#Antropologia di un sentimento del presente
Explore tagged Tumblr posts
lamilanomagazine · 2 years ago
Text
Fano (PU): al Passaggi Festival libri vista mare e premi a Franco Cardini e Lucia Annunziata.
Tumblr media
Fano (PU): al Passaggi Festival libri vista mare e premi a Franco Cardini e Lucia Annunziata. Saranno oltre duecento gli ospiti dell’undicesima edizione di Passaggi Festival, la manifestazione dedicata ai libri di saggistica e non-fiction in programma a Fano, nelle Marche, dal 21 al 25 giugno 2023, con ingresso gratuito a tutti gli eventi. A ricevere il Premio Passaggi sarà lo storico Franco Cardini (25/6), uno degli intellettuali europei più apprezzati, che presenterà il saggio “Le vie del sapere”, edito da Il Mulino. L’altro riconoscimento del festival, il Premio giornalistico “Andrea Barbato”, sarà assegnato, d’accordo con Ivana Monti Barbato, alla giornalista Lucia Annunziata (22/6) che porterà a Fano il suo ultimo libro “L’inquilino. Da Monti a Meloni: indagine sulla crisi del sistema politico” (Feltrinelli). Tanti saranno gli argomenti affrontati nelle nove sedi del festival, disseminate fra centro storico e lungomare. Si parlerà della guerra in Ucraina e sul palco salirà l’inviato Luca Steinmann, che presenterà il suo libro edito da Rizzoli, offrendo il punto di vista di giornalista al fronte con i soldati russi. Altro tema centrale quello della legalità e a parlarne sarà Nando dalla Chiesa col suo “La legalità è un sentimento” (Bompiani). L’appuntamento col mondo dello sport sarà con Pippo Inzaghi, che ha raccontato la sua vita nell’autobiografia “I miei primi 50 anni” (Cairo). Non mancherà la politica: Piero Ignazi presenterà “Il polo escluso. La fiamma che non si spegne: da Almirante a Meloni” (Il Mulino) e si confronterà con l’ex presidente della Camera e ‘padre’ della svolta di Fiuggi, Gianfranco Fini. Tornerà a Fano il giornalista e conduttore televisivo Mario Giordano con la sua inchiesta “Maledette iene. Quelli che fanno i soldi sulle nostre disgrazie” (Rizzoli), un viaggio documentato nelle ricchezze accumulate con inganni e frodi, alle spalle dei più deboli, e di soldi si parlerà anche con Carlo Cottarelli, autore de “I misteri della giungla nera. Viaggio guidato nei pericoli dell'economia” (Feltrinelli). Sul palco anche l’immunologa Antonella Viola che porterà a Passaggi Festival il suo “La via dell’equilibrio. Scienza dell’invecchiamento e della longevità” (Feltrinelli); insieme con l’antropologa Cristina Cassese, autrice de “Il bello che ci piace. Antropologia del corpo in 10 oggetti” (Enrico Damiani Editore), ripercorreremo la storia di dieci oggetti, dai tacchi a spillo ai gioielli, analizzandone il significato sociale; Annarita Briganti ci farà, invece, conoscere una donna celebre, nella biografia “Gae Aulenti. Riflessioni e pensieri sull’Architetto Geniale” (Cairo); Elena Di Cioccio racconterà come ha sconfitto il tabù della malattia parlandoci di ‘Cattivo sangue’ (Vallardi); Simonetta Sciandivasci affronterà la questione, dibattuta spesso con astio e rabbia, della scelta di non essere madre nel suo “I figli che non voglio” (Mondadori), mentre Amani El Nasif presenterà “Sulla nostra pelle. Un libro contro la violenza sulle donne” (Piemme). Filosofia, scienze sociali, arte, scienza sono altri temi affrontati nelle diverse rassegne. Ci saranno Igor Sibaldi col suo pungente “La specie nuova. Tutti possono scoprirsi diversi. Solo alcuni ne hanno il coraggio” (Roi Edizioni); il popolare storico dell’arte Flavio Caroli con “Voi siete qui. Discorso sull’arte intorno a noi” (Rai Libri); la psicoterapeuta Stefania Andreoli con “Perfetti o felici. Diventare adulti in un’epoca di smarrimento” (Rizzoli); il conduttore di Mattino Cinque Francesco Vecchi e il suo libro ‘Non dobbiamo salvare il mondo. Dall’auto elettrica al bio, tutti i falsi miti della religione green’ (Piemme); Paolo Pagani col saggio “Citofonare Hegel. I filosofi del passato rispondono alle grandi domande del presente” (Rizzoli); Massimo Mugnai che spiegherà “Come non insegnare la filosofia” (Cortina Editore); Armando Massarenti col saggio per bambini “Aristotele, amico mio” (La Spiga Edizioni); Beatrice Balsamo con “Saggezza gentile. In una scia di parole” (Mursia); Francesco Morena che ci farà scoprire “Gli impressionisti e il Giappone” (Giunti); Lucia Cataldo e Marta Paraventi con “Il museo oggi” (Hoepli). Intelligenza artificiale e tecnologie digitali saranno argomenti di attualità affrontati dal filosofo Silvano Tagliagambe con “Metaverso e gemelli digitali. La nuova alleanza tra reti naturali e artificiali” (Mondadori); Simone Severini “Nella terra dei qubit. La fisica quantistica e i confini dell'informatica” (Trefoglie); Massimo Mantellini “Invecchiare al tempo della rete” (Einaudi); Giovanni Boccia Artieri, “Comunicare. Persone, relazioni, media" (Laterza). Spazio anche alla musica con i ritmi folk rock della Bandabardò che presenterà la biografia “Se mi rilasso collasso. Trent’anni di storia di una band improbabile” (Baldini+Castoldi), Davide Morresi e il suo “LIVE! Racconti di vita e concerti” (Arcana edizioni) e Bruno Casini che ci racconterà di “Tondelli e la musica” (Edizioni Interno4). Dalla musica ai fumetti e graphic novel, con Valentina Rizzi e Luca Caimmi che presenteranno “Mondi” (Settenove) e Paolo Bacilieri con “BACGLSP (Basta a ciascun giorno la sua pena)”, edito da Coconino press. Un capitolo a parte merita il tema dell’amore, con i libri di Ester Viola “Voltare pagina. Dieci libri per sopravvivere all’amore” (Einaudi); Daniela Collu “Bello l’amore, ma non ci vivrei. Un libro a cuore aperto” (Mondadori Electa); Flavia Novelli col suo “Amori diVersi. Le grandi storie d’amore tra poeti” (Porto Seguro) e Matteo B. Bianchi con il memoir “La vita di chi resta” (Mondadori), dove affronta il tema, sensibile e doloroso, di chi perde qualcuno che ama per suicidio. Libri di ogni genere, anche curiosi come quello di Sabina Guzzanti, “ANonniMus” (HarperCollins), distopico e illuminante, oppure di Umberto Ciauri “Se non puoi cambiare il vento, dirigi le vele. Guida astrologica alla crescita personale” (Baldini+Castoldi) e quello sui venti, quelli veri, di Fabio Fiori “Anemos. I venti del Mediterraneo” (Mursia); quello di Paolo Borzacchiello e Paolo Stella “Colleziona attimi di altissimo splendore” (Mondadori) per imparare a superare i momenti bui e trovare lampi di felicità oppure quello di Giovanna Olivieri, autrice che sta affascinando i lettori italiani con il suo “Ronzii. Storie di api e di altri impollinatori” (Pendragon); quello di Elena Ghiretti, “Hostaggio” (Accénto), che racconta avventure e disavventure di una host di Airbnb e quello di Mauro Pedone e Sergio Starace “Tarocchi dei Tre Sentieri” (Edizioni Mediterranee) su consapevolezza e riequilibrio energetico. Passaggi Festival, diretto dal giornalista Giovanni Belfiori, è organizzato dall’associazione Passaggi Cultura e Librerie.Coop e sostenuto da Comune di Fano e Regione Marche; main sponsor: Coop Alleanza 3.0 e Profilglass. Informazioni e aggiornamenti su www.passaggifestival.it.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
iannozzigiuseppe · 4 years ago
Text
VITO TETI – NOSTALGIA Antropologia di un sentimento del presente Marietti 1820 Descrizione La nostalgia è il sentimento che, forse più di altri, ha accompagnato l’origine, lo sviluppo e l’affermazione del mondo moderno. Classificata come fissazione patologica o attitudine retrospettiva che frena ogni cambiamento, è stata liquidata in modo frettoloso per occultare l’insostenibile pesantezza del…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
erik595 · 3 years ago
Photo
Tumblr media
Perché viviamo? Ha senso porsi questa domanda oggi, in una società che ha celebrato la fine di tutte le ideologie, tranne quella del consumo, e che vive del presente, dell'immediato, ponendosi solo fini a breve termine come la redditività o la competitività? Nell'epoca della globalizzazione siamo incapaci di rispondere a domande come: a cosa serve la conoscenza? E lo sviluppo economico? A cosa il Potere? Troppo spesso questo silenzio lascia spazio a risposte selvagge. Eppure, proprio il sentimento del vuoto e l'aspirazione a dare un senso alla vita sembrano oggi particolarmente diffuse nelle società occidentali. I processi di globalizzazione, offrendoci un'idea del tutto fuorviante dell'universale, sembrano aver eliminato i fini fingendo di realizzarli. Ma Auge' pensa che non siamo mai stati così vicini al poterli percepire per quello che sono: incitazioni alla fraternità, al pensiero, al sapere. "La necessaria relazione con gli altri, l'impossibile coscienza di sé, la legittima aspirazione a conoscere il mondo; all'interno di questo triangolo si è giocata la storia dell'umanità e si giocherà ancora domani a un ritmo accelerato e senza tregua". Sono dunque per Auge' proprio la società, l'individuo e la conoscenza le finalità della condivisione umana. . . . . . #marcaugé #antropologia #libro #libri #libros #libreria #buch #livre #book #books #bookstagramitalia #bookstagram #consiglidilettura #librodaleggere #libroconsigliato #librodelgiorno #vivere #esistere #società #conoscenza #consapevolezza #individuo #globalizzazione #sensodellavita (presso Italy) https://www.instagram.com/p/CZ6M8x5gpnM/?utm_medium=tumblr
4 notes · View notes
pangeanews · 5 years ago
Text
“Caro Pasolini, sei diventato vecchio o non hai più niente da dirmi?”. Intorno a Massimo Ferretti, autore di “Allergia”, un libro di culto
Vi fu, sempre, una intransigenza. A Carlo Antognini, interessato alla sua opera, il 3 maggio 1967, scrive, recisamente, “Vorrei, in breve, che fosse evitato ogni riferimento a padrini (reali o presunti) a premi letterari (vinti o perduti) all’appartenenza a gruppi letterari (presente o passata), ecc.”. Già allora, a 32 anni – era nato a metà febbraio, nel 1935, a Chiaravalle – Massimo Ferretti tornava sulle sue tracce, cancellandole.
*
Benedetto da una allucinata precocità, Ferretti scrive uno dei libri emblematici – e perciò remoti fino al pungolo dell’oblio – del secondo Novecento, Allergia. L’aveva scritto meno che ventenne, questo Dino Campana marchigiano, con una lampeggiante – e tutt’altro che ingenua – giovinezza, con un gesto d’ustione sul corpo della poesia – montaliana, ungarettiana, luziana – italica. Leggete questa, dal titolo emblematico, Polemica per un’epopea tascabile:
Sono un animale ferito.
Ero nato per la caverna e per la fionda, per il cielo intenso e il piacere definitivo del lampo: e mi fu data una culla morbida ed una stanza calda.
Ero nato per la morte immutabile della farfalla: e l’acqua che mi crepò il cuore m’avrebbe solo bagnato.
Ero nato per la felicità della solitudine e il panico vergine dell’incontro: e mi sono ritrovato in una folla di eroi incatenati.
Ero nato per vivere: e m’avete maturato nella morte autorizzata dalla legge, nell’orgoglio delle macchine, nell’orrore del tempo imprigionato.
Ma resterò. Resterò a rincorrere la vostra perfezione di selvaggi organizzati nelle palestre, educati nelle caserme, ammaestrati nelle scuole: per la morte veloce delle bombe, per la morte lenta degli orologi delle seggiole dei telefoni.
Ma sappiate che io non so nuotare: e il coltello dell’odio e dell’amore l’ho sepolto nel mare.
*
Vanno fatte giocare insieme, gemelli contrari, secondo me, le parole “polemica” ed “epopea”, “tascabile” e “ferito”. Ogni epos ha il gergo di polemos. C’era un ragazzo, insomma, che aveva fiducia lirica e coscienza storica, che si sentiva espulso e sputato, “con un bigino di Marx nella tasca della blusa e pillole di Leopardi nell’altra”, sintetizzavo – giovanilista pure io – inserendolo tra i Maledetti italiani (il Saggiatore, 2007), per merito di due maledetti lettori, Flavio Santi e Massimo Raffaeli.
*
Prima di voltare le spalle al mondo, gettando sale sul fatto letterario, per occuparsi, a Jesi, nei tardi Sessanta, dell’azienda del padre, d’ambito edilizio, Massimo Ferretti fu il prodigio della poesia italiana. A promuoverlo e a esortarlo al verso fu Pier Paolo Pasolini, privatamente (“sei un mistero davvero appassionante”), poi al pubblico, su “Officina”, nel 1956, dicendo del “caso di questo ragazzo ventenne, traumatizzato e quindi prematuramente rivelato a se stesso da un’endocardite reumatica” che “è veramente unico, preistorico meglio che pregrammaticale, malgrado la sua straordinaria maturità”. Ferretti, per sempre incluso in una battagliera giovinezza, aspra, rigettò il vezzo tragico di Pasolini – come testimonia la lettera che si pubblica – soprattutto quando si confronta con la tragedia vera, nel 1959, il suicidio del cugino venticinquenne. Tuttavia, a Roma frequenta, tiepidamente, Bertolucci e Siciliano, passeggia lungo i convegni del Gruppo 63 e nel 1963, per Garzanti, pubblica Allergia, ricavandone un Viareggio per l’opera prima. Il libro, vigoroso, anomalo, poi dimenticato, fu recuperato da Raffaeli per Marcos y Marcos nel 1994 e risorge oggi per Giometti & Antonello insieme ad altri documenti (le lettere, ad esempio) che dicono l’indole del poeta.
*
La parabola letteraria di Ferretti si dice presto. All’onda del successo poetico s’aggiungono due romanzi, Rodrigo (ancora Garzanti, 1963) e Il gazzarra (Feltrinelli, 1965); qualche incarico nel mondo editoriale – un passaggio in Longanesi, la traduzione, per Astrolabio, di testi di antropologia, e, per Feltrinelli, di Tra, romanzo sperimentale di una scrittrice da riscoprire, Christine Brooke-Rose – e niente. Segue, per disposizione d’indole, il rifiuto d’un mondo che si avverte già marcato dal mercato, prono all’abuso estetico, inutile e inerte, insomma (a Gianfranco Canestrari, nel 1970, “Lo snobismo di sinistra – la politica come afrodisiaco – è una cosa che m’ha fatto sempre schifo, ma Feltrinelli e C. hanno proprio rotto gli argini del disgusto. E intanto sto ad aspettare traduzioni che nessuno mi manda”). La morte precoce – nel 1974 – i carati del carattere (che non le mandava a dire), ne hanno garantito, da un lato, la palude dell’oblio, dall’altro il culto, per intimi.
*
Di questo Donchisciotte della Rabbia (così una sezione del libro) vanno amate le poesie inquiete, l’imperfezione, le provvidenziali sbavature, gli sbalzi lirici. Come questo, che ha nome Anch’io sono il mare.
Spolperanno le montagne fino allo scheletro del corallo ruberanno la fiamma al fuoco e violeranno l’aria fin dove sospira, ma il mare resterà il mare: l’eterna emozione l’elemento senza futuro.
Si sanno le piaghe aperte dalle navi i delitti delle reti e i tatuaggi carnali dei pescatori di perle, ma il mare non cambia colore.
Non dico questo perché ho segreti di conchiglie ribelli, e l’amo perché la sua bellezza non mi fa soffrire.
Da piccolo mi ci portavano per farmi crescere forte ma la mia stella incrociava altre acque e nel libro del buio stava scritto che il volto delle meduse lo avrei trovato nella gente di terra: e gli sono cresciuto lontano con la misera invidia per i suoi sereni peccati fatti di sole e di carne spogliata, e ho accettato la sua potenza, i lividi muri alzati tra nuvolo e abisso, e l’onda del nord senza sogni.
Ma non ho avuto pazienza: e l’acqua è rimasta col sale; non ho avuto pazienza perché anch’io sono il mare.
*
L’austera innocenza di Ferretti è un dono – d’altronde, quasi mai l’epoca riconosce i suoi. (d.b.)
***
A Pier Paolo Pasolini, Roma Jesi, 1 luglio 1959
Caro Pier Paolo,
«Molte volte un poeta si accusa e calunnia… »
mi hanno dirottato da Perugia la tua lettera che disgraziatamente non s’è perduta per la strada. Mi scrivi di capire tutto di me: e dimostri di non capire niente.
1) Il «desiderio di morire» appartiene alla tua psicologia, alla mia è del tutto estraneo. A 16 anni quando con la bicicletta mi sono buttato sotto un’auto (e s’è rovinata solo la bicicletta) l’ho fatto per disperazione «fisica»: da due anni una nevralgia reumatica nella zona del mediastino mi tormentava giorno e notte, e solo la morfina o gli ingorghi di stanchezza mi procuravano un dormiveglia di due ore una volta al mese: questa è «realtà» non auto-tenerezza, come è «realtà» – e non auto-esaltazione – il fatto che io non sono mai stato il malatino che fa pena; ma un «che peccato!», un’«incongruenza della natura», un «atleta fallito»: ho sorbettato queste qualifiche per tutta l’adolescenza: dal più scalcinato medico di campagna, al grande clinico, al colonnello-medico della visita di leva. Se ho registrato il «sentimento della morte» l’ho fatto per celebrare la vita. Io ho sempre desiderato vivere: e più stavo male, più volevo guarire.
2) Né l’Italia né io siamo in pericolo per il mio presunto e potenziale fascismo: l’Italia – come sempre – è minacciata dalla sua sacra ed eterna Natura, io dall’Indifferenza. Se scrivo di voler diventare un reazionario nello stesso momento so di aver semplicemente bestemmiato. A 17 anni, al tempo di Allergia, (quando ero «unico», «eccezionale», «straordinario») cercavo l’«immunità»: e tu sai che questo giovanotto «sufficientemente poeta» è sempre stato sufficientemente imprudente nel mondo dominato dalla «brutalità della prudenza». E tieni presente che ciò che io ho subito come si subiscono gli irrazionali fenomeni della natura, tu hai avuto modo di vederlo e capirlo: nel ’40 tu avevi 18 anni, io 5 (cfr. La Croce Copiativa).
3) Quanto al narcisismo schematizzi troppo. Io ho 24 anni. E se mi rimproveri di scrivere in prima persona (Leonetti direbbe in persona prima), mi costringi a guardarti con sospetto: «Se la nuova poesia si limita a denunciare in falsetto le ovvie miserie dei pastori e dei contadini a che cosa serve? Denunci, invece, quel proprio interno vizio conformistico…» scrivevi sul «Punto» del 25 maggio 1957 a proposito dei poeti meridionali, ma era un avvertimento che valeva per tutti. Allora: sei diventato vecchio o non hai più niente da dirmi? Non offre altre alternative la tua lettera acida in cui hai approfittato del mio dolore per fare il moralista a buon mercato. Lo saprò quest’inverno. Per ora ti prego soltanto di sopportare la noia della mia amicizia di cui tu non sai che fartene: io ho bisogno della tua: ti ho incontrato in un’età difficile e per me sei rimasto una presenza quotidiana. Che ti costa una lettera di otto righe, una volta all’anno? In bocca al lupo e rallegramenti anticipati per i premi; spero poi che avrai superato il trauma del trasloco e che i libri e i mobili siano in perfetto ordine. E i soliti abbracci sempre molto affettuosi, tuo
Massimo Ferretti
P.S. Mio cugino ha bisogno di molto silenzio: ora che appartiene ai commenti dei paesani.
L'articolo “Caro Pasolini, sei diventato vecchio o non hai più niente da dirmi?”. Intorno a Massimo Ferretti, autore di “Allergia”, un libro di culto proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/2qeqN2c
0 notes
iannozzigiuseppe · 4 years ago
Photo
Tumblr media
VITO TETI - NOSTALGIA - Antropologia di un sentimento del presente - Marietti 1820
0 notes