece, l’origine italiana piace al 38% e il 19% guarda anche la tracciabilità della filiera, la sostenibilità è importante per il 33% e arriva al 35% per i clienti del Sud Per quanto riguarda la scelta del negozio, se il 38% sceglie in base ad offerte e promozioni e sono quelli che si definiscono cherry pickers, più fedeli al volantino che all’insegna, un quasi analogo numero (37%) invece sceglie in base alla comodità. Interessante il 28%, che seleziona il negozio in base alla sua sostenibilità, un numero che sale al 34% per il Sud e le isole, anche il packaging (sostenibile) dei prodotti in vendita ha il suo fascino per il 25% e la sostenibilità tout court dell’insegna attira il 20% della popolazione del Sud che si riduce al 17% guardando al panorama italiano. Dalla ricerca di Nomisma sembra che la via della sostenibilità sia un must per il consumatore, lo si evince sia dalla sua propensione al risparmio che passa soprattutto dalle strategie antispreco sia dall’attenzione che pone sia nella scelta del prodotto sia in quella dell’insegna, d’altra parte, l’attenzione al prezzo e alle offerte non sono affatto disdegnate, anzi. Alla gdo non resta che porre sempre più attenzione ai propri costi di gestione, tagliare le inefficienze e bilanciare l’offerta per renderla sostenibile sia in termini economici sia in quelli eco-ambientali.   Read the full article
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tecnoandroidit · 1 year
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Unieuro REGALA fino a tre VOLI aerei con il nuovo volantino, gli sconti sono all'80%
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Anche Unieuro ha deciso di partecipare alla battaglia tra i tanti colossi che si occupano di vendita sul territorio italiano per quanto riguarda la tecnologia. Ricordiamo che oggi è l'ultima volta in cui gli utenti potranno approfittare degli sconti dell'ultimo volantino, il quale prevede anche una promozione molto particolare che potrebbe aiutarvi con le vacanze. Per avere anche le offerte Amazon migliori, c'è il nostro canale. Ce ne sono anche altri due che troverete davvero interessanti: Tecnofferte e Malatirisparmio.   Unieuro offre per l'ultimo giorno il suo volantino: potete beneficiare solo per oggi di queste grandi offerte Unieuro lancia con questo volantino, o meglio ha lanciato qualche settimana fa con questo catalogo, la promozione che riguarda un grande regalo. L'iniziativa permette alle persone di portare a casa un volo andata e ritorno in Europa fino ad un massimo di tre volte. In parole povere, per una spesa effettuata pari ad almeno 299 €, vi verrà regalato un volo. Il tutto funziona molto semplicemente, visto che spendendo 299 € potrete ricevere un volo, mentre con 598 € e con 897 € spesi, potrete ricevere rispettivamente due e tre voli. Ricordiamo che i prodotti Apple e i servizi di consegna ed installazione non contribuiscono a raggiungere questa cifra. Per quanto riguarda invece gli sconti del catalogo, ecco grandi proposte provenienti soprattutto dai prodotti top di gamma delle aziende. Per quanto concerne il nuovo Samsung Galaxy S23 Ultra, ecco la variante da 256 giga proposta a 1399 €. In merito ad Apple, c'è un'altra grande proposta: si tratta dell'Apple Watch Series 8, il quale arriva a 439 € scontato nella sua versione da 45 mm. Read the full article
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ecommercevolution · 2 years
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daziran1 · 4 years
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Regali Disney
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