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Vintage Americana Vintage Australiana

Redcliffe Peninsula, Queensland

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Storia Di Musica #326 - Tame Impala, Lonerism, 2012

L’edificio in copertina del disco di oggi (che ricordo è il fil rouge dei dischi di Maggio per questa rubrica) è un particolare di uno degli edifici dei Giardini di Lussemburgo di Parigi. È mostrato sovraesposto alla luce, un po' sfocato in una giornata soleggiata estiva, come potevano farlo le decine di migliaia di turisti in quel luogo quel giorno, ed è opera di Leif Podhajsky, grafico e artista visuale australiano, che decise di editarla proprio come se fosse una foto fatta quasi per caso, mancando il fuoco del soggetto. Con questa copertina, l’artista di oggi voleva esprimere la sottigliezza e spesso l’indifferenza dell’isolarsi contemporaneo, come simboleggia il cancello più a fuoco dell’edificio e del giardino di sfondo. Kevin Parker è stato sin da subito un tipo dalla fervente immaginazione e creatività. Australiano di Perth, sin da giovanissimo inizia a suonare in gruppi rock amatoriali, fin quando non ha un piccolo successo con i Dee Dee Dums, un rock duo dove lui canta e suona la chitarra e Luke Epstein la batteria. È quasi per scherzo che registra in maniera casalinga delle canzoni che pubblica su una pagina di MySpace (ode al leggendario social network), dando a questa idea il nome Tame Impala, in omaggio alla grande antilope africana. Sorprendentemente ottengono un successo per passaparola sulla piattaforma, tanto che una piccola casa editrice australiana, la Modular Recordings, lo scrittura. Parker è “costretto” a ingaggiare altri due musicisti per suonare dal vivo i brani, Dominic Simper (basso) e Jay Watson (batteria). Il 2008 è l’anno del loro lancio: firmano un Ep a nome Tame Impala (sebben la copertina con la scritta la scritta di tre stelle lo fa diventare famoso come Antares, Mira And The Sun) una loro canzone, Half Full Glass Of Wine diviene una piccola hit, suonano come supporter band ai The Black Keys e in numerosi festival, dove il loro suono proto-psichedelico ha un grande successo. Che perdura nel 2009: nuova canzone di successo, Sundown Syndrome, che addirittura è inserita nella colonna sonora del film pluricandidato agli Oscar I ragazzi stanno bene, ancora festival, concerti, critica innamorata di questo suono vintage-moderno peculiare. Nel frattempo Epstein se ne va, e Parker da solo scrive testi e musica del primo (tranne una canzone con Jay Watson), attesissimo, disco dei Tame Impala: nel 2010 viene alla luce Innespeaker, apoteosi di questo gusto del nostro per il rock psichedelico degli anni d’oro (metà anni 60) ma con tocchi pop spiazzanti, ma che funzionano a meraviglia. Disco acclamato dalla critica e dal pubblico, Parker è con il nome di una band una delle nuove sensazioni della musica.

È con curiosità che quando esce nel 2012 Lonerism ci si approccia a questo nuovo lavoro: c’è già chi lo aspetta alla prova del secondo disco modesto dopo un grande inizio. Ma quasi tutti vengono smentiti da un lavoro che prosegue in questo binomio creativo quanto meno singolare tra psichedelia e pop music, ma stavolta lo fa abbandonando le chitarre e il rock per spingersi molto di più sull’elettronica, echi di new wave, accentuando la spinta psichedelica con cascate di tastiere e effetti di sampling. Parker non si nasconde e vuole creare una musica che “sia psichedelica ma che abbia la grazia pop di Britney Spears”. Registrato tra Perth e Parigi, spesso in totale solitudine, solo con il fido ingegnere del suono Dave Fridmann al mixing, il disco si apre con il gioco di campionamenti di Be Above It (quasi un mantra pop), che si ripetono in Endors Toi, in una atmosfera solare, quasi da serie Tv californiana. La stupenda Apocalypse Dreams, primo singolo estratto e una delle canzoni più belle dell’intero repertorio Tame Impala, ha echi lennoniani e un finale che in più punti sembra un omaggio a David Bowie e alle sue esplorazioni spazial-musicali di qualche decennio precedente. La parte centrale del disco è invece quella più marcatamente psichedelica. Nel trittico Mind Mischief, Music To Walk Home By e Why Won't They Talk to Me? si sente il lavoro dietro il mixer di Dave Fridmann, già produttore dell'esordio, ma soprattutto collaboratore fisso di quei pazzerelli dei Flaming Lips. Elephant sfoggia un riff sporco e quasi funk e un determinato assolo di tastiere acide, bellissime sono l'onirica ballata Nothing That Has Happened So Far Has Been Anything We Could Control e la quasi marcetta pianistica di marcetta Sun's Coming Up. Discorso a parte merita l’ultimo singolo, Feels Like We Only Go Backwards, che lo stesso Parker ammetterà di aver scritto pensando a Walk In The Park dei Beach House: una sognante ballata power dream pop, che diventerà una delle canzoni dell’anno, usata in film (Divergent del 2011), serie Tv (The Imperfects su Netflix), e spingerà il disco ai posti più alti delle classifiche redatte dalle riviste specializzate come miglior lavoro dell’anno. Anche le vendite sono sbalorditive: solo Feels Like We Only Go Backwards vende un milione di copie tra fisiche e digitali. Nonostante per alcuni sia un divertissement, il secondo lavoro è portentoso per l’accuratezza di certi particolari, per il lavoro di produzione certosino e per la freschezza generale delle musiche, caratterizzate dall'uso spectoresco degli arrangiamenti, dalla stratificazione degli effetti e da una pomposità e magniloquenza che faranno scuola.

Ancora meglio farà Currents nel 2015: scritto, suonato e registrato tutto da solo, molto più dance, virando ancora di più sul pop psichedelico e sul synth-pop, venderà milioni di copie e vincerà il Grammy come Miglior Disco Rock e miglior Disco dell’anno nel 2016, decine di altri premi e scaraventa canzoni come Let It Happen, ‘Cause I'm A Man, Eventually e The Less I Know The Better a miliardi di visualizzazioni sui siti di streaming facendo di un ragazzo di Perth il nuovo Re Mida del pop internazionale.

[artemisbarnowl]

I've been lurking on this couch on marketplace that's from a furniture restoration/interior design business because it's quite cute but had just been reupholstered to the wrong colour.

I went in to the shop this morn anyway just to look and see if a green could work for my house (it could, it's just tooooo Australiana for my tastes with my yellow walls) and the owner tells me she's picking up an identical one (pre restoration) from Sydney this week and I can buy that one and pick the colour of the fabric?! It'll need less work than the green one since the varnish and rattan are still good so it will be cheaper, but still in the realm of new couch price since it's vintage refurb, but I'm fine with all that. She told me where they get fabrics from so I can go have a look at colours this week (not open on weekends) and give her some options, and by then she'll have the frame and we can get a firmer quote on work to be done.

[azul-maria-elias]

¡Descubrí un álbum nuevo conmigo!

Hoy: «Easy» (1965) de The Easybeats.

Si eres una persona que le encanta escuchar música y descubrir nuevos sonidos constantemente, estás en el lugar correcto. Al igual que vos, a mi me encanta salirme de mi zona de comfort y sobrevolar mis propios límites musicales para conocer nuevos artistas y proyectos musicales. Por eso tuve la idea de crear una sección en mi blog dedicada a escribir reseñas de los álbumes que voy escuchando. No se tratarán de análisis ni restropectivas exhaustivas, sino sólo de mi primera opinión de los álbumes en base a mis primeras escuchas y mi limitado conocimiento musical que desarrollo día a día al oir música. Porque soy solo una chica que le apasiona de sobremanera la música y disfruta de oir discos en sus ratos libres.

1. It's so Easy

The Easybeats fue una banda australiana activa durante los años 60s, que tuvo una gran repercusión en su país y cierta fama internacional. Es imposible no recordar a The Beatles al verlos, sin embargo, The Easybeats no fueron una boyband más del momento. Tuvieron un sonido muy único y original, caracterízado por sus poderosas guitarras para la época y la voz del vocalista, Stevie Wright. También destacaron por su presencia en el escenario, sobretodo de Wright, quién poseía un tremendo carisma. A su vez, uno de sus guitarristas, George Young, es el hermano mayor de Malcolm y Angus Young, guitarristas de AC/DC.

Al igual que los Beatles, los Easybeats componían sus canciones —algo no tan común para la época—. Durante los primeros años, el duo de escritores estaba conformado por Stevie y George, pero a finales de la década Young cambiaria su compañero de escritura por el también guitarrista Harry Vanda. Ambos construirían una prolifica carrera como productores y compositores al deshacerse el conjunto, conformando el proyecto Flash and the Pan además de producir a artistas como la antes mencionada AC/DC, John Paul Young, y al propio Stevie Wright, entre otros.

La primera pista del debut discográfico de la banda es la perfecta carta de presentación. Inicia con la voz de Wright y las armonías, para que luego la batería de inicio a una melodía de lo más pegadiza. Las guitarras, tanto rítmica como líder, son una delicia y lo serán durante todo el disco. Me encanta mucho esta canción y creo que representa muy bien al sonido de la banda, al menos el de sus comienzos.

★★★★★ 5/5 (Excelente)

2. I'm a Madman

Quizás lo más llamativo de I'm a Madman sea el ritmo de vals y la voz suplicante de Stevie. También hay un interesante interludio de guitarra.

★★★★☆ 4/5 (Genial)

3. I Wonder

I Wonder es exquisita. Creo que pocas canciones suenan tan sesentosas en mi opinión. La voz es misteriosa y embriagadora. El coro bellísimo. Es un viaje hermoso.

★★★★★ 5/5 (Excelente)

4. She Said Alright

She Said Alright inicia con un arpegio de guitarra que no te hace imaginar que unas divertidas voces se abran paso para murmurar "ah-ah-ah", pero así es. Es una canción muy divertida por su ritmo acelerado, su línea de bajo a lo "boogie" y sus voces. Tiene un interludio genial, casi como un solo de guitarra de no ser porque la línea de bajo se mantiene igual.

★★★★☆ 4/5 (Genial)

5. I'm Gonna Tell Everybody

I'm Gonna Tell Everybody tiene una melodía muy pegadiza, que te impide mantener la cabeza sin menear hasta que termina. A pesar de esto, las voces esta vez están algo flojas.

★★★☆☆ 3/5 (Buena)

6. Hey Girl

Hey Girl es la típica canción de amor vintage, con su armonías de voces, la voz principal serena y unas guitarras simpáticas.

★★★☆☆ 3/5 (Buena)

7. She's so Fine

Nos encontramos con uno de los primeros éxitos masivos de la banda, y no es para menos. She's so Fine se ha convertido en un himno para mí desde que la escuché por primera vez. Condensa todo lo que The Easybeats es y tiene para ofrecer: guitarras asombrosas, la voz salvaje de Stevie, una línea de bajo que no pasa desapercibida y una melodía de lo más pegadiza. Puedo definir esta canción como alegría pura que me hace sentir la energía de la juventud de los 60s.

★★★★★ 5/5 (Excelente)

8. You Got It Off Me

Sigo sorprendiendome de la habilidad de los Easybeats por crear melodías tan pegadizas. Aunque la canción quizás no sea excelente, es inevitable no estar cantándola después de un buen rato. Y por supuesto, la guitarra tiene su momento de brillantez.

★★★☆☆ 3/5 (Buena)

9. Cry, Cry, Cry

Aunque Cry, Cry, Cry quizás no sea memorable, sigue siendo una prueba del talento compositor que George Young estaba cultivando. Es una pista agradable, aunque detiene el ritmo del álbum.

★★☆☆☆ 2/5 (Olvidable)

10. A Letter

Otra de mis canciones preferidas del álbum. Es imposible no quedarse atrapado por la guitarra inicial. Todos los condimentos de la banda vuelven a potenciarse entre sí, dando como resultado una hermosa canción.

★★★★★ 5/5 (Excelente)

11. Easy Beat

Easy Beat es una canción enteramente instrumental, una demostración del virtuosismo de la banda. A pesar de no tener línea de voz —que no debería ser algo malo, pero que a veces impide que el oyente se conecte con facilidad— es una gran pista, ubicada justamente en la mitad del álbum, siendo una especie de interludio o descanso muy agradable.

★★★☆☆ 3/5 (Buena)

12. You'll Come Back Again

You'll Come Back Again es un poco más de lo mismo,sin momentos memorables, por lo que siempre se me olvida hasta que vuelvo a escuchar el álbum.

★★☆☆☆ 2/5 (Olvidable)

13. Girl on My Mind

Me encanta la melodía de Girl on My Mind. Quizás no es una de las canciones más sorprendentes del álbum, pero a mi parecer es preciosa en su sencillez.

★★★★☆ 4/5 (Genial)

14. Ya Can't Do That

Ya Can't Do That es otra pista tremendamente pegadiza del disco. Destaca por su ritmo y la armónica que toma protagonismo hacía el final de la canción.

★★★☆☆ 3/5 (Buena)

15. For My Woman

For My Woman es una de las mejores pistas del disco. Me facina la personalidad de la voz de Stevie. También, la guitarra y la percusión hacen un excelente trabajo, creando una base musical de lo más interesante.

★★★★☆ 4/5 (Genial)

16. Say That You're Mine

ADORO esta canción. Es atrapante, un viaje sin regreso. La guitarra lider hace un motivo hermoso, y las voces son hermosas. La atmósfera que crea es única y preciosa. Es una pista que distingue a la banda de cualquier comparación.

★★★★★ 5/5 (Excelente)

17. The Old Oak Tree

The Old Oak Tree me recuerda a Elvis Presley o a ese primer rock&roll de los años 50s, aunque un poco más suave.

★★★☆☆ 3/5 (Buena)

18. Friday On My Mind

Friday On My Mind fue el mayor éxito de The Easybeats. Nunca pudieron superar esta composición. Es un himno con todas las letras, único y llamativo —sobre todo con esas guitarras—. Es The Easybeats en su estado puro. Debes enamorarte de esta canción, sin discusión. Pensar que me estjuve privando de esta canción todo este tiempo me angustia. Es bellísima, un verdadero clásico.

★★★★★ 5/5 (Excelente)

19. Lisa

Increíble introducción. Aún más maravillosas estrofas. Las voces, deliciosas. El estribillo, tremendamente pegadizo —de nuevo—.

★★★★★ 5/5 (Excelente)

20. Find My Way Back Home

Al igual que You'll Come Back Again, Find My Way Back Home no es muy memorable. Sin embargo, tiene un maravilloso solo de guitarra acompañado por los gritos de Stevie. Un rock simpaticón.

★★☆☆☆ 2/5 (Olvidable)

21. No One Knows

No One Knows es un gran cierre. Sorprende por la interpretación vocal de Stevie, y como es usual, las guitarras. También, hacen de percusión unas palmadas muy agradables.

★★★★☆ 4/5 (Genial)

22. She's so Fine (Live)

No hay mucho que decir sobre esta última pista, más allá de que es una versión en vivo de She's so Fine muy lograda.

Clasificación final del álbum…

★★★★★ 5/5 (Excelente)

Quizás sorprenda la calificación de este disco, ya que hubo un par de canciones olvidables y otras buenas pero no memorables. Sin embargo, quede enamorada de este debut y de sus intérpretes. Son tremendamente carismáticos y con un sonido muy único, aunque no deja de ser la perfecta banda sonora de la juventud de aquella época. Como me atraparon tanto, y este es mi blog, simplemente les pondré las cinco estrellas que creo que merecen. Tendría este disco en mi colección de vinilos sin dudarlo.

[rankertopanwar]

Manshed auctions

Manshed Auctions

In the realm of collectors and enthusiasts, where passion meets pursuit, Manshed Auctions stands as a beacon of discovery. Specializing in an array of niche interests, from vintage memorabilia to rustic relics, Manshed beckons aficionados and curious souls alike to delve into the captivating world of auctions. With a virtual gallery at your fingertips, let’s embark on a journey to uncover the treasures awaiting within the digital halls of Manshed Auctions.

Manshed Auctions: A Haven for Collectors

Nestled within the digital landscape, Manshed Auctions boasts a diverse collection that caters to a spectrum of interests. For those seeking the allure of the bygone eras, Mancave auctions offer a nostalgic retreat into the world of vintage memorabilia and collectibles. From retro signage to classic advertisements, each item holds a story, waiting to be cherished by its new custodian.

Rail auctions chug along the tracks of history, presenting enthusiasts with a ticket to explore the world of locomotives and railways. Whether it’s vintage model trains or antique railway artifacts, these auctions provide a platform for railway aficionados to add to their collections and preserve a piece of transportation heritage.

Memorabilia auctions serve as a treasure trove for fans of pop culture, sports, and entertainment. Dive into a sea of autographed memorabilia, rare artifacts, and iconic pieces that evoke memories of beloved moments and celebrated figures. From vintage movie posters to sports jerseys worn by legends, each item encapsulates a piece of history, waiting to find its place in a new home.

Exploring Beyond the Rails: A Diverse Selection

While railways and memorabilia capture the spotlight, Manshed Auctions extends its offerings to encompass a myriad of interests. Petrol auctions revitalize the nostalgia of old gas stations, featuring vintage petrol pumps, signage, and oil memorabilia. Whether for restoration projects or decorative purposes, these auctions cater to petrolheads and collectors with an appreciation for automotive history.

Australiana auctions celebrate the rich tapestry of Australian heritage, showcasing indigenous art, vintage bush items, and cultural artifacts. From Aboriginal paintings to classic Aussie collectibles, these auctions pay homage to the diverse traditions and landscapes of the land down under, inviting collectors to immerse themselves in its vibrant spirit.

Deceased estate auctions offer a glimpse into the lives and legacies of those who have passed on, presenting a curated selection of heirlooms, antiques, and treasures. Each item carries a narrative of its own, weaving together the threads of history and memory into a tapestry of remembrance.

Beyond the confines of traditional auctions, Manshed embraces the rustic charm of yesteryears with enamel sign auctions, bowser auctions, and oil auctions. These auctions cater to enthusiasts of vintage signage, petrol paraphernalia, and industrial artifacts, providing a platform to acquire unique pieces that add character to any space.

Unearthing Hidden Gems: The Thrill of Collecting

At the heart of Manshed Auctions lies the thrill of discovery, where each bid is a chance to unearth hidden gems and add a touch of history to one’s collection. Whether you’re a seasoned collector or a newcomer to the world of auctions, the virtual halls of Manshed beckon with promises of adventure and nostalgia.

Collectible auctions offer a playground for enthusiasts to indulge in their passions, with a diverse array of items ranging from rare coins to antique furniture. With each auction, collectors have the opportunity to expand their horizons, connect with fellow enthusiasts, and bring home pieces that resonate with their personal interests and tastes.

Vintage auctions serve as a gateway to the past, offering a curated selection of timeless treasures that evoke the charm and elegance of bygone eras. From retro fashion to mid-century furniture, these auctions celebrate the enduring appeal of vintage aesthetics, inviting collectors to adorn their spaces with pieces that stand the test of time.

In the dynamic world of Manshed Auctions, the thrill of bidding is matched only by the satisfaction of winning a coveted item and adding it to one’s collection. Whether you’re drawn to the allure of railways, the nostalgia of memorabilia, or the rustic charm of vintage relics, Manshed Auctions invites you to embark on a journey of exploration and discovery. With each auction, a new adventure awaits, promising excitement, camaraderie, and the joy of uncovering treasures that speak to the heart.

Visit for more details - https://manshedauctions.com.au/

[urbancitysells]

Check out this listing I just added to my Poshmark closet: Vintage Pottery Vase Jug Australiana Brown tan Handmade Signed Small.

[skrimshanker]

1930s Australiana tin toy tea set.

[thewondermentofillustration]

“He's not the same bird since he had an audition on T.V.”

“Who the hell does he think he is - The Voice of Australia?”

The Bulletin, Dec 26, 1956; The Bulletin, Feb 22 1961

[aussie-sclerophyll]

Tidbinbilla echoes with the stories of an ancient past and the voices of today.

[peninsulaisms]

i miss her (1960s sorrento) (i was born in the 2000s)

[statelibraryqueensland]

Lady Australia saluted by Soldier, ca. 1930-1940.

Negative number: 55969, John Oxley Library, State Library of Queensland.   SOURCE

[juliesimages]

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[reloveoxley]

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