#venir voglia di essere come loro
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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raccontidialiantis · 2 months ago
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A te non posso e non voglio dire di no
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"Tu mi apri sempre, petalo dopo petalo. Come la primavera apre la sua prima rosa." (Edward Estilin)
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Ti chiedevo per favore, con non poco imbarazzo e rossore sulle guance, di lasciarmi in pace. Perché ero e sono una donna sposata. Amavo e amo mio marito e la mia giovane famiglia, ma tu hai insistito da subito. Sorridevi e andavi avanti per la tua opera di seduzione. Tutto già deciso. M’hai confessato che già al colloquio preassunzionale ti eri invaghita di me a prima vista e perciò sei andata avanti a volermi far lavorare con te, a desiderarmi sempre di più e infine a corteggiarmi sfacciatamente ogni volta che eravamo da sole, come un rullo compressore. Femmina egoista e spudorata. Volevi e vuoi soltanto godere di me e del mio corpo giovane. Ti piaccio da morire, col mio scarso seno e la mia totale magrezza. Non ti interessa altro, al momento. Non hai hobby.
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Non sei mai stata sposata e hai sempre e solo perseguito il tuo esclusivo piacere carnale. Dio solo sa quanti cazzi hai fatto venire dentro la tua fica e il tuo culo, quanta sborra hai ingoiato: per egoistico piacere o per averne poi un vantaggio professionale. E quante donne hai fatto cadere innamorate di te a colpi di lingua sul tuo sofà, quanto miele hai prodotto per loro e quanto ne hai ingoiato avida. Da vecchia ed espertissima puttana quale sei, approfitti della mia condizione lavorativa di giovane avvocato e tua collaboratrice da poco assunta nell'affermato studio di cui sei l’unica titolare. E ti fai forte anche del fatto che subisco il tuo innegabile fascino di donna matura, perché sei un avvocato dalla tempra risoluta. Da sempre abituata a esercitare il tuo potere su chiunque, senza alcuno scrupolo e avvezza a vincere.
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Sono stata una facilissima preda, per le tue fauci di sessuomane predatrice, affamata senza alcuna remora di ordine morale. “La morale è un concetto relativo, mia cara: ognuno si fabbrica la sua, secondo opportuna convenienza; il resto è solo l’invidia di chi non può.” Questa è stata la tua prima lezione di vita vera per me, il tuo mantra personale. Sei conscia del fatto che io non posso rischiare che tu mi licenzi e quindi mi sottometto e mi piego al tuo volere. Collaboro e ti riempio di baci e mugolii di piacere a ogni tuo colpo di lingua o mano infilata nella mia fica. Le prime volte fingevo. Poi, già che c'ero, ho iniziato pian piano anche a godere. Tantissimo, devo dire. Anzi: malgrado il rimorso e il senso di colpa, dopo una settimana già non vedevo l'ora che arrivassero le sette di sera, perché in quella mezz'ora restavamo completamente sole nello studio.
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Devo dire onestamente che con te durante il giorno comunque imparo veramente tantissimo: mi stai formando e plasmando a tua immagine. Sei la migliore, oggettivamente. E mi hai già detto che quando andrai in pensione mi passerai lo studio, al prezzo simbolico di un euro. Allora ti prego: inizia e prendimi tutta. Fai di me quello che vuoi. Leccami la passera, sfasciamela e bevimi a volontà. Lecca il mio culo quanto ti pare. O fammi leccare il tuo ogni volta che vuoi, fino a farmi sentire come contrai l’ano per aspirarvi dentro la mia lingua. Catturamela e non lasciarla più. Approfitta di me: guarda che culo e che bellissima fregna di giovane donna sposata a un uomo forte e totalmente ignaro puoi avere a tua completa disposizione: è tua. Adorami. Inculami come vuoi.
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Pretendi che io sia la tua schiava personale e scopami con uno strap-on, con un dildo o con le mani. Infila nel mio culo tonico e scolpito qualsiasi cosa tu voglia, preferibilmente molto grande. Fammi soffrire e muovilo. E fa così che la mia passera si gonfi di piacere per te e che coli il mio nettare prezioso. Tu leccalo, assaporalo inghiottilo: è il mio regalo esclusivo. Solo per te. E poi a tua volta fatti sfondare ciò che conosco bene essere già ampiamente slabbrato e collaudato. Ordinami di leccarti tutta, dai piedi al buco del culo e alla fica. Io eseguirò: maltrattami e strizza i miei seni di giovane mamma. Bevi golosa il latte rubato a mio figlio piccolissimo dai miei capezzoli, ti supplico. Andiamo fino in fondo: fino a entrarci nel cervello l'un l'altra e a sfinirci reciprocamente di piacere.
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Ti scongiuro: iniziamo ad essere amanti ufficiali. Stasera. Ingoia tutto il miele prodotto dal mio inguine di femmina consumata dalla passione per te e godi del mio corpo fresco quanto ti pare, mia anziana, odiata ma viziosa, adorata troia. Ti voglio anch'io tanto, ormai. Baciami la bocca e leccami il collo, succhiami la fica e fatti leccare il culo e la passera a tua volta. Certo: è già tantissimo; ma io voglio ancora di più. Lo so già: presto vorrai anche essere inculata e scopata come si deve da me. E io già adesso adoro succhiare, mordere i tuoi capezzoli e torturare dolcemente le tue grosse mammelle un po’ cadenti. Perdo la ragione, quando tu lo fai ai miei seni appena visibili. Nessuna donna resiste alla voglia di alzare l'asticella, man mano che progredisce l'intimità con un'altra femmina che ci stia e che non veda l’ora anche lei.
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Si parte sempre con un semplice e amichevole bacetto sulla guancia. Poi si passa a un bacio casualmente rubato sulle labbra: l’imbarazzo di entrambe dura poco e cede il passo al turbamento e poi al desiderio dichiarato. Parte la fase dei messaggi roventi e degli scrupoli. Frasi d’amore e passione. Ci si sfiora presto volutamente un seno o il culo, scompaiono i rossori, le esitazioni e iniziano le voglie dichiarate, i baci torridi e le esplorazioni più ardite. Si finisce con l’amarsi nude e totalmente spudorate, per bere reciprocamente il nettare della donna bramata, elisir che penetrerà in gola e disseterà per un po' la voglia. Infine, ci si desidera senza più limiti e si cerca di possedersi l’anima reciprocamente. Con la crescita esponenziale di una gelosia irrazionale e inevitabile.
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Alle sette della sera tu chiudi a chiave la porta del tuo ufficio; per interfono dici alla segretaria che quando avrà finito le ultime cose potrà andare e che finirai la serata lavorativa con me. Quindi le chiedi di non disturbarci più per nessuna ragione da quel momento. Ti spogli e ti sdrai sul sofà; mi ordini di denudarmi. Non vuoi sentire scuse. Mi guardi come una leonessa guarda la sua gazzella quotidiana. Hai l'acquolina in bocca e ti brillano gli occhi, nel vedere il mio corpo perfetto nudo tutto solo per te. E quindi inizia la danza a due. Confesso che sentirmi tuo oggetto di desiderio sessuale un po’ mi lusinga. Ma mi sento ancora leggermente in colpa. Quando mi lecchi, succhi e poi ingoi il mio nettare, un po’ mi spiace, perché so che l'area “erotismo e sesso” sarebbe esclusiva competenza di mio marito. Ma ormai non mi importa più veramente. Amiamoci. Iniziamo questa storia torbida io e te, vecchia troia. Ora sono veramente pronta.
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RDA
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yomersapiens · 19 days ago
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Pistacchione
"Branco di maledetti sfigati" penso tra me e me mentre scelgo di prendere le scale normali, quelle statiche, invece di quelle mobili. Opto per l'opzione sana e sportiva che mi permette di giudicare gli altri e la loro sedentarietà, schiavi delle macchine, pigri, larve. Io sono un uomo migliore, pieno di virtù che mi riconosco giusto un secondo prima di infilarmi in pasticceria e concedermi il più burroso cornetto ripieno al pistacchio che i soldi possono comprare.
Sono dovuto tornare in ospedale, gli occhi hanno ceduto nuovamente. Quello che mi fa ridere è che ieri ho fatto la comparsa in un film. Non era previsto. Ero al corrente di alcuni conoscenti alle prese con questo progetto “cinematografico” ma non pensavo mi avrebbero mai chiamato. Non fosse che avevano il ruolo perfetto per me. "Hai voglia di fare la comparsa e stare seduto in sala d'attesa di un ospedale?". Sembrava veramente fatto apposta. L'ho scritto non so quante volte che uno dei miei più grandi talenti è saper sfruttare i tempi morti e ora l'ho fatto davanti a una cinepresa. Mentre attoruncoli dalle dubbie capacità provavano a ripetere le loro battute io facevo il Paziente n.5, intento a leggere un libro. Un occhio più attento noterà che sto leggendo il mio stesso libro. Un piccolo easter egg che ho inserito per farmi ridere quando guarderò il film. Se gli occhi saranno ancora con me, altrimenti me lo farò raccontare.
Stamattina sono seduto per davvero in ospedale e realmente sto aspettando non che qualcuno urli "azione!" ma che mi dicano cosa fare. Dopo quasi vent'anni ancora mi costringo a non perdere la speranza e dare agli altri la possibilità di dirmi cosa fare, perché se fosse per me saprei benissimo cosa fare.
Mentre arrivava la metropolitana ho guardato lo spazio che c'è tra la motrice e i binari. Se mi butto sotto ma in aria cambio idea e mi rannicchio e mi faccio piccino piccino, riesco a sopravvivere? Riesce a passarmi sopra senza recare alcun danno? Voglio sempre calcolare che ci sia per me la possibilità di tornare indietro sui miei passi, soprattutto quando si tratta di decisioni importanti. Questi pensieri non mi spaventano più perché ho imparato a conoscermi. Sono troppo codardo per fare qualcosa di definitivo. Accetto il lento deterioramento e la fine come inevitabile conseguenza che non posso controllare e mi piace così perché adoro dare la colpa agli altri. Mi immagino a parlare con San Pietro alle porte del paradiso e dire: - Eh no, mi scusi, ma lei mi deve fare entrare, ok che sono stato per tutta la vita un egoista, bastardo e pure vigliacco, ma ha ben visto come è andata a finire, ho allontanato tutti, il mio gatto mi schifa, ho pure perso i capelli e non ho fatto tutto lo sport che ho sempre promesso di fare perché mi sono accettato così come sono e per questo sono stato punito con una morte orribile che non ho scelto! Quindi, mio caro Pietruccio, lei mi deve fare entrare, me lo merito! - Ma veramente qua leggo che la morte è stata causata da soffocamento per eccesso di cornetti al pistacchio… - Suvvia sono dettagli! - …mentre praticava il decimo atto di onanismo della giornata. - Il suo capo non le ha insegnato a perdonare?
Il regista ieri mi ha detto che sono davvero bravo a recitare quello che aspetta di venire chiamato da un dottore. Ho accettato il complimento con un certo orgoglio. Un tempo avrei dovuto combattere contro il mio egocentrismo per essere stato messo sullo sfondo invece di diventare uno dei protagonisti, probabilmente quello più sguaiato e tendente ad urlare. Invece ora guardo queste persone recitare e provarci un sacco a risultare convincenti e sono soddisfatto del mio invecchiamento che mi ha fatto scendere a compromessi con le mie aspettative.
Un giorno, dopo anni di lotta, io e le mie aspettative ci siamo seduti al tavolo e abbiamo iniziato una discussione accesa. Io continuavo a far loro presente che se certe cose non accadono e non sono mai accadute, forse allora, non è sbagliato lasciar perdere, che la speranza è l’ultima a morire quando si tratta di film o racconti per bambini, ma per noi è meglio non dico ucciderla, però farle fare una vacanza a tempo indeterminato. Le aspettative mi hanno ascoltato, anche perché, alla luce dei fatti e del continuo finire ridimensionate un po’ ne avevano le palle piene. Abbiamo trovato un accordo. Abbiamo accompagnato la speranza in aeroporto, dandole un telefono per le emergenze. Ora mi sa che è a Bali, da qualche parte in spiaggia a farsi massaggiare i lunghi capelli da un influencer senza scrupoli. Io e le mie aspettative siamo tornati a casa, abbiamo parlato dei piani futuri e trovato numerosi accordi impensabili su carriera, musica, amore, famiglia, autoerotismo. È stata una trattativa estenuante ma ci siamo riusciti. Ora hanno le dimensioni di un criceto e le ho sistemate sotto alla mia scrivania in una gabbietta piena di paglia. Sono così carine quando si svegliano e si mettono a girare sulla ruota e non vanno da nessuna parte, proprio come nella realtà. Corrono veloci veloci e la ruota gira e gira ma stanno ferme, che spreco di energie! Poi scendono dalla ruota, ci guardiamo soddisfatti e tornano in letargo.
Oggi ho preso il telefono per scrivere un messaggio alla speranza, mentre sta in spiaggia a Bali. Siccome ne ho bisogno le ho chiesto “Andrà tutto bene vero? Mi daranno una nuova terapia che finalmente funzionerà?” e niente, nessuna risposta per qualche ora. Poi si è acceso lo schermo del telefono. “Certo, certo, andrà tutto alla grande. Io invece mi sono infilata un attimo in un megacasino cioè, devi aiutarmi, magari se puoi mandarmi un po’ di soldi, devo pagare non so quanto un influencer che mi ha rifilato una marea di prodotti per capelli promettendomi che avrebbero risolto il problema della calvizie e niente, poi le cose sono sfuggite di mano, pensavo di riuscire a corcarlo di legnate da sola e invece tutti quei muscoli erano veri e non generati da una IA, ora mi ha rinchiuso nella sua cantina e se non pago non mi lascia uscire, quindi dai, in onore dei vecchi tempi, mandami uno dei criceti con banconote di piccolo taglio��.
In ospedale ancora non hanno detto il mio nome. Ancora aspetto. Lunedì tornerò in terapia, non più psicanalisi però. Normale psicologia temo. In tedesco poi. Non tanto perché sento di averne bisogno ma per riattivare il superpotere passivo aggressivo supremo che oramai non posso più usare, quello che mi faceva dire con orgoglio: “Sai, secondo me dovresti provare ad andare in terapia cioè, io ci vado, secondo me farebbe bene anche a te”. Mi manca essere snob e dire agli altri cosa fare. Adesso nessuno mi da ascolto, nemmeno sulla qualità dei cornetti al pistacchio (dato che uno di loro mi ucciderà). Si tratta solo di capire quale sarà l'ultimo. Quello di un’ora fa, o quello che mangerò non appena uscirò dall’ospedale? Chi lo sa! Suspance!
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turuin · 28 days ago
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Oggi succede pure questo. Una maestra del piccolo Jo (seconda elementa- ah no, seconda primaria) ci manda una mail chiedendoci di partecipare a un colloquio con l'insegnante di religione (totale ore erogate a settimana: una) già fissato per martedì prossimo alle 18, rsvp. Lì per lì vengo avvisato mentre sono in ufficio, mia moglie conferma che ci saremo (per poi dirmi che ciò comporterà la perdita di uno degli appuntamenti dei bambini con le attività che fanno extra-scuola, che sono tutti di martedì) ma tralascia di dirmi una cosa fondamentale:
le maestre hanno scritto alla e-mail del bambino.
Si, perché i pargoletti hanno un account che l'istituto scolastico ci ha fatto creare durante i primi anni di scuola (si era in pandemia) e che, naturalmente, io non monitoro (e mia moglie monitora per puro caso perché le è rimasto tra i login della gmail).
Questo senza considerare che la scuola ha la mia mail, quella di mia moglie ed entrambi i nostri telefoni cellulari, e che ci vede - o me, o lei - tutti i santi giorni all'uscita e ci potrebbe (potrebbe!) anche dire "per piacere, avremmo necessità di un colloquio etc." o addirittura potrebbe (potrebbe!) anche mandarci una comunicazione su Axios, su i centomila gestionali informatici a cui ci hanno fatto iscrivere, a mezzo piccione viaggiatore o tramite la rappresentante di classe che è in costante contatto con le maestre, ma no.
Loro scrivono alla email del bambino.
Quindi, tornato a casa già sensibilmente incarognito per questa cosa, intanto ho rimesso subito le cose in chiaro scrivendo loro quali siano gli indirizzi e-mail corretti a cui rivolgersi, e poi pregandole di riprogrammare l'appuntamento (salvo motivazioni di grave urgenza) più avanti in modo che io possa prendermi un permesso per andarci.
Dice: ma tu non rispetti il lavo- fermi tutti.
L'insegnante di religione (totale ore dedicate alla classe: una, il lunedì) è l'unica insegnante non presente ai colloqui con le maestre, ma che pretende di essere "prenotata" su appuntamento, sempre e solo di martedì, a prescindere dalle date dei colloqui. Motivo per cui non ci va mai un cazzo di nessuno. Inoltre è l'unica che ha elevato lamentele per i comportamenti dei ragazzi nella classe, praticamente almeno una volta l'anno. E - ripeto - se fai UN'ORA a settimana e ogni santa settimana nella tua ora succedono dei casini, forse (forse!) c'è qualcosina da rivedere? Perché questi giovani teppisti non fanno cagnara durante le ore di italiano, matematica, inglese (lasciamo perdere la qualità dell'inglese) ricreazione, mensa, educazione fisica ma in quell'ora di religione c'è sempre qualcosa che va storto?
Quindi, capisco anche che tu mi voglia a colloquio perché i ragazzi si sono presi a legnate durante la tua ora; ma almeno abbi la decenza di dirmi "quando saresti disposto a venire a colloquio? sarebbe importante" e fallo scrivendo agli indirizzi giusti, quantomeno.
Invece questa tizia ha fatto scrivere la mail alla sua collega che fa matematica, la quale poveretta s'è presa la mia risposta e mi ha anche detto "Mi tocca fare da segretaria", e ha ragione: ma, sorella, qui il problema è la tua collega che fa religione. Una volta a settimana. Per un'ora. A una seconda primaria.
Poi l'erede, peraltro, ha rivelato che la cosa derivava da una zuffa (che lui chiama "combattimento") avvenuta lunedì scorso. E suppongo (spero) che anche gli altri progenitori dei partecipanti al mortal kombat siano stati convocati... spero con un po' più di grazia. Ma, tanto per farvi capire la portata della questione, parliamo di bimbi di sette / otto anni.
Questo non mi ha impedito affatto di spiegare al giovane boxeur che deve darsi una calmata, così come i suoi compagni di teppa (quando l'ho accompagnato ad un compleanno, di recente, ho visto delle pose degne di un film di Quentin Tarantino) pena la potenziale esclusione dall'ora di religione - che tanto già mi stavo chiedendo cosa cazzo gliela faccio fare a fare - o, peggio, il cambio di sezione.
Detto ciò, e perché sia chiaro a tutti come la penso: io non facevo religione alle elementari, la facevo alle medie e già allora era un'ora sana di prese per il culo (avevamo una tizia new age che ci faceva disegnare "lo sheol") e al liceo era anarchia pura e semplice, e l'unica rissa della mia vita, con quello stronzo del mio ex compagno di banco, l'ho fatta in terza liceo classico (quindi quinto anno) proprio durante l'ora di religione, ed ero partito bene con un banco in mano per sfasciarglielo addosso.
Quindi forse, ma dico forse, la domanda giusta è a che cazzo serve l'ora di religione.
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allecram-me · 4 months ago
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Domani i dettagli, ma oggi le buone notizie esistono
Berlino vuole qualcosa da me? Vuole darmi qualcosa? Che cosa? Perché?
Oggi ho ricevuto l’anticipazione di una proposta. Un contratto piccolissimo, per una parentesi piccolissima di una vita piccolissima che inizia da un punto, e chissà dove va. A quanto pare quel biglietto di ritorno è stato un azzardo di malavoglia, ma non ho intenzione di lamentarmene - nemmeno con la mia vittima preferita: me. Domani i dettagli, ma oggi c’è la mia reazione vera, gli angoli della bocca che si flettono da soli. Giuro, sono loro. Io non ho fatto nulla.
Oppure anche questa volta è tutto l’opposto, perché ho (quasi?) sempre fatto tutto da sola, mi sono di certo guadagnata simpatie e occasioni che hanno scritto il percorso, ma per nessuna ragione altra, nessuna spinta esterna. Sono pure costituzionalmente sincera! Non lo so perché la mia mentore tedesca mi voglia qui, davvero provo ad immaginarmi macchinazioni varie e non ne trovo di particolarmente determinanti. Non può d’altro canto nemmeno essere perché sono brava nel mio lavoro, perché lei che ne sa. Forse farà anche figo avere una tizia esterna, ma ne hanno varie. Forse farà punteggio in qualcosa, ma poteva essere chiunque. Ho letteralmente chiesto io di venire qui. Lei mi ha detto di sì. Ho deciso io di essere sincera su tutto, e lei mi ha abbracciata in più occasioni, sia fisicamente che non. Ho chiesto di poter lavorare ad un nuovo progetto, e lei mi ha detto di accomodarmi, ma questa cosa che sto facendo (per ora a stento iniziata) porterà il mio nome: nemmeno qui ravviso inganni. E adesso vuole pagarmi per qualcosa che ho già detto che farei comunque, per tenermi qui, proteggendomi - consapevolmente - da quello che troverei a casa. Non lo so questo cosa significa, ma so che quando oggi lo ha detto mi sono sentita felice. Come si fa ad astenersi dal giudizio, in un momento così?
È iniziata così anche a Napoli, certo. Ma lì non ho mai avuto dubbi su quale fosse il mio compromesso ed il guadagno per chi corteggiava i miei sforzi. Qui siamo su un piano estremamente diverso. Lo confesso: io le credo. Ha la mia fiducia. Aspetto la fregatura col lutto nelle orecchie e questa sensazione di incredulità in volto, ma oggi questa è davvero una notizia felice. A quanto pare esistono ancora!
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volumesilenzioso · 5 months ago
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non vedo la psichiatra da inizio giugno per mia scelta, la psicoterapia con lo psicologo l’ho interrotta mesi prima, ad aprile forse. ieri ho preso il telefono, ho digitato il numero, ho fatto un respiro profondo e ho chiamato la psichiatra per prendere appuntamento, mi ero detta che a settembre l’avrei fatto, sperando settembre non arrivasse mai. ma è arrivato e ho mantenuto la promessa che mi ero fatta mesi prima. non voglio tornare in quel posto, in quella stanza vuota dove devo parlare di me di fronte ad un’altra persona che neanche mi va poi così a genio. la cosa che mi spaventa di più è che tornare dalla psichiatra è solo il primo passo, ed è un passo davvero minuscolo in proporzione a tutti quelli che dovrò fare. il secondo passo sarà trovare uno psicologo, uno nuovo, perché con gli altri che ho provato non mi sono trovata benissimo, anche se, devo ammetterlo, ci mettevo del mio per far in modo che il percorso non andasse bene. so che devo trovarne uno, ma non mi sono data un limite di tempo per farlo, mi sono solo detta che prima o poi, che io lo voglia o no, dovrò affrontare anche questo.
dovrei fare, poi, altre mille cose. prima fra tutte, trovare un lavoro. lo sto cercando da un po’ ma non trovo niente che faccia per me o che abbia una paga decente e adeguata, non ne trovo uno che sia abbastanza vicino a casa mia da non rendere stressante anche il viaggio. devo anche considerare il fatto che le mie opzioni, al momento, sono estremamente limitate poiché esistono centinaia di lavori abbastanza comuni che si possono fare senza una laurea, ma io, per come sono fatta e per come sto mentalmente, non riuscirei a fare. mi fa stare male la consapevolezza di non essere in grado di fare una marea di cose che alle persone intorno a me risultano più semplici, mi fa stare male essere un limite per me stessa e mi fa stare male non riuscire a gestire niente di tutto ciò che è “normale”.
sto tentando di nascondermi dagli altri, di non far notare a nessuno quanto io stia ancora male, ma diventa ogni giorno più difficile far finta di niente. d’altra parte, però, è difficile anche mostrare il proprio dolore sapendo che gli altri non possono fare nulla di concreto per aiutarti, perché la tua risalita deve partire da te, altrimenti non sarà mai permanente.
le giornate sono tutte uguali, l’unica cosa che mi rende un minimo viva e meno vuota è trascorrerle con il mio cane. il tempo si è perso, scorre, so che continuerà a farlo indipendentemente da me, ma il mio orologio interno si è fermato a una tale ora di un tale giorno di tantissimi anni fa, e da allora ogni giornata è uguale alla precedente e alla successiva, ogni giornata è la stessa, ed è come se la mia vita fosse costituita da un’unica lunghissima giornata, infinita. sono mentalmente esausta, non reggo il peso di esistere.
sono sola in tutto questo. ogni tanto avrei bisogno di un abbraccio, di una carezza, di essere ascoltata e di essere amata propriamente. ma nel momento del bisogno non c’è mai stato nessuno di tutti quelli che dicevano ci sarebbero stati, nessuno ha mai mantenuto quella promessa. ora, quando mi trovo nel momento del bisogno, non spreco più le energie per chiamare qualcuno, perché ho imparato che è inutile, che la loro assenza non farà altro che alimentare il mio malessere, e così rimango sola e non ricevo quell’abbraccio di cui tanto ho bisogno. e mi pesa, mi pesa il cuore nel petto ogni volta che succede. tutta questa pesantezza mi stanca e mi fa venir voglia di scappare, ma dove? come?
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raccontiniper18 · 1 year ago
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Prima esperienza lesbo
Visto il poco successo dell'esperienza omosessuale,abbiamo deciso di non scrivere il continuo che consisteva in un piccolo amplesso ma di scrivere della prima esperienza lesbo di lei.
Se siete lettori ''veterani'' del blog sapete che mi sono approcciato al mondo lesbo prima ancora di scoprire cosa fosse un orgasmo, si perchè mia sorella mi ha placato le mie prime voglie.
Eravamo rimasti al patto di doverci calmare almeno una volta a settimana le nostre voglie assieme, e raccontarci magari di esperienze vissute.
Ci raccontammo tutto, davvero tutto nei minimi dettagli e per raccontare tutto dovrei scrivere un libro, ma racconto la scena che mi fece impazzire più di tutto e ancora oggi a ricordarla mi fa bagnare come un adolescente, un lago.
Era periodo di influenza ed entrambe restammo a casa ammalate per 3 giorni, i primi 2 li trascorremmo a letto mezze morte, guardando delle serie sul pc per ammazzare il tempo ma eravamo talmente ammattite che non pensavamo al sesso, cosa che al terzo giorno lei mi sveglio, mi chiese come stessi e gli dissi che stavo meglio, allora mi sorrise e mi disse di seguirla.
Andò in camera dei miei (ovviamente vuota dato che loro erano a lavoro e noi due eravamo a casetta sole sole) apri un cassetto e tolse due o tre vestiti ed estrasse un piccolo cimelio, una scatoletta di latta grandicella si girò e rise ma io da povera innocente e credo ancora un po' influenzata non capii. Lo apri' stile affari tuoi, scavicchi ma non apra e dopo 1 minuto interminabile lo apri' del tutto e SORPRESAAAAAAAA quattro bei dildi di varie dimensioni, tre plug uno piccolissimo uno medio e uno cicciosissimo, e una cinghia che lei chiamò strapon e disse che papà molto probabilmente lo prendeva dietro da mamma.
Io esterrefatta e un po' stralunata rimasi male ''Ma come? papà è gay?''
Lei '' Nooooooooh, gli uomini alla prostata e piace tanto anche a loro prenderlo nel culetto''.
Io affermai ''Ma cosa, che schifo nel culetto, sai che dolore?''
Lei a sua volta ''Macchè,poi vediamo qualche pornino e vedi che piace ad entrambi''.
Lascio la scatoletta di latta sul letto dei miei e ci dirigemmo in camera nostra, e al pc cercò 2 porno ovviamente uno anal femminile e uno strapon.
La mia patata era bella eccitata e bagnata, più per la situazione che per la voglia di culo o di essere inchiappettata dato che il mio sederino era fatto solo per ''cacciare'' e non per ''entrare'' cose.
Glielo dissi ''Sorellina il mio culetto non è cosi' grosso e largo come quello della donnina e del uomo''
Lei rispose con un freddo ''Poi si allarga''
Io sempre più confusa le sorrisi, ma in cuor mio sapevo che il mio culo,non era cosi' e non mi stimolava minimamente nulla.
Ovviamente come detto ero ed eravamo verginelle entrambe e quindi ci divertivamo quasi ogni giorno con i nostri clito, sia reciprocamente che in solitaria. Le voglie c'erano e anche un sacco, sognavamo piselli che ci si infilavano dappertutto ma mai nel sederino, almeno io. Lei a quanto disse, lo desiderava anche dietro. CHE PORCA MIA SORELLA, CHE VACCA pensai.
Ma lo dissi ad alta voce e lei invece di arrabbiarsi, sorrise e annui , e disse certo come tutti,maschi femmine tutti hanno il culo e tutti ne traggono piacere, e anche tu vedrai, vieni in bagno zoccoletta.
(Non ci eravamo mai chiamate cosi' saranno i residui di influenza ma eravamo diventate un po' scurrili nel linguaggio e non lo eravamo mai state, ma in quella situazione a me piaceva e anche a lei).
Mi diressi in bagno mi spogliai ed entrai in doccia, lei mi segui' andò prima a fare pipi' e poi mi segui' entrò in doccia, non era la prima volta che ci lavavamo assieme quindi era ''normale'' solo che questa volta lei dopo essersi insaponata per bene le mani mi insaponò prima le tette e senza farmi fiatare scesce giù, torturò per 2 minuti buoni il mio clito. E quando stavo per venire mi sorprese e scivolò nel mio ano con un dito e subito me lo ficco dentro. O per la paura o per la sorpresa venni', e mi abbracciai a lei per la poca forza nelle gambe.
Dopo essermi ripresa, alzai lo sguardo e mi ''rialzai'' con il viso. Lei mi sorrise e disse ''Hai capito la porcellina, non entra niente nel mio culetto e invece sono entrate 2 dita.''
''Scemaaaaaaa, non entra niente ed era un dito'' le urlai a 2 cm dal viso.
Lei si morse il labbro e disse ''Guarda che sono due ce le ho ancora dentro di te, vedi?'' E fece su e giù nel mio sfintere ''Diooo non era ancora uscita e io al suo su e giù godevo'' Cazzo che mi piaceva altro che, altro che utilizzare quel buco per lo scopo principale. Serve, e dico SERVE anche a godere.
Senza pensare le dissi '' In genere quando godo mi da fastidio toccarmi nuovamente il clito,ma adesso sto impazzendo dal piacere vuoi che ti entri anche io nel tuo culetto? voglio sentire cosa si prova ad inculare''
Usciamo dalla doccia, mettiti lo strapon e inculami come se avessi il cazzo, ma non devi pensare che io sia io, ma che sia papà mettiamo una foto al pc e mi inculi ok?
Come potevo dire di no?????????
Al pc però non c'era un porno ma...
Continua.
Se vi è piaciuto fatecelo sapere in chat, ovviamente questo racconto non è come gli altri è più esplicito è molto più ''volgare'' non so se può piacere o meno. Aggiornateci vi aspettiamo in chat per discutere e magari raccontateci anche voi la vostra prima esperienza omo o lesbo.
Buona giornata e grazie per la lettura se siete arrivati qui'
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susieporta · 1 month ago
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Non tutte le stagioni nascono uguali. Ognuna di loro ha una qualità diversa.
La primavera e l'autunno per me sono sempre momenti di transizione, che ci accompagnano da uno stato a un altro, un'accelerazione o un rallentamento. L'estate, invece, è, sotto molti aspetti, febbrile, piena di calore e socievolezza, animata dalla voglia del nuovo.
Ma la stagione più straordinaria di tutte è l'inverno. È un periodo di ripiegamento e di ritiro, e il luogo in cui si svolge il lavoro più profondo. È una specie di dissodamento per il resto dell'anno, un periodo in cui il nostro terreno viene rigirato, setacciato, ribaltato per essere rigenerato. Nella tradizione celtica, spesso, è caratterizzato come una fase di gestazione, la metà oscura dell'anno, in cui i nostri desideri vengono dolcemente nutriti alla vita. Senza l'inverno, lo sbocciare dell'estate non potrebbe avvenire.
L'inverno getta le basi. L'inverno apre la strada.
Ho scritto questo libro perché pensavo che tutti avessimo bisogno di una parola per descrivere la qualità peculiare dei nostri inverni metaforici, quei periodi di tempo in cui siamo confinati nell'oscurità o quando sentiamo il morso del freddo. Non sapevo, mentre lo scrivevo, quanti di noi ne avrebbero avuto bisogno. La pandemia ci ha visto «svernare» in misura del tutto inattesa, ma la qualità dell'esperienza - quell'incontro con l'isolamento, la paura e la sofferenza - ci è fin troppo familiare: è una condizione che abbiamo sempre conosciuto. Abbiamo sempre attraversato cicli di abbattimento e rinnovamento. Forse ora, finalmente, smetteremo di farne un segreto.
Il mio è un inno a una stagione dalla pessima reputazione e un tributo alla straordinaria capacità degli esseri umani di imparare e crescere. Spero che ti possa accompagnare attraverso molti inverni a venire.
Settembre 2021.
Katherine May
dalla prefazione di “D'inverno. Il potere del riposo e del ritiro nei momenti difficili”, Tea, 2023
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mynameis-gloria · 1 year ago
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Domenica. Lavoro. Pausa di 2 ore, che devo passarmi obbligatoriamente qua non essendo vicino a casa. Mangiato una piadina, buona ma il mio stomaco non è sazio. Il centro si sta riempiendo, carico il cellulare, osservo le gocce cadere da questa gigante vetrata, fuori diluvia e c'è il vento. L'atmosfera cupa e grigia mi fa venire voglia di chiudere gli occhi. Prendo il libro, leggo con gli auricolari alle orecchie. Vicino a me si siedono due ragazzi, chiedono se questi sgabelli son liberi. Rispondo di si e faccio spazio, due tranci di pizza a testa. Ogni morso, un bacio. Dio, penso. Continuo a leggere e finisco il capitolo, loro la pizza. Fingo di non essere a 10 cm di distanza da loro mentre amoreggiano intensamente come due cocorite sedute su un trespolo.
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seoul-italybts · 6 months ago
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Intervista al Team Jimin: Pdogg e GHSTLOOP, i produttori di MUSE | 07.08.24⠸
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🌟 Weverse Magazine 🗞
"In un certo senso è come se l'amore diventasse la sua musa", ci hanno detto Pdogg e GHSTLOOP, i Produttori di 'MUSE', il Nuovo Album di Jimin
__ Intervista al Team Jimin: Pdogg e GHSTLOOP, i produttori di MUSEl  __
__ di BAE JIAHN | 07. 08. 2024
Twitter  |  Orig. KOR 
Jimin è tornato—e con tutto il sostegno del Team Jimin - ora anche noto come Smeraldo Garden Marching Band. Dopo aver capito quale direzione imboccare grazie a FACE, Jimin è ora pronto ad aprire un nuovo capitolo con MUSE. L'artista, che nell'album precedente implorava un potere superiore di essere “reso libero (Set me free)”, avrà davvero trovato la sua libertà? I produttori Pdogg e GHSTLOOP, i quali hanno lavorato ad entrambi gli album solisti di Jimin, ci hanno detto che “Jimin ha sempre tanta voglia di crescere e maturare” e hanno aggiunto che “è sicuramente più determinato di quanto non fosse nell'era di FACE.” Abbiamo fatto una chiacchierata con i produttori di MUSE, nonché membri della SGMB, riguardo la loro partecipazione all'ultimo album di Jimin.
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Congratulazioni per il vostro debutto (ride). Siete apparsi nel MV ufficiale di “Smeraldo Garden Marching Band (feat. Loco)” insieme a Jimin. GHSTLOOP: Onestamente, non mi aspettavo di esservi incluso (ride). Ma abbiamo deciso che se l'idea era quella di partecipare, avremmo seguito il concept e saremmo diventati una banda. È così che il Team Jimin è diventato la Smeraldo Garden Marching Band.
Pdogg: Abbiamo partecipato e l'abbiamo fatto per Jimin. Nel MV, suonavamo davvero i nostri rispettivi strumenti musicali e gli abbiamo suggerito tante idee riguardo l'estetica generale del video.
Pare le/gli ARMY siano curiosə di sapere se è un riferimento ai fiori smeraldo che compaiono nel BTS Universe. Pdogg: Non è esattamente ciò cui puntavamo. La nostra banda è più simile alla Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band ideata dai Beatles. Stavamo cercando parole ed idee chiave e, ad un tratto, abbiamo pensato agli smeraldo. Quindi siamo partiti dagli smeraldo, che sono fiori immaginari, e siamo arrivati alla nostra Smeraldo Garden Marching Band—è così che è nato il nostro concept: è una banda musicale che racconta “The Truth Untold (le verità non ancora svelate)” riguardo l'amore, che è esattamente ciò che simboleggiano anche i fiori. La canzone Truth Untold” - nata nell'era e come concept di LOVE YOURSELF – è un brano triste, ma la Smeraldo Garden Marching Band ne dà una reinterpretazione più allegra.
In FACE, Jimin svela cosa ha provato durante la lunga pausa dal palcoscenico, causata dalla pandemia, mentre in MUSE c'è maggiore attenzione a termini e concetti quali “spettacolo” e “festa.”
Pdogg: Durante la pandemia, molte persone hanno sperimentato un periodo di depressione e scoramento, e Jimin non è stato da meno. Ha dunque preso la sua passione ed entusiasmo per la musica e li ha incanalati nelle sue canzoni. Ricordo quanto fosse felice d'essere a Los Angeles per le registrazioni di “Set Me Free Pt. 2”, in quei giorni di sole e bel tempo (ride). Quindi, sì, credo lavorare a FACE gli abbia fatto bene e l'abbia aiutato a venire a patti con i suoi sentimenti. L'idea che sta dietro a MUSE era di esprimere le emozioni di quel periodo. Ecco perché tutte le canzoni sono allegre e piene di speranza, persino romantiche.
È per questo che avete scelto l'amore come filo conduttore di MUSE? Pdogg: In fin dei conti, la felicità ha origine dall'amore, ma non è stato semplice per Jimin capire come parlare d'amore (ride), quindi – per iniziare – abbiamo discusso insieme come approcciarci al tema dell'amore in un contesto finzionale. E, come ho già menzionato, abbiamo pensato di creare una banda musicale fittizia come i Beatles hanno fatto con la band Sgt. Pepper’s ed affrontare così l'argomento.
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Anche l'idea di collocare il singolo principale, “Who”, verso la fine dell'album fa parte del concept? GHSTLOOP: Abbiamo organizzato i brani di modo che seguissero la storia narrata nell'album. A parte per “Closer Than This”, abbiamo anche lavorato alle tracce nell'ordine in cui appaiono nell'album. Col senno di poi, trovo sia piuttosto pazzesco (ride).
Pdogg: “Rebirth (Intro)” collega MUSE a “Set Me Free Pt. 2”, in quanto mostra come questo sia un nuovo capitolo per Jimin. Il testo e l'atmosfera montano gradualmente in entusiasmo con tono spumeggiante—quasi l'artista stesse valutando se può davvero esprimere quanto è felice. Poi parte “Interlude: Showtime” e viene introdotto il vero concept dell'album. Successivamente, “Smeraldo Garden Marching Band (feat. Loco)” ci guida ancor più alla scoperta del tema di questo progetto. Se lo si interpreta come una dichiarazione d'amore, un brano che aiuta a rivelare una verità altrimenti tenuta nascosta, allora il destinatario è la persona amata, ma volevamo anche fosse una dedica alle/i fan, ecco perché vi si possono trovare versi e riferimenti come quello al “12 giugno”.
“Slow Dance” (feat. Sofia Carson) fa riferimento ad alcuni dei modi in cui si può esprimere il proprio interesse ed amore alla persona che si ha nel cuore, ecco perché il titolo è “Slow Dance (Ballare un lento/dolcemente)”: parla del desiderio di prendersi del tempo per conoscersi l'un l'altrə con calma. Poi raggiungiamo “Be Mine” che sviluppa ulteriormente questo concetto ed immagina la relazione nata da questa prima fase di conoscenza. L'idea originale era collocare il singolo principale dopo questo brano e renderlo una sorta di serenata, ma Jimin non riusciva a calarcisi appieno. Si è dunque chiesto se sarà mai veramente in grado di amare qualcuno, e quella domanda ha portato alla creazione di “Who”. L'album, dunque, parla della ricerca di questa donna immaginaria, ma di fatto “Who” è espressione reale di un senso di solitudine e melanconia, si fa portatrice di questi dubbi ed insicurezze riguardo un'ideale dolce metà, ecco perché l'abbiamo collocata a fine album.
E dunque quello è anche il motivo per cui, mentre FACE ci mostra Jimin venire a patti con se stesso, MUSE ci parla e mostra anche altri soggetti? GHSTLOOP: Esatto. Nel suo primo album Jimin è alla ricerca di sé stesso, mentre nel secondo è un'altra la persona che sta cercando ed aspettando.
Pdogg: In un certo senso, è come se l'amore diventasse la sua musa.
GHSTLOOP: Abbiamo scritto FACE e MUSE più o meno nello stesso periodo.
Pdogg: Ma mentre ci lavoravamo, FACE è risultato essere piuttosto cupo e l'atmosfera delle tracce di MUSE non vi si sposava per nulla, quindi abbiamo deciso di dividere i brani in due album. A ben pensarci, se Jimin non avesse pasticciato e sperimentato un po' con i sintetizzatori KARMA, non esisterebbe neppure “Rebirth” e quel suo famoso crescendo (ride).
Potete parlarcene un po' più approfonditamente? Pdogg: Immagino abbiate visto nel documentario 'Jimin's Production Diary' come l'intro del suo primo album è nata da poche note alla tastiera suonate per caso da Jimin, un giorno che è passato dal mio studio. Ironicamente, è successo lo stesso con l'intro del nuovo album. È dal 2014 che usiamo sempre lo stesso studio per registrazioni come il coro in “Set Me Free Pt. 2” ed il ritornello di “All Day (feat. Tablo)” di RM e, tra le varie attrezzature, lì abbiamo anche un Korg KARMA—ovvero il sintetizzatore anni 2000 per eccellenza. Jimin vi ha suonato un paio di note e ha ideato questa melodia sognante. Dopo averla sentita, GHSTLOOP vi ha aggiunto gli strumenti a fiato ed io le percussioni. Dopodiché, Jimin ha aggiunto altre note e, questa volta, l'atmosfera era completamente diversa, ma ci siamo detti “Non male—proviamo a farci qualcosa.” Ed è così che è nata la prima canzone. Eravamo lì a ballare abbracciati gli uni agli altri, dovevamo davvero sembrare ridicoli (ride).
Nel dietro le quinte del video musicale di “Smeraldo Garden Marching Band (feat. Loco)”, Jimin ha detto che la canzone è stata piuttosto rapida da scrivere. Quale traccia vi ha dato maggiori problemi, allora? Pdogg: Forse “Who”? Credo sia quella che ci ha richiesto più tempo. Abbiamo davvero provato tanti approcci diversi, prima che il brano funzionasse. Alla fine abbiamo deciso di andare a New York e lavorare sul pezzo con Jimin, ed è ciò che abbiamo fatto.
GHSTLOOP: Ne abbiamo parlato con Jon Bellion, che ha prodotto la canzone, e Jimin ci ha spiegato tutto ciò che voleva includere. Jon ha quest'enorme lavagna bianca nel suo studio e mentre Jimin parlava della direzione che voleva prendere con il singolo, Jon era partecipe, commentava cose tipo, “Oh, quindi è questo che vuole esprimere” e si è annotato tutto (ride).
Pdogg: Ciò che Jimin voleva per “Who” era piuttosto chiaro. Ha lavorato a stretto contatto con noi per tutto il tempo, condividendo le sue idee. L'album precedente era profondo e personale, invece quello nuovo è più astratto e non riguarda necessariamente il solo Jimin. Credo ben rappresenti ciò che significa innamorarsi per i Millenials e i membri della Gen Z. La canzone è in inglese perché tratta una tematica comune alle persone di tutto il mondo, quindi ci è sembrato più sensato scriverla direttamente in inglese.
Riguardo alla main track del suo primo album solista, “Like Crazy”, sappiamo che è ispirata al film omonimo. Per questo nuovo album, vi siete forse ispirati a film o altro? Pdogg: Una figura che ci è rimasta particolarmente impressa è Olivia Hussey, l'attrice che ha interpretato 'Romeo e Giulietta (1968)'. Non ci siamo limitati a guardare vecchie clip, ma abbiamo scorso anche ciò che sta facendo oggigiorno e pregavamo, “Per favore, dacci qualche ispirazione!” (ride)
GHSTLOOP: Ci siamo ispirati a lei specialmente per i testi delle canzoni d'amore “Slow Dance” e “Be Mine”. Guardavamo i suoi film e poi ci chiedevamo, “Cosa diremmo noi se dovessimo interpretare quella scena?” Sì, quello è stato il nostro approccio. A ben pensarci, i brani che sono stati poi inclusi nell'album sono tutti quelli cui abbiamo lavorato seguendo quel processo mentale. Nelle nostre menti, avevamo già pronti video musicali per ognuna delle canzoni. Tanto che persino Jimin si atteggiava da regista di MV, a volte (ride).
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Sicuramente Jimin sarà stato dispiaciuto di non potersi esibire dal vivo con le sue nuove canzoni, visto che l'album è stato rilasciato dopo il suo ingresso nell'esercito. L'aspetto performativo è particolarmente importante per lui, d'altronde.
Pdogg: Sì, è davvero un peccato. Ed è proprio per quel motivo che abbiamo preparato una videoclip con l'esibizione di “Slow Dance”: perché Jimin teneva davvero al potersi esibire. Non ha potuto mostrare coreografie, visto che lì era accompagnato dalla band, ma se mai dovesse presentare la traccia in tour, potrebbe aggiungervi alcuni passi di danza, un lento. Quando avevamo concluso i lavori sull'album e mancavano solo più un mese o due al suo arruolamento, si attrezzava di microfono e faceva pratica nel canto e nel ballo come se si stesse preparando per una performance alla TV. Dice che la prima cosa che intende fare, quando avrà dei giorni di riposo dal servizio, è esercitarsi nel canto. Mi sembra davvero determinato a mostrare a tuttə quanto è migliorato ed i piccoli e grandi progressi che ha fatto, quando verrà congedato. Mi ha davvero colpito. La sua routine quotidiana era talmente piena—si svegliava presto ogni giorno per seguire corsi di inglese e lezioni di canto—che, ad un certo punto, non ho resistito e gli ho chiesto “Jimin, perché lavori così tanto?” e la sua risposta è stata che vuole ampliare la gamma di mezzi e forme espressive a sua disposizione, così da semplificare il lavoro di noi produttori e poter mettere a frutto tale esperienza nella stesura delle sue canzoni.
Sofia Carson ha partecipato a “Slow Dance” ed è anche apparsa nella live clip. Com'è nata questa collaborazione? Pdogg: La voce di Jimin ha un che di androgino e richiama l'atmosfera del pop occidentale, quindi abbiamo pensato non ci sarebbe stata male una collaborazione con un'artista d'oltreoceano ed il team A&R ha suggerito Sofia Carson. L'abbiamo anche vista recitare e cantare in un film e guardandola ho pensato “Wow!” È una cantante semplicemente fantastica e le loro voci si sposano bene insieme. Inoltre, Sofia ha studiato danza, quindi quello è un altro punto in comune con Jimin, sarebbero una coppia perfetta dovessero mai esibirsi insieme (ride).
Trovo che MUSE metta perfettamente in risalto la voce sensuale di Jimin. Cosa positiva, dato che quella nota seducente è un prerequisito fondamentale per le canzoni d'amore, e l'album ne è carico. GHSTLOOP: Lo scopo principale di Jimin era capire quali sono i suoi punti di forza nel canto e sfruttarli al meglio. Era anche piuttosto determinato ad apportare cambiamenti al suo stile canoro.
Pdogg: Quando abbiamo lavorato a FACE, Jimin era convinto di poter fare di meglio. Credo non fosse del tutto sicuro di poter esprimere appieno la visione che aveva per quel progetto. Questa volta, però, ha sperimentato con tanti stili e tonalità canore diverse così da trovare la soluzione perfetta per lui e rendere al meglio secondo gli obiettivi ed idee che si era prefigurato. Mentre per l'album precedente abbiamo adattato le canzoni affinché potesse raggiungere senza difficoltà anche le note più alte, che sono la sua specialità, questa volta non ci siamo limitati a quello ma abbiamo anche discusso molto su come potesse esprimersi al meglio, mostrando un approccio e caratteristiche sempre nuove e diverse per ogni brano, come cantando con tonalità più basse e profonde, oltre che in falsetto.
E riguardo questi cambiamenti, la sua voce in “Be Mine” sembra molto più minimal rispetto al cantato nelle sue tracce soliste incluse negli album dei BTS. Nel documentario Jimin’s Production Diary, vediamo che continua a preoccuparsi di non suonare troppo smielato, durante le registrazioni. Sembra veramente riflettere ed avere molto a cuore il suo modo di cantare.
GHSTLOOP: Esatto. Come ha già menzionato Pdogg, Jimin voleva ampliare la gamma di generi e tecniche canore a sua disposizione, ecco perché ha deciso di sperimentare così tanti stili. Rispetto al periodo di FACE, ora è molto più sicuro e stabile – anche emotivamente – ed è quindi molto più facile espandere il suo raggio artistico. Se avete notato una qualche differenza tra “Be Mine” e le sue canzoni precedenti, significa che ce l'ha fatta, che Jimin è riuscito nel suo intento, e noi con lui.
Quali sono le differenze principali nel suo modo di cantare da solista rispetto a quando canta con i BTS? Pdogg: Ognuno dei membri dei BTS sfrutta al massimo i propri punti di forza e nel caso di Jimin si può dire questi siano gli acuti e le note alte. Ma per i suoi lavori solisti, Jimin ha mostrato una gamma canora più ampia. Visto che “Who” è in inglese, vi si è approcciato come se si trattasse di un brano pop americano, sfruttando tecniche vocali mai provate prima. Il nostro obiettivo era presentare il suo cantato in modo che suonasse leggermente diverso rispetto a ciò cui siamo abituati. Inoltre, è sempre interessante sentire i vari vocalist di un gruppo fare a turno in una canzone, specialmente quando si tratta dei BTS perché i membri hanno voci talmente uniche e distinte tra loro, quindi con Jimin abbiamo cercato di registrare anche le sue canzoni soliste sottolineando al meglio il contrasto tra le note alte, quelle basse ed il falsetto, così da rendere più interessante l'ascolto e mantenere alta l'attenzione del pubblico.
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Dopo il rilascio di FACE, Jimin ha dichiarato “Ora sono sicuro della direzione da prendere d'ora in avanti. Ci sono tante cose che voglio fare e provare.” Quale pensate sia la sua forza motrice, ciò che lo spinge sempre a migliorarsi? Pdogg: Si impegna sempre al massimo per migliorare se stesso. Anche quando non aveva più promozioni all'attivo, ha continuato ad esercitarsi nel canto fino al giorno del suo arruolamento, come se ne sentisse davvero la necessità. Dopo FACE, il suo forte senso di responsabilità lo ha guidato a fare ancor meglio per il nuovo album, ed è proprio quella determinazione che lo ha spinto ad esercitarsi ancor più duramente. Persino quando ha finito di registrare tutte le parti vocali per MUSE ed eravamo quasi pronti al rilascio, Jimin non ha smesso di far pratica canora, al punto che ci siamo chiesti, ‘Ehm, forse dovremmo registrare anche questo?’ (ride) Perché, sì, i suoi progressi erano costanti, davvero impressionante.
GHSTLOOP: Persino il remix acustico.. se esiste è proprio perché Jimin continuava ad esercitarsi così duramente che sarebbe stato un peccato non registrarne i risultati (ride).
In MUSE troviamo anche una canzone dedicata alle/i fan, “Closer Than This.” L'approccio a questo tipo di tracce è forse diverso, rispetto al resto? Pdogg: È ormai tanto tempo che GHSTLOOP ed io lavoriamo con i BTS e sappiamo bene quanta sia la loro gratitudine nei confronti delle/i fan, anche se non potremo mai coglierne la portata fino in fondo, non quanto i membri stessi. Per quanto riguarda le fan song, solitamente Jimin ha le idee estremamente chiare rispetto a ciò che vuole esprimere con questi brani. Si annota tutte le conversazioni ed esperienze condivise con le/i fan, come se si trattasse di scrivere una lettera. Quando gli ho chiesto, mi ha spiegato che son tutte cose ed esperienze vissute insieme alle/i fan ed i relativi riferimenti tematici. Quindi è da questi elementi che partiamo per delineare la direzione da seguire. Nel caso di “Closer Than This”, abbiamo deciso di tenere come focus i concerti dei BTS. Ecco perché troviamo versi come "Finché i nostri giorni non si tingeranno nuovamente di viola" ed il testo fa sempre riferimento ai momenti condivisi da Jimin con l'ARMY. Per la parte corale – cantata da bambini – ci siamo prefigurati il giorno in cui i BTS saranno di nuovo tutti e sette insieme e andranno a trovare le/gli ARMY in concerto.
Attraverso MUSE, Jimin ha potuto aprire il proprio cuore alle/gli ARMY e svelare la sua truth untold (verità/parole ancora non condivisa/e). E voi? C'è forse qualche verità non detta che vorreste ora condividere con Jimin? Pdogg: Vorrei semplicemente dirgli che apprezzo tutto il suo strenuo impegno. Solo quello. Per noi produttori non c'è nulla di meglio che un artista che lavora duramente. Ha continuato ad esercitarsi fino al giorno del suo arruolamento affinché l'album potesse diventare un dono prezioso per le/i fan. Gli sono davvero grato e sono estremamente fiero di lui (ride). Ora non mi resta che aspettare e sperare concluda il servizio militare senza problemi ed in buona salute.
GHSTLOOP: Vale lo stesso per me. Come ha detto Pdogg, quest'album è tutto merito del grandissimo impegno e duro lavoro di Jimin, è grazie a lui se anche io ho potuto tenere duro e continuare a lavorare con impegno. Credo sia stata proprio la sua determinazione a trasmettermi l'energia positiva necessaria per portare a termine questo progetto. Gli sono davvero grato. Jimin, torna sano e salvo e quando avrai finito, dobbiamo assolutamente lavorare insieme a qualcosa di nuovo! (Ride).
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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thegretchenimages · 2 years ago
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Sono una persona così brutta se non ho più voglia di occuparmi dei miei nonni? Se non ho voglia di starli a sentire, di gestire i loro problemi, di essere di supporto, di rinunciare costantemente a vivere per l’angoscia ed il pensiero delle loro vite? Che si sono creati e scelti da soli? E così la stessa poca voglia di pensare in futuro ai miei genitori perché ho paura che finiscano soli e depressi esattamente come i miei nonni. E allora via di finte cene, finti pranzi, finte parole solo per non farli stare soli con loro stessi e finta vita mia perché costretta emotivamente a tutto questo.
Perché si fanno i figli? Perché si crea una famiglia? Per non invecchiare soli penso io. Per sentirsi costantemente parte di qualcosa e basta. Per essere egoisti e chiedere chiedere e chiedere. Esigere qualcosa e solo perché sei stato messo al mondo tu devi. Ma nessuno chiede di venire al mondo. E nessuno onestamente vorrebbe.
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katnisshawkeye · 2 years ago
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Il Circo della Notte
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Scheda informativa
Titolo originale: Night Circus Autore: Erin Morgenstern Editore: Fazi Editore Prima edizione: luglio 2021 Pagine: 514 Prezzo: € 15,00
Trama
Il circolo si apre al crepuscolo e chiude all’aurora. Inaugurato nella Londra vittoriana di fine Ottocento, gira per tutto il mondo, con un seguito di sognatori conquistati per sempre dalle sue meraviglie. Ogni notte, nei tendoni a striscie bianche e nere vengono messi in scena spettacoli sofisticati e numeri incredibili, tanto da sembrare magici. In realtà, dietro le quinte del circo è in corso un duello di veri incantesimi, di cui solo pochi sono a conoscenza. Celia e Marco sono due giovani maghi addestrati fin dall’infanzia a combattere l’una contro l’altro dai loro rispettivi mentori, due misteriosi esperti dell’occulto, rivali fin dalla notte dei tempi. Mentre l’illusionista Celia incanta tutte le notti il pubblico nel suo tendone, il discreto Marco, ingaggiato come assistente del proprietario del circo, controbatte creando attrazione sempre più elaborate e potenti. Nessuno ha messo in conto, però, l’amore che quasi inevitabilmente sboccia tra i due; un sentimento così profondo e prodigioso che scatena pericolose scintille a ogni sguardo rubato e che travolge un’intera sala non appena le loro dita si sfiorano. Ma la sfida tra Celia e Marco non può durare in eterno e solo uno di loro ne dovrà essere il vincitore. Gli anni passano, il circo diventa sempre più celebre, ma il destino di tutti colori che hanno contribuito a rendere possibile questo meraviglioso luogo è in bilico, proprio come gli acrobati che volteggiano ogni notte nei tendoni.
Recensione
Il Circo della Notte è un romanzo dove c’è assenza di colore (nero) contrapposta alla luce (bianco), nel quale però si intromette con eleganza il carminio curioso e affascinato. Perché il Le Cirque des Rêves è un luogo che affascina e meraviglia, che ti fa venire voglia di tornare anche quando è definitivamente chiuso, e così è il libro che ne parla, facendoti scoprire l’impossibile, convincendoti che tutto è possibile, anche la cosa che si trova più assurda. La prosa è ricca ed evocativa, moderna e scorrevole, seppure parli di un mondo passato, che a volte si associa a pomposità e a pesantezza. È assolutamente consona, invece, al mondo che racconta, un mondo che spesso si associa tra gli anni a cavallo dell’Ottocento e del Novecento, itinerante non solo perché si sposta da una località all’altra ma, anche, perché arriva inaspettato e inaspettatamente se ne va, lasciandoti con la meraviglia ancora negli occhi, nella mente e nel cuore.
Il passaparola è più importante dell’inchiostro, o dei punti esclamativi su manifesti e locandine.
Ma il Le Cirque des Rêves non a bisogno né di manifesti né di passaparola, poiché già il suo arrivo è una garanzia:
[...] Eppure con l’approssimarsi del buio un folto gruppo è già in attesa, là fuori.  E tu sei fra loro, naturalmente. La tua curiosità ha avuto la meglio, come d’abitudine. [...]
La narrazione si rivolge direttamente al lettore, rompendo la quarta parete per coinvolgerti nella sua meraviglia, che tu accogli con gli occhi di un bambino, cercando di capire, esplorare, sempre di più di questo mondo che sembra essere incantato, magico, uscito da un’altra dimensione. Anche quando la narrazione non si rivolge direttamente al lettore, ma a uno dei personaggi della storia, è lì per te, per incoraggiarti e per accoglierti nel suo mondo.
[...] Non sei un predestinato, un prescelto. [...] Sei nel posto giusto al momento giusto, e te ne importa abbastanza per fare ciò che è necessario. A volte basta questo.
Valutazione
★★★★★ 5/5
Della stessa autrice
Il Mare Senza Stelle, Fazi Editore, 2020
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raccontiniper18 · 1 year ago
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Secondo racconto erotico
Mi presento sono Chiara. Ho 18 anni e dopo la mia maturità andrò in gita con le mie due migliori amiche Sofia e Isa. Viaggio triste direte, ma io con le mie due amichette del cuore è tutto ciò che desidero.
Partiamo per Miami, non perchè abbiamo programmi particolari ma perchè abbiamo trovato un offertona per pochi euro e ci costava meno di altre mete,perchè insomma si sa ,non serve la destinazione ma con chi si va.
Ora voi penserete che noi tre abbiamo lesbicato o altro invece vi stroncherò,perchè non abbiamo fatto niente, anche se ammetto che da adolescenti tipo prima o seconda liceo ci sgrillettavamo insieme.
Partiamo,arriviamo e appena scendiamo conosciamo 4 ragazzi,belli muscolosi, carini, e italiani come noi. Facciamo subito amicizia, ma se la matematica non è un opinione era uno in più, quindi una delle tre non avrebbe ''concluso''. Andiamo a fare serata assieme. Ci ubriachiamo ,Isa ci lascia per prima e va nel nostro hotel ( dove c'eravamo state solo per riporre le valige) mentre io e Sofia ce la ''giochiamo'' per accaparrarci uno dei tre,visto che l'altra si sarebbe ritirata e tirata un triste e solitario ditalino. La sfortuna vuole che Sofia,mi sorride e mi dice ''hai perso'' io vado a casa loro.
Uffa penso fra me e me. Mi farò sto benedetto ditalino, da sola visto che non posso scoparmi due ragazzi (ah dimenticavo non potevo perchè avevo il cu*etto vergine). Comunque fatto sta che beviamo e beviamo tantissimo,ma tanto proprio che ad una certa con tutta la voglia che avevo e la rabbia per le amiche decido che si vive una volta sola. Allora appena ritorna Isa che ha già ''fatto'' le chiedo le chiavi e le dico che adesso non me ne basta uno ma tutti e due. Loro ubriachissimi a loro volta scelgono (ovviamente) di seguirmi.
Arrivati a casa ci mettiamo sul letto (matrimoniale) dove poco prima ci aveva ''dato'' Isa con il loro amico. Faccio uno spogliarello con loro due sul letto e loro mi guardano esterrefatti. Guardo i loro bozzetti sulle patte e mi congratulo con me stessa per quanto sia stata brava. Una volta nuda gli sorrido e gli dico che è il loro turno.
Si spogliano e sorpresa due cazzi,ma due cazzi opposti uno grosso e corto e uno lunghissimo ma poco spesso, sorrido e gli dico di segarsi mentre io mi coccolo un po' il mio clitoride.
Dopo 5 minuti mi chiedono di scopare,perchè sennò vengono e non vogliono venire con una sola se*a. Allora colpo di genio.
Dico: ''Sentite io sono vergine dietro''
Loro sorridono e si strattonano per chi deve ''sverginarmi'' e vedo le loro spade toccarsi, mi brillano gli occhi a vedere quelle spade.
Continuo dicendo: ''ragazzi non c'è problema il culo lo do ad entrambi, solo che per averlo dovete fare una cosa per me.''
Rispondono in coro: ''Qualsiasi cosa.''
''Allora dovete incularvi a vicenza,prima tu lui e poi lui te, cosi' da non essere l'unico culo sverginato perchè immagino che anche voi lo siate''
Impressionante come l'uomo sia cosi debole,subito si afflosciano i loro piselli e diventano paonazzi e negano di volerlo fare e quasi piangono. Allora non se ne fa niente mi dispiace, il ragazzo con il pisello più corto si inizia a fare una sega, e dice ''ok oggi mi prendo due culi vergini''
L'altro controbatte con sognalo.
Credevo,non si facesse più niente ma alla fine ingoia la saliva ok inculami ho troppa voglia di scoparmi lei.
Il piccolo cazzo sale sopra e senza sputo o lubrificante (che avevo io in mano) lo impala da una decina di colpi e smette e mi sorride. L'altro inculato si addrizza alla prima botta, ora si invertono i ruoli il pisello lungo inchiappetta l'altro penso. E cosi' succede il pisello lungo inchiappetta il pisello più corto, ma sorpresa.
Io rimango a bocca aperta il pisello corto viene, e dopo un paio di botte il pisello lungo appena esce viene e fa compagnia alla sb*rra del ragazzo passivo.
Io rimango colpita mi do due o tre colpi decisi al clitoride e vengo anche io.
Loro due sono imbarazzati e non parlano allora si rivestono e vanno via quasi piangendo e vergognandosi.
Io resto in casa,poco dopo mi chiamano le mie due amiche e ritornano a casa.
Tutte e due con la fi*a appagata e mi chiedono com'è farsene due. Io sorrido e dico ''Immaginate pure''.
Purtroppo alla fine mi sono accontentata di un ditalino.
Fine
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costruisci · 2 years ago
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mi dici che non sono come le altre e impari a baciarmi a occhi chiusi. c’è qualcosa in quella frase, nell’idea che per essere desiderata io debba essere diversa dalle altre donne, che mi fa venir voglia di sputare fuori la tua lingua. come se dovessi essere fiera di essere scelta da te, come se dovesse essere un sollievo pensare di essere meglio di loro.
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principessasenzacorona03 · 20 days ago
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Sei pessima perché non impari a cucinare , non per altro (credo) .
So fare un buon tiramisù in più varianti .
Non ci credi? Ho ancora amici che vanno per finire la serata in bellezza e mi invitano . A me non va , è un puttanaio , un po' come questo posto.
Al pub vado qualche volta , come ti ho detto sono tipo da cene lunghe e tranquille . Belle serate le tue , le migliori con gli amici .
Beh finché sopravvivo, non vedo la necessità di fare corsi di cucina. Quel credo non mi convince, sappilo!
Il tiramisù devi farmelo assaggiare, per poter giudicare (mica perché ora mi hai fatto venire voglia di dolce).
Beh oddio, si può andare anche solo a ballare! Sarò rimasta una delle poche, ma se qualcuno mi facesse delle avances in discoteca o mi si appiccicaasse addosso lo manderei beatamente a quel paese. Non so che esperienze abbia avuto tu su tumblr.
Diciamo che in relazione alle cene (senza cellulare) apprezzo il tuo essere vecchio.
Sì, con loro rido ancora tanto. Però li vedo pochissimo, forse 3 volte all'anno! Ma vale la pena attendere.
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pescettaspelacchiatas · 1 month ago
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io non so, forse sono io la maggior parte delle volte. non provavo da tanto tempo questa voglia di nascondermi, allontanarmi, stare sola. "sola" per me è sempre stata una normalità. troppe volte sono stata l'unica a capire me stessa e troppe volte sono stata sola a guardare i cocci per terra.
come le marachelle dei bambini. fanno una cosa e poi si pentono. le mamme li sgridano e loro piangono. io sono troppo grande per piangere, resto così a guardare per terra, pezzi di me che avevo scordato. alla fine mi perdonavo sempre perché chi ti vuole bene? ho scritto parole e sprecato talento così tanto spesso che posso dire di sentirmi un po' una sperduta pazza incomprensibile.
non che mi sia mai preoccupata di essere capita, mi bastava venire ascoltata.
mi basta ancora. perchè capire è l'ultimo passo, il primo è ascoltare.
e parlo come una vecchia. con la gioventù bruciata e il coltello alla gola.
ma sono giovane ancora, solo un po' matta, stramba. così tanti pensieri che quasi non mi conosco neanch'io. respiro un po', sospiro. libri come sempre siate i miei migliori amici e spiegatemi cosa fare. vorrei tanto capire cosa fare.
l'altra volta pensavo che vorrei diventare una stella. sì, una stella del cinema, quel cinema che piace tanto a me. e uscire un giorno su quel mini programma che fanno sul 22 parlando dei nuovi film e dei set e gli attori e i registi..
un'altra volta camminavo e allora pensai "se non riesco a diventare un' attrice perdo tutto". così decisa e seria. che se non realizzo il mio sogno non ha senso vivere.
un'altra ancora poco prima di salire sul palco pensavo "wow. non ho paura eppure sono la prossima. guarda quanta gente, ma quanti sono? Manuela, questo sarà quello che farò per tutta la vita" e sorridevo anche se non fisicamente ma dentro.
e ultimamente non vedo l'ora di essere assegnata la parte impararla e recitare e salire ancora sul palco.
e brillare. quanto mi piacerebbe brillare, come le stelle. sperando non diventi una stella cadente.
alla fine nella mia vita è sempre tutto così assurdo che non lo capisco neanche io come faccio. chi sono? è questo che adesso non riesco a capire. una persona che ama. una donna? a 30 anni mi chiameranno donna. ora sono solo una ragazzina, di 17 anni che suonano grossi. vorrei essermeli vissuti meglio gli ultimi 5 anni.
sono un vulcano. forte e sensibile. dentro di me c'è la lava bollente e proprio nessuno ci si avventurerebbe, uno si, un matto. o forse uno innamorato; di me, che strano.
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