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CONSIGLI PER CHI VIENE IN CALABRIA
di Vito Teti
"Chi viene in Calabria deve prepararsi a un viaggio che richiede sguardi lucidi e amorevoli.
Non è facile dire cosa è la Calabria perché tutt’ora è terra leggendaria, mitica, caricata e sovrastata da una molteplicità di immagini ostili e superficiali, di cui non sono responsabili solo gli altri.
Io, come scriveva Alvaro, non so bene perché la amo. Perché a volte vorrei fuggire, mi domando che ci faccio qui; poi mi affaccio dai balconi, giro nei vicoli, incontro le persone di sempre, dialogo con i defunti, scavo nel mio sottoterra e intuisco, sento, perché la amo.
Non sarà facile il viaggio di chi verrà in questi luoghi, ma se è disponibile all’incontro, a capire, a mettersi in discussione, incontrerà una terra meravigliosa di cui non si libererà mai, perché la Calabria, nel bene e nel male, è una metafora del pianeta, che dovremmo sapere riguardare, amare, curare".
Foto di Federico Ferraboschi e Carlo Paone
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Non si torna.
La verità è che la storia e l’antropologia della Calabria hanno fatto della casa il luogo più amato e più abbandonato. Il luogo del raccoglimento e quello da cui scappare. Il luogo dove si vuole ma non si può più tornare. Infatti, una volta partiti, non si torna più a casa e, nello stesso tempo, si resta sempre a casa quando non si torna.
Non si torna più indietro una volta che ci si è messi in viaggio. Quando si torna, la casa è cambiata, è distrutta, è andata in rovina, è bruciata, circondata e sovrastata dalle erbe, irriconoscibile. La casa non è più la stessa anche perché chi l’ha lasciata è divenuto un’altra persona. Niente è più come prima.
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“Ma l’attesa non va confusa con passività, immobilismo, apatia. L’attesa è dolore e progetto, speranza, pazienza, capacità di continuare e di rinnovare l’esistenza, nonostante tutto.
L’attesa è attenzione.”
— Vito Teti, Pietre di pane
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Se vogliamo fare gli snob ci facciamo rovinare la visione del film dagli stereotipi, il maestro eroe e salvatore (la scena del quasi suicidio della ragazza è davvero inguardabile), i due colleghi che s'innamorano, i bambini teneroni, gli animali apposta per la telecamera, le spruzzate veloci di galateo gender, però non c'è solo questo: c'è anche la lode della tenacia che corrisponde alla denuncia della rassegnazione, le battute sul dialetto e sull'antropologo Vito Teti, la musica di Ivan Graziani, gli attori non professionisti e soprattutto la verità, la vera descrizione della resistenza dei paesi italiani. Quei mondi a parte riempiono l'Italia e vanno salvati da tutti.
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- Vito Teti
“Perché lo Sponz continui. Perché serve ai luoghi, alle aree interne, al Sud. Perché è musica, cultura, convivialità, incontro, Italia profonda che non si rassegna e resiste. Perché è acqua, terra, fuoco, nuvole, mondo alla rovescia. Perché i paesi non diventano un luogo da svendere e da colonizzare, non sono borghi esotici da esibire vuoti, ma comunità da curare, amare, rigenerare.”
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Teti Vito, Pietre di pane. Un'antropologia del restare, Quodlibet, 2024. Indice del libro
scheda dell’editore: https://www.quodlibet.it/libro/978882292154 Nulla più dell’idea del «restare» potrebbe apparire estraneo alla storia del sapere etnografico. Restare sembra l’antitesi del viaggiare, del mettersi in discussione, della disponibilità al disordine, alla scoperta, all’incontro.Ma davvero l’idea e la pratica del restare sono inconciliabili con l’esperienza antropologica? E,…
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VITO TETI – NOSTALGIA Antropologia di un sentimento del presente Marietti 1820 Descrizione La nostalgia è il sentimento che, forse più di altri, ha accompagnato l’origine, lo sviluppo e l’affermazione del mondo moderno. Classificata come fissazione patologica o attitudine retrospettiva che frena ogni cambiamento, è stata liquidata in modo frettoloso per occultare l’insostenibile pesantezza del…
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Storia del peperoncino-Cibi, simboli e culture tra Mediterraneo e mondo
Storia del peperoncino-Cibi, simboli e culture tra Mediterraneo e mondo
di Vito Teti
Non esiste sapore più «globale»: Cristoforo Colombo, partito per cercare le Indie delle vecchie spezie, scoprì invece le Americhe del peperoncino; da quel momento, il nuovo re del gusto piccante non ha più smesso di viaggiare in lungo e in largo per i cinque continenti.
Leggi l’intero articolo qui.
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“Ma l’attesa non va confusa con passività, immobilismo, apatia.
L’attesa è dolore e progetto, speranza, pazienza, capacità di continuare e di rinnovare l’esistenza, nonostante tutto.
L’attesa è attenzione.”
Vito Teti
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Chiaravalle Centrale, il 10 ottobre tappa del “Festival Leggere & Scrivere”
Chiaravalle Centrale, il 10 ottobre tappa del “Festival Leggere & Scrivere”
Ospite il prof. Vito Teti che presenterà il suo libro “Quel che resta…” (more…)
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ADVICE FOR THOSE WHO COME TO CALABRIA
by Vito Teti
"Whoever comes to Calabria must prepare for a journey that requires clear and loving looks.
It is not easy to say what Calabria is because it is still a legendary, mythical land, burdened and dominated by a multiplicity of hostile and superficial images, for which not only others are responsible.
I, as Corrado Alvaro wrote, don't really know why I love her. Because sometimes I want to escape, I wonder what I'm doing here; then I look out from the balconies, wander the alleys, meet the same old people, talk to the deceased, dig into my underground and intuit, feel, why I love her.
The journey of those who come to these places will not be easy, but if they are available to meet, to understand, to question themselves, they will encounter a wonderful land that they will never get rid of, because Calabria, for better or for worse, is a metaphor for the planet, which we should know how to regard, love, care for."
Photos by Federico Ferraboschi (via Stagniweb) and Carlo Paone
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un paese non è come lo vedi, è come lo vivi
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La cicoria nella cultura popolare Calabrese
La cicoria nella cultura popolare Calabrese
La storia della civiltà contadina calabrese è prettamente caratterizzata da un mangiare frugale ma gustoso, energico e salutare come raccontato all’Europa da autori come George Gissing, Henry Swinburne e Norman Douglas (quanto per citarne alcuni), più volte ripresi nei loro studi dall’etnologo Luigi M. Lombardi Satriani (1984) e dall’antropologo Vito Teti (1995).Scrive il dottor D. Pignatari…
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"L`attesa non va confusa con passività , immobilismo , apatia .
L`attesa è dolore e progetto , speranza , pazienza , capacità di continuare e di rinnovare l`esistenza , nonostante tutto .
L`attesa è attenzione ."
Vito Teti
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BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava”
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/bovalino-nadia-terranova-vince-il-premio-letterario-mario-la-cava/
BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava”
BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava”
BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava” Lente Locale
R. & P.
È “Addio fantasmi” di Nadia Terranova (Einaudi) l’opera vincitrice del Premio letterario “Mario La Cava” 2019. La giuria tecnica composta da Andrea Di Consoli, Stefano Ercolino, Marco Gatto, Loredana Lipperini e Vito Teti, con scrutinio segreto, nella cerimonia finale svoltasi sabato 14 dicembre a Bovalino (RC), ha decretato l’opera vincitrice tra le tre finaliste: oltre ad “Addio fantasmi”, “Ti rubo la vita” di Cinzia Leone (Mondadori) e “L’ora del mondo” di Matteo Meschiari (Hacca).
Declinato sul tema “Il viaggio. Percorsi vissuti, narrati e immaginati”, organizzato dal Comune di Bovalino in collaborazione con il Caffè letterario “La Cava”, con il patrocinio della Regione Calabria e il contributo del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Locri, il Premio Letterario La Cava, giunto alla terza edizione, ha visto trentasette opere in concorso. Encomiabile il non facile lavoro dei giurati, espressione del panorama letterario nazionale, che hanno sottolineato l’alto livello delle opere in concorso e, in particolare, il valore artistico e l’originalità delle tre finaliste.
Dopo i saluti del sindaco Vincenzo Maesano, di Barbara Panetta in rappresentanza del governatore della Regione Mario Oliverio e della dirigente Caterina Autelitano dell’Istituto comprensivo “Francesco La Cava”, dove si è svolto il premio, i tre finalisti hanno dialogato con la giornalista Maria Teresa D’Agostino e il presidente del Caffè letterario Domenico Calabria. Brani delle opere sono stati letti da Giulia Palmisano, Rossella Scherl e Giovanni Ruffo.
«Sono contenta e onorata del Premio Mario La Cava, felice che il mio nome sia associato a quello di un grande scrittore – ha detto Nadia Terranova, ricevendo il premio dal sindaco Maesano – E lo prendo come un augurio per il mio prossimo romanzo, per il quale ci vorrà ancora un po’ di tempo, dato che in questi giorni stavo proprio scrivendo delle scene ambientate in Calabria».
Secondi ex-aequo Leone e Meschiari, premiati dal vicesindaco Cinzia Cataldo e dagli assessori Maddalena Dattilo e Filippo Musitano.
Premio speciale “La Melagrana” a Walter Pedullà, tra i massimi rappresentanti della critica letteraria nazionale che a Mario La Cava è stato legato da profonda stima e amicizia. Affascinante e coinvolgente il racconto di Pedullà, intriso di aneddoti, sul suo legame con La Cava e altri grandi del Novecento come De Benedetti, Filocamo e Strati. A consegnare il premio l’assessore alla cultura Pasquale Blefari.
L’opera più votata dai lettori del Caffè letterario La Cava è stata “Ti rubo la vita” di Cinzia Leone, che si è detta felice del riconoscimento degli appassionati lettori del circolo, coordinati dall’avvocato Enzo Dicembre. Ha consegnato il premio Grazia La Cava. (Foto Cristina Caminiti)
BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava” Lente Locale
BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava” Lente Locale
R. & P. È “Addio fantasmi” di Nadia Terranova (Einaudi) l’opera vincitrice del Premio letterario “Mario La Cava” 2019. La giuria tecnica composta da Andrea Di Consoli, Stefano Ercolino, Marco Gatto, Loredana Lipperini e Vito Teti, con scrutinio segreto, nella cerimonia finale svoltasi sabato 14 dicembre a Bovalino (RC), ha decretato l’opera vincitrice tra le […]
BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava” Lente Locale
Gianluca Albanese
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Contro i cliché antimeridionali, il "Sud che conta": la storia esemplare del giovane Mattia de Maio
Contro i cliché antimeridionali, il Sud che conta: la storia esemplare del giovane Mattia de Maio
Sulla base di inveterati e vetusti pregiudizi, la cui storia e le cui implicazioni politiche ed economiche sono state ricostruite ed evidenziate da eminenti studiosi e giornalisti, quali, ad esempio, Giuseppe Galasso, Antonino Di Francesco, Vito Teti, Gianfranco Viesti, Marco Esposito e Pino Aprile, ancora oggi, a partire dalle diverse tipizzazioni locali, i meridionali sono descritti come…
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