#vito teti
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un paese non è come lo vedi, è come lo vivi
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“Ma l’attesa non va confusa con passività, immobilismo, apatia. L’attesa è dolore e progetto, speranza, pazienza, capacità di continuare e di rinnovare l’esistenza, nonostante tutto.
L’attesa è attenzione.”
— Vito Teti, Pietre di pane
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Se vogliamo fare gli snob ci facciamo rovinare la visione del film dagli stereotipi, il maestro eroe e salvatore (la scena del quasi suicidio della ragazza è davvero inguardabile), i due colleghi che s'innamorano, i bambini teneroni, gli animali apposta per la telecamera, le spruzzate veloci di galateo gender, però non c'è solo questo: c'è anche la lode della tenacia che corrisponde alla denuncia della rassegnazione, le battute sul dialetto e sull'antropologo Vito Teti, la musica di Ivan Graziani, gli attori non professionisti e soprattutto la verità, la vera descrizione della resistenza dei paesi italiani. Quei mondi a parte riempiono l'Italia e vanno salvati da tutti.
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- Vito Teti
“Perché lo Sponz continui. Perché serve ai luoghi, alle aree interne, al Sud. Perché è musica, cultura, convivialità, incontro, Italia profonda che non si rassegna e resiste. Perché è acqua, terra, fuoco, nuvole, mondo alla rovescia. Perché i paesi non diventano un luogo da svendere e da colonizzare, non sono borghi esotici da esibire vuoti, ma comunità da curare, amare, rigenerare.”
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Teti Vito, Pietre di pane. Un'antropologia del restare, Quodlibet, 2024. Indice del libro
scheda dell’editore: https://www.quodlibet.it/libro/978882292154 Nulla più dell’idea del «restare» potrebbe apparire estraneo alla storia del sapere etnografico. Restare sembra l’antitesi del viaggiare, del mettersi in discussione, della disponibilità al disordine, alla scoperta, all’incontro.Ma davvero l’idea e la pratica del restare sono inconciliabili con l’esperienza antropologica? E,…
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VITO TETI – NOSTALGIA Antropologia di un sentimento del presente Marietti 1820 Descrizione La nostalgia è il sentimento che, forse più di altri, ha accompagnato l’origine, lo sviluppo e l’affermazione del mondo moderno. Classificata come fissazione patologica o attitudine retrospettiva che frena ogni cambiamento, è stata liquidata in modo frettoloso per occultare l’insostenibile pesantezza del…
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Storia del peperoncino-Cibi, simboli e culture tra Mediterraneo e mondo
Storia del peperoncino-Cibi, simboli e culture tra Mediterraneo e mondo
di Vito Teti
Non esiste sapore più «globale»: Cristoforo Colombo, partito per cercare le Indie delle vecchie spezie, scoprì invece le Americhe del peperoncino; da quel momento, il nuovo re del gusto piccante non ha più smesso di viaggiare in lungo e in largo per i cinque continenti.
Leggi l’intero articolo qui.
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“Ma l’attesa non va confusa con passività, immobilismo, apatia.
L’attesa è dolore e progetto, speranza, pazienza, capacità di continuare e di rinnovare l’esistenza, nonostante tutto.
L’attesa è attenzione.”
Vito Teti
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Chiaravalle Centrale, il 10 ottobre tappa del “Festival Leggere & Scrivere”
Chiaravalle Centrale, il 10 ottobre tappa del “Festival Leggere & Scrivere”
Ospite il prof. Vito Teti che presenterà il suo libro “Quel che resta…” (more…)
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#calabria#calabriawebtv.it#chiaravalle centrale#festivalleggereescrivere#telemia sede di soverato#VITO TETI
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La cicoria nella cultura popolare Calabrese
La cicoria nella cultura popolare Calabrese
La storia della civiltà contadina calabrese è prettamente caratterizzata da un mangiare frugale ma gustoso, energico e salutare come raccontato all’Europa da autori come George Gissing, Henry Swinburne e Norman Douglas (quanto per citarne alcuni), più volte ripresi nei loro studi dall’etnologo Luigi M. Lombardi Satriani (1984) e dall’antropologo Vito Teti (1995).Scrive il dottor D. Pignatari…
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ALLA MIA età molte, tantissime, persone amate e più frequentate non ci sono più. Non riesco a sopportare queste assenze, soprattutto certe assenze. La notte provo a metterle nei miei sogni e nei miei dialoghi, con l'orecchio teso ad ascoltare le loro voci e le loro parole. All'alba e al tramonto, immagino che siano tutte là, nelle nuvole, nei tramonti, nel vento, nei paesi vicini e nel mondo lontano. Poi, quando ho la forza di mettermi a scrivere, quando trovo ancora un senso nella scrittura, provo ad accoglierle tutte, a chiamarle tutte. E tutte le mie persone amate e assenti arrivano, stanno lì, cercano di dirmi che sono tutte ancora qui ed è per questo che, forse, continuo a scrivere. In passato lo facevo per non impazzire e per non perdermi, adesso lo faccio per non morire e per non fare morire, di nuovo, i miei morti.
Vito Teti
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"L`attesa non va confusa con passività , immobilismo , apatia .
L`attesa è dolore e progetto , speranza , pazienza , capacità di continuare e di rinnovare l`esistenza , nonostante tutto .
L`attesa è attenzione ."
Vito Teti
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BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava”
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/bovalino-nadia-terranova-vince-il-premio-letterario-mario-la-cava/
BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava”
BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava”
BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava” Lente Locale
R. & P.
È “Addio fantasmi” di Nadia Terranova (Einaudi) l’opera vincitrice del Premio letterario “Mario La Cava” 2019. La giuria tecnica composta da Andrea Di Consoli, Stefano Ercolino, Marco Gatto, Loredana Lipperini e Vito Teti, con scrutinio segreto, nella cerimonia finale svoltasi sabato 14 dicembre a Bovalino (RC), ha decretato l’opera vincitrice tra le tre finaliste: oltre ad “Addio fantasmi”, “Ti rubo la vita” di Cinzia Leone (Mondadori) e “L’ora del mondo” di Matteo Meschiari (Hacca).
Declinato sul tema “Il viaggio. Percorsi vissuti, narrati e immaginati”, organizzato dal Comune di Bovalino in collaborazione con il Caffè letterario “La Cava”, con il patrocinio della Regione Calabria e il contributo del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Locri, il Premio Letterario La Cava, giunto alla terza edizione, ha visto trentasette opere in concorso. Encomiabile il non facile lavoro dei giurati, espressione del panorama letterario nazionale, che hanno sottolineato l’alto livello delle opere in concorso e, in particolare, il valore artistico e l’originalità delle tre finaliste.
Dopo i saluti del sindaco Vincenzo Maesano, di Barbara Panetta in rappresentanza del governatore della Regione Mario Oliverio e della dirigente Caterina Autelitano dell’Istituto comprensivo “Francesco La Cava”, dove si è svolto il premio, i tre finalisti hanno dialogato con la giornalista Maria Teresa D’Agostino e il presidente del Caffè letterario Domenico Calabria. Brani delle opere sono stati letti da Giulia Palmisano, Rossella Scherl e Giovanni Ruffo.
«Sono contenta e onorata del Premio Mario La Cava, felice che il mio nome sia associato a quello di un grande scrittore – ha detto Nadia Terranova, ricevendo il premio dal sindaco Maesano – E lo prendo come un augurio per il mio prossimo romanzo, per il quale ci vorrà ancora un po’ di tempo, dato che in questi giorni stavo proprio scrivendo delle scene ambientate in Calabria».
Secondi ex-aequo Leone e Meschiari, premiati dal vicesindaco Cinzia Cataldo e dagli assessori Maddalena Dattilo e Filippo Musitano.
Premio speciale “La Melagrana” a Walter Pedullà, tra i massimi rappresentanti della critica letteraria nazionale che a Mario La Cava è stato legato da profonda stima e amicizia. Affascinante e coinvolgente il racconto di Pedullà, intriso di aneddoti, sul suo legame con La Cava e altri grandi del Novecento come De Benedetti, Filocamo e Strati. A consegnare il premio l’assessore alla cultura Pasquale Blefari.
L’opera più votata dai lettori del Caffè letterario La Cava è stata “Ti rubo la vita” di Cinzia Leone, che si è detta felice del riconoscimento degli appassionati lettori del circolo, coordinati dall’avvocato Enzo Dicembre. Ha consegnato il premio Grazia La Cava. (Foto Cristina Caminiti)
BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava” Lente Locale
BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava” Lente Locale
R. & P. È “Addio fantasmi” di Nadia Terranova (Einaudi) l’opera vincitrice del Premio letterario “Mario La Cava” 2019. La giuria tecnica composta da Andrea Di Consoli, Stefano Ercolino, Marco Gatto, Loredana Lipperini e Vito Teti, con scrutinio segreto, nella cerimonia finale svoltasi sabato 14 dicembre a Bovalino (RC), ha decretato l’opera vincitrice tra le […]
BOVALINO Nadia Terranova vince il premio letterario “Mario La Cava” Lente Locale
Gianluca Albanese
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Contro i cliché antimeridionali, il "Sud che conta": la storia esemplare del giovane Mattia de Maio
Contro i cliché antimeridionali, il Sud che conta: la storia esemplare del giovane Mattia de Maio
Sulla base di inveterati e vetusti pregiudizi, la cui storia e le cui implicazioni politiche ed economiche sono state ricostruite ed evidenziate da eminenti studiosi e giornalisti, quali, ad esempio, Giuseppe Galasso, Antonino Di Francesco, Vito Teti, Gianfranco Viesti, Marco Esposito e Pino Aprile, ancora oggi, a partire dalle diverse tipizzazioni locali, i meridionali sono descritti come…
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USSITA – La prima edizione di IT.A.CÀ Parco Nazionale dei Monti Sibillini è nata dall’incontro tra C.A.S.A. Cosa Accade Se Abitiamo (Ussita) e Alcina -Centro di Educazione Ambientale(Fiastra), organizzatori del festival, con il patrocinio del Comune di Ussita, del Comune di Fiastra e del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Tutto questo è stato possibile grazie al confronto, al supporto e all’impegno di tantissime persone, territori e realtà che credono e vogliono impegnarsi per un’idea di turismo più etico e rispettoso dell’ambiente e di chi ci vive, coniugando la sostenibilità del turismo con il benessere dei cittadini. Da giovedì 25 aprile a domenica 28 aprile: quattro giorni di incontri, passeggiate, film, documentari, installazioni, lezioni di yoga, letture, mostre e riflessioni su turismo sostenibile, esperienze di comunità, restanza e resistenza, recupero della memoria storica, responsabilità e beni comuni, ricettività diffusa, terremoto, spopolamento, cammini, cucina, comunanze agrarie, progettazione partecipata,tradizione e futuro, accoglienza e integrazione, economie possibili, alternative di sviluppo e cooperazione. La Restanza – termine nato dall’antropologo Vito Teti e tema nazionale del festival IT.A.CÀ 2019 – è per noi una riflessione collettiva e aperta su come abitare le terre colpite dal sisma, contro l’abbandono e lo spopolamento delle aree interne dell’Appennino Centrale.
Riscoperta di memorie e tradizioni perdute per strada, comunità inclusive che si prendono cura l’una dell’altra, messa in discussione dei modelli di sviluppo ostili e calati dall’alto, identità interrotte da recuperare, territorio come bene ma anche come responsabilità comune, centralità e tutela del patrimonio naturalistico, rivendicazione di servizi negati o perduti. Diritto a partire, restare, tornare, arrivare. Dovere di accogliere e non abbandonare. L’obiettivo a lungo termine è quello di unire sempre di più i territori sensibili ai valori del turismo sostenibile per trasformare IT.A.CÁ Parco Nazionale Monti Sibillini in un momento di confronto esteso e trasversale, uno spazio di cooperazione e ritrovo tra paesi fragili ma non per questo marginali.
Dopo il festival si terrà un incontro tecnico e di messa in rete per l’edizione 2020. Per chiunque fosse interessato a partecipare: [email protected] Programma Online: https://www.festivalitaca.net/portfolio-articoli/it-a-ca-parco-nazionale-monti-sibillini/ Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/289602285287584/
Dove dormire: https://www.festivalitaca.net/wp-content/uploads/2019/04/Ricettivit%C3%A0-ITACA-Foglio1.pdf
Dove mangiare: https://www.festivalitaca.net/wp-content/uploads/2019/04/Dove-mangiare-Monti-Sibillini-1-1.pdf
Per info:
C.A.S.A. – Cosa Accade Se Abitiamo
339-8145712
339-1575644
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VITO TETI - NOSTALGIA - Antropologia di un sentimento del presente - Marietti 1820
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