#Buggerru
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A Buggerru la prima tappa del campionato italiano juniores di surf
Cinquanta atleti in acqua al contest Buggerru Surf Trophy sabato 9 e domenica 10 marzo. Gli organizzatori: “Onde da uno a tre metri e giudici internazionali, sarà uno spettacolo” Continue reading A Buggerru la prima tappa del campionato italiano juniores di surf
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🏖️ Cala Domestica, la Spiaggia di San Nicolò o la Spiaggia di Portixeddu sono solo alcune delle spiagge che puoi ammirare se percorri la Strada Provinciale 83.
Te ne parlo nel mio articolo 👇
🔗 https://www.eleonoramartis.com/buggerru-la-petit-paris-del-sud-ovest-sardegna/
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Buggerru, Province of South Sardinia, Italy
Bernhard
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Sardegna on the road: diario di viaggio da Barumini verso il Sulcis #viaggiaescopri #travelwebtv #lelelatta
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Buggerru, alla scoperta del Sulcis tra mare e natura, Sardegna #viaggiaescopri #travelwebtv #lelelatta
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Sardinien 2022
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Ho vissuto 17 anni a Pola ed è stata una vita da favola: è quella la mia terra e mi manca tanto. Siamo andati via nel 1946 perché c’erano già state le prime foibe, in Istria si sapeva, a Pola meno. Venivano di notte, chiamavano la persona e dicevano “Vieni, ti devo parlare”, e quella spariva. Poi ci accorgemmo che, dopo tempo, a Pola, sui tabelloni di un cinema erano esposti cadaveri; così la gente andava alle foibe per cercare lembi di indumenti dei familiari scomparsi. Fummo sfollati a Orsera (in croato Vrsar) nel 1944-’45, quando avevo 14 anni, perché gli alleati bombardavano e c’erano i tedeschi. Ricordo un presidio di giovani soldati, 18 o 19 anni, che furono convinti dalla popolazione pro-Tito a lasciare il presidio e andare in bosco coi titini. Questi presero le armi dei nostri soldati e si vestirono con le loro divise: i giovani che andarono in bosco non tornarono più. Le mamme andavano a chiedere a don Francesco Dapiran, poi parroco di Fertilia, dove fossero i loro figli, e lui andò a cercarli paese per paese, chiedendo alla popolazione dove fossero stati portati: erano tutti morti gettati nelle foibe. Tornammo a Pola e riprendemmo la vita di tutti i giorni. Vivevamo in mezzo a gente slava, ma non lo sapevamo, eravamo tutti una comunità. Furono alimentati rancori e odi, ma in realtà non c’era questo fra noi, eravamo gente buona. Mio padre, originario di Buggerru, e mia madre ripresero a lavorare, io proseguii gli studi. Poi anche da noi iniziarono le uccisioni e facemmo domanda per espatriare. La nostra partenza fu fissata il 10 febbraio 1947, ma l’uccisione del generale De Winton la rinviò. Essendo una ragazza di 17 anni, vivevo quell’esperienza non come un disagio, ma come un’avventura. Partimmo col successivo imbarco, il pomeriggio di sabato 15 febbraio. La domenica, a bordo, il parroco celebrò la messa, quindi, nel pomeriggio, arrivammo ad Ancona. Mi aspettavo una festa d’accoglienza, con le bandiere, invece ci vennero incontro delle barche con a bordo uomini che, col pugno chiuso, ci insultavano gridando: “Tornate a casa vostra, fascisti!”. Se non ci fossero stati i carabinieri quelli ci avrebbero buttati in mare: li ringrazierò per sempre per quello che hanno fatto per noi. In treno raggiungemmo Civitavecchia da dove c’imbarcammo per la Sardegna. Il giorno dopo sbarcammo ad Olbia, quindi ci trasferimmo a Sassari e da lì prendemmo il treno per Cagliari. Il paesaggio che si presentò ai miei occhi era desolante, mi sembrava di attraversare la steppa; ricordo delle cavallette enormi ma anche un bel sole, che ci accolse con tutto il suo calore. Il primo impatto con Cagliari fu positivo: il municipio e il bel giardino antistante mi diedero subito l’impressione di una bella città, nonostante i danni subiti dalla guerra appena terminata. Ci condussero nel campo profughi, situato tra le vie Logudoro e San Lucifero, e lì l’accoglienza fu buona. La città mi piaceva e mi piace, ma mi sono inserita con difficoltà, la mia mentalità era diversa da quella che ho trovato e non riuscivo a capire le persone che si esprimevano solo in sardo. Sono arrivata a 80 anni e ringrazio Dio e ringrazio la Sardegna perché mi trovo bene, la vita è tranquilla, una pensione l’ho avuta, ho pochi amici ma buoni e tengo collegata tutta la ‘mia’ gente, sparsa in tutto il mondo.
Nerina Milia, esule da Pola
#La signora Melia scrisse abbastanza spesso sull’Arena di Pola negli anni Ottanta#Esodo giuliano-dalmata#Giorno del ricordo
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REDA&CO/Getty Images
Cala Domestica - Buggerru - Sardegna
ITALY
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Raffaele Murru - Il romanzo “Malfidano” Storie di coraggio e resistenza
Una narrazione intima e potente che dà voce alle donne e ai sacrifici dimenticati delle lotte operaie in Sardegna
Raffaele Murru, scrittore sardo, presenta il suo romanzo “Malfidano” edito da Albatros il Filo e disponibile alla vendita dal 6 maggio 2024. L’opera si addentra nelle pieghe della storia per rievocare un tragico episodio avvenuto nel sud della Sardegna nel 1904, quando i minatori delle miniere Malfidano, a Buggerru, insorsero contro condizioni lavorative disumane. Lo sciopero, segnato dalla repressione violenta dei soldati del Regio Esercito, si concluse con un eccidio destinato a imprimersi nella memoria collettiva come il germe dei primi moti sindacali nell'isola.
Con una scrittura lineare ed evocativa, Raffele Murru non si limita a raccontare i fatti, ma ci invita a immergerci nel loro impatto umano e sociale, aprendo una finestra su un’epoca in cui la miseria e l’oppressione non lasciavano scampo. La scelta di adottare il punto di vista delle donne rappresenta il cuore pulsante di "Malfidano". Personaggi come Angela, Nora, Fella, Silvia e la piccola Anna non sono semplici comparse, ma chiavi di lettura fondamentali per comprendere la dura realtà di chi viveva ai margini di un sistema sociale ingiusto. Le lavoratrici delle laverie, madri, figlie e mogli dei minatori, sono le custodi di una resistenza silenziosa ma essenziale. Con la loro invisibile forza, emergono come simboli universali della lotta per la dignità umana, portandoci a riflettere non solo sulle battaglie passate, ma anche su quelle che ancora oggi affliggono le donne e i lavoratori in molte parti del mondo. La narrativa di Murru crea un parallelismo potente tra passato e presente trattando temi che, pur contestualizzati storicamente, restano rilevanti. La lotta per i diritti, le diseguaglianze sociali, il peso della condizione femminile e il coraggio umano di fronte all’ingiustizia trovano un terreno comune che invita il lettore a un coinvolgimento profondo, intimo.
Il romanzo si caratterizza per un nuovo Verismo capace di evocare il reale con la precisione delle immagini di un film. Le descrizioni delle miniere, dei volti segnati dalla fatica e dei paesaggi aspri della Sardegna, immergono il lettore in una dimensione che sembra tangibile, restituendo con intensità il clima che veniva respirato all’epoca. Questo approccio, insieme alla volontà di dare spazio alle voci dimenticate, rende “Malfidano” un’opera che attraversa i confini della letteratura storica per farsi monito e strumento di consapevolezza.
Acquista il libro
Dietro questa opera c’è la figura di Raffaele Murru, nato a Cagliari nel 1996 e cresciuto a Iglesias, nel cuore delle aree minerarie che racconta con tanto trasporto. Con una formazione in Archeologia e Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Roma Tre, lo scrittore coniuga la ricerca accademica con una spiccata sensibilità narrativa. La sua esperienza nel campo della cinematografia arricchisce ulteriormente il suo stile che assume una forte tridimensionalità. “Malfidano” non è solo un libro, ma un viaggio nel tempo che invita a mantenere viva la memoria dei sacrifici passati e a guardare con occhio critico il presente. Questo romanzo è una preziosa testimonianza di come la letteratura possa dare voce agli eventi spesso dimenticati dalla storia ufficiale.
Instagram: https://www.instagram.com/rafmurru/
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Archiviato con successo il Buggerru Surf Trophy
Il presidente della federazione FISSW Claudio Ponzani: “Il campionato è iniziato nel migliore dei modi” Continue reading Archiviato con successo il Buggerru Surf Trophy
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💡Oggi un punto di interesse, raggiunto da 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐢𝐧𝐚𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐨, un tempo 𝐥𝐮𝐨𝐠𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐟𝐫𝐮𝐭𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐫𝐬𝐞 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐞.
⚒️ La 𝙜𝙖𝙡𝙡𝙚𝙧𝙞𝙖 𝙃𝙚𝙣𝙧𝙮 fu realizzata nella seconda 𝐦𝐞𝐭à 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐎𝐭𝐭𝐨𝐜𝐞𝐧𝐭𝐨 per il 𝘁𝗿𝗮𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗺𝗶𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗶 dalla miniera di Pranu Sartu alla laveria di Buggerru.
https://www.eleonoramartis.com/buggerru-la-petit-paris-del-sud-ovest-sardegna/
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Tempio di Antas a Fluminimaggiore, Sardegna, vicino Buggerru e al Pan di Zucchero.
Palermohenge: particolare fenomeno (che ha origine nel VII a.C. con la fondazione della città di Palermo da parte dei Fenici) è osservabile dal 23 Maggio al 20 Luglio, le date di allineamento perfetto... dove sole sorge lungo l’asse di corso Calatafimi-Vittorio Emanuele (due storiche strade che insieme formano un’unica strada dritta lunga ben 6,25 km che, partendo dalle pendici di Monreale , “sfocia��� sul mare con Porta Felice) trasformandolo in un fiume dorato. ⠀⠀⠀⠀
Fenomeno che prende il nome da un fenomeno simile, Manhattanhenge (dove il tramonto del Sole si allinea perfettamente con le strade che attraversano appunto il distretto di Manhattan). Termine coniato in riferimento a Stonehenge, tempio druidico del Wiltshire (Inghilterra) dove, durante il solstizio d'estate, il disco solare si allinea con la «pietra del tallone», posta ad accesso del sito.
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Spiagge di Buggerru: calette nascoste e angoli di paradiso, Sardegna #viaggiaescopri #lelelatta
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