#tv a scomparsa
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Contemporary Bathroom Milan Sauna design with large modern porcelain tiles, a white floor, wood ceiling, and wood walls.
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Contemporary Deck - Roof Extensions Deck - large contemporary deck idea with a roof extension
#tv a scomparsa#villa moderna in collina#modern patio furniture#arredo terrazza#cucina bianco lucido
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Porch Front Yard a sizable modern tile porch with an addition to the roof
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L'amica geniale S04E09 (La scomparsa)
Book title: La città della gioia (La Cité de la joie in French; 1985) by Dominique Lapierre
#elena greco#books in tv shows#french literature#la città della gioia#la cité de la joie#dominique lapierre#la scomparsa#my brilliant friend#my brilliant friend season 4#l'amica geniale#l'amica geniale season 4
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La ragazza di neve di Javier Castillo. Un thriller psicologico che tiene con il fiato sospeso: chi ha rapito Kiera Templeton?. Recensione di Alessandria today
"La ragazza di neve" è un thriller psicologico travolgente scritto da Javier Castillo, che ci porta in un mondo di misteri, suspense e indagini drammatiche
“La ragazza di neve” è un thriller psicologico travolgente scritto da Javier Castillo, che ci porta in un mondo di misteri, suspense e indagini drammatiche. Pubblicato nel 2020 e diventato in breve tempo un successo internazionale, il romanzo ha conquistato i lettori con la sua trama intricata e i personaggi complessi. La storia esplora la scomparsa di Kiera Templeton, una bambina rapita durante…
#adattamento Netflix#Colpi di scena#colpi di scena psicologici#indagini giornalistiche#investigazione#investigazione e mistero#Javier Castillo#Javier Castillo libri#Kiera Templeton#La Ragazza di Neve#libri da leggere 2024#libri di successo#Mirren Triggs#mistero#narrativa contemporanea#Netflix#parata Giorno del Ringraziamento#Recensione libro#recensione thriller#resilienza#romanzi bestseller#romanzi di Javier Castillo#romanzi di scomparsa.#romanzi spagnoli#scomparsa di bambini#serie TV tratta da libri#storie di rapimenti#Suspense#suspense narrativa#thriller avvincenti
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"Scrivo a tutta la comunità per assumermi la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente, in occasione della scomparsa di Silvio Berlusconi.
Di fronte a questa notizia naturalmente non si può provare alcuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì, è necessario: perché è vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Dalla P2 ai rapporti con la mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti al governo alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura. In questo, e in moltissimo altro, Berlusconi è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato, è oggi un dovere civile.
Per queste ragioni, nonostante che la Presidenza del Consiglio abbia disposto (https://www.governo.it/it/articolo/bandiere-mezzasta-sugli-edifici-pubblici-e-lutto-nazionale-la-scomparsa-del-presidente) le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici da oggi a mercoledì (giorno dei funerali di Stato e lutto nazionale), mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano.
Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università.
Col più cordiale saluto,
il Rettore
_____
Tomaso Montanari
Professore ordinario di Storia dell'arte moderna
Rettore dell'Università per Stranieri di Siena
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Ch-ch-changes
🌟 Novità
Sul web, nella barra laterale di destra, abbiamo aggiunto il link “Vedi blog” nel menu secondario delle impostazioni dell'account blog. Questo aprirà quel blog come se fosse qualcun altro a guardarlo.
Abbiamo ridisegnato la Tumblr TV per Android. La barra di ricerca è stata spostata nella parte bassa dello schermo e il testo del cursore di lettura non è più associato alla posizione della zona di ricerca. Inoltre, abbiamo aggiunto delle nuove animazioni di apparizione/scomparsa ad alcuni elementi dell'interfaccia utente.
Ora puoi usare le scorciatoie da tastiera per Tumblr Patio. Usa le frecce per spostarti tra le colonne.
Grazie ai vostri feedback, abbiamo modificato l'ordine delle colonne Tag e Ricerca per Tumblr Patio. questa preferenza si può sempre modificare passando per il menù dei tre puntini e selezionando poi parametri.
🛠 Correzioni
Sul web, l'opzione del menu a 3 puntini che collega al post "genitore" del blog è diventata più intuitiva. Se il post genitore è un altro reblog, verrà comunque indicato come "Vedi reblog precedente"; se il post genitore è invece il post originale, apparirà la scritta "Vedi post originale".
Su Android, i post in coda ora mostrano ora e data completi.
Su iOS, abbiamo risolto un bug che portava al posto sbagliato quando si cliccava su una notifica di regalo ricevuto. Ora, cliccando sulla notifica si andrà alla schermata regali come previsto.
Tumblr sul web non è stato disponibile per un breve periodo di tempo ma ora è tutto a posto!
Alcuni di voi potrebbero aver avuto difficoltà a caricare video venerdì scorso. L'abbiamo risolto il giorno stesso.
Sul web, le informazioni indicate nella sezione Sessioni attive delle Impostazioni account ora dovrebbero essere più dettagliate.
Quasi tutti dovrebbero poter ora vedere il numero esatto di domande in entrata.
🚧 In corso
Niente da segnalare per oggi.
🌱 In arrivo
Ci stiamo preparando per il 1º aprile.
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🇳🇱UN PADRE OLANDESE HA IDEATO UN PROTOCOLLO PER LA PROPRIA FIGLIA ATTIVISTA PER SALVARE IL MONDO
🗣"Nostra figlia quindicenne si è commossa fino alle lacrime ascoltando il discorso di Greta Thunberg in TV ieri ed era arrabbiata con la nostra generazione “che non ha fatto nulla per 30 anni”. Quindi abbiamo deciso di aiutarla a prevenire “l’estinzione di massa e la scomparsa di interi ecosistemi”.
Daremo un futuro a nostra figlia e abbassiamo la temperatura del pianeta di 4 gradi centigradi in questo modo:
1️⃣Adesso andrà a scuola in bicicletta perché l’auto brucia combustibili fossili. Presto inizierà l'inverno e lei vorrà prendere un autobus, ma l'autobus funziona con un motore diesel, e questo, a nostro parere, non va a favole del Clima. Vorrebbe avere una bici elettrica. Ma le abbiamo mostrato la devastazione causata dall'estrazione del litio, quindi dovrà continuare a pedalare.
2️⃣Per iniziare ad abituarla a "fare a meno del gas naturale" abbiamo spento il riscaldamento della sua stanza. Adesso la temperatura scende la sera fino a 12 gradi, ma a volte in inverno scende fino a zero. In questo caso riceverà un maglione, un cappello, dei collant e dei guanti.
3️⃣Per lo stesso motivo abbiamo concordato che d'ora in poi farà la doccia solo con acqua fredda e lavi lei stessa i vestiti a mano, poiché la lavatrice e l'asciugatrice consumano molta elettricità.
4️⃣Tutti i suoi vestiti sono sintetici, cioè ricavati dal petrolio, pertanto, lunedì li porteremo al negozio dell'usato. Abbiamo trovato un eco-negozio che vende vestiti realizzati con lino, lana e iuta non tinti e non sbiancati. Non pensiamo che le staranno bene, la potrebbero anche prendere in giro i compagni di classe, ma questo è il prezzo che siamo disposti a pagare per il Clima. Il cotone è fuori discussione, viene portato da lontano e coltivato con utilizzo dei pesticidi.
5️⃣Abbiamo appena visto sul suo Instagram che si è arrabbiata con noi, anche se è abbastanza inutile. Quindi dopo le 19 spegneremo il WiFi e non lo riattiveremo fino a poco dopo cena domani. In questo modo risparmieremo energia, poi lei non sarà disturbata dallo stress elettromagnetico e sarà completamente isolata dal mondo esterno, così potrà concentrarsi sui compiti. Alle 23.00 toglieremo completamente la corrente elettrica così quando scende la sera farà veramente buio. Ciò farà risparmiare molta CO2.
6️⃣Non parteciperà più agli sport invernali. Non andrà da nessuna parte durante le vacanze perché le nostre solite destinazioni di vacanza sono praticamente inaccessibili in bicicletta. Ritornare a livelli di CO2 simili a quelli dei nostri bisnonni significa dover vivere come i vostri bisnonni, che non hanno mai avuto una vacanza o una bicicletta.
7️⃣Ora parliamo di cibo. Zero emissioni di CO2 significa assenza di carne, pesce, pollame o sostituti della carne a base di soia (che dopo tutto, cresce dove un tempo c'erano le foreste pluviali). Niente prodotti alimentari importati, poiché il loro trasporto ha un impatto ambientale negativo. E, infine, niente cioccolato dall'Africa, caffè dal Sud America, tè dall'Asia.
⚫️Solo patate, verdure e frutta olandesi. E solo coltivati sul terreno aperto, perché le serre sono riscaldate e illuminate artificialmente e questo è dannoso per il Clima. Può ancora mangiare il pane. Ma per produrre burro, latte e uova, formaggio e yogurt, ricotta e panna, servono polli e mucche, che emettono CO2. Niente gelato. Niente vino, birra o bevande gassate, queste bolle sono CO2. Voleva giusto perdere qualche chilo.
8️⃣Butteremo via tutta la plastica perché è prodotta in fabbriche chimiche. Getteremo anche tutti gli oggetti in acciaio e alluminio. Sapete quanta energia consuma un altoforno o una fonderia di alluminio? Infine, non riceverà più cosmetici, sapone, shampoo, crema, lozioni, balsami, dentifrici e farmaci, e produrrà lei stessa assorbenti con la biancheria. Proprio come prima.
👍 In questo modo eviteremo l’estinzione di massa e la scomparsa di interi ecosistemi.”
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Il dolore era troppo.
Il pensiero che lei rientri a casa da un momento all’altro dura due anni, poi, capisci che morire è prassi. Non a 40 anni. Non fra le mie braccia, mentre prendiamo le valigie per le vacanze. Ma non sono l’unico a cui è successo. Fare a meno è questione di testa, anche fare a meno delle menti dei bimbi non più chiare, del loro pensiero: vorresti sapere che pensano il giorno della festa della mamma o quando spegni la tv e quello, a 5 anni, strilla: mamma mamma. Se passa il dolore? E che passa? Ti dimentichi un po’ la voce. Per 27 anni, non ci siamo mai lasciati e non abbiamo mai litigato. Lei era la donna mia e io il suo uomo. Nel mondo, quante ce ne possono stare di persone per te? Una” Un amore il cui ricordo è andato oltre la morte quello di Marco Giallini per la moglie Loredana, scomparsa nel 2011 a causa di un aneurisma cerebrale. Oggi l’attore compie 61 anni, tantissimi auguri 🎉
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Scrivo a tutta la comunità per assumermi la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente, in occasione della scomparsa di Silvio Berlusconi.
Di fronte a questa notizia naturalmente non si può provare alcuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì, è necessario: perché è vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Dalla P2 ai rapporti con la mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti al governo alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura. In questo, e in moltissimo altro, Berlusconi è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato, è oggi un dovere civile.
Per queste ragioni, nonostante che la Presidenza del Consiglio abbia disposto le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici da oggi a mercoledì (giorno dei funerali di Stato e lutto nazionale), mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano.
Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università.
Col più cordiale saluto, il Rettore
Tomaso Montanari
Professore ordinario di Storia dell'arte moderna
provo personalmente immensa stima per quest'uomo delle istituzioni
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Oggi, 26 anni fa, moriva la principessa Diana
Diana Spencer, 26 anni dopo. Come sarebbe la sua vita oggi se fosse ancora tra noi? Il 31 agosto del 1997, la vita della principessa più amata e riconoscibile del mondo si spegneva in un tunnel parigino. Ma se si fosse salvata, che contorni avrebbe la vita di lady D. oggi? Così come milioni di persone ricorderanno per sempre cosa stavano facendo nel momento in cui le Torri Gemelle crollavano nel 2001 o il Governo italiano annunciava il lockdown duro nel 2020, indelebile, per tanti, è rimasta la sensazione provata nell'ascoltare, alla tv o alla radio, l'annuncio della morte di una delle principesse più famose, invidiate e copiate del mondo.
Princess Diana Era il 31 agosto del 1997: in un tunnel parigino, il Pont de l'Alma, dopo un incidente disastroso, moriva Diana Spencer, ex moglie dell'allora principe del Galles Carlo, madre di due figli e acclamatissimo personaggio pubblico e reale. La "principessa dei cuori della gente", così si era autodefinita nella famosa intervista rilasciata alla BBC nel 1995, all'epoca dello schianto fatale aveva solo 36 anni: sognava una vita piena, così si legge in una lettera datata luglio 1996 inviata al presidente della New Zealand Foundation for The Blind che andrà prossimamente all'asta, e desiderava godersi quella libertà sudata dopo il divorzio dal principe Carlo, finalizzato nel 1996 dopo anni di patimenti, litigi, reciproche ripicche e tradimenti velenosi.
Diana durante un viaggio in Egitto nel 1992 26 anni dopo la sua morte, il mondo sembra ancora toccato dalla sua scomparsa come se gli anni non fossero mai passati. Che la si ami o la si odi (ma più la prima: sembra non esserci spazio per l'indulgenza nei confronti della rivale storica, ora regina, Camilla), Diana rimane un personaggio indimenticato, cristallizzato in quell'eterna giovinezza e bellezza strappatele dalla morte. Ma chi sarebbe oggi, Diana, se fosse ancora viva? Difficile volare così in alto, aprendo sliding doors così impegnative. Chi l'ha conosciuta sostiene che la sua vita sarebbe stata votata agli altri, proprio come nei suoi ultimi anni: si sarebbe dedicata alla beneficenza e alla filantropia, investendo buona parte della sua immagine pubblica in attività utili. E avrebbe avuto nuovi partner, giovane, bella, ricca e contesa com'era.
Diana durante un viaggio in Egitto nel 1992 L'amante con il quale ha lasciato questa vita, Dodi Al Fayed, è stato consegnato alla memoria e ai giornali come il suo grande (nonché ultimo) amore. Non lo era, come ci hanno detto le biografie e recentemente The Crown su Netflix, fotografia romanzata ma tendenzialmente puntuale degli ultimi giorni di vita della principessa (che saranno al centro dell'ultima stagione in uscita a novembre). Al Fayed era, fatalmente, un divertimento estivo, un ripiego per dimenticare Hasnat Khan, il chirurgo pakistano di cui si era invaghita tanto da volerlo sposare in segreto. Read the full article
#CandleintheWind#DianaSpencer#DodiAlFayed#HasnatKhan#ladyD.#PrincessDiana#PrincessofWales#principessa#TheCrown
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LA LEGGENDA DEL SANTO CORRUTTORE
di Marco Travaglio
Agli innumerevoli delitti commessi da vivo, B. ne ha aggiunto un ultimo da morto. Il più imperdonabile: averci lasciato questa corte di vedove (non le due vere e quella finta: tutte le altre), prefiche, leccaculi, paraculi, piduisti, terzisti, parassiti, prosseneti, camerieri, servi sciocchi e soprattutto furbi che da due giorni lacrimano per finta (solo lui riusciva a piangere davvero a comando) a reti unificate, devastando quel po’ di informazione e di dignità nazionale che gli erano sopravvissute.
Il giorno di lutto nazionale e i sette di lutto parlamentare, più che a B., sono un omaggio a Fantozzi e ai funerali della madre del megadirettore naturale conte Lamberti, immaturamente scomparsa all’età di 126 anni. Ora mancano solo la Coppa Cobram di ciclismo da Arcore a Pinerolo e la statua del de cuius all’ingresso del fu Parlamento, con inchino forzato e craniata incorporata per i cari inferiori.
Le cascate di saliva che tracimano da ogni canale tv e da ogni giornale regalano perle inimmaginabili persino nei suoi anni d’oro. L’ex conduttore Mediaset intervista su La7 il suo editore ex Mediaset su quanto era buono e democratico l’editore precedente che stipendiava entrambi prima che lo mollassero perché era troppo buono e democratico. L’ex direttore del Corriere Paolo Mieli si pente in diretta dell’unico scoop della sua vita, sull’invito a comparire del ’94 a B. per le mazzette alla Guardia di Finanza, accusa i pm di non averlo torchiato a dovere per estorcergli le sue fonti che lui avrebbe senz’altro spiattellato in barba alla deontologia professionale, e comunque si scusa pubblicamente per aver pubblicato una notizia vera. Renzi, un Berlusconi che non ce l’ha fatta, saltella da una rete all’altra per leccare la bara a distanza, sperando di ereditare qualche briciola dal desco del caro estinto, peraltro invano (a parte i processi). Il rag. Cerasa, un Sallusti che non ce l’ha fatta, dipinge sul Foglio col pennino intinto nella bava il leader più estremista e populista mai visto in Europa come “argine all’estremismo e al populismo” e, siccome era culo e camicia con Putin, pure come “seduttore atlantista”. Attori, registi e soubrette “de sinistra” spendono capitali in necrologi piangenti per l’amico Silvio, sperando che pure gli eredi si ricordino degli amici. Francesco Gaetano Caltagirone svela finalmente chi fa i titoli e gli editoriali del suo Messaggero, firmandone finalmente uno al posto dei soliti nom de plume: “Un uomo che ha lasciato un’orma profonda”. Più che altro, un’impronta digitale. E un vuoto incolmabile nelle casse dell’Erario.
Il Corriere fa rivoltare nelle tombe Montanelli, Biagi e Sartori col titolo cubital-vedovile “L’Italia senza Berlusconi”, presidiato da una schiera di lingue erette sul presentat’arm e seguito dalla doverosa intervista all’editore Cairo, che parla alla sua tv ma anche al suo giornale, casomai qualcuno pensasse che il berlusconismo è morto con B.. La Moratti assicura che la sua Rai del ’94 era liberissima perché B. l’aveva nominata presidente, ma poi non fece mai pressioni (non ce n’era bisogno), così lei poté nominare direttori i berlusconiani Rossella, Mimun e Vigorelli a sua insaputa. Le Camere Penali smentiscono persino Coppi (“B. perseguitato dai pm? Mai pensato”) e piangono comprensibilmente il cliente più illustre e munifico della categoria, “oggetto di una aggressione politico-giudiziaria che non ha precedenti nella storia della Repubblica”, visto che ha subìto “decine e decine di indagini e processi, con accuse fino alla collusione mafiosa e al ruolo di mandante di stragi, conclusesi con una sola condanna per elusione fiscale”. A parte il fatto che non fu per elusione né per evasione, ma per una frode fiscale pluriaggravata da 368 milioni di dollari, di cui 360 prescritti (come altri nove processi per gravissimi reati accertati, ma rimasti impuniti perché l’imputato aveva dimezzato i termini di decorrenza, senza dimenticare i fedelissimi finiti in galera al posto suo e i soldi alla mafia consacrati dalla sentenza Dell’Utri), le Camere Penose potrebbero vergare una nota identica per Al Capone: perseguitato con accuse di mafia, ma condannato “solo per elusione fiscale”.
Un solo beneficato, Vittorio Feltri, ha il coraggio di dire la verità: “Non posso parlarne male perché mi ha fatto ricco”. Tutti gli altri ammantano le pompe funebri di “rivoluzione liberale” che “ha cambiato l’Italia”, anche se si scordano le 60 leggi ad personam e non riescono a citare uno straccio di sua riforma che abbia migliorato la vita di qualcuno che non fosse lui. Infatti vanno forte le corna a Caceres, il cucù alla Merkel, lo sguardo lubrico alla Obama e la spolverata alla sedia, come se uno statista si misurasse dal numero di guittate. Ma il ridicolo eccesso santificatorio non si deve solo al fatto che B. s’è comprato mezza Italia che conta e l’altra mezza avrebbe pagato per vendersi. Chi ha retto il sacco a un bandito per decenni ora deve dimostrare che era cosa buona e giusta. E chi vorrebbe delinquere anche lui in santa pace, avendo perso il grande alibi, cerca almeno un lasciapassare e un santo patrono. Oscar Wilde diceva che “certi uomini migliorano il mondo soltanto lasciandolo”. Ma, ora che ha raggiunto il paradiso (fiscale), possiamo dire senza tema di smentita che il padrone morto era molto meglio dei servi vivi.
Il Fatto Quotidiano
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Anna Bartolini, addio all’avvocato dei consumatori
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JETFIRE ( Commander ) War for Cybertron SIEGE
In ritardo di qualche anno, finalmente ho recuperato il primo Commander Generations, uscito per War for Cybertron Siege, ovvero il mitico JETFIRE, realizzato appunto più che degnamente in una classe pensata per lui e per altri robot semi colossali, anche se ai tempi lo trovai un po' esagerato, così grande rispetto al resto dei vari Voyager e Leader, ma effettivamente la stazza è quella se guardiamo le scale ufficiali storiche dei settei dei cartoni.
Aquila è un personaggio iconicissimo e particolare sin dalla G1, col giocattolo riciclato dai jet Valkiriye di Macross della Bandai, ma poi apparso nel cartone con un aspetto ampiamente ridisegnato ( e pure col nome cambiato in Skyfire ) proprio per non pubblicizzare indirettamente in Giappone i modelli di una rivale della Takara, mentre la sua storia di amico di Starscream e Decepticon temporaneo sono rimaste scolpite nella roccia, anche se nelle successive apparizioni in tv veniva usato più come autobus volante che per le sue doti di scienziato o colosso.
A parte il Masterpiece uscito recentemente, questo Commander è stato decisamente il Jetfire definitivo, dopo alcuni esperimenti sempre in stile Generations come il Classic Voyager del 2007 o il Leader GenT30, che però ibridavano un po' elementi del giocattolo rispetto al design del cartone. Ma il Siege si presenta invece finalmente proprio com'era lo Skyfire in tv, ma anche graziato da numerosi dettagli scolpiti nello stile della parte iniziale della trilogia WfC, ma per fortuna neanche TROPPI dettagli come appunto alcuni Siege o, ari-per-fortuna, senza le varie sporcature da danni di battaglia.
Dicevo, questo Jetfire è quindi sputato al settei del cartone, e finalmente con il cavolo di zainone rosso unito e non separato in due moduli come nelle versioni Generations precedenti, le ali sempre verso l'alto ma non così lunghe, e come unica licenza estetica rispetto al design dei cartoni, direi solo i piedi che non sono così lisci ed interamente grigi.
Ottimamente snodato, con tanto di rotazione del bacino ( anche se solo di pochi gradi, ma vista la trasformazione direi che è lo stesso tanta roba ), rotazione dei polsi e possibilità di alzare la testa, come gimmick del robot abbiamo i fori base sparsi nel corpo nello stile dei WfC, anche se in un colosso tale quasi non si notano (!), il simbolo di fazione al centro del petto che può ruotare e cambiare da Autobot a Decepticon, citando ovviamente il suo cambio di alleanza nello storico episodio del 1984 "Fire in the Sky" ( ma anche le trame viste nel cartone recente su Netflix di Siege ), e la particolarità di poter aprire i pugni, o meglio, le sole 4 dita opposte al pollice, facendo sparire automaticamente il foro per impugnare le armi!
Ed a proposito di queste, qui si apre un capitolo a parte, dato che il nostro parte con un cannone bicanna come si vedeva nei cartoni, salvo poi scoprire che il fucilone si separa in due armi distinte, seguite poi da due scudi con doppie bocche di fuoco ( separabili dagli scudi ) solitamente posizionabili sugli avambracci, due laser piccoli che si sistemano sulle punte delle ali (!) tramite delle spine a scomparsa, e due altri laser più lunghi che possono agganciarsi ai lati dello zainone rosso, ma ovviamente sono sistemazioni indicative.
Completa il quadro una pettorina aggiuntiva che si aggancia al petto tramite due pannellini ripiegabili in questo, e che riesce a contenere a sua volta una maschera ( nascosta in un pannello aprible dell'accessorio ) con visore e placca della bocca, che fa il paio con la colorazione della pettorina nera e rossa e richiama il look originale del famigerato giocattolo originale dell'85.
Per quanto sia tanta roba a livello di giocabilità, anche qui inizialmente ho trovato questo omaggio al modellino originale un po' povero, con la maschera senza i laser doppi sulle orecchie, e lo zainone che resta fisso e non si sdoppia, per dirne un paio, ma poi effettivamente, come detto sopra, i precedenti Jetfire Generations avevano già omaggiato ampiamente il giocattolo ex-Valkirye, quindi è anche giusto che questo Commander un po' brilli di luce propria, anche se magari non costava nulla colorare di rosso gli scudi sulle braccia, giusto per.
O anche, magari i laser doppi sulle orecchie erano poco pratici, ma li si poteva mimare mettendoci delle armi lì accanto, e via così... ma forse, ci sta pure il discorso che a prescindere non possono fare un Jetfire che somigli TROPPO al Valkirye Bandai anche per un discorso di copyright, e quindi amen. ^^'
Che poi la maschera a guardar bene non è così sputata a quella ben più anonima del solito Valkirye, con un visore e mascherina più delineati e la fronte più alta, quini, again, prendiamola come una citazione alla larga giusto per aggiungere un po' di materiale al giocattolone già generoso di suo.
La TRASFORMAZIONE è per fortuna semplice per un giocattolone così, e blandamente ispirata al famigerato Valkyrie ma più a come si intuiva che avvenisse nel cartone, ovvero con le gambe che si ritraggono inglobando le cosce, previo aver prima aperto e ribaltato i panelli interni verso i polpacci, in modo da far uscire i reattori supplementari che vanno ad agganciarsi a quelli dello zaino che si allunga verso il basso / indietro, mentre i pugni si ritraggono negli avambracci e questi inglobano parte dei gomiti, con le braccia che vanno a finire nel vuoto del torso formatosi dopo aver sollevato quella che diventa la punta del jet, con i pannelli laterali del petto che si dispongono lateralmente a questa, mentre la testa sparisce all'interno della punta del modulone rosso superiore! Infine, non dimentichiamoci delle ali che si abbassano e si dispiegano.
Il JET futuristico / alieno che si vedeva nei cartoni è finalmente riprodotto fedelmente ( ok, ora c'è pure il MP, ma facciamo finta di essere tornati a 5 anni fa, dai ^^' ), e sopratutto qui si fa che si fa sentire la sua stazza, che ovviamente non è paragonabile a certe licenze visive che si prendevano nei cartoni animati, dove il nostro ospitava tranquillamente parecchi Autobot, ma almeno a pari di altri velivoli da la sua figurona.
Unica errore estetico come somiglianza al velivolo del cartone sono i pannelli grigi sui moduli ai lati del muso, che sono rivolti verso avanti invece che verso indietro, ma interessante la gimmick di poter aprire la cabina di pilotaggio ( previo il dover piegare il muso, vabbè ) rivelando un modulo estraibile che cita quello che si vede mentre viene scongelato da Wheeljack in "Fire on the Mountain", anche se a me ricorda pure un po' anche il modulo cerebrale dei Transformers che viene rivelato nell'albo Marvel 10, quello prima della sua comparsa.
Tolto il modulo, comunque, c'è posto per un pilota Titan / Prime Master ( ricordiamoci che Siege era successiva proprio a PotP ), così come ci sono pure un paio di altri posti nel modulone rosso superiore, il che è bene che sarebbe stato un peccato lasciar non usato quel popò di spazio, ma è scomodissimo accedervi, dato che bisogna sollevare tutto il pezzo superiore che slitta e che sarebbe agganciato ai propulsori delle gambe. ^^'''
( Queste gimmick non sono manco citate nelle istruzioni, poi... )
Oltre a poter sistemare tutte le armi sulla sola piastra pettorale e quindi posizionarla sul foro sopra il modulone rosso, altre gimmick interessanti sono gli ovvi carrelli retrattili e le 4 impugnature che spuntano, per potervi aggrappare dei robot al di sotto: un paio sono nascosti sotto i polsi di Jetfire, mentre l'altro paio sono addirittura mimetizzate nelle decorazioni rosse delle anche!!
Inutile dire che solo per la stazza il nostro velivolo qui meriterebbe, ma di sicuro tutte queste gimmick grasso che cola, e non dimentichiamoci degli effetti di sparo ed esplosione aggiuntive che accompagnano i Battle Master e i vari Commander e Titan di WfC.
Ah, quasi dimenticavo: tutti gli accessori / armi possono ovviamente disporsi come si preferisce nel jet...
...oppure si uniscono in unico modulone che va a finire sopra il velivolo.
Insomma, peccato solo per il poco intuitivo uso delle cabine di pilotaggio, e magari per il jet un po' vuoto e poco compatto visto da sotto, ma direi che sono davvero piccolezze in confronto a ciò che ha da offrire questo enorme giocattolone, che ai tempi un po' maledii per la sua stazza esagerata ma che ora potrebbe benissimo passare per un surrogato di Masterpiece!
#transformers#jetfire#skyfire#aquila#siege#generations#wfc#war for cybertron#commander#autobot#autorobot#decepticon#distructor#hasbro#review#recensione
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Come uccidono le brave ragazze: una serie gialla teen, tra Veronica Mars e Broadchurch
Tratta dall'omonima trilogia letteraria di Holly Jackson, Come uccidono le brave ragazze vede protagonista Emma Myers nei panni di una studentessa che vuole risolvere un caso di omicidio: porterà alla luce verità che nessuno in paese voleva sapere. In streaming su Netflix.
Nel 2004 fece capolino in tv un'adolescente detective destinata a cambiare molte cose in tv: stiamo parlando di Veronica Mars. Ora, un ventennio dopo, arriva su Netflix Pippa Fitz-Amobi, colei che vorrebbe essere in un certo senso la sua erede ma allo stesso tempo se ne discosta, anche a livello di tematiche affrontate. Questa volta però il soggetto non è totalmente originale.
Emma Myers in una scena di Come uccidono le brave ragazze
Come uccidono le brave ragazze, tratta dal romanzo di debutto A Good Girl's Guide to Murder di Holly Jakcson e adattata per la tv da Poppy Cogan, ha scalato la rapidamente la Top 10 di Netflix, date tutte le caratteristiche che la rendono perfetta per l'algoritmo, pur essendo stata prodotta per BBC nel Regno Unito e solamente acquisita a livello globale dal colosso dello streaming.
Chi ha ucciso Andie Bell?
La determinata protagonista di Emma Myers
Nel 2019, in un paesino dell'entroterra inglese, in cui tutti o quasi si conoscono, Andie Bell, un'adolescente più grande della protagonista di questa storia, scompare misteriosamente: il corpo non viene mai ritrovato ma il fidanzato confessa il suo omicidio, e poi si suicida. A quel punto la famiglia diventa un paria e tutti cercano di dimenticare il terribile accaduto. Cinque anni dopo Pip (Emma Myers) non si sente soddisfatta di quella risoluzione e decide di utilizzare un EPQ - ovvero un progetto che si prepara in Inghilterra e nel Galles per entrare in alcuni college - come pretesto per avviare a titolo personale nuove indagini che facciano luce su quel caso. Ovviamente in paese, soprattutto per quanto riguarda le famiglie coinvolte, nessuno vuole rivangare il passato e il dolore che ha causato a tanti, e quindi nessuno è disposto a parlare con Pip. Lei però, determinata e cocciuta, non si fermerà davanti a nulla pur di scovare la verità, anche a proprio discapito.
Come uccidono le brave ragazze vs Veronica Mars
Pip insieme agli amici di una vita
Impossibile non fare paragoni con il teen detective drama (ma definirlo tale è riduttivo, lo sappiamo bene), anche se fisiologicamente impari, anche solo per la profondità di scrittura e caratterizzazione dei personaggi, che qui rimangono molto più in superficie e servono semplicemente a svolgere il proprio compito di tasselli del puzzle giallo che gli spettatori si possono divertire a ricomporre, pur provando a raccontarne backstory e dinamiche. Emma Myers è un'ottima protagonista che tiene in piedi il serial ma allo stesso tempo non è abbastanza carismatica e, soprattutto, coinvolta: ciò che la smuove è sempre qualcosa di personale come Veronica, ma con molto meno trasporto emotivo di quanto vorrebbe farci credere. Lo stesso avviene per gli sviluppi pieni di colpi di scena e cliffhanger da fine episodio pensati per il binge watching di un target giovane: tutto è molto meccanico e consequenziale, gli eventi si susseguono anche in modo un po' irrealistico e non sempre con una perfetta congiunzione di causa-effetto.
Una cittadina piena di segreti nella serie teen mystery
Ravi, il Watson di Pippa (o viceversa)
Il paesino protagonista di Come uccidono le brave ragazze, proprio come Twin Peaks prima di lei, utilizza il pretesto della scomparsa/morte della ragazza della porta accanto, reginetta di bellezza e amata da tutti, per mostrare il marcio che si cela dietro quelle porte e quelle finestre: strizzando un po' l'occhio anche a Broadchurch, complice l'ambientazione inglese, lo show mostra quanti segreti può racchiudere un'unica cittadina e quanto le brave ragazze non siano forse in realtà tali, come da titolo. Spesso "è l'acqua cheta che rovina i ponti" come dice il celebre proverbio e Andie Bell potrebbe racchiudere proprio questo prototipo. A differenza di altri serial, in questo caso non si parla tanto di disparità sociale o di liberazione sessuale, ma di discriminazione e amore, a diverse età. Mostra ciò che non sempre si è pronti e disposti a vedere per non voler guardare nell'abisso dell'umanità, dei propri vicini e amici fidati, soprattutto quella di provincia.
Conclusioni
Come uccidono le brave ragazze è una buona serie gialla teen d’intrattenimento ma si ferma ad una certa freddezza e meccanicità del racconto, facendoci appassionare solo fino ad un certo punto alla storia di Pip, al suo legame con la ragazza scomparsa e con il ragazzo accusato del suo omicidio. Così come ai suoi amici e alla sua famiglia, a tutti coloro che le gravitano intorno e che formano i coloriti abitanti di un paesino pronto a mostrare il suo lato peggiore e più nero, fatto di rivelazioni sopite troppo a lungo e pronte ad esplodere. Qual è la reale natura umana?
👍🏻
Emma Myers.
Il mistero di fondo appassiona.
Il finale, anche se ricco di eventi.
👎🏻
Caratterizzazione e profondità dei personaggi rimangono un po’ in superficie.
Manca un certo livello di coinvolgimento emotivo.
I fatti si susseguono in modo meccanismo, a volte anche irrealistico.
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Walter Chiari ha spaziato tra teatro e tv, inoltre aveva un fascino che ha sedotto decine di donne e migliaia di appassionati. Un personaggio raccontato da “Storie della Tv”, con la consulenza di Aldo Grasso, riproposto da Rai Cultura venerdì 20 dicembre alle 15.45 su Rai Storia nel giorno dell’anniversario della scomparsa, il 20 dicembre 1991. Walter Chiari è stato un grande protagonista dello spettacolo del ‘900 italiano, e un volto della comicità televisiva nella sua fase d’oro. Arriva sui teleschermi nel 1957/1958 con due programmi condotti da lui, “Il teatrino” di Walter Chiari e “La via del successo”, per la regia di Vito Molinari. Nel ‘62 è al timone di due programmi – “Alta Pressione” e la seconda edizione di “Studio Uno” - diretti rispettivamente da due registi che a via Teulada, a Roma, stavano fondando i termini dello spettacolo Tv, Enzo Trapani e Antonello Falqui. Il monologo è la sua specialità. Nel ’65 porta i suoi monologhi a “La prova del 9” (spettacolo della Lotteria di Capodanno), e nel 68 è, con Mina e Paolo Panelli, l’animatore del ritorno di “Canzonissima” al sabato sera. Al culmine della popolarità, viene arrestato nel giugno ‘70 per droga. Dopo la scarcerazione, la sua popolarità è appannata. Torna in Tv con Falqui, a fianco di Ornella Vanoni per “L’appuntamento”, nel '73. Prende parte ad altri varietà di minore entità, aggiornando i temi dei suoi monologhi, fino al definitivo “Fantastico 2” (1981/82), richiamato da Enzo Trapani. Dal 1983 al 1986 costruisce, con il critico Tatti Sanguineti, il ciclo “Storia di un altro italiano”. Muore nel dicembre 1991, in un residence, davanti un televisore acceso. Read the full article
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