#vita da strega
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Ho troppa voglia di rivedermi Sabrina vita da strega, in inglese era Sabrina the teenage witch.
Quello che hanno fatto su Netflix mi mette anche curiosità ma nessuno batterà mai la prima Sabrina Spellman e Salem che è pure un mood di vita quel gatto. So che il Salem della serie di Netflix non parla e questo non va bene
Vorrei troppo rivedere quella sitcom come si chiamavano prima
Sabrina vita da strega, Xena-principessa guerrirera, Hercules e Young Hercules
Vorrei troppo farmi delle belle maratone con queste serie che secondo me devono essere conosciute di più anche dalle persone che non l’hanno mai visto.
Penso siano sottovalutate, sempre secondo la mia opinione. Una volta su Prime c’era Xena ora l’hanno tolto mannaggia a Prime
Ne vale la pena mettere quest’immagine di Salem di Sabrina vita da strega, 90s.
Come non può convincere a vedere quella sitcom/serie. C’era pure lo spin off ahah
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Una bellissima storia d'amore..
Loro due.
È il 1961. Si incontrano a Napoli.
Sono Raffaele La Capria e Ilaria Occhini.
Lei già attrice famosa. Lui vincerà di li a poco il Premio Strega. Quel giorno vanno a Positano e da lì sessant'anni di vita assieme
#RaffaeleLaCapria, moriva un anno fa, a 99 anni.
“Il premio più bello della mia vita fu aver incontrato Ilaria”. E lei nel suo libro "La bellezza quotidiana": “Sulla spider girammo per le vie di Roma, andammo a fare i bagni a Ostia e Fregene. Quando ci riconosceva, la gente ci salutava. Raffaele disse: ‘Speriamo che gli dei della Nemesi che ci guardano dall’alto dei cieli mediterranei non si accorgano della nostra felicità, perché senza dubbio ci punirebbero’”.
Oggi li ricordiamo entrambi.
Con questo ricordo di incontro felice. Di felicità così felice da far paura persino agli dei.
Poi magari sparisce. Ma c’è stata.
E chi l’ha vissuta, lo sa, questo è quel che conta.❤️
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Halloween è quella magica festa in cui alcune bimbe si vestono da strega e rimangono con questa deviata inclinazione per tutta la vita.
(Twitter)
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Fante di Coppe
"La Verità del Cuore".
Idealizzare è un processo della Mente.
E' un meccanismo di difesa.
Da bambini è un processo vitale per la sopravvivenza affettiva ed emotiva qualora la figura adulta di riferimento risulti deficitaria o assente nelle cure parentali.
Il bambino idealizza per non morire di dolore.
Da adulti impariamo ad affrontare l'Altro con lo stesso schema distorsivo.
Creiamo un'immagine fantasiosa del legame. Qualcosa che non esiste. Ricamiamo sull'Altro un immagine finta e distante dalla realtà.
Siamo i maghi del convincimento: tratteniamo dentro di noi l'immagine dell'Altro fino alle estreme evidenze, anche quando le maschere cadono e producono un tonfo al Cuore inimmaginabile.
Principi e principesse con cui intratteniamo anni della nostra vita, perdendoci nel gioco dell'illusione, giustificando ogni comportamento lesivo in nome di un Sentimento che non esiste, inventato, qualificato dalla svalutazione e dalla finzione.
Il piedistallo ad un certo punto crolla.
E le macerie ci sommergono.
"Io credevo che mi amasse".
Il crollo dell'immagine dei Genitori è qualcosa di immensamente doloroso. Molto più doloroso e impattante della destrutturazione di un rapporto di coppia.
Non essersi sentiti amati e accolti nell'Amore e nell'Accettazione fa male.
Ma la Verità è che molti individui, a loro volta traumatizzati o violentati nelle cure parentali, non provano nulla dentro di loro. Hanno il Cuore completamente asserragliato e congelato.
Non amano.
Non ne sono capaci.
E il bambino lo sente. Ma deve sopravvivere. Non può morire. E si inventa ogni stratagemma di compensazione interiore. Si inventa le storie. Si offre alla fantasia e alla creatività per costruire madri e padri che in realtà in fondo in fondo gli vogliono bene. Ma non riescono ad esprimerlo.
E da grandi si raccontano le medesime bugie.
E i castelli di onnipotenza genitoriale, diventano castelli di rabbia e frustrazione.
La principessa diventa una strega e il principe un ranocchio.
Idealizzare l'Altro nasconde una ferita profondissima.
Metterlo sul piedistallo e adorarlo, onorarlo, divinizzarlo è una "forma di oggettivazione".
E guai uscire da quello spazio di idealizzazione. Guai se l'Altro si sottrae al copione e "si presenta per quello che è".
L'Altro è costretto a stare forzatamente dentro a quell'idealizzazione. Altrimenti deve prepararsi ad essere accusato di "alto tradimento".
Ma l'Altro non sarà mai all'altezza dell'idealizzazione. E' un essere umano in carne e ossa. E' reale. E' emozione vera. E se ha compiuto un percorso di Verità interiore, non può fermarsi ad adempiere al bisogno dell'Altro di aspettativa irrealistica di rapporto.
La Relazione è Cuore.
E il Cuore non idealizza. Sente.
Sente se c'è purezza, se c'è gentilezza, se c'è Verità nei gesti, nelle parole, negli sguardi, nella stretta di mano.
L'Altro non è uno "strumento di compensazione". E se è radicato nella sua Autenticità, non potrà mai esserlo. Sarebbe pura finzione.
E prima o poi giungerà il fatidico momento in cui l'Altro, conscio della "condizione di strumento", deluderà l'aspettativa e se ne andrà. Ed allora verrà sminuito, svalutato e scartato.
Essere veri, radicati, presenti, onesti con noi stessi e l'Altro è il primo presupposto per intrattenere una relazione sana.
Lasciamo cadere le idealizzazioni e sentiamo a Cuore aperto la Verità.
Spalanchiamo gli occhi e le orecchie e guardiamo i "fatti".
Non ci sono giustificazioni o castelli da costruire. Ci sono "fatti".
Non ci sono promesse che tengano.
C'è la Verità.
Impariamo a seguirla.
Piedi ben radicati a terra e Cuore aperto alla Vita. Così si prosegue. Così si può generare Amore e riceverne in abbondanza.
L'Autunno spoglia gli alberi dalle foglie ingiallite. E anche le illusioni.
Per lasciare spazio alla nudità, alla rigidità dell'Inverno. Che all'interno custodisce una Forza generatrice tutta nuova.
Un Amore nuovo.
Una Vita nuova.
Un nuovo Cammino.
Mirtilla Esmeralda
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Piddini che premiano piddini che fanno film piddini su temi che piacciono ai piddini.
Questa in sintesi l'egemonia culturale che soffoca l'Italia da decenni. Come sapete, il sottoscritto si sgola da sempre su quanto sia essenziale creare nuovi palchi, nuovi eventi, nuovi Festival in cui far esprimere i tanti artisti non allineati.
Sul David di Donatello, sul Leone di Venezia o sul premio Strega non si può che ridere: se la cantano e se la suonano da soli. Nello specifico, a essere premiati sono due film sulle due passioni dei globalioti, ovvero il nazifemminismo e l'immigrazionismo.
Resta la necessità di dare vita a una produzione culturale nuova, libera, coraggiosa. Qualcuno ci sta provando. Ma serve qualcosa di più grande, continuo e coinvolgente.
Sono convinto che avrebbe tutte le possibilità per emergere. A quel punto certe statuette finirebbero dove meritano: nella spazzatura.
Matteo Brandi
Pro Italia - Segreteria Nazionale
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Un bellissimo Monologo di Barbara Giorgi dedicato a Franca Rame.
Non importa chi sono. Non importa come mi chiamo. Potete chiamarmi Strega.
Perché tanto la mia natura è quella. Da sempre, dal primo vagito, dal primo respiro di vita, dal primo calcio che ho tirato al mondo.
Sono una di quelle donne che hanno il fuoco nell’anima, sono una di quelle donne che hanno la vista e l’udito di un gatto, sono una di quelle donne che parlano con gli alberi e le formiche, sono una di quelle donne che hanno il cervello di Ipazia, di Artemisia, di Madame Curie.
E sono bella! Ho la bellezza della luce, ho la bellezza dell’armonia, ho la bellezza del mare in tempesta, ho la bellezza di una tigre, ho la bellezza dei girasoli, della lavanda e pure dell’erba gramigna!
Per cui sono Strega.
Sono Strega perché sono diversa, sono unica, sono un’altra, sono me stessa, sono fuori dalle righe, sono fuori dagli schemi, sono a-normale… sono io!
Sono Strega perché sono fiera del mio essere animale-donna-zingara-artista e … folle ingegnere della mia vita.
Sono Strega perché so usare la testa, perché dico sempre ciò che penso, perché non ho paura della parola pericolosa e pruriginosa, della parola potente e possente.
Sono Strega perché spesso dò fastidio alle Sante Inquisizioni di questo strano millennio, di questo Medioevo di tribunali mediatici e apatici.
Sono Strega perché i roghi esistono ancora e io – prima o poi – potrei finirci dentro.
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In questa Notte delle Streghe confesso apertamente di essere una di Loro. Non sono Strega da quando sono venuta al Mondo ma da molto più tempo. Dai tempi dei tempi quando erano considerate vere e proprie minacce e per questo venivano messe al rogo. Anch’io sono stata messa al rogo e uso questa Vita per trovare il Mio sacrosanto diritto di riscatto.
Sono una Strega che sta ancora imparando i trucchi del mestiere per resistere alle intemperie di quest’Esistenza di certo non facile, data la complessità che la rappresenta, affinando le proprie armi come la sensitività per tenere testa al Mistero che l’avvolge.
Sentire tutto e prima di tutti è una condanna, insieme alla sensibilità che mai abbandona. Eppure alle volte è capace di donare gioie inaspettate capaci di farmi rinascere. Sono poteri forti per i quali bisogna fare molta attenzione, perché se lasciati andare possono recare danni imponenti a Me Stessa e non solo. A causa di questa condizione, non è facile farmi accettare dagli altri. Nonostante la modernità dell’epoca moderna nella quale si vive, le poche Streghe rimaste come Me fanno tantissima fatica a farsi comprendere.
Mi chiamano strana ed Io ne vado fiera! Ad alcuni poi dò veramente un sacco di fastidio, forse a causa dell’invidia che involontariamente innesco per questo Mio modo d’essere unico e quindi diverso, fatto sta che alle volte purtroppo finisco per sentirmi piuttosto perseguitata. Sto pagando a caro prezzo colpe che non ho giacché addossate da altri. Mi è stato fatto moltissimo male per il quale sto pagando ancora il conto insomma. Ho fatto un mucchio di errori certo, non li rinnego e di questi me ne assumo le responsabilità.
Fortuna che non sono sola, posso contare infatti sulla forza straordinaria di Madre Natura e dell’Amata Luna, da sempre la Mia alleata più importante insieme alla Notte. E poi con Me vi è anche Il Prezioso Fedele Corvo, che è come un Fratello, condividendo qualsiasi sacrilegio.
Tutto quello che chiedo è un buon antidoto di tranquillità unita a qualche buona dose di conquista che credo di meritarmi, per lo scotto che sto continuando tutt’ora a pagare solo e soltanto per essere la Strega che sono.
@elenascrive
#31 ottobre#halloween#io#me stessa#confessioni#strega#io sono#pensieri#riflessioni#metafora#prosa#io scrivo#scrivo#scrivere#scrivendo#scrittura#scrittura creativa#mie parole#parole mie#vita#vivere#sentimenti#scritto da me#mie foto#foto mie
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Cosa voleva dire essere adolescenti negli anni ottanta e novanta?
Non esistevano i cellulari e i social non sapevamo nemmeno cosa fossero. L'unica cosa veramente "social(e)" era stare assieme agli altri. Per davvero, nella vita reale.
Si stava a giocare a pallone in strada con gli amici fino a quando tua madre non ti urlava che era pronto. E il sabato e la domenica ogni con la propria compagnia sui muretti o al pub.
Le strade erano piene di gente. I bar erano pieni di gente. Alla domenica, nel giorno di riposo per tutti, l'appuntamento al bar dello sport era un rito fisso. Erano tutti ammassati perché i bar una volta erano dei microcosmi pieni di vita e di umanità.E tutti, giovani e non, si intrattenevano in quei locali pieni di fumo (già, perché allora si poteva fumare anche dentro ai bar), aspettando il proprio turno per poter scommettere sulle partite.E non si giocava la "bolletta", quella è nata dopo. Ma si giocava la schedina. Ricordo ancora la scritta “Totocalcio” in verde, sulla sinistra l’elenco delle partite che si sarebbero disputate ed in rosa gli “1 x 2”. C’era la possibilità di vincite milionarie con “facendo il 13” o di vincite più discrete con il 12. Si discuteva, si parlava e ci si confrontava per cercare il pronostico giusto per "azzeccare" il risultato. Alla mattina c'erano i cartoni animati, quelli belli, pixel sfocati dello schermo della tv a tubo catodico. Su Italia 1 davano "Hello! Spank", "Doraemon", "Georgie", "Sui monti con Annette", "L'incantevole Creamy", "Il mio nome è Jem". Altrimenti, se andavi sulle reti private potevi trovare "Ken il Guerriero", "Mazinga", "Sampei", "Ransie la strega", "Bia la sfida della magia", "Chuck, castoro" e tanti altri.
I film erano dei veri e propri capolavori: da Indiana Jones a Terminator, da Guerre stellari a Rocky, da Lo squalo ai film horror che tutti i mercoledì davano in doppio appuntamento a "Notte Horror" su Italia 1. E siccome il primo film cominciava alle 22:30, quello di mezzanotte e mezza toccava videoregistrarlo perché poi il giorno dopo c'era la scuola. Le VHS: oggetti oramai quasi introvabili e diventati vintage: funzionavano con nastri magnetici che giravano dentro e ci si poteva registrare sopra anche sei, sette, otto volte. L'unico modo per non sovraregistrarle era rimuovere la linguetta in plastica. Ma se poi cambiavi idea ci potevi applicare lo schotch ed ecco che si ripristinava.Ascoltavamo Vasco, gli 883 e Claudio Baglioni. Ma poi anche Michael Jackson, Prince ed i Queen. Ma c'erano anche i Guns'n'Roses ed i Duran Duran. Capitava di vedere in giro gente con lo stereo a palla e le All Stars ai piedi. Magari anche su uno skateboard.Tutto era diverso: anche l'aria che si respirava. Sia per strada che nei luoghi pubblici. Degli odori che oggi non ci sono più.
-Web
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Io e l'alcol
Io e l'alcol non siamo molto amici, però a volte, attirato dal bei colori gialli della bottiglia, mi viene voglia di assaggiare un po' di Strega, oppure di annusare l'Amaro del Capo; il whisky, invece, solo sulle ferite, come i cowboy quando devono estrarre una pallottola (si strappa un lembo di camicia dal braccio e se lo mette in bocca, per fare da bite dentale). La mia tecnica per lo Strega e per tutti i distillati che abbiano una gradazione alcolica superiore ai 12 gradi, è di appoggiare il labbro femmineo al bicchierino e di far evaporare l'alcol all'esterno, inalando poi l'aroma col naso, come se fosse un Vicks Vaporub. È dura la vita dei maschi Beta, scherzati fin da piccoli, virilità sempre messa in discussione, pochi peli in faccia, io nel far west avrei potuto fare giusto il chierichetto o il prete, e anche così mi sarei trovato in difficoltà nel passaggio della transustanziazione del vino (ma le chiese riformate bevono vino durante l'eucarestia? boh). (ma la fanno l'eucarestia? boh). (magari a Santa Fe, o a Lafayette). (questa cosa del flusso di coscienza alla Mr Bloom mi sta prendendo un po' la mano). Ho in progetto di assaggiare anche la vodka, ma sempre con la tecnica precedentemente detta "del Vicks Vaporub": mi spalmo la vodka sul petto e poi la inalo di notte.
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Testimonianza di un convertito...
(Quarta parte)
Rimasi lì seduto tutta la serata a fare sarcasmi sul film e presi molto interesse per Nicky Cruz. Vedete, voi pensate con una mente e ora come Cristiano anch'io penso con la stessa mente ma come stregone pensavo con una mente diversa: Dave Wilkerson (Il pastore) era il nemico e Nicky Cruz (il criminale) era l'eroe. Cosi, rimasi seduto e pensavo questo tipo è in gamba e convertirà il predicatore... e poi lui si salvò! Ora, quel termine non voleva dire niente per noi ma quando poi lui cambiò dal vecchio Nicky Cruz, al nuovo Nicky Cruz, allora quello davvero significava qualcosa: era impossibile! Se Nicky Cruz era cambiato era davvero un miracolo incomprensibile a qualsiasi stregone. Veramente incomprensibile!
La pietra angolare tutto il fondamento della stregoneria è che non si può far un sortilegio non si può mescolare una pozione, non si può fare un rito senza una salda conoscenza della astrologia. E' la base, di tutte le pratiche della Stregoneria. Uno dei suoi insegnamenti è che si nasce con una tal personalità e non si può fare niente per cambiarla e la mia, era piuttosto squallida così come era.
Così uscendo da lì mi trovavo in uno stato a dire poco confusionale, di stress mentale, di grande oppressione e di un forte senso di smarrimento. La mia condizione io l'avevo ereditata e tutto ciò che avevano i miei genitori era stato trasferito a me. In altre parole avevo ereditato i loro demoni o alcuni simili a loro. E cosi, io non ero mai stato libero dal momento in cui quel dottore mi aveva dato la pacca sul sedere in sala parto, fino a tale notte del '72. Forse voi quando vi siete salvati vi siete sentiti meravigliosamente, ma non penso, che vi siate sentiti così tanto meravigliosamente di me, quando mi sono salvato io!
Per la prima volta potevo pensare da solo senza questo peso, come del cotone nella mia testa; è più o meno il solo modo per descriverlo. E la mia sensazione era quella che se mi avessero ucciso uscendo da quel posto ora io, sarei morto felice. E me ne andai senza pensare a nessun pericolo. La notte seguente tornai dicendo: "Vorrei vivere abbastanza a lungo da potermelo godere!". Ed il motivo era che non si abbandona la Stregoneria una volta che si è stati iniziati: una volta dentro, dentro per sempre! La mia vita ora, ogni giorno, è in continuo pericolo: quella di mia moglie e la mia e quella di tutte le persone che ne sono poi uscite. I Cristiani rimangono stupefatti, quando dico loro, che il più grande mago, stregone che sia mai esistito fu re Salomone. Quando tornò indietro, tornò veramente indietro! E come tutte le cose che ha scritto nella Bibbia, sono davvero grandi cosi altrettanto grandi sono quelle scritte nella Bibbia della Stregoneria!! Gli stessi riti di iniziazione e anche come preparare Bibbie della Stregoneria o come evocare demoni, sono tutte cose scritte e create da lui. Questi che seguono sono tipi di gioielli creati mediante la istruzione demoniaca per persone molto importanti.
Prima di raccontarvi cosa significano, io voglio dirvi questo: "Era impossibile comperare questi ornamenti, eccetto la croce ansata, al di fuori di un negozio di Stregoneria", fino a pochi anni fa. Erano fatti a mano, da gioiellieri appartenenti al sacerdozio, e venduti solo agli stregoni iniziati nei negozi di occultismo. "Da allora gli illuminati hanno deciso che uno degli scherzi peggiori che potevano fare ai Cristiani era mettere loro questi gioielli attorno al loro collo e sulle loro mani". E il motivo è: "Che questa roba attira i demoni" "Essi si abbarbicano nei posti dove la si trova".
Ora, se rimanete scioccati nel vedere di seguito la Stella di David è perchè solo recentemente è stata chiamata la Stella di David. Per migliaia di anni era stata chiamata Esagramma o Sigillo di Salomone.
Ora, quandob una strega, vuole praticare atti di Stregoneria si mette un pentacolo che è la stella a cinque punte dentro a un cerchio, che è la loro forma di protezione più forte. Dopo, depongono questa stella a sei punte, cosi detto esagramma, l'inglese "hex", che vuole dire "fare magia nera o lanciare un sortilegio su qualcuno". Cosi che, la mettono in un cerchio sul pavimento e questo fa apparire i demoni, secondo le loro istruzioni. È il segno più "maligno della Stregoneria". Lo so che forse, non riesco a farvi capire, quello che vorrei farvi capire, ma è molto pericoloso avere quell'affare. La "stella a cinque punte" dentro al cerchio, il pentacolo con una punta verso l'alto, significa Stregoneria; con due punte verso l'alto significa culto del demonio o Satanismo.
È interessante notare, che il simbolo della stella orientale, è una stella a cinque punte con le due punte in su. Simboleggia la testa di capra, che secondo i satanisti rappresenta il diavolo ed essi usano questa testa di capra e la adorano proprio come adorassero il diavolo stesso. (Segue)
Fine quarta parte
lan ✍️
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Agatha All Along: Agatha Harkness è una rockstar!
“Avviso ai Lettori questa è una recensione generale e quasi priva di spoiler, a parte uno su l’identità di un personaggio.”
Quella dedicata al personaggio introdotto in WandaVision è una delle serie più stralunate e divertenti dell'Universo Marvel. E Kathryn Hahn è una forza della natura. In streaming su Disney+.
Agatha, perché sei Agatha? E soprattutto: lo sei stata per tutto il tempo! Nel finale di WandaVision c'è la grande rivelazione: la vicina di casa impicciona Agnes, che Wanda Maximoff si è ritrovata accanto nella - apparentemente - tranquilla cittadina di Westview, in New Jersey, altri non era che la strega Agatha Harkness. A interpretarla un'esplosiva Kathryn Hahn, talento comico versatilissimo, in grado di spaziare dal musical al dramma. Se avete amato il suo personaggio in piccole dosi, preparatevi a una vagonata dell'"Harkness style": la serie Marvel Agatha All Along, disponibile su Disney+, è interamente dedicata a lei.
Kathryn Hahn in Agatha All Along
Ideata da Jac Schaeffer, già creatrice e showrunner proprio di WandaVision, Agatha All Along ci porta, in 9 episodi, nel mondo colorato della potente strega, sconfitta da Scarlet Witch (Elizabeth Olsen), ma non per questo rassegnata a una vita fatta di candele profumate e lezioni di yoga. Come può un'incantatrice che, a fine '600, ha ucciso tutta la sua congrega di Salem perché voleva condannarla a morte, starsene buona? Agatha ha infatti ceduto da tempo al fascino del lato oscuro, praticando la magia nera.
Anche il miglior Michael Jordan degli anni '90 non avrebbe però potuto vincere così tanto da solo: ad Agatha serve una nuova congrega e la serie ci porta nel vivo della formazione di questo team di streghe. La mitologica Patti LuPone è la centenaria Lilia Calderu: chiaramente una Scottie Pippen. La Dennis Rodman del caso invece è sicuramente Rio Vidal, interpretata da Aubrey Plaza, altro grandissimo talento comico. Sì perché il tono è particolare: ci si potrebbe aspettare un racconto cupo, ma in realtà è tutto molto camp, arrivando perfino al musical. The Ballad of the Witches' Road, eseguita dal vivo dalle attrici anche al D23, resta in testa a lungo.
Agatha All Along: finalmente una novità nel mondo Marvel
La società delle streghe
Se nascondere la personalità di Agatha è difficile, così come quella delle streghe che convince a unirsi a lei, più misterioso è invece Teen (interpretato da Joe Locke): il ragazzo sembra sapere tutto della protagonista e delle arti magiche. Quando però cerca di pronunciare il proprio nome le sue labbra si serrano: qualcuno ha messo un sigillo sull'adolescente, in modo da non farne conoscere l'identità. Gli appassionati di fumetti sanno già di chi possa trattarsi ovvero Billy Kaplan, Wiccan (membro degli Young Avengers). Al contrario delle altre, convinte a fatica a seguire la protagonista, Teen va a cercarla appositamente.
E tanto lui è entusiasta e gentile (anche se, quando qualcuno si presenta come apparentemente perfetto, bisogna fare attenzione due volte, a maggior ragione se parliamo di magia), così è scorbutica, manipolatrice e cinica Agatha. Ma, per quanto ci provi, è impossibile odiarla: in un Marvel Cinematic Universe in cui tutto e tutti sembrano ormai fatti di plastica e zucchero, la strega di Kathryn Hahn è come aria fresca. Certo, non è una villain spietata, ma almeno ha senso dell'umorismo e tempi comici perfetti. Figlia di una fase in cui c'era ancora l'intento di sperimentare e dare un tocco di unicità alle serie Marvel, Agatha All Along ha una sua identità. Se siete stufi e avete perso fiducia nei supereroi, Agatha Harkness potrebbe quindi diventare il vostro nuovo spirito guida.
Kathryn Hahn è una forza della natura
Inutile dire che la forza trainante della serie è la sua protagonista: con pochi minuti a disposizione Kathryn Hahn si era già fatta notare in WandaVision, ma qui può dare sfogo al proprio talento a 360 gradi. È inquietante quando deve esserlo; canta nelle diverse scene musicali; è impareggiabile quando inizia a sparare battute e freddure, dando il meglio di sé. Vederla interagire con gli altri personaggi è il piacere più grande che offre lo show.
Una scena di Agatha All Along
La riflessione su chi siano le streghe contemporanee è però interessante, così come l'analisi della rinnovata paura della società odierna per l'empowerment femminile. E soprattutto quella sul concetto di sorellanza: una strega che ha visto varie epoche come Agatha deve infatti affrontare sul serio questo sentimento, in cui forse non ha mai creduto davvero come oggi. Il tutto abbellito da una confezione che può contare sulla colonna sonora di Christophe Beck (che ha lavorato anche a Buffy - L'ammazzavampiri) e sui costumi di Daniel Selon (che continua il lavoro cominciato con WandaVision). Se amate Hocus Pocus, e lo rivedete ogni anno ad Halloween, Agatha All Along vi piacerà.
Conclusioni
La serie Agatha All Along vede la sua forza trainante nella protagonista: Kathryn Hahn canta, è inquietante quando deve esserlo e soprattutto sfoggia il suo grande talento comico. Nel cast ci sono almeno altri due pezzi da novanta come Patti LuPone e Aubrey Plaza, che vanno a comporre un gruppo variegato e brillante di streghe, quelle della nuova congrega formata dalla protagonista. Camp, ironico e pieno di musica, se amate Hocus Pocus la serie vi piacerà.
👍🏻
Lo stile distintivo della serie, che ha una sua personalità rispetto all'Universo Marvel.
La bravura di Kathryn Hahn, che canta, balla, è brillante e, quando deve, inquietante.
Patti LuPone e Aubrey Plaza.
La canzone The Ballad of the Witches' Road.
I costumi di Daniel Selon.
👎🏻
Se non amate il musical e lo stile camp potrebbe non essere la serie per voi.
#agatha all along#agatha harkness#agatha spoilers#agathario#agatha coven of chaos#rio vidal#agatha all along spoilers#nicholas scratch#agatha harkness x rio vidal#lilia calderu#jennifer kale#alice wu gulliver#teen#billy maximoff#billy kaplan#kathryn hahn#aubrey plaza#patti lupone#sasheer zamata#ali ahn#joe locke#mcu#marvel#marvel television#marvel cinematic universe#marvel mcu
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Non importa chi sono. Non importa come mi chiamo. Potete chiamarmi Strega.
Perché tanto la mia natura è quella. Da sempre, dal primo vagito, dal primo respiro di vita, dal primo calcio che ho tirato al mondo.
Sono una di quelle donne che hanno il fuoco nell’anima, sono una di quelle donne che hanno la vista e l’udito di un gatto, sono una di quelle donne che parlano con gli alberi e le formiche, sono una di quelle donne che hanno il cervello di Ipazia, di Artemisia, di Madame Curie.
E sono bella! Ho la bellezza della luce, ho la bellezza dell’armonia, ho la bellezza del mare in tempesta, ho la bellezza di una tigre, ho la bellezza dei girasoli, della lavanda e pure dell’erba gramigna!
Per cui sono Strega.
Sono Strega perché sono diversa, sono unica, sono un’altra, sono me stessa, sono fuori dalle righe, sono fuori dagli schemi, sono a-normale… sono io!
Sono Strega perché sono fiera del mio essere animale-donna-zingara-artista e … folle ingegnere della mia vita.
Sono Strega perché so usare la testa, perché dico sempre ciò che penso, perché non ho paura della parola pericolosa e pruriginosa, della parola potente e possente.
Sono Strega perché spesso dò fastidio alle Sante Inquisizioni di questo strano millennio, di questo Medioevo di tribunali mediatici e apatici.
Sono Strega perché i roghi esistono ancora e io – prima o poi – potrei finirci dentro.
Barbara Giorgi
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Strega. Posseduta. Pazza. Secoli di donne bruciate, esorcizzate, curate, solo perché si rifiutavano di recitare la parte della donna giusta, oppure non ne erano capaci.
Non ne ero capace nemmeno io e per questo, anche se non era più tempo di roghi, mi sentivo uguale a quelle donne torturate, mi pareva quasi di provare sulla mia carne le fiamme e gli anatemi. Non sapevo come fare a essere la donna giusta, non mi piacevano le pentole, i cosmetici e le sete, pensavo di essere strana, pazza, diversa, e si può dire che lo fossi davvero. Perché ero diversa dal personaggio dipinto nel quadro che avrebbe dovuto essere la mia vita: un quadro pieno di bianco. Il bianco delle staccionate, il bianco dei piatti e delle lenzuola, di un filo di perle e di un sorriso perfetto da perfetta moglie e madre.
Ci ho provato, a vivere in quel quadro. Ero giovane, non avevo ancora capito chi ero in realtà, ma conoscevo la parte che avrei dovuto recitare, e mi impegnavo a muovermi e a dire le battute nel modo corretto. Ma nella mia testa continuavano a esserci altri colori, altri desideri. C'erano pensieri che credevo, e io credevo che tutti quelli intorno a me, andassero curati, ma invece non dovevo guarirli, ma solo esprimerli, e alla fine ho trovato un modo, il mio modo (la poesia) per strappare la tela e uscire dal quadro, il mio modo per dire e capire chi sono: sono una strega, sono una pazza, sono una donna, sono una persona.
Anne Sexton
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Loro due.
È il 1961. Si incontrano a Napoli.
Sono Raffaele La Capria e Ilaria Occhini.
Lei già attrice famosa. Lui vincerà di li a poco il Premio Strega. Quel giorno vanno a Positano e da lì sessant'anni di vita assieme
#RaffaeleLaCapria, moriva due anni fa, a 99 anni.
“Il premio più bello della mia vita fu aver incontrato Ilaria”. E lei nel suo libro "La bellezza quotidiana": “Sulla spider girammo per le vie di Roma, andammo a fare i bagni a Ostia e Fregene. Quando ci riconosceva, la gente ci salutava. Raffaele disse: ‘Speriamo che gli dei della Nemesi che ci guardano dall’alto dei cieli mediterranei non si accorgano della nostra felicità, perché senza dubbio ci punirebbero’”.
Oggi li ricordiamo entrambi.
Con questo ricordo di incontro felice.
Di felicità così felice da far paura persino agli dei.
Poi magari sparisce.
Ma c’è stata.
E chi l’ha vissuta, lo sa, questo è quel che conta.
#labodifsegnala #pair #RIP2022
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Lei era una strega.
Eppure non l'avresti detto.
Era solita a mimetizzarsi tra la gente, come fanno i camaleonti.
Sfuggente, schiva, misteriosa, come i gatti.
Silenziosa, persino nei movimenti.
Faceva il suo lavoro, precisa e cordiale.
Ma di lei, della sua vita, non si sapeva nulla.
Non raccontava mai nulla, non più del necessario, come se si dovesse preservare, come se celasse profondi e inconfessabili segreti.
A prima vista, carina si, ma una qualunque.
Fu quando incrociai e mi fermai nei suoi occhi, che avvertì nel profondo una scossa, un terremoto, una tempesta di emozioni inspiegabili.
Mi ritrovai catapultato altrove.
Il tempo e lo spazio persero forma e si dissolsero nell'Infinito.
Uno sguardo che mi penetrò dentro, nelle profondità inesplorate del mio Essere ed ebbi una sensazione di vulnerabilità, di nudità, di impotenza di fronte a quegli occhi profondi come il mare, fui rapito, spinto al largo senz'ancora, senza remi, perso, confuso, ma felice al tempo stesso.
Non era la prima volta che vidi quegli occhi.
Eppure lo era. Ma in quello sguardo vidi l'intrecciarsi di vite, di epoche, di tempi e luoghi remoti e mi sentì finalmente a casa.
L'avevo cercata. Reclamata. Forse evocata.
Ed ora, in un giorno qualunque, che lasciava sempre lo stesso sapore amaro di ogni altro giorno vissuto fino a quel momento, lei si materializzò davanti a me. Fatta di una luce così pura che imbarazza, bella come la rugiada di Giugno al sorgere del sole.
E non ebbi dubbi, lei era colei che inseguivo da sempre.
Lei era la strega, che ad ogni vita, sapeva ricordarmi di cosa è fatto l'amore.
L'amore è fatto di lei.
L'amore porta il suo nome.
Fonte ᙖᥱꙆᑯɩᥱ "Ꙇᥱ ⳽tɾᥱɠᖾᥱ ᑯᥱꙆ ⳽ᥱɩᥴᥱᥒto"
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Ogni tanto mi viene in mente un racconto che lessi da ragazzina, in un libro della collana Piccoli Brividi.
Parlava di questa "fata" o "strega" che si innamora di un umano e per inseguirlo si trasforma in ogni essere vivente possibile. Una lucciola, un filo d'erba, un gatto...
Non ricordo molto del racconto, ma ricordo di aver fantasticato a lungo di poter avere un potere simile anche io.
Perdermi in qualcosa fuori da me, facendo parte del tutto.
Quando viaggio e sto lontana da casa, raggiungo un decimo di questa emozione. Mi illudo di poter essere realmente a contatto con il mondo fuori.
Mi illudo perché in realtà io - cresciuta come un animale da salotto - sono un tipo di animale che in natura non sopravvivrebbe.
E allora viaggiare mi dà l'illusione (con tutti i comfort e le sicurezze di cui noi umani abbiamo bisogno) che se vedo un cervo o un puffin, questi vogliono essere visti da me.
Perché io sparisco, tramite la mia felicità di vederli. Ovviamente la realtà non è così, in natura io rimango un punto nero su foglio bianco.
Spero quando morirò di poter fare un'esperienza simile, passando tra tutti gli esseri viventi che posso immaginare.
Vedere il mondo dai loro occhi. Chissà se contemplano la bellezza come facciamo noi o se non se ne curano.
Chissà perché noi essere umani siamo così, inutili e singolari.
Capaci di amare il bello e di distruggerlo.
Non so oggi sono triste e non so specificatamente per cosa.
Vorrei solo essere altrove a vivere una vita piena, anziché davanti a un pc a fare l'analisi del sentiment dei commenti di una campagna adv del cazzo.
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