#visione della vita
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Sono una persona così brutta se non ho più voglia di occuparmi dei miei nonni? Se non ho voglia di starli a sentire, di gestire i loro problemi, di essere di supporto, di rinunciare costantemente a vivere per l’angoscia ed il pensiero delle loro vite? Che si sono creati e scelti da soli? E così la stessa poca voglia di pensare in futuro ai miei genitori perché ho paura che finiscano soli e depressi esattamente come i miei nonni. E allora via di finte cene, finti pranzi, finte parole solo per non farli stare soli con loro stessi e finta vita mia perché costretta emotivamente a tutto questo.
Perché si fanno i figli? Perché si crea una famiglia? Per non invecchiare soli penso io. Per sentirsi costantemente parte di qualcosa e basta. Per essere egoisti e chiedere chiedere e chiedere. Esigere qualcosa e solo perché sei stato messo al mondo tu devi. Ma nessuno chiede di venire al mondo. E nessuno onestamente vorrebbe.
#magari non ha senso ma lo scrivo lo stesso#stanca#pensieri#cinica#doveri#obblighi#richieste#famiglia#croce#obbligato#catene#che palle#visione della vita#boh#chiedere#emotions#morale#domande#thegretchenimages
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non solo le romcom nel solco della fantasia assolutamente genderizzata di sposare un principe sono interessanti da un punto di vista antropologico, sociale, economico e politico, ma aggiungerei anche che solitamente le monarchie rappresentate nella cornice narrativa di questi film sono molto probabilmente degli stati canaglia i cui prodotti tipici sono chiaramente l’evasione fiscale e la violazione dei princìpi dello stato di diritto. ma dato che il pov è quello della umile ragazza innamorata del suo principe (e noi insieme a lei, in quanto nostra proiezione in questo genere di film), anche una monarchia de facto assoluta che considera la democrazia un orpello ci viene proposta come buona e illuminata. urge indagine ulteriore su come questo genere di prodotto concorra alla causa conservatrice tardo-capitalista finalizzata a promuovere fascinazione verso disparità e privilegio di classe (nobiliare), mascherandosi da innocua pellicola romantica
#adesso mi faccio una bella googlata per vedere se gente che a differenza mia ne sa ne ha già parlato (lo spero)#monarchia costituzionale ma il primo ministro è praticamente un maggiordomo? check#il re di suddetta monarchia costituzionale governa per decreto a piacere e sentimento? Check#il popolo è in rivolta perché fa la fame ma il principe buono dice due parole tipo ‘farò anche cose buone’?check#Che poi non dovrebbe essere il principe a farle bensì il governo perché ci hai appena illustrato la tipica organizzazione del potere della#monarchia costituzionale quando non addirittura parlamentare e quindi è tutto sbagliato? CHECK#chiaramente bisogna altresì considerare che la monarchia qui dimostra di saper governare (e non solo regnare nei limiti di una moderna#monarchia parlamentare) anche perché altrimenti tutto il film sarebbe privo di conflitto e non vedremmo altro che scene in cui sarebbe#impossibile empatizzare con i personaggi [poiché spezzoni di vita da ricchi] e quindi il film produrrebbe l’effetto opposto#ossia terminare la visione avendo acquisito la capacità di produrre una bomba a mano [LA SOCIETÀ SE]#niente sto vivendo un’esperienza molto interesante con la visione di questi film raccapriccianti
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Ieri ho sentito dire da mia zia che è povera. Chi tra noi due non sa se riuscirà a restituire un misero prestito, cambiare la batteria dell'auto, ripararla e sostituire la caldaia? Non lei.
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I luccichii
delle luci dei lampioni
sul gelato,
lo guardo,
è 1 paesaggio
#poesia#scrittura#scrivere#frasi#movimento per l'emancipazione della poesia#vita#diario#poesia italiana#poeta#poetry#gelato#luccichii#lampioni#ispirazione#fantasia#immaginazione#visione#visioni#verità#pensieri#libertà#liberi pensieri#freedom#liberty#boho
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Storia Di Musica #357 - Nick Cave And The Bad Seeds, Your Funeral...My Trial, 1986
C'è un sentimento comune nei dischi che hanno a che fare con Berlino: sono dischi che esprimono dei tormenti umani giganteschi, registrati dagli artisti in momenti cruciali della loro vita, spesso non solo artistica. Bowie quando decise di andare a Berlino per la sua trilogia (che per senso filologico dovrebbe essere una tetralogia, dato che fu il creatore anche di The Idiot di Iggy Pop) era nel pieno di una crisi creativa, di una dipendenza da droghe, autore di gaffe clamorose (una terribile in cui disse in una intervista: "In Inghilterra sarei potuto diventare Hitler. Non sarebbe stato difficile. I concerti erano così spaventosi che persino i giornali scrivevano: “Questa non è musica rock, questo è Hitler! Bisogna fare qualcosa!”. E avevano ragione. Era fantastico. In realtà… credo che sarei stato un gran bell’Hitler").
Una cosa simile avvenne dieci anni più tardi a Nick Cave. Conclusa l'esperienza con i Birthday Party nell'estate del 1983, decide di continuare la carriera come solista. Va per questo a Berlino, un posto che, nelle parole dello stesso Cave "ci ha dato la libertà e l'incoraggiamento per fare qualsiasi cosa avessimo voluto fare". Con lui ci sono Mick Harvey, batterista dei Birthday Party, con cui forma i Bad Seeds, sorta di supergruppo comprendente Barry Adamson dai Magazine al basso e Blixa Bargeld dei berlinesi Einstürzende Neubauten. Il primo disco però è ancora registrato a Londra, From Here To Eternity, con ricordi blues stralunati dalla slide di Bargeld, con due cover bellissime di In The Ghetto di Elvis Presley e Avalanche di Leonard Cohen. Nasce qui il suo mito: la sua voce teatrale, cavernosa, inquietante, che racconta di incubi, personaggi strani, ossessioni e dolore. In quello stesso periodo, vive un rapporto devastante con l'eroina: nonostante questo, pubblica The Firstborn Is Dead a Berlino, nei mitici Hansa Tonstudios usati dallo stesso Bowie. Il titolo è un riferimento al gemello di Elvis nato morto insieme a lui, c'è ancora il lato tragico del Blues e una cover di Dylan, Wanted Man, corretta nel testo con l'approvazione del Maestro di Duluth. Per Kicking Against The Pricks (1986), che è una raccolta di interpretazione di cover, entra in gruppo Thomas Wydler, batterista, che permette a Harvey di passare alle tastiere.
Le registrazioni di Your Funeral...My Trial avvengono nell'estate del 1986 presso gli Hansa Tonstudios. Cave è al massimo della disperazione fisica e mentale, l'idea iniziale era di fare due EP con i due titoli My Funeral e My Trial, ma nonostante la gravità della sua condizione psicofisica, alla fine le registrazioni furono entusiasmanti, tanto che tutti considerano questo il loro miglior disco della loro futura ultra-trentennale carriera. È un disco dove i racconti e le storie sono pieni di controcanti, di voci della mente e dei sentimenti che si rincorrono. Quasi tutto è opera di Cave e Harvey, l'unica cover è una versione acuta e sorprendentemente drammatica di Long Time Man di Tim Rose. È il disco notevolmente più compiuto e vario rispetto ai precedenti, che esplora un'ampia gamma di musiche pur mantenendo centrale la visione spesso oscura e sempre appassionata di Cave. Canzoni come Jack's Shadow, una delle future canzoni simbolo, e gli stati d'animo più gentili ma comunque malinconici di Sad Waters, che raccontano una scena in riva al fiume tra una coppia, sono semplicemente grandiose: Cave qui non solo canta ma suona anche l'organo Hammond, aggiungendo un'aria stranamente dolce all'atmosfera notturna del pezzo. The Carny è sicuramente il momento clou, l'accompagnamento di carillon/carnevale incrinato per gentile concessione di Harvey è del tutto appropriato per il racconto di Cave di un circo andato orribilmente male: da questa canzone Marc Craste nel 2003 ricaverà un cortometraggio animato, Jo Jo In The Stars, che vincerà il BAFTA Award for Best Animated Short Film nel 2004. Hard On For Love, come il titolo rivela abbastanza chiaramente, è allo stesso tempo sensuale e schietta fino al testo, riferimenti biblici e tutto il resto, mentre la musica febbrile sale in un'ondata di emozioni. Stranger Than Kindness è scritta da Bargeld e da Anita Lane, cantautrice australiana che da qui in poi collaborerà con i Bad Seeds.
Una versione di The Carny verrà suonata nel film Il Cielo Sopra Berlino di Wim Wenders, dove Cave e i Bad Seeds interpretano loro stessi suonando dal vivo. Cave, la cui carriera verrà segnata da traumi colossali, ha sempre amato questo disco, secondo le sue stesse parole "è molto speciale per me e sono successe un sacco di cose fantastiche, musicalmente, in studio. Ci sono alcune canzoni in quel disco che per quanto mi riguarda sono quasi perfette": una perfetta descrizione di un incubo.
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Forse sono io... Ormai sono talmente prevenuta che divento ossessiva... Ormai scannerizzo ogni parola... Ogni frase... Cerco sempre ciò che non va... Ciò che non mi torna o non mi suona bene... Ho talmente paura di cadere nella mia vecchia ingenuità... Così tendo ad esagerare col cinismo... Di cadere nel pragmatico... Come può un anima nuda difendersi dal mondo senza spade? Come possono occhi che per tutta la vita hanno creduto di vedere solo verità, avere visione più limpida e reale? La risposta non ce l'ho... Non ce l'ho ancora... Per ora mi difendo chiudendo il cuore... Azzerando i pensieri e rinchiudendo le mie fantasie e desideri nelle segrete della mia anima... Rinchiudendomi in me stessa a riccio e mostrando le mie spine...
~ Virginia ~
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Lo lascio: è deciso, ormai
"E tu perché non parli… una parola sospenderebbe il mio rancore"
(da “Luna diamante” Mina-Fossati)
È ufficiale: m'ha proprio rotto le palle. Mi controlla, non mi fa respirare. Poi, 'il Signore' vuole essere servito e riverito. Dentro casa non m'aiuta mai. E comunque non siamo fatti per stare insieme. Forse nessuno lo è, in un matrimonio. Perché noi tutti abbiamo ciascuno la propria visione diversa della vita, siamo in disaccordo su ciò che vorremmo fare, chi frequentare. Quello che piace a me non piace a lui e viceversa. Mi esaspera. Sempre.
Mi provoca, mi stuzzica i nervi. Oddio: non lo sopporto più, non lo sopportooooo! Cazzo! È un continuo logorio, con lui. Una ininterrotta tensione psicologica: non lo reggo proprio più. Mi sono assolutamente rotta il cazzo: e bastaaaa, mannaggia la puttanaaaaa! Non mi sente mai, se gli dico le cose: s'incazza e smadonna. Cafone. Non vuole 'le briglie', come dice lui. Ma allora che cazzo m'hai sposata a fare? Ai figli penso io, alla casa io, le bollette io, la spesa io e vaffanculooooo, ‘sto stronzo del cazzo…
Eccolo che torna dal lavoro. Sono le nove passate. Sono incazzata nera e pronta a litigare, stavolta di brutto. Spero che i bambini in cameretta non ci sentano. Per fortuna la loro camera è distante dalla cucina e sicuro adesso guardano i cartoni in tv. Mentre sto facendo quello che devo fare, gli volto le spalle per non dargli una padellata in testa. Non subito, almeno. Lui allora mi viene dietro, mi afferra una chiappa e me la pizzica. Mi fa un cazzo di male: domani ci sarà il livido. Io sto per infilargli un coltello molto affilato nel fegato, ma il porco lesto mi infila una mano nelle mutande, si insinua nel solco e già mi tremano le gambe. Mi conosce come il suo cazzo, 'sto bastardo.
Subito a seguire, senza riguardi infila il suo dito medio tutto su per il mio culo! Che figlio di puttana: dovrei girarmi incazzata e sputargli in faccia… Ma il cornuto sa che sono una vera mignotta, che mi piace farmi scopare e dare il culo. Che a tradimento e nei momenti meno adatti me la gusto ancora di più. Dovrei divincolarmi. Ma invece allargo di più le gambe: mi inarco, alzo le chiappe e lo agevolo. Non posso farne a meno. Sfila il dito e se lo passa al naso, aspirando. Cazzo mi fai: il tassello? Sono una forma di pecorino? Un'anguria? Non riesco a formulare una frase che lui mi tira a sé, mi blocca le braccia, mi toglie la camicetta…
"cazzo fai? Sei scemo? Ci sono i figli, di là…"
"zitta, troiazza: andiamo in camera, che ti devo scopare. Devo sborrarti dentro. Mi urge svuotarmi e per farlo io voglio solo te…"
"mavaffanculo: chi cazzo pensi di essere? Non mi puoi trattare così… oooooh….. ma mi senti?"
Intanto cammino anch'io a passo svelto verso la camera. Chiusa la porta a chiave, non mi fa dire una parola: preme la mia testa verso il basso, mi fa inginocchiare, si sbottona la patta e mi ficca l'uccello in bocca. Lo succhio avida, perché non ne posso più dalla voglia. Devo farlo sborrare una prima volta e quindi lo faccio arrivare fino in fondo. Voglio ingoiarlo, devo sentire il sapore del suo glande mentre si strofina sulla lingua e poi giù, in gola. Lo pompo. Sempre più veloce. Lo desidero: è mio marito. Me lo scopo da anni con gran gusto. Ne pretendo il seme e adoro il suo sapore.
Ricordo le prime volte che me lo buttava a forza in bocca, mi veniva da vomitare. Ero solo una ragazzetta in difficoltà, alle prime armi. Ma lui:
“Non mi frega una mazza se non ci riesci. Spalanca bene la tua boccuccia di rosa, rilassa la gola, pompami e non farmi sentire i denti. Devi imparare a succhiarmelo e prendermelo tutto fino in fondo, perché sai quanta mia sborra dovrai ingoiare se ci sposiamo…”
Più lo odio, più sono sul punto di lasciarlo e più provo piacere quando non considera affatto che abbia messo il broncio, che sia incazzata nera con lui e che stia sfaccendando per casa. Mi prende, mi gira come una trottola, mi sfila gli slip e mi schiaffa il suo cazzone dritto nella fica o - molto meglio quando lo fa - nel culo. Mmmmmh... Protesto solo perché devo farlo formalmente. Ma dentro di me godo come una pazza. Lo adoro. Quanto mi piace essere sfondata! Occasionalmente, se magari mi gira da troia, lo faccio restare senza fiato, quando con sua gran sorpresa scopre che non porto le mutande: m'alza la gonna, infila la mano e trova direttamente il pelo e le labbra o lo sfintere indifeso. Impazzisce e diventa un toro infoiato.
"sei una vera e bellissima puttana, ti adoro! Non mi resistere, sai?"
"ma che dici: ho le occhiaie, i capelli di stoppa e puzzo di fritto e di sudore come una capra…"
"non fa nulla: così nature e un po’ dimessa mi piaci ancora di più. Mi fai arrapare e non finirei mai di scoparti e incularti… amo l'odore del tuo solco tra le natiche quando l'allarghi per fartelo leccare e poi penetrare. Che vera zoccola sei!"
"e allora dai, cazzo di impotente col pisello moscio. Su: fottimi. Che aspetti?"
Quando vuole il culo, che è il più delle volte, me lo spacca letteralmente. Mi fa molto male. Ma più mi fa soffrire, più io divarico le chiappe per accoglierlo tutto: amo servirlo, farlo godere. Sentirlo sborrare è il paradiso, per la mia mente. Sento che è quello il momento in cui mi desidera intensamente. E questa cosa per me è una vera droga dell'anima. Gli perdono tutto, quando viene dentro di me.
Ormai capisco quando sta per venire e allora, con miracoli di contorsionismo, allungo il braccio sotto il ventre e attraverso le mie gambe gli accarezzo dolcemente le palle, gliele tengo mentre mi sfonda e gliele strizzo un po’. Poi con la mano a coppa sui suoi coglioni sento bene le contrazioni di quando mi eiacula nello sfintere e mi allargo, mi apro, controspingo e sono tutta solo per lui.
Lo faccio svuotare completamente e riposare dentro di me. A lungo quanto vuole. Allora mi si adagia sopra a peso morto. Mi sovrasta e mi ricopre tutta; fatico a respirare: lui è alto 1,90 per un quintale di maschio puro. Mentre io sono 1,55 e porto la taglia quaranta! Ma sono roba sua e del mio corpo, della mia anima può fare ciò che vuole. Mi piace, adoro sentirmi impotente e immobilizzata sotto a un uomo. Se è mio marito è meglio.
Stiamo lì, io e lui. Io a godere col suo cazzo ben piantato dentro di me a pulsare. È sudato fradicio. Me lo leccherei dappertutto. Mentre riposa, lui con la sua mano sotto al mio bacino intanto mi accarezza e sgrilletta la fregna, le sue labbra mi percorrono la schiena e baciano tutto il mio collo; m'assapora. Mi lecca. È tenerissimo. Gli piaccio, è evidente. Vengo, al solo pensiero di lui dentro di me, anche immobile. Mi pizzica forte i capezzoli, mi fa i lividi sulle zinne, 'sto testa di gran cazzo.
“Ahiaaaaa…. In culo a quella vera troia di tua madre, perché lo sai che batte, vero? Stronzooo: mi fai maleee! (Continua, ti prego: magari accarezzami le mammelle a lungo, un po’ di dolcezza, eccheccazzo!)"
Mi mordicchia l'orecchio, poi di nuovo mi lecca tutto il collo, ci soffia sopra delicatamente e mi fa il solletico. Gioca. Cerca l'intimità, con me. Rido di gioia. È il mio uomo. Per questa volta magari non lo lascio. Apre bocca d'improvviso, penso che mi confermerà che mi ama, che non può vivere senza di me e invece mi dice: “che cazzo m'hai preparato per cena, troia?” e allora mi viene proprio voglia di tagliargli l'uccello di netto! Una sera di queste lo faccio, vedi tu…
RDA
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Il compito principale nella vita di ognuno è dare alla luce se stesso (E. Fromm).
Lo sai che significa?
Tanti pensatori e maestri hanno definito il risveglio di Coscienza come la rinascita di sè stessi. Lo hanno detto con parole varie, ma il concetto finale non cambia. Tuttavia ciò che tanti non capiscono è il principio di azione che questo risveglio comporta.
La ricerca interiore è ormai diventata un rifugio ovattato di paroline coccolose e filosofiche, mentre un lavoro serio di consapevolezzati ti fa passare per l'inferno, o giù di lì.
Non è qualcosa che avviene perché un giorno decidi che ti vuoi aprire alla visione interiore, o magari alla prospettiva spirituale di chissà chi, iniziando a riempire la testa di "pensieri positivi".
Lo Spirito non vuole rammolliti, né convinzioni mentali.
Le persone non si rendono conto che arrivare all'autenticità di sé stesse comporta fare concretamente qualcosa, non restare nella testa.
Devi riconoscere e comprendere quello che vuole la tua Essenza e quello che ti chiede di fare. Devi sapere ascoltare le motivazioni e le sue intenzioni, anche e soprattutto quando ti fanno male.
Devi agire.
Nemmeno valgono certe risposte inutili date da gente che si fa addirittura pagare. Pure a me una "professionista" mi disse che ero un canale di luce, e sai a che mi è servito? A niente. Al buio. Alla cazzata completa. Al sentirmi la mattina seguente ancora più incasinata su quello che dovevo fare davvero.
Le belle etichette che tanto piacciono a chi vuole sentirsi dare ragione e immaginarsi luce cosmica in terra, sono per i distorti.
Mettiti in pratica, esci dall'astratto!
Capisci quanto vuoi essere lusingato oppure quanto vuoi sgretolare le tue maschere, soprattutto vedi dove cade l'indicatore della bilancia, perché è già una spia di quello a cui veramente dai attenzione.
Chi capisce cosa fare delle sue esperienze è già a un buon punto di svolta.
#lavoro interiore#crescita personale#lavoro su di sè#conosci te stesso#crescita interiore#ego#illusioni#maschere#responsabilità#mondo marcio#catene#raccontarsela#discernimento#pratica#spiritualità#consapevolezza#esercizio#paraguri#cazzate#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#manipolazioni#schiavi#citazioni#risveglio#evoluzione
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Un anno dopo la falsa libertà dell’indifferenza | il manifesto
Pubblicato circa 12 ore fa
Edizione del 6 ottobre 2024
# Mario Ricciardi
«La storia conosce molti periodi di tempi bui in cui lo spazio pubblico è stato oscurato e il mondo è diventato così esposto al dubbio che le persone hanno cessato di chiedere alla politica niente altro se non che presti la dovuta attenzione ai loro interessi vitali e alla loro libertà personale. "
Sono parole di Hannah Arendt, scritte nel settembre del 1959, in occasione del conferimento del premio Lessing, ma rimangono attuali ancora oggi.
Le riflessioni di Arendt erano in parte ispirate dalla sua esperienza di ebrea apolide, sfuggita alla persecuzione nazista e alla Shoah, ma non avevano un carattere esclusivamente retrospettivo, e neppure riferito soltanto allo sterminio degli ebrei. L’oscuramento dello spazio pubblico cui allude Arendt è una condizione che deriva dall’impoverimento del tessuto connettivo da cui dipende la politica nel suo senso più nobile, che non la riduce al nudo uso della forza, ma si alimenta invece nel dialogo e nel confronto tra i cittadini di una repubblica.
Nei tempi bui il conflitto sociale, che è un fattore essenziale di una democrazia sana, perde il proprio carattere positivo, di espressione della pluralità delle opinioni e della parzialità delle verità che esse esprimono, e lascia il posto a contrapposizioni identitarie, e alla fuga dalla politica di ampi settori della popolazione, che si rifugiano nel culto esclusivo dei propri interessi e della propria libertà personale, priva di alcun collegamento con l’azione collettiva.
Chi si sente minacciato – i perseguitati, gli oppressi – cerca soltanto la compagnia di chi condivide lo stesso destino, e chi si trova invece in una condizione di relativa sicurezza vive sovente come un esiliato in patria, coltivando una visione individualista della vita e degli scopi che essa si prefigge. In una situazione del genere è inevitabile che si perda la sensibilità nei confronti delle ingiustizie che colpiscono gli altri, quelli che non appartengono alla nostra cerchia, e che si finisca per accettare come un fatto la prevalenza del forte sul debole.
In gioventù Arendt aveva conosciuto questo atteggiamento di acquiescenza nel modo in cui tanti tedeschi, persone in molti casi colte e ben educate, scelsero semplicemente di ignorare «la chiacchiera intollerabilmente stupida dei nazisti». Noi lo vediamo oggi nel modo in cui molti voltano lo sguardo dall’altra parte mentre c’è chi ripropone una visione suprematista e violenta dei “valori” della società occidentale, negando l’umanità delle vittime innocenti dei bombardamenti a Gaza e in Libano.
Un anno di guerra
A un anno dal 7 ottobre questa forma di cecità morale si manifesta nel ricordare la vittime dell’attacco di Hamas solo per tentare di giustificare la reazione, sproporzionata e illegale, del governo Netanyahu, e nel disinteresse nella sorte degli ostaggi israeliani, molti dei quali sono morti o rischiano di morire come “danni collaterali” di una guerra che potrebbe estendersi a tutto il Medio Oriente a servizio di un disegno politico di pura potenza.
Chi potrebbe permettersi di coltivare l’altruismo e l’apertura verso il prossimo rinuncia a farlo, lasciando il campo aperto a una guerra in cui tutti si considerano aggrediti, nessuno è in grado di riconoscere le ragioni altrui, ma una parte può mettere in campo una forza militare di gran lunga superiore, e non si fa alcuno scrupolo di usarla in modo indiscriminato, non per colpire il nemico, ma per punire un intero popolo. All’orizzonte c’è la concreta possibilità che si compia un genocidio, perpetrato dalle vittime di ieri che hanno scelto di farsi carnefici.
Dopo un anno persino chi ha criticato in modo più convinto le scelte del governo Netanyahu corre il rischio di soccombere al senso di impotenza, alla difficoltà che si incontra nel far sentire la propria voce di dissenso superando gli ostacoli e le intimidazioni provenienti da chi è convinto che lasciare mano libera all’uso indiscriminato della forza da parte di Israele soddisfi un “superiore” interesse strategico, e sia utile per puntellare una sempre più fragile egemonia.
Lasciare sole le vittime – i palestinesi, i libanesi, gli israeliani che hanno ancora il coraggio di opporsi alle scelte del proprio governo – è una tentazione ricorrente, per rifugiarsi nello spazio ristretto, ma per alcuni soddisfacente, del proprio interesse e della propria libertà. La lezione che ci trasmette Hannah Arendt e che, così facendo, ci stiamo incamminando sulla stessa strada percorsa nel secolo scorso dai tedeschi che scelsero di ignorare la «volgarità» nazista.
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«Sto mostrando al Mondo come la visione politica (liberale-libertaria) sia applicabile. So che in Europa esiste il problema delle restrizioni applicate dall’Unione europea ai vari Paesi. Questo è un ostacolo per tutti i governanti che hanno buone intenzioni. Ritengo però che i Paesi europei debbano mettersi a tavolino e affrontare seriamente la questione, perché non è possibile che un gruppo di burocrati riuniti nella loro torre d’avorio possano decidere della vita di milioni di cittadini».
Javier Milei.
via https://www.corriere.it/politica/24_dicembre_16/milei-meloni-deve-lottare-contro-un-nido-di-ideologie-woke-e7eca96f-c9ad-4408-b00d-dded61743xlk.shtml
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Le domande di Lovely 🩷🎀🦄
Cosa fai nel tuo tempo libero?
Se vedessi una stella, quale desiderio vorresti esprimere?
Se potessi fare un regalo da una persona cara cosa e per chi sarebbe?
Se ti dico la parola "mare" che cosa ti viene in mente?
Se ti dico la parola "sentimenti" che cosa ti viene in mente?
Racconta un ricordo divertente.
Leggi molto? Cosa stai leggendo?
Serie TV che stai seguendo?
Guardi Anime? Quale stai guardando?
Giochi ai videogiochi? A quali stai giocando? Quale giochi aspetti che esca?
Descrivi la tua vacanza da sogno.
Sei mai stato/a a teatro?
Hai mai visto un balletto?
Vai spesso al cinema?
Se avessi la possibilità di entrare dentro un film o una serie TV quale sarebbe?
Consiglia una serie TV che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita.
Consiglia un film che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita.
Descrivi i tuoi hobby.
Descrivi il tuo carattere?
Che tipo uomo/ donna ti può interessare?
Racconta un momento bello della tua infanzia.
Sai cucinare? Cosa cucini solitamente?
Hai animali a casa?
Pratichi qualche sport?
App/siti che apri almeno una volta al giorno?
Lavori?
Studi?
Vivi da solo/a
Che tipo di musica ascolti?
Canzoni preferite?
Film preferito?
C'è un dialetto che sai imitare bene, anche se non ti appartiene per nascita?
Hai un numero fortunato? Quale?
Piatto preferito?
Piatto più odiato?
Solitamente come prendi la pizza?
Sai nuotare?
Mare o montagna?
Estate o inverno?
Neve o pioggia
Solitamente scrivi i tuoi pensieri su carta?
Che ora sono adesso?
Percentuale batteria telefono?
Ti piace disegnare?
Suoni qualche strumento musicale?
Sei mai stato ad un concerto?
Hai la tua vision board di questo 2025?
Che cosa ti aspetti da questo 2025?
Quali sono i tuoi progetti per quest'anno?
Sei fidanzato/a?
Hai dei figli? Vorresti averne?
Frequenti ancora i tuoi compagni di classe?
Dove vivi c'è il mare o la montagna?
Piatto tipico della tua regione natìa?
Hai mai scritto una lettera per qualcuno?
Hai mai ricevuto una lettera da parte di una persona speciale?
C'è una persona speciale che vive nel tuo cuore?
Quando pensi al passato che cosa cambieresti?
Ti piace dove vivi? Se no, dove vorresti andare a vivere?
Guardando all'anno appena terminato, pensi di aver realizzato abbastanza gli obbiettivi che ti eri prefissato/a?
-lovelytoyou // @lovelytoyou (Mer 22.01.25 h 20:47)
#life#vita#frasi#citazioni#fotografia#frasi tumblr#pensieri#photography#frasi mie#tumblr italia#domande#domandine#compagnia#le domande di Lovely
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IL PARADOSSO DEL TOTALITARISMO
di Andrea Zhok
Da tempo la strategia narrativa neoliberale, di matrice angloamericana, passa attraverso due mosse:
1) il tentativo di definire il mondo liberale come l’unico mondo possibile, per cui, nel lungo periodo non c’è alternativa (da Fukuyama alla Thatcher), e 2) il tentativo di sussumere tutte le forme di vita, tutte le organizzazioni politiche e tutti gli impianti culturali che pretendono di non ridursi al paradigma liberale come “illiberali-e-dunque-totalitari”.
Finiscono così nel calderone degli “illiberali-e-dunque-totalitari” ogni religione che pretenda di essere più che fatto privato (es.: l’Islam), tutti i paesi che pretendono di mantenere sovranità senza genuflettersi all’impero americano (Cina, Russia, Iran, Corea del Nord ma poi anche, a seconda di come girano i governi, Cuba, Venezuela, Bielorussia, Ungheria, Serbia, Sudafrica, ecc.), e poi tutte le ideologie che hanno storicamente rigettato l’impianto liberale (socialismo/comunismo in primis, conservatorismi pre-liberali dove esistono, e nella modesta misura in cui hanno elaborato una teoria, i fascismi tra le due guerre).
Naturalmente gli elementi che compaiono in questo calderone presentano, a chi voglia prendersi la briga di guardarli da vicino, una miriade di soluzioni politiche, istituzionali e culturali diverse, ma questo per la narrazione neoliberale è irrilevante: su di essi ricade la scomunica dell’“illiberalità-e-dunque-totalitarismo”.
Ci si ritrova così con il seguente quadro, altamente ironico, per cui il liberalismo, l’unica ideologia che si pretende l’ultima e definitiva verità della storia, da estendersi in forma planetaria, denuncia tutte le altre culture e soluzioni politiche della storia come “totalitarie”.
✅In sostanza l’unica cultura che oggi ha pretese realisticamente totalitarie denuncia tutti gli altri come totalitari.
E siccome in una visione totalitaria, ciò che appartiene alla propria ortodossia è per definizione il Bene, le società liberali (oggi neoliberali) riescono con perfetta serenità e buona coscienza a prodursi in spettacolari doppiopesismi, in un profluvio di doppi standard, perché i nostri delitti sono errori contingenti, i vostri ignobili abiezioni, i nostri massacri sono danni collaterali, i vostri espressione di malvagità innata, le nostre proteste interne sono tafferugli di minoranze ingrate, le vostre sono manifestazione popolare di un anelito alla libertà, ecc. ecc.
La denuncia neoliberale di “tutti i totalitarismi” è la perfetta esemplificazione del proverbiale bue che dà del cornuto all’asino.
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Suo padre lo abbandonò a 3 anni, sua figlia morì a 8 mesi, sua moglie morì in un incidente d'auto, il suo migliore amico morì di overdose. E nonostante tutto, Keanu Reeves non ha mai perso il suo splendore, il suo mondo non è mai finito.
Mentre girava il film "La casa sul lago", sentì la conversazione tra due assistenti ai costumi, e una donna stava piangendo perché avrebbe perso la sua casa se non avesse pagato una somma di 20 mila dollari. Lui glieli depositò sul conto.
Nel suo compleanno del 2010, entrò da solo in una panetteria e si comprò un cupcake con una sola candela. Mentre lo mangiava fuori, offrì caffè e pane gratis a tutti i clienti. Questo fu il suo compleanno di lusso.
Con ciò che guadagnò dalla trilogia di Matrix, distribuì 50 milioni di dollari al personale degli effetti speciali, perché secondo lui, loro erano i veri eroi dei film.
Non ha quasi mai utilizzato stuntmen, tranne che per cose molto specifiche come le acrobazie, e per questo motivo ha riconosciuto il lavoro dei suoi stuntmen regalando a ciascuno una moto Harley Davidson.
Fino ad oggi, usa regolarmente la metropolitana e altri sistemi di trasporto pubblico come l'autobus quando è necessario perché è la cosa più pratica, e non si vergogna mai.
Un gran numero di ospedali afferma di aver ricevuto decine di milioni di dollari da lui.
Ha donato il 90% del suo stipendio in alcuni film affinché la produzione potesse assumere altre star.
Nel 1997, un paparazzo lo trovò in strada seduto accanto a un senzatetto, ascoltando la vita del senzatetto e facendo colazione con lui.
Tutto il bene che sappiamo di Keanu Reeves non ce l'ha raccontato lui, ma coloro che sono stati beneficiati da lui. Non ha mai dichiarato nulla.
Per tutto ciò che ha vissuto, avrebbe potuto avere una visione della vita più triste e pessimista, ma nonostante ciò ha scelto di essere quel qualcosa di buono tra tutto il male che c'è.❤❤❤
Fonte fb
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AMORI BISTURI
Qualcuno di simile a noi, con gli stessi crepacci interiori, ci è necessario per vedere da vicino l’abisso che ci abita.
Ci sono amori così, che accadono per estrema somiglianza, ma non d‘abitudini, o di gusti, o di scelte o d‘una visione della vita condivisa.
Sono somiglianze interiori, e capita che non s’incastrino con la mondanità e con quel che la vita ci mette sulla tavola ogni giorno, chiedendoci sempre un po’ del nostro sangue.
L’attrazione è ossessiva, pervicace, costante, e così anche la difficoltà, l’attrito, lo sfregamento fastidioso e pungolante, e questo conflitto diviene qualcosa di difficile da sciogliere, come le macchie ostinate sulle camicie, o come certe muffe che continuano a ripresentarsi nonostante i trattamenti.
Sono gli amori di cura, sono quelli che spalancano le finestre dell’invisibile rendendolo ovvio, solo se noi non siamo in grado di smettere d’incolpare l’altro per magagne tutte nostre- e anche sue.
Se permettiamo a noi stessi di accogliere attraverso l’altro la nostra miseria, la tenerezza mai sfiorata, il desiderio inaccessibile, il germoglio mai sbocciato, e tutto l’universo dei non detti, allora possiamo “usare” questi amori come il lettino dello psicanalista.
“Che tu sia il coltello attraverso il quale frugo dentro me stesso”
Sono amori sala operatoria, amori anatomia, amori bisturi, che è difficile maneggiare senza tagliarsi o senza tagliare a fette l’altro.
Sono amori che quando hai visto, hai operato, hai rimesso le cose a posto, devi trovare il coraggio di dare i punti e lasciare andare, a casa, sulle sue gambe, e non puoi trattenere nella sala operatoria in eterno, pensa la sepsi.
Sono amori difficili, pieni di carezze mai ricevute, pieni di madri come grotte disabitate, pieni di tavolini di compensato e panini scartati alle 2 di pomeriggio davanti a un muro bianco.
Sono amori medici di guardia, che arrivano quando devi assolutamente fare qualcosa per non ritrovarti strozzato nelle tue stesse budella.
Ricuciti, rattoppati, avvolti nella garza medicata, ce ne andiamo, oggi, in un qualsiasi pomeriggio di Marzo, in un mondo ostile che non ha rispetto per il nostro intimo dolore, ognuno per la sua strada, zoppicando, tra i ciliegi e una strada sterrata che porta a un convento.
Ce ne andiamo così come ci siamo incontrati, senza un motivo.
Senza un motivo apparente.
ClaudiaCrispolti
Art by Ariel Grey
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Mi ci rivedo molto in quello che hai raccontato sulla depressione e sull'effetto della sertralina... anche io avevo tanta paura di non essere più me stessa e invece forse si potrebbe quasi dire che mi ha permesso di essere più me stessa di quanto non lo sia mai stata... ora però ho un'altra paura: cosa succederà quando smetterò di prenderla? In questi anni di psicoterapia ho veramente imparato qualcosa o sto meglio solo ed esclusivamente grazie al farmaco? Tornerò ad essere schiacciata dal mondo come prima? Questa ora è la mia paura...
Questo è il più antico degli ask del periodo strano (era il 7 Maggio) e pur avendolo letto, ho dovuto aspettare tutto questo tempo per rispondere.
Perché?
Perché ancora una volta mi sono preso del tempo per capire cosa voglia dire 'essere se stessi' e chiedermi se, in fondo, anche il dolore di essere alla fine non faccia parte di questo.
Cerco di farti capire: a figlia piccola (22 anni) qualche mese fa è stato diagnosticato un disturbo borderline di personalità di lieve gravità, per un certo periodo ha assunto quetiapina con notevole beneficio e qualche settimana fa ha chiesto alla psichiatra se poteva sospenderla. L'interruzione non ha creato problemi e lei adesso lavora e vive i suoi rapporti affettivi interpersonali in modo equilibrato e sereno.
Ci sarebbe riuscita senza quetiapina?
Non credo.
Il merito è solo della quetiapina?
NO. Il farmaco le ha permesso di ritrovare quell'equilibrio necessario a riordinare la propria visione del mondo e del suo posto in esso ma se non ci fosse stata a monte volontà di equilibrio, il farmaco da solo sarebbe stato inutile.
A me sta aiutando la sertralina?
Può darsi che non ne avessi più bisogno perché, come mia figlia, penso di aver trovato un mio equilibrio
MA
è ancora un periodo molto strano e delicato... e ora vi dico perché.
Il 28 Giugno - una settimana dopo il mio compleanno - la mia compagna esegue una TAC del campo polmonare perché fumatrice di lunga data... i polmoni sono abbastanza decenti ma ai limiti del campo radiografico
In sede paravertebrale destra, sviluppata a ridosso dei somi di D11, D12 ed L1 si osserva tessuto solido amorfo, con diametri assiali di circa 72 x 17 mm ed estensione cranio-caudale di circa 62 mm, senza segni di diretta infiltrazione delle strutture adiacenti in particolare degli emisomi vertebrali e degli archi posteriori delle coste, meritevole di approfondimento diagnostico con PET/TC e valutazione in ambito specialistico (malattia linfoproliferativa?).
Tradotto in parole povere, tra i reni e le vertebre c'è una massa delle dimensioni di un plumcake che anche se non presenta metastasi potrebbe essere un linfoma.
Aprite una parentesi, metteteci dentro la più profonda delle disperazioni cosmiche, e poi chiudetela il 12 Luglio (due settimane dopo) quando la Tomografia a Emissione di Positroni ci dice che il mezzo di contrasto radioattivo non ha rilevato attività neoplastica nella massa amorfa.
Non è un tumore, insomma, e anche se io avevo cercato di far capire a lei e alle mie figlie che il corpo umano non è come le tavole di anatomia e che siamo pieni di cisti, fibromi, displasie, cavità ed escrescenze, quei 15 giorni sono stati pesantucci...
E ringrazio, quindi, di non aver sospeso la sertralina.
La prenderò tutta la vita?
NO
Sto ritrovando il mio equilibrio ma ora ho bisogno di tutte le mie forze per stare accanto alla mia compagna che ha smesso di fumare, di bere ed è pure a dieta, perché c'è chi gli basta la scienza e chi ha bisogno della paura di morire per riuscire a fare di meglio per stare meglio.
Di solito a me basta la scienza ma adesso ho anche un po' di paura che lei mi uccida con un gambo di sedano spalmato di maionese vegana.
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"Canto di Natale" ("A Christmas Carol"), pubblicato per la prima volta nel 1843, è una delle opere più celebri di Charles Dickens,. Questo racconto breve ha avuto un impatto duraturo sulla cultura natalizia, diventando una lettura imprescindibile durante le festività (...e non solo). Dickens utilizza la sua narrazione per esplorare temi di redenzione, generosità e la vera essenza del Natale.
La storia segue Ebenezer Scrooge, un vecchio avaro che disprezza il Natale e tutto ciò che rappresenta. La sua vita cambia radicalmente quando viene visitato da tre fantasmi la vigilia di Natale. Il Fantasma del Natale Passato lo riporta ai momenti chiave della sua giovinezza, mostrandogli come le sue scelte lo abbiano portato a diventare l'uomo solitario che è. Il Fantasma del Natale Presente gli mostra la vita delle persone che lo circondano, compreso il suo impiegato Bob Cratchit e la sua famiglia, che nonostante la povertà, celebrano il Natale con gioia e amore. Infine, il Fantasma del Natale Futuro gli presenta una visione inquietante della sua morte solitaria e della sua eredità dimenticata.
Il tema centrale del racconto è la possibilità di cambiamento e redenzione. Scrooge, inizialmente un personaggio negativo, ha l'opportunità di riflettere sulle sue azioni e di trasformarsi in una persona migliore. Dickens sottolinea l'importanza della generosità e della comunità. La capacità di Scrooge di cambiare e abbracciare il Natale rappresenta una celebrazione dei valori umani più profondi. L'opera, inoltre, offre una critica alla società vittoriana, evidenziando le ingiustizie sociali e le disuguaglianze. Attraverso la famiglia Cratchit, Dickens pone l'accento sulle difficoltà dei meno fortunati e sull'importanza della solidarietà.
Il racconto è scritto in uno stile accessibile e coinvolgente. Dickens utilizza un linguaggio ricco e descrittivo, capace di evocare emozioni intense. La struttura del racconto facilita il progresso narrativo e mantiene alta la tensione fino alla conclusione, dove avviene il ravvedimento di Scrooge.
"Canto di Natale" ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare e ha contribuito a definire le tradizioni natalizie moderne. Il racconto ha ispirato innumerevoli adattamenti teatrali, cinematografici e musicali, rendendolo una pietra miliare della letteratura.
"Canto di Natale" è molto più di una semplice storia natalizia: è un'opera letteraria profonda e toccante che invita alla riflessione sui valori fondamentali della vita. La sua capacità di emozionare e di ispirare la trasformazione personale lo rende un classico senza tempo, adatto a lettori di ogni età. È un libro che consiglio vivamente di leggere, o rileggere, non solo durante il periodo natalizio, ma ogni volta che si sente il bisogno di ricordare l'importanza della gentilezza e della generosità.
P.S. Se alla lettura del libro aggiungete anche la visione del film "La vita è meravigliosa" diretto da Frank Capra, il Natale si può dire perfetto!
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