#villacidro
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lelelatta · 28 days ago
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Cosa vedere a Villacidro, una giornata trascorsa nel campidanese #viaggiaescopri #travelwebtv #lelelatta
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sardies · 4 months ago
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Lunedì prossimo a Villacidro Trekking letterario sardo
Torna il Trekking Letterario Sardo. Non solo trekking a contatto con la natura, non solo letture di poesie o racconti, ma una vera e propria immersione nei sensi. Movimento, attività fisica, ascolto, suggestioni, gusto, olfatto a 360 gradi e a fine tragitto si pranza o cena tutti insieme con cibo preparato dagli artisti protagonisti della giornata oppure con cibo preparato da strutture ricettive…
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viaggiaescopri · 11 months ago
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Nell'ultima mattina del nostro viaggio sardo ripassiamo per Villacidro per salutare parenti e amici che ci hanno ospitato nei giorni scorsi. Purtroppo non abbiamo molto tempo, per pranzo siamo attesi a Guspini, ma (...Leggi tutto)
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kommunic8 · 2 years ago
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In un paesino a 40 Km da Cagliari, un gruppo di liceali in un giardinetto inondato dal sole, in attento ascolto della vita che succede attorno, carta e penna alla mano, annotano i rumori. TRASCRIZIONE [ENG translation below] Proseguono i miei esperimenti dalla cucina mentre faccio colazione e oggi registro usando delle cuffie binaurali, penso che siano della Sony, no Sennheiser. Sto usando il cellulare e sto registrando contemporaneamente con queste cuffie che dovrebbero far sentire il rumore davanti e dietro, vediamo un po', battiamo le mani alla mia destra [CLAP], se avete le cuffie avreste dovuto sentire il rumore viene da destra. Comunque, non è di questo che volevo parlare, ma volevo parlarvi del corso di podcast che sto insegnando a un gruppo di liceali in questo liceo che è in un paesino della Sardegna, a una quarantina di chilometri dal posto dove sto io, questo significa che devo spostarmi, è per me un po' un dramma, insomma, mi occupa molta energia mentale fare questi circa 40 chilometri per andare e 40 chilometri per tornare, arrivo a casa poi che sono abbastanza, abbastanza distrutta. L'ultima lezione che ho fatto, abbiamo fatto una cosa molto carina, cioè ho fatto fare alle ragazze - sono quasi tutte ragazze - alcuni esercizi di ascolto concentrato: ho fatto sentire prima di tutto in classe dei rumori e ho dato poi delle chiavi, dei piccoli disegni ho fatto vedere degli esempi su come possono annotare sulla carta i rumori, quindi, che ne so un cane che abbaia, una linea spezzata, il rumore delle onde, una linea ondulata, un'esplosione, una cosa che sembra appunto una cosa che esplode, un asterisco. Comunque, ho dato alle ragazze alcuni suggerimenti, una decina di questi simboli che così potessero cominciare a prendere dimestichezza con la notazione dei suoni, e poi le ho portate in un minuscolo, in una mini camminata sonora, una decina di minuti, un quarto d'ora, che è cominciata quando siamo uscite dalla classe. Infatti io ho raccomandato non parlate tra di voi e segnate tutti i rumori così come li sentite, man mano che abbandoniamo l'ambiente interno e andiamo in quello esterno. E una volta fuori poi ci siamo seduti nel giardinetto della scuola e insieme abbiamo ascoltato i rumori. Ed è stato molto bello, a parte che era una bellissima, una splendida giornata di sole, a parte quello, uccellini eccetera, ma è stato poi molto bello quello che ci siamo raccontate, quello che mi hanno raccontato una volta rientrate dentro. Lì, in quel paese loro ci sono nate, in quella scuola ci vanno da anni ormai e però mi hanno detto che è stata una bellissima esperienza e che effettivamente hanno sentito lo spazio in modo diverso. Eh, niente. Sono soddisfazioni. TRANSLATION I continue my experiments from the kitchen while having breakfast, and today I record using binaural headphones, I think they are from Sony, no Sennheiser. I'm using my cell phone and I'm recording at the same time with these headphones that are supposed to make the noise in the front and the back, let's see, let's clap my hands to my right [CLAP], if you have headphones you should have heard the noise is coming from the right. Anyway , that's not what I wanted to talk about, but I wanted to talk about the podcast course that I'm teaching to a group of high schoolers in this high school which is in a small town in Sardinia, about forty kilometers from where I'm staying, that means I have to drive, it's a bit of a drama for me, I mean, it takes up a lot of mental energy to drive these about 40Km to go and 40Km to come back, I get home then that I'm pretty, pretty exausted. In our last lesson, we did a very nice thing, that is, I had the girls -- they are almost all girls -- do some concentrated listening exercises: I had the class first hear some noises and then I gave them keys, small drawings I showed them examples on how they can note down on paper the sounds, so, eg a dog barking, a broken line, the sound of waves, a wavy line, an explosion, something that looks just like an exploding thing, an asterisk. Anyway, I gave the girls some hints, about ten of these symbols that so they could start to become familiar with the notation of sounds, and then I took them on a mini, on a mini sound walk, about ten minutes, a quarter of an hour, which started when we left the classroom. In fact I recommended don't talk to each other and mark all the noises as you hear them, as we leave the indoor environment and go to the outdoor environment. And once outside then we sat in the little school garden and together we listened to the noises. And it was very nice, apart from the fact that it was a beautiful, a beautiful sunny day, apart from that, birds and so on, but it was then very nice what we told each other, what they told me once we got back inside. There, in that village they were born there, they have been going to that school for years now and yet they told me that it was a beautiful experience and that they actually felt the space in a different way. Eh, nothing. These are satisfactions.
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Negli angoli più bui della Sardegna esiste una razza di streghe vampiro note per la loro insaziabile sete di sangue dei neonati. Si dice che queste creature, temute e insultate da tutti coloro che conoscono la loro esistenza, siano le discendenti di una linea di sangue maledetta, condannata a bramare eternamente l'essenza vitale della giovinezza e dell'innocenza.
Secondo la leggenda, queste streghe vampiro chiamate "Cogas" sono in grado di trasformarsi in qualsiasi forma desiderino, usando i loro poteri per infiltrarsi nella società umana e depredare famiglie ignare. Si dice che siano particolarmente attratti dall'energia dei neonati e faranno di tutto per soddisfare le loro voglie...
Questi sono gli appunti su alcuni dei racconti che ho raccolto sulla presenza di streghe vampiro conosciute come "Cogas" nella zona di Villacidro. 
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Interviste
Molti abitanti del luogo credono che queste figure misteriose esistano davvero e che vadano temute e rispettate. ecco 2 interviste raccolte a Villacidro.Inrevista 1.-  Cogas
Il signor Giovanni ha occhi scuri e profondi, come se la memoria dell'avvistamento che stava per raccontare fosse ancora viva nella sua mente. Era seduto con la schiena dritta e le mani appoggiate sulle ginocchia, e il suo sguardo si perdeva nel vuoto mentre cominciava a parlare.
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"Era una sera d'estate, ed ero solo un bambino allora. Stavo giocando fuori con i miei amici, quando improvvisamente ho sentito una voce stridula e famelica che veniva dalla foresta. Siamo corsi a nasconderci dietro un albero, e lì abbiamo visto... Qualcosa di indescrivibile. Era alta e magra, con la pelle scura e grinzosa come quella di una vecchia noce, e i suoi capelli erano neri e arruffati come le ali di un corvo. Indossava un lungo vestito nero, e i suoi occhi erano freddi e inespressivi come quelli di un serpente. Emanava un tanfo di putrido e di morte.Siamo rimasti immobili, paralizzati dalla paura. Poi, con una risata malefica, quella creatura scomparve nel buio. Da allora, non ho mai dimenticato quell'avvistamento. Ho imparato che ci sono cose al di là della comprensione umana, e che è meglio non provocarle."
Il signor Giovanni scosse la testa, come per scacciare i ricordi. Poi guardò verso di me con uno sguardo severo e disse "Non posso essere certo di aver visto una strega, ma so che qualcosa di malvagio e potente si nasconde nei boschi vicini al paese. E ti consiglio di non andare là a cercare risposte."
Intervista 2 - Cogas
La signora Franca si sedette di fronte a me, con un'espressione seria e rispettosa. È un donna di 70 anni coni capelli grigi e un viso rassicurante. Cominciò a parlare con voce calma e pacata, come se stesse raccontando un vecchio e familiare ricordo.
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"Mio nonno Mario mi raccontò spesso dell'avvistamento che fece da giovane, di una creatura che lui chiamava 'Coga'. Era una notte d'inverno, e lui stava tornando a casa da una lunga giornata di lavoro nei campi. Mentre attraversava la foresta, sentì un grido lontano e poi una risata malefica. Nonno Mario si avvicinò lentamente per vedere da dove venisse quel suono, e lì vide qualcosa di orribile. Era una donna, o almeno così sembrava, ma aveva la pelle nera come la pece e i capelli bianchi come la neve. Gli occhi erano rossi e assetati di sangue, e la sua bocca era piena di lunghi denti affilati. Mio nonno capì subito che non era un essere umano, ma qualcosa di malvagio e antico. La creatura, la Coga, si avvicinò a lui con un sorriso maligno e mio nonno si sentì paralizzato dalla paura. Ma poi, nonno ricordò una vecchia "preghiera" un "Brebus" che gli aveva insegnato sua nonna e si mise a recitarlo. La Coga si fermò, come se fosse colpita dalle parole dell'incantesimo e poi si allontanò velocemente nella notte. Nonno non vide mai più quella creatura, ma non dimenticò mai quell'avvistamento. Ha sempre detto che quella notte gli aveva mostrato che nel mondo ci sono cose che non possono essere spiegate dalla ragione umana, e che esistono forze malvagie al di fuori della comprensione dell'uomo."
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bigarella · 27 days ago
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L’armistizio dell’8 settembre assunse in Sardegna i contorni di un quasi pacifico “esodo volontario”
Il pomeriggio dell’8 settembre 1943 pioveranno sull’aeroporto di Pabillonis, a Nord di Villacidro, le ultime bombe sganciate da circa quaranta cacciabombardieri americani <365. Rappresenteranno le ultime manifestazioni di ostilità da parte del nemico: “la guerra, per i sardi – come afferma infatti Manlio Brigaglia – finisce davvero in quei tiepidi giorni di settembre” <366.La guerra totale, che…
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adrianomaini · 27 days ago
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L’armistizio dell’8 settembre assunse in Sardegna i contorni di un quasi pacifico “esodo volontario”
Il pomeriggio dell’8 settembre 1943 pioveranno sull’aeroporto di Pabillonis, a Nord di Villacidro, le ultime bombe sganciate da circa quaranta cacciabombardieri americani <365. Rappresenteranno le ultime manifestazioni di ostilità da parte del nemico: “la guerra, per i sardi – come afferma infatti Manlio Brigaglia – finisce davvero in quei tiepidi giorni di settembre” <366.La guerra totale, che…
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bagnabraghe · 27 days ago
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L’armistizio dell’8 settembre assunse in Sardegna i contorni di un quasi pacifico “esodo volontario”
Il pomeriggio dell’8 settembre 1943 pioveranno sull’aeroporto di Pabillonis, a Nord di Villacidro, le ultime bombe sganciate da circa quaranta cacciabombardieri americani <365. Rappresenteranno le ultime manifestazioni di ostilità da parte del nemico: “la guerra, per i sardi – come afferma infatti Manlio Brigaglia – finisce davvero in quei tiepidi giorni di settembre” <366.La guerra totale, che…
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collasgarba · 27 days ago
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L’armistizio dell’8 settembre assunse in Sardegna i contorni di un quasi pacifico “esodo volontario”
Il pomeriggio dell’8 settembre 1943 pioveranno sull’aeroporto di Pabillonis, a Nord di Villacidro, le ultime bombe sganciate da circa quaranta cacciabombardieri americani <365. Rappresenteranno le ultime manifestazioni di ostilità da parte del nemico: “la guerra, per i sardi – come afferma infatti Manlio Brigaglia – finisce davvero in quei tiepidi giorni di settembre” <366.La guerra totale, che…
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jesaispasdancer · 4 months ago
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paese d'ombre, giuseppe dessì (il maestrale, 1972)
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“Che cos’è l’amore, si chiedeva, se poi quando si soffre non si trovano nemmeno le parole giuste per consolarsi. Concluse che l’amore è muto, e che per questo si possono amare anche le bestie, che non parlano. Lei e Angelo non si erano mai detti molte parole. Si erano amati, si amavano in silenzio.”
Questo libro mi fu consigliato, ormai alcuni anni fa, da una persona che fin da subito mi colpì per la sua cultura e la sua vicinanza al territorio, che percepii fin dalla prima conversazione con lei. Non ho suoi contatti da un po’, eppure ancora mi porto nel cuore il calore di quella prima conversazione, da cui traspariva un fortissimo amore per le foreste e colline da cui proveniva, e che in qualche modo riuscì a trasmettere anche a me.
È questo stesso amore per la natura ciò che funge da base per la storia raccontata in Paese d’ombre, romanzo di Giuseppe Dessì vincitore del Premio Strega nel 1972. Il Paese di cui si parla è Villacidro, qui mascherato sotto il nome di Norbio, luogo natale dell’autore, a cui egli dedica quella che è una lunghissima lettera d’amore, per i suoi abitanti, il suo territorio, la sua storia e cultura. Infatti, pur ruotando intorno alla vita di un singolo personaggio, Angelo Uras, ciò che dà linfa al romanzo è proprio la storia corale dei vari cittadini, i quali formano un mosaico di vite e avvenimenti capace di ritagliarsi il suo posto nella Storia. A fare da cornice, poi, è proprio Lei: nel libro sono infatti presenti i principali episodi storici avvenuti tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, visti da una prospettiva sarda, che spesso si tende a ignorare in nome di una presunta prospettiva italianizzata, che tralascia i sentimenti delle regioni minoritarie, in particolare nel periodo post-unificazione. Ciò che colpisce è la visione di una Sardegna terra di confine, mal integrata rispetto alle regioni del Nord, e da sempre vista più come una colonia da sfruttare che una parte integrante del nuovo Stato, in realtà anch’esso poggiante su deboli fondamenta.
“La salvaguardia delle foreste sarde non interessava ai governanti piemontesi. La Sardegna continuava ad esser tenuta nel conto di una colonia da sfruttare, specialmente dopo l’unificazione del Regno, e i suoi abitanti eran considerati alla stregua dei briganti calabresi.  Il governo regio e i fanatici dell’unificazione non avevano tenuto conto delle differenze geografiche e culturali, e avevano applicato sbrigativamente a tutta l’Italia un uniforme indirizzo politico e amministrativo. I politici, legati agli interessi del governo, predicavano la rassegnazione. I sardi si convincevano di essere sudditi e non concittadini degli italiani, e sempre più si abbandonavano alla loro secolare apatia e alla totale sfiducia nello Stato.”
Acquisiscono così nuova importanza fatti come l’introduzione della Legge delle Chiudende nel 1820, i cui echi permeano le vicende dei personaggi, in particolare di Angelo, homo novus motore del romanzo, che da povero contadino riceve una piccola fortuna, la quale servirà a dargli una posizione e un nome, crescendo man mano di più. Ciò che però non perde mai è la sua vena ambientalista, la quale diventa così uno dei messaggi principali del libro, e che lo porterà a difendere con forza e amore le foreste e i boschi del suo paese, ottenendo sempre più rispetto da parte dei suoi concittadini, dai quali fin da bambino era amato per il suo coraggio, i suoi ideali saldi e la sua moderazione.
“- Solo per piantare i pini - disse Angelo calmo. - Voi avete lasciato distruggere le foreste, io voglio piantarle di nuovo. - Ma perché proprio pini; perché pini e non querce?… I pini non danno frutti, non rendono. - Ma sono belli. Puliscono l’aria, fermano l’acqua e… non sono buoni da bruciare nelle fonderie. - Pura follia! - sospirò il vecchio Loru ormai più che novantenne. - Si tratta, per ora, di un progetto. Spero di riuscirci. - Ma chi te lo fa fare? - Mi piace. Fra cento anni questo paese… - Fra un secolo il cuore di questa gente sarà duro come è sempre stato. - Il cuore… l’anima... non m’importa di queste cose - disse Angelo tracannando d’un colpo un bicchierino d’acquavite. - Per questo non ho voluto farmi prete. Dopo pochi anni i pini erano quindicimila: una vera pineta giovane e vigorosa. Oggi, quasi un secolo dopo, a dispetto della cattiva amministrazione e della lottizzazione più volte minacciata e sempre incombente, i pini sono centocinquantamila e quando il vento soffia, rumoreggiano come il mare. Salendo verso la chiesetta, se ne vedono alcuni enormi, con i rami grigiastri come sconvolti da un vento cosmico che li abbia investiti, ma come il vento eterni, indistruttibili.”
Non solo Angelo, però, come già accennato, interviene nel libro: i personaggi sono tanti, ognuno dei quali è caratterizzato pienamente, e da cui è quasi difficile staccarsi a lettura finita. Uno di quelli che più mi è rimasto nel cuore è Sante Follesa, minatore a Buggerru, strenuo difensore dei diritti dei minatori. Per mezzo della sua figura ricevono un posto nel libro i fatti avvenuti nella cittadina mineraria nel settembre 1904, tristemente noti per l’eccidio che fu perpetuato nei confronti dei lavoratori in sciopero da parte dell’esercito italiano.
“Mi pare - disse Angelo - che ci sarebbe voluta più moderazione sia da una parte che dall’altra. Avete assalito i soldati: al loro posto, chiunque avrebbe fatto lo stesso. - Ma la questione sta proprio lì: i soldati non dovevano essere dov’erano. Li hanno fatti venire a Buggerru per spararci addosso e loro hanno sparato. No, non è questo il modo di risolvere le vertenze. - Tutti voi - continuò Sante - detestate la violenza e per voi gli armamenti non sono violenza. Gli altri subiscono, emigrano, non votano perché nullatenenti e analfabeti, e se si radunano in piazza per far valere le loro ragioni, gli si spara addosso. Voi, Angelo Uras, siete un uomo giusto, amministrate questo paese come se fosse roba vostra, come un padre di famiglia, ma non basta per cambiare il mondo. E il mondo ha bisogno di essere cambiato. Ci sono dei diritti uguali per tutti. E per questi diritti io sono pronto anche alla violenza. - Vuoi fare la rivoluzione? - chiese Angelo con tono scherzoso. - Se è necessario - rispose Sante con fermezza. - Non mi piace, come non piace a voi, ma non vedo altra soluzione. E quando si sparerà sul serio, io non sarò dalla vostra parte.”
Infine, come per chiudere un cerchio, vorrei focalizzarmi su un altro dei numerosi punti di forza di questo romanzo: le descrizioni. Anche a rischio di risultare pesante in alcuni punti, per via della mancanza di avvenimenti salienti, lo stile di scrittura poetico e appassionato riesce a rendere giustizia alla bellezza narrata in queste pagine: amore, natura, vita e morte trovano posto in queste vicende come in un quadro dipinto con sapienza, e numerosi passaggi riescono a smuovere nel lettore questi sentimenti in maniera fortissima.
“A Cagliari, sotto l’ampia tettoia della stazione furono circondati da un nugolo di piccioccus de crobi, i piccoli facchini cagliaritani, scalzi, vestiti di stracci e vispi come passeri, con le loro gialle corbule di giunco, sempre pronti a trasportare qualsiasi merce per pochi centesimi. Angelo di solito non rifiutava i loro servigi quando passava per il mercato a fare acquisti, prima di prendere il treno del ritorno; ma quel giorno era stanco e se li levò di torno in modo sbrigativo. Montarono sul tram a cavalli stracarico di gente sudata e impaziente, fiaccata dallo scirocco che portava, attraverso il mare, il fiato ardente del deserto africano. Pareva di essere ancora in piena estate. Il tram infilò la via fiancheggiata a sinistra dai grandi palazzi con gli alti portici ombrosi e a destra dai colossali ficus elastica dal fogliame folto, carico di polvere. Tra il fogliame s’intravedevano le locomotive e i piroscafi neri e rossi attraccati nella darsena accanto alle imbarcazioni a vela dalla poppa rotonda, quasi appoggiata alla banchina sulla quale si affaccendavano i facchini. Sul vocìo e lo sferragliare confuso, si alzavano tratto tratto il fischio delle locomotive o l’urlo cupo delle sirene. La via Roma era stipata di gente che non si capiva bene dove andasse, cosa facesse in quell’ora afosa, mentre il sole, nascosto dietro cumuli di nuvole, la accendeva di giallo, rosso, arancione, verde, turchino. Anche le facciate dei palazzi e le torri più alte del castello con le case stipate, stratificate fra ciuffi di palme e di agavi e i contrafforti dei bastioni medievali, si tingevano di quei colori fantastici che presto si sarebbero spenti lasciando la città sotto un cielo di ametista.“
Concludendo, questo non può che essere un libro da consigliare a tutti, non solo ai sardi, che sicuramente si ritroveranno nelle vicende di Angelo e dei suoi compaesani, ma anche chi della Sardegna sa ancora poco, perché in quest’appassionante cronaca di vita potranno cogliere un’occasione in più per entrare in contatto con questa terra ancora troppo bistrattata da chi non la comprende a pieno.
Una dolcissima dedica ricca d’amore all’Isola, che al tempo stesso in queste pagine si pone contro ogni guerra e sfruttamento inumano a danno dei suoi abitanti.
“In quel momento, mentre si alzavano i bicchieri e si brindava a non so quale felicità futura, dalla quale Marco e sua madre erano esclusi, in un punto lontanissimo, nella notte, morivano centinaia, migliaia di uomini. Anche se il babbo non stava morendo in quel momento, una pallottola poteva passare a un palmo dal suo cuore.”
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delectablywaywardbeard-blog · 9 months ago
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Famiglia con bimbo si perde a Villacidro, salvati con elicottero
Una famiglia con un bambino non riusciva a ritrovare la strada del rientro durante un’escursione a Piscina Irgas, nelle campagne di Villacidro.     E allora è scattato l’sos con una chiamata ai soccorritori: una volta inviate le coordinate sul posto sono stati inviati la squadra del distaccamento di Iglesias, una squadra SAF (speleo alpino fluviale) e l’elicottero Drago 144 del reparto volo…
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lelelatta · 2 months ago
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Sardegna on the road: diario di viaggio da Barumini verso il Sulcis #viaggiaescopri #travelwebtv #lelelatta
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sardies · 9 months ago
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“Il rifugio dell’assassino”, il nuovo libro di Ottavio Olita
Sassari. Domani, sabato 6 aprile alle 18, alla Libreria Koinè in via Roma 137 a Sassari, Ottavio Olita presenta il suo ultimo libro “Il rifugio dell’assassino”, edito da IsolaPalma. Dialoga con l’autore Pier Giorgio Pinna. Il libro. Nell’ultimo quarto di secolo dell’Ottocento e nel primo decennio del Novecento la pacifica e operosa comunità di Villacidro, nel Campidano, fu sconvolta da due…
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stranotizie · 10 months ago
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Un viaggio alla scoperta dell’entroterra sardo tra natura incontaminata, splendide chiese e leggende misteriose che parlano di streghe, antichi riti scaramantici e santi venuti in soccorso della popolazione. Ci troviamo a Villacidro dove il tempo si è fermato tra antiche costruzioni e paesaggi mozzafiato. La Sardegna si conferma ancora una volta una terra incantevole e affascinante con i suoi luoghi misteriosi e ci invita a scoprire questo “borgo delle streghe” incastonato tra valli e cascate. La storia di Villacidro Villacidro è una cittadina di circa 15.000 abitanti nelle vicinanze della catena di monti Linas, a circa 45 chilometri da Cagliari, nell’interno della Sardegna più incontaminata e brulla. L’origine del suo nome è avvolto nel mistero. Secondo una leggenda, sembra fosse “Orto de Cidro”, poi “Villaxidro” dalle parole “villa” e “cedro” poiché sembra la città venne costruita intorno ad un cedro. Secondo altre versioni, il nome di questo paese risalente al Neolitico, avrebbe una genesi romana, da “villa citra“, vale a dire “villa al di qua del fiume“, indicando una antica villa costruita vicino al fiume Rio Coxinas che dà il nome alla vallata. L’appellativo di “borgo delle streghe” deriva da fatti misteriosi ed inquietanti che si perdono nella notte dei tempi e che avvolgono questo borgo di  montagna, donandogli un fascino antico e particolare. In questo posto incontaminato, infatti, tra valli, cascate, parchi e sentieri  del Medio Campidano l’opera dell’uomo e della natura si fondono in un equilibrio affascinante, perfetto da esplorare con passeggiate ed escursioni. I fatti misteriosi del borgo delle streghe Tra queste strade, si perdono antiche leggende intorno a fatti inspiegabili che hanno contribuito alla fama di Villacidro come borgo delle streghe, famoso in tutta la Sardegna ed anche oltre. L’attività delle streghe Si narra che in questo territorio fossero presenti delle creature misteriose, “is cogas“, che adoravano succhiare il sangue e che assumevano forme variegate, come donne anziane e rugose, fanciulle dolci e gentili oppure mosche fastidiose. Per sconfiggere le streghe, venne in aiuto della popolazione San Sisinnio che riuscì a liberare tutta la zona dagli spiriti maligni compiendo una serie di miracoli, tra i quali il più prodigioso fu di trasformarsi in ragno per mangiare tutte le streghe che avessero assunta la forma di mosca. Da allora, per celebrare la vittoria del bene sul male, la prima settimana di agosto è dedicata alla sagra di San Sisinnio, che mescola sacro e folclore e alla quale è legata una leggenda secondo cui, nei quattro giorni di festa dedicata al santo, è impossibile vedere mosche che volano. Tutt’oggi, a Villacidro si dice che esistano ancora persone in grado di usare le arti delle streghe e di compiere “is fatturas“, le fatture per punire qualcuno se colpevole di brutte azioni. In più, non è raro vedere davanti alle case, fuori dall’uscio, un treppiedi capovolto per scongiurare l’ingresso delle streghe. Una variante prevede di mettere una scopa dietro la porta di casa con la spazzola posta in su. La maledizione dei frati Un altro fatto inquietante che alimentò una leggenda su Villacidro è quello della maledizione dei frati Mercedari che, cacciati dal paese per arcani motivi, gettarono una maledizione sugli abitanti e sui loro discendenti. Si narra che i frati furono fatti vestire con pelli di capra, avvolti con una corda e fatti allontanare caricandoli su degli asini, facendoli però montare in sella in senso contrario. Durante il percorso che li allontanava dal paese, i frati recitarono anatemi contro gli abitanti e, da allora, qualsiasi brutto avvenimento coinvolga il borgo viene fatto risalire alla antica maledizione lanciata dai frati. Cosa vedere a Villacidro Villacidro è ricchissima di reperti, chiese e musei, oltre ad avere una superba offerta naturalistica. Scopriamo insieme quali sono le attrazioni più importanti da vedere per godere appieno di questi luoghi incantevoli, tra le vie del borgo e i boschi vicini. In giro per il borgo Partendo dal centro, ecco un elenco delle bellezze architettoniche che offre la cittadina: La Piazza dello Zampillo: ufficialmente chiamata Piazza XX Settembre, si trova nel centro del paese e ospita la fontana che le dà il nome; Il Montegranatico: il “monte del grano” è un antico edificio che ora ospita la sede del Museo Civico Archeologico Villa Leni, al cui interno si trovano importanti reperti di varie epoche storiche, partendo dalla Preistoria, passando per il periodo fenicio-punico e romano fino all’Alto Medioevo; Il Museo “Sa Potecarìa”: il museo farmaceutico raccoglie una originale collezione di arredi e utensili del settore medico e farmaceutico; Il Museo d’arte e arredi sacri, situato nell’oratorio della Santa Vergine del Rosario; Le numerose chiese presenti, come la Chiesa di Santa Barbara, la Chiesa della Vergine del Carmelo, la Chiesa delle Anime Purganti e la Chiesa campestre di San Sisinnio; Il Palazzo Vescovile, luogo oggi utilizzato per eventi culturali e collegato con un’antica scala al Lavatoio, realizzato in stile liberty. Le bellezze naturali Panorami mozzafiato attendono chi ha la passione per il trekking con la presenza di importanti parchi: il Parco di Monti Mannu, il Parco di Villascema, il Parco San Sisinnio e il Parco Castangias. Qui si possono trovare le profonde valli di Coxinas , di Narti, di Villascema e di Montimannu. dove sorgono anche antichi nuraghi, le costruzioni tipiche sarde. Per arrivare poi fino al Belvedere Giarranas, luogo da raggiungere in arrampicata e reso famoso anche dallo scrittore sardo Giuseppe Dessì, vincitore del Premio Strega nel 1972 con il libro “Paese d’ombre”. Da non perdere la visita alle tre cascate della zona: la cascata di Sa Spendula, la cui bellezza viene citata anche dal poeta Gabriele D’Annunzio ed è composta da tre salti; la cascata Muru Mannu, con i suoi 72 metri d’altezza è la più alta della Sardegna; la cascata Piscina Irgas, incastonata tra gli alti speroni rocciosi creati dal rio Oridda. Come arrivare a Villacidro Per raggiungere la Sardegna e visitare Villacidro, puoi prenotare comodamente un volo dalle principali città italiane ed atterrare a Cagliari oppure ad Olbia. Qui puoi noleggiare un’auto e, se arrivi da Cagliari, prendere la S.S. 130 in direzione Decimomannu, svoltare per Villasor nella S.S. 196 e seguire le indicazioni per Villacidro/Guspini. Se provieni da Olbia, puoi prendere la  S.P. 199, proseguire per la S.S.131 Mores ed arrivare al bivio per Sardara e S. Gavino. In alternativa, puoi arrivare a Villacidro con un comodo autobus dei Trasporti regionali della Sardegna, consultando la sezione dei Servizi Extraurbani. Una visita al paese delle streghe può essere l’occasione per una splendida vacanza alla scoperta dei borghi più belli in Sardegna, alternando la montagna al mare e lasciandosi incantare dai superbi borghi marinari  e dalle dieci spiagge più belle di questa isola meravigliosa e misteriosa. Se poi la Sardegna ti ruberà il cuore, puoi anche valutare l’idea di trasferirti qui e usufruire delle agevolazioni che offrono i piccoli borghi per contrastare l’abbandono dei loro territori. Fonte
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Cagliari: tre giorni di controlli, sequestri e interventi
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Cagliari: tre giorni di controlli, sequestri e interventi. Cagliari, nel rispetto dei diritti delle persone indagate e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo Stato e salvo ulteriori approfondimenti, in attesa del giudizio si comunica che: Il 23 settembre a Pula, durante la mattinata, i Carabinieri della locale Stazione durante i controlli preventivi posti in essere per il contrasto al consumo e spaccio di stupefacenti nelle scuole cittadine, hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti uno studente 20enne; questi sostava nei pressi di un istituto scolastico superiore del luogo e, sottoposto a perquisizione personale è stato trovato in possesso di gr. 9 di marijuana suddivisa in dosi, una sigaretta artigianale contenente gr. 0,6 di marijuana e un bilancino di precisione. Presso l’abitazione del giovane sono stati rinvenuti ulteriori gr. 1,9 di marijuana e vario materiale per il confezionamento dello stupefacente. Il 23 settembre, ore 12:00, a Siliqua, i Carabinieri della locale Stazione hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari per sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro, un 37enne del luogo il quale il 07 settembre scorso si era sottratto al controllo stradale da parte dei citati militari, scappando a bordo del proprio ciclomotore marca keeway, che era già sottoposto a sequestro amministrativo; il mezzo però, questa volta è stato sequestrato penalmente. Il 24 settembre, a Dolianova, i Carabinieri della stazione di Donori hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari per porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere un 29enne del luogo, bracciante agricolo, il quale controllato alle precedenti ore 11:30 a Dolianova, alla guida di un veicolo Peugeot 206, a seguito di perquisizione personale veniva trovato in possesso di un coltello a serramanico, del quale l’uomo non dava giustificazioni circa il porto. Il coltello è stato sequestrato. Il 25 settembre, durante le prime ore della notte, a Villasor (SU), i Carabinieri delle stazioni di Barumini e Serrenti, sono intervenuti lungo la SS 196 km 9+750, per un sinistro stradale con feriti che vedeva coinvolti: -una autovettura VOLKSWAGEN T ROC condotta da un 38enne di Villacidro (illeso), con a bordo una 36enne di Villacidro trasportata in codice giallo all’ospedale SS. Trinità; -una autovettura FIAT Idea, condotta da una 20enne res. Guspini (SU), ferita e trasportata presso Ospedale Brotzu in codice giallo; -una autovettura SEAT Leon, condotta da un 27enne di Villacidro (illeso), con a bordo un 23enne, un 21enne, una 21 enne e una minore tutti di Villacidro, trasportati presso il Policlinico Monserrato e l’ospedale Brotzu in codice giallo. Dai primi accertamenti sulla dinamica del sinistro, sembrerebbe che gli automezzi procedessero tutti nello stesso senso di marcia (da Cagliari verso Villacidro) e, a causa di errate manovre di sorpasso effettuate nello stesso momento avvenivano simultanei tamponamenti degli autoveicoli.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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1nbloom · 4 years ago
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